RICERCA E PIL LA RETTA VIA

Data: 29/10/2014 | Testata: Corriere del Trentino | Pagina: 1
La svolta necessaria
RICERCA E PIL LA RETTA VIA
In una recente intervista a un quotidiano locale, Alessandro Olivi, ha svolto alcune considerazioni che meritano di
essere riprese. Il vicepresidente della Provincia è partito da un dato: «Il Pil del Trentino è stagnante da tempo, questo è
il vero problema». Credo abbia ragione. Il dibattito pubblico sembra concentrato sulla necessità di affrontare la
riduzione dei bilanci provinciali, ossia sull'obiettivo di uscire dalla «logica dell'avanzo di amministrazione» che imponeva
di spendere tutte le risorse disponibili, alimentando così la tendenza a vivere di contributi pubblici. Il problema invece è
far crescere il Pil per garantire i livelli di benessere cui siamo abituati. Olivi, poi, ha toccato un'altra questione: «Fino a
oggi il mondo della ricerca non ha prodotto risultati proporzionali agli investimenti che la Provincia ha garantito. La
mancanza di una governance politica e strategica ha prodotto troppe "zone franche" e "piccoli santuari". Occorre guidare
i processi affinché, con le risorse della Provincia, non si alimentino solo carriere personali e pubblicazioni scientifiche,
ma impatti concreti in termini di valore economico e sociale a favore del territorio». Non so se i fondi provinciali siano
stati usati da taluno per fare carriera; naturalmente non posso escluderlo, anzi sarebbe importante che l'esistenza di
simili episodi venisse, se del caso, resa pubblica. Ma Olivi ha ragione a sollevare il tema del rapporto tra ricerca e
crescita. Se occorre fare sacrifici è giusto che il mondo della ricerca faccia la propria parte (pur nella consapevolezza
che forse è stato fatto il passo più lungo della gamba). Al tempo stesso, però, occorre chiarire una volta per tutte cosa
ricerca e università possano realmente fare per aumentare la ricchezza nell'immediato. A lungo è stata alimentata l'idea
che l'investimento in ricerca conduca automaticamente all'aumento del Pil. Non è così. Università e ricerca producono
tante cose: capitale umano, capitale sociale, ricerca di base e anche brevetti sfruttabili commercialmente. Il governo del
sistema non significa stabilire chi deve sedere nei consigli di amministrazione ma, una volta fatte salve le funzioni
proprie di università ed enti di ricerca, definire bene gli ambiti verso i quali indirizzare i fondi pubblici con la
ragionevole aspettativa che producano ricadute economiche. Alcune scelte fatte in passato non sono andate in tale
direzione. Bisognerebbe avere il coraggio di cambiare strada. Per fare davvero l'interesse del Trentino.
Ritaglio stampa ad esclusivo uso del destinatario, non riproducibile
di Giovanni Pascuzzi
Documento generato da Università di Trento (Università di Trento) il 29/10/2014 alle 09:02:06
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