“Imparare facendo: le trasformazioni in cucina”

Relazione sul progetto scientifico
della squadra dei Miccorobokids
Pistoia
“Imparare facendo: le trasformazioni in cucina”
Il nostro lavoro è iniziato con un questionario che ci hanno consegnato le insegnanti e che
è servito a conoscere : che cosa -quando- dove- come abbiamo appreso negli ultimi tempi
e che cosa di altro desidereremmo imparare.
Dalle risposte date è venuto fuori che la maggioranza di noi vorrebbe apprendere
qualcosa che riguardi la cucina ( esempio il Cake design) o qualcosa di artistico (la
pittura). Dopo aver discusso a lungo il gruppo classe ha scelto la cucina, perchè è
un'attività divertente e collaborativa, dà soddisfazione visto che si mangiano i prodotti che
si ottengono e si lavora con le mani e non sui libri. Le maestre ci hanno chiesto, allora, di
descrivere delle trasformazioni che avvengono in cucina, mescolando o aggiungendo
ingredienti diversi. Noi abbiamo raccontato alcuni cambiamenti che accadono grazie al
calore, al freddo e all'unione di sostanze.
Alla fine siamo stati tutti d'accordo nel decidere che ciò che si impara meglio in cucina
sono i cambiamenti di stato e le trasformazioni.
Così abbiamo ricordato esperimenti fatti, a casa e a scuola, su questi concetti scientifici.
Quindi abbiamo approfondito i temi scelti, con le seguenti attività:
• Questionario rivolto a familiari e conoscenti, dal quale è venuto fuori che:
l'apprendimento di quei concetti è avvenuto studiando sui libri, osservando e
provando, con uso di strumenti della vita quotidiana ( strumenti di cucina, la tv) .
Queste conoscenze sono importanti perchè ci permettono di sapere come
funzionano certi processi e di evitare inconvenienti. Le maggiori difficoltà incontrate
sono state quelle legate allo studio sui libri quando è lontano dall'esperienza.
• Visione di libri sulle scienze per ragazzi, di testi scolastici di scuola primaria, media
e licei, per confrontare il modo in cui sono sviluppati questi argomenti. E' emerso
che, salendo con gli ordini di scuola, aumenta la parte scritta e diminuiscono le
immagini, sono più presenti tabelle, grafici e pagine di esercizi ed il linguaggio è più
difficile. Gli esperimenti sono sempre consigliati, ma di complessità sempre
maggiore.
• Nella ricerca in internet abbiamo trovato moltissimi risultati: video di esperimenti,
articoli, mappe, schemi, giochi,....
• Indicazione di giochi da tavolo come “Il piccolo chimico” e “Laboratorio in cucina” o
di giochi su computer (“Cucina con Sara”) o per cellulare ( “Cookie Mania).
• Indicazione di programmi televisivi come :”Scienze più”, “Tester”, “Bake” , “Master
chef”, “Giallo zafferano”, “Il più grande pasticcere”.
Dopo questi approfondimenti abbiamo capito che la cosa che ci interessava di più
imparare erano le trasformazioni che avvengono quando si fa il pane, in un modo che
fosse divertente e comprensibile per tutti, anche per chi ha problemi di lettura, di lingua, di
udito o altre difficoltà. Ci siamo sentiti pronti a definire la nostra domanda FLL WORLD
CLASS :
“Come potremmo imparare TUTTI, OGNUNO con le proprie capacità, le
trasformazioni che avvengono quando si fa il pane?”.
Abbiamo pensato di cercare un esperto per il nostro progetto e abbiamo contattato lo Chef
Antonio Antonino, insegnante presso l'Istituto Alberghiero di Montecatini e consulente di un
programma televisivo di cucina su TVL.
Così siamo andati alla Scuola Alberghiera per partecipare ad una lezione di cucina
organizzata dal prof. Antonino e da alcuni suoi studenti di classe quarta. Ci hanno fatto
vedere, toccare, annusare i vari ingredienti che servono per fare il pane, ci hanno spiegato
le caratteristiche e l' utilità di ognuno di essi, ed il procedimento necessario. Poi ci hanno
fatto vedere, sia toccando gli impasti che con immagini, cosa avviene durante la
lievitazione del pane e cosa accade invece quando il lievito non c'è. Abbiamo avuto poi la
possibilità di fare alcune domande ai ragazzi e allo chef. Le loro risposte ci hanno fatto
capire che la parte pratica e lo studio devono essere sempre uniti, “solo negli ultimi venti
anni lo studio dei fenomeni fisici e chimici che avvengono in cucina è stato affiancato alla
parte pratica in modo da capire perchè non ha funzionato qualcosa in ciò che ho
preparato”, ci ha detto il prof. Antonino. Alla fine il momento migliore è stato quello in cui
abbiamo potuto assaggiare i prodotti cotti. Per diffondere questa esperienza abbiamo
invitato a partecipare alla lezione la nostra TV locale, TVL, che ha trasmesso, la sera
stessa, un bellissimo servizio in prima serata.
Ora volevamo mettere “le mani in pasta” , quindi abbiamo iniziato a mettere in pratica a
scuola ciò che avevamo imparato.
Esperienza n° 1 - Come nasce il lievito naturale: pasta acida
Abbiamo preso una mela matura, l'abbiamo tagliata in piccoli pezzi e lasciata a macerare
in un vasetto di vetro con dell'acqua, per 24 ore.
Ciò che abbiamo ottenuto è stato un liquido dolciastro che aveva l'odore della mela.
Dopo altre 24 ore lo abbiamo annusato di nuovo e l'odore era ancora più intenso, ma
sempre gradevole.
Abbiamo preso della farina e l'abbiamo unita al liquido, ottenendo un impasto molto
morbido, che abbiamo messo a riposare vicino al termosifone in un vasetto di vetro
coperto da un pezzo di tessuto. Dopo 24 ore abbiamo osservato che l'impasto era
raddoppiato di volume e che aveva tante bollicine vuote visibili dal vetro; abbiamo anche
notato che le pareti del vasetto erano appannate, come se l'impasto avesse “respirato”.
Esperienza n°2 - Come si forma la maglia glutinica.
Abbiamo preso della farina di tipo 0 e l'abbiamo mescolata con dell'acqua ottenendo un
impasto morbido ma consistente. Abbiamo osservato che, prima di lavorarlo per bene,
l'impasto si spezzettava tutto, invece, dopo averlo lavorato molto bene e fatto riposare 20
min. circa, è diventato molto elastico. Infatti tirandolo sembrava quasi trasparente , ma non
si rompeva.
Per vedere la maglia glutinica, lo abbiamo sciacquato sotto l'acqua corrente e c'è rimasto
tra le mani come una specie di tessuto un po' sfilacciato, che si estendeva.
Esperienza n°3 – Come il lievito produce l'anidride carbonica.
Abbiamo preso tre provette: nella prima abbiamo messo dell'acqua, nella seconda acqua
e zucchero, nella terza invece una soluzione di acqua, zucchero e lievito.
Abbiamo coperto le provette con un palloncino e dopo 10 min. abbiamo potuto osservare
che: nelle prime due provette non ci sono stati cambiamenti, mentre il palloncino della
terza provetta si è gonfiato e all'interno si è formato uno strato superficiale schiumoso.
Le tre esperienze si sono concluse con la produzione del pane che abbiamo cotto in un
fornetto elettrico che abbiamo a scuola.
Queste esperienze ci hanno fatto capire che:
• Il lievito, essendo un fungo e quindi un essere vivente, ha bisogno di nutrirsi. Infatti
il lievito della provetta numero 3, “mangiando” lo zucchero, ha prodotto anidride
carbonica, che essendo un gas deve trovare uno spazio dentro il pane facendolo
gonfiare.
• La farina e l'acqua, messe insieme, formano una specie di rete, la maglia glutinica,
che trattiene l'anidride carbonica facendo gonfiare il pane. Invece, quando l'impasto
lievita troppo, la maglia glutinica si rompe, l'anidride carbonica esce e il pane risulta
basso e poco morbido.
Volendo condividere la nostra esperienza, abbiamo pensato di diventare “insegnanti” di
altri alunni della scuola media Marconi. In accordo con i loro professori siamo andati a
tenere la nostra lezione-laboratorio di scienze.
Prima di tutto abbiamo chiesto loro cosa sapevano di questo argomento e in che modo lo
avevano imparato. Poi abbiamo illustrato i risultati della prima esperienza fatta da noi in
classe e abbiamo fatto fare loro le altre due esperienze così come le avevamo vissute noi.
Alla fine abbiamo chiesto loro se avevano imparato cose nuove con questa esperienza e
se questa modalità di apprendimento è sembrata loro più efficace. Tutti sono sembrati
essere d'accordo che adesso sapevano più cose di prima e che la pratica li ha aiutati a
comprenderle meglio.
In questo percorso ci siamo impegnati, ma anche divertiti molto tutti quanti, compresi gli
studenti dell'Istituto Alberghiero ed i ragazzi della scuola media Marconi. Allora abbiamo
pensato di farci conoscere prima di tutto tramite il nostro blog : www.miccorobokids.it , poi
attraverso la stampa locale e il giornalino per ragazzi “Kidsmagazine”.