Italiani divisi sulla valutazione delle riforme istituzionali proposte dal

Italiani divisi sulla valutazione delle riforme
istituzionali proposte dal governo
La riforma della legge elettorale e quella del Senato costituiscono una
parte saliente dei temi discussi nel recente incontro tra Berlusconi e
Renzi. E rappresentano alcuni degli obiettivi più importanti che il
presidente del Consiglio si è proposto di realizzare già nei prossimi mesi.
Le riforme istituzionali sono dunque prepotentemente all’ordine del
giorno e inevitabilmente trovano largo spazio nei giornali e negli altri
media.
Ma come ha reagito la popolazione a tutto ciò? E qual è l’opinione degli
italiani sui più recenti orientamenti del governo riguardo a queste
riforme?
Sia la riforma elettorale, sia quella del Senato sono, come si sa,
connotate da molti elementi tecnici, di difficile comprensione per i non
addetti.
Concetti
come
“premio
di
maggioranza”
o
“soglia
di
sbarramento” – ma anche “maggioritario” o “proporzionale” – sembrano
ovvi a chi si occupa di questi temi, ma non lo sono per una buona parte
degli italiani.
Ciò potrebbe suggerire un disinteresse di questi ultimi verso il dibattito in
corso, ritenuto troppo complicato. E invece non è così. È vero che il 30%
degli italiani dichiara di non avere seguito la vicenda delle riforme
“Le riforme istituzionali” 14 novembre 2014
istituzionali. Ma si tratta di coloro che solitamente si occupano meno di
politica: i più anziani (specie, pensionati e casalinghe) e chi possiede un
titolo di studio meno elevato.
Gli italiani e le riforme istituzionali
Grafico 1 - Valori percentuali
La gran parte degli elettori ha, invece, cercato di comprendere le novità
delle ultime proposte. Anche se poco più del 15% dichiara con
franchezza che si tratta di “una materia troppo complicata” (lo dicono,
ancora una volta in misura maggiore, le casalinghe e coloro che non si
occupano di politica).
Ma la prevalenza degli italiani si sente in grado di esprimere un giudizio.
E le valutazioni in merito alle due proposte di riforma (elettorale e
Senato) mostrano una spaccatura tra la popolazione. La maggioranza
relativa degli intervistati (28%) si dichiara favorevole all’una e all’altra,
anche se la gran parte ritiene che siano necessarie ulteriori modifiche a
quanto sinora progettato. Ma a questi si contrappone una percentuale
non tanto distante (22-25%) del tutto contraria alle riforme proposte.
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“Le riforme istituzionali” 14 novembre 2014
La riforma elettorale
Grafico 2 - Valori percentuali
La riforma del Senato
Grafico 3 - Valori percentuali
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proposte dal governo
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“Le riforme istituzionali” 14 novembre 2014
Come era facile aspettarsi, le approvazioni, sia per quello che riguarda la
riforma della legge elettorale, sia per quella del Senato, sono molto più
frequenti nell’elettorato del Pd, il partito del presidente del Consiglio. Qui
esse raggiungono percentuali superiori al 40%. Anche se circa un quinto
degli elettori del Pd mostra di non approvare le riforme proposte: un
altro indicatore delle fratture esistenti nel partito.
Diversa è la situazione nelle altre forze politiche. Sulla legge elettorale,
all’interno di FI, i favorevoli superano leggermente i contrari, mentre vi è
una più larga approvazione per ciò che concerne la riforma del Senato.
Ovviamente, tra i leghisti e (ma in maniera meno netta) gli elettori del
Movimento 5 Stelle, prevale l’opposizione alle riforme (anche se il 1519% dei leghisti e il 20% dell’M5S appare invece favorevole).
La riforma elettorale
tra l’elettorato di…
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Grafico 4 - Valori percentuali
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“Le riforme istituzionali” 14 novembre 2014
La riforma del Senato
tra l’elettorato di…
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Grafico 5 - Valori percentuali
Nell’insieme, il quadro appare, dunque, molto frammentato. Ad una
prevalenza di opinioni favorevoli alle riforme, si contrappone, anche
all’interno degli elettori dei partiti di maggioranza, una cospicua fronda di
contrari. Questi ultimi sembrano però originare la loro posizione più sulla
base di un giudizio (o di un pregiudizio) politico, che di un dissenso nel
merito delle proposte presentate.
Nel caso della legge elettorale, ad esempio, la netta maggioranza degli
elettori si dimostra infatti d’accordo sui tratti salienti della riforma. Quasi
il 70% è favorevole alle “quote rosa” e all’istituzione della soglia di
sbarramento (che nel sondaggio abbiamo ipotizzato al 3%). Ancora, il
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“Le riforme istituzionali” 14 novembre 2014
57% approva l’istituzione delle preferenze, mentre un consenso inferiore
(50%) – ma sempre maggioritario – viene assegnato al premio di
maggioranza (per il quale abbiamo ipotizzato il vincolo del 40% dei voti).
I tratti salienti della riforma elettorale
-
Grafico 6 - Valori percentuali
Anche
in
questo
caso,
naturalmente,
si
riscontrano
all’interno
dell’elettorato diverse posizioni. Ad esempio, il premio di maggioranza è
più gradito a chi ha titoli di studio più elevati e appare invece osteggiato
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dagli elettori di NCD e Lega Nord. E la soglia di sbarramento risulta
ovviamente meno favorita dagli elettori dei partiti più piccoli.
Soglia di sbarramento al 3% per tutti i partiti
tra l’elettorato dei partiti che raggiungono…
Grafico 7 - Valori percentuali
In generale, tuttavia, i singoli cardini portanti della riforma elettorale
sembrano trovare il consenso dei cittadini. In misura anche maggiore
della riforma nel suo insieme.
Nota metodologica
Sondaggio ISPO Ricerche S.r.l.; Campione rappresentativo della popolazione italiana
maggiorenne; Estensione territoriale: nazionale; Metodo: CATI; Data di rilevazione: 12
novembre 2014.
La documentazione completa è disponibile sul sito www.sondaggipoliticoelettorali.it
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