Aiuti ai giovani, i sindacati attaccano la Provincia

- giovedì 29 gennaio 2015 - CORRIERE DEL TRENTINO - Pagina: 3
Aiuti ai giovani, i sindacati attaccano la Provincia
Cgil, Uil e Cisl chiedono un ripensamento. «Rossi si è contraddetto». Alotti contro Trento Rise e i soldi alle private
I numeri
 Il fondo per il
sostegno e la
valorizzazione
dei giovani era
un fiore
all’occhiello del
Trentino. Nel
2012 la
Provincia
aveva
stanziato sei
milioni di euro
 Nel 2013 il
presidente Ugo
Rossi (appena
insediato)
aveva
stanziato altri
2,6 milioni di
euro per
finanziare i
giovani e
l’istruzione,
oggi non verrà
erogato
neppure un
euro
 Il prestito
d’onore variava
da 4.000 a
6.000 euro
l’anno per la
durata di tre
anni
TRENTO La Uil se lo aspettava. Il segretario generale
Walter Alotti a ottobre aveva già preso posizione in
modo netto contro la sospensione del finanziamento del bando di sostegno economico agli studenti meritevoli, paventato durante la presentazione della manovra di bilancio della Provincia. Ora la
sospensione del fondo di alta formazione, dei prestiti d’onore per i dottorandi e degli incentivi per
continuare gli studi, è diventata realtà. I sindacati,
compatti, bocciano la decisione della Provincia.
Dure le critiche della Cgil: «Sostenere i giovani
non è un optional». La Uil attacca Piazza Dante sui
finanziamenti alle scuole private: «Non sono stati
tolti i soldi agli istituti privati e vengono sospesi i
fondi per i giovani che vogliono studiare. Sono
sempre i meno abbienti a pagare questo tipo di
politica. Rossi ha continuamente detto che è importante investire sui giovani e poi toglie loro i soldi per studiare». Il segretario della Cisl, Lorenzo
Pomini, pensa invece a una strada intermedia, un
coinvolgimento delle famiglie per la restituzione
dei prestiti d’onore, magari attraverso un pagamento rateale, una delle obiezioni sollevate da
Piazza Dante. «Il 20% non riesce a restituire i soldi a
causa della crisi» ha spiegato la Provincia, indicando tre motivi che hanno portato alla sospensione
del fondo.
Il caso è stato sollevato martedì da Luca Zeni
(Pd) che ha lanciato l’allarme durante il question
time. La risposta della Provincia in Aula è stata letta, non senza un certo imbarazzo, dal vicepresidente Alessandro Olivi (il presidente Ugo Rossi era
assente per impegni extra-consiliari), ma ora i sindacati insorgono. Nessuno li ha interpellati. Piazza
Dante ha deciso in autonomia, senza sentire nessuno, neppure le organizzazioni sindacali. «Proprio per la gravità della crisi economica che colpisce soprattutto i giovani servono strumenti adeguati al fine di garantire l’accesso a tutti i livelli di
I segretari Lorenzo Pomini, Paolo Burli e Walter Alotti di Cisl, Cgil e Uil (Foto Rensi)
Critico
Pomini: i ragazzi
sono un investimento,
serve un progetto
che coinvolga i privati
istruzione, a partire da quella universitaria» spiega
Andrea Grosselli, della segreteria della Cgil trentina. «Tagliare le borse di studio e bloccare il prestito d’onore — continua — non rappresenta una
scelta in linea con gli annunci della giunta che ha
sempre sostenuto la necessità di investire nella
scuola». La Cgil chiede di rinnovare gli strumenti
«investendo maggiori risorse». Alotti punta il dito
anche contro Trento Rise e le consulenze: «Si continuano a dare soldi a Trento Rise, ai consulenti e
per molti altri scopi e poi si tolgono gli aiuti agli
studenti. Far studiare un ragazzo è un investimento
per il futuro, una famiglia media deve avere il diritto e la possibilità di far studiare i propri figli. Si è
fatto un gran parlare di meritocrazia, diritto alla
studio, qualità dell’università trentina, investimento nei giovani: mi sembra che la decisione vada in
controtendenza con tutto quanto è stato detto».
«Mi fa piacere — continua Alotti — che Zeni abbia
sollevato il problema, ma la tempistica non è delle
migliori, visto che già a ottobre l’avevo detto: erano
rimasti tutti zitti».
Toni più morbidi per Lorenzo Pomini della Cisl
che, però, ricorda la premessa al piano sanitario
della Provincia, dove si evidenzia con forza l’importanza dei giovani e l’istruzione. Qualcosa non
torna. Le «giustificazioni» indicate da Piazza Dante che avrebbero portato alla sospensione degli
aiuti non convincono i sindacati. «In un momento
di crisi è particolarmente importante sostenere livelli di formazione per avere in prospettiva lavori
qualificati» dice Pomini. Il primo problema è l’investimento sulle risorse giovanili, che in questo
modo verrebbe meno, il secondo è il calo delle
iscrizioni all’università che hanno già creato non
pochi mal di pancia. «È vero che gli studenti faticano a trovare lavoro dopo l’università — spiega Pomini — però talvolta fanno una breve esperienza
fuori provincia e poi tornano. Sono risorse che
rientrano. Bisogna pensare al futuro. Lo strumento degli aiuti va forse ritarato ma non tolto». Pomini pensa anche a un progetto di formazione che
coinvolga privati (le società e le imprese) ed ente
pubblico. «È già stato fatto in passato, si potrebbe
riattivarlo».
Dafne Roat
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Dalla prima pagina
«I giovani non sono optional»
Aiuti cancellati, l’ira del sindacato. Uil: ma per Trento Rise e consulenti i soldi si trovano
Sindacati critici sulla sospensione degli aiuti
ai giovani per l’istruzione. Cgil, Uil e Cisl chiedono alla Provincia di ripensarci e attaccano Rossi;
si è contraddetto. Schizzerotto boccia i prestiti
d’onore: «Sono un’idiozia».
a pagina 3 Roat e Voltolini
Documento generato da Walter Alotti il 29/01/2015 alle 07:08:08
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