Punto di confronto / Il dibattito Il dibattito La legge delega da attuare raccontata dal direttore del magazine Vita, che ha seguito fin dall’inizio e da vicino i lavori del governo Renzi riccardo bonacina «Il Terzo Settore con la riforma sarà un motore per il Paese» Nella foto: Riccardo Bonacina, direttore responsabile del mensile VITA 20 Di Antonio Girardi Riccardo Bonacina, direttore responsabile di VITA - il primo, e unico, magazine dedicato interamente a chi fa volontariato - e tra i più acuti osservatori del mondo del non profit in Italia, ha seguito da vicino le fase della “gestazione” e del “parto” della legge delega con cui il governo ha approvato quest’estate la riforma del Terzo Settore. Bonacina, ci racconti come è nato il provvedimento e a quali attese risponde. Annunciata il 12 aprile scorso, il Governo, secondo quello che è ormai un suo vero e proprio metodo di dialogo con la società e i corpi intermedi, il 12 maggio aveva proposto un testo con le linee guida della riforma lasciando un mese per la consultazione e discussione prima di approdare in Consiglio dei ministri. Un mese ricchissimo di incontri, discussioni e di produzione di contributi e documenti (oltre mille inviati alla mail terzosettorelavoltabuona@lavoro. gov.it). Incontri e contributi densi di contenuti e, nella gran parte, di qualità. Segno della grande aspettativa rispetto a una riforma complessiva, che dopo gli anni dell’umiliazione e della marginalità programmata e programmatica, finalmente chiama il Terzo Settore ad essere al centro e motore del cambiamento. Si spiega anche così l’effervescenza di questi due mesi che ha sorpreso anche un cronista di settore e di lungo corso come il sottoscritto. I contenuti delle linee guida erano davvero buoni e ambiziosi nei tre obiettivi che perseguivano, citiamo dal documento: a) Il mondo del Terzo Settore può fornire un contributo determinante al cambiamento del Paese, per la sua capacità di essere motore di partecipazione e di autoorganizzazione dei cittadini, coinvolgere le persone, costruire legami sociali, mettere in rete risorse e competenze, sperimentare soluzioni innovative; b) Un secondo obiettivo è valorizzare lo straordinario potenziale di crescita e occupazione insito nell’economia sociale e nelle attività svolte dal Terzo Settore, che a ben vedere è l’unico comparto che negli anni della crisi ha continuato a crescere; c) Il terzo obiettivo della riforma è di premiare in modo sistematico con adeguati incentivi e strumenti di sostegno tutti i comportamenti donativi o comunque prosociali dei cittadini e delle imprese, finalizzati a generare coesione e responsabilità sociale. Obiettivi che chiedono di mettere mano profondamente alla stratificazioni di leggi (ben 14!), 3.2014 20-23_Dibattito_L.indd 20 27/10/14 17:50
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