DELLE www.corrierecomunicazioni.it n°3. 17 febbraio 2014 DigitalBusinessInnovationAcademy [email protected] 19 A CURA DELL’ OSSERVATORIO DIGITAL BUSINESS INNOVATION ACADEMY DELLA SCHOOL OF MANAGEMENT DEL POLITECNICO DI MILANO I budget Ict si riducono con la dimensione aziendale. E le micro e piccole aziende presenteranno un trend ancor più preoccupante. Servono nuovi strumenti per stimolare l’adozione del digitale e una diffusa campagna di formazione a tutti i livelli, pena il blocco del Sistema Paese Innovazione Italia, è allarme rosso 1.000 dipendenti) hanno programmato, quasi nella metà dei casi, una riduzione dei loro budget Ict. “L’outsourcing dei servizi Ict - conclude Luksch - segnala una ripresa per il 2014, anche se l’aumento non è generalizzato: il 25% delle aziende dichiara, infatti, una crescita nei budget dedicati all’outsourcing, mentre il 13% prevede una loro contrazione. Alla diminuzione del settore Media-Telco (-36%), risponde la crescita superiore al 20% dell’Industria e dei Servizi. L’interpretazione è ambivalente: per qualcuno l’utilizzo dell’outsourcing significa razionalizzare il comparto Ict, concentrando all’interno solo le attività di valore, per altri esattamente il contrario, riportando al centro tutte le attività, secondo un modello di controllo totale”. Il trend evidenziato dai dati sui budget Ict è, comunque, evidente: i budget Ict si riducono con la dimensione aziendale. Claudiororato L’ innovazione digitale è ancora, purtroppo, un fenomeno più mediatico che di sostanza. Lo testimoniano la lentezza deliberativa su questi temi da parte delle autorità politiche e le iniziative poco efficaci sul fronte della formazione; è necessario far capire, prima ancora che utilizzare, che le Ict generano valore. Ma, bisogna aggiungere, anche il mondo dell’impresa non sembra aver issato la vela per cogliere appieno la spinta del vento. La letteratura e gli esempi concreti, ormai, aiutano a non dover più dimostrare l’assunto: le Ict producono efficienza ed efficacia, migliorano la qualità delle relazioni tra le aziende e i loro mercati di sbocco, aiutano la PA a soddisfare meglio i bisogni dei cittadini e le relazioni con le imprese, che possono riappropriarsi della competitività perduta. “L’innovazione Luks: «Digital divide frutto di scarsi investimenti in Ict» digitale - afferma Alessandra Luksch, responsabile delle Ricerche della Digital Business-Innovation Academy della School of Management del Politecnico di Milano - stenta ancora a giocare un ruolo propulsivo per la tanto agognata ripresa del nostro Paese. Il digital divide, prima culturale e poi tecnologico, delle imprese italiane, soprattutto quelle di piccole dimensioni, è frutto di un livello troppo basso di investimenti in innovazione, compresa quella di natura digitale”. La survey, condotta dall’Academy del Politecnico di Milano su 209 Cio di aziende italiane e multinazionali di grandi e medio-grandi dimensioni, fotografa con precisione il nostro malessere. Nel 2013 il rapporto tra budget Ict e fatturato è stato, in media, del 2,5%. Preoccupano però i dati analitici per macro settori, soprattutto se confrontati a livello internazionale. Solamente i settori media-telco e utilityenergy sono percentualmente allineati con l’estero. Il gap per il Finance vale 2,5%, per i Servizi 0,6%, per l’Industria 1,9%. Quanto tempo occorrerà per coprire queste distanze? Ma, in particolare, c’è la consapevolezza che è indispensabile coprire il “divario tecnologico”? L’industria pesa il 40% nell’ambito dell’economia italiana: non è lecito preoccuparsi per il suo “ritardo digitale” e per gli impatti che procura sull’intero Paese? Se poi guardiamo la ripartizione tra spese correnti e 3 italia investimenti, il 2013 ci rivela un’industria ancorata alla gestione delle infrastrutture e degli applicativi esistenti. La poca propensione a innovare e a rinnovare, non è solo una questione di “povertà finanziaria”. “Non appaiono grosse novità all’orizzonte. Anche se per il 2014 - prosegue Luksch - alle Direzioni Ict verrà un po’ meno richiesto di razionalizzare e tagliare gli investimenti. Si prevede una timida crescita, intorno allo 0,3% dei budget Ict, nei settori Finance, Media-Telco e Servizi e un’ulteriore contrazione, dello 0,3% e dell’1,4%, rispettivamente, nell’Industria e nelle Utility-Energy”. La dimensione premia le grandi aziende (oltre 1.000 dipendenti), che prevedono una crescita nei loro budget Ict per l’anno in corso; al contrario, le aziende medio-grandi (250- snam investimenti in ict: SURVEY Solo i settori media-telco e utility-energy risultano allineati con l’estero Le best practice locali devono circolare nelle vene del Paese Proiettato sull’intera scala delle nostre imprese, la situazione è da allarme rosso. Le micro e le piccole aziende - cioè quasi la totalità del nostro sistema d’impresa - presenteranno una tendenza ancor più preoccupante, vista la fisiologica carenza di liquidità, di competenze e di risorse in genere. È il caso di pensare agli strumenti da mettere in campo per stimolare l’adozione delle Ict e, di conseguenza, l’innovazione. Ma, anche, una diffusa campagna di formazione a tutti i livelli, per far capire il valore delle Ict. Il Paese fa fatica e non riesce a muoversi come sistema. Auriga cercasi! mip Efficienza dei costi Avanti sul social Crm Investimenti in crescita nella Business analytics Confronto fra manager sull’innovazione digitale 3 Italia è stato il primo operatore al mondo a lanciare i servizi Umts nel 2003 e oggi, con la sua rete veloce in banda larga mobile, offre con il marchio “3” servizi di comunicazione, Internet e Tv in mobilità a quasi 9,6 milioni di clienti. 3 Italia lo scorso anno ha fatturato quasi 2 miliardi di euro e oggi impiega 2.700 dipendenti. Nel 2010 ha avviato un programma di trasformazione del proprio data center con la creazione di un Private cloud in India. Nell’ambito di un processo più ampio di trasformazione e modernizzazione a livello applicativo, il cui centro di controllo si trova in un global center in Romania, nel 2014, 3 Italia affronterà anche le tematiche legate alla dematerializzazione dei processi e all’innovazione dei Contact Center verso il Social Crm e la gestione più spinta della multicanalità, sempre con un occhio all’efficienza dei costi. Questa modernizzazione sarà poi applicata a tutti i settori aziendali con l’obiettivo di mantenere la leadership di innovatori. A livello Erp è stata istituita un’unica istanza, gestita a Vienna, per tutte le Country europee del Gruppo 3 con l’obiettivo di standardizzare i processi e risparmiare su costi di sviluppo e manutenzione. Con sede centrale a San Donato Milanese, Snam è un gruppo integrato, che presidia in Italia le attività regolate del settore del gas e che comprende: Snam Rete Gas, Gnl Italia, Stogit e Italgas. La Direzione Ict, guidata da Gloria Gazzano, conta circa 120 risorse, che servono un gruppo di 6.000 persone, con un volume di circa 300 progetti gestiti ogni anno. Dal 2013 Snam ha intrapreso il percorso di rinnovamento dei sistemi core, a partire da una rivisitazione globale dei sistemi commerciali e di manutenzione, anche ai fini della “predictive maintenance”. La Infrastructure and Application Transformation sarà la priorità di investimento: un progetto avviato nel 2012 e volto a consolidare i Data center, ad adottare standard infrastrutturali e applicativi e a trasformare il patrimonio applicativo. Nel 2014 anche l’investimento nella digitalizzazione e dematerializzazione dei processi sarà in crescita rispetto all’anno appena trascorso, così come quello nella CyberSecurity e nella Business Analytics (con focus sulle applicazioni “in memory”), mentre nella Mobility cresceranno gli investimenti distribuiti in vari progetti: dalla workforce alla dematerializzazione dei processi corporate. È stato inaugurato il sesto anno della Digital Business-Innovation Academy, il programma culturale della School of Management del Politecnico di Milano, a cui afferisce il Mip, nato per sostenere la crescita della consapevolezza verso le tecnologie e l’innovazione digitale, intese come strumento per la crescita e la competitività delle nostre imprese. L’Academy, in collaborazione con Cefriel, analizza e discute i trend tecnologici dell’anno e le principali trasformazioni organizzative attraverso un ciclo di Workshop a invito, basati sulla relazione e la condivisione di esperienze. Il primo workshop inaugurale dal titolo “Le priorità 2014 per le Direzioni Ict”, svoltosi il 29 gennaio scorso, ha visto la partecipazione di oltre 30 Cio e gli interventi di Gianluigi Castelli, Executive Vice President Ict di Eni e di Massimo Milanta, Group Chief Information Officer di UniCredit. Parte integrante dell’Academy sono i corsi Mip. Anche quest’anno a marzo partirà il Master Executive in gestione strategica dell’innovazione digitale, con una formula che consente il confronto tra i manager partecipanti, attraverso testimonianze, lavori di gruppo, scambio di esperienze e arricchimento di relazioni.
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