PLM: la nuova frontiera di Massimo Fucci Al giorno d’oggi, la globalizzazione ha dato un notevole impulso alla competizione e, di conseguenza, alle Aziende viene richiesto di fare di più, meglio ed a costi inferiori. Questa equazione ben difficilmente può essere risolta se non si interviene e non si instaura una politica di ottimizzazione dei processi, di gestione della conoscenza aziendale e quindi del processo di sviluppo dei prodotti: il prodotto fa crescere le Aziende, l’ottimizzazione e l’integrazione dei processi consentono un’adeguata risposta alla variazione delle esigenze di mercato e di margini aziendali. In un mercato caratterizzato dalla globalizzazione, le PMI debbono rivedere le proprie strategie in maniera da operare in una competizione che vede il modello di azienda in rete come un elemento irrinunciabile. La strada da percorrere non è soltanto legata alle tecnologie, ma anche organizzativa e manageriale: vanno realizzati ambienti collaborativi in grado di consentire da un lato una perfetta sincronia tra Azienda, partners e subfornitori e dall’altro la generazione e la distribuzione delle conoscenze aziendali. In questo contesto, l’adozione di soluzioni PLM è di importanza fondamentale, anche perché le PMI risultano le più esposte. L’obiettivo è dunque: riportare la focalizzazione dell’industria manifatturiera italiana verso il prodotto ed i processi che ne regolano l’intero ciclo di vita, dalla corretta comprensione delle esigenze di mercato, alla loro traduzione in funzionalità e caratteristiche di prodotto, alla capacità di produrre e distribuire con il corretto time-to-market fino al processo di smaltimento e/o riutilizzo dei prodotti o parti di essi. Questa ricetta ha già fornito buoni risultati in quei settori particolarmente pressati da situazioni di mercato congiunturali e/o strutturali non favorevoli, si è già mosso in tal senso, raggiungendo risultati di soddisfazione. 1 Innovazione, competizione ed integrazione debbono diventare, in questo contesto, il leit motif di ogni attività del management della nostra industria manifatturiera, poiché la risposta al mercato non può più essere “locale”. In buona sostanza, nell’adozione di soluzioni PLM figlie di una visione Aziendale focalizzata a 360 gradi sul prodotto. I risultati ottenibili da questa operazione appaiono evidenti: sotto gli occhi di tutti l’inversione di tendenza dell’industria automobilistica nazionale, che è riuscita a ribaltare una situazione di oggettiva difficoltà e ad imprimere un’accelerazione alle proprie vendite in Italia ed all’estero, grazie ad un’azione industriale (finalmente!) frutto di una focalizzazione nello sviluppo di nuovi prodotti, pensati per le esigenze di mercato e resi disponibili in tempi e qualità appetibili. Il mercato PLM delle soluzioni IT, anche nel 2006, come confermato dalle elaborazioni preliminari dell’XI Studio annuale di Pentaconsulting (www.pentaconsulting.it), ha evidenziato ancora una crescita anche se più lieve di quanto accaduto lo scorso anno. In particolare, se si considerano i due principali segmenti del mercato PLM, si conferma la presenza di due dinamiche molto differenti: il segmento CAx (Computer Aided, dove “x” sta per Design, Manufacturing, Engineering, etc. e sintetizza tutti gli acronimi legati allo sviluppo, alla simulazione e alla fabbricazione dei prodotti) ha mostrato una crescita modesta, sostanzialmente ristretta a qualche punto percentuale. Il segmento xDM (dove “x” sta per Product, Collaborative, etc. e sintetizza tutti gli acronimi relativi alla gestione e distribuzione dei dati di prodotto) conferma una certa vitalità soprattutto nella sua componente legata ai servizi a valore aggiunto di varia natura: sviluppi, integrazione, formazione. Tutti ingredienti necessari ad una corretta messa a regime della soluzione e per l’ottenimento dei benefici attesi. A questo proposito, vale la pena sottolineare come, nel budget di acquisto di una soluzione PLM, la componente servizi non solo deve essere contemplata, ma deve anche essere di entità non trascurabile all’interno 2 della fornitura: se ciò non accade, vale la pena di interrogarsi e di comprendere bene quali siano le ragioni alla base di una tale situazione. La spiegazione, una volta tanto, sta nella logica delle cose: una soluzione PLM fornisce i benefici che non scaturiscono dal semplice acquisto di tecnologie e applicazioni, ma visto l’inevitabile impatto organizzativo, necessita di servizi ad alto valore aggiunto e di società fornitrici che debbono mettere in campo risorse tecniche in grado di comprendere le esigenze di ogni singolo cliente e di tradurle nella migliore soluzione sostenibile dall’ acquirente. Nel processo di acquisizione e di diffusione delle soluzioni PLM, il Responsabile dell’Ufficio Tecnico ricopre un ruolo chiave e delicato, in cui è necessario porre una particolare attenzione alla comunicazione verso tutta l’azienda. Il cambiamento può (deve!) essere innescato da parte dell’Ufficio Tecnico che, grazie alla sua specifica conoscenza del ciclo di sviluppo prodotto, è in grado di sottolineare ed evidenziare quali vantaggi la soluzione PLM è in grado di portare all’integrazione dei dati di prodotto alle vendite (cicli ottimizzati consentono una riduzione dei costi e dei tempi e preventivi più mirati), alla produzione, all’ufficio acquisti (la distinta base è corretta in tempo reale) e, non ultimo, ai sistemi informativi che si trovano ad utilizzare dati congrui in tempo reale, in maniera tale da ben monitorare tutta l’attività gestionale. Il dipartimento di ingegneria (l’ufficio tecnico), nel quale nascono e si strutturano i prodotti, ora è in grado di collaborare meglio con la struttura marketing e con quella commerciale poiché rende disponibili prototipi digitali del tutto simili a quanto potrà essere realizzato e, grazie all’utilizzo di una lista delle parti univoca (finalmente), consente di rafforzare l’efficacia dell’ufficio acquisti, che ora è in grado di ordinare per tempo le parti e sottoparti che effettivamente verranno utilizzate. Inoltre, con tali applicazioni si eliminano i doppioni e i cosiddetti codici inutilizzati, con una diminuzione di circa un 20-25% dei codici di prodotto da gestire ed evidenti benefici economici. A ciò si aggiunge la consapevolezza di un diverso atteggiamento rispetto alla conoscenza aziendale, una volta cruccio (e delizia) solo delle grandi aziende, ma che il ricambio generazionale ha riportato e ribaltato anche nelle Piccole e Medie Aziende che, a loro spese, si sono rese conto (o se ne renderanno conto) 3 che la gestione del processo di creazione, distribuzione e fruizione della conoscenza aziendale è uno dei cardini a supporto della competizione e che il PLM è una delle architravi su cui poggiare la gestione dell’intero processo della conoscenza. Agli uffici tecnici il compito di interagire in Azienda, facendo leva su quali ritorni ricadono su tutta l’attività Aziendale ed il conseguente impatto benefico sul mercato. Un’attività complessa, ma che può dare grandi soddisfazioni: l’investimento nell’efficacia dell’intero ciclo di sviluppo dei prodotti ha una sua ricaduta sull’intero sistema Azienda. In questo senso devono essere interpretati gli investimenti richiesti, la cui valutazione, in termini di ritorno, non può e non deve essere relegata al singolo anno fiscale, ma vanno anche considerati i ritorni (incalcolabili) rispetto alle capacità di seguire (con qualità) i clienti nel tempo. Questa visione delle soluzioni PLM rappresenta un salto di qualità notevole ci si è spostati dal prodotto ai processi, sono cambiate (ed aumentate) le figure professionali con cui interloquire, ora si debbono, infatti, coinvolgere sia le funzioni tecniche sia quelle gestionali/organizzative. Associata allo Studio fornisce un’indicazione precisa: i benefici sono maggiori di almeno un ordine di grandezza, prima dell’acquisto vi è stato il coinvolgimento dei diversi reparti (e, in qualche caso, il management). Il cammino intrapreso è quello corretto, certo la strada è ancora lunga e, come il processo della qualità non finisce mai. Ma, come dimostrano i successi di alcune nostre aziende, laddove si è ben operato si sono raggiunti successi significativi nell’ottimizzazione dei processi. Tanto che nessuno vuole tornare indietro, infatti l’atteggiamento imprenditoriale che si rispecchia nella frase “questi sono temi da aziende più grandi delle nostre” alla fine non paga, soprattutto per le PMI, in quanto sminuisce sia il loro ruolo di sottocommittenti delle grandi aziende, sia la loro eventuale capacità di competere nel tempo. 4
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