27 Danni da farmaci e stomaco FRANCESCO DI MARIO, ENZO IERARDI OBIETTIVI DIDATTICI ✓✓ Apprendere dati anamnestici, obiettivi e iter diagnostico dei danni gastrici da farmaci. ✓✓ Individuare i principali farmaci che provocano danni gastrici. ✓✓ Apprendere il meccanismo con cui i vari farmaci provocano i danni gastrici, i dosaggi e le vie di somministrazione legati alla gastrolesività. ✓✓ Apprendere infine quali sono i presidi terapeutici per la prevenzione e la terapia dei danni gastrici da farmaci. Introduzione Diversi agenti chimici sono stati associati all’insorgenza di danno a carico della mucosa gastrica e duodenale. Pertanto, una serie di patologie viene raggruppata sotto il nome di “gastropatie da farmaci”. Tale danno è oggettivato dal riscontro endoscopico di lesioni minime come l’iperemia fino a quadri di alterazioni più marcate come erosioni e ulcerazioni. Clinicamente lo spettro dei sintomi può variare da una sintomatologia dispeptica fino a un dolore francamente di tipo ulceroso e a episodi clinici drammatici quali emorragie digestive dovute al sanguinamento di ulcere o di gastropatie erosive diffuse. Come l’endoscopia, anche l’istologia può mostrare quadri caratterizzati da modesta infiltrazione flogistica di tipo prevalentemente polimorfonucleare o da iperplasia foveolare fino alla presenza di una flogosi più marcata o di intensa congestione della mucosa. La diagnosi si basa innanzi tutto sul sospetto clinico, in presenza di una correlazione temporale tra l’assunzione del farmaco e l’insorgenza dei segni della gastropatia. Altre cause di gastropatia (Helicobacter pylori, anticorpi anti-cellule parietali e reflusso biliare) devono essere escluse e il miglioramento che segue di solito la sospensione del farmaco può essere un ulteriore elemento per rafforzare la diagnosi. Fisiopatologia Il meccanismo fisiopatologico del danno gastrico da farmaci varia ovviamente a seconda del farmaco coinvolto. Tuttavia, interviene in tutti i casi un’alterazione della barriera mucosa gastrica che normalmente protegge la parete dello stomaco dai fattori aggressivi intraluminali, quali l’acido cloridrico e la pepsina. Pertanto, prima di illustrare i meccanismi d’azione dei farmaci, è importante accennare brevemente a quest’ ultima. Gli elementi base della barriera mucosa gastrica sono: lo stato di muco che forma un “film” sulla parete, un normale turnover dell’epitelio, le prostaglandine (PG) e il microcircolo della lamina propria della mucosa. Il “film” mucoso che si trova sulla parete della mucosa dello stomaco è costituto da mucine neutre prodotte dalle cellule colonnari dell’epitelio, che sono evidenziabili con una positività all’acido periodico Schiff che conferisce loro una tipica colorazione in rosso. Il turnover epiteliale gastrico è dovuto a un rapido rinnovamento delle cellule epiteliali, che avviene nell’arco di cinque giorni circa. In dettaglio, le cellule staminali risiedono nel colletto ghiandolare al confine tra le foveole e le ghiandole gastriche e da questa sede migrano verso la superficie libera andando incontro a un processo di maturazione. Le cellule vecchie, inefficaci ad esercitare una protezione valida, vanno incontro a morte programmata a opera delle cellule del sistema immunitario (apoptosi). Un turnover efficace è dato da un bilancio equilibrato tra proliferazione e apoptosi. Le PG sono sostanze essenziali per la barriera mucosa gastrica stimolando la produzione di muco e bicarbonati, assicurando un adeguato flusso ematico mucosale e regolando sistemi di riparazione e turnover cellulare. Il microcircolo gastrico, infine, può essere compromesso, oltre che da fattori locali, da malattie che alterano il sistema circolatorio, quali il diabete mellito o l’aterosclerosi. 166 manuale di gastroenterologia 2013-2015 I farmaci principalmente coinvolti nella provocazione di un danno gastrico sono elencati nella tabella 27.1. Tabella 27.1 Principali farmaci gastrolesivi FANS: Indometacina; Ketoprofene; Naproxene; Nimesulide; Ketorolac; Piroxicam; Diflunisal; Ibuprofene; Paracetamolo (effetto molto blando) Cortisonici Anticoagulanti (aumentano il rischio di sanguinamento di lesioni già in atto): Eparina; Warfarin Antiblastici N-Bifosfonati Antidepressivi Antiaggreganti piastrinici Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) I FANS sono tra i farmaci più usati al mondo secondo una stima dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per il trattamento dell’infiammazione e del dolore. Inoltre, spesso l’assunzione non avviene sotto il controllo medico, ma per “automedicazione” da parte del paziente in special modo tra la popolazione anziana. L’uso dei FANS si associa a ben noti effetti collaterali sul sistema gastrointestinale quali dolore addominale, dispepsia, gastrite e duodenite erosiva, ulcera gastrica e duodenale, perforazione, emorragia, effetti che a volte possono anche essere fatali. La patogenesi del danno da FANS è legata a una duplice azione: topica e sistemica.1 L’azione topica è correlata alla capacità di legare i fosfolipidi costituenti il muco che riveste la superficie della mucosa gastrica, aumentando così la permeabilità di tale strato con retrodiffusione degli ioni idrogeno (H+) e danno mucosale dovuto all’azione dell’acido intragastrico. L’azione sistemica, invece, è determinata dall’inibizione delle ciclossigenasi (COX) enzimi responsabili della sintesi delle PG a partire dall’acido arachidonico. Esistono due varianti di questi enzimi: COX-1 e COX-2. La prima rappresenta la forma costitutiva, responsabile della sintesi delle PG che, come già riportato, agiscono a livello gastrico stimolando la produzione di muco e bicarbonati, assicurando un adeguato flusso ematico mucosale e regolando i sistemi di riparazione e di turnover cellulare dell’epitelio. La COX-1 svol- ge anche un ruolo importante sul flusso renale e sulla normale funzione delle piastrine. La COX-2 è largamente inducibile dall’infiammazione e si ritiene che stimoli la produzione di prostaglandine responsabili del dolore e dell’infiammazione. I FANS inibiscono in maniera non selettiva entrambi questi enzimi, sopprimendo la sintesi di PG, che proteggono la mucosa gastrica e favorendo l’insorgenza di ulcera gastrica e/o duodenale a volte complicata con sanguinamento dovuto all’inibizione sulla funzione piastrinica. Tale azione è riscontrata anche dopo somministrazione parenterale di tali farmaci. Tra i vari FANS usati l’ipobrufene e l’etodolac sono i meno tossici, mentre il ketoprofene e il piroxicam sono quelli più tossici a livello gastrointestinale. L’uso dei FANS che inibiscono selettivamente la COX-2, sia quelli di prima generazione (celecoxib e rofecoxib) che quelli di seconda generazione (etoricoxib, valdecoxib, parecoxib e lumiracoxib), si associa a una riduzione del rischio di ulcera. La base del meccanismo è che inibendo preferenzialmente la COX-2 (i FANS?) dovrebbero mantenere inalterato l’effetto antinfiammatorio dei FANS tradizionali con minor tossicità gastrointestinale dovuto/a al risparmio dell’azione sulla COX-1. I coxib, tuttavia, sono controindicati in pazienti affetti da patologie vascolari perché lasciano inalterata la sintesi del trombossano con aumento del rischio di trombosi. Il meccanismo d’azione del danno gastrico indotto dai FANS è sintetizzato nella figura 27.1. La prevenzione del danno gastrointestinale è importante in quei pazienti che richiedono una terapia a lungo termine con FANS.1 2 Per tale scopo esistono varie opzioni; una può essere Figura 27.1 Meccanismo d’azione del danno gastrico da FANS FANS Inibizione delle COX 1 e 2 Riduzione della produzione di PG. Aumento della produzione di Leucotrieni e Tumor Necrosis Factor (TNF) Aumento della espressione delle molecole di adesione con conseguente aumento dell’adesione dei neutrofili all’endotelio vascolare Riduzione del flusso mucosale Rilascio di radicali liberi e proteasi Formazione di erosioni e ulcere della mucosa Capitolo 27. danni da farmaci e stomaco rappresentata dall’utilizzo di inibitori selettivi della COX-2, l’altra dalla somministrazione simultanea di FANS e inibitori di pompa protonica. È stato dimostrato che entrambe le opzioni rappresentano una strategia efficace volta a ridurre il rischio di ospedalizzazione per eventi acuti come emorragia o perforazione. Nel contesto dei FANS, l’aspirina, capostipite di questa famiglia di sostanze, merita una trattazione a parte per alcuni aspetti particolari. Aspirina Anche il meccanismo con cui l’aspirina espleta il danno gastrico è duplice; tuttavia solo uno dei meccanismi, vale a dire l’azione di inibizione non selettiva della COX, è uguale a quello degli altri FANS. Il secondo effetto è legato alle proprietà chimiche del farmaco che, avendo un basso pK, a livello gastrico, dove è presente un pH acido, si trova in forma dissociata e si comporta come un acido, favorendo la retrodiffusione degli ioni H+ in aree di minor resistenza della barriera mucosa. L’aspirina può causare ulcera anche alla dose minima di 10 mg. L’uso prolungato dell’aspirina da sola anche con un dosaggio al di sotto di 150 mg/die può aumentare il rischio di complicanze gastrointestinali di 1,5-3 volte rispetto alla popolazione che non usa questi farmaci. Questo rischio aumenta ulteriormente (fino a 5 volte) se all’aspirina si associa un FANS non selettivo.3 Nei pazienti che richiedono terapia cronica con aspirina per la prevenzione di malattie cardiovascolari è preferibile associare a tale farmaco un inibitore di pompa. Dalle evidenze della letteratura sembrerebbe che l’utilizzo di questa terapia combinata appaia più sicuro, ai fini di eventuali danni gastrici, di quella con altri antiaggreganti piastrinici (ad esempio, clopidogrel). Infatti, gli inibitori di pompa protonica potrebbero interferire con l’assorbimento di questi ultimi, riducendone, pertanto, oltre alla gastrolesività, anche l’efficacia. Tuttavia, tale interferenza non è uguale per tutti gli acido-inibitori, per cui attualmente l’associazione è ammessa nella pratica clinica per alcuni acido-inibitori (ad esempio, pantoprazolo) e a dosaggio basso (20 mg/die). FANS ed Helicobacter Pylori I FANS sono la seconda causa di malattia peptica dopo l’Helicobacter pylori. Pertanto numerosi studi sono stati rivolti all’uso di questi farmaci in soggetti affetti da gastrite cronica attiva correlata alla presenza del batterio. I dati 167 disponibili dimostrano che i pazienti eradicati dall’infezione gastrica da Helicobacter pylori hanno una riduzione dell’incidenza dei danni gastrici da FANS rispetto a quelli con l’infezione. La riduzione comunque è inferiore a quella ottenuta quando i FANS sono associati agli inibitori di pompa protonica. Sulla base di questi dati le linee-guida internazionali ritengono appropriata l’eradicazione dell’H. pylori, ove presente, in soggetti che sono destinati a un uso prolungato di FANS. Altri farmaci gastrolesivi La gamma dei farmaci potenzialmente gastrolesivi è riportata, come già riferito, nella tabella 27.1. Passiamo brevemente in rassegna i meccanismi d’azione di due categorie di farmaci gastrolesivi molto impiegati nella pratica clinica, cioè gli N-bifosfonati e gli steroidi. N-bifosfonati La terapia orale con N-bifosfonati è impiegata nella prevenzione della riduzione della massa ossea dovuta all’assenza di produzione di estrogeni nei soggetti di sesso femminile in menopausa fisiologica e/o chirurgica e in altre condizioni associate a osteoporosi quali l’utilizzo cronico di corticosteroidi.4 Gli N-bifosfonati sono responsabili dell’insorgenza di esofagiti, erosioni e ulcere della mucosa gastrica e rallentano il tempo di guarigione di lesioni presenti prima del loro utilizzo. Un recente studio ha evidenziato che l’effetto gastrolesivo, a differenza dei FANS, è dosedipendente per quanto concerne l’alendronato e il palendronato. Questo studio è stato condotto in vitro applicando direttamente i farmaci sulla superficie mucosa di un modello ex-vivo di parete gastrica. La somministrazione topica di 20-30 mg/ml di tali farmaci ha causato danno epiteliale (necrosi superficiale delle foveole talora estesa ad alcune ghiandole), mentre l’applicazione di una dose minore 3 mg/ml non ha determinato sostanziali alterazioni. Lo stesso studio ha messo in luce come la patogenesi del danno mucosale da N-bifosfonati sia indipendente dagli effetti che questi farmaci hanno sul microcircolo. L’uso di questi farmaci induce in vivo l’insorgenza di un danno istologico. Inoltre, non esistono evidenze che gli N-bifosfonati abbiano interazioni con le PG a differenza di ciò che è stato riscontrato per i FANS. 168 manuale di gastroenterologia 2013-2015 Steroidi È noto da tempo che il trattamento con steroidi, largamente impiegato per vari scopi terapeutici, aumenta il rischio di sviluppo di lesioni complicate da emorragie e perforazioni, a livello del tratto superiore dell’apparato gastrointestinale. Rimane, tuttavia, dubbia l’effettiva capacità di questi farmaci di dar luogo a lesioni de novo di tipo ulcerativo. È, invece, documentata la loro capacità di ritardare la guarigione di lesioni erosive causate da altri fattori. Per tali motivi è preferibile somministrarli in monoterapia. Infatti, un recente studio documenta che una terapia combinata con steroidi a dosi medio-basse associati a FANS a dosi elevate determina un significativo aumento del rischio di complicanze gastrointestinali. Lo stesso studio, valutando gli effetti del prednisone, steroide maggiormente prescritto e indicato per il trattamento di una vasta gamma di patologie (malattie infiammatorie croniche intestinali, broncopatie croniche ostruttive, artriti, asma), sottolinea il fatto che le complicanze gastrointestinali che derivano dall’assunzione di tale farmaco sono uguali per dosi comprese tra 10-30 mg e per dosi inferiori a 10 mg in pazienti di qualsiasi età anche se il sesso femminile risulterebbe più a rischio di quello maschile. Il rischio di danno gastrico da steroidi, a differenza di quello da FANS, cambia a seconda della via di somministrazione. È maggiore se gli steroidi vengono somministrati per via orale, minore se somministrati per aerosol e ancora minore se somministrato per via parenterale. Per quanto concerne il meccanismo del danno gastrico da steroidi, essi possono aumentare la secrezione di acido cloridrico, riducendo al tempo stesso quella del muco che ha la funzione di proteggere il tessuto gastrico. Questa seconda azione sarebbe mediata da una riduzione del turnover epiteliale.5 Di conseguenza, la mucosa di rivestimento può irritarsi, inducendo l’esacerbazione di ulcerazioni mucose. Altri farmaci Una potenziale gastrolesività va riconosciuta a quei farmaci che interferiscono con la coagulazione quali gli antiaggreganti piastrinici (cui abbiamo fatto cenno nel paragrafo dedicato all’aspirina) e gli anticoagulanti, quali l’eparina e il warfarin. Un’altra categoria di farmaci gastrolesivi sono gli antidepressivi, in particolare gli inibitori della ricaptazione della serotonina, come la fluorexitina, che tra l’altro hanno il potere di potenziare l’azione gastrolesiva dei FANS. Infine, non va trascurata la gastrolesività dei farmaci antiblastici. CONCETTI CHIAVE ✓✓ Di fronte a un paziente con sintomatologia dolorosa riferita all’addome superiore, epigastralgia o emorragia digestive, bisogna nell’anamnesi tenere in considerazione la possibilità di assunzione di farmaci gastrolesivi. ✓✓ I farmaci gastrolesivi più importanti sono i FANS: tali farmaci hanno un affetto che non dipende né dal dosaggio, né dalla modalità di somministrazione. ✓✓ In presenza di un paziente candidato a fare uso cronico di FANS bisogna considerare un trattamento collaterale profilattico con inibitori della pompa protonica e la necessità di eradicare l’H. pylori, se presente. ✓✓ Gli N-bifosfonati, gli steroidi, gli anti-coagulanti, gli anti-depressivi e gli anti-blastici sono potenziali fattori patogenetici di danni gastrici de novo o di complicanze di lesioni pre-esistenti, per cui si raccomanda un trattamento di profilassi con inibitori di pompa che, tuttavia, deve essere valutato alla luce di possibili interazioni con assorbimento e/o azione del farmaco gastrolesivo. 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