Sistema dei controlli interni- dl. Anticorruzione

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Discussion Paper
PA: Sistema dei controlli interni- dl. Anticorruzione
Numero 8 - Febbraio 2014
Discussion Paper n.8 (Febbraio 2014)
PA: Sistema dei controlli interni-dl. Anticorruzione
Rapporto sul primo anno di attuazione della legge 190/2012
È uscito in questi giorni il rapporto dell’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, riguardante il
primo anno di attuazione del decreto legge n. 190/2012 contenente disposizioni per la prevenzione e
la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione e che ha avuto come
effetto indiretto chiare ripercussioni sui modelli di organizzazione e gestione denominati “231”,
destinati alle società operanti sia nel settore privato che nelle società a partecipazione pubblica.
Con la legge n. 190/2012 il legislatore ha definito un modello anticorruzione basato su quattro solide
fondamenta: trasparenza, formazione, codici di comportamento e analisi del rischio, assegnando
all’Autorità nazionale anticorruzione significative funzioni e poteri di regolazione e vigilanza più ampi
di quelli originariamente attribuiti alla CiVIT (oggi ANAC), quali ad esempio la predisposizione del
Programma triennale per la trasparenza e l’integrità, nonché i codici di comportamento che le singole
amministrazioni saranno tenute a rispettare.
Dal rapporto è emerso che nei vari livelli della PA (Enti locali, Provincie, Regioni e Ministeri) è stata
avviata una prima fase di implementazione dei sistemi di controllo ma che la norma non ha ancora
trovato piena attuazione nelle amministrazioni pubbliche. Si possono osservare infatti significative
carenze soprattutto per quel che riguarda le piccole amministrazioni. Solo il 34% di loro, ad esempio,
ha già nominato un Responsabile per la corruzione così come previsto dal decreto. Percentuale che si
abbassa se si considerano solo i comuni con meno di 5.000 abitanti (28%). Valori elevati, e ciò è
positivo, invece si registrano nelle Province Autonome e nelle Regioni (82%), nei Ministeri (77%) e
negli enti di ricerca (78%).
Sempre nel corso del rapporto Anac, con riferimento alle società in controllo pubblico che sono
sottoposte alle linee guida del modello d.lgs 231, ma che risentono delle indicazioni contenute nella
legge 190, è emerso che la maggior parte delle società esaminate (circa l’80%) ha già adottato un
modello di organizzazione, gestione e controllo ex d.lgs. n. 231/2001. Il restante 20%, prevalentemente
società di livello regionale e locale, non avendo adottato un modello ex d.lgs. n. 231/2001, dovrà
dotarsi di nuove misure di prevenzione della corruzione.
Risulta, inoltre, che le società locali sono quelle che hanno dato attuazione agli obblighi di legge in
misura superiore alle società regionali e a quelle statali. Dallo studio emerge che queste ultime si sono
limitate a pubblicare i bilanci e i dati riguardanti la scelta del contraente.
Per maggiori informazioni http://www.anticorruzione.it/
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