I servizi sociali e alla persona come volano per la

OSSERVATORIO LEGISLATIVO
osservatorio
a cura di Manageritalia
LICENZIAMENTI COLLETTIVI APPLICATI AI DIRIGENTI
ontinua l’iter del disegno di legge “Disposizioni per
l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – legge europea
2013 bis” – che all’art. 16, ricordiamo, prevede l’estensione ai dirigenti delle procedure di informazione e consultazione sindacali relative ai licenziamenti collettivi e i
criteri di scelta dei dipendenti da licenziare. Il disegno di
legge è stato approvato in prima lettura dalla Camera lo
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scorso giugno, modificato dal Senato il 17 settembre ed
è tornato alla Camera in seconda lettura il 18 settembre.
Al momento l’art. 16 è rimasto identico. Confidiamo in
una rapida approvazione del provvedimento, che segnerebbe un importante riconoscimento giuridico per la categoria.
Testo ddl: http://bit.ly/1Dwh702
I servizi sociali e alla persona come volano per
la ripresa dell’occupazione in Italia
stata presentata contemporaneamente al Senato e alla Camera la proposta di legge per l’istituzione del voucher-buono universale per i servizi alla persona e alla famiglia, firmata da un gruppo di
parlamentari appartenenti a diversi schieramenti.
Il progetto, promosso dall’Istituto Sturzo, si ispira al
modello francese dei “Chèque emploi service universel” (Cesu) con l’obiettivo di migliorare l’accesso
di famiglie e lavoratori ai servizi di protezione sociale per la cura di bambini, anziani non autosufficienti, persone con disabilità o per aiuti domestici. Si vorrebbe massimizzare l’efficacia della spesa che già
oggi le famiglie effettuano autonomamente con un
provvedimento di equità fiscale che rende possibile
una detrazione parziale degli oneri sostenuti.
L’introduzione di tale meccanismo potrebbe consentire la progressiva emersione di lavoratori che
prestano in nero servizi di assistenza e cura, nonché
occupazione aggiuntiva. La proposta prevede, inoltre, l’estensione anche alle piccole e medie imprese
degli strumenti di welfare aziendale attraverso l’utilizzo di voucher-buoni universali per prestazioni sociali. Infine, lo stesso meccanismo potrà essere utilizzato dalle amministrazioni pubbliche al fine di rendere più semplice e immediato l’intervento sociale.
Le famiglie potranno acquistare questi voucher universali, emessi da società concessionarie, e godere di
È
una detrazione fiscale pari al 33% (fino a un massimo
di € 8.000) dell’acquisto effettuato. I voucher verrebbero quindi utilizzati dalle famiglie per pagare collaboratori, imprese, cooperative, asili nido, centri per anziani, organizzazioni del terzo settore e del volontariato accreditate, che a loro volta possono riscuotere i
voucher presso gli istituti bancari convenzionati.
Sulla base di una ricerca del Censis, l’impatto economico dell’istituzione del voucher universale sarebbe
sostenibile con un saldo a carico dello stato al di sotto dei 300 milioni di euro per il primo anno di applicazione della legge e, dopo cinque anni, la platea di
famiglie in grado di accedere ai servizi socio-assistenziali dovrebbe crescere di 482mila unità, il numero di
lavoratori beneficiari dei servizi di welfare aziendale
salire da 127mila a 858mila, l’emersione del lavoro
irregolare raggiungere le 326mila unità, mentre l’occupazione aggiuntiva è valutabile in non meno di
315mila nuovi occupati.
I promotori delle proposte di legge ritengono di conseguenza che, se opportunamente promossi attraverso questo voucher universale, i servizi alla persona possano diventare uno dei volani più importanti
della ripresa dell’occupazione nel nostro Paese.
Testo AC 2492: http://bit.ly/1pLsQh0
Testo AS 1535: http://bit.ly/1lBn0Dj
Il decreto “sblocca Italia” del governo e l’export manager
l 29 agosto, il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge contenente misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del
dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive. Il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del
12 settembre ed è entrato in vigore il giorno successivo.
Il pacchetto prevede, tra le altre norme, il lancio di un “Piano per la promozione straordinaria del Made in Italy e l’attrazione degli investimenti in Italia” per oltre 270 milioni di euro nel triennio 2015-2017, attraverso interventi mirati di diffusione e promozione delle produzioni italiane in campo industriale e agro-alimentare.
Con la norma contenuta nell’art. 30, “promozione straordinaria del Made in Italy e misure per l’attrazione degli investimenti”, si è scelto di legare la promozione a significativi incentivi all’innovazione per le imprese coinvolte, anche attra-
I
verso l’assunzione di figure professionali specializzate
nei processi di internazionalizzazione (export manager).
La questione aperta è come fare a convincere le troppe aziende che sono prive di manager che questi sono indispensabili per la competitività e la crescita e come renderle consapevoli dell’opportunità, in un sistema economico sempre più in
rete, di dotarsi di presenza, cultura e capacità manageriali anche secondo modalità flessibili e modulabili nel tempo a seconda di bisogni e dimensione aziendale.
Proprio nell’ottica di costruire una maggiore competenza per
l’internazionalizzazione delle piccole e medie aziende italiane, non possiamo che essere concordi con questa proposta
di promuovere i voucher per export manager appositamente
formati al fine di portare una competenza che manca nelle
realtà più piccole.
Testo ddl: http://bit.ly/1rtp7dr
Esodati: la sesta salvaguardia è legge
l Parlamento ha messo il piede sull’acceleratore sul tema esodati. Il Senato ha definitivamente approvato la salvaguardia per coloro che
avrebbero acquisito la pensione al 6 gennaio 2016.
La misura, che costerà oltre 11,5 miliardi, consentirà a 32.100 lavoratori
di andare in pensione con le stesse regole in vigore prima della riforma
Fornero, spostando dal 6 gennaio 2015 al 6 gennaio 2016 il termine entro cui dovrà aprirsi la “finestra mobile” per accedere alla pensione.
La soluzione è apparentemente interessante, ma non risolutiva. Molti
lavoratori resteranno infatti esclusi anche dalla nuova normativa e quindi il rischio è quello di non offrire una soluzione definitiva, ma di varare l’ennesima misura-tampone. Il problema si potrebbe risolvere in maniera più semplice, ferma restando la proroga al 6 gennaio 2016, stabilendo che, invece di riferirsi alla data di liquidazione della pensione, ci
si debba riferire alla data di maturazione del diritto alla pensione, ovvero dei requisiti di anzianità contributiva e di età anagrafica, senza tenere conto anche delle cosiddette “finestre di decorrenza” che, a seconda della tipologia di lavoratori, possono essere pari a 12, 15, 18 o anche a 21 mesi.
Abbiamo interessato alcuni componenti della Commissione lavoro del
Senato per chiedere la modifica del testo all’esame; in commissione è
stato però raggiunto un accordo tra i gruppi parlamentari di non presentare emendamenti per approvare il testo così come è stato licenziato dalla Camera, al fine di dare un segnale forte a coloro che sono senza alcun tipo di reddito. Riformuleremo le nostre proposte in occasione
del disegno di legge di stabilità.
Segnaliamo che nella seduta del 24 settembre della Commissione è sta-
I
to accolto dal governo l’ordine del giorno G/1558/1/11 (testo 2) presentato dal senatore Ichino.
L’ordine del giorno prevede l’avvio di un’indagine conoscitiva, presso la
Commissione stessa, che verifichi tutti quei casi ancora meritevoli di salvaguardia tra coloro che hanno perso il posto per effetto di accordi di
incentivazione all’esodo stipulati prima della riforma pensionistica.
Lo stesso atto impegna poi il governo a sviluppare “un insieme organico
di interventi volti a incentivare e facilitare la permanenza e/o il reinserimento dei cinquantenni e dei sessantenni nel tessuto produttivo con forme di flessibilizzazione dell’età del pensionamento, di combinazione del
lavoro a tempo parziale con pensionamento parziale, di incentivo economico alle iniziative delle imprese volte a ridisegnare le posizioni di lavoro
in funzione della migliore valorizzazione delle doti di esperienza, equilibrio e affidabilità delle persone nell’ultima fase della loro vita attiva” ecc.
Abbiamo sollevato qualche perplessità sull’opportunità di questa indagine, che potrebbe senz’altro chiarire finalmente la quantificazione di
coloro che sono rimasti esclusi dalle deroghe, ma allungherebbe troppo i tempi per un nuovo intervento.
Manageritalia, al contrario, ha chiesto ad alcuni parlamentari di intervenire subito, con la prossima legge di stabilità. Siamo invece favorevoli all’adozione da parte del governo di politiche di active ageing, come
ad esempio la staffetta intergenerazionale, misura più volte sostenuta
dalla Federazione, per la quale sono state appostate discrete risorse economiche che le regioni finora non hanno saputo utilizzare.
Testo ddl: http://bit.ly/Y1m4xk
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