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A cura della Direzione Advisory di Bim, Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni.
11 novembre 2014
Bim, Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni, è leader tra le società italiane specializzate nelle attività di private banking.
Quotata alla Borsa Italiana dal 1991, fa parte del Gruppo Bancario Veneto Banca.
Banca Intermobiliare ha 14 miliardi di euro di patrimoni amministrati e gestiti, circa 900 dipendenti ed è presente nelle
principali città italiane con 29 filiali e 200 Private Bankers con esperienza pluriennale nell'ambito della consulenza finanziaria.
Banca Intermobiliare controlla, tra l’altro, Symphonia sgr - società leader in Italia nella gestione di portafoglio - e Banca IPIBI
Financial Advisory S.p.A.
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11 novembre 2014
Il Punto
L’umore di breve termine dei mercati finanziari (che poi sono fatti di persone) è
soprattutto una questione di aspettative e l’ennesima dimostrazione la si è avuta in
occasione del meeting della BCE di giovedì scorso.
Nei giorni precedenti alla riunione era cresciuto fortemente lo scetticismo verso la BCE a
causa delle crescenti indiscrezioni in merito alle forti divisioni interne al Consiglio della
Banca Centrale sugli interventi di politica monetaria non convenzionale.
Di fatto, nel meeting di giovedì Draghi non ha annunciato sostanziali novità, ma è stato
sufficiente precisare nel comunicato ufficiale che il Consiglio era unanimemente
d’accordo nel riportare le dimensioni del bilancio della Banca Centrale ai livelli di inizio
2012 (che di fatto implica un’espansione di circa 1 trilione di euro) affinché gli operatori
dessero un’interpretazione dovish alla riunione. Il ragionamento di fondo è che
un’espansione di 1 trilione difficilmente può essere realizzata senza ricorre all’acquisto
dei governativi e, quindi, le dichiarazioni di Draghi aprirebbero implicitamente la strada
ad un Quantitative Easing in stile FED.
La nostra sensazione è che in realtà sul Quantitative Easing le posizioni all’interno del
Consiglio delle BCE restino piuttosto lontane ed una conferma al riguardo la si è avuta
dal solito Weidmann che ha dichiarato che il ritorno del bilancio ai livelli del
2012 deve essere considerato una aspettativa e non un target. Tra l’altro, la
reale efficacia dell’azione della BCE dipenderà anche dalla velocità di
espansione del bilancio ed a questo proposito Draghi si è limitato ad
indicare che gli acquisti di assets dovrebbero abbracciare un periodo di
oltre due anni.
L’impressione è che in Europa le varie authority (monetarie piuttosto che
governative) restino “dietro la curva” ed il timore è che la situazione debba
peggiorare ulteriormente per ottenere una accelerazione negli interventi.
Detto questo, ripetendo il ragionamento sulle aspettative, risulta evidente
che sul fronte europeo potrebbero crearsi le condizioni per sorprese
positive dato che:
- le stime sulla crescita sono ancora state riviste al ribasso;
- i livelli di sentiment sono decisamente depressi;
- il posizionamento degli operatori è contenuto;
- le valutazioni non sono tirate.
Al contempo però non può essere trascurato che la crisi non è solo frutto di aspetti
ciclici, ma anche e soprattutto di limiti strutturali, sia economici che politici. Il contesto
di partenza estremamente delicato alza quindi fortemente il profilo di rischio e sposta
l’approccio verso questi mercati almeno in parte nel territorio della scommessa, aspetto
che deve essere tenuto in adeguata considerazione nel definire i pesi di allocazione nei
portafogli.
Sostanzialmente opposta la situazione sul fronte statunitense:
- da un lato le aspettative sull’economia, i livelli di sentiment, il posizionamento degli
operatori e le valutazioni sembrano precludere significative sorprese al rialzo;
- dall’altro risulta evidente che il buono stato dell’economia e la maggiore
autorevolezza degli organi di governo attenuano in misura significativa il profilo di
rischio.
A cura della Direzione Advisory di BIM, Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni – [email protected]
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11 novembre 2014
Europa
La riunione della BCE ha apportato alcune novità nella comunicazione della propria strategia, di
fatto esplicitando che il consiglio avrebbe raggiunto l’unanimità sull’espansione del bilancio, la
cui misura verrebbe riportata sul massimo del 2012 con una manovra da un trilione di euro in
caso di necessità (e quindi in caso di un nuovo calo nelle aspettative di inflazione e crescita).
La seconda lettura degli indici PMI servizi e composito di ottobre ha visto una leggera revisione
al ribasso dei dati. Con riferimento all’area Euro, il PMI servizi è stato rivisto di un decimo a 52,3,
stessa variazione per l’indice composito, rivisto a 52,1, praticamente stabile su settembre.
Sui singoli paesi le variazioni sono state contrastate, con una revisione negativa in Germania,
dove il PMI composito si è attestato a 53,9, in calo di 4 decimi dalla prima lettura e di due decimi
dal mese precedente, e una positiva in Francia (PMI composito a 48,3 da 48,1), che rimane
comunque il paese dove i PMI sono più deboli. Bene infine la prima lettura dell’indice italiano,
che ha fatto segnare un recupero sopra quota 50 (50,4 da 49,5) per il dato composito grazie in
particolare al contributo del settore servizi (PMI in salita di 2 punti a 50,8).
Dati mixati sulla produzione industriale di settembre.
In Germania settembre è stato un mese di rimbalzo dopo il crollo di agosto (-3,1% m/m), con la
produzione che ha fatto segnare un aumento dell’1,4% trainato dai beni capitali e dal settore
energetico che hanno controbilanciato il calo delle costruzioni. Il trimestre dovrebbe chiudersi
con un calo totale dello 0,4% t/t. In ripresa, ma meno delle attese, anche gli ordini all’industria
tedesca, +0,8% m/m, che dopo la discesa di agosto dovuta a fattori stagionali hanno beneficiato
di un +3,7% degli ordini dall’estero a fronte di una domanda interna ancora debole (-2,8%).
Stabile invece la produzione industriale francese, nonostante il contributo positivo del comparto
energetico. In Francia continuano a mancare segnali di ripresa.
Dati negativi infine per l’Italia, che ha visto la sua produzione industriale scendere ancora (-0,9%
m/m) dopo il timido segno più di agosto. Il trimestre si chiude con una variazione negativa
dell’1,1% t/t, che indica come la debolezza potrebbe estendersi anche agli ultimi mesi dell’anno:
a una domanda interna come sempre debole, infatti, si sono aggiunti segnali poco incoraggianti
per i settori più votati all’export.
Il dato generale area Euro sulle vendite al dettaglio di settembre si è attestato a -1,3% m/m,
zavorrato dal -3,2% m/m della Germania e dai dati leggermente negativi di Francia e Spagna.
Stagnanti invece le vendite in Italia.
Il terzo trimestre si chiude con un +0,2% t/t per l’area Euro, progresso dimezzato rispetto al 2Q.
L’indice Sentix di fiducia degli investitori è migliorato di quasi 2 punti nella rilevazione di
novembre, attestandosi a -11,9. Sono salite soprattutto le aspettative, con un progresso
marginale invece per la componente relativa alle condizioni correnti.
A cura della Direzione Advisory di BIM, Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni – [email protected]
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11 novembre 2014
Stati Uniti
Sempre ampiamente sotto quota 300 mila le nuove richieste di sussidi di disoccupazione, che
nell’ultima settimana sono scese di 10 mila unità a 278 mila. Stime sempre coerenti con la
creazione di oltre 200 mila posti di lavoro al mese.
L’Employment report di ottobre ha ancora una volta fornito un quadro complessivamente
positivo del mercato del lavoro americano, nonostante un numero di nuovi occupati (214 mila)
inferiore alle stime di consensus (235 mila). Sono infatti numerosi gli elementi positivi del report,
come la revisione al rialzo dei dati di agosto-settembre (+31 mila) e l’ulteriore riduzione del tasso
di disoccupazione (meno un decimo al 5,8%) ottenuta nonostante un incremento del tasso di
partecipazione al lavoro.
Stona in questo quadro solo l’aumento più basso delle attese per le retribuzioni (+0,1% m/m vs
+0,2% m/m atteso) che comunque, con la prosecuzione di questo trend di nuovi posti di lavoro
creati, dovrebbero iniziare in fretta ad adeguarsi al rialzo spingendo di conseguenza
sull’inflazione e sulla politica di normalizzazione dei tassi della Fed.
Produttività e costo del lavoro sono tornati a crescere insieme nel terzo trimestre, +2% t/t e
+0,3% t/t rispettivamente, dopo che negli ultimi trimestri si era assistito a un progresso della
prima unito a un calo del secondo.
Il leggero aumento del costo retributivo conferma il miglioramento dello stato di salute del
mercato del lavoro.
Scende oltre le attese l’indice ISM non manifatturiero di ottobre, attestandosi a 57,1 dal 58,6 del
mese precedente. Negative gran parte delle componenti, ad eccezioni di quelle sul lavoro.
Il dato rimane comunque su livelli elevati, coerenti con una crescita superiore al 3% t/t
annualizzato.
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11 novembre 2014
Legenda
EBITDA
EBIT
EV
(enterprise value)
Dividend yield
Embedded Value
P/E
(price/eps)
CAGR
(compound annual
growth rate)
Book Value
P/BV
PFN e IFN
Core
Tier 1
Solvency ratio
SOP
(sum of parts somma delle parti)
NAV
(net asset value)
Buy back
VIX
Margine operativo lordo, vale a dire il risultato del gruppo prima degli ammortamenti e
accantonamenti, della gestione finanziaria e delle imposte.
Reddito operativo, vale a dire il risultato del gruppo prima della gestione finanziaria e delle
imposte.
Somma della capitalizzazione di mercato e dell’indebitamento finanziario netto.
Tale dato viene impiegato nel calcolare i multipli EV/Sales, EV/EBITDA e EV/EBIT.
Rapporto tra il dividendo annuo e il prezzo in chiusura dell’anno dell’azione.
È un indicatore del rendimento immediato.
È la somma tra il patrimonio netto rettificato ed il valore del portafoglio in essere.
È un elemento centrale per stimare il valore di una compagnia vita, vi è escluso il valore
attribuito alle nuove vendite previste per il futuro.
Rapporto tra prezzo e utile per azione
(dove quest’ultimo può essere indicato come eps - earnings per share)
Tasso di crescita medio annuo, serve a smorzare l’effetto di volatilità dei rendimenti periodici
Il patrimonio netto (mezzi propri) della società. L’eventuale specificazione “tangible” sta a
indicare che il dato è rettificato (in diminuzione) degli avviamenti presenti in bilancio e di
eventuali altre poste immateriali.
Rapporto tra il prezzo e il patrimonio netto della società. Serve per avere un’idea immediata
di quanto il mercato valuta il patrimonio netto di un’azienda.
Sono rispettivamente la posizione e l’indebitamento finanziario netto.
Misura della solidità patrimoniale delle banche, determinata come rapporto tra patrimonio
netto rettificato (prevalentemente degli avviamenti) e RWA (risk weighted assets), le attività
ponderate per il rischio.
Il rapporto preso a riferimento dall’autorità di vigilanza per verificare i livelli minimi di
patrimonializzazione delle compagnie assicurative.
Metodo di valutazione solitamente impiegato per la valorizzazione dei gruppi conglomerati,
che prevede la somma delle singole business units (valutate indipendentemente) al netto
delle voci negative di bilancio (indebitamento, fondi pensioni, fondi rischi-spese, etc).
Metodo di valutazione solitamente impiegato per la valorizzazione delle holdings, che
prevede la rettifica della patrimonio netto con le plusvalenze/minusvalenze latenti sulle
partecipazioni detenute.
Operazione realtiva all’acquisto di azioni proprie
Indice che misura la volatilità implicita nelle opzioni dell’indice S&P500.
Asset Swap
Spread
Rendimento differenziale in basis points dell’emissione rispetto al corrispondente
rendimento sulla curva dei tassi swap. L’Asset Swap Spread è un indicatore immediato della
percezione del rischio sulla singola obbligazione: tanto più alto è lo spread tanto più basso è
il suo rating implicito.
ITRAXX Europe
Appartiene alla famiglia degli indici standardizzati del credito ITRAXX creati e gestiti dalla
International Index Company. L’indice Itraxx Europe è costituito dai CDS di 125 emittenti
europei investment grade maggiormente liquidi (i componenti sono equi pesati). Vi sono due
differenti indici per i CDS a 5 ed a 10 anni; sono disponibili anche sub indici settoriali.
ITRAXX Crossover
CDS
(Credit Default
Swap)
Composto dai CDS di 50 emittenti europei sub investment grade maggiormente liquidi. Vi
sono due differenti indici per i CDS a 5 ed a 10 anni.
Costo della protezione in basis point per coprirsi contro il rischio di default di un determinato
emittente. Il costo si intende annuo. Può essere utilizzato come hedging di una posizione in
portafoglio o può assumere un’ottica speculativa. Tutti gli scambi avvengono OTC. Il CDS a 5
anni è quello standard (più liquido), ma è possibile ottenere quotazioni per tutta la curva.
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11 novembre 2014
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