Chimica. Cheppalle. Un manualetto dedicato ai ragazzi delle superiori che pensano che la chimica sia una materia infinitamente pallosa. Figura 1. Chimica. Cheppalle. Una rappresentazione grafica. Ci sono un mucchio di libri di chimica per i licei e le scuole superiori, ma questo è diverso. Lo sappiamo che ve lo dicono tutti, ma questo spiega le leggi dei gas con le scorregge nell'ascensore, il concetto di mole con un giretto alla Conad, i passaggi di stato con la mappa del centro commerciale e le soluzioni sature col pranzo di matrimonio della zia Cesira. Senza dimenticare che quasi tutti gli esempi sono fatti con lo stronzio. Insomma: questo libro è parecchio diverso. Consideratelo come un posticino sicuro dove rifugiarvi dopo avere litigato col libro di testo 'serio' che vi hanno costretto a comprare i vostri prof. di chimica. Il programma sarà più o meno lo stesso: dalla mole alla chimica organica. Le cose da sapere ci saranno (quasi) tutte. Quello che cambierà sarà la maniera di raccontarvele, con l'intenzione di rendere meno palloso lo studio della chimica a scuola. O magari di farvela piacere proprio. Eccovi il programma dei primi due anni: sette meravigliosi capitoli sulle reazioni chimiche, gli stati della materia e le soluzioni. Atomi, isotopi, molecole, moli, gas, liquidi, solidi, passaggi di stato, soluzioni sature e solubilità. Buon divert...cioè...buona lettura! Raffaella & Stefano –> [email protected] Copyright © 2015 Raffaella e Stefano Crescenzi, Roma. www.cheppalle.it Chimica. Cheppalle. Capitolo 1. Cheppalle. O no ? 1.0 Premessa (e promessa). 1.1 Gli elementi naturali e artificiali 1.2 Gli atomi 1.3 Gli elementi 1.4 Gli isotopi 1.5 Gli ioni 1.5 Le dimensioni dell’atomo 1.6 La massa dell’atomo 1.7 Il peso atomico 1.8 Le molecole 1.9 Il peso molecolare Capitolo 2. Le reazioni chimiche 2.1 Reazioni ed equazioni chimiche 2.2 Bilanciamento delle equazioni 2.3 La mole 2.4 La costante di Avogadro 2.5 Le moli e i grammi Capitolo 3. Lo stato aeriforme 3.1 Il volume dei gas 3.2 La pressione dei gas 3.3 Gas reali e gas ideali 3.4 Pressione, volume e moli 3.5 Il principio di Avogadro 3.6 Il volume molare 3.7 Trasformazioni a temperatura costante. 3.8 Trasformazioni a pressione o volume costante. 3.9 Kelvin e la temperatura 3.10 L’equazione di stato dei gas perfetti Capitolo 4. Lo stato liquido 4.1 Proprietà dei liquidi 4.2 L’evaporazione 4.3 L'equilibrio del vapore saturo 4.3 La tensione di vapore 4.4 L’ebollizione 4.5 La temperatura di ebollizione 4.6 Distillazione. Eventualmente frazionata 4.7 La pentola a pressione Capitolo 5. Lo stato solido 5.1 Stato solido e moti delle particelle 5.2 Proprietà dei solidi 5.3 I cristalli e i solidi amorfi Capitolo 6. I passaggi di stato 6.1 Fusione e solidificazione 6.2 Calore specifico 6.3 Il calore latente 6.4 La curva di riscaldamento 6.5 Sublimazione e brinamento Capitolo 7. Le soluzioni chimiche 7.1 I miscugli omogenei e eterogenei 7.2 Le soluzioni 7.3 Entropia e soluzioni 7.4 Solvente e soluto 7.5 La concentrazione 7.6 Soluzioni sature 7.7 La legge di Dalton 7.8 Solubilità dei gas Conclusione Capitolo 1. Cheppalle. O no? 1.0 Premessa (e promessa). Benvenuti ragazzi, Vi state chiedendo se avete appena buttato i vostri soldi con l’ennesimo ebook fregatura ? Speriamo di no, ma sicuramente già in questo primo capitolo vi renderete conto se è stata o no una grande idea scaricarvi questo libretto. Vogliamo partire con la premessa ? Ogni libro scolastico di chimica che si rispetti inizia con una frasetta tipo questa qui sotto: La chimica è la scienza che studia la materia, le sue proprietà e le sue trasformazioni. E poi dedica almeno un paio di capitoli spaventosi a raccontare le avventure di autorevoli scienziati che centinaia di anni fa si scervellavano per immaginare teorie che spiegassero che succedeva quando uno si preparava una limonata, si lavava le mani, sparava un fuoco d'artificio, dimenticava la bottiglia di vino aperta, o gli si arrugginivano le chiavi di casa. Armati di buona volontà, anche noi ci abbiamo provato a farvi per bene tutto l’elenco di come, quando e da chi sono state elaborate tutte queste belle teorie scientifiche. Le abbiamo girate da tutti i lati, osservate bene da dietro e da sotto, ma non ce l’abbiamo fatta proprio, non dico ad eliminare - ma perlomeno a ridurre - la strepitosa pallosità intrinseca dell’origine delle leggi di Lavoisier, della legge di Proust delle proporzioni definite o di quella di Dalton delle proporzioni multiple. Giusto per citare solo le teorie più famose… Allora, in cerca di ispirazione, abbiamo pensato che non fosse una idea troppo malvagia chiedere consiglio proprio a voi che la chimica ve la dovete studiare. Visto che la discoteca non sembrava il miglior posto per discutere di chimica, abbiamo provato a stanarvi su Twitter, dove la vostra opinione ci è saltata addosso in maniera chiarissima e illuminante: Se uno cerca 'chimica' su Twitter, trova essenzialmente tre tipi di messaggi: a) Quelli dedicati alle scie chimiche, alla castrazione chimica, alla fame chimica o alla ‘chimica’ fra due famosi (o no) che stanno un sacco bene insieme, tipo: "Jamie e Dakota sono qualcosa di spettacolare, c'è così tanta chimica tra di loro". Ecco, questi generi di chimica purtroppo qui non la troverete, o - come si usa dire - "esulano dallo scopo di questo libro", con tante scuse a Jamie, Dakota e a tutte le loro sfumature. b) Quelli che contengono - a brevissima distanza dalla parola: 'chimica' - i termini: 'odio', 'noiosissima', 'aiuto', ‘basta’, 'nausea', 'merda' e robe simili ma parecchio meno ripetibili, e ovviamente: 'che palle' in tutte le loro variazioni di numero, colore, forma e dimensioni. Sì, ammettiamo pubblicamente di aver pescato su Twitter il titolo di questo libretto. E ancora ridiamo :o) c) Quelli a cui invece si è aperto improvvisamente un mondo nuovo e twittano orgogliosi cose tipo: "oddio forse sto capendo chimica, raga è incredibile, ora piango", "8 in chimica, e ho detto tutto" oppure " chimica non ti temiamo!". La percentuale dei tre tipi di tweet? Circa 60%, 38% e 2%. Ecco, se la lettura di questo libro potesse rosicchiare un punticino al 38 % e regalarlo a quel 2% noi saremmo gli autori più felici del mondo! No, anche secondo noi i tweet 'fuori tema' su scie, fame, sfumature & Co resteranno sicuramente per lo meno il 60% E quindi, forti di questi univoche conferme sperimentali vi promettiamo solennemente che NON troverete all'inizio di questo manualetto la solita pappardella sulla storia della chimica. Fermo restando che bisogna sempre portare un enorme rispetto per la genesi delle leggi chimiche, non c’era proprio nulla da fare: pur essendo entrambi parecchio chimici (abbiamo pure ricontrollato il diploma di laurea) anche noi finivamo sempre per abbioccarci irrimediabilmente all'inizio di pagina quattro. E quindi abbiamo deciso che questa parte ve la risparmieremo. Promesso! La vostra professoressa vuole assolutamente sapere come hanno fatto gli scienziati a trovare le leggi base della chimica? Ottima scelta. Allora vi toccherà studiarvele per bene sul vostro libro ‘vero’. Questo libretto comincia solo dopo che le leggi fondamentali erano già state trovate. Insomma, pensate a noi come a un sequel, tipo Star Wars 7 o la Saga di Twilight. Chiarito questo, cominciamo subito, anzi ‘comincio’ subito, in prima persona singolare. Non s’è mai visto in un sequel che un narratore parli al plurale. 1.1 Gli elementi naturali e artificiali Sì, ma come si incomincia un libro di chimica ? Da dove parto ? Che cos’è che sapete già di chimica ? Sicuramente conoscerete ‘accadueò’, l’acqua, che i chimici si ostinano a scrivere H2O. Mi sa che avete già sentito pure cioddùe - CO2 - l’anidride carbonica, anzi il diossido di carbonio, come si chiamerebbe veramente. Poi sapete che c’è l’atomo, i protoni e gli elettroni. Forse qualcuno arriva ai ricordarsi i neutroni da un Superquark di qualche anno fa. Gli ioni li conosce qualcuno ? E gli ioni cobalto ?? Alzi la mano chi non l’ha capita. OK. Abbiate pietà, mi sto riscaldando… Partirei così: quanti sono gli elementi chimici conosciuti ? E mi rispondo pure da solo: sono un centinaio. Anzi al momento sono 118. Di questi solo 92 sono naturali, cioè sufficientemente stabili da poterli incontrare mentre fate una passeggiata, i rimanenti 26 elementi chimici li abbiamo invece ottenuti noi artificialmente, in laboratorio o nei reattori nucleari. Gli elementi artificiali si riconoscono subito dai loro nomi folli, tipo seaborgio, flerovio, darmstadtio e per sicurezza - visto che sono fra l’altro anche tutti radioattivi - vi assicuro che questo paragrafo sarà la prima e l’ultima volta che ne parleremo in questo libro. Tranquilli che neanche la professoressa li vuole sapere. Se però desideraste apprezzare per vostro puro godimento personale quanto illimitata sia la fantasia umana nel trovare nomi terrificanti alle cose, vi consiglio caldamente di farvi un giretto su Wikipedia, che alla voce ‘elemento chimico’ potrà soddisfare la vostra curiosità. Mi raccomando di non farvi spaventare dalla tabella che troverete: leggetevi solo i nomi degli atomi della prima colonna, dal 93 in avanti. Caffè offerto se arrivate a 'ununtrio' senza scoppiare a ridere nemmeno una volta. Noi invece da adesso in poi ce ne rimaniamo belli concentrati sugli elementi naturalmente presenti sulla terra, che 92 già ci basta e avanza. Anche perché l’ultimo è l’uranio, quindi noi ci teniamo bassi, vicino vicino ai numeri piccoli. Anzi, restiamo proprio attaccati a quello più piccolino, l’idrogeno, H. Quello col numero 1, come Gigibbuffon. Un attimo che mi rileggo quello che ho scritto finora. Direi che non è venuto esattamente il tipico inizio da libro di chimica. Ottimo, mi piace mantenere le promesse: questo libro è diverso! OK, ma che cavolo sono tutti questi numeri ? Che vuol dire che gli elementi sono ordinati da 1 a 92 ? Da 1 a 92 che cosa ? Che poi 92 è anche il numero di maglia di El Shaarawy. Lo saprà che ha lo stesso numero dell’uranio ? E l’uranio in che squadra gioca ? Un attimo che proviamo a rispondere (quasi) a tutto. Intanto però voi vi siete già letti tutto il primo capitolo del libretto di chimica che avete appena comprato ;o) 1.2 Gli atomi Dai che la professoressa ve l’ha già detto in classe che cosa sono questi numeri! Stavate distratti? Niente paura. Non indicano altro che il numero di protoni che costituiscono ogni atomo. E Gigi…cioè…l’idrogeno ne ha solo 1. In altre parole, il nucleo (che sarebbe la parte interna) dell’atomo di idrogeno contiene solamente un protone. Vi ricordo però che gli atomi non possiedono nessuna carica elettrica. Altrimenti tutto quello che ci circonda sarebbe carico e pensate quante scosse prenderemmo ogni giorno. Quindi, dato che invece il protone è carico + positivamente (lo chiamano p ) ci vorrà qualcosa con una carica uguale e contraria a quella del protone che gli gira continuamente attorno. E questo qualcosa carico negativamente vogliamo chiamarlo elettrone ? Ma sì. Chiamiamolo (e ). Un atomo di idrogeno è quindi fatto da un protone e da un elettrone. E basta. Però adesso scriviamolo qua sotto bello caruccio come lo vogliono sentire durante la verifica. La roba seria facciamo che ve la scrivo sempre in corsivo, così la distinguete bene (ma non la saltate mi raccomando!). Gli atomi sono elettricamente neutri perché il numero dei loro elettroni è uguale a quello dei protoni. Il numero dei protoni (e quindi anche il numero degli elettroni) di un atomo si chiama numero atomico e si indica con la lettera Z. Ogni elemento chimico si distingue da un altro proprio contando il numero dei protoni nel suo nucleo. Esatto, questo vuol dire che ogni atomo di uranio ha 92 protoni. Con tanti saluti a El Shaarawy. Forza ragazzi, facciamo ancora un passettino avanti. Dato che l’idrogeno ha solo un protone nel nucleo, se ci aggiungiamo accanto un altro protone allora creiamo un nuovo elemento: l’elio. Yes, quello dei palloncini. Solo che due protoni vicini non ci possono proprio stare. Avete mai provato a tenere accostati i poli di due calamite con la stessa carica ? E’ come quando vi si avvicina uno sull’autobus con l’ascella pezzata: si respingono. Capita così anche ai protoni. Figura 2. L'elio. Senza storie tese Un nucleo costituito solo di protoni si disgregherebbe poiché queste particelle sono cariche elettricamente dello stesso segno. Per far stare in piedi il nostro universo, Madre Natura ha dunque dovuto inventare i neutroni, particelle senza nessuna carica (neutre, appunto) capaci di bilanciare le forze di repulsione tra i protoni, permettendo così di tenere assieme il nucleo atomico. Adesso questa cosa di come i neutroni riescano a tenere attaccato il nucleo atomico lasciamola molto vaga, tanto non è nel programma di chimica delle superiori. Vi basterà sapere che tra protoni e neutroni si instaurano delle forze attrattive spaventose, attive solo a distanza ravvicinatissima, che permettono di stabilizzare il nucleo atomico. Vi butto là giusto che questa interazione è la più intensa tra tutte le forze fondamentali della natura ed è stata chiamata, con uno sforzo di fantasia strepitoso: “forza nucleare forte”. La somma del numero dei protoni e dei neutroni viene definita numero di massa e si indica con la lettera A. Conoscendo il numero atomico Z e il numero di massa A di un qualsiasi elemento, possiamo sempre indovinare il numero di protoni, neutroni ed elettroni che suoi atomi possiedono. L’elio ha appunto 2 protoni, 2 neutroni e 2 elettroni, quindi numero atomico Z = 2 e numero di massa A = 4. Oppure, se troviamo un elemento che ha Z = 38 e A = 88, vuol dire che in ognuno dei suoi atomi ci sono 38 protoni, 38 elettroni e 50 neutroni (50 + 38 = 88). Volete sapere che elemento è ? Lo stronzio, signori miei: simbolo chimico Sr. E qua prendo l’impegno solenne che quando possibile lo stronzio verrà sempre preso come elemento di riferimento per gli esempi di questo capitolo. Finiamola con gli esempi pallosi a base di litio e Duracell, sodio e acqua Lete, potassio e le banane. Questo è l'unico libro di chimica con tutti gli esempi a stronzio. Aspettando che abbiate smesso di ridacchiare, attiro la vostra attenzione sul fatto che non bastano mica 38 neutroni per rendere stabile il nucleo di 38 protoni dello stronzio, ma ne servono 50. Infatti, anche usando la forza forte forte forte come dalla Carrà, più protoni sono contenuti nel nucleo, tanti più neutroni occorreranno per mantenerlo stabile. E se aumenta ancora il numero atomico, il numero dei neutroni dovrà aumentare ancora di più. Per esempio, El Shaar…cioè l’uranio ha Z = 92 e A = 238 ! 1.3 Gli elementi Questo mi sa che l'avevate capito da soli, ma per essere sicuri ve lo scrivo nero su bianco: Un elemento chimico è composto da atomi con lo stesso numero atomico, cioè con lo stesso numero di protoni. Se per assurdo avessimo acquistato un bel soprammobile fatto di stronzio (dico per assurdo visto che lo stronzio metallico si infiamma da solo a contatto con l'aria) sapremmo che è costituito da miliardi di miliardi di atomi uguali, tutti con lo stesso numero atomico: 38. Quindi, se qualcuno vi portasse una sostanza misteriosa di cui tutti gli atomi hanno Z = 38, voi senza bisogno di altre informazioni potreste affermare che si tratta certamente dell'elemento stronzio. Fantastico, vero ? Chissà quante volte vi sarà già successo... Sapete anche che il simbolo chimico dello stronzio è Sr (che si pronuncia come all'asilo: "esse erre"). Se poi vogliamo proprio essere pignolissimi e ci teniamo a specificare pure quanti protoni e neutroni ha, allora dovremo scrivere: in modo che A sia in alto e Z in basso prima del simbolo chimico. Oppure 88 basterà solo Sr senza stare a specificare il numero atomico, tanto tutti gli atomi di stronzio avranno per forza Z=38. O ve l’eravate già scordato ? Se invece due atomi hanno un numero atomico diverso allora saranno atomi di elementi diversi, con proprietà chimiche e fisiche completamente diverse. Per esempio, se il venditore di palloncini al parco un giorno decidesse di riempirli di idrogeno invece che di elio (che sono elementi con rispettivamente Z = 1 e 2, ma voi ve ne ricordavate…) non avrebbe avuto per niente una buona idea: infatti salterebbe immediatamente per aria con tutti i suoi palloncini nel preciso istante in cui si accendesse una sigaretta. Mentre l'elio è completamente inerte, l'idrogeno è altamente infiammabile ed esplosivo. Ci fanno il carburante dei razzi, non so se mi spiego... E adesso io ve lo farei anche un esempio con lo stronzio ma, a parte che lo stronzio non è proprio usatissimissimo, (Wikipedia assicura che ci si fanno alcuni vetri, alcuni dentifrici, e i fuochi d'artificio rossi), gli elementi con un protone in più o in meno dello stronzio sono rispettivamente l'ittrio e il rubidio, ancora di più emeriti sconosciuti. Direi di sorvolare questa volta, però fidatevi: il cambiamento del valore del numero atomico causa delle enormi variazioni nelle proprietà degli atomi. 1.4 Gli isotopi Gli atomi con lo stesso numero di protoni sono tutti uguali e hanno uguali proprietà. Che angoscia, l'avevamo capito questo !...Un attimo... gli atomi di uno stesso elemento possono però avere un numero diverso di neutroni. Gli atomi che hanno lo stesso numero di protoni ma un differente numero di neutroni, si chiamano isotopi (con l'accento sulla prima o, e non avventuratevi a fare battutelle sulle isotrappole che tanto le conosciamo tutte). Tutti gli isotopi di uno stesso elemento hanno le stesse proprietà chimiche e lo stesso numero atomico, ma hanno un diverso numero di massa. Tipo quando uno gioca a Clash of Clans. I giganti sono tutti uguali (hanno lo stesso Z) e anche se possono avere vari livelli di potenziamento (diverso A) - tutti i giganti passano comunque il tempo a cercare di schiantare le difese del nemico (hanno le stesse proprietà chimiche). Anche per le altre truppe (gli altri elementi) vale lo stesso: i goblin si distinguono dagli spaccamuro perché hanno un loro specifico Z e capacità caratteristiche di attacco e difesa, che rimangono le stesse durante il gioco: un goblin innescherà sempre trappole e uno spaccamuro si continuerà a far esplodere sulle mura, indipendentemente dal livello (con più o meno neutroni) a cui li avete migliorati. Tornando alla chimica dopo avervi fornito gratis questa meravigliosa scusa per quando vi beccano a giocare a Clash of Clans, l'esistenza degli isotopi è la 88 ragione per cui quelli pignolissimi scrivono Sr quando vogliono intendere precisamente lo stronzio con 38 protoni e 50 neutroni. Infatti, anche se tutti gli atomi di stronzio hanno 38 protoni, se ne trovano in giro alcuni con 46, 48, 49, 50 o anche 52 neutroni. Facendo quindi le addizioni, scopriamo che esiste lo 84 86 87 88 90 Sr, Sr, Sr, Sr e pure lo Sr, quest'ultimo (che si pronuncia 'stronzio 90') anche simpaticamente radioattivo. Fortunatamente, lo stronzio naturale si trova 86 87 88 essenzialmente sotto forma di una miscela di Sr, Sr e Sr, nessuno dei quali è particolarmente pericoloso. Per esempio, abbiamo visto sopra che l’idrogeno è costituito da atomi nel cui nucleo c'è solo un protone e nessun neutrone. Però esistono in natura - anche se sono meno dello 0,02% - anche atomi di idrogeno il cui nucleo contiene, oltre 2 al protone, anche un neutrone. Questi atomi di idrogeno vanno dunque scritti H, e hanno uno di tutto: un protone, un neutrone e un elettrone. Sono anche gli unici isotopi con un nome creato apposta per loro: il deuterio. Beh, quasi gli unici, infatti è possibile preparare in laboratorio degli atomi di idrogeno artificiali, il cui nucleo contiene un protone e due neutroni. E anche 3 questi hanno un nome tutto loro: il trizio, H. Figura 3. Di Craio e Sempronio non si hanno notizie Quello che mi piacerebbe che teneste a mente è semplicemente il fatto che gran parte degli elementi presenti in natura sono in realtà composti da una miscela di isotopi, anche di solito se uno (o massimo due) degli isotopi è di gran lunga più abbondante degli altri. E su questo ci ritorniamo sopra tra un po', quando studieremo il peso atomico. 1.5 Gli ioni Abbiamo visto che cosa succede quanto togliamo o aggiungiamo protoni e neutroni a un atomo, adesso diamo uno sguardo pure agli elettroni, che sono piccoli ma incazzosi, vi assicuro. Quando un atomo cede o acquista un elettrone diventa carico elettricamente e viene definito ione. Partiamo subito col nostro fidatissimo stronzio che tende a cedere due elettroni, 2+ formando uno ione Sr (e dato che ha perso roba negativa, i due elettroni, diventa uno ione carico positivamente, o meglio un catione). Invece il fluoro (F ), che ho scelto perché lo troviamo nei dentifrici come lo stronzio, tende ad acquistare un elettrone, e diventerà quindi carico negativamente: un anione. La finisco qui per il momento con tutti questi nomi, altrimenti vi rintrono completamente. Ma state tranquilli che ci torneremo cento volte su questa cosa degli elettroni persi e ritrovati e vedremo bene perché mai lo stronzio preferisce lasciare due elettroni, mentre il fluoro se li prende - però al massimo uno - e che significa tutto questo in pratica. Abbiate pazienza che ci arriveremo. Magari in Chimica Cheppalle 2, la vendetta. 1.5 Le dimensioni dell’atomo Facciamoci un paio di capitoletti per mettere bene in chiaro di che cosa stiamo parlando. Vorrei far passare il messaggio che gli atomi sono straordinariamente piccoli. Ma non minuscoli, e nemmeno microscopici, qua stiamo parlando di cose proprio – e chiedo scusa per il termine tecnico – piiiiiiiiiiiccoliiiiiiiiissime! Come cavolo posso fare a darvi un’idea di quanto piccole siano le cose delle quali stiamo amabilmente discutendo ? Lo vedete per esempio il puntino sotto al punto interrogativo ? Ecco, dentro a quel punto c’entra un numero di protoni sterminato. Ma sterminato quanto ? Mmm...Proviamo a visualizzarlo così: se potessimo ingrandire ciascun protone fino a farlo diventare grosso circa come il vostro telefonino, allora il puntino sotto al punto interrogativo - per contenere sempre quello stesso numero sterminato di protoni - dovrebbe diventare grande come il sole (!). Proprio quella palla gialla lassù. Portate rispetto ai puntini quando li vedete la prossima volta. Ragazzi, capirete bene che per poter affrontare queste grandezze minimissime c’è da trafficare un po’ con le potenze di dieci. Infatti il metro appare subito poco adatto per misurare gli atomi, a meno che non vi diverta impazzire con gli zeri. Un protone ha un raggio di quasi 0,000000000000001 metri, oppure (andatevi a -15 ripescare il libro di matematica) 1 · 10 m. Dunque i pazz…cioè…gli scienziati che lavorano con queste particelle hanno dovuto inventarsi sottomultipli nuovi del metro per chiamare in qualche modo queste lunghezze. Ve le ricordate le equivalenze ? C’erano i dm, cm, mm…magari certi si ricordano pure i -6 micrometri: μm, ma anche così arriviamo solo a 10 m, un'unità di misura ancora totalmente inutile: sarebbe come cercare di misurare lo spessore di un capello dall’alto della Torre Eiffel. Gli scienziati sono stati costretti a scegliere il -12 -15 picometro (pm), che è uguale a 10 m e il femtometro (fm, uguale a 10 m). Un protone (o un neutrone, che è grande circa quanto un protone) misura dunque circa 0,001 pm, o ancora meglio: 1 fm. Un atomo è invece in media bello grosso (a modo suo). Considerando tutta la nuvola di elettroni che gli gira attorno va da circa 50 pm (per l’elio) a 350 pm (per gli atomi grossi, tipo il cesio). Volete sapere il raggio atomico dello stronzio ? Circa 200 pm. Happy now ? 1.6 La massa dell’atomo Beh? Adesso che sapete quanto è grande non vorrete mica chiudere il libro senza sapere quanto pesa un atomo ? Un attimo solo che ve lo dico. Innanzitutto vi informo che gli elettroni sono enormemente più leggeri dei protoni e neutroni, ma tipo quasi 2000 volte più leggeri, quindi in pratica la massa di un atomo coincide con la massa del suo nucleo. E allora addio elettroni, non li consideriamo neanche. -24 Ci rimangono solo il protone e il neutrone, che pesano …ehm… 1,67 · 10 grammi ciascuno. E qua stiamo messi parecchio peggio di prima. Se infatti -12 avevamo avuto grossi problemi a farci un’ idea di 10 m, una massa di dieciallamenoventiquattrogrammi è una cosa proprio scandalosamente leggera! Vuol dire che in un chilo di protoni ci sono circa 600 milioni di miliardi di miliardi di protoni ! Da oggi in poi quando pesate la frutta al supermercato pensate a tutti quei fantastiliardi di protoni e neutroni che vi guardano dalla bilancia. Senza scordarsi degli elettroni, che pure se pesano parecchio di meno, sono tanti quanto i protoni. Ovviamente anche qua gli scienziati hanno dovuto inventarsi un’unità di misura apposta per misurare la massa degli atomi. Solo che ancora non esistevano sottomultipli ‘ufficiali’ del grammo da utilizzare per robette così leggere. Qua a noi ci -24 serve 10 grammi ! Alcuni hanno proposto di usare lo yoctogrammo (giuro che esiste!) che sarebbe in effetti uguale -24 a 10 g, ma non hanno avuto ancora molti seguaci. La maggioranza ha preferito invece accordarsi su un'unità di misura tutta nuova per misurare la massa degli atomi e hanno scelto l'unità di massa atomica (sempre nomi fantasiosissimi) che ha come simbolo simbolo u ed è uguale a -24 1,66 · 10 g (e quindi 1 u è 1,66 yoctogrammi, ma non ditelo troppo in giro). La cosa simpatica di questa nuova unità - abbreviata u.m.a, come Uma Thurman è che il valore della massa di un protone e di un neutrone corrisponde a poco più di 1 u, circa 1,007 e 1,008 u e quindi: la massa di un atomo equivale approssimativamente al numero di massa A espresso in u.m.a. …infatti voi ve lo ricordavate ancora che il numero di massa A non è altro la somma della massa di neutroni + protoni, vero ?! Sento le rotelline che girano nella vostra testa: ma, visto che dovevano inventarsela di sana pianta, perché mai gli scienziati non hanno scelto un'unità di misura meno imbecille, dove la massa di protone e neutrone fosse esattamente 1, invece che 1,00qualcosa ? Ottima domanda! In effetti c'erano quelli che volevano usare la massa dell'idrogeno come unità di misura, ma purtroppo l'idrogeno non andava bene perché, come se non fosse complicato abbastanza, protoni e neutroni hanno una massa maggiore quando sono da soli rispetto a quando stanno in compagnia di altri protoni e neutroni. Lo chiamano difetto di massa. Cosa non del tutto incomprensibile: scommetto che anche voi quando cenate da soli vi svaccate sul divano ricoperti da Nachos e Nutella ma quando uscite con la vostra metà fate i salutisti e ingurgitate sorridendo gambi di sedano e carote lesse... Andava quindi scelto come riferimento per la massa atomica un elemento che avesse sia protoni che neutroni, quindi tutti tranne l'idrogeno, che di neutroni non ne ha nessuno. E vi lascio immaginare con 91 atomi a disposizione quante litigate si scatenarono tra gli scienziati: ce n'erano alcuni che volevano utilizzare l'ossigeno, altri il carbonio. No, che io sappia lo stronzio non lo aveva proposto nessuno. Alla fine, gli scienziati scelsero di comune accordo come atomo di riferimento 12 l’isotopo 12 del carbonio (quindi C) a cui assegnarono una massa 12 u. Dividendo per 12 la massa di un atomo di questo isotopo si trova la massa che ha un protone o un neutrone quando è legato ad altri protoni e neutroni. 12 Riassumendo: un atomo di carbonio C pesa esattamente 12 u, mentre per 88 esempio un atomo di Sr pesa circa 88 u, cioè circa 88/12 della massa di un 12 atomo di C. Riscriviamo tutto per bene ? -24 L’unità di massa atomica, pari a 1,66 · 10 g, è l’unità di misura delle masse 12 atomiche ed è la dodicesima parte della massa di un atomo di carbonio C. 1.7 Il peso atomico Coraggio che questa è l'ultima definizione che ci serve per poterci calcolare le masse degli atomi. Dobbiamo parlarne per forza perché l’unita di massa atomica è una cosa tanto 88 caruccia però in pratica non serve praticamente a niente: infatti sapere che Sr pesa circa 88 u - anche se ci da grosse soddisfazioni interne - non ci è purtroppo molto utile, semplicemente perché (come abbiamo visto qualche paragrafo fa) lo stronzio in natura è in realtà una miscela di isotopi con massa atomica diversa. Per sapere quindi quanto pesano gli atomi del vostro soprammobile di stronzio bisogna fare una media ponderata (chiedete al prof di matematica) dei pesi dei suoi isotopi tenendo conto della loro abbondanza relativa sulla terra. Si definisce peso atomico (P.A.) di un elemento la massa media di un atomo di quell’elemento. Il P.A. dipende dalle percentuali con cui ognuno dei suoi isotopi è presente in natura e dalla massa atomica A di ciascuno di questi isotopi. Facendo questa media otterrete il peso atomico del vostro fedele amico stronzio: 87,62 u, che non significa dunque che ogni atomo di stronzio pesa 84 86 87 87,62 u, ma solo che lo stronzio è una miscela di quattro isotopi Sr, Sr, Sr 88 90 e Sr ( Sr è un isotopo artificiale e non conta), mischiati tra loro in una proporzione tale da dare 87,62. Davvero volete farvi tutti i conti? Uffaaa: vi basterà sommare i prodotti delle masse atomiche per le rispettive abbondanze isotopiche e dividere per 100 (sono percentuali): P.A.(Sr) = (84 x 0,56% + 86 x 9,86% + 87 x 6,90% + 88 x 82,58%) / 100 = 87,62 2+ A proposito, anche lo ione stronzio Sr ha praticamente lo stesso peso atomico dell’atomo di stronzio da cui deriva, tanto i due elettroni persi hanno una massa trascurabile (quasi diecimila volte di meno) rispetto a quella del nucleo dello Sr. Un altro esempio? Il fatto che il peso atomico dell’idrogeno sia 1,008 u indica chiaramente che la stragrande maggioranza degli atomi di idrogeno presenti in 1 natura non ha neutroni ed è quindi rappresentata dall’isotopo H, con solo una 2 minima parte (lo 0,002%) di deuterio H. Dato che quasi tutti gli elementi naturali si trovano sotto forma di due o più di isotopi diversi, praticamente nessuno di loro ha un peso atomico uguale a un numero intero. A meno che non siate degli assi nelle moltiplicazioni con le virgole, vi consiglio di portarvi sempre dietro la calcolatrice. 1.8 Le molecole Adesso che vi ho completamente rintontiti con definizioni e metodi per misurare per benino quando sono grossi e quanto pesano gli atomi, vi posso rivelare che in realtà le sostanze che contengono soltanto un tipo di atomo sono davvero poche. Infatti, tranne i metalli e alcuni gas che non vogliono interagire con nessuno (e si chiamano infatti gas nobili, per mettere bene in chiaro quanto se la tirano) praticamente tutti gli elementi chimici cercano di aggregarsi tra di loro per formare strutture composte, in cui gli atomi sono uniti tra loro attraverso i cosiddetti legami chimici. Tanto per cominciare, gli atomi possono formare aggregati anche con se stessi, tipo l’idrogeno (H2), l’ossigeno (O2), il fosforo (P4), dove il numeretto in basso indica quanti sono gli atomi uguali che si legano per formare un’entità nuova, che chiamiamo molecola. Yeah! Più spesso i legami chimici vengono formati tra atomi diversi tra di loro, e quello che si ottiene è comunque sempre una molecola, tipo l’acqua (H2O) o il cloruro di stronzio (SrCl2), molecole che contengono rispettivamente due atomi di idrogeno o di cloro e uno di ossigeno o di stronzio. Insomma, ai chimici non importa un fico secco se una unione si forma tra atomi uguali o atomi diversi, sempre ‘molecola’ si chiama. A buon intenditor… Tutte le molecole di una sostanza pura hanno la stessa composizione e le stesse proprietà. Ovviamente le molecole hanno proprietà molto diverse da quelle degli atomi di cui sono formate, perché la formazione dei legami chimici modifica enormemente le caratteristiche degli atomi di cui sono composte, come una qualsiasi coppia di innamorati potrà confermarvi… La composizione di una molecola si esprime con una formula chimica. Guardando una formula chimica si capiscono immediatamente quali sono gli elementi che la costituiscono ed in quale quantità relativa sono combinati. Ad esempio, P4, H2O e SrCl2 sono chiamate formule molecolari, o formule brute. Per molecole più complicate fa comodo specificare anche il modo in cui gli atomi sono legati tra di loro, utilizzando le cosiddette formule di struttura, dove i trattini rappresentano i legami tra gli atomi. , e Rilassatevi tranquillamente anche se al momento non è tutto chiarissimo: tanto non vi libererete più da queste due tipi di formule per tutto il resto del tempo che studierete la chimica. 1.9 Il peso molecolare La buona notizia è che il peso di una molecola non è altro che la somma dei pesi atomici degli elementi che la costituiscono. Dai che questa è facile! Si chiama peso molecolare (P.M.) di una sostanza la somma dei pesi atomici di tutti gli atomi di quella sostanza. Ad esempio, una molecola d’acqua pesa in media 18,015 u. Infatti il peso atomico dell’idrogeno è 1,008 u e quello dell’ossigeno è 15,999 u. Quindi il peso molecolare dell’acqua è (2 x 1,008) + 15,999 = 18,015 u. Facendoci gli stessi conti troviamo il P.M del cloruro di stronzio SrCl2: 87,62 + (2 x 35,45) = 158.53 u. A proposito, anche se vengono chiamati pesi atomici e molecolari, in realtà questi sarebbero masse atomiche e molecolari. L’avete già fatto a fisica ? Il peso di una sostanza dipende dalla gravità, la massa invece no. Purtroppo tutti li chiamano ‘pesi’ da sempre e questo nome – sbagliato - è rimasto (e rimarrà sempre ?) loro attaccato. E lo sapete che vi dico? Io il primo capitolo lo finirei così, con questa bella notizia. Nel prossimo capitolo cominciamo a mescolare le molecole tra di loro. Eccoci arrivati in fondo al primo capitolo. Come vi sentite ? Figura 4. Chimica. Cheppallette. Ci siamo permessi di disegnarle (un po') più piccole che all’inizio. Se a questo punto, contrariamente ad ogni previsione, aveste ancora voglia di leggere anche gli altri sei capitoli del libro non dovete fare altro che tornare su www.cheppalle.it O se siete proprio pigrissimi cliccate semplicemente qua per andare direttamente sul nostro spazietto su Amazon.it In ogni caso vi ringraziamo tanto per essere arrivati a leggere fino a qua in fondo. Chimica Cheppalle vi saluta e vi augura in bocca al lupo. Di cuore! Raffaella e Stefano :o)
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