Indicazioni per chi sta progettando edifici isolati alla base Punto di arrivo della fase preliminare: dimensionamento delle sezioni e determinazione del periodo della struttura sovrastante l’isolamento con la formula di Rayleigh. Il periodo calcolato è quello della cosiddetta “struttura a base fissa” cioè quello che si avrebbe se non ci fossero gli isolatori. Mi soffermo su due aspetti: − Dimensionamento degli isolatori − Modellazione della struttura con isolatori Dimensionamento degli isolatori 1. Scelta del periodo della struttura isolata La struttura isolata deve avere un periodo fondamentale Tiso almeno pari a tre volte quello della struttura a base fissa. Poiché il valore calcolato con la formula di Rayleigh potrebbe essere non preciso (oppure le masse stimate potrebbero essere un po’ diverse da quelle reali) conviene abbondare leggermente nell’assegnare Tiso. 2. Rigidezza complessiva (massima) degli isolatori La struttura isolata si comporta sostanzialmente come uno schema a un grado di libertà e quindi M Tiso = 2 π K La massa totale è nota (somma delle masse di tutti gli impalcati) e Tiso è stato assegnato. Quindi si può calcolare la rigidezza complessiva degli isolatori 2 2 π M K = T iso 3. Scelta degli isolatori È opportuno realizzare gli isolatori tutti uguali (per motivi economici). Il loro numero sarà al massimo pari a quello dei pilastri, ma spesso anche minore (perché sotto alcuni pilastri si possono mettere “slitte” ovvero elementi che consentono liberamente spostamento). La scelta viene fatta utilizzando le tabelle fornite dalle ditte costruttrici (ad esempio quella nella slide 121 della presentazione sull’isolamento). La scelta è condizionata da: − Sforzo normale massimo che può portare l’isolatore (Vmax in assenza di sisma, Vsisma in presenza di sisma). La capacità portante deve essere maggiore dei valori che avete stimato (ovviamente, escludete i pilastri sotto i quali metterete slitte). − Spostamento di progetto. La tabella riporta il valore Smax, che dovrà essere non superiore al valore corrispondente al periodo Tiso. Ricordo che lo spostamento spettrale SDe(Tiso) può essere ricavato dall’accelerazione spettrale Se(Tiso), con la relazione T S De (Tiso ) = S e (Tiso ) iso 2 π 2 Nota: la normativa impone di controllare gli spostamenti degli isolatori per SLC. Non ricordo se i valori Smax delle tabella vanno usati per confronto con SLV o SLC (chiedere a Rossi). − Rigidezza laterale dell’isolatore, che deve essere non superiore a quella richiesta (pari a rigidezza totale innanzi calcolata diviso il numero di isolatori). Nota: con riferimento alla slide 121, a me sembra che debba essere la colonna indicata col 6, anche se la didascalia indica quella col 7 (chiedere a Rossi). 4. Posizione degli isolatori Il problema della posizione nasce se il numero degli isolatori è inferiore a quello dei pilastri (situazione molto frequente). Occorre fare in modo che il baricentro delle rigidezze degli isolatori sia il più possibile vicino a quello delle masse (ovvero sostanzialmente il baricentro della figura geometrica dell’impalcato, inclusi sbalzi). Operativamente, conviene organizzare un foglio di calcolo per il baricentro delle rigidezze. Create più colonne: − Numero del pilastro − Rigidezza dell’isolatore (il valore in assoluto non conta, potete mettere 0 se non c’è, 1 se c’è) − Ascissa del pilastro − Ordinata del pilastro − Momento statico della rigidezza rispetto all’asse x − Momento statico della rigidezza rispetto all’asse y Sommate rigidezze e momenti statici. Le coordinate del baricentro sono il rapporto tra momento statico e rigidezza totale. A questo punto potete provare a disporre gli isolatori (mettendo opportunamente 0 e 1) fino ad ottenere la posizione del baricentro migliore possibile. Ricordate di mettere preferibilmente gli isolatori sul contorno per avere buona rigidezza torsionale. Lo studio del posizionamento può interagire con la scelta degli isolatori, perché il baricentro è dato dalla posizione e dal numero di isolatori che disponete e potreste accorgervi che il risultato migliora con un certo numero anziché un altro. 5. E alla fine… Fatte le scelte avete la reale rigidezza totale del sistema di isolamento, che userete nei calcoli. Modellazione della struttura con isolatori Il programma Tel2008 non prevede esplicitamente gli isolatori, quindi dovrete usare qualche artificio per descriverli. Un consiglio che do è di utilizzare per quanto possibile telai a maglie rettangolari e non telai generici, perché i primi richiedono meno dati di input e forniscono risultati più facilmente leggibili. Faccio per un attimo riferimento ad uno schema piano. A rigore, una struttura isolata alla base andrebbe modellata con carrelli alla base ed una molla che rappresenta gli isolatori, come in fig. A. carrello A molla mensola pendolo B Per usare un modello di telaio a maglie rettangolari è però conveniente usare il modello disegnato a destra (B). Al di sotto del primo traverso (quindi in corrispondenza del piano interrato) sono disposti pendoli inestensibili (sezioni tipo G con area grande, ad esempio 10 m2, e momento d’inerzia nullo) che simulano il carrello. È poi aggiunta una pilastrata che ai piani superiori ha aste di tipo 0, cioè non esistenti, ed al primo livello un pendolo come trave ed un’asta verticale che lavora come mensola come pilastro. Quest’asta (sempre tipo G) deve avere un momento d’inerzia I* tale che la rigidezza della mensola (che vale 3 E I* / h3) sia uguale alla somma delle rigidezze degli isolatori. Lo stesso criterio si può applicare nel telaio spaziale, descrivendolo come insieme di telai a maglie rettangolari con la modellazione sopra descritta. Nota: in realtà così facendo c’è un errore dal punto di vista rotazionale, perché gli isolatri vengono assegnati due volte, una in direzione x e l’altra in direzione y. Ma l’obiettivo è far si che non vi siano rotazioni rilevanti, quindi ritengo sia accettabile.
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