Primo Piano Corriere del Ticino Sabato 30 agoSto 2014 3 l’inTervisTa zxy criStiano bernaSconi* «Losmartphonenonelimineràigeometri» Le nuove tecnologie costringono gli ingegneri del catasto a ripensarsi o a scomparire «Ricordi quando eravamo bambini e c’erano ancora i geometri?» Chissà se un domani i nostri figli parleranno dei professionisti della misurazione ufficiale come oggi noi parliamo dei marronai. Di fatto, loro, i geometri, qualche dubbio sulla loro futura sorte se lo stanno ponendo. In particolare da quando la potenza tecnologica dei telefonini ha portato nei nostri apparecchietti tascabili – gratuitamente – le mappe dettagliate di tutto il mondo: da quella del quartiere dove abitiamo, a quelle delle località più o meno esotiche dove andiamo in vacanza, con l’itinerario esatto calcolato in pochi secondi facendo click su Google Map. Che fine faranno i geometri, quindi? Lo abbiamo chiesto a Cristiano Bernasconi, unico membro ticinese del Think Tank di esperti svizzeri che si è recentemente chinato sul problema. Carlo silini zxy «Sì, è vero, ci spiega Bernasconi accogliendoci nel suo studio di Sorengo, il nostro gruppo è nato a partire dall’iniziativa della Confederazione di elaborare una strategia a lungo termine sul ruolo e sul compito della misurazione ufficiale – e quindi anche dei geometri – nel nostro Paese. Anche perché, oltre all’impressionante sviluppo tecnologico vissuto negli ultimi anni, il problema in Svizzera si pone per un altro motivo». Quale? «Perché da noi vige il sistema federalista che distribuisce le competenze fra Comuni, Cantoni e Confederazione: insomma, nel nostro campo ogni Cantone ha la sua autonomia e non siamo in grado di fornire dei servizi di informazione omogenei su scala nazionale. Per dire: se la Swisscom o la Cablecom cercano delle informazioni sull’intero territorio nazionale si devono rivolgere a 26 partner invece che ad uno solo». E così, un po’ per immaginare un nuovo futuro per la vostra professione, un po’ per uniformare i servizi su scala nazionale, avete provato a disegnare nuovi orizzonti. Ma davvero la vostra professione è in pericolo? «Sarebbe esagerato affermarlo. Di lavoro per noi ce n’è ancora, eccome. Esiste un margine di specializzazione nella misurazione del territorio nel quale noi per il momento restiamo indispensabili. I dati che ognuno può produrre e rendere disponibili in Internet non sono ancora precisi come i nostri. E se parliamo di grandi cantieri o della costruzione di tunnel – penso ad esempio allo scavo del Ceneri – siamo ancora gli unici a poter fornire indicazioni della precisione del millimetro, in un ambito in cui i millimetri sono molto importanti. In altre parole, per bisogni specialistici la nostra professione ha ancora un senso. Il problema è che per i restanti compiti per i quali venivamo interpellati, che rappresentano comunque una percentuale molto importante del totale, forse non ci sarà più bisogno di noi». E poi oggi i vari Google Map o altri servizi analoghi non sono precisi come i vostri, ma non è detto che presto non raggiungano un dettaglio come il vostro. «Infatti nell’ambiente ci diciamo che è solo questione di tempo. Entro qualche anno è plausibile che la precisione del centimetro sia alla portata di tutti. Quindi bisogna trasformare la nostra professione». Il geometra scomparirà? «Si trasformerà, appunto. Per tanti anni il nostro lavoro di geometri o ingegneri topografi è stato quello di misurare il territorio e produrre piani conformi alla realtà. Il geometra formatosi negli anni Novanta, in fondo, facendo astrazione dalle migliorie tecnologiche, non è molto diverso dal geometra dell’Ottocento. Come lui è stato formato per ProSPETTIvE In che modo lo smartphone potrebbe cambiare il mondo dei catasti? Nel documento di discussione del gruppo di lavoro svizzero su questi temi si spiega che «con gli apparecchi mobili e intelligenti (…) è possibile immaginare ogni sorta di nuova applicazione nel campo dei catasti». E si propone un ventaglio di possibili applicazioni. Eccone alcune: zxy Visualizzazione «sul campo» degli oggetti catastali in sovraimpressione della realtà come le particelle, le zone specifiche (di sviluppo, di inquinamento fonico ecc.), le canalizzazioni nel sottosuolo ecc. zxy Visualizzazione «sul campo» del registro fondiario con il nome del proprietario, la particella, le restrizioni di diritto e altre servitù. zxy Visualizzazione «sul campo e in tempo reale» delle possibili modifiche, una sorta di simulazione dei cambiamenti di destinazione, delle sagome (innalzamento di edifici), delle strade e dei sentieri ecc. zxy Visualizzazione «sul campo» di informazioni complementari come lo storico dei luoghi o i commenti e le aggiunte fatte dai cittadini. zxy Visualizzazione «sul campo e in tempo reale» di simulazioni, come ad esempio il progetto di una nuova costruzione. zxy Visualizzazione «sul campo» di nuove applicazioni di geo-riconoscimento in particolare dei paesaggi, dei nomi, degli spazi naturali (cime delle montagne), dei luoghi storici (battaglie, edifici, personaggi celebri), di avvenimenti recenti (valanghe, incidenti, inondazioni, catastrofi naturali ecc). zxy Possibilità di lasciare – in tempo reale in un luogo geolocalizzato e visivamente accessibile – commenti e informazioni o addirittura giudizi con riferimento alle stelle della guida Michelin o ai «mi piace» di Facebook. (fonte: «Stravolgere i termini», Documento di discussione 2014/1, Gruppo di lavoro «Dimension Cadastre», Direzione federale delle misurazioni catastali, Conferenza dei servizi cantonali del catasto e Ingegneri-Geometri Svizzeri) Vignetta tratta dal documento «Stravolgere i termini», ©2014 gruppo di lavoro «Dimension cadastre». Al lAvoro Un geometra prende le misure nel cantiere di alptransit a Sigirino. Sotto: l’ingegner cristiano bernasconi davanti ad una tavola catastale di un quartiere di Lugano del 1934. (Foto cortesia COGESUD/ CdT) possedere le tecniche di rilievo e l’uso degli strumenti che ne derivano, come il teodolite che misura gli angoli e le distanze. L’oggetto simbolo di quel tipo di geometra è la carta Dufour, l’atlante del territorio svizzero in scala 1:100.000 realizzato dal Guillaume-Henri Dufour tra il 1845 e il 1864. Il geometra classico è in grado di determinare una rete di punti fissi, ai quali riferirsi per rilevare un oggetto e piazzarlo nel posto giusto del piano, è un creatore di mappe». E oggi? «Oggi il rilievo dei dati sta diventando sempre più banale. Perché con un semplice telefonino chiunque è in grado di determinare esattamente dove si trova, senza avere fatto studi in geodesia, in geomatica o in cartografia. È un dato accessibile a tutti e per ottenerlo non è più necessario conoscere le scienze e le tecnologie che ci stanno dietro». Quella che era la vostra principale prerogativa professionale vi è stata sottratta dalle nuove tecnologie. «In un certo senso sì. Ed è per questo che nei mesi scorsi il nostro gruppo (che si chiama “Dimension Cadastre”, n.d.r.) ha elaborato un documento di discussione teorico dal titolo molto indicativo: “Stravolgere i termini”. È solo un primo sasso nello stagno e fino ad ora è stato solo presentato agli addetti ai lavori. Ma stiamo già pensando ad un nuovo documento più concreto – uscirà nel 2015 – che definisca meglio che cosa potrebbe fare nel futuro un geometra». Per esempio? «In linea generale il geometra sta passando dall’essere un produttore di dati geografici al diventare un gestore di dati ed un fornitore di servizi correlati». Che cosa significa? «Significa che molto probabilmente un domani noi non offriremo più il rilievo del territorio. Di fatto, con le nuove tecnologie, il territorio oggi si rileva e rivela da solo. No, quello che noi faremo è dare risposte ai quesiti della gente, dei proprietari, dei progettisti, delle amministrazioni pubbliche e dei politici che devono prendere delle decisioni. Questo non solo sulla base catastale della proprietà, ma offrendo un accesso a tantissime altre informazioni legate al territorio e che oggi sono disseminate in banche dati diverse alle quali si accede ad una ad una». Ci faccia un esempio. «Potrei partire dalla cronaca cantonale di questi giorni. Si parla molto di stime immobiliari (come rivelato dal CdT del 26 agosto, il Consiglio di Stato vuole aumentare il valore ufficiale di abitazioni e terreni, n.d.r.). Che cosa impedisce che un domani il valore di un terreno venga determinato in modo automatico e uniforme in tutta la Svizzera a partire da fattori territoriali misurabili di diverso tipo? Ci sono in rete tante informazioni interessanti che possono essere valorizzate». Quali informazioni? «Per esempio a una persona che vuole costruire una casa in un certo quartiere noi potremmo offrire una visualizzazione in 3D della sua casa inserita con precisione assoluta nel quartiere prima che partano i lavori; potremmo fargli vedere in partenza tutti gli allacciamenti disponibili sotto terra, dalle fognature all’acqua potabile, al gas, alla fibra ottica. Oppure potremmo fargli sapere quale indice di occupazione del terreno è permesso, quante ore di insolazione potrebbe avere la sua casa in quel posto, quanto dista la scuola per i suoi figli, il primo ospedale, il negozio più vicino. Ma anche la vicinanza a siti inquinati, l’inquinamento fonico in quella zona, o i vincoli pianificatori di quella parcella. Senza contare quello che noi definiamo il catasto in 4D». la sfida «Cosa ci aspetta? Probabilmente dovremo passare dalla produzione di dati geografici alla gestione di dati e alla fornitura di servizi correlati» Cioè? «La possibilità di avere accesso a tutte le informazioni che ho precedentemente evocato ma nell’arco del tempo. Potremo sapere com’era la situazione in una parcella dieci o vent’anni fa, come è oggi e come si prevede che possa essere domani». Il geometra del futuro sarebbe quindi un grande aggregatore di notizie. «Aggregatore di dati sul territorio di provenienza diversa e fornitore di informazioni che normalmente sono sparse e faticose da avere tutte in un solo posto. Tornando all’esempio delle stime immobiliari, potremmo creare degli algoritmi che tenendo conto di diversi fattori predefiniti da specialisti settoriali, siano in grado di calcolare questo valore in modo trasparente e attendibile, per regolare in modo più sano il mercato immobiliare e gli aspetti fiscali. È solo un esempio. Ma abbiamo in rete milioni di informazioni territoriali raccolte nei “big data”: da dove si trovano i ristoranti e gli alberghi, alle informazioni più tecniche come quelle sul catasto o la rete fognaria. Ripeto, noi dovremmo offrire dei meccanismi che permettono all’utente di avere le informazioni che gli servono». E perché dovreste farlo proprio voi? Non pensate che possa farlo anche qualcuno che non ha le vostre competenze o i grandi siti come Google? «Non lo si può escludere. Ma noi abbiamo un vantaggio da sfruttare che ci deriva dalla nostra “antica” professione. Noi garantiamo un valore giuridico alle nostre informazioni. Oggi è il geometra che garantisce giuridicamente la proprietà. La sfida per domani sarà quindi di mantenere questa garanzia su tutte le informazioni per le quali è possibile: dovremo mettere a punto degli algoritmi che ci permettano di combinare dati garantiti e offrire processi certificati». Ci saranno cambiamenti nel catasto che conosciamo? «A breve termine sicuramente no, poiché l’apparato del catasto giuridico svizzero funziona bene, è e rimane un modello di riferimento a livello mondiale. In un futuro più lontano, ma siamo nel campo delle ipotesi, potrebbe essere modificato il tipo di “governance”, per rispondere meglio ai bisogni degli utenti. Anche il ruolo del singolo cittadino, grazie alle innovazioni tecnologiche, potrebbe diventare più attivo». * ingegnere, membro ticinese del Think Tank «Dimension Cadastre»
© Copyright 2025 ExpyDoc