del 28 Giugno

Del 17 Aprile 2015
Estratto da pag. 11
Del 17 Aprile 2015
Estratto da pag. 11
Jobs Act, metà delle coop disposta ad assumere
Appalti e precarietà nei servizi, Schelfi preoccupato. Dalpalù: «Discontinuità in Federcoop»
TRENTO Le cooperative assumeranno grazie al Job Acts? Metà sì e metà no, a quanto risulta da un sondaggio
pubblicano nell’ultimo numero di Cooperazione trentina . Nel mensile anche i timori del presidente Diego
Schelfi per gli appalti e la precarizzazione del lavoro nel settore servizi.
Federcoop ha chiesto alle associate: «Con il Jobs Act è stato calcolato che assumere con il contratto a tutele
crescenti in tre anni farà risparmiare alle aziende il 90% dei costi previdenziali, rispetto all’assunzione a
termine, Pensate di assumere»? Hanno risposto in 127, circa un terzo del totale. Hanno detto sì in 63, vale a
dire 12 Famiglie cooperative, 6 agricole, 35 «sociali, lavoro e servizi», 10 Casse rurali. Hanno risposto «no» in
62, cioè 15 Famiglie coop, 10 agricole, 20 Lssa, 17 Rurali.
Sempre in materia di economia e occupazione, l’editoriale di Schelfi affronta la «tragicomica» questione degli
appalti. Evidentemente le coop trentine continuano a perderli, a causa della concorrenza esterna e i correttivi
legali a disposizione non vengono impiegati. «È la fatica di Sisifo davanti alla sordità», appesantita dalla
«schematica autoconvinzione di una parte non indifferente di funzionari pubblici». Poi ci sono le coop di
servizi alle persone, sottoposte a un nuovo stress: «Mancano soldi per cui gli enti pubblici propongono loro
drastici ridimensionamenti dei costi. Ciò si traduce nella necessità di avere soci e dipendenti che lavorano con
il contratto del badantato e non avranno pensione». «Insomma, per far sopravvivere queste imprese si rischia
di dover utilizzare forma di precarietà che fanno rimordere la coscienza». «Ma non abbiamo una soluzione»
ammette Schelfi. Intanto per affrontare i problemi più gravi, una realtà come Risto 3, con 1.040 dipendenti, ha
istituito un Fondo di solidarietà fra dipendenti, per aiutare chi è colpito da lutti o malattie gravi.
Tutte questioni che riguarderanno il prossimo (probabile) presidente di Federcoop, Renato Dalpalù, che
rilascia un’intervista sui lineamenti del suo programma. Una mossa comunicativa che coincide con l’inizio
delle riunioni territoriali, anticipato rispetto al maggio «canonico» per contrastare l’azione degli «impegnati»,
che candideranno con ogni probabilità Geremia Gios.
La candidatura a raccogliere il testimone di Schelfi viene accolta «con preoccupazione, che però non significa
con timore». Rivolto agli animi critici dice: «Anche chi non è d’accordo ha una funzione: tener vivo chi ha
responsabilità». Consorzi guidati dai «soliti noti? «Senza le coop muoiono». Se in passato «il Trentino ha
investito molto in strutture, adesso occorre investire in uomini. Penso a persone che assumano il
coordinamento trasversale delle presenze cooperative. L’obiettivo è preparare una classe dirigente che possa
arrivare a Trento già preparata». Verso i predecessori massimo rispetto, «ma una discontinuità è nei tempi e
nei caratteri delle persone. Non vedo contraddizioni. Occorrerà anche essere discontinui».
E. Orf.