INTERVENTO DEL 24 2 2015 Il ventaglio di situazioni dei precari della scuola è variegato: ci sono insegnanti disposti a spostarsi a centinaia di km da casa per un misero contratto a tempo determinato (che massimo dura un anno), altri ancora che per svolgere il lavoro per cui hanno studiato a lungo e con fatica, accettano qualsiasi offerta, anche la più indecente: il lavoro gratuito o ancor peggio a pagamento. Com’è possibile pagare per lavorare? Eppure ciò accade perché le scuole private parificate possono attribuire punteggi validi nelle graduatorie pubbliche, riservandosi però la facoltà di scegliere gli insegnanti sulla base di criteri che normalmente puntano al ribasso, fino ad arrivare, in alcuni casi, all’assunzione di docenti a patto però che si paghino i contributi. Pagare per lavorare (e quindi fare punteggio) è inaccettabile in qualsiasi tipo di democrazia anche nella nostra. Senza contare il trattamento differenziato rispetto ai colleghi di ruolo che viene riservato a noi precari. Non ci vengono più pagate le ferie non godute ........ vedersi attribuire alla fine dell’anno un corrispettivo in denaro non rappresenta affatto un “regalo” gentilmente concesso dallo Stato, piuttosto un modo per sanare una situazione tipicamente scolastica e profondamente ingiusta: a parità di lavoro dovrebbero corrispondere stessi diritti e invece ciò non accade. Nella scuola è consentito che i lavoratori precari non possono ad esempio fruire di permessi per malattia superiori a 30 giorni pena la perdita del posto di lavoro, senza contare che in questi trenta giorni percepiscono una retribuzione del 50%, per non parlare dei permessi di studio che a differenza dei colleghi ruolo non ci vengono pagati. La lotta del sindacato deve cominciare da qui , dalla difesa di quei diritti che sono a disposizione dei lavoratori “stabili” e di cui noi precari non beneficiamo, dobbiamo riconquistare i vecchi diritti e immaginarne di nuovi! é per questo che come flc ci stiamo battendo per ottenere un contratto cd inclusivo che riconosca stessi diritti e tutele ai lavoratori precari e a quelli di ruolo. La Corte di Giustizia Europea (su ricorso della flc) il 26 novembre scorso ha sentenziato che lo Stato italiano ha abusato della reiterazioni dei contratti a tempo determinato e che i precari della scuola con più di 36 mesi di servizio hanno diritto all’assunzione a tempo indeterminato. La sentenza ha fatto da apripista alle speranze di centinaia di migliaia di precari che da anni con la loro professionalità e competenza fanno funzionare le scuole e noi con i nostri legali ci siamo messi a loro disposizione A questo punto il governo, consapevole del fatto che i costi che dovrà sostenere in caso di mancata assunzione sono di molto superiori rispetto a quelli dell’immissione in ruolo, decide di assumere da una parte i 150.000 precari (circa 1/3), però secondo dei criteri non meglio specificati: • messa a disposizione su una “rete di scuole” trasformando l’insegnante in “tuttofare” e privandolo di dignità professionale. Gli insegnanti si troveranno ad essere reclutati da dirigenti ora in una scuola ora in un'altra, occupandosi di dispersione o tenendo aperte le scuole di pomeriggio. Ci troveremo davanti ad un doppio status giuridico: insegnanti di serie A e di serie B • demansionamento: insegnamento di “materie affini” (in nome della polivalenza), diverse dalla propria classe di concorso • espulsione dalla scuola decine di migliaia di precari che hanno portato avanti la scuola in tutti questi anni e che lo stanno facendo tutt’ora. • disponibilità geografica: ossia ti assumo ma ti sbatto dove voglio io anche fuori regione • con periodi di prova più o meno lunghi al termine dei quali si può essere anche cacciati Quindi con la buona scuola il governo da una parte mette sul piatto queste assunzioni di “serie B” con un metodo che non condividiamo e dall’altro ha un progetto di scuola svincolata dai principi della Costituzione: pluralismo, laicità, inclusione, democrazia. 1. “La buona scuola” interviene su argomenti che sono oggetto del CCNL o della Contrattazione Nazionale di secondo livello: progressioni stipendiali, mobilità del personale, incarichi aggiuntivi trasformando il rapporto con le rappresentanze sindacali in una consultazione on-line 2. La proposta di riforma prospetta l’abolizione degli scatti di anzianità (riconosciuti in tutte le altre categorie e per gli insegnanti di tutta Europa) e l’introduzione degli “scatti di competenza” che, riguarderebbero solo il 66 % dei docenti di ogni istituto, lasciandone sistematicamente e a priori esclusi il 34%. Il metodo di attribuzione proposto si basa su crediti didattici, formativi e professionali, stabiliti da un Nucleo di valutazione interna (DS, docenti mentor) con modalità di selezione fondate su criteri di meritocrazia, basate sulla sterile competizione a scapito della collaborazione e della cooperazione. Il corpo docente diventa così un sistema “gerarchico” con insegnanti di serie A (i mentor) di serie B (il 66 % che usufruisce degli scatti) e di serie C (il 34 % che non usufruisce). Inoltre questa autovalutazione dipenderà fortemente dall'Invalsi che è un organo subalterno al Governo e fortemente non autonomo e soggetto, per intenderci, alle dinamiche della "trojka". Tutta la questione dell'Invalsi transita dall'idea di scuola che a noi non piace: omologazione al pensiero unico. 3. La proposta di riforma prevede l’ingerenza dei privati nella scuola pubblica. l'intervento dei privati nella scuola pubblica viola due principi costituzionali: innanzitutto il primo comma dell'articolo 33, la libertà di insegnamento. Libertà di insegnamento che significa, non come facilmente si potrebbe equivocare che possiamo fare ciò che si vuole, ma vuol dire che la scuola è il luogo della pluralità e del pluralismo. Il secondo principio che viene violato riguarda l'unitarietà del sistema nazionale di istruzione. Il territorio italiano è talmente eterogeneo che certamente il privato sarebbe più incentivato ad investire su certi territori e su certi ordini o indirizzi di scuola rispetto ad altri meno appetibili. L'art 3 della Costituzione vuole tutti uguali e tutti gli alunni devono avere le stesse opportunità. Con l'ingresso dei privati andremmo ad incentivare alcune istituzioni scolastiche e altre no, creeremmo istituti di serie A e serie B, licenzieremmo cittadini di serie A e serie B. 4. L’eccessivo rafforzamento del ruolo del Dirigente Scolastico dà il potere allo stesso DS di scegliere direttamente i docenti dell’organico della propria scuola (chiamata diretta), questo è un potere in contraddizione con il principio costituzionale della libertà d'insegnamento (art. 33 Cost.) 5. non vi è traccia degli ata come pensa di tenerle aperte le scuole di pomeriggio? Da sempre le scuole sono aperte al territorio. Si può fare di più, rendendole sicure, agibili e magari più belle e restituendo l’organico Ata che è stato tagliato di 45.000 unità in tre anni (2020 anche quest’anno) 6. alternanza scuola lavoro: esiste già ma con la buona scuola verrebbero notevolmente aumentate le ore di stage con sgravi fiscali per le imprese accoglienti. E pure quella di far esperienze lavorative nel periodo estivo. Inoltre la progettazione dei percorsi verrebbe affidata alle imprese che hanno notoriamente scopi diversi dall’istituzione scolastica. Questo è il punto più contestato dagli studenti i quali sostengono che facendo così la scuola entrerà in un rapporto di subalternità agli interessi delle imprese. NB TUTTO QUESTO VIENE APPROVATO DAL GOVERNO CON DECRETO D’URGENZA QUANDO L’URGENZA NON C’E’ VISTO CHE NE E’ PREVISTA L’ENTRATA IN VIGORE PER IL PROSSIMO SETTEMBRE NOSTRA PROPOSTA DI SCUOLA a. l’immediata assunzione di tutti i lavoratori precari necessari per coprire i posti vacanti e disponibili b. la creazione di ulteriori posti VUOLE CHE CHE SI RENDONO NECESSARI SE SI • il numero massimo di studenti per classe è 22, • se si intende allargare l’obbligo scolastico alla scuola dell’infanzia • per il sostegno agli alunni con disabilità, senza costringere i genitori a sporgere denuncia e ad imbarcarsi in estenuanti ricorsi che poi vincono • se si vuole combattere la dispersione e all’abbandono scolastico, • per l’alfabetizzazione degli alunni migranti chiediamo c. per fare ciò sarà necessario inoltre il ritiro immediato della riforma Gelmini e di tutti i provvedimenti attuativi lo sblocco completo del turn over l’abolizione della legge Forner, il ripudio di tutte le grandi opere inutili e dei progetti guerrafondai. a. il rinnovo immediato del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del comparto scuola ormai fermo dal 2009 (11.000 per docente) b. l’adeguamento dello stipendio dei docenti e di tutto il personale della scuola secondo le medie europee; c. lo sblocco degli scatti di anzianità d. una rivisitazione dell’orario lavorativo del docente, in cui si tenga conto di tutte le ore di lavoro sommerso; e. un finanziamento reale e consistente all’Istruzione Pubblica, che arrivi almeno (da 4,6) al 6% del PIL (stiamo parlando di miliardi di euro!), dal quale siano decurtate le spese relative alle scuole private; g. l’introduzione di un numero il ritiro immediato del Sistema Nazionale di Valutazione Nazionale e dell’utilizzo dei test INVALSI, quale pratica docimologica; j. il ripudio delle gerarchie tra insegnanti che negano la collaborazione a favore della competizione m.la rivisitazione del ruolo del DS, visto come coordinatore funzionale di istituto, e non come manager aziendale. PER DIRE NO ALLA LOGICA AZIENDALISTICA NELLA SCUOLA perchè imprigiona l’insegnante in una logica economica che tende a escludere o a non tenere sufficientemente in conto le altre logiche ben diverse che entrano in gioco nella pratica scolastica. Il fatto che ogni insegnamento deve servire a qualcosa afferma la vittoria assoluta del neoliberismo infatti l’economicismo è diventato nel mondo odierno una specie di seconda natura l’economia è QUESTA E’ LA NOSTRA RIFORMA DELLA SCUOLA, UNA RIFORMA CHE GIA’ STA SCRITTA TRA LE RIGHE DELLA COSTITUZIONE ED è PER QUESTO CHE OGNI ATTACCO ALLA SCUOLA E’ UN ATTACCO ANCHE ALLA COSTITUZIONE E QUINDI AD OGNUNO DI NOI! Motivo per cui dobbiamo costruire un progetto di lotta comune: lavoratori della scuola, famiglie, studenti e i lavoratori di tutte le categorie; nella promozione di un modello di scuola pubblica statale, giusta, libera, laica, democratica e antifascista ispirata ai principi della Costituzione repubblicana.
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