Del 27 Maggio 2014 Estratto da pag. 27 «Ho visto il computer» Inchiesta sui pm talpa Berneschi su Bagnasco: «Mi chiede dello Ior» GENOVA — Non una talpa negli ambienti giudiziari avevano l’ex presidente della Carige Giovanni Berneschi e il suo sodale ex ad di Carige Vita Nuova Ferdinando Menconi, arrestati nel blitz della Procura di Genova, ma una, due, tre talpe: sono impressionanti nelle intercettazioni i rapporti che il banchiere e il manager affermano di avere nei palazzi di Giustizia di Genova e La Spezia. Ieri un primo fascicolo è partito per la Procura di Torino, competente per le indagini sui magistrati genovesi. Qualche esempio. La conversazione intercettata il 17 marzo di quest’anno tra Giovanni Berneschi, l’avvocato Andrea Baldini e la moglie, il giudice spezzino Pasqualina Fortunato. Berneschi ha chiesto a Baldini di verificare se ci sono fascicoli a suo carico a La Spezia e l’avvocato gli relaziona: «Sono andato a parlare con Caporuscio che sarà il prossimo procuratore...al quale gli ho detto...guarda vengo qua per un amico carissimo che è Giovanni Berneschi...che è stato coinvolto...in questa porcheria....vediamo subito!...ha aperto il computer sì...sì...la pratica è qua è nelle mani di Alberto Cossu...quindi è riservatissima...me l’ha data perché sono io...» Pasqualina Fortunato interviene: «Ora ho ripreso a lavorare...». Baldini: «Quindi è dentro....lì lei è la numero due...». Fortunato: «Dopo il presidente del Tribunale ci sono io...che poi il presidente è stato mio testimone di nozze». Berneschi: «Perché io...sulla pratica Banca Nazionale del Lavoro...non ho sgarrato di una virgola...mi han dato tre anni e 600 mila di multa poi va a fondo per...però se io in quella circostanza avessi avuto paura e dicevo: “eh si quelli dell’Unipol mi han fatto delle pressioni”...il signor Cimbri era morto. Cimbri è l’amministratore delegato di Unipol». La talpa di Genova Il 10 marzo Menconi parla al telefono di Berneschi che sta attaccando la Fondazione Carige «perché riesce a far fuori la Fondazione perché sono sporchi...lui può avere ottomila colpe ma ha dato ai partiti...le cooperative rosse sì.. han fatto fuori Calocchi come si chiamava qua... quello che ha i supermercati Caprotti». Si riferisce evidentemente a Bernardo Caprotti di Esselunga che non potè aprire un supermercato a Bolzaneto. Menconi dice: «L’artefice del rinvio è stato Berneschi....la sinistra....c’avevano dentro 28 persone, figli, fratelli, padri o figli o amanti di magistrati liguri...». Poi passa a parlare dei suoi rapporti con la Procura di Genova: «Comunque io credo che a Genova...c’è il procuratore capo....già procuratore capo momentaneamente...di Di Lecce che tra l’altro lui mi ha detto è di sinistra...fra un anno e mezzo ha 77 anni va in pensione...chiedo a lui...che è stato vicecapo....quasi tutti i sabati beviamo un caffè». Menconi vuole chiedere al «vicecapo» se ci sono fascicoli a suo carico e in una intercettazione successiva spiega che il suo informatore gli ha detto (sbagliando) che non c’era nulla. I vescovi e lo Ior Fra un affare e l’altro il Magro (soprannome di Berneschi) cerca di riprendersi un pezzetto di potere. L’11 novembre del 2013 parla con Andrea Baldini. Berneschi: «Sto manovrando per fare il presidente della Fondazione chi dico io...allora senti, poiché ti hanno informato su quello che sto facendo sul presidente con quei diciassette che son tutti miei amici l’abbiamo mandato a casa...anche se lui faceva un po’ di resistenza...ma gli abbiam tirato fuori delle cose che belin ». Il banchiere racconta poi che papa Francesco «avrebbe chiamato i tre vescovi del Ponente ligure a Roma per chiarire la faccenda dello Ior». Dice di aver «ricevuto monsignor Molinari che per conto del cardinale Bagnasco voleva sapere cosa fosse successo tra la Fondazione e lo Ior». La Procura di Savona Altre intercettazioni si riferiscono a quanto Berneschi riferisce di aver detto al magistrato di Savona che lo ha interrogato relativamente al crac dell’imprenditore Nucera. «Sono andato a Savona - racconta il banchiere - il giudice mi dice: ma non risponda per favore, si avvalga della facoltà di non...solo per fare casini..e io gli ho detto: giudice lo dice lei, però se permette le dico anche fuori verbale due o tre cose...quindi non ho risposto però gli ho già detto tutto». Berneschi fa riferimento al procuratore capo di Savona (che non l’avrebbe mai incontrato) il cui figlio è nel cda della Banca di Risparmio di Savona: «...gli ho detto scusi giudice lo dica a suo figlio che lavora con me nel consiglio di Savona come lavoriamo...lui si è messo a ridere e non ha voluto scrivere». Erika Dellacasa
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