13 GIOVEDÌ 23 gennaio 2014 l’ora della calabria C O S E N Z A Arrivare tredicesimi su circa 600 partecipanti è un risultato di tutto rispetto. Non però se la classifica riguarda i siti più pericolosi della Calabria da un punto di vista ambientale, come nel caso dell’ex discarica di Sant’Ippolito. La poco onorevole posizione in graduatoria dell’impianto non è servita però a svegliare la classe politica locale dal torpore che sembra attanagliarla ogniquavolta si parli di questa bomba ecologica e della necessità di bonificarla a vent’anni dalla sua chiusura. La Regione, per esempio, dopo aver assegnato un punteggio di rischio pari a 271 (il tredicesimo più alto su 587 casi monitorati in tutto il territorio calabrese) e rilevato che a S. Ippolito è stata infranta la normativa Ue su discariche abusive e incontrollate, non ha incluso la cava sulle colline cosentine nell’elenco dei primi luoghi in cui finanziare interventi attesi da decenni. L’interesse di Palazzo dei Bruzi, poi, è testimoniato dalla posizione che la questione avrà nella lista dei punti all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale: 17esima su 18 d a affrontare. E dire che nelle ultime settimane di S.Ippolito si è parlato parecchio, anche grazie a L’Ora. Da queste pagine abbiamo denunciato l’aumento dei casi di tumore negli ultimi dieci anni a Donnici, pochi metri in inea d’aria da quella cava che custodisce (e, con molte probabilità, sversa nel sottostante Crati) i rifiuti accumulati in decenni di attività spesso poco controllata. I dati raccolti grazie all’aiuto del dottor Marcello Pugliese - che a Donnici vive e fa il medico di base - evidenziano come sui colli del vino il cancro sia sempre più diffuso. Lo studio di Pugliese, condotto su un campione che rappresenta circa un terzo della popolazione donnicese, mostra come dal 2003 ad oggi la media di decessi per tumori maligni tra i residenti della frazione a sud di Cosenza non scenda mai al di sotto delle 2,56 morti ogni 1000 abitanti con punte massime di 4,59 nel 2008. In Ita- Da sinistra in senso orario, La discarica di Sant’Ippolito; il municipio di Cosenza; la sede della Regione Calabria La discarica dimenticata dalla politica La bonifica di S. Ippolito non arriva E intanto aumentano i casi di tumore lia, invece, ci si ferma a 2,2 morti, numeri dunque oggettivamente inferiori a quelli donnicesi. Certo, stabilire con esattezza le cause di un tumore è impresa ardua, se non impossibile. Ci si presta alle critiche di chi a certi allarmi preferisce non pensare, tant’è che lo stesso Pugliese, da uomo di scienza, non si sbilancia mai fino a dire che la morte dei suoi pazienti sia dovuta a S. Ippolito. Ma altrettanto sicuro è che in prossimità di discariche la percentuale di persone affette da tumori aumenta, rendendo evidente la correlazione geografica tra questi impianti e neoplasie o altre malattie . La Terra dei fuochi è il caso più noto in Italia, ma ci sono studi americani che dimostrano, per esempio, come la bonifica di un sito adibito per anni a discarica abbia ridotto del 25% le malformazioni congenite tra gli abitanti della zona. In luoghi del genere si accumulano per anni agenti chimici che, mescolati tra loro, possono produrre “cocktail” capaci di minare la salute degli esseri umani diffondendosi nell’ambiente circostante: possono contaminare l’aria, l’acqua, i campi, con tutte le conseguenze che questo comporta. Sono passati già vent’anni dalla chiusura della discarica a S. Ippolito: ne serviranno altrettanti per vederla bonificata? CAMILLO GIULIANI [email protected] la petizione Rifiuti: i grillini portano la questione a Bruxelles Il miliardo di euro speso dagli anni’90 ad oggi non è servito a risolverel’emergenza rifiuti in Calabria. Il problema, perciò, adesso verrà esaminato a Bruxelles. A svolgere un’indagine preliminare in merito sarà la Commissione europea (foto), sulla base di una petizione promossa dal meetup del M5S di Cosenza e diretta a sollecitare azioni per eliminare le criticità che riguardano il sistema di gestione dei rifiuti calabrese. La nostra regione è obbligata ad adeguarsi alla normativa comunitaria, chee impone una pianificazione regionale che garantisca che i rifiuti prodotti siano adeguatamente differenziati o smistati e poi riusati, riciclati, recuperati o smaltiti nel modo più rispettoso dell'ambiente, mentre le discariche e gli inceneritori, che devono essere utilizzati solo come soluzione di ultima istanza, sono destinati gradualmente a scomparire dal vocabolario del sistema del ciclo dei rifiuti. In Calabria - spiegano dal M5S - avviene l’opposto: tutto il sistema si basa sul conferimento in discarica e sull’unico inceneritore di Gioia Tauro. Anche se la Regione ha formalmente recepito i principi della legislazione dell’Ue, gli effetti non si vedono.Sono previsti due nuovi impianti, ri- spettivamente per le province di Cosenza e Reggio, e l’ammodernamento e potenziamento degli impianti esistenti. Il costo stimato sulle "linee guida" è di circa 100 milioni di euro. L'assessore Pugliano ha invece dichiarato che «la nuova progettazione impiantistica ha una valore di 248 milioni e 845 mi- la euro, da utilizzare in totale». I grillini fanno notare come tra gli obiettivi ci sia «far diminuire la percentuale dei rifiuti da conferire in discarica dal 63,3% ad un futuro 11,6%, ma non vengono indicate date certe entro cui si dovrebbe raggiungere tale obiettivo. Inoltre - aggiungono - si prevede di portare la percentuale di raccolta differenziata dall’attuale 12% al 32,6%, previsione risibile, inferiore a quella del 65% che doveva essere raggiunta entro il 31 gennaio 2012». È la provincia di Cosenza a registrare la maggior carenza di impianti di trattamento meccanico biologico. Gli impianti esistenti non hanno la capacità di trattare la totalità dei rifiuti indifferenziati prodotti. Il deficit di trattamento è infatti quasi tutto concentrato nella province di Cosenza (circa 750 tonnellate al giorno) e Reggio (450 t/g). La spesa prevista dalla Regione per trasferi- re i rifiuti all’estero si aggira intorno a 77 milioni di euro per i prossimi mesi. I sette impianti di trattamento meccanico-biologico (Tmb) presenti sul territorio regionale non hanno la capacità di trattare la totalità dei rifiuti indifferenziati prodotti, mentre le poche discariche pubbliche sono ormai prossime alla saturazione. In particolare, a fronte delle circa 2250 t di rifiuto tal quale prodotto quotidianamente, le capacità nominali di trattamento si attestano sulle 1050 t, con un deficit di circa 1200 t al giorno. Buona parte dei rifiuti prodotti, così, non ha possibilità di essere trattata in idoneo impianto e sino ad oggi sono stati conferiti direttamente in discarica come “tal quale”, in virtù di ordinanze contingibili ed urgenti emesse da Scopelliti. Ma serve una nuova visione dell’intero sistema e il M5S spera che la Commissione europea intervenga affinché arrivi.
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