CORRIERE-supernove

Del 10 Febbraio 2015
Estratto da pag. 24
Le «Supernove» delle Popolari e le aggregazioni
A dicembre le sofferenze bancarie hanno superato i 183 miliardi. Una cifra enorme che deve essere in qualche
modo aggredita per spingere le banche a tornare a fare credito. Visto che i grandi istituti come Unicredit e
Intesa Sanpaolo hanno già proprie struttura per gestire i crediti «non performing» (npl), a beneficiarne
sarebbero soprattutto le piccole e medie banche, cioè le Popolari (e il Montepaschi). Proprio per questo motivo
le Popolari potrebbero «accettare una qualche riforma nella governance in cambio di una bad bank sostenuta dal
governo». A sostenerlo è un report di Equita Sim, la società di investimento e consulenza guidata da Francesco
Perilli. Gli analisti della sim ritengono che — indipendentemente dall’assetto finale della riforma che trasforma
le maggiori banche coop in spa introdotta dal governo Renzi per decreto — ci sarà quest’anno un’intesa attività
di fusioni e acquisizioni tra Popolari «come mossa difensiva per evitare nel futuro scalate ostili». Dal
consolidamento potrebbero nascere due grandi banche popolari, dette «Supernove», le cui sinergie faranno
accrescere fino al 9% nel 2017 la redditività (il cosiddetto «Rote», return on tangible equity). Se poi si facesse
la bad bank, il rote potrebbe arrivare all’11%. Per di più la «soluzione di sistema» potrebbe anche consentire di
assorbire almeno parte del personale in esubero dalle banche. Ma quali sarebbero i matrimoni possibili? A tirare
le fila, secondo Equita, saranno da un lato Ubi, dall’altro Bpm o il Banco Popolare. «La nostra combinazione
preferita sarebbe un remake della fusione Bpm e Bper, ma non possiamo escludere che anche il Banco possa
farne parte. In tal caso, Ubi potrebbe fondersi con il Creval o con la Pop. Sondrio». In realtà, spiega il report, le
Popolari —concentrate tutte al Nord — sono complementari l’una con l’altra. Una fusione avrebbe anche
l’effetto di consolidare in modo definitivo il mercato, concentrato per metà in 3-4 istituti.