all207porti2 - Notiziario Filt-Cgil

Roma 21 Novembre 2014
Spett.
Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
On. Maurizio Lupi
Spett.
Comitato per la Portualità e la Logistica
Presso Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti
Prot. n. 322/F/PORTI/SC
Dobbiamo augurarci che la legge 11 novembre 2014, n. 164 (Sblocca Italia) abbia il
respiro necessario per riuscire nell’intento di recuperare il gap competitivo del settore
portuale e logistico del paese, finalmente visti come attività economiche e industriali
legate.
Siamo convinti che la globalizzazione dell’economia e l’aumento della domanda di
trasporto marittimo sia un processo irreversibile e richieda che le infrastrutture del
nostro paese siano in grado di rispondere a una domanda evidente.
Situare i porti dentro una filiera delle attività significa avere una idea di sistema che
richiede sia una programmazione e un investimento pubblico che un ruolo del privato.
Con le altre OO.SS., abbiamo da tempo sollevato il problema della inefficienza del
sistema logistico nazionale e degli effetti negativi che genera sull’intero comparto
trasportistico nazionale in generale.
Questa condizione spesso vanifica le incoraggianti prestazioni dei porti nazionali che si
continuano a registrare nonostante la perdurante pesantezza della crisi fino a
condizionare le scelte dello shipping internazionale e suggerire, in alcuni casi, di scalare
i porti di altri paesi.
Di conseguenza abbiamo più volte dichiarato la necessità per il Paese di una
revisione/adeguamento dell’impianto legislativo vigente che ci allineasse ai sistemi più
evoluti sia sul piano della fluidità delle attività sia su quello della loro sostenibilità
ambientale. Tuttavia, non sfugge a nessuno che, affinché il processo di riforma del
sistema portuale/logistico, previsto dalla nuova legge, sia realizzabile, necessita di
strumenti normativi che richiedono una modifica della vigente legge 30 gennaio 1994,
n. 84.
Abbiamo appreso, in occasione della conversione in legge del DL 13 settembre 2014 n.
133, della istituzione del “Comitato scientifico porti e logistica” che si è riunito nella
giornata del 19 novembre e ci corre l’obbligo di porre alla Vs. attenzione e a quella
pubblica alcune considerazioni di merito e di metodo.
Programmazione pubblica e iniziativa privata devono però accompagnarsi alla
conferma delle norme della legge vigente che regolano sia l’operatività dei porti che i
rapporti contrattuali.
Servono regole contrattuali che impediscano che nei porti si innesti una
deregolamentazione dei rapporti di lavoro che tanti ed evidenti danni ha compiuto nel
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settore della logistica.
Diviene quindi indispensabile che si tenga conto prioritariamente delle caratteristiche e
delle esigenze della forza lavoro poiché componente significativa nel settore della
portualità, della logistica e del trasporto.
Le competenze e le diverse professionalità dei lavoratori che operano in questi settori
contribuiscono infatti alla competitività del sistema Paese.
Ai porti serve un insieme di regole e non un far west dove frammentazione e precarietà
divengano base delle attività se non della concorrenza tra operatori o, peggio, tra
sistemi portuali.
Sottolineiamo che la Filt Cgil rivendica la necessità di riformare le attuali norme che
governano i porti ma è drasticamente contraria a smantellare quelle norme che hanno
al contrario dato stabilità al settore in questi anni.
La decisione del governo di non avvalersi di nessuna opinione del mondo del lavoro nel
Comitato istituito dal Ministero dei Trasporti e Infrastrutture è sintomatica di un
modello di confronto che richiede al sindacato di partecipare e farsi carico solo delle
crisi produttive e occupazionali.
Laddove invece si tratta di individuare le scelte strategiche di un settore, fosse solo
nella fase di approfondimento, non si prevede alcun ruolo nemmeno di ascolto.
Al governo spetta ovviamente la decisione assunta ma al sindacato, se queste son le
premesse, spetta di sensibilizzare i lavoratori.
Non a difesa di questa o quella lobby, non a difesa di questa o quella soluzione
amministrativa, ma a difesa del lavoro, ritenuto parte secondaria del necessario
processo di riforma del settore.
Si è invece ritenuto già nella fase di elaborazione, analisi e sintesi che fossero inutili le
proposte anche del mondo del lavoro che intendiamo rappresentare a garanzia di un
percorso lineare, di prospettiva ed equilibrato.
Se il percorso è quello che porta dalla legge al Comitato e in finale ad un successivo
decreto legge, senza mai un confronto con il sindacato è evidente che esso troverà la
nostra aperta contrarietà.
Distinti saluti
Il Segretario Nazionale
Dipartimento Trasporto Marittimi e Porti
Nino Cortorillo
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