Economia corriere del Ticino Giovedì 17 aprile 2014 29 mErcaTo dEl lavoro NotizieFLASH aSSicUrazioNi Per le Generali utile in rialzo del 13% zxy La società assicurativa Generali Svizzera ha realizzato nel 2013 un utile di 161 milioni di franchi, in progressione del 13% rispetto all’anno prima. I premi sono per contro calati del 3,5% a 2,14 miliardi, mostrando un’evoluzione diversa a seconda dei comparti: –6,3% a 1,31 miliardi nel settore vita e +1,3% a 841 milioni in quello non vita. L'esercizio si è rivelato complessivamente positivo, commentano i vertici in un comunicato. BerNa Nel Cda della Finma entra Philippe Egger ImmobILIAre pigioni elevate per chi entra in una nuova abitazione. (Foto Crinari) Homegate affitti più cari per gli alloggi sul mercato Montorfani (SVIT): «Il trend non vale per i contratti esistenti» robErTo GiannETTi zxy Per chi è alla ricerca di una abitazione gli affitti sono più cari. Tuttavia chi ha un contratto esistente a causa dei tassi ipotecari in calo non dovrebbe aver registrato grandi aumenti negli ultimi anni. Gli affitti degli appartamenti nuovi o nuovamente affittati sono saliti in marzo dello 0,45% rispetto a febbraio e del 2,37% in confronto allo stesso periodo del 2013. Il relativo indice calcolato dal portale di annunci immobiliari Homegate.ch in collaborazione con la Banca cantonale di Zurigo (ZKB) si è attestato a 112,2 punti. Il Ticino mostra una progressione annuale più forte, pari al 2,87%, mentre nel raffronto mensile si registra un calo dello 0,55%, con un indice a 107,7 punti. Crescite ancora più forti rispetto al 2013 sono osservate a Zurigo (+3,67%, mensile +0,70%) e nella regione di Ginevra e Vaud (+3,62%, +0,50%). Nel Canton Berna, i canoni di locazione sono aumentati dello 0,46% su base mensile e del 2,64% su base annua, mentre nel Canton Lucerna la crescita è stata rispettivamente dello 0,52% e del 2,39%. Gli aumenti annui interessano tutte le zone e il Sud delle Alpi si dimostra l’unica regione che può mostrare una flessione rispetto a febbraio. Tuttavia gli affitti in Svizzera su un arco pluriennuale non dovrebbero essere in rialzo. Ad affermarlo è Alberto Montorfani, presidente della Sezione Tici- no della SVIT, l’Associazione svizzera dell’economia immobiliare. «Come spesso accade – spiega Montorfani – anche l’indice calcolato da Homegate. ch prende in conto solo una parte minima delle abitazioni, ossia quelle offerte sul mercato. Invece per tutte le abitazioni che hanno già un inquilino, che rappresentano il 99% del parco complessivo, gli affitti non dovrebbero essere in aumento, perchè i tassi ipotecari si sono ridotti di circa il 60% negli ultimi anni. Infatti nel 2000 il tasso medio ponderato era al 4,5%, secondo il calcolo della Banca nazionale svizzera (che dal 2008 fa da tasso di riferimento per gli affitti), mentre adesso è solamente al 2%. E questo detta l’andamento degli affitti, rendendo la situazione difficile per molti proprietari immobiliari, soprattutto se non hanno fatto bene i conti quando hanno affittato all’inizio l’appartamento». Secondo Montorfani esistono anche dei vincoli normativi. «Dobbiamo capire – afferma – che quello dell’alloggio è un mercato protetto. Dal momento che esiste un contratto, si entra in una fascia di controllo dei prezzi. Poi bisogna dire che spesso anche quando qualcuno cambia appartamento, questo non viene messo sul mercato, ma viene ripreso da un subentrante alle stesse condizioni di prima, e quindi l’aumento dell’affitto non si verifica. I proprietari comunque possono compensare con il fatto che in questi anni il valore dei loro immobili è salito, anche se di questo possono beneficiare solo al momento della vendita. Inoltre anche il costo di finanziamento, grazie ai tassi bassi, è diminuito». Tuttavia, per chi cerca un appartamento adesso la situazione è più difficile. «Il mercato dell’alloggio – dice Montorfani – è diviso in due, e per i nuovi appartamenti e per quelli rimessi sul mercato ci sono molti motivi che causano un aumento degli affitti. I proprietari sono soggetti a tutto un armamentario giuridico che aumenta i loro costi, inoltre vi è stato un aumento della popolazione, e quindi della domanda. Per cui gli affitti nuovi segnalano una penuria di alloggi. Tuttavia a mio avviso fra non molto anche su questo fronte ci sarà un raffreddamento, perché si è costruito molto. Nel settore PPP (proprietà per piani) siamo già in una fase di sovrapproduzione, mentre nel settore locativo esiste ancora una buona richiesta, grazie al fatto che in questo ramo si dovevano recuperare 10 anni di ritardo, ma andiamo verso un rallentamento». «Ora bisogna usare cautela – continua Montorfani – perché da dieci anni abbiamo una costellazione di fattori estremamente positiva per l’immobiliare: la popolazione cresce, i tassi sono bassi, l’inflazione è a zero, la crescita economica è buona. Le cose molto probabilmente non cambieranno prima di due o tre anni, ma per gli operatori è giunto il momento di rivedere le loro strategie. Io credo che siamo già sulla pista di atterraggio». zxy È stato nominato Philippe Egger - 58 anni - nuovo membro del Consiglio di amministrazione dell’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma). Egger assumerà la nuova carica a inizio maggio. Prima del suo pensionamento nel 2013, Egger ha lavorato quale CEO di AXA Winterthur. iNdice kof Fra i Paesi globalizzati perdiamo posizioni zxy La Svizzera perde due posti e non figura più tra i dieci Paesi più globalizzati del pianeta: occupa ora l’undicesimo rango, secondo lo speciale indice calcolato dal KOF. In testa alla classifica figurano Irlanda, Belgio e Paesi Bassi. Fra le città, New York, Londra, Parigi e Tokyo sono quelle «più globali» del mondo, vale a dire quelle che attirano maggiormente capitali, persone e idee, secondo la società di consulenza A.T. Kearney. Nella graduatoria figurano anche Zurigo, 31esima (sei posti in meno di due anni prima), mentre Ginevra non va oltre il 39esimo rango, scendendo dal 35esimo. StUdio Sugli affari i CEO elvetici tra i più ottimisti al mondo zxy I CEO delle aziende svizzere sono per il 30% molto ottimisti riguardo all’andamento dei loro affari, un valore superato solo dai loro colleghi cinesi, brasiliani e canadesi. Lo rivela un’indagine presso 1041 CEO nel mondo – per il 3% nella Confederazione – di Accenture e Economist Intelligence Unit. Nei 20 Paesi considerati la media dei «superottimisti» è al 24%. Con gli «abbastanza ottimisti» si arriva al 76%. Si sale all’80% in Svizzera. L’83% dei top manager elvetici vede quest’anno utili superiori al 2013. A livello mondiale la quota è invece del 71%. italia autodenuncia, asticella alta UBS: «le aziende temono gli effetti del 9 febbraio» zxy Circa la metà delle aziende teme conseguenze negative in relazione all’iniziativa sullo stop dell’immigrazione di massa approvata il 9 febbraio scorso. Lo sostiene un sondaggio condotto dagli economisti di UBS su 385 società. Le imprese hanno paura che, con un contingentamento dei lavoratori stranieri, dovranno far fronte a maggiori difficoltà nel trovare personale qualificato, ciò che spingerà verso l’alto i salari. «Siamo stati sorpresi da questo risultato», ha affermato il capo economista della banca, Daniel Kalt, in una conferenza stampa a Zurigo. Il 40% delle aziende interrogate prevede un impatto sfavorevole sulla ricerca di personale e un altro 10% fortemente negativo. Il 3% si attende invece conseguenze positive. Quasi un terzo delle società fa inoltre sapere che, alla luce del voto del 9 febbraio, ha procrastinato investimenti previsti in Svizzera. E il 39% si aspetta una diminuzione della domanda proveniente dall’UE. Visto che l’attuazione della nuova normativa sull’immigrazione produrrà i primi effetti significativi solo tra due o tre anni, gli economisti di UBS non cambiano le loro previsioni congiunturali a breve termine. Per quest’anno rimane perciò attesa una crescita economica del 2,1%, che salirà al 2,4% nel 2015. Secondo i ricercatori di UBS il problema della carenza di manodopera potrebbe però aggravarsi già nei prossimi anni, a seconda di come verrà configurato il futuro regime dell’immigrazione. Una soluzione potrebbe essere aumentare la partecipazione al mondo del lavoro da parte delle donne e delle persone più anziane. Vi è infatti da far fronte a un cambio generazionale: nei prossimi dieci anni andranno in pensione circa un milione di occupati, mentre solo 500.000 giovani si affacceranno al mercato del lavoro. Nella definizione dei contingenti sarà imperativo tenere conto delle forti disparità regionali. In termini assoluti, l’immigrazione si concentra per il 45% nei cantoni Zurigo, Ginevra e Vaud. Le zone di confine, inoltre, sono fortemente dipendenti dai frontalieri: nel Giura e in Ticino quasi tutti i nuovi posti di lavoro creati sono stati occupati da personale residente all’estero. SEco: ecco le figure ricercate Management, amministrazione, finanza, sanità, insegnamento, cultura, tecnica e informatica: sono questi i settori in Svizzera in cui sono «particolarmente frequenti» i sintomi di una carenza di personale qualificato, stando a un rapporto commissionato dalla Segreteria di stato dell’economia (SECO). Per ciascuna professione i ricercatori hanno allestito un sistema di indicatori – che vanno dal tasso di disoccupazione al ricorso a manodopera estera – che dovrebbe permettere di identificare i comparti in cui vi è una richiesta crescente o una mancanza di specialisti. I temi fiscali più caldi messi sotto i riflettori al Centro di studi bancari di Vezia indice ZEW/cS agrochimica crescita stabile Syngenta: sale per la Svizzera il giro d’affari zxy Non è facile convincere l’Agenzia delle entrate dell’effettivo trasferimento di residenza in Svizzera: quale Paese black list, si rischia di rimanere soggetti fiscali italiani anche se stralciati dall’anagrafe comunale ed iscritti all’AIRE. Al contribuente incombe l’onere di dimostrare lo spostamento degli interessi professionali e familiari, i consumi, la frequenza scolastica dei figli, l’assenza di rapporti duraturi con l’Italia, contro un fisco che può usare mezzi di verifica talvolta bizzarri. Ne ha parlato Alessandro Pallara, avvocato dello Studio Greco e Associati, in un seminario promosso dal Centro di studi bancari di Vezia, citando un caso in cui sono stati verificati tabulati Telepass, card di fidelizzazione dei supermercati e carte di credito per stabilire come i «centri d’interesse» fossero ancora a Milano e ritenere così fittizia la delocalizzazione. Di monitoraggio ha trattato Giuseppe Corasaniti, docente di Diritto tributario all’Università di Brescia e partner dello Studio Uckmar di Milano. I dati del quadro RW della dichiarazione, con l’indica- zxy Gli esperti finanziari elvetici puntano su uno sviluppo stabile della congiuntura svizzera e non più su una sua accelerazione. In aprile l’indice ZEW/Credit Suisse che misura le aspettative degli specialisti è sceso a 7,0 punti, con una flessione di 12,0 punti rispetto a marzo. Il 69,8% degli analisti e degli economisti interrogati è convinto che nei prossimi sei mesi non vi saranno cambiamenti nella situazione congiunturale, il 18,6% si aspetta un miglioramento e l’11,6% pronostica un peggioramento (valori che determinano poi l’indice complessivo: 18,6 meno 11,6 = 7,0). Rispetto a marzo sono fortemente in aumento coloro che puntano sullo status quo (+17,4 punti), mentre si sfoltiscono le file sia degli ottimisti (–14,7), sia dei pessimisti (–2,7). zione degli averi detenuti all’estero quale intestatario o titolare effettivo, direttamente o con l’interposizione di strutture varie, si fondono con l’anagrafe tributaria e con le comunicazioni mensili degli intermediari finanziari (saldi, movimentazioni e perfino accessi alle cassette di sicurezza). Il tutto, con le risultanze di redditometro e spesometro, concorre a definire la capacità contributiva che, confrontata con quanto dichiarato, evidenzia situazioni da accertare. Ed il quadro informativo completato, si è chiesto Corasanito, non potrebbe preludere ad una patrimoniale? Frattanto, a dominare il dibattito è ancora l’,autodenuncia fiscale, per la quale Stefano Massarotto, commercialista dello Studio Facchini, Rossi e Soci di Milano, vede quale primo scoglio da superare l’equiparazione, per la Svizzera, fra capitali detenuti e redditi evasi, con onere della prova, anche in questo caso, a carico del contribuente. Per Massarotto i costi sarebbero superiori a quelli spesso riportati, in termini di imposte, interessi, sanzioni, pur applicando i minimi, a prescindere dai rischi penali, e determinante sarà il ruolo degli intermediari svizzeri, su cui si è soffermata Sonia Del Boca del Team Italy Financial Planning di BSI. La ricostruzione analitica di dieci anni di saldi, transazioni, versamenti, prelevamenti, può rivelarsi difficile. In più, le basi contabili della banca vanno per certi versi stravolte in quanto la classificazione italiana degli strumenti finanziari è diversa da quella elvetica, così come sono diverse le categorie di redditi, tenuto poi conto che, ad esempio, mentre in Svizzera l’utile di vendita è riferito al costo medio, in Italia si considera venduto lo strumento acquistato più di recente (criterio LIFO), ed i cambi da applicare sono quelli fissati da Bankitalia. Un lavoro enorme, per cui le banche si stanno attrezzando con software adeguati. Ma la norma definitiva tarda ad arrivare ed i termini incombono. Tali modelli serviranno tuttavia per i futuri conti ufficiali detenuti in Svizzera dai clienti italiani. Gian LuiGi Trucco zxy Syngenta ha realizzato nel 1. trimestre 2014 un giro d’affari di 4,68 miliardi di dollari (4,12 miliardi di franchi), in crescita del 2% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Lo ha comunicato il gruppo agrochimico basilese, precisando di aver approfittato di un buon inizio di stagione in Europa e del rinnovato dinamismo dei mercati emergenti. In valuta locale le vendite sono salite del 5%. La progressione si è attestata al 10% (a 2,10 miliardi di dollari) nella regione Europa, Africa e Medio Oriente. Il Nordamerica ha subito una flessione del 7% (a 1,23 miliardi), ma il gruppo è fiducioso di poter recuperare nei prossimi mesi, ha detto il responsabile delle Finanze, John Ramsay. Il titolo Syngenta in Borsa è salito del 2,29% a 344,20 franchi.
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