Carige, la valanga del crac Nucera

radar
IL SECOLO XIX
MERCOLEDÌ
28 MAGGIO 2014
11
NOTIFICATI IN TUTTO 34 AVVISI DI GARANZIA: BERNESCHI E L’EX DG LA MONICA ERANO GIÀ NEI GUAI
Carige,lavalangadelcracNucera
Fra i nuovi indagati l’ex deputato Pdl Nan e il superdirigente in pensione Sanguinetto
MATTEO INDICE
GENOVA. La valanga delle inchieste
su Carige non si ferma più. E dopo la
retata di giovedì scorso (sette arresti
fra i quali l’ex presidente della banca
genovese Giovanni Berneschi, per
una maxi-truffa all’istituto di credito
nelle compravendite immobiliari)
arriva la mannaia della Procura savonese. Che ieri ha notificato trentaquattroavvisidigaranzianell’indagine sul crac del costruttore di AlbengaAndreaNucera,voraginedaquasi
200 milioni aperta prima che l’impresario fuggisse a Dubai dov’è tuttoralatitante.SecondoilpmUbaldoPelosi, titolare del fascicolo, aldilà delle
responsabilità di revisori e commercialisti assortiti che certificavano bilanciimproponibili,lapartedelleone
nel «concorrere» alla bancarotta
l’hanno fatta proprio gli istituti di
credito: in primis la Cassa di risparmio di Genova, a ruota quella di Savona (che da Carige è controllata) e il
Banco di San Giorgio. Come? ConcedendofidiaNuceraquandoormaiera
sull’orlo del dissesto. E sopravvalutando - vizio patologico nel vecchio
management Carige - le valutazioni
d’immobili e costruzioni forniti a garanzia.
«POLITICO E “BANCHIERE”,
COSÌ HA SPRECATO SOLDI»
Non solo. Per la prima volta nel
tourbillon di fascicoli giudiziari (vedi
tabella) che stanno deflagrando uno
dopol’altro,vieneiscrittosulregistro
degli indagati ex parlamentare: si
trattadiEnricoNan,deputatoprima
per Forza Italia e poi per il Pdl, ex coordinatore regionale del Popolo della
libertà, poi transitato a Futuro e Libertà e progressivamente sfilatosi dalla politica
FUGGITO
. Nan, che di AnA DUBAI
drea Nucera è lo
Andrea
storicopenalista,
è stato nel tempo
Nucera
è latitante vicepresidente e
consigliere
negli
d’amministraEmirati
zione diCarisa.E
finisce nei guai
proprio per il doppio ruolo: da una
parte, avrebbe danneggiato la “Geo”
di cui era legale per far tornare una
partedeisoldiprestatidaCassa.Eperò,daunarelazionediBankitaliafinita agli atti, si scopre «è stato segnalato l’utilizzo d’un mutuo edilizio erogato nel marzo 2012 all’avvocato Nan
(all’epoca vice presidente della concedente Cassa di Risparmio di Savona) per emettere assegni circolari a
favore di “Geo Sviluppo Immobiliare”, società fallita riconducibile a Nucera». Con una mano toglieva alla
banca per dare alla Geo, dicono gli inquirenti, con l’altra prelevava da Geo
per ridare alla banca. Il Secolo XIX ha
provato a raggiungere Nan sul suo
cellulare e tramite la segretaria, ma
non è stato possibile.
«PALAZZI IPERVALUTATI
E I SOLDI VANNO IN FUMO»
Fra i “big” indagati nel fascicolo savonese già erano noti i nomi dell’ex
presidente Giovanni Berneschi,
dell’ex direttore generale (oggi ancora in Carige) Ennio La Monica e degli alti dirigenti Mario Cavanna e
Roberto Mumolo, oltre che di
Achille Tori, manager Carisa . Ma le
nuove carte includono un personaggio che per anni, all’interno di Carige,
ha rappresentato il top del management. Si tratta di Alfredo Sanguinetto, oggi in pensione, ex direttore
generale,
fino
al
20102011fedelissimo braccio operativo di
Berneschi. La Procura spiega secca
qual era l’andazzo quando c’era da favorire un imprenditore amico: «SanguinettoinsiemeaBerneschi,Cavanna e Mumolo, tutti essendo consapevoli dello stato d’insolvenza della
“Geo” di Andrea Nucera, ne aggravavano il dissesto poiché la banca ero-
I FILONI D’INCHIESTA
SULLA BANCA GENOVESE
gava con delibera del 4 novembre
2009 nuova finanza (mutui dell’importo di 5,2 e 2,3 milioni da destinare
a un cantiere di Ceriale) al gruppo già
in crisi, realizzando un’operazione di
grave imprudenza per ritardare il fallimento».C’èpuredipeggio.Eccoper
esempiocomelaBancad’Italiavaluta
le perizie che la Cassa di Risparmio di
Genova commissionava sugli immobili forniti a garanzia sempre da Nucera.
I protagonisti
IL CONCORSO
NEL CRAC NUCERA
Savona,
34 indagati
Carige e la controllata
Carisa hanno dato soldi
al costruttore Andrea Nucera
(oggi latitante) anche quando
era già in crisi: nel mirino
Berneschi, altri dirigenti
e un ex politico
LA MAXITRUFFA
Genova,
l’ultima retata con 7 arresti
Carige Vita comprava a
prezzi spropositati quote e
società dall’immobiliarista
Ernesto Cavallini: la “cresta”
era spartita fra lui, Giovanni
Berneschi, Ferdinando
Menconi e i prestanome
L’ex padre-padrone
L’avvocato-politico
GIOVANNI BERNESCHI. Secondo i pm l’ex plenipotenziario di Banca Carige avrebbe finanziato consapevolmente
un’impresa sull’orlo di un fallimento da 200 milioni di euro,
la “Geo” di Andrea Nucera
ENRICO NAN. Ex deputato di
Forza Italia, coordinatore ligure del Pdl, transita a Futuro e
Libertà prima di sfilarsi dalla
politica. È al tempo stesso penalista di Nucera e consigliere
d’amministrazione di Carisa
Il braccio destro
Il top manager
ALFREDO SANGUINETTO.
Ex direttore generale, oggi in
pensione, fino a pochi anni fa
fedelissimo braccio operativo
di Berneschi. Per i pm ha contribuito a ritardare il fallimento della “Geo” di Nucera
ENNIO LA MONICA. Ex direttore generale e “successore” di
Sanguinetto. Resta all’interno
di Banca Carige anche dopo
l’avvicendamento di Berneschi, ma viene destinato ad altri incarichi
I BILANCI
TRUCCATI
Genova,
pronti 10 avvisi di garanzia
Per anni i debiti di alcuni
clienti e imprese “vip” sono
stati dolosamente nascosti
dal top management
I “FAVORI”
AL COSTRUTTORE
PESCE
Genova,
pronti 5 avvisi di garanzia
Avvocati, commercialisti
e funzionari Carige di secondo
livello hanno tramato
per concedere crediti
a un’impresa sull’orlo
del fallimento
AL TELEFONO: «HA PRESO
80 MILIONI ED È FUGGITO»
Si fa riferimento al periodo
2010/2011: « [Carige] ha incaricato
un tecnico per aggiornare la stima del
bene; ad esso viene assegnato un valoredioltre57milioni,siapureconriservesullapossibilitàdelsuorealizzo
alla luce della perdurante “crisi economica e del trend negativo del mercato immobiliare”. Il consulente del
fallimento ha valutato il complesso
meno di 38 milioni, con notevole ribasso delle stime di Carige...che è statapertantoammessainviaprivilegiataallostatopassivoperappena35milioni, contro gli oltre 51 richiesti. Come dire che le perizie gonfiate,
quando poi c’è da mettersi in fila per
chiedere indietro ai soldi a un cliente
foraggiato troppo generosamente, rischiano d’essere pagate carissime.
D’altronde basta riascoltare quel
che diceva Ferdinando Menconi, ex
dirigente del comparto assicurativo
Carige Vita e arrestato nel troncone
genovese sulle maxi-truffe, parlando
al telefono sintetizzava così la vicenda. Prima descriveva Cavallini come
uno dei clienti storicamente più abili
a “mungere” la banca, quasi fosse un
amarcord. E su Nucera chiosa lapidario: «Ha preso 80 milioni, e se n’è
scappato». Senza spaccarsi troppo il
cervellocontonnellatedidocumenti.
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NELL’INCHIESTA SULLE COMPRAVENDITE TRUFFA INTERROGATO CAVALLINI: «FORNIVO GARANZIE REALI»
INDAGINE SULLE TALPE IN PROCURA
«COMPLOTTO CONTRO GRANERO»
Il sospetto degli inquirenti: telefonate ad arte di Berneschi per delegittimare il giudice
IL RETROSCENA
GENOVA. L’ipotesichecircolafragliinquirentièdi
quellepesanti,ennesimastilladivelenoinunacatenad’inchiestesenzaprecedentiinLiguria.«Lefrasi
pronunciate al telefono da Giovanni Berneschi sul
procuratore capo di Savona Francantonio Granero
- conferma una qualificata fonte investigativa -, finite nell’indagine sulle presunte talpe in Procura,
potrebbero essere state premeditate dallo stesso
Berneschi,perdelegittimareilmagistratoinunafase nella quale le indagini sul vecchio management
della Cassa di risparmio stavano decollando». Per
capire di cosa stiamo parlando serve fissare alcuni
paletti. In un’intercettazione finita agli atti del fascicoloapertoaGenovasullamaxi-truffaaidannidi
Carige attraverso una serie di compravendite immobiliari(arrestatoBerneschiealtrisei),ven’èuna
incuil’exnumerounodiCarigeparlaconildirigente Antonio Cipollina. Gli spiega che, in occasione di
un interrogatorio alla fine dell’ottobre 2013 da tenersi a Savona nell’ambito degli accertamenti sul
crac Nucera (fascicolo diverso da quello genovese,
vedi articolo sopra) fu proprio Granero a «suggerirgli»diavvalersidellafacoltàdinonrispondere.Non
solo: Berneschi aggiunge che nel corso dello stesso
colloquio avrebbero parlato anche pure figlio del
giudice, Gianluigi (inserito del cda della cassa di Risparmio di Savona, controllata da Carige). Granero,
come già aveva fatto lunedì rispondendo al Secolo
XIX, ieri ha ribadito che denuncerà Berneschi: «Io
non l’ho mai incontrato e posso dirlo senza possibilità d’essere smentito». Ma non c’è solo questo a far
pensare che quelle del banchiere fossero millanterie tutt’altro che innocue, e pronunciate allo scopo
di delegittimare il magistrato in una fase più embrionale dei rilievi giudiziari. Gli stessi passaggi sul
«suggerimento», Berneschilihareiteratidipropria
iniziativa parlando con
giornalisti, amici e parenti.
«Un comportamento moltostrano-siammettefragli
inquirenti - perché le talpe Granero
di solito di proteggono».
AncheperchéquandosempreBerneschioaltriprotagonistidella“stangata”fannoriferimentoapossibili sponde dentro i palazzi di giustizia, cercano (in
modogrossolano,maciprovano)diusareunlessico
criptico:riferendosiamisteriose«signore»,«scatoloni», «cari amici» o «mobilitazioni».
Non viene mai nominato direttamente Vincenzo
Scolastico, per esempio, che pure è un altro dei magistratisottoiriflettori.ÈMenconiacircoscriverne
lafiguraparlandoconWalterMalavasi,excondirettoregeneralediCarigeassicurazioni.Definisce«carissimo amico con cui prendo il caffè ogni sabato» il
pm che ha retto la Procura genovese prima dell’insediamento di Michele di Lecce, e che attualmente
gli fa da vice. Generico pure è il riferimento all’ex
FIDUCIARIA, DIMISSIONI A RAFFICA
La divisione Carige per le
operazioni “riservate” perde
4 membri del cda: Mumolo,
Rosina, Delmonte e Bonalumi
procuratorecapodellaSpeziaMaurizioCaporuscio
(oggi vice, dopo l’insediamento di Mario Paciaroni
che ha spazzato collusioni e ammiccamenti). Un
colloquio telefonico fra l’avvocato spezzino Andrea
Baldini (ex componente cda Carige) e Berneschi rivelerebbe come proprio Caporuscio fece fornire all’ex numero uno dell’istituto genovese la copia
d’una denuncia «riservata», che l’imprenditore
Gianfranco Poli sporse contro di lui per truffa. Non
solo. Baldini spiega a Berneschi che grazie all’intercessione«dellaLilly»(perifinanzierisitrattadisua
moglie Pasqualina Fortunato, magistrato del lavoro di nuovo alla Spezia) la Procura chiederà l’archiviazione del fascicolo». I vari “stralci” saranno spediti nelle prossime ore a Torino, città dove s’indaga
sui comportamenti sospetti delle toghe liguri.
IeriintantoèstatointerrogatoErnestoCavallini,
immobiliarista milanese arrestato insieme a Berneschi nell’inchiesta condotta a Genova sulle truffe: «I prestiti ricevuti da Carige? Erano tutti coperti
da immobili dati in pegno alla banca. Non ho mai ricevuto alcun trattamento di favore. Ho sempre fattolatrafilaehosempredatotuttelegaranzienecessarie. Non era Berneschi che mi faceva i prestiti, ma
normali funzionari».
Novità importanti arrivano pure dall’interno
dellabanca.IeriCarigehainformatodiaversospeso
Berneschi dalle cariche ricoperte nelle controllate
CassadirisparmiodiCarraraeCassadirisparmiodi
Savona. Soprattutto, sono state comunicate le dimissioni a raffica (quattro componenti) dal cda del
Centro fiduciario spa, che gestisce una serie di operazioni riservate: lasciano Giovanni Bonalumi, Gabriele Delmonte, Roberto Mumolo e Daniela Rosina. L’assemblea degli azionisti ricostituirà il consiglio, e presto si capirà se questo passaggio ha qualche tipo di collegamento con il fronte giudiziario.
M. IND.
IL CASO
E IL VATICANO
ADESSO TEME
ALTRI GUAI
LEGATI ALLO IOR
FRANCESCO PELOSO
ROMA. «Errori di governance,
interventi impropri sull’operatività finanziaria e comunque
non utili all’istituto». È questo
il tenore delle critiche che si
sentono da un paio di giorni Oltretevere in merito al caso Carige-Ior. In Vaticano non vedono
al momento emergere reati
specifici, piuttosto si soffermano su un fatto: il caso Carige dimostra in modo esemplare come funzionava l’opacità dello
Ior prima dell’ “operazione trasparenza” promossa da papa
Francesco. E fanno sapere che
di vicende simili ne potrebbero
emergere altre. Perché il dato
nuovo, si osserva nei sacri palazzi, è la pubblicazione annuale del bilancio in cui ogni operazione – comprese quelle relative a Carige - è riscontrabile.
Prima, si spiega, si poteva fare
un uso “privato” dello Ior anche
perché nessuno sarebbe mai
venuto a sapere nulla. Ora, si
dice, questo non è più possibile
(il bilancio è stato pubblicato
per la prima volta nel settembre 2013), la gestione è affidata
a un management professionalmente preparato che se commettesse passi falsi del genere
ne dovrebbe rispondere. Sì,
perché i conti in disordine neanche il Vaticano se li può più
permettere; così le elargizioni a
società e banche “amiche” non
solo sono considerate improduttive, ma soprattutto dannose per il bilancio dell’Istituto.
Poi, certo, le intercettazioni
raccolte dagli inquirenti raccontano anche un’altra storia,
quando Giovanni Berneschi,
parlando con Roberto Rommelli, vicperesidente della Fondazione, dice: “«Lo Ior, non puoi
regalare da 7 a 9 milioni al... Papa, no, non c’ entra il Papa... a
Bertone, mi segui?». Ma questo
è appunto un problema della
magistratura. Nella sostanza
avviene che, nel marzo 2010,
l’Istituto acquista 100 milioni
di obbligazioni convertibili di
Carige su un totale di 391 milioni, nel maggio del 2011 le obbligazioni vengono messe in vendita sul mercato e ricomprate
dalla Carige. Forse non erano
molto appetibili, suggeriscono
Oltretevere, e allora per rimediare a questa situazione – la
mancanza di acquirenti – la
banca genovese è costretta a riprendersele. A quel punto l’istituto vaticano compra 610mila
azioni Carige, non un granché,
piuttosto un modo per far capire che il rapporto è sempre
buono. Ma la domanda che oggi
si fanno nell’entourage papale
è: perché lo Ior ha comprato
bond convertibili Carige? Le risposte possono essere due: o si
tratta di uno strumento finanziario come un altro o il cardinal Bertone voleva aiutare
l’istituto genovese; e la risposta
giusta, si fa capire, è la seconda.
D’altro canto il ricorso del
Vaticano a società di consulenza esterne come Promontory
group o Kpmg e altre che certificano la buona gestione manageriale e la normativa sulla trasparenza delle varie strutture
finanziarie ed economiche, inevitabilmente crea un clima
nuovo ma anche attriti e conflitti. Per tale ragione, stavolta,
anche dalle parti di San Pietro
sono disposti a pagare il prezzo
di un po’ di cattiva fama mediatica se questa può essere utile a
spingere verso una svolta nella
gestione finanziaria.
OGGI
SAVONA
min. 18°
max. 23°
DOMANI
min. 18°
max. 24°
IL SECOLO XIX
MERCOLEDÌ
28 MAGGIO 2014
15
CHIUSE LE INDAGINI SUL CRAC DELL'IMPRENDITORE LATITANTE NEGLI EMIRATI: UN BUCO DI 400 MILIONI DI EURO
Nucera, indagato l’avvocato Nan
Il legale è accusato, come ex consigliere di Carisa, di aver favorito il gruppo Geo
che “l’avvocato Nan è impegnato”.
Eloèstatosinoasera.VaniitentatiSAVONA. Sino a pochi giorni fa era vidimettersiincontattoconluisulsolo il suo avvocato difensore, pre- la sua utenza cellulare. A Nan, in
sente nelle aule di tribunale per as- concorso con lo stesso Nucera, e ai
sistere il suo cliente latitante negli manager Carisa Berneschi, Tori
(ad) e Giadresco, il pm Ubaldo PeloEmirati.
Da ieri però c’è anche l’ex parla- si contesta nell’ambito del crac Geo
mentare di Forza Italia Enrico Nan, di aver cercato di favorire a danno
legale storico di Andrea Nucera, degli altri creditori la stessa Carisa,
nella lista dei 34 indagati coinvolti a luglio del 2011. Carisa vantava innel crac della galassia Geo (Nucera) fatti un credito di circa 2 milioni di
con l’accusa di aver contribuito alla euro nei confronti della società poi
bancarotta insieme a banchieri che fallita. «Con più operazioni simulaconcedevano facili finanziamenti vano titoli di prelazione in favore
all’imprenditore di Albenga. «Han- della banca» si legge nell’avviso di
no consentito al gruppo Geo di ac- fine indagini. Un’inchiesta con nucedere pressoché illimitatamente meri “impressionanti”. Così sono
al credito bancario, senza verificar- stati definiti dal comunicato stampa dei finanzieri.
ne la solidità patriOltre a 34 indagati,
moniale» scrive la
anche 18 fallimenti di
Guardia di Finanza.
società, 84 i capi
Un colpo di scena il
d’imputazione concoinvolgimento di
testati. Oltre 400 miNan.
lioni di euro i debiti
Una novità che non
accertati, “di cui 100
era mai emersa dopo
milioni verso l’erario,
anni di lavoro di Pro250 milioni verso le
cura e Finanza e che è
banche e 50 milioni
venuta a galla al moCARRIERA
verso altri fornitori”.
mento di notificare
POLITICA
Leaccusemossedalla
gli avvisi di concluDA FI A FINI
Procura, in base alle
sione delle indagini ai
indagini condotte
destinatari.
dalla polizia giudiziaUn’inchiesta monSino al 2012 Nan faceria coordinata dal
stre che ha stimato in
va parte del cda di Camaresciallo Giampaoltre 400 milioni di
risa. Lunga carriera in
olo Camboni con i
euro i debiti -accertaForza Italia poi con Fini
consulenti tecnici,
ti da Procura e Guarvanno dall’associadia di Finanza- e che
zione per delinquere
hafattoregistrareieri
la chiusura delle indagini prelimi- (contestata alla cerchia stretta di
nari. Notifiche che oltre al clan Nu- collaboratori di Nucera), alla bancera, con prestanome, professioni- carotta fraudolenta documentale e
sti e collaboratori, hanno riguarda- “distrattiva”, ricorso abusivo al creto anche i vertici di Carige (tra cui dito,emissioneedutilizzodifatture
l’ex presidente ora arrestato dalla per operazioni inesistenti, infedele
ProcuradiGenovaGiovanniBerne- presentazione delle dichiarazioni
schi), di Carisa, Banco di San Gior- fiscali,omessoversamentodiimpogio e Banca d’Alba. Enrico Nan, le- ste e sottrazione del patrimonio algaledellasocietàGeo,comeexcom- l’imposizione fiscale, mendacio
ponentesinoal2012delcdadiCari- bancario. Tra i 34 indagati anche
sa è stato trascinato nell’indagine. collaboratori e professionisti che
Ieri sera dal suo studio di Pietra Li- hanno contribuito -“con condotte
gure i collaboratori hanno spiegato attiveoomissive”secondolaFinanALBERTO PARODI
za-acrearelavoraginedidebitirilevata dai curatori fallimentari. Nella
listadei34oltreaBerneschi,inqualità di ex presidente del gruppo Carige, anche i dirigenti Carige Ennio
La Monica, Mario Cavanna, l’ad di
Carisa Achille Tori. Rimanendo
sempre nell’ambito Carige ci sono
anche Roberto Mumolo e Alfredo
Sanguinetto. Poi i vertici di Banca
d’Alba e Banco San Giorgio, in carica tra il 2007 e il 2010, tra cui i manager Minolfi, Mori e Villani. Coinvolta anche una banca d’affari privata con sede a Milano. L’accusa è
di aver fornito finanziamenti e mutui all’imprenditore ingauno quando ormai la situazione Geo era già
difficile. Nei guai una decina di liberiprofessionisti,tracuiirevisoridei
conti di alcune delle società dichiarate fallite (Pietro Pastorino e Lorenzo Zecchino).
Nuovi clamorosi sviluppi da uno dei filoni portati avanti nell’inchiesta su Carige
GIANLUIGI, FIGLIO DEL PM CITATO NELL’INTERCETTAZIONE: NESSUN IMBARAZZO PER IL MIO RUOLO NELLA BANCA
IL PROCURATORE GRANERO CHIARISCE:
«NON HO MAI INCONTRATO BERNESCHI»
SAVONA. «Non ho mai conosciuto Berneschi
ma soprattutto non ho mai preso parte agli interrogatori, che sono stati tutti svolti dal sostituto procuratore Umberto Pelosi. La circostanza è un falso in sé».
Così il procuratore capo Francantonio Granerocommentalanotizia,anticipataieridalSecolo XIX, dell’informativa della Guardia di finanza di Genova inviata dai procuratori Nicola
Piacente e Silvio Franz alla procura di Torino
per competenza. Un’indagine nei cui atti si legge che il nome del procuratore capo di Savona è
finito in un’intercettazione delle Fiamme Gialle: i finanzieri ascoltavano una conversazione
tra l’ex presidente di Carige Giovanni Berneschi (indagato per la bancarotta del costruttore
AndreaNucera)eunsuocollaboratoreAntonio
Cipollina.
Discutendo con quest’ultimo dell’interrogatorio a cui doveva essere sottoposto a Savona,
Berneschi ha dichiarato che Granero gli avrebbe suggerito di non rispondere. E ha aggiunto di
Il procuratore capo Francantonio Granero
aver parlato del figlio Gianluigi (membro del
Cda di Carisa, controllata da Carige, e presidente di Legacoop Liguria) col procuratore capo.
«Tuttofalso–replicaGranero–esporgeròquerela semplicemente perché non ho mai incontrato Berneschi».
Il figlio del procuratore capo, finito nella con-
versazione “incriminata”, raggiunto ieri telefonicamentehadichiaratodinonaveralcuncommento da fare in merito alle notizie di indagini
diffuse dalla stampa. «Imbarazzo? Perché? Le
persone provano imbarazzo quando hanno
qualcosa di cui vergognarsi. E questo non è il
mio caso. Il fatto che io sieda nel Cda di Carisa è
cosa nota, il resto sono le solite indiscrezioni
giornalistiche su indagini di cui io non ho alcun
dettaglio, alcuna informazione - aggiunge
Gianluigi Granero – Tra l’altro ho sentito che la
circostanza dell’incontro tra mio padre e Berneschi è stata smentita. Trovo inopportuno che
iquotidianianticipinofattidipresunteindagini
acuiidirettiinteressatinonpossonoancoraaccedere per verificarne le circostanze, e per questo sottolineo che non ho alcun elemento per
verificare quello che è stato pubblicato dal vostro giornale. È mio costume parlare solo di cose che conosco, per questo non ho nulla da dire».
S. SCH.