IT IT PROGETTO DI RELAZIONE

PARLAMENTO EUROPEO
2014 - 2019
Commissione per i problemi economici e monetari
2014/0000(INI)
14.10.2014
PROGETTO DI RELAZIONE
sul rapporto annuale 2013 della Banca centrale europea
(C8-0000/2014 – 2014/0000(INI))
Commissione per i problemi economici e monetari
Relatore: Pablo Zalba Bidegain
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Unita nella diversità
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INDICE
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO .....................................3
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sul rapporto annuale 2013 della Banca centrale europea
(C8-0000/2014 – 2014/0000(INI))
Il Parlamento europeo,
–
visto il rapporto annuale 2013 della Banca centrale europea (C8-0000/2014),
–
visto l'articolo 284, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
–
visto l'articolo 132, paragrafo 1, del suo regolamento,
–
vista la relazione della commissione per i problemi economici e monetari (A80000/2014),
A.
considerando che, secondo le previsioni della primavera 2014 dei servizi della
Commissione, il PIL dell'area dell'euro è sceso dello 0,4% nel 2013, dopo essere
diminuito dello 0,7% nel 2012, e che è prevista una ripresa, con un aumento del PIL
dell'1,2% nel 2014 e dell'1,7% nel 2015;
B.
considerando che, secondo le stesse previsioni, la disoccupazione nell'area dell'euro è
cresciuta dall'11,3% alla fine del 2012 al 12% alla fine del 2013 e potrebbe diminuire
leggermente all'11,8% nel 2014;
C.
considerando che vi sono significative differenze tra i tassi di disoccupazione dei diversi
Stati membri, che variano tra il 5% e il 26%; che le percentuali relative alla
disoccupazione giovanile sono ancora più elevate;
D.
considerando che nel 2013 la Banca centrale europea (BCE) ha abbassato i tassi di
interesse di riferimento due volte, in maggio e in novembre, riducendo i tassi sulle
operazioni di rifinanziamento principali allo 0,25%; che, oltre alle ulteriori misure di
politica monetaria annunciate fin dall'inizio del 2014, il tasso di rifinanziamento
principale è pari allo 0,05% e il tasso su depositi presso la Banca centrale al -0,20%;
E.
considerando che, secondo le previsioni della primavera 2014 dei servizi della
Commissione, il tasso medio di inflazione nell'area dell'euro è stato dell'1,3% nel 2013,
in flessione rispetto al 2,5% del 2012; che l'inflazione nell'area dell'euro è su un
percorso discendente dall'inizio del 2014 e nel mese di settembre ha toccato un minimo
dello 0,3%;
F.
considerando che gli investimenti pubblici e privati nell'area dell'euro sono rimasti a
livelli notevolmente più bassi rispetto a quelli registrati prima dell'inizio della crisi;
G.
considerando che il tasso di crescita annuo di M3 ha continuato a rallentare, passando
dal 3,5% nel dicembre 2012 all'1% del dicembre 2013;
H.
considerando che i crediti al settore privato sono scesi ulteriormente in territorio
negativo, con una variazione tendenziale del -2,4% nel dicembre 2013, contro il -0,2%
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nel dicembre 2012; che le difficoltà di accesso al credito delle PMI negli Stati membri è
uno dei principali problemi che ritardano la ripresa economica;
I.
considerando che la frammentazione dei mercati finanziari rappresenta ancora un
problema fondamentale e che le PMI sono soggette a costi di finanziamento molto più
elevati a seconda del paese dell'area dell'euro in cui sono situate, il che crea distorsioni
del mercato unico;
J.
considerando che il bilancio consolidato dell'Eurosistema ha registrato un calo costante
nel corso del 2013, il che rispecchia la riduzione della frammentazione dei mercati
finanziari;
K.
considerando che nel luglio 2013 il consiglio direttivo della BCE ha deciso di fornire
indicazioni prospettiche, annunciando di attendersi che i tassi di interesse di riferimento
sarebbero rimasti ai livelli attuali o sarebbero scesi per un prolungato periodo di tempo;
L.
considerando che l'articolo 282 del TFUE afferma che l'obiettivo principale della BCE è
il mantenimento della stabilità dei prezzi; che l'articolo 123 del TFUE e l'articolo 21
dello statuto del Sistema europeo di banche centrali e della Banca centrale europea
stabiliscono il divieto di facilitazione creditizia alle amministrazioni statali;
Politica monetaria
1.
accoglie con favore la rapida reazione della BCE di fronte a un contesto estremamente
critico e il fatto che la politica monetaria sia riuscita a ridurre il livello di tensione dei
mercati finanziari dell'area dell'euro e a ripristinare la fiducia degli investitori nella
solidità della moneta unica; osserva che ciò si è tradotto nella riduzione generale dei
rendimenti nazionali a lungo termine, che hanno raggiunto livelli senza precedenti
dall'inizio della crisi, in particolare nei paesi più indebitati dell'area dell'euro;
2.
resta fortemente preoccupato per il fatto che l'attività economica rimanga fiacca e che
l'area dell'euro faccia registrare una crescita del PIL negativa nel 2013, per il secondo
anno consecutivo, nonché per il fatto che in molti Stati membri dell'area dell'euro si
registrino tassi di disoccupazione talmente elevati da minacciare la stabilità della zona
euro;
3.
sottolinea la sua preoccupazione per il continuo calo, sin dal 2011, del tasso d'inflazione
nell'area dell'euro; sottolinea che il notevole divario attuale, con l'obiettivo della BCE di
mantenere i tassi d'inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio periodo,
potrebbe portare a un disancoraggio delle aspettative inflazionistiche a medio e lungo
termine;
4.
mette in guardia contro il rischio di deflazione; ricorda che un tasso d'inflazione vicino
allo zero nell'area dell'euro ostacola l'efficacia della politica monetaria; è consapevole
del fatto che la BCE attribuisce le cause di un'inflazione molto bassa a effetti a breve
termine e che è fiduciosa che l'obiettivo a medio termine sarà conseguito senza una fase
deflazionistica;
5.
osserva che le previsioni della BCE pubblicate nel 2013 non avevano ipotizzato l'attuale
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concomitanza di una crescita piatta e di un'inflazione molto bassa; chiede, in tale
contesto, che le attuali previsioni di una crescita economica più forte e un'inflazione più
elevata nel 2015 e nel 2016 siano interpretate con cautela;
6.
ritiene della massima importanza creare le condizioni per una ripresa degli investimenti
nell'area dell'euro; invita la BCE, in tale contesto, a proseguire la propria azione intesa a
mantenere condizioni di finanziamento favorevoli e a ridurre la frammentazione dei
mercati finanziari, la quale rimane molto penalizzante per i mutuatari privati in molti
Stati membri;
7.
sottolinea che Mario Draghi, nel suo discorso al simposio annuale delle banche centrali
svoltosi a Jackson Hole il 22 agosto 2014, ha affermato che è necessario intervenire da
entrambi i lati dell'economia, osservando in particolare che: le politiche per la domanda
aggregata vanno affiancate da politiche e riforme strutturali nazionali; dal lato della
domanda, la politica monetaria può e deve svolgere un ruolo chiave, che al momento
significa mantenere un orientamento accomodante per un protratto periodo di tempo; vi
è lo spazio necessario perché la politica di bilancio possa svolgere un ruolo più incisivo
a fianco della politica monetaria; non c'è grado di accomodamento di bilancio o
monetario che possa compensare le azioni necessarie dal lato dell'offerta mediante
riforme strutturali nell'area dell'euro;
8.
osserva che, oltre a ridurre i suoi tassi d'interesse di riferimento e ad aumentare le sue
operazioni di rifinanziamento, la BCE ha adottato strumenti innovativi quali indicazioni
prospettiche e le operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (OMRLT);
9.
ritiene che il meccanismo di trasmissione non stia funzionando correttamente e che gli
strumenti di politica monetaria utilizzati dalla BCE dall'inizio della crisi, pur offrendo
un atteso sollievo ai mercati finanziari in difficoltà, non si siano dimostrati efficaci nella
lotta contro la frammentazione dei mercati finanziari, nello stimolo della crescita e nel
miglioramento della situazione del mercato del lavoro; esorta la BCE a garantire una
maggiore sintonia delle sue politiche con l'economia reale, in particolare in relazione
alle PMI;
10.
accoglie con favore le misure annunciate dalla BCE intese a rafforzare il funzionamento
del meccanismo di trasmissione della politica monetaria; riconosce che le OMRLT
introducono per la prima volta un legame tra i prestiti al settore privato non finanziario
concessi dalle banche e l'importo del rifinanziamento che le banche possono chiedere;
11.
osserva che la BCE ha annunciato che acquisterà attività cartolarizzate (asset-backed
securities, ABS) e obbligazioni garantite (covered bonds) al fine di consentire l'effetto
di facilitazione del credito delle OMRLT; sottolinea che tali interventi sul mercato delle
ABS devono essere effettuati in modo trasparente per non esporre a rischi eccessivi il
bilancio della BCE;
12.
sottolinea la propria preoccupazione per la notevole frammentazione delle condizioni di
finanziamento delle PMI in tutti i paesi dell'area dell'euro nonché per il divario esistente
tra i tassi di finanziamento concessi alle PMI e quelli concessi alle imprese più grandi;
insiste sul fatto che questi problemi di lunga data non vengono affrontati in modo
adeguato dalle recenti misure annunciate dalla BCE per rilanciare il prestito bancario e
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che la BCE dovrebbe valutare la possibilità di istituire un programma specifico a
sostegno dell'accesso al credito da parte delle PMI;
13.
sottolinea che, con le misure annunciate nel giugno 2014, si prevede che il bilancio della
BCE si avvicini alle dimensioni che aveva all'inizio del 2012; osserva che questo
aumento previsto richiede un atteggiamento molto vigile da parte della BCE per quanto
riguarda i rischi di credito a cui è in definitiva esposta;
14.
plaude al fatto che la BCE abbia ribadito la propria disponibilità a fare uso di strumenti
aggiuntivi non convenzionali nell'ambito del suo mandato e a modificare la portata e il
contenuto dei suoi interventi, nel caso di un periodo eccessivamente lungo di bassa
inflazione;
15.
sottolinea la necessità di non sopravvalutare l'impatto sull'economia reale delle misure
non convenzionali di politica monetaria attualmente in uso; sottolinea che tali misure
sono di natura transitoria e che il loro principale vantaggio consiste nell'offrire agli Stati
membri il tempo di consolidare la loro situazione finanziaria e di attuare le riforme
strutturali che creeranno le condizioni per la ripresa dell'attività economica;
16.
osserva che la conduzione di politiche monetarie non convenzionali per un periodo di
tempo prolungato crea distorsioni sul mercato dei capitali; chiede alla BCE di trovare il
giusto equilibrio tra il pericolo di abbandonare troppo presto questa politica monetaria
accomodante e i rischi connessi alla scelta di procrastinare ulteriormente tale decisione;
17.
ricorda che la politica monetaria da sola non può stimolare la domanda aggregata a
meno che non sia accompagnata da adeguate riforme e politiche nazionali di bilancio e
strutturali;
18.
ricorda che, come sancito dai trattati, l'indipendenza della BCE nella conduzione della
sua politica monetaria è fondamentale per il mantenimento della stabilità dei prezzi;
19.
ritiene che la complessità degli strumenti di politica monetaria rendano difficile la
comprensione delle azioni della BCE da parte dei cittadini dell'area dell'euro; chiede
alla BCE di intensificare i suoi sforzi di comunicazione al fine di rendere le sue azioni
più trasparenti;
Stabilità finanziaria
20.
plaude al fatto che, il 4 novembre 2014, il meccanismo di vigilanza unico (MVU),
primo pilastro dell'Unione bancaria, sia divenuto pienamente operativo; osserva che
questo importante passo avanti nel processo di integrazione finanziaria in Europa è stato
compiuto grazie al buon esito dei lavori preparatori, compreso l'esame della qualità
degli attivi;
21.
sottolinea che il MVU contribuisce a garantire la fiducia nel settore bancario dell'area
dell'euro e pertanto la stabilità finanziaria; ricorda che la responsabilità democratica del
nuovo MVU nei confronti del Parlamento è fondamentale per garantire la credibilità del
nuovo regime di vigilanza; sottolinea pertanto l'importanza dell'accordo
interistituzionale tra il Parlamento e la BCE, concluso nel novembre 2013, sulle
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modalità pratiche dell'esercizio della responsabilità democratica sul MVU nonché della
sua piena attuazione;
22.
osserva che, nonostante la redditività relativamente bassa, le banche dell'area dell'euro
hanno continuato costantemente a rafforzare le loro posizioni patrimoniali mediante una
combinazione di aumenti di capitale e riduzioni di attività ponderate per il rischio;
23.
è preoccupato per la continua dipendenza di molte banche dell'area dell'euro dai
finanziamenti della Banca centrale;
24.
fa notare che le operazioni relative ai titoli di Stato continua a costituire un'importante
fonte di profitto per le banche dell'area dell'euro, anche se i crediti al settore privato non
finanziario rimangono fiacchi;
25.
ricorda che il meccanismo di risoluzione unico (MRU), secondo pilastro dell'Unione
bancaria, entrerà in vigore entro l'inizio del 2015; sottolinea la necessità di continuare a
sviluppare il terzo pilastro dell'Unione bancaria;
26.
incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla
Commissione nonché alla Banca centrale europea.
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