CORRIERE-renzi

Del 03 Dicembre 2014
Estratto da pag. 10
Italicum, mossa di Renzi «Approviamolo subito, ma in vigore nel 2016»
Il leader concede un anno e frena Berlusconi: nessun collegamento con la riforma del Senato
DAL NOSTRO INVIATO ALGERI Ha parlato di gas, di Libia, del rapporto «strategico» con l’economia
algerina, poi, pochi istanti prima di lasciare il palazzo presidenziale di Abdelaziz Bouteflika, al termine della
visita, Renzi si ferma per una attimo e si concede alle domande sulle riforme italiane. La novità è una
bocciatura: nessun rapporto è possibile fra riforma elettorale e riforme costituzionali, come chiede Berlusconi,
non è immaginabile alcun congelamento delle norme in discussione al Senato e che riguarderanno le prossime
elezioni.
Il premier scandisce le parole, smentendo le indiscrezioni degli ultimi giorni: «È assolutamente inaccettabile il
collegamento tra riforma della legge elettorale e riforma costituzionale, come se questa fosse una forma di
clausola capace di condizionare l’entrata in vigore della legge elettorale, è un’ipotesi che non esiste, andrebbe
contro la Costituzione, chi ha seguito i lavori parlamentari sa che questo tipo di emendamento è già stato
bocciato».
Insomma le richieste di Forza Italia, di tutti coloro che hanno avanzato un binario parallelo e in qualche modo
simmetrico nel tempo fra le due riforme, vanno respinte. Ma c’è anche un’ulteriore novità: «Si può decidere
che la legge elettorale entri in vigore dal primo gennaio 2016. Quindi, una clausola sui tempi si può fare, ma
non collegamento tra le due riforme». La traduzione appare un’offerta politica precisa, e ristretta, al Cavaliere:
un anno di tempo per decidere se vuole collaborare alle riforme istituzionali, ma senza fermare quella
elettorale. Poi, in qualche modo, nel 2016, ognuno sarà libero di trarre le conseguenze che vorrà.
Ovviamente il premier si affretta anche a precisare che «anche nel caso di una clausola di salvaguardia sui
tempi e di una legge elettorale che entri in vigore a gennaio 2016, la nuova legge elettorale sarà utilizzata nel
2018. Però va fatta subito perché è troppo tempo che aspettiamo. Sono tante le riforme, stiamo cambiando
l’Italia e dobbiamo andare avanti con determinazione». Insomma la garanzia scritta che non si voti ancora per
un anno, o un anno e mezzo, è pronto a darla, di più può solo dichiararlo.
Il motivo della visita ad Algeri è l’acquisizione del gruppo Lucchini, il secondo produttore siderurgico italiano,
da parte del gruppo Cevital: mentre a Roma il ministero dello Sviluppo economico autorizza il commissario
attuale del gruppo ad accettare l’offerta algerina (prevalsa su quella del gruppo indiano Jsw), Renzi discute
degli ultimi dettagli, e delle garanzie di rilancio, con il primo ministro a pranzo e con il presidente nel
pomeriggio. «La relazione con Algeri è strategica», aggiunge, «siamo pronti ad accogliere gli imprenditori
algerini», che hanno assicurato sia un rilancio dell’occupazione che una diversificazione delle attività. Cevital
conta di investire in Italia 400 milioni di euro, in Algeria produce fra gli altri zuccheri, olio e altri prodotti del
settore agroalimentare. C’è anche tempo per non dirsi preoccupato dello stop al progetto di gasdotto
Southstream, «il futuro corridoio energetico sarà quello Nord-Sud». Come dire che Mosca è un po’ meno
strategica di quanto finora abbiamo pensato. Marco Galluzzo