Piano triennale anticorruzione 2014-2016 - USL 6

Piano triennale anticorruzione 2014-2016
Soggetti, azioni e misure
finalizzati alla prevenzione della corruzione
Indice
Legenda delle abbreviazioni utilizzate ....................................................................................................... 3
Metodologia ............................................................................................................................................ 4
A. Soggetti e ruoli della strategia di prevenzione aziendale ........................................................................ 4
A.1. Individuazione dei referenti ed altri soggetti tenuti a relazionare al RPC........................................... 7
B. Azioni e misure generali finalizzate alla prevenzione della corruzione ...................................................... 8
B.1. Il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione .......................................................................... 8
B.1.1. Individuazione delle Aree di rischio e Valutazione dei Rischi, Determinazione delle misure
correttive e delle Misure di carattere trasversale ............................................................................... 8
B.1.2. Collegamento con il ciclo della performance e Monitoraggio sul Piano ..................................... 10
B.1.4. Forme di consultazione sul Piano .......................................................................................... 10
B.1.5. Modalità di aggiornamento del Piano .................................................................................... 10
B.2. Modelli di organizzazione e gestione per la prevenzione del rischio ................................................ 10
B.3. Trasparenza............................................................................................................................... 11
B.4. Codici di comportamento ............................................................................................................ 12
B.5. Rotazione del personale addetto alle aree a rischio di corruzione................................................... 13
B.6. Astensione in caso di conflitto di interesse ................................................................................... 15
B.7. Svolgimento di incarichi d’ufficio – attività ed incarichi extra istituzionali ........................................ 15
B.8. Conferimento di incarichi dirigenziali in caso di particolari attività o incarichi precedenti (pantouflage –
revolving doors) ................................................................................................................................ 15
B.9. Incompatibilità specifiche per posizioni dirigenziali........................................................................ 15
B.10. Svolgimento di attività successiva alla cessazione del rapporto di lavoro (pantouflage - revolving
doors) .............................................................................................................................................. 16
B.11. Formazione di commissioni, assegnazioni agli uffici, conferimento di incarichi dirigenziali in caso di
condanna penale per delitti contro la pubblica amministrazione ........................................................... 16
B.12. Tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito (c.d. whistleblower) ............................. 16
B.13. Formazione .............................................................................................................................. 17
B.14. Patti di integrità........................................................................................................................ 18
B.15. Azioni di sensibilizzazione, consultazione e rapporto con la società civile ..................................... 18
B.15.1. Trattamento delle segnalazioni di illecito ............................................................................. 18
Allegati
1.
2.
3.
al Piano Triennale Anticorruzione (ogni allegato segue una numerazione autonoma delle pagine):.................... 19
Analisi dei rischi ........................................................................................................................ 19
Codice etico e di comportamento .............................................................................................. 19
Piano Triennale della Trasparenza .............................................................................................. 19
Appendici (ogni appendice segue una numerazione autonoma delle pagine):............................................................... 19
2/19
Legenda delle abbreviazioni utilizzate
C.I.V.I.T.
Codice Etico
D.F.P.
O.I.V.
Piano
Piano Nazionale
U.P.D.
Commissione Indipendente per la Valutazione, la
Trasparenza e l’Integrità delle Amministrazioni Pubbliche
Codice Etico e di Comportamento
Dipartimento della Funzione Pubblica
Organismo Indipendente di Valutazione della performance
Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
2014-2016
Piano Nazionale Anticorruzione
Ufficio Procedimenti Disciplinari
3/19
Metodologia
Nella redazione del Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione (Piano) si è scelto di adottare, con
minimi adattamenti, la medesima impostazione seguita dall’estensore del Piano Nazionale Anticorruzione.
Questo anzitutto per una finalità di semplificazione nella lettura e per consentire anche a coloro che non
hanno familiarità con la normativa, di raccordare con maggiore facilità i due documenti, in secondo luogo per
esplicitare con quali modalità si è ritenuto di dare attuazione, nella programmazione aziendale, alle linee di
indirizzo espressi nel documento di programmazione nazionale.
In considerazione del fatto che il Responsabile della Prevenzione della Corruzione (RPC) è stato nominato nel
mese di settembre 2013 e che la formazione del RPC si è potuta svolgere soltanto nel mese di dicembre
2013, il lavoro svolto nell’ultimo trimestre dello scorso anno – si veda la Relazione 2013 (nota prot. 96.032
del 16.12.2013) consultabile sul sito web Aziendale, nella sezione Anticorruzione - ha avuto necessariamente
carattere propedeutico e di impostazione delle prime azioni, necessarie a garantire l’operatività delle funzioni
di RPC a partire dal 2014.
A. Soggetti e ruoli della strategia di prevenzione aziendale
La normativa vigente attribuisce al Responsabile Anticorruzione un ruolo cardine, tuttavia il fenomeno corruttivo presenta caratteristiche tali che una strategia di prevenzione, per essere efficace, non può limitarsi
all’individuazione di questa sola figura.
I soggetti che in Azienda concorrono alla prevenzione della corruzione ed i relativi compiti e funzione sono
riassunti nella tabella seguente, che riassume, per ciascuna figura, i relativi compiti e funzioni, i riferimenti
normativi, l’eventuale scadenza di legge e lo stato dell’adempimento alla data di adozione del presente Piano.
Soggetto
Direttore Generale
Compito/Funzione
Designa il Responsabile Anticorruzione
Rif. Norm.vi
Art. 1, co. 7 L.
190/2012
Scadenza
Tempestivamente
Note
Nominato con Determinazione n.
414 del 4.9.2013
Nomina comunicata
a CIVIT in data
13.9.2013
Adotta il Piano Triennale P.C.
ed i suoi aggiornamenti e li
comunica al DFP
Adotta tutti gli atti di indirizzo
di carattere generale, che siano direttamente o indirettamente finalizzati alla prevenzione della corruzione
Nomina i Referenti per la Prevenzione e Costituisce i Gruppi
di lavoro
Art. 1, co. 8 della
L. 190/2012
Entro il 31 gennaio
2014
Pubblicazione sul
sito SI
Adottato Piano
2014-2016
Vari
Vedere Piano delle
Performance
Paragrafo 2.2.
Circolare DFP n.
1 del 25.1.2013
Per il Dipartimento
Amministrativo e
Tecnico Nominati
con Determinazione
n. 541 del 2013
Pubblicazione sul
sito SI
Direttore Generale
Direttore Sanitario
Direttore Amministrativo
Responsabile Prevenzione Corruzione
segnalano al RPC fatti corruttivi tentati o realizzati all’interno
dell’amministrazione e del contesto in cui la vicenda si è sviluppata.
Propone al Direttore Generale
l’adozione del Piano
Piano Nazionale
Anticorruzione
2013-2015 paragrafo B.1.1.5.
tempestivamente
Art. 1, co. 8 della
L. 190/2012
Entro il 31 gennaio
2014
Proposta di determinazione n. 42 del
27.1.2014
4/19
Soggetto
Compito/Funzione
Definisce procedure appropriate per selezionare e formare i
dipendenti destinati ad operare
in settori esposti alla corruzione ed individua il personale da
inserire nei programmi di formazione
Verifica l’efficace attuazione
del piano e della sua idoneità,
proponendone la modifica ogni
qualvolta necessario
Verifica d’intesa con il Direttore
UO GRU la rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo
svolgimento delle attività in cui
è elevato il rischio di corruzione
Pubblica sul sito web una relazione recante i risultati
dell’attività svolta e la trasmette al Direttore Generale
Propone al Direttore Generale
la nomina dei Referenti per la
Prevenzione e Costituisce i
Gruppi di lavoro
Referenti per la Prevenzione
concorrono alla definizione di
misure idonee a prevenire e
contrastare i fenomeni di
corruzione ed a controllarne il
rispetto
da
parte
dei
dipendenti della struttura cui
sono preposti;
forniscono
le
informazioni
richieste
dal
RPC
per
l’individuazione delle attività
nell’ambito delle quali è più
elevato il rischio corruzione e
formulano specifiche proposte
volte alla prevenzione del
rischio medesimo;
Rif. Norm.vi
Scadenza
Art. 1, co. 10,
lett. c) della L.
190/2012
Entro il 31 gennaio
2014
Art. 1, co. 10,
lett. a) della L.
190/2012
Alle stesse scadenze
delle verifiche del Piano delle Performance
Entro il 31 gennaio
2014
Art. 1, co. 10 lett.
b) della
L. 190/2012
Art. 1, co. 14
L. 190/2012
Paragrafo 2.2.
Circolare DFP n.
1 del 25.1.2013
Art. 16, comma 1
del D.Lgs. n. 165
del 2001
determinazione
DG n. 541 del
2013
Entro il 15 dicembre
2013
Note
Nota prot. n.
96.032 del
16.12.2013,
Pubblicazione sul
sito SI
Per il Dipartimento
Amministrativo e
Tecnico Nominati
con Determinazione
n. 541 del 2013
Pubblicazione sul
sito SI
Partecipazione alla
individuazione delle
aree di rischio comuni ed obbligatorie per il Piano Triennale 2014-2016
(allegato 1)
Art. 16, comma 1
del D.Lgs. n. 165
del 2001
determinazione
DG n. 541 del
2013
5/19
Soggetto
Tutti i dirigenti per l’area
di rispettiva competenza
Compito/Funzione
Rif. Norm.vi
provvedono al monitoraggio
delle attività nell’ambito delle
quali è più elevato il rischio
corruzione svolte nell’ufficio a
cui sono preposti, disponendo,
con provvedimento motivato,
la rotazione del personale nei
casi di avvio di procedimenti
penali
o
disciplinari
per
condotte di natura corruttiva;
Art. 16, comma 1
del D.Lgs. n. 165
del 2001
segnalano al RPC fatti corruttivi tentati o realizzati all’interno
dell’amministrazione e del contesto in cui la vicenda si è sviluppata.
svolgono gli altri compiti ed
attività previsti dal Piano
Triennale o da specifiche
disposizioni aziendali.
Piano Nazionale
Anticorruzione
2013-2015 paragrafo B.1.1.5.
Svolgono attività informativa
nei confronti del Responsabile
Anticorruzione, dei Referenti e
dell’Autorità Giudiziaria
Partecipano al processo
gestione del rischio
di
Propongono
prevenzione
di
le
misure
Scadenza
Note
determinazione
DG n. 541 del
2013
tempestivamente
Art. 16, comma 1
del D.Lgs. n. 165
del 2001
determinazione
DG n. 541 del
2013
Art. 16 D. Lgs. n.
165 del 2001;
art. 20 DPR n. 3
del 1957; art. 1,
co. 3, L. 20 del
1994; art. 331
cpp
Art. 16 D. Lgs. n.
165 del 2001
Assicurano l’osservanza del
Codice di comportamento e
verificano
le
ipotesi
di
violazione
OIV
Adottano le misure gestionali,
quali l’avvio di procedimenti
disciplinari, la sospensione o
rotazione del personale
Art. 16 e 55 bis
D. Lgs. n. 165
del 2001
segnalano al RPC fatti corruttivi tentati o realizzati all’interno
dell’amministrazione e del contesto in cui la vicenda si è sviluppata.
Osservano le misure contenute
nel Piano Triennale
Piano Nazionale
Anticorruzione
2013-2015 paragrafo B.1.1.5.
tempestivamente
Partecipa al processo di
gestione del rischio, con
riferimento ai compiti attribuiti
Svolge
i
compiti
propri
connessi
all’attività
anticorruzione nel settore della
trasparenza amministrativa
Artt. 43 e 44
D.Lgs. 33 del
2013
6/19
Soggetto
Compito/Funzione
Rif. Norm.vi
Esprime parere obbligatorio sul
Codice di Comportamento
Art. 54, co 5
D.Lgs. 165 del
2001
Piano Nazionale
Anticorruzione
2013-2015 paragrafo B.1.1.5.
segnala al RPC fatti corruttivi
tentati o realizzati all’interno
dell’amministrazione e del contesto in cui la vicenda si è sviluppata.
Svolge
i
procedimenti
disciplinari di competenza
UPD
Scadenza
Note
tempestivamente
Art. 55 bis D.Lgs.
n. 165 del 2001
Provvede alle comunicazioni
obbligatorie
nei
confronti
dell’autorità giudiziaria
Tutti i dipendenti
Propone l’aggiornamento del
Codice di Comportamento
Varie
segnala al RPC fatti corruttivi
tentati o realizzati all’interno
dell’amministrazione e del contesto in cui la vicenda si è sviluppata.
Partecipano al processo di
gestione del rischio
Piano Nazionale
Anticorruzione
2013-2015 paragrafo B.1.1.5.
tempestivamente
segnalano al RPC fatti corruttivi tentati o realizzati all’interno
dell’amministrazione e del contesto in cui la vicenda si è sviluppata.
Osservano le misure contenute
nel Piano Triennale
Piano Nazionale
Anticorruzione
2013-2015 paragrafo B.1.1.5.
tempestivamente
segnalano al RPC fatti corruttivi tentati o realizzati all’interno
dell’amministrazione e del contesto in cui la vicenda si è sviluppata.
Segnalano casi di personale
conflitto di interessi
Piano Nazionale
Anticorruzione
2013-2015 paragrafo B.1.1.5.
tempestivamente
Osservano le misure contenute
nel Piano Triennale
Segnalano casi di personale
conflitto di interessi
I collaboratori a qualsiasi
titolo
dell’amministrazione
A.1. Individuazione dei referenti ed altri soggetti tenuti a relazionare al RPC
In linea con le previsioni della Circolare DFP n. 1 del 25.1.2013, che sottolinea l’opportunità di seguire,
nell’affidamento dell’incarico di Responsabile della Prevenzione della Corruzione, un criterio di rotazione/alternanza tra più dirigenti, al fine di garantire nel miglior modo esercizio della funzione di Responsabile
della Prevenzione della corruzione, l’Azienda USL n. 6 di Livorno definisce quale arco temporale ottimale di
permanenza nella funzione quello del triennio 2013-2015, collegando in questo modo la durata dell’incarico
alla valenza del Piano Nazionale Anticorruzione.
Considerata la complessità organizzativa dell’Azienda USL n. 6 di Livorno, verranno individuati, con riferimento a settori specifici dell’Azienda, Referenti per la Prevenzione. Pur rimanendo il responsabile Anticorruzione il
riferimento per l’implementazione dell’intera politica di prevenzione e per le eventuali responsabilità che ne
dovessero derivare, i Referenti sono componenti attivi del Gruppo di Lavoro in materia di anticorruzione. A
sottolineare l’importanza del ruolo, l’attività ed i compiti previsti a carico dei Referenti Anticorruzione sono
7/19
stati individuati quali obiettivi individuali del singolo professionista, ai fini della valutazione della performance
individuale.
L’individuazione è proposta dal Responsabile Anticorruzione al Direttore Generale, che la formalizza attraverso un atto deliberativo nel quale sono descritti i compiti del Referenti.
Con determinazioni DG n. 541 del 2013 e n. 42 del 2014 si è proceduto all’individuazione di un primo nucleo
di Referenti:
Uo Convenzioni Uniche Nazionali
Uo Supporto Amministrativo Area Tecnica
Uo Relazioni Sindacali
Uo Gestione Risorse Umane
Uo Gestioni Economiche E Finanziarie
Ufficio Gestione E Coordinamento Sportelli Aziendali
U.F.T.A. Bvc
U.F.T.A. Vdc
U.F.T.A. Elba
Uo Nuove Opere
Uo Manutenzioni
Uo Supporto Tecnico Professionale al Nuovo Ospedale
ed alle Procedure di Accreditamento
Uo Progettazione E Sviluppo Qualità Area Nuove Opere
E Manutenzione
Uo Supporto Alle Strategie E Controllo Direzionale
Uo Comunicazione
Uo Affari Legali
Uo Percorsi Amministrativi Ospedale Territorio
Maria Bartolozzi
Michele Bachechi
Monica Brachini (Referente)
Cinzia Porra'
Rosaria Spagnuolo Ff
Tania Del Gaudio (Referente)
Rosanna Cagnetta (Referente)
Tania Del Gaudio (Referente)
Franco Bensa
Riccardo Casula
Francesco Tinti (Referente)
Icilio Lanini
Nicola Berti (Referente)
Roberto Franceschi (Ff)
Pierpaolo Poggianti
Carmela Tassoni
Paola Chelli
Il gruppo dei referenti anticorruzione viene periodicamente aggiornato a cura del RPC.
Il gruppo dei referenti anticorruzione programmerà riunioni mensili – anche in composizione ristretta - per
concordare e monitorare l’avanzamento delle azioni di Piano. Le riunioni si terranno, di norma il secondo
martedì di ogni mese, a partire dal mese di febbraio 2014. L’esito delle riunioni verrà verbalizzato in forma
sintetica dal RPC.
Tutti i soggetti aziendali individuati segnalano tempestivamente al RPC fatti corruttivi tentati o realizzati
all’interno dell’amministrazione e del contesto in cui la vicenda si è sviluppata.
B. Azioni e misure generali finalizzate alla prevenzione della corruzione
B.1. Il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
B.1.1. Individuazione delle Aree di rischio e Valutazione dei Rischi, Determinazione delle misure correttive e delle Misure di carattere trasversale
In fase di prima stesura del Piano, l’Azienda ha analizzato le aree di rischio comuni ed obbligatorie (allegato
2 Piano Nazionale Anticorruzione):
A)
1.
2.
3.
Area: acquisizione e progressione del personale
Reclutamento
Progressioni di carriera
Conferimento di incarichi di collaborazione
B)
1.
2.
3.
4.
Area: affidamento di lavori, servizi e forniture
Definizione dell'oggetto dell'affidamento
Individuazione dello strumento/istituto per l'affidamento
Requisiti di qualificazione
Requisiti di aggiudicazione
8/19
5. Valutazione delle offerte
6. Verifica dell'eventuale anomalia delle offerte
7. Procedure negoziate
8. Affidamenti diretti
9. Revoca del bando
10. Redazione del cronoprogramma
11. Varianti in corso di esecuzione del contratto
12. Subappalto
13. Utilizzo di rimedi di risoluzione delle controversie alternativi a quelli giurisdizionali durante la fase di
esecuzione del contratto
C) Area: provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed
immediato per il destinatario
1. Provvedimenti amministrativi vincolati nell'an
2. Provvedimenti amministrativi a contenuto vincolato
3. Provvedimenti amministrativi vincolati nell'an e a contenuto vincolato
4. Provvedimenti amministrativi a contenuto discrezionale
5. Provvedimenti amministrativi discrezionali nell'an
6. Provvedimenti amministrativi discrezionali nell'an e nel contenuto
D) Area: provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario
1. Provvedimenti amministrativi vincolati nell'an
2. Provvedimenti amministrativi a contenuto vincolato
3. Provvedimenti amministrativi vincolati nell'an e a contenuto vincolato
4. Provvedimenti amministrativi a contenuto discrezionale
5. Provvedimenti amministrativi discrezionali nell'an
6. Provvedimenti amministrativi discrezionali nell'an e nel contenuto
Raccogliendo la raccomandazione dell’Estensore del Piano Nazionale di includere ulteriori aree di rischio, si è
ritenuto di
prendere in esame, sempre con riferimento all’Area di rischio dei processi finalizzati
all’acquisizione ed alla progressione del personale, i procedimenti relativi alla formazione del personale, aziendale e convenzionato, per i riflessi che possono avere, direttamente ed indirettamente, sulle progressioni
di carriera ed i procedimenti relativi alla formazione di base, in quanto finalizzati al rilascio di un titolo di studio abilitante per l’accesso a determinati ambiti lavorativi.
Tenuto conto del quadro aziendale riportato nelle considerazioni introduttive al Piano, al fine di impostare
comunque un piano di priorità d’azione, si è proceduto ad una prima valutazione del rischio, sulla base dei
seguenti indici di valutazione:
Discrezionalità: la discrezionalità esprime il margine di decisione lasciato al soggetto decidente. E’ stata
considerata alta quando il processo è totalmente vincolato da norme di legge e/o da disposizioni aziendali
(i.e. atti amministrativi quali regolamenti, direttive e circolari o atti di diritto privato quali procedure e disposizioni operative).
Controlli: è stata presa in esame l’esistenza di controlli ulteriori rispetto a quelli previsti dalla legge.
Controlli
Discrezionalità
Nessun controllo
A campione
Bassa
Rischio Medio
Media
Rischio Alto
Alta
Rischio Alto
Rischio Basso
Rischio Medio
Rischio Medio
A tappeto
Rischio Basso
Rischio Basso
Rischio Basso
9/19
Nel corso del triennio di vigenza del Piano, per ciascuna Area di Rischio, ad iniziare da quelle che sono state
già evidenziate a Rischio Alto, si procederà ad affinare la valutazione, sulla base dei criteri suggeriti
nell’allegato 5 del Piano Nazionale.
Il prospetto allegato al Piano riporta:
1. le Aree di rischio esaminate;
2. la mappatura dei procedimenti per ciascuna area;
3. la struttura responsabile di ciascun procedimento;
4. la valutazione del rischio;
5. le priorità di intervento con le iniziative da intraprendere entro il 31.12. 2014.
Per tutte le aree di rischio esaminate vengono considerate quali misure trasversali da adottare e mettere a
regime nel corso del triennio di vigenza del piano: la trasparenza delle relative azioni, con pubblicazione sul
sito web aziendale dello stato di avanzamento ed il monitoraggio sul rispetto dei termini procedimentali.
Salvo che sia diversamente indicato nel prospetto di cui sopra, il Responsabile delle iniziative da intraprendere e dell’attuazione delle misure trasversali è il dirigente responsabile della struttura alla quale afferisce il
singolo procedimento mappato.
B.1.2. Collegamento con il ciclo della performance e Monitoraggio sul Piano
Al momento in cui si approva il Piano, è ancora in corso di stesura il Piano della Performance 2014-2016.
Il RPC ed il Direttore del Controllo di Gestione hanno lavorato concordemente ed il Piano della Performance
prevederà i necessari collegamenti con il Piano Anticorruzione. In particolare, come previsto dal Piano Nazionale Anticorruzione, le attività svolte dall’amministrazione per la predisposizione, l’implementazione e
l’attuazione del Piano Anticorruzione verranno inserite in forma di obiettivi nel Piano delle Performance nel
duplice versante della performance organizzativa e della performance individuale.
Il monitoraggio sullo stato di attuazione del Piano Anticorruzione verrà effettuato in concomitanza con il monitoraggio sullo stato di raggiungimento degli obiettivi previsti nel Piano delle Performance.
B.1.4. Forme di consultazione sul Piano
Descritte al successivo paragrafo Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.
B.1.5. Modalità di aggiornamento del Piano
L'aggiornamento annuale del Piano tiene conto dei seguenti fattori:
- normative sopravvenute che impongono ulteriori adempimenti;
- normative sopravvenute che modificano le finalità istituzionali dell'amministrazione (es.: acquisizione di
nuove competenze);
- emersione di rischi non considerati in fase di predisposizione del Piano;
- nuovi indirizzi o direttive contenuti nel Piano Nazionale.
L'aggiornamento segue la stessa procedura seguita per la prima adozione del Piano.
B.2. Modelli di organizzazione e gestione per la prevenzione del rischio
Al momento in cui si approva il Piano è in corso la riorganizzazione dei Dipartimenti Amministrativo e Tecnico, la definizione del sistema delle deleghe e degli assetti interni alle singole strutture ed è in fase di avvio il
lavoro per la certificazione ISO 9001:2008 del Dipartimento Amministrativo. La tabella dei referenti anticorruzione riproduce tale assetto. Delle successive variazioni si darà atto in eventuali aggiornamenti di Piano.
L’applicazione dei principi introdotti dalla L. 190 del 2012 implica l’adesione al relativo modello di gestione
del rischio, che presuppone un’azione sinergica delle diverse componenti aziendali finalizzata a:
-
individuare le attività a più elevato rischio corruzione;
10/19
-
prevedere meccanismi di formazione, attuazione e controllo idonei a prevenire il rischio di corruzione;
prevedere obblighi di informazione nei confronti del RPC;
monitorare il rispetto dei termini per la conclusione dei procedimenti;
monitorare i rapporti tra l’amministrazione ed i soggetti che con la stessa interagiscono;
utilizzare la trasparenza come misura e azione tipicamente finalizzata alla prevenzione della corruzione.
Accanto a queste azioni ed al rafforzamento delle stesse, in un’ottica di miglioramento continuo della qualità
e della performance aziendale, l’Azienda USL n. 6 di Livorno ha scelto di adottare la Certificazione UNI EN
ISO 9001: 2008 delle attività e dei processi del Dipartimento Amministrativo uno strumento ulteriore.
Il processo di certificazione ISO 9001: 2008:
•
promuove forme di monitoraggio e valutazione dell’erogazione dei servizi;
•
promuove un nuovo modo di lavorare, focalizzando l’attenzione sulle cause e non sulle colpe, favorendo così lo sviluppo della competenza del sistema e della risorsa umana;
•
promuove una visione allargata della funzione Amministrativa nei settori Sanitari Aziendali;
•
fornisce garanzia e trasparenza al sistema utente /fornitore interno ed esterno;
•
promuove un modello di lavoro basato sul miglioramento continuo;
•
promuove la condivisione come superamento delle divisioni settoriali e come sviluppo di una nuova
cultura del lavoro in team;
•
promuove l’apprezzamento e la crescita delle competenze tecniche, date dall’insieme delle competenze professionali e relazionali, in un’ ottica di valorizzazione integrata ed armonica di tutto il patrimonio professionale presente nel Dipartimento.
L'approccio per processi della norma UNI EN ISO 901:2008 favorisce e facilita:
- semplificazione delle procedure attraverso la re-ingegnerizzazione dei processi
- monitoraggio delle risorse impegnate ai fini dell’equilibrio del bilancio aziendale
- orientamento delle funzioni tecnico-amministrative in base a logiche di soddisfacimento dei bisogni degli
utenti/clienti esterni
- realizzazione di una forte integrazione tra i processi di erogazione delle prestazioni sanitarie e i processi di
supporto
- miglioramento continuo dei processi secondo i principi di qualità.
- razionalizzazione dei processi di lavoro per obiettivi.
Il lavoro finalizzato al conseguimento della Certificazione ISO 9001:2008 prende avvio nel 2014 ed interesserà prioritariamente i processi del Dipartimento Amministrativo, con l’obiettivo di essere successivamente esteso a tutti i Dipartimenti Aziendali.
B.3. Trasparenza
Il Responsabile Aziendale della trasparenza, nominato con determinazione DG n. 525 del 2013, è la dr.ssa
Maria Bartolozzi.
Il collegamento tra le funzioni del responsabile della trasparenza e quelle del RPC sono assicurate dalla presenza di entrambi nei rispettivi gruppi di lavoro.
Il Piano Triennale della Trasparenza, è parte integrante del Piano Anticorruzione e consultabile sul sito web
Aziendale, nella sezione Amministrazione Trasparente.
La sezione Anticorruzione sul sito web Aziendale, creata già nel 2013, verrà alimentata, per tutta la vigenza
del Piano, con materiali e documentazione relativa alle azioni in corso.
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B.4. Codici di comportamento
L’Azienda ha da tempo adottato il Codice Disciplinare (determinazione DG n. 55 del 2011). Il Codice
Disciplinare è permanentemente pubblicato sia sul sito aziendale esterno, che su quello interno e racchiude
al suo interno le disposizioni di legge e contrattuali in materia di responsabilità disciplinare, oltre al vigente
regolamento aziendale in tema di procedimento disciplinare:
Disposizioni d.lgs. 165/2001;
Codice di comportamento dei dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni (D.P.R. 16.4.2013 n°
62);
Disposizioni contrattuali personale del comparto;
Disposizioni contrattuali dirigenza medico – veterinaria;
Disposizioni contrattuali dirigenza sanitaria, professionale, tecnico e amministrativa;
Regolamento disciplinare;
Direttive sui procedimenti disciplinari;
Ad ogni nuovo assunto in Azienda viene comunicato quanto sopra e di tale informazione viene dato
espressamente atto in ogni contratto di assunzione. Il Codice Disciplinare, integrato con il Codice di
Comportamento è stato partecipato a tutti i Responsabili Aziendali con nota prot. 47.153 del 2013, con
l’invito a darne diffusione mediante affissione nelle eventuali bacheche delle strutture, a tutti i dipendenti e a
tutti i collaboratori o consulenti, con qualsiasi tipologia di contratto o incarico, nonché ai collaboratori a
qualsiasi titolo di imprese fornitrici di beni o servizi e che realizzano opere in favore dell'amministrazione.
In ottemperanza a quanto disposto con la delibera CIVIT n. 75 del 24.10.2013 “Linee guida in materia di
codici di comportamento delle pubbliche amministrazioni”, che individua l’adozione del codice di
comportamento tra le azioni e misure principali di attuazione delle strategie di prevenzione della corruzione a
livello decentrato, secondo quanto indicato nel Piano Nazionale Anticorruzione 2013-2015, l’Azienda ha
provveduto all’approvazione di uno specifico Codice Etico e di Comportamento (di seguito: Codice Etico)
quale elemento essenziale del presente Piano Anticorruzione. Il Codice Etico è frutto della condivisione di un
gruppo di Area Vasta formato dai Responsabili delle Risorse Umane e, a livello aziendale, è stato oggetto di
confronto e condivisione tra l’UPD (UO GRU), il Responsabile della Trasparenza ed il RPC.
In fase istruttoria la bozza del documento è stata trasmessa alle OOSS di tutte le Aree di contrattazione con
nota prot. n. 2.495 del 13/01/2014, agli atti dell’Ufficio Relazioni Sindacali ed il testo definitivo presentato
all’OIV recepisce le osservazioni e proposte di integrazione pervenute, nonché i suggerimenti pervenuti
dall’OIV, che ha espresso parere favorevole.
Il Codice Etico formerà parte integrante del Codice Disciplinare e sarà pubblicato sul sito web istituzionale,
completo della prevista Relazione di Accompagnamento. Nel corso del triennio di vigenza del Piano le
strutture organizzative aziendali verranno invitate a predisporre o modificare gli schemi tipo di incarico,
contratto e bando inserendo la condizione dell’osservanza del Codice Etico per i collaboratori esterni a
qualsiasi titolo, per i collaboratori delle ditte fornitrici di beni o servizi od opere a favore dell’Azienda, nonché
prevedendo la risoluzione o la decadenza dal rapporto in caso di violazione degli obblighi derivanti dal Codice
Etico.
In occasione della pubblicazione verrà precisato che sarà comunque possibile presentare proposte ed
integrazioni che verranno valutate in sede di revisione periodica del Codice Etico, inviandole all’indirizzo
email del RPC; la diffusione del Codice Etico all’interno dell’Azienda verrà svolta con le medesime modalità
seguite fino ad ora per il Codice Disciplinare.
Fermo restando che il controllo sull’attuazione ed il rispetto del Codice Etico è, innanzi tutto, assicurato dai
Dirigenti responsabili di ciascuna struttura ovvero, per questi ultimi, dal Dirigente sovraordinato che
attribuisce gli obiettivi ai fini della misurazione e valutazione delle performance, il monitoraggio sul rispetto di
quanto previsto dal Codice Etico verrà curato dal RPC, in collaborazione con l’Ufficio Procedimenti
Disciplinari, con il Responsabile della Trasparenza e con i Dirigenti interessati, in occasione del monitoraggio
periodico sullo stato di attuazione del Piano.
Il raccordo fra RPC e Ufficio Procedimenti Disciplinari è assicurato ogni qualvolta pervenga una segnalazione
da parte di cittadini o di dipendenti in merito a violazioni dei Codici. Si veda al riguardo il successivo punto
B.15.1. Trattamento delle segnalazioni di illecito.
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B.5. Rotazione del personale addetto alle aree a rischio di corruzione
La legge n. 190 del 2012 ed il Piano Nazionale mettono in evidenza la rotazione del personale addetto alle
aree a più elevato rischio corruzione quale “misura di importanza cruciale tra gli strumenti di prevenzione
della corruzione”, in quanto riduce il rischio che possano crearsi relazioni particolari tra amministrazioni ed
utenti o, in generale, terzi che intrattengano rapporti con le stesse, con il conseguente consolidarsi di situazioni di privilegio ed aspettativi a risposte improntate, potenzialmente o di fatto, alla collusione.
E’ stato elaborato un Regolamento aziendale per il conferimento degli incarichi, attualmente all’esame delle
OOSS.
Negli ultimi quattro anni il Dipartimento Amministrativo ed il Dipartimento Tecnico sono stati oggetto di ripetuti interventi di riorganizzazione, che hanno implicato la rotazione di taluni incarichi dirigenziali e la nuova
assegnazioni di altri.
La Direzione Aziendale, insediatasi nel corso del 2013, ha avviato un ulteriore percorso di organizzazione del
Dipartimento Amministrativo, che nelle sue linee essenziali prevede:
riconduzione di tutte le funzioni amministrative al Dipartimento Amministrativo;
analisi degli assetti organizzativi e delle funzioni in considerazione dei risultati da garantire;
analisi e mappatura dei procedimenti e dei processi amministrativi;
certificazione ISO 9001:2008 dei processi e delle attività del Dipartimento Amministrativo
Analogamente per il Dipartimento Tecnico, tenuto conto dell’impegno derivante dall’avvio della gara per la
costruzione del Nuovo Ospedale di Livorno in project financing, la Direzione Aziendale sta analizzando gli assetti e la distribuzione delle competenze in ragione dei risultati da garantire.
Quanto alla rotazione degli incarichi nelle aree a maggior rischio, si osserva che gli interventi di riorganizzazione portati avanti dal 2009 ad oggi hanno, in gran parte, già garantito anche la rotazione di gran parte degli incarichi.
A) Area acquisizione e progressione del personale
Processo: reclutamento e acquisizione risorse umane
Fermo restando che l’avvio del processo di cui si tratta rientra per lo più nella competenza di ESTAV NordOvest, le fasi successive, di competenza aziendale sono assegnate alla competenza dell’UO GRU.
Il Dirigente responsabile di struttura complessa UO GRU è stato incaricato a fine 2009, provenienza da UFTA
Livorno (settore di afferenza: gestione di servizi appaltati di zona distretto, servizi amministrativi ospedale
territorio e prevenzione, servizi generali di zona distretto).
Nuova assegnazione di dirigente di nuova nomina nel 2010.
Lo stesso processo rientra, per quanto attiene al personale convenzionato (MMG, Pediatri, Medici di Continuità Assistenziale, Specialisti Ambulatoriali e Medicina dei Servizi per i servizi penitenziari) nella competenza
dell’ UO Convenzioni Uniche Nazionali ed Accreditamento.
Il Dirigente responsabile di questa struttura complessa è stato incaricato a fine 2009, provenienza da UO
GRU.
Processo: progressioni di carriera
Con riferimento alle competenze in materia di trattamento incentivante e sistema premiante, dal 2009 è stato nominato a tempo indeterminato un dirigente. Queste competenze sono state ricondotte successivamente
all’interno dell’UO GRU.
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Processo: conferimento di incarichi di collaborazione
Questo processo è assegnato alle competenze di più strutture organizzative, per le quali in questi anni è già
stata operata una rotazione dei relativi incarichi dirigenziali:
incarichi di lavoro autonomo, occasionali, di consulenza, di collaborazione coordinata e continuativa e borse
di studio: già assegnati ad UO Affari Generali e Contratti, dal maggio 2012 sotto la direzione di un nuovo dirigente; successivamente ricondotti all’UO Affari Legali e Contratti, con la direzione di un diverso dirigente. Il
conferimento delle borse di studio è stato ricondotto, alla fine del 2013, alle competenze dell’UO Formazione.
incarichi di docenza per attività formative aziendali, tirocini formativi: storicamente assegnati all’UO Formazione, per la quale nell’arco di tempo di riferimento è stata attuata la rotazione di incarichi dirigenziali, con
l’assegnazione ad un diverso dirigente nel novembre 2009.
incarichi di progettazione e direzione lavori: storicamente assegnati alla struttura amministrativa del Dipartimento Tecnico, per la quale dal 2009 si è proceduto al conferimento dell’incarico dirigenziale ad un dirigente
neoassunto.
B) Area affidamento di lavori, servizi e forniture
I processi rientranti in questa area di rischio afferivano storicamente alle competenze di più strutture organizzative, per le quali in questi anni è già stata operata una rotazione dei relativi incarichi dirigenziali:
processi afferenti all’Area affidamento lavori e forniture: storicamente assegnati alla struttura amministrativa
del Dipartimento Tecnico, per la quale, come sopra accennato, dal 2009 si è proceduto al conferimento
dell’incarico dirigenziale ad un dirigente neoassunto.
Negli anni 2012 e 2013 sono stati ridefiniti tutti gli incarichi di responsabilità di ingegneri.
processi afferenti all’Area affidamento servizi e forniture: fermo restando che la maggior parte dei processi
afferenti a quest’area rientrano nella competenza di ESTAV NordOvest (processi: individuazione dello strumento/istituto per l’affidamento, requisiti di qualificazione, requisiti di aggiudicazione, valutazione delle offerte, vernicia dell’eventuale anomalia delle offerte, procedure negoziate, affidamenti diretti, revoca del bando),
rimane assegnata alla competenza aziendale la fase iniziale (definizione dell’oggetto dell’affidamento) e la
fase di gestione del contratto e dei rapporti con i fornitori.
La competenza aziendale in materia era storicamente assegnata all’UO Programmazione Acquisti, per la quale nel 2010 è stato individuato un nuovo dirigente responsabile, che ha assunto l’incarico come incarico aggiuntivo rispetto all’incarico di responsabile UFTA Elba (settore di afferenza: gestione di servizi appaltati di
zona distretto, servizi amministrativi ospedale territorio e prevenzione, servizi generali di zona distretto).
Ad inizio 2012, con particolare riferimento ai grandi appalti di servizi ed in stretta connessione con la conclusione della gara relativa alla costruzione del nuovo Ospedale di Livorno in project financing, è stata costituita
una nuova struttura, denominata Area Nuovo Ospedale, alla quale sono state affidate tutte le competenze in
materia di programmazione e gestione di tali servizi, a livello centralizzato. Quest’area è stata assegnata alla
responsabilità di un Dirigente Sanitario.
L’UO Programmazione Acquisti è stata soppressa e le competenze residuali ridistribuite all’interno delle strutture organizzative di linea del Centro Direzionale. Analogamente si è proceduto alla soppressione di altra
struttura (UFTA Livorno), con riconduzione, come detto, anche delle competenze relative alla gestione degli
appalti di servizi all’Area Nuovo Ospedale.
Al momento in cui si redige il presente Piano, a seguito della cessazione dal servizio del Dirigente responsabile dell’Area Nuovo Ospedale, la Direzione Aziendale, nel frattempo insediatasi, ha provveduto
all’individuazione di una nuova struttura organizzativa denominata UO Percorsi Amministrativi Ospedale Territorio ed al conferimento del relativo incarico di responsabilità ad un Dirigente Amministrativo di recente assunzione; la definizione dell’assetto organizzativo e delle competenze di questa struttura è attualmente in
corso.
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C) Area provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico
diretto ed immediato per il destinatario
D) Area provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario
I processi relativi a queste aree di rischio afferiscono principalmente alle strutture amministrative di zona distretto ed al dipartimento della prevenzione.
Anche sugli incarichi dirigenziali relativi a questi ambiti c’è stata, nell’arco temporale di riferimento, una rotazione degli incarichi.
Dopo la soppressione dell’UFTA di Livorno, a fine 2012, le relative funzioni in materia di alta integrazione socio sanitaria sono state ricondotte all’UO Convezioni Uniche Nazionali.
L’assetto sulle zone Distretto Bassa Val di Cecina, Val di Cornia ed Elba ha visto il temporaneo mantenimento
degli incarichi esistenti.
La Direzione Aziendale insediatasi nel 2013, ha provveduto all’individuazione di una nuova struttura organizzativa denominata UO Percorsi Ospedale Territorio ed al conferimento del relativo incarico di responsabilità
ad un Dirigente Amministrativo di recente assunzione; la definizione dell’assetto organizzativo e delle competenze di questa struttura è attualmente in corso.
Sempre nel 2012 è stata costituita una nuova struttura organizzativa UO Supporto Amministrativo al Dipartimento della Prevenzione, con incarico ad un Dirigente Amministrativo di provenienza dal settore UO Convenzioni Uniche Nazionali prima e successivamente URP.
B.6. Astensione in caso di conflitto di interesse
Il Codice Etico, allegato quale parte integrante del presente Piano, contiene espressa previsione, agli art. 3 e
6, dei casi di conflitto di interesse che determinano l’obbligo di astensione dalla partecipazione alla decisione.
La materia sarà oggetto di specifica formazione e di circolari esplicative.
B.7. Svolgimento di incarichi d’ufficio – attività ed incarichi extra istituzionali
L’Azienda ha da tempo disciplinato la materia attraverso un proprio Regolamento Aziendale in materia di incompatibilità e autorizzazione allo svolgimento di incarichi extraistituzionali. Tale regolamento, approvato con
determinazione DG n. 319 del 2011, è stato oggetto di aggiornamento con determinazione n. 39 del 2013
proprio a seguito dell’entrata in vigore della L. 190 del 2012 ed è oggetto di periodica revisione.
Il Codice Etico, allegato quale parte integrante del presente Piano, nel disciplinare l’ipotesi di partecipazione
ad associazioni ed organizzazioni contiene, all’art. 7, espresso richiamo Regolamento Aziendale in materia di
incompatibilità e autorizzazione allo svolgimento di incarichi extraistituzionali.
La materia sarà oggetto di specifica formazione.
B.8. Conferimento di incarichi dirigenziali in caso di particolari attività o incarichi precedenti (pantouflage – revolving doors)
B.9. Incompatibilità specifiche per posizioni dirigenziali
Nell’arco del triennio di vigenza del piano verranno impartite direttive affinché negli interpelli per il conferimento degli incarichi siano inserite espressamente le condizioni ostative al conferimento ed affinché i soggetti interessati rendano la dichiarazione di insussistenza delle cause di inconferibilità all’atto del conferimento dell’incarico.
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B.10. Svolgimento di attività successiva alla cessazione del rapporto di lavoro (pantouflage - revolving doors)
La legge n. 190 del 2012 ha modificato l’art. 53 del D.Lgs. . 165 del 2001 introducendo una nuova disposizione che si applica sostanzialmente, ai soggetti privati che si avvalgano dell’attività lavorativa o professionale di ex dipendenti della pubblica amministrazione che, negli ultimi tre anni di servizio, hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto della stessa.
La norma prevede, quale sanzione aggiuntiva, l’impossibilità a contrattare con la pubblica amministrazione di
provenienza del collaboratore e di restituire compensi eventualmente percepiti ed accertati in esecuzione
dell’affidamento illegittimo.
La sanzione opera come requisito soggettivo legale per la partecipazione a procedure di affidamento con la
conseguente illegittimità dell’affidamento stesso per il caso di violazione.
Occorre premettere che la maggior parte dei processi afferenti all’area di rischio “affidamento di servizi e
forniture” rientrano nella competenza di ESTAV NordOvest (processi: individuazione dello strumento/istituto
per l’affidamento, requisiti di qualificazione, requisiti di aggiudicazione, valutazione delle offerte, verifica
dell’eventuale anomalia delle offerte, procedure negoziate, affidamenti diretti, revoca del bando), mentre sono di competenza aziendale esclusivamente la fase iniziale (definizione dell’oggetto dell’affidamento) e la fase di gestione del contratto e dei rapporti con i fornitori.
Nel corso del triennio di vigenza del Piano verrà effettuata un’analisi sull’applicazione di questa specifica misura, in particolare con riferimento all’area “affidamento di lavori e forniture” e ad eventuali aree residue di
affidamento di servizi rimaste alla competenza aziendale.
Verranno impartite direttive finalizzate:
- all’inserimento nei contratti di assunzione, della clausola che prevede il divieto;
- all’inserimento nei bandi di gara o negli atti prodromici agli affidamenti, anche mediante procedura
negoziata, sia inserita la condizione soggettiva di non versare nella situazione vietata dalla norma;
- all’esclusione dalle proceure di affidamento di soggetti per i quali sia emersa la situazione vietata
dalla norma;
- si agisca in giudizio per ottenere il risarcimento del danno nei confronti degli ex dipendenti per i quali
sia emersa la violazione dei divieti;
B.11. Formazione di commissioni, assegnazioni agli uffici, conferimento di incarichi dirigenziali in caso di condanna penale per delitti contro la pubblica amministrazione
Con riferimento alle condizioni ostative poste dall’art. 35 bis del D.Lgs. n. 165 del 2001, come modificato dalla L. n. 190 del 2012, nel corso del triennio di vigenza del Piano verrà effettuata un’analisi in merito alla casistica di riferimento di questa specifica misura di prevenzione della corruzione, tenuto conto delle competenze
di ESTAV NordOvest in talune delle aree di rischio interessate dalla misura stessa.
Verranno inoltre impartite indicazioni ai Dirigenti dei settori potenzialmente interessati dalla misura, affinché
verifichino se occorrano o non le condizioni ostative individuate dalla norma ed affinché negli interpelli per
l’attribuzione di incarichi siano inserite espressamente le condizioni ostative al conferimento.
B.12. Tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito (c.d. whistleblower)
La tutela introdotta dall’art. 1, co. 51 della Legge a favore del dipendente che effettua segnalazioni di illecito
interviene su tre fronti distinti:
1. tutela dell’anonimato, salve le eccezioni previste;
2. il divieto di discriminazione;
3. sottrazione della denuncia al diritto di accesso, salve le eccezioni previste;
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Le misure di tutela sopra descritte, sono espressamente richiamate sia dal Codice disciplinare, sia dal Codice
Etico aziendale all’art. 9, u.c. “L’azienda garantisce al dipendente denunciante le misure di tutela stabilite
dall’art. 54 bis del D.Lgs. 165/2001. In particolare, la denuncia è sottratta all'accesso previsto dagli articoli
22 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241, e ss.ii.mm”.
Si richiamano inoltre, espressamente, le previsioni del Piano Nazionale Anticorruzione (paragrafi B.12.1 a
B.12.3) che si riportano integralmente nelle appendici del seguente Piano.
Più in generale, sul trattamento delle segnalazioni di illecito, da chiunque provenienti, si veda infra paragrafo
B.15.1.
B.13. Formazione
In un’Azienda con la struttura organizzative e le dimensioni della USL n. 6 di Livorno i fabbisogni formativo
che coinvolgono tutti i dipendenti, quali quelli in materia, non possono che essere strutturati per passaggi
successivi, su un arco temporale di più anni.
Il RPC ha partecipato nel 2013 ad una prima iniziativa formativa, dedicata espressamente ai RPC e nel corso
della vigenza del Piano parteciperà ad ulteriori iniziative, programmate a livello regionale o di Area Vasta.
Per tutto il personale aziendale, verranno impostate azioni formative e di comunicazione, con gli obiettivi di
diffondere la conoscenza del Piano e del Codice Etico, conoscenza degli obblighi di astensione in caso di conflitto di interesse e sensibilizzare i settori a più alto rischio sull’applicazione delle misure
Anno di riferimento
2014
2015
2016
Tipologia di personale
da formare
RPC
Referenti Anticorruzione
Direttori Dipartimenti Sanitari
Personale amministrativo e
tecnico assegnato a strutture
che gestiscono percorsi ad alto rischio
Personale URP
Personale amministrativo e
tecnico delle restanti strutture
del Dipartimento Amministrativo e Dipartimento Tecnico
Dirigenti medici e sanitari non
medici
Modalità formativa
Formazione in aula
Formazione a distanza
Formazione in aula
Formazione a distanza
Formazione in aula
Formazione a distanza
E’ comunque necessario prevedere specifiche iniziative di informazione e comunicazione interna per diffondere la conoscenza del Codice Etico, del Piano, delle norme in materia di Anticorruzione e del sistema aziendale per la Prevenzione della Corruzione.
Anno di riferimento
2014
2015
2016
2014
2015
2016
Tipologia di personale
Destinatario degli interventi
Collegio di Direzione
Ufficio di Direzione
Collegio Sindacale
Tutto il personale aziendale
Modalità
Eventi di presentazione
del Piano e degli Aggiornamenti
Messa a disposizione di
materiali per la consultazione
Su portale web
Riunioni di struttura
Newsletter
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Anno di riferimento
2014
2015
2016
Tipologia di personale
Destinatario degli interventi
Personale neo assunto
Modalità
Consegna Codice Etico
Assegnazione credenziali per accesso al portale web
Iscrizione alla
newsletter
Per la realizzazione delle azioni sopra indicate, il budget verrà definito nei piani annuali della formazione.
In questa sede si individua quale fabbisogno indicativo per ciascun anno di Piano di 10.000 euro.
B.14. Patti di integrità
Verranno inoltre impartite indicazioni:
− ai Dirigenti dei settori potenzialmente interessati dalla misura, affinché inseriscano nei bandi e contratti appositi patti e protocolli di integrità, nonché il riferimento al codice etico, con l’invito a rispettarlo ed a farlo rispettare dai propri dipendenti;
− ai RUP e DEC affinchè tutte le ditte vengano messe a conoscenza del codice etico, con richiesta di rispettarlo e farlo rispettare dai propri dipendenti;
B.15. Azioni di sensibilizzazione, consultazione e rapporto con la società civile
Al fine di assicurare la consultazione ed il coinvolgimento dei dipendenti, dei cittadini e degli altri portatori di
interessi sui contenuti del presente Piano, sulle strategie di prevenzione, sui risultati del monitoraggio e
sull’implementazione delle relative misure, è sta aperta, fin dal momento della nomina del Responsabile Anticorruzione, una casella email dedicata: [email protected] della quale si dà notizia sul sito web
aziendale, alla sezione anticorruzione.
Dal momento della pubblicazione del Piano, sarà possibile inviare a tale indirizzo anche contributi ed osservazioni, che verranno esaminati ai fini di eventuali revisioni del Piano.
Analogamente per quanto riguarda il Codice Etico.
L’URP, quale struttura aziendale istituzionalmente deputata a fungere da prima interfaccia con la cittadinanza, svolgerà un ruolo chiave per implementare il rapporto di fiducia dei cittadini con l’Azienda, riportando in
particolare al Responsabile Anticorruzione eventuali situazioni di rischio effettivo o potenziale ed aree di miglioramento segnalate dai cittadini.
B.15.1. Trattamento delle segnalazioni di illecito
Le segnalazioni relative a comportamenti potenzialmente o presuntivamente contrari ai principi del Piano, del
Codice Etico e della legge, verranno esaminate dal RPC con la collaborazione dell’UPD che valuterà azioni
conseguenti e necessarie, incluso il potere di attivare le autorità giudiziarie competenti per i profili di responsabilità contabile, amministrativa, civile e penale.
Nel corso del triennio di vigenza del Piano, verrà elaborata una procedura aziendale per il trattamento delle
denunce, con particolare attenzione alla tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito ed al trattamento da riservare alle denunce anonime. Verranno previsti codici sostitutivi dei dati identificativi del denunciante e specifici obblighi di riservatezza a carico di tutti coloro che ricevono o vengono a conoscenza
della segnalazione e gestite le opportune azioni informative verso i dipendenti, sull’importanza dello strumento ed il diritto alla tutela.
Le segnalazioni di illecito provenienti dai dipendenti beneficiano della specifica tutela (si veda il precedente
punto B.12.).
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Allegati al Piano Triennale Anticorruzione (ogni allegato segue una numerazione autonoma delle pagine):
1. Analisi dei rischi
2. Codice etico e di comportamento
3. Piano Triennale della Trasparenza
Appendici (ogni appendice segue una numerazione autonoma delle pagine):
Appendice 1: Nota al paragrafo Tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito (c.d.
whistleblower)
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