Gisella Gatto La Gatto affronta la tematica femminile con tono ironico giocando con il corpo della donna e con quelli che sono i simboli per antonomasia legati agli aspetti “negativi” che essa rappresenta. Come punto di partenza per la sua ricerca stilistica l’artista sceglie Eva, simbolo della tentazione e del peccato originale ma anche e soprattutto simbolo di un’ ingiustizia secolare che le donne hanno dovuto subire a causa di una storia scritta al maschile che le ha, troppo spesso, volute vedere e raccontare con veste negativa come tentatrici, peccatrici, streghe, prostitute… In “Peccato, Eva!” la mano femminile regge la mela che, nella Genesi, è l’ elemento attraverso il quale l’uomo commette il peccato. È una mano elegante, sicura, quasi in posa, a voler dimostrare con ironica delicatezza il rifiuto della donna di sottostare ad un potere misogino e la sua volontà di riaffermarsi al centro del Creato. La mela, rossa come il sangue, quel sangue sacro proprio esclusivamente della donna e che racchiude il suo mistero e il suo potere, lascia intravedere un’immagine maschile che diventa debole ed insicura di fronte a tanta grandezza. Attorcigliato alla mano il serpente, di un verde pop e brillante: anche lui sembra volersi scrollare di dosso quella patina negativa che ritroviamo solo nella Bibbia, e riaffermare la sua veste positiva di simbolo della Conoscenza. Anche ne “Il cammino di Eva” l’artista ha voluto giocare con cromie brillanti e decise che vanno di pari passo alla decisione con la quale il corpo della donna si impone. Un corpo che non è un corpo mercificato come ce lo mostra la stragrande maggioranza della comunicazione massmediatica odierna ma un corpo deciso che si vuole mostrare anche con una certa irriverenza, attraversato da una schiera di omini omologati che sorreggono a loro volta figurine femminili in stile anni cinquanta che guardano lo spettatore con sguardo sicuro e ammiccante.
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