Pas, i docenti precari scrivono al rettore

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La sede della Libera Università di Bolzano. Nei tondi, Liliana Di Fede, segretaria del Partito democratico altoatesini e, sotto, Andrea Casolari, coordinatore della Lista civica
La protesta Raccolta firme per chiedere un nuovo orario: «Ritardi clamorosi». Margheri: vicenda scandalosa
Pas, i docenti precari scrivono al rettore
Gli insegnanti di seconda lingua: una parte delle lezioni va fatta online
BOLZANO — Gli echi della politica
sull’annullamento dei corsi Tfa non si sono ancora spenti per l’Università si apre
un nuovo fronte: quello dei corsi Pas. Ovvero i percorsi abilitanti per gli insegnanti
di seconda lingua. Un gruppo di una cinquantina di docenti infatti ha scritto al rettore e al preside di Scienza della formazione denunciando gravi mancanze e chiedendo un’organizzazione delle lezioni più
flessibile. Ieri una loro delegazione ha incontrato il coordinatore di Sel Guido Margheri.
«La vicenda dei corsi annullati è scandalosa e intollerabile. Il rifiuto di organizzare il nuovo corso abilitante per settembre
con l'inesistente e risibile pretesto della
mancanza di spazi fa sorgere legittimi sospetti sulle reali motivazioni» sottolinea
Margheri che tira in ballo anche il corso
Pas che non rispetterebbe i dettami del ministero. «L’eccessiva lunghezza dovuta anche a prolungate pause penalizza i corsisti
rispetto ad altre realtà più efficienti dove
il rispetto della scadenza di luglio fissata
dal Decreto consente ai docenti, terminato un corso, di accedere ad un altro corso
e quindi di poter conseguire una doppia
abilitazione. L’autonomia universitaria
consente certo di scegliere se effettuare i
corsi oppure no, ma — avverte ancora
Margheri — non consente affatto di farlo
male, o di organizzare le cose in funzione
di interessi diversi da quelli previsti in relazione agli obiettivi di interesse pubblico
dei corsi. È necessario pertanto a tutti i livelli una verifica sull’operato della Lub finalizzata a ristabilire una situazione di normalità».
Le bordate di Sel arrivano subito dopo
l’incontro con una delegazione di prof precari. Gli stessi che qualche giorno fa hanno scritto al rettore e al preside di Scienza
della Formazione Franz Comploj. «Quello
che denunciamo — sottolinea Luca, uno
Nel mirino La sede Lub a Bressanone
dei promotori della raccolta firme — è soprattutto la durata assurda e l'organizzazione del corso che, non solo non ci permette di iscriverci agli altri corsi che partiranno in autunno, ma porta molti colleghi
a spese eccessive. Molti di noi — racconta
— arrivano da Malles, da Trento e da vallate sperdute. Già hanno pagato 2.500 euro
di iscrizione a cui bisogna aggiungere i soldi della benzina e dei pernottamenti. Tutte cose evitabilissime se almeno una parte
dei corsi fosse stata fatta online come prevede il ministero».
I professori precari, come denuncia Luca, si trovano tra l’incudine e il martello.
«Molti di noi hanno scelto di lavorare part
time proprio per poter seguire il percorso
abilitante. Se il corso fosse stato intensivo, di breve durata e avesse previsto anche l'online noi avremmo speso tutti di
meno, avremmo avuto la possibilità di
partecipare agli altri corsi abilitanti che
partiranno a settembre e non avremmo
dovuto rinunciare al full time l'anno prossimo. Non è un caso se alcuni colleghi si
siano ritirati: non ce la facevano con spese, impegni e famiglia». Il collettivo dei
precari ha preso contatti con altre realtà
universitarie dove sono nate iniziative
analoghe visto che pure in altre regioni i
corsi di abilitazione sono partiti in ritardo.
«In nessun caso arrivano fino a febbraio
dell’anno prossimo» aggiunge Luca.
La lettera, con cui si chiede un incontro
al rettore Lorenz e al preside di Scienza della formazione, contiene tutte le richieste
dei prof. «Visto che la legge italiana consente la frequenza ad un percorso abilitante per volta chiediamo il riordino del calendario delle lezioni in modo da permettere l’acquisizione del titolo abilitante in
tempi utili da consentire la partecipazione
al Tfa di secondo livello» scrivono i docenti che propongono anche una serie di soluzioni. Ovvero: «Organizzazione di una parte dei corsi online, esemplificazione dei
contenuti dei corsi, utilizzo delle giornate
di luglio 2014 e utilizzo delle domeniche
per le lezioni». La lettera si conclude con
la richiesta di un incontro a breve termine
tra il preside di facoltà e una delegazione
della classe Pas. Incontro che, almeno per
ora, non c’è ancora stato.
Non è la prima volta che sul percorso
Pas si arriva allo scontro tra Università e
frequentanti che, oltre ad essere studenti,
sono anche insegnanti precari. Proprio
all’inizio del corso di abilitazione per i docenti di seconda lingua infatti un gruppo
di corsisti aveva chiesto e ottenuto la rimozione di un docente giudicato inadeguato.
Finora alla Lub non si è mai verificata
una protesta degli studenti forse anche
perchè l’Ateneo sovvenziona generosamente le associazioni studentesche. A portare il germe della rivolta all’interno
dell’Ateneo sono però gli insegnanti precari che per legge devono superare i corsi
abilitanti organizzati dalle università. Forse anche a causa delle difficoltà incontrate
nel’organizzazione del corso Pas che la
Lub ha deciso di sospendere i percorsi abilitanti per i prof.
Marco Angelucci
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Tensione
18/06/2014 | Testata: Corriere dell'Alto Adige | Pagina: 3
Data:
Documento generato da Philip Santa (unibz) il 18/06/2014 alle 08:20:17
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