marzo 2014 - Chiesa Cristiana Emmanuel

“Voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo
verrà su voi, e mi sarete testimoni”.
“E come il giorno della Pentecoste fu giunto...
tutti furono ripieni dello Spirito Santo”.
(Atti 1:8; 2:1-4).
VOCE PENTECOSTALE
Periodico trimestrale di edificazione
ANNO XXXIV - N. 1
Spedizione in A.P. Art. 2 Comma 20/c
Legge 662/96 - Filiale di Milano
GENNAIO - MARZO 2014
DIO È ALL’OPERA
Vorrei che poteste venire con me alla stazione di Wall Street nel centro di Manhattan un
venerdì mattina, giusto in tempo per osservare
l’arrivo della metropolitana nel cuore del distretto finanziario. Dapprima, la stazione sembra vuota, con quasi nessun’anima in vista.
Chiamati scherzosamente “carri bestiame”,
i treni arrivano subito, ognuno trasportando
il suo carico di operatori di borsa, avvocati e
impiegati dal colletto bianco e da quello blu,
tutti diretti verso le loro attività del centro.
Appena le porte si aprono, centinaia di pendolari si riversano fuori creando un enorme
ingorgo umano mentre salgono le scale per
recarsi al loro lavoro.
Ora venite con me alla stazione una mattina
del week-end, esattamente nella stessa ora. È
una scena totalmente diversa. I treni passano
proprio in orario, ma non c’è quasi nessuno
che scende. Per molte persone questo è un
tipo di fermata dal lunedì al venerdì, e dalle
nove alle cinque.
Adesso, pensate per un momento ad una
persona che non smette mai di lavorare.
Questa persona non è uno stacanovista, e
non ha mai bisogno di una pausa. Lavora
notte e giorno, anno dopo anno, senza mai
prendersi una vacanza. Ancora meglio, lavora
continuamente a vostro favore. Anche mentre
state dormendo, anche quando siete troppo
malati per arrivare in ufficio, Dio è all’opera.
Anche se sappiamo che Dio è sempre
all’opera nel mondo, a volte siamo tentati di
dubitare che Egli sia davvero interessato alla
nostra vita. “Dov’è Lui?”, talvolta ci domandiamo, quando abbiamo più bisogno di Lui.
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SOMMARIO
• Dio è all’opera (Carol Cymbala)
pag. 1
• L’opinione di Dio sulla donna (Dr. Frank Viola) pag. 2
•Testimonianze (Autori vari) pag. 3
• Dalle nostre Comunità
pag. 4
• Dalle nostre Comunità
pag. 5
• Un tributo a Steve Hill (Michael Brown)
pag. 7
• Prefazione (Santina Noto Porrello)
pag. 8
• Conferenza PEF a Emmetten (Pef Office)
pag. 10
• Impariamo a conoscere le Chiese Elim
pag. 11
• Conferenza Chiese Elim (G. Piccolo)
pag. 12
Carol Cymbala
Siccome la Sua opera è invisibile, non possiamo appoggiarci sulla nostra visione umana
perché ci sostenga nei momenti difficili. Senza
fede, possiamo pensare che Dio non sappia
cosa stia accadendo o che Egli non se ne curi.
Ed è per questo che l’apostolo Paolo dice:
“Camminiamo per fede e non per visione”
(2 Corinzi 5:7).
Il titolo della canzone dell’ultimo album del
coro si intitola “Dio è all’opera”. Le parole
del testo riaffermano il fatto che il nostro Dio
è all’opera dietro le scene della vita:
Dio è all’opera, Egli sta operando ancora,
Dio è all’opera anche ora.
Anche se non sappiamo come
Dio è all’opera anche ora.
Anche se non puoi vedere e non puoi ca-
pire appieno,
Ricordati, Dio ha il controllo.
Egli ha promesso di proteggerti in qualche modo
Ed Egli è all’opera anche ora.
Ogni volta che in alcune situazioni della mia
vita sono tentata a chiedermi dov’è Dio, mi
ricordo proprio della Sua Parola e di tutti i modi
con cui ha già operato dimostrandomi la Sua
potenza. Ricordando a me stessa come Dio ha
operato, trovo più facile credere che Egli lo stia
facendo ancora. Per me, la chiave della fede
nei momenti bui è ricordare le promesse del
Signore, contando su Colui che dice di essere
l’unico a fare ciò che dice di fare.
Tempo di arrendimento
Alcuni dei miei ricordi di come Dio ha ope-
rato a mio favore mi riportano in una fattoria
a sud del Wisconsin. Mia madre, Wilma Arn,
nacque lì nel 1918. I suoi genitori erano
dei laboriosi immigrati svizzeri che stavano
facendo del loro meglio per avviare nella
società i loro quattordici figli. Mia madre era
la settima della fila.
Piccola, bruna e determinata, la mamma
aveva solo sedici anni quando fece le valigie e
si trasferì a Chicago per frequentare l’istituto di
bellezza. Per raggiungere le sue finalità lavorò
per un dentista e per sua moglie, facendo le
pulizie e dando una mano con le faccende
di casa.
Non c’era niente che non affrontasse,
come per esempio imbandire un tavolo di
torte di crema alla banana per una festa di
bar mitzvah.
Nei giorni in cui poche donne lavoravano fuori casa e c’erano pochi prestiti per le
piccole imprese, la mamma riuscì ad aprire
il proprio salone di bellezza e a gestirlo come
una professionista.
Dopo il lavoro era abituata a frequentare
una piccola caffetteria nel vicinato. Una
sera, all’età di ventun anni, un giovane di
bell’aspetto si avvicinò a lei appena si sedette
al bancone per consumare la cena. Il suo
corteggiamento era di quelli familiari, ma
funzionò abbastanza bene: “Scusi, signorina,
potrebbe dirmi l’ora?” I due iniziarono una
conversazione e nelle settimane che seguirono
continuarono a frequentarsi alla caffetteria,
ognuno sperando che l’altro sarebbe stato lì.
Nessuno di loro era cristiano. Ma quando
la mamma lo portò a casa sua per incontrare
la famiglia, accadde una cosa strana. Sua
madre, mia nonna Arn, era una donna di
grande preghiera e di insolito discernimento.
Prima che loro si salutassero, la nonna guardò negli occhi il suo futuro genero e gli disse
audacemente: “Un giorno sarai un pastore”.
Anche se mia madre avrebbe potuto esserne
sorpresa, non si allarmò. Si sentì al sicuro nel
sapere che questo giovane, Clair Hutchins,
non fosse più religioso di lei.
Nel periodo in cui i miei genitori si sposarono, mio padre rimase ancora con l’American
Opera Company. Ma dopo il suo incontro
con il dott. Robert Cook, le cose cambiarono.
Quanto più papà parlava di Gesù, tanto più
la mamma diventava dura. Lei voleva vivere
la sua vita nel modo in cui voleva, e Gesù
(Continua a pag. 8)
Carol Cymbala
1
L’OPINIONE DI DIO SULLA DONNA
Quella che segue è la trascrizione di un
messaggio predicato da Frank Viola in una
chiesa in Cile. Bisogna tener conto del fatto
che la cultura cilena ha una considerazione
molto scarsa delle donne.
Nota dell’Editore
Dopo il messaggio di questa sera, se la registrazione uscisse da questa sala e qualcuno
la ascoltasse nella vostra nazione, io sarei
dichiarato eretico. Potrebbe essere in pericolo
la mia stessa vita.
Inoltre, dopo questo messaggio, alcuni degli
uomini presenti, potrebbero non volere che io
torni di nuovo. Le donne, invece, vorranno
che io mi trasferisca qui!
Annotatevi i seguenti passi:
«Le donne che erano venute con Gesù
dalla Galilea, seguito Giuseppe, guardarono
la tomba, e come vi era stato deposto il corpo
di Gesù». Luca 23:55.
«Tutti costoro perseveravano con una sola
mente nella preghiera e supplica con le donne,
con Maria, madre di Gesù, e con i fratelli di
lui». Atti 1:14.
Torniamo indietro nel tempo all’antica Israele e consideriamo l’opinione sulle donne prima
della venuta di Gesù. Generalmente, gli ebrei
avevano una scarsa opinione sulle donne. Alle
donne ebree non era permesso studiare. Pertanto in maggioranza erano non scolarizzate
e ignoranti. Venivano istruite unicamente sui
lavori domestici e sull’allevamento dei figli.
Erano anche escluse dall’adorazione a Dio.
Nel tempio di Erode, c’era un cortile speciale
che stava all’estremità esterna. C’era il cortile
chiamato “dei Gentili”. I gentili potevano
entrarvi, ma il loro accesso era limitato a
quell’area.
A cinque metri dai gentili, c’era il cortile
delle donne. Il loro accesso era limitato a
quell’area. A quindici metri c’era il cortile
degli uomini ebrei. Gli uomini avevano molti
più privilegi nell’adorazione a Dio rispetto
alle donne.
La donna non aveva voce in capitolo
nemmeno nel proprio matrimonio. Il padre
decideva con chi, quando e perché dovesse
sposarsi. Una donna non poteva divorziare
dal marito per nessuna ragione, solo l’uomo
poteva avviare il divorzio.
Le donne ebree dovevano mostrarsi in
pubblico il meno possibile. Addirittura si insisteva talmente con i giovani uomini di non
parlare con le donne in pubblico, che nell’antica Israele era considerata una vergogna. Di
conseguenza la maggior parte delle donne non
usciva per le strade.
Le donne erano considerate inferiori agli
uomini. Erano trattate come una proprietà,
alla stregua del bestiame e degli schiavi. Gli
uomini ebrei recitavano ogni giorno una preghiera di ringraziamento, che dimostra quale
cattiva considerazione avessero delle donne.
Dice così:
Lode a Dio. Non mi ha creato gentile.
Lode a Dio. Non mi ha creato donna.
Lode a Dio. Non mi ha creato un uomo
ignorante.
Questa era l’opinione sulle donne nell’Israele del primo secolo. Non migliore di quella delle altre culture. Infatti, dalla caduta dell’umanità, le donne sono sempre state considerate
cittadini di seconda classe – inferiori. Ma
accadde un fatto che cambiò le cose.
2
Frank Viola
Venne Gesù
In Gesù Cristo troviamo l’opinione di Dio
sulle donne. Non l’opinione degli uomini.
Non l’idea degli Americani, non l’idea degli
Europei, degli Asiatici, degli Africani o dei
Sud Americani. Nemmeno l’idea dei Cileni.
Ma l’idea di Dio.
Gesù Cristo è Dio venuto in carne. Quindi
incarna le opinioni di Dio. Nella Sua vita sulla
terra, Gesù era l’espressione visibile di Dio
stesso. Dalle Sue azioni e dalle Sue parole, noi
scopriamo l’opinione di Dio sulla donna. Ed
è assolutamente contraria all’idea prevalente
del Suo tempo.
Considerate questo: quando Dio ha deciso
di fare il Suo ingresso su questa terra, ha
visitato una donna. Ha scelto una donna per
dare alla luce l’eterno Figlio, il Messia – l’Unto
che Israele aveva aspettato migliaia di anni.
La vita di Dio fu collocata nel grembo di
una donna prima che arrivasse a te e a me. E
Dio non si è vergognato.
Sorelle in Cristo, questa è l’opinione di Dio
sulle donne. Prendete la vostra alta posizione.
Ma non è tutto. Mentre ministrava, Gesù
abbatté tutte le convenzioni sociali esistenti
sulle donne. In un’occasione difese una donna
colta in adulterio. Divenne il suo avvocato e
salvò la sua vita. E Dio non si vergognò.
Fu notato andarsene in giro con i peccatori.
Mangiava con le prostitute ed i pubblicani. In
Giovanni 4 ci viene detto che incontrò una
donna e fece qualcosa di scioccante per i
Suoi discepoli: le parlò in pubblico. E non si
vergognò.
Non era solamente una donna, ma era
una divorziata. Non era solo una divorziata,
stava vivendo nell’immoralità. Non era solo
una donna, una divorziata, un’adultera che
viveva nel peccato, era peggio di una gentile.
Era una samaritana – una mezzo-sangue. (Un
samaritano era una persona a cui i giudei non
dovevano rivolgere la parola).
Nostro Signore parlò con quella samaritana
divorziata e adultera in pubblico, e perdonò i
suoi peccati. E non si vergognò.
Sorelle, prendete la vostra alta posizione.
Ma non è tutto. Gesù Cristo aveva l’abitudine di utilizzare le donne nelle Sue parabole,
facendone delle eroine. Parlò di una donna
che cercò e trovò la sua moneta perduta.
Parlò di una donna accanita davanti al
giudice ingiusto, che alla fine la onorò per la
sua insistenza. Parlò della vedova che diede
in offerta al tesoro del tempio tutto ciò che
aveva e la lodò per questo. E non si vergognò.
Sorelle, prendete la vostra alta posizione.
È l’opinione di Dio sulla donna.
Una volta Gesù stava cenando con un fariseo convinto della propria giustizia. Ed entrò
una donna. Ma non era una donna qualunque, era una donna di strada – una prostituta.
Quando vide il Signore, cadde in ginocchio e
fece qualcosa di inquietante.
Alla presenza dei farisei, questa donna slegò
i propri capelli e versò del profumo costoso
sui piedi del Signore. Questa donna impura
toccò Gesù in pubblico. Pianse, lavò i Suoi
piedi con le proprie lacrime e li asciugò con i
propri capelli.
Questo atto scandaloso e improprio mortificò il senso di auto-giustizia dei farisei. Quei
capi religiosi persero tutto il loro rispetto per
Gesù e dubitarono che fosse un vero profeta.
Ma il Signore non si vergognò.
Sorelle, prendete la vostra alta posizione. È
l’opinione di Dio sulla donna.
Ma non è tutto. Nostro Signore permise ad
una donna impura di toccargli l’orlo della veste, e non si vergognò. Anzi, la lodò per questo.
Alla donna cananea, che era vista come un
cane agli occhi dei giudei, rivolse uno dei più
alti complimenti. Non lo disse a nessun altro.
Guarì anche sua figlia. E non si vergognò.
Durante le ultime ore del Signore sulla terra,
si trovava in un piccolo villaggio chiamato
Betania. Fu là che trascorse i Suoi ultimi giorni
prima di dare la vita sul Calvario. A Betania
abitavano due donne che Gesù amava: Marta
e Maria. Erano Sue amiche e Lo ospitavano.
E Lui non si vergognò.
Sorelle, prendete la vostra alta posizione.
È l’opinione di Dio sulla donna.
Quando Luca scrisse il suo vangelo, si riferì
ai dodici discepoli chiamandoli «i Dodici». I
Dodici vissero con il Signore per tre anni e
mezzo. E lo seguirono ovunque.
Ma Gesù aveva anche un gruppo di discepole donne. Luca usava un’abbreviazione per
riferirsi a loro. Le chiamava semplicemente «le
donne» (Luca 23:55; Atti 1:14). Interessante
notare che Luca usa questa abbreviazione allo
stesso modo in cui usava «i Dodici».
Erano anch’esse discepole del Signore – la
controparte dei Dodici. Le donne seguivano il
Signore ovunque andasse, e provvedevano ai
Suoi bisogni. Ed Egli non si vergognò.
Sorelle, prendete la vostra alta posizione. È
l’opinione di Dio sulla donna.
Ma c’è di più. I più grandi discepoli di Gesù
non erano i Dodici, erano le donne. Perché?
Perché erano più fedeli.
Quando Gesù Cristo fu portato a morire, i
Dodici sparirono. In un attimo tutti (eccetto
Giovanni) dissero: «Ciao, ci vediamo». Ma le
donne rimasero con Lui. Non se ne andarono.
Lo seguirono fino al Calvario per fare quello
che avevano sempre fatto – confortarLo, prendersi cura di Lui, provvedere ai Suoi bisogni.
Erano lì a guardarLo morire durante quella
violenta e sanguinosa crocifissione che durò
sei lunghe ore.
(Continua a pag. 6)
Frank Viola
2
TESTIMONIANZE
Contrariamente a quanto è stato fatto in
passato, in cui questa pagina riportava una
sola testimonianza, questa volta ho chiesto
a ciascuna delle dieci persone battezzate di
scrivere un breve pensiero, così potremo ricordarci di pregare per ognuna di loro. Sono
stato benedetto e commosso nel conoscere
nuovi particolari di ciò che il Signore ha fatto
nella loro vita.
Giuseppe Piccolo
La ricerca della verità
Nulla aveva più un senso, cercavo ovunque
la verità nascosta, qualcosa che potesse dare
un senso alla vita, a tutto ciò che ci sovrasta,
che ci domina e che ci manipola come marionette. Che senso ha tutto ciò? Perchè tante
ingiustizie, tante disuguaglianze? Perchè tanta
sofferenza?
Ma ecco ... la verità mi ha trafitta.
Il buio piano piano svaniva e lasciava spazio
alla luce. Sempre più chiaramente vedevo il
disegno divino che emergeva illuminando il
mio cammino e rischiarando questo mondo
contaminato.
L’amore cresceva e si consolidava dentro
di me.
Dov’ero stata fino a quel momento? Stavo
aprendo gli occhi a una realtà fantastica,
meraviglia tanto grande da non distinguerne
i confini, sentivo il calore divino che mi avvolgeva e mi fortificava.
Stavo nascendo di nuovo... Che travaglio,
sembrava che tutto mi venisse contro e niente
alleviava le mie fatiche. Spesso mi sentivo
sopraffatta e mi mancavano le forze per proseguire, ma poi, le gioie dopo il parto, come
sempre ripagano abbondantemente di tutto
ciò che si ha sofferto.
Vedevo il mondo da un punto di vista
diverso. Anche le situazioni più assurde cominciavano ad avere un significato.
Ora conosco la verità, sto imprimendola
sempre di più nel mio cuore.
Voglio gridare al mondo, voglio condividere
la gioia e l’amore.
Ho avuto l’onore di conoscere. Come è
stata data a me la possibilità di vedere, voglio
fare tutto ciò che posso per essere e dare luce
ad altri. Nel nome di Gesù. Amen.
Patrizia Ingegnere
***
Mi chiamo Flor Eva Tolentino Valencia e
sono di nazionalità peruviana. Ho conosciuto Gesù e ho deciso di fare il battesimo per
immersione e sono felice di far parte della
grande famiglia di Dio.
Non ero credente, pur venendo da una
famiglia cristiana. I miei genitori si separarono
quando avevo circa 4 anni e se questo non
fosse accaduto forse la mia storia sarebbe stata
diversa. Sono cresciuta nel mondo, credevo
in Dio alla mia maniera, per tradizione, spinta dalle persone, perché loro avevano una
religione, credevano in qualcosa, in Dio, nei
santi, ecc. E così facevo anch’io. Quando ho
finito l’università sono arrivata in Italia per una
migliore opportunità di lavoro, ma due anni
fa mia madre si è è ammalata di una forte
depressione. Essendo lontana da casa, mi
Qui sopra sono ritratte le 10 persone che hanno raccontato la loro testimonianza di come
hanno incontrato Gesù come loro Salvatore (Foto Pietro Tramontano).
sentivo disperata, angosciata, sentivo il mondo
crollarmi addosso. In quella circostanza ho
conosciuto Alicia, una mia connazionale e collega di lavoro, che mi ha parlato del Signore,
anzi mi ha fatto l’invito di andare nella chiesa
che stava frequentando e io accettai l’invito.
Così è iniziato il percorso della mia vita
spirituale. Non sono state inutili le preghiere
delle mie nonne. La mia mamma è tornata
al Signore Gesù Cristo dopo 30 anni di allontanamento. Adesso prego per mia sorella,
perché lei possa conoscere Gesù e perché la
sua vita possa cambiare, come è cambiata la
mia. Grazie, Gesù!
Flor Eva Tolentino Valencia
***
Sono cresciuta nel Salvador con la fede in
Dio, ma ero sempre vuota, perché nel mio cuore c’era tristezza e vuoto e niente lo riempiva.
La mia vita non aveva alcun senso.
Volevo aiutare il mio nipote prediletto perché era schiavo dell’alcool, ma non riuscivo a
far niente per lui. Un giorno, passando davanti
alla Chiesa Bethel insieme a lui, vi siamo entrati, ma subito dopo ne siamo usciti. La terza
volta, però, ritornai da sola e rimasi per tutta
la durata della riunione; da quel giorno la mia
vita è cambiata. Quel vuoto che avevo nel cuore è stato riempito da Gesù, il mio Salvatore.
Ero pronta a fare il battesimo già dalla volta
scorsa, ma a causa di alcuni gravi problemi
ho dovuto rimandarlo. Ora, però, ringrazio
Dio che mi ha dato la possibilità di confessare
pubblicamente Gesù Cristo come mio personale Salvatore.
Da quando sono nelle Sue vie, la mia vita è
piena di serenità e di gioia. Dio è stato grande
e misericordioso con me e a Lui voglio dare
tutta la gloria!
Evangelina Peraza
***
Ho 16 anni, sono nata a Napoli, ma vivo a
Milano da 15 anni. Grazie a Dio, sono cresciuta in una famiglia di credenti ed educata nelle
vie del Signore. Crescendo mi sono accorta
che la vita non era facile e non era come pensavo. All’età di 13 anni mi ritrovai ad affrontare
delle incomprensioni con le mie compagne di
scuola media che mi evitavano, ma come ha
insegnato Gesù: “Ama il tuo prossimo come
te stesso”, io ho cercato di farlo.
Man mano che crescevo i problemi divenivano più grandi, ma io sapevo che Dio
aveva un piano per me. Non avevo amici e
mi trovavo sempre a piangere.
All’età di 15 anni ho deciso di andare a
studiare in un’altra scuola per cambiare quel
tipo di ambiente ostile. Ora la situazione è
cambiata, mi ritrovo forte, con tanti amici, e
mi sento più matura rispetto agli anni scorsi.
Ho deciso di fare il battesimo perché ho
accettato il Signore come mio personale Salvatore e voglio che Egli possa guidare la mia
vita e preservarmi dal mondo.
Miriam Gargiulo
***
Mi chiamo Salvatore Tilotta. Sono un giovane che oggi vive a Milano e vorrei raccontarvi
la mia testimonianza e il mio incontro con
Gesù, il mio Salvatore, Colui che ha riportato
la luce nella mia vita.
Sono nato in una famiglia cattolica, i miei
genitori mi hanno insegnato la dottrina cattolica e per anni ho creduto che ci fosse un
Dio, ma non avevo mai avuto l’interesse di
conoscerLo. Non leggevo la Bibbia e quelle
poche volte che andavo a messa la domenica,
lo facevo per far contento mio padre. I miei
unici scopi (come quelli di molti giovani che
(Continua a pag. 4)
Salvatore Tilotta
33
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
BATTESIMI A MILANO
Il 23 febbraio 2014 si è celebrato nella
Chiesa Bethel un servizio battesimale
nel corso del quale 10 persone hanno
pubblicamente confessato di credere in
Gesù Cristo come loro personale Salvatore e Signore.
Questi sono i loro nomi: Carmen Letizia
Requena Garcia; Cecilia Piccolo; Edwin
Orlando Ordonez; Eva Peraza; Flor
Tolentino; Maria Cacnahuaray; Miriam
Gargiulo; Patrizia Ingegnere; Salvatore
Tilotta e Valeria Ordonez.
Mentre ci rallegriamo con gli angeli nel
cielo per la decisione presa da questi cari
fratelli e sorelle, vogliamo continuare a
presentarli al Signore perché li preservi dal
maligno e li custodisca nel Suo amore.
G. P.
(Segue da pag. 3)
sono lontani da Dio e vivono nel mondo),
erano il divertimento e tutte quelle cose che
credevo appaganti, ma che mi hanno tenuto
per tanto tempo lontano dalla fede, da Dio e
all’oscuro dei Suoi piani.
Il mio incontro con Gesù è avvenuto a settembre 2013, anno che reputo cruciale per la
mia vita. Dopo aver rifiutato il posto di lavoro
con la Ryanair, dove ero stato preso dopo una
selezione come stewart, conobbi una ragazza
della quale mi innamorai perdutamente e iniziai una storia che durò fino a maggio 2013 e
quando la storia ebbe fine, iniziò il periodo più
brutto della mia vita.
Non riuscivo ad accettare che tutto fosse finito, e così iniziai a frequentare amicizie sbagliate.
Ogni sera ero in giro in vari locali e tornavo
a casa ubriaco. Ma il mio più grande nemico
era il gioco d’azzardo, attraverso il quale persi
molti soldi e stavo portando alla distruzione la
mia famiglia, che mi aveva quasi abbandonato.
Quando ritornai a Milano dopo le vacanze,
una sera di settembre, uscendo da un locale
sudamericano, incontrai una ragazza che si
era fidanzata con un mio amico, e iniziammo a
frequentarci, ma non sapevo che fosse cristiana
evangelica.
Una sera, mentre eravamo a casa mia, vedendomi molto abbattuto, senza speranza e
senza via di uscita, mi parlò di Gesù e mi invitò
a pregare. In quel momento scoppiai a piangere,
era come se mi fossi svegliato da un incubo, e
come se ci fosse lì una persona che mi diceva:
“Arrenditi a me, sono io la via per la felicità”.
Improvvisamente iniziai a sentirmi bene,
a provare una pace dentro che non avevo
mai sperimentata e ogni giorno che passava
sentivo un amore crescere dentro di me, un
amore verso una persona che fino ad allora
non conoscevo, ma che oggi ringrazio ogni
giorno di avermi salvato e di essersi fatto conoscere, Gesù.
Dopo quel momento le cose pian piano
sono migliorate, ho pregato per un lavoro che
è arrivato quasi subito, e con la mia famiglia
le cose sono iniziate ad andare sempre meglio.
Mi vedono più sereno e si accorgono che dopo
le tenebre il sole sta ritornando nella mia vita.
4
Il pastore Giuseppe Piccolo coi 10 fratelli pronti ad essere battezzati nella Chiesa Bethel il 23
febbraio 2014 (Foto Pietro Tramontano).
A ottobre, sempre tramite questa mia amica,
ho conosciuto la chiesa Bethel, dove sono
stato accolto come un figlio da tutti i fratelli e
sorelle. Appena si è presentata l’opportunità
del battesimo, ho sentito subito il desiderio
dentro di me di dire di sì, pur sapendo che era
un passo importante e che avrebbe richiesto
tante rinunce e cambiamenti nella mia vita. Ciò
vuol dire abbandonare il vecchio uomo per il
nuovo, ma fino ad oggi non ho ripensamenti
né rimpianti per questa mia scelta, perché il
mio unico desiderio e la mia unica volontà è
di apprendere gli insegnamenti di Gesù e di
cercare di applicarli alla mia vita.
Salvatore Tilotta
***
Ho 12 anni, sono nata in Perù, e negli ultimi
4 anni sono vissuta con la nonna, perché la
mia mamma si trovava in Italia per lavoro. Ho
pregato Gesù di portarmi dalla mia mamma
e da alcuni mesi sono arrivata in Italia con
mio padre. Adesso mi sento felice perché vivo
insieme ai miei genitori a Milano ed anche
perché ho potuto fare il battesimo insieme a
loro. Ringrazio Dio per tutto!
Valeria Tamara Ordonez Cacnahuaray
***
Il mio nome è Maria Cacnahuaray, ho 44
anni, sono peruviana e lavoro come infermiera.
Nella mia vita sono successe tante cose brutte
per farmi allontanare dal Signore. Egli era sempre accanto a me e senza guardare i miei peccati,
mi ha dato tutte le cose che Gli ho chieste.
Quando ero una giovane studentessa
all’Università, per un anno ho smesso di studiare per problemi familiari. Dio mi ha parlato
in sogno: “Devi tornare a casa, devi finire di
studiare e laurearti come infermiera”.
Grazie al mio Dio onnipotente, mi sono
laureata, ho chiesto un lavoro stabile nell’ospedale militare nella capitale, Lima, in Perù e lì
ho lavorato per 12 anni. Poi, Gli ho chiesto di
avere una figlia, e me l’ha data, Valeria, che
ora ha 12 anni.
Altra cosa che ho chiesto a Dio, fu di uscire dal
mio Paese, perché avevo problemi economici e
sono arrivata in Italia. Non mi è mai mancato
niente, però non ero felice. Soffrivo tanto per la
mia famiglia che era rimasta in Perù. Egli me l’ha
riportata a Milano alcuni mesi fa. Dio ha toccato
il mio cuore ed io L’ho accettato con tanto amore
perché è l’unico Salvatore onnipotente, che
amerò per tutta la mia vita.
Maria Cacnahuaray
***
Mi chiamo Edwin Orlando Ordonez Martinez e sono peruviano. Ho 45 anni di età, sono
sposato con Maria, ho una figlia, Valeria, ed
ho lavorato come poliziotto nel mio paese
per 23 anni. Adesso mi trovo in Italia con un
permesso di due anni.
Devo dare grazie a Dio perché è sempre
stato al mio fianco nei momenti più difficili,
perché il mio lavoro è stato pericoloso. Ho
lavorato nella direzione del traffico della droga
e terrorismo, ma Dio sempre è stato con me.
Ha compiuto un miracolo con mia madre. Nel
mese di luglio 2013, prima di venire in Italia, il
medico mi aveva detto che mia madre aveva il
cancro ai polmoni. Ho iniziato a piangere e ho
chiamato al telefono mia moglie che si trovava
in Italia. Mia moglie mi ha detto: “Inginocchiati
nella stanza da solo prima di dormire e prega il
Signore con tutto il tuo cuore, perché il Signore
guarirà la tua mamma”. Io ho trascorso due
notti pregando il Signore e chiedendo la salute
di mia madre.
Poi, ho portato mia madre per fare di nuovo
un’analisi in un’altra clinica e Dio è stato meraviglioso, perché i risultati sono stati negativi:
il cancro era sparito. Adesso sono molto felice
per quello che Dio ha fatto per me.
Per concludere, ringrazio il Signore per
avermi portato in Italia per stare insieme a
mia moglie e a mia figlia. Adesso sono sotto
l’ombra dell’Onnipotente e sono molto felice
di seguire la Sua Parola. Grazie, Dio, per tutto!
Edwin Orlando Ordonez Martinez
***
Due anni fa, il 7 febbraio 2012, sono venuti
a prendere a casa mia il mio figlio maggiore di
(Continua a pag. 5)
Carmen Leticia Requeña
4
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
fedele al suo Signore per circa settanta
anni diffondendo la buona novella.
Il 31 luglio, dopo una lunga malattia
e degenza a casa, il Signore lo ha chiamato nella Sua dimora.
META IDA PFENNINGER
(12 agosto 1917 – 28 agosto 2013)
LUTTO
NELLA CHIESA DI COMO
Queste notizie dovevano essere
pubblicate nel precedente numero di
“Voce Pentecostale” e ci scusiamo per
l’involontaria omissione. Ringraziamo
il Signore per la lunga vita accordata a
questi due fedeli membri della Chiesa
di Como.
Il fratello Cataldo Lamanna è stato
uno dei primi membri della Chiesa di
Como. Personalmente sono grato a Dio
per averlo conosciuto e apprezzato per
la sua fedeltà e generosità. Una fraterna
e intima amicizia mi ha legato a lui e alla
sua famiglia fin dal 20 febbraio 1970,
giorno che ho iniziato il mio ministero
pastorale nella chiesa di Como. Non
potrò mai essere grato abbastanza a lui
e alla sua famiglia per tutte le volte che
ci hanno aperto la loro casa sempre con
gioia e con affetto.
È stata ammirevole anche la dedizione
di tutta la famiglia nel prendersi amorevolmente cura di lui durante tutto il
periodo della sua lunga malattia. Dio ne
terrà certamente conto e non mancherà
di dare loro la giusta ricompensa!
Giuseppe Piccolo
***
“Il vostro cuore non sia turbato; credete in Dio, e credete anche in me. Nella
casa del Padre mio ci son molte dimore;
se no, vi avrei detto forse che io vado
(Segue da pagina 4)
18 anni e l’hanno portato in carcere. Per me
in quel giorno il mondo mi è crollato addosso.
Ho poi saputo che insieme a lui avevano preso
altri 24 ragazzi. Ho cominciato a piangere e
soprattutto a pregare e a credere in Dio. Avevo
due amiche che sono cristiane evangeliche e
che sono state sempre vicine a me, soprattutto
una che mi diceva sempre: “Credi in Dio, non
succede niente per caso. Dio ha un proposito
per la tua vita”.
Mio figlio aveva cominciato a bere troppo
alcool, era incontrollabile, ed è stato accusato
di tentato omicidio, rapina e alla fine di organizzazione per delinquere insieme agli altri. Ma
il caso riguardava un gruppo di ragazzi che
avevano dato calci e pugni a un ragazzo e mio
figlio era stato a guardare solo per due secondi
e poi era scappato, e lo dimostrano i video. Ma
l’accusa è stata così forte che nessuno di loro
ha potuto uscire dal carcere.
Lo stesso anno sono stata licenziata e nel
2013 sfrattata. Io pregavo e piangendo supplicavo Dio di avere pietà e misericordia di me.
Una delle ultime foto del fr. Cataldo Lamanna
con Giuseppe e Antonietta Piccolo.
a prepararvi un luogo? Quando sarò
andato e vi avrò preparato un luogo,
tornerò e vi accoglierò presso di me,
affinché dove sono io, siate anche voi”
(Giovanni 14:1-3).
CATALDO LAMANNA
(6 agosto 1921 – 31 luglio 2013)
Nato a Cirò Superiore (CZ), conobbe
il Signore durante la guerra, quando
un giovane militare, suo commilitone,
gli regalò una Bibbia che lui conservò
con cura.
Finita la guerra tornò a casa, a Crotone. A quel tempo però non c’era una
chiesa evangelica. Ma la sua fede era
ferma ed aspettò.
Un giorno, qualcuno lo informò che in
una casa alcuni evangelici si riunivano
a pregare. Finalmente aveva trovato i
suoi fratelli.
Condivise con loro alcuni anni, fino
a quando, nei primi anni ’60, si trasferì
a Como e la sua priorità fu quella di
trovare una chiesa e la trovò: è stato
Un giorno sentii la voce di Dio che mi
diceva: “Figlia mia, lascialo lì, o vuoi vederlo
ubriaco per terra?” In quel momento ho sentito
la pace e ho capito che Dio aveva un proposito
anche per lui. Ho cominciato a credere in Dio
e nelle Sue promesse.
Dopo 5 mesi mi hanno bussato alla porta, ho
aperto: era mio figlio, che era stato scarcerato,
l’unico ad uscire. Ho urlato al cielo gridando: “O
Dio, Tu esisti, sei grande, Ti offro la mia vita, Ti
seguirò e mi battezzerò. Te lo prometto!”
Mio figlio è stato trasferito in una comunità
a Pavia per un anno, e un altro anno a Milano.
Posso dire che senza la fede in Dio non avrei
potuto andare avanti. Poi, Dio a gennaio mi
ha dato la casa del Comune, e a febbraio il
risarcimento per il licenziamento.
Dal 23 marzo 2014 mio figlio si trova a casa
per un periodo di prova di altri due anni. Il
proposito di Dio era di cambiarlo e di darmi
un figlio nuovo, e questo lo sta facendo, dopo
che Gli ho chiesto perdono e Gli ho chiesto di
cambiare anche me.
Dio mi ha dato di nuovo tutto. Devo dire
anche che io non trovavo ancora la chiesa
Trascorse i primi 40 anni della sua
vita in Svizzera senza sposarsi, accudendo il padre rimasto vedovo.
Alla morte del padre, si è recata in
Italia come missionaria (l’ultima nazione in cui avrebbe voluto andare, così
ci disse). Svolse la sua missione prima
in Sicilia, poi a Napoli, in seguito ad
Acquaseria, sul lago di Como.
Dal 1981 si stabilì a Fino Mornasco,
frequentando la chiesa Evangelica di
Como.
Per oltre mezzo secolo ha servito il
nostro Salvatore e Signore Gesù Cristo
con “Missione Servizio Amichevole”.
La sua dedizione verso l’Italia è rimasta
fedele fino alla fine. portando a tante
persone un aiuto spirituale e materiale.
Dopo una vita interamente dedicata
al servizio del Signore e ricolma delle
benedizioni di Dio, ha terminato la sua
corsa e ha potuto entrare alla presenza
di Dio con gioia serena, con la gloria
celeste davanti a sé per l‘eternità.
«Cristo in voi speranza di gloria»
(Colossesi 1:27). Questo versetto ha
caratterizzato anche le ultime settimane
della sua vita terrena.
Guido Moretti
giusta per me, ma ho chiesto a Dio di farmi
sentire nel cuore e nello spirito quale chiesa
frequentare per farmi battezzare e quel posto
è la Chiesa Bethel. Grazie, Signore!
Carmen Leticia Requeña
***
Sono Cecilia Piccolo, ho 16 anni. Vorrei
citare le parole di una canzone per definire
quello che Gesù è per me. Lui è la Luce del
mondo e io adesso inizio a vederla:
“Ho sentito come alcune persone hanno
detto che sono cambiato / Che non sono ciò
che ero. “Che peccato!” / Quei pensieri nella
loro testa si manifestano sulla loro fronte come
brutte cicatrici di sentimenti maligni che loro
stessi risvegliano. / Così odiano chiunque si
senta felice o libero. / Loro spendono tutta la
vita senza guardare per vedere / La Luce che
ha illuminato il mondo” (The light that has
lighted the world, George Harrison).
Cecilia Piccolo
55
ALTRE NOTIZIE DALLE CHIESE ELIM
SERVIZIO BATTESIMALE A
TARANTO NELLA COMUNITÀ
DEL PASTORE CERABONA
Il 30.03.2014 abbiamo avuto un servizio
battesimale in cui 2 cari fratelli, Alessio
Sibilla e Giovanni Del Sorbo hanno
testimoniato della loro fede in Cristo Gesù
con il battesimo in acqua.
Alcuni parenti ed amici erano presenti
per l’occasione, ascoltando il messaggio
della Parola di Dio che ci è stato predicato
dal Pastore Damiano Lacaita di Torricella.
Dio vi benedica!
Geremia Cerabona
I pastori Francesco Nicola Cerabona e Damiano Lacaita con i due fratelli battezzati.
Lia Masella Bungaro coi pastori Niblett e
Cerabona.
Il pastore Phil Niblett, interpretato da Salvatore Arabia, nell’alto solaio di Torre Melissa.
Salvatore Arabia mentre interpreta il pastore
Niblett.
giorni in cui attraverso i sermoni predicati
siamo stati grandemente benedetti.
Dalle scritture in Romani 14:12-23, il
pastore ha parlato del Regno di Dio che è
dentro di noi. Cristo regna e governa e ha
progetti meravigliosi per la Sua Chiesa.
Il pastore Niblett ha predicato anche
a Torre Melissa (nell’alto solaio).I nuovi
credenti hanno ascoltato un messaggio
di gloria (da figli di Dio si incomincia
una nuova vita, un viaggio dove Gesù
ci prende per mano e nel percorso non
sempre le circostanze cambiano, ma noi
cambiamo). È stato bello vedere tutti
rispondere positivamente all’appello
all’altare.
Anche la comunità di Rossano e di Rocca Di Neto hanno ricevuto benedizioni
dalla visita del pastore Niblett.
A Gesù sia tutta la gloria!
Diversamente dagli uomini, le donne non
Lo lasciarono mai, Lo seguirono fino alla fine.
La loro passione e la loro dedicazione a Gesù
fecero ombra a quelle degli uomini. E Gesù
non si vergognò.
Durante tutta la vita del Signore, furono le
donne a supplire ai Suoi bisogni fisici, erano
loro che si occupavano di Lui. Erano le donne
che Lo sostennero finanziariamente durante
il Suo ministero terreno (Luca 8:1-3).
Furono le donne che si presero cura di lui nei
momenti di trionfo e in quelli amari. Gli erano
indispensabili. E Lui non si vergognava.
Ma oltre a queste cose meravigliose che il
Signore fece mostrandoci quanto apprezzasse
le donne, fece qualcos’altro. Scelse te – una
donna – per descrivere per chi era venuto
sulla terra: la Sua Sposa. E non si vergognò.
Sorelle, prendete la vostra alta posizione.
È l’opinione di Dio sulla donna.
Fratelli, onorate le vostre sorelle nel Regno
di Dio. Poiché Dio le onora. Quando Dio fece
la donna da Adamo, non la estrasse in basso
dal suo piede, e nemmeno in alto dalla sua
testa. La prese dal fianco di Adamo.
Sorelle, voi siete coeredi nel Regno di Dio.
Siete sacerdoti nella chiesa di Dio. Siete onorate, siete amate, siete persone di valore. C’è
bisogno di voi.
Siete Sue amiche, Sue seguaci, Sue figlie,
sì, fate parte della Sua famiglia.
Quindi sorelle, prendete la vostra alta posizione... questa è l’opinione di Dio sulla donna.
“VENTO DI DIO SULLE
COMUNITÀ ELIM DI TARANTO”
Il vento di Dio ha soffiato sulle 3 comunità Elim di Taranto. Grandi benedizioni
Dio ha mandato dal cielo, nelle 4 serate
così organizzate per la visita del pastore
Phil Niblett proveniente dal Regno Unito.:
6 e 13 marzo: pastore Francesco Cerabona;
7 marzo: pastore Emanuele Leone;
8 marzo: pastore Luca Rondini.
La cara sorella Lia Masella Bungaro
ha interpretato in maniera eccellente i
sermoni predicati.
Geremia Cerabona
VISITA DEL PASTORE NIBLETT
A CARIATI E DINTORNI
Abbiamo avuto il privilegio di ospitare
qui nella comunità di Cariati il pastore
Philip Niblett.
Da domenica 9 a mercoledì 12 marzo,
(Segue da pagina 2)
Guardare un uomo morire di una morte
odiosa ed orribile è qualcosa che va contro
ogni fibra di una donna. Però non lo lasciarono, rimasero là tutto il tempo. Ed Egli non
si vergognò.
Sorelle, prendete la vostra alta posizione. É
l’opinione di Dio sulla donna.
Dopo la Sua morte, furono le donne che visitarono per prime la Sua tomba. Anche dopo
la Sua morte, lo seguirono ancora. Si stavano
ancora prendendo cura di Lui.
E quando risuscitò dai morti, le prime facce
che incontrò – i primi occhi che si posarono
su di Lui – furono gli occhi delle donne. E fu a
loro che diede il privilegio di annunciare la Sua
risurrezione, anche se la loro testimonianza non
era valida in tribunale. E Lui non si vergognò.
Sorelle, prendete la vostra alta posizione. É
l’opinione di Dio sulla donna.
Il giorno di Pentecoste, le donne erano
presenti nell’alto solaio insieme ai Dodici,
aspettando il Suo ritorno .
6
Pastore Giacomo Graziano
Centro Cristiano Maranatha
Frank Viola
Traduzione di Luciana Comastri
(Frank Viola ha aiutato migliaia di persone in tutto il mondo ad approfondire la
loro relazione con Gesù Cristo e ad entrare in
un’esperienza di chiesa più vibrante ed autentica. Ha scritto molti libri su questi argomenti
incluso «Il luogo preferito da Dio sulla terra»
e «Dall’eternità sin qui».Il suo blog, Beyond
Evangelical, è uno dei più popolari negli ambienti cristiani. Per gentile concessione)
6
UN TRIBUTO A STEVE HILL
Dopo diversi anni di coraggiosa battaglia
contro il cancro, Steve Hill è andato con il
Signore.
Chi può descrivere a parole la sua vita e
l’impatto che egli ebbe su milioni di vite? Chi
può descrivere la sua ardente passione per i
perduti e il suo incrollabile zelo per il Signore?
Io e Steve eravamo pienamente legati
grazie alla nostra amicizia con Leonard
Ravenhill, pio intercessore e autore di Why
Revival Tarries [Perché tarda il risveglio,
EUN, Marchirolo].
Fu grazie al fratello Len che ci conoscemmo, negli anni precedenti al Risveglio
di Brownsville, e fu grazie a Steve che una
citazione di Ravenhill divenne famosa a
Brownsville: “L’occasione della vita deve
essere colta durante la vita dell’occasione”.
Inoltre, quella citazione descrisse la vita
di Steve come credente. Correva la propria
corsa con forza e concentrazione – non
seduto in panchina o passeggiando – e
correva per vincere.
Non scorderò mai gli anni trascorsi insieme a Brownsville, pregando per la gente
ogni notte, quasi fino a crollare, guardando
dentro i suoi occhi arrossati (o per il pianto
o per la mancanza di sonno o entrambi) e
sentendolo esortare i peccatori ad accorrere
all’altare con pentimento.
A Brownsville si teneva, di solito, una
conferenza pastorale due volte all’anno e
le folle erano sempre più grandi, visto che,
durante quella settimana partecipavano agli
incontri 1500 leader.
Io li aspettavo con impazienza, poiché ci
davano la capacità di ministrare a uomini e
donne che a loro volta avrebbero ministrato
ad altre migliaia di persone. Ed era un tempo
meraviglioso che il pastore Kilpatrick investiva
con i suoi colleghi pastori.
Ma Steve riteneva che quelle settimane
fossero difficili, visto che, per quanto amasse
quei pastori e le loro consorti, il suo intento
era raggiungere i perduti e i recidivi. Quello
era ciò che lo muoveva giorno e notte.
Una volta, durante una conferenza pastorale, guardava dalla finestra dell’ufficio in
cui ci incontrammo prima del culto e notò
due ragazzi che si dirigevano verso le porte
dell’edificio principale. All’apparenza, sembrava che fossero proprio dei non credenti.
Pochi secondi dopo, li vide allontanarsi
dall’edificio, che veniva riempito del tutto
da molto tempo. (In quei giorni, le folle
cominciavano a mettersi in coda alle 6 del
mattino, aspettando che le porte si aprissero
alle 18. Il culto iniziava poi alle 19 e oltrepassava la mezzanotte, 4 giorni a settimana. Ma
con così tanti leader in città, sempre meno
persone riuscivano ad entrare nell’edificio
principale e andavano, invece, in una delle
strutture secondarie).
Bene, questi due giovani non avevano in-
L’evangelista Steve Hill.
tenzione di andare in una stanza secondaria
e quando Steve li vide andare via, chiamò
uno degli uscieri e disse: “Corri giù per la
strada e prendi quei due ragazzi e mettili in
prima fila. Poi prendi due pastori dalla prima
fila e mettili in una delle stanze secondarie”.
Alla fine del culto, quei due peccatori
perduti stavano in ginocchio, all’altare,
riconciliandosi con Dio.
Questo era il mio amico Steve Hill, un
evangelista dal profondo del suo essere.
Ricordo un altro culto in cui Steve pensò
di predicare su Luca 13, la parabola del
fico sterile, albero che il proprietario voleva
tagliare poiché non nasceva alcun frutto e
il suo tempo stabilito stava per concludersi.
Per spiegare il suo messaggio, Steve teneva
un’ascia sulla spalla.
Mentre parlavamo in un ufficio a parte,
prima del culto – con Steve che teneva
quell’ascia mentre parlavamo – ci ritrovammo entrambi così sopraffatti dalla realtà del
messaggio (questa poteva essere l’ultima
notte prima del giudizio per alcuni!), che
scoppiammo a piangere.
Inutile dire che furono versate molte altre
lacrime quella notte all’altare, quando uomini, donne e bambini fuggivano al trono
di grazia, mentre Steve li implorava di non
giocare più con il peccato e di dare le loro
vite a Gesù.
Questa era una descrizione sintetica della
vita di Steve, parte di una panoramica di
immagini che rappresentano molti anni
di ministero compiuto per Steve e la sua
devota moglie, Jeri, i quali servirono come
missionari in Argentina prima di Brownsville
e continuarono a ministrare in tutta l’America e in tutto il mondo, finché il corpo di
Steve non fu più in grado di resistere.
Anche mentre lottava contro il cancro,
Steve cominciò a raggiungere tramite internet il mondo musulmano – fu divorato dalla
visione di raggiungerli – ed era emozionato
nel ricevere delle email da ex musulmani,
da poco salvati attraverso questa estensione
del vangelo. Lanciò anche il sito web Prodigals Only e rimase sbalordito dai resoconti
gloriosi che ottenne.
Steve era anche un sostenitore straordinario, che chiamava spesso solo per dire
delle parole di apprezzamento e amore, che
preferiva vantarsi nel Signore e innalzare gli
altri piuttosto che vantarsi delle sue proprie
gesta.
Era anche molto divertente – sapeva ridere quanto piangere – e se c’era un nuovo
posto da visitare o una nuova esperienza da
fare, era pronto a visitarlo e a farla. Steve
Hill era un uomo che visse davvero.
Ma ora se n’è andato – è difficile scrivere
piangendo, ma ci sto provando – e come gli
dissi una delle ultime volte in cui parlammo,
non abbiamo ancora nessuno che possa
rimpiazzarlo, qualcuno con la sua cultura,
forza, peso e fede, imperfetto come tutti
noi, ma, senza dubbio, un vero generale
dell’esercito di Dio.
E quando penso all’enormità della perdita
subita da Jeri e i bambini, non posso fare
a meno di pensare che Steve, assieme alla
sua preziosa famiglia, non desidererebbe
nient’altro di più che vedere tutti quelli
che sono giunti alla fede attraverso il suo
ministero, tutti quelli che sono ritornati al Signore attraverso il suo ministero, tutti quelli
che sono stati cambiati e toccati e liberati e
trasformati attraverso il suo ministero, fare
una nuova e fresca consacrazione ad amare
Gesù con totale devozione e conquistare i
perduti.
Possa Steve Hill essere ora come un seme
che muore, piantato nel terreno, solo per
portare avanti un frutto molto duraturo. E
possa esserci una moltiplicazione soprannaturale di evangelisti unti dallo Spirito,
centrati su Gesù, portatori di risveglio e
nemici del peccato, sorti nel suo nome e
mandati in America e alle nazioni.
Goditi la ricompensa, caro fratello.
Già mi manchi profondamente, ma mi
emoziona sapere che sei ormai alla presenza
di Colui che amavi così tanto, vedendolo
finalmente faccia a faccia.
Noi, quaggiù, continueremo il combattimento in tuo onore.
Michael Brown
Traduzione di Gabriella Calì
(Michael Brown è l’autore di HyperGrace: Exposing the Dangers of Modern
Grace Message e ospite del programma
radiofonico a diffusione nazionale The Line
of Fire on the Salem Radio Network. È
anche presidente di Fire School of Ministry
e direttore della Coalition of Conscience. È
possibile seguirlo su Facebook su AskDrBrown o su Twitter su @drmichael-brown.
Per gentile concessione).
77
PREFAZIONE AL LIBRO DI CAROL CYMBALA
Questo libro è un inno di lode alla fedeltà di
Dio. L’autrice, Carol Cymbala, moglie del pastore Jim Cymbala, che negli Stati Uniti cura il
Brooklyn Tabernacle, parla col cuore in mano
delle sue incapacità, delle sue insicurezze e
della sua inadeguatezza che l’hanno portata
a dipendere da Dio in ogni cosa.
Fa un’accurata narrazione degli eventi salienti della sua vita. In tutto il libro ribadisce,
perché l’ha sperimentato, il principio secondo
cui “La potenza di Dio si manifesta nella nostra
debolezza”.
Con lo stile di una scrittrice di professione fa
il racconto della sua vita partendo sin dalla tenera età. Parla della sua evoluzione spirituale,
della sua passione per la musica e dei problemi
che ha dovuto affrontare nello svolgimento
del ministero a cui Dio l’ha chiamata, la cura
del coro per l’appunto, con una minuziosità
di dettagli da dare l’impressione che il libro sia
il frutto di un diario pazientemente scritto nel
corso degli anni.
Attraverso la sua autobiografia e le innumerevoli testimonianze rese da vari membri
del Brooklyn Tabernacle, dimostra che Dio
ha un progetto per ogni Sua creatura, che le
sta accanto anche quando è lontana da Lui,
quando non Lo conosce e non crede affatto in
Lui, quando si trova in fondo ad un baratro e
ha perduto ogni speranza. Ogni storia narrata
(Segue da pag. 7)
assolutamente non faceva parte del suo piano. Aveva sposato un cantante lirico, non un
ministro. E voleva che continuasse ad andare
in quella direzione.
Un giorno, nel fare le pulizie di casa, iniziò a
sentire come se qualcun altro le stesse parlando nella stanza. Non fu una voce udibile, ma
un’impressione così forte che non se ne poté
liberare. “Questo è il giorno della salvezza”,
disse la voce. Le parole la scioccarono così
tanto che corse fuori della porta e giù per la
strada con l’aspirapolvere ancora acceso. Poi,
alla fine della strada si sciolse in lacrime. In
pieno giorno, su un lato tranquillo della strada
nel cuore di Chicago, iniziò a singhiozzare. Dio
voleva la sua vita e lei iniziò ad arrenderla
in quell’istante. Senza più correre, senza più
fuggire.
Dall’altra parte del Wisconsin, una madre
in ginocchio stava ottenendo l’esaudimento
di un’altra preghiera.
L’opera di guarigione di Dio
Dio mi ha concesso di sperimentare diverse
sfide in tutta la mia vita che sono servite a
provare la potenza della preghiera. Quando
nacqui, nel dicembre del 1947, mio padre
aveva già accettato una chiamata per diventare pastore del Beulah Temple e la mamma
fu la sua più grande sostenitrice. Poi, quando
compii quattro anni, la mamma rimase incinta
del suo quarto figlio. All’inizio la gravidanza
andò bene. Ma in pochi mesi si ammalò così
tanto che non poteva nemmeno alzarsi più dal
letto. Nessuno si rese conto che si era sviluppata una tossiemia e che il bambino nel suo
grembo era già morto da diverse settimane.
Alla fine mia madre “entrò in coma”. Posso
ancora ricordare la notte in cui l’ambulanza
8
Santina Noto Porrello
nel libro diventa uno spunto per glorificare
Dio, per mostrare la Sua onnipotenza e la Sua
capacità di cambiare i cuori delle persone e di
conseguenza le loro vite.
Carol Cymbala si sofferma in modo particolare sul grande valore che il coro ricopre
nello svolgimento dei servizi di culto. Sostiene
la necessità che al suo interno non ci siano
divisioni, che non vi prenda parte chi non è
totalmente consacrato a Dio e chi è animato
da spirito di esibizionismo o di protagonismo.
È convinta che il coro debba avere un attegarrivò per lei e posso ancora sentire lo strano
rantolio nella sua gola mentre la portavano
via sulla barella.
Mia madre partorì il bambino subito dopo
che fu ammessa in ospedale. Dopo di ciò, il
suo corpo iniziò a migliorare, ma durante gli
anni che seguirono accusò periodici attacchi
che la privavano della memoria e la indebolivano notevolmente. E nessuno poteva sapere
quando l’avrebbero colpita di nuovo. A volte
tornavo dalla scuola e la trovavo nel pieno di
una terribile crisi. La mamma usciva da questi
episodi così stordita che non riusciva più a dire
il suo nome, tanto meno quello dei suoi sei figli.
Dopo pochi giorni tornava alla normalità, ma
noi sapevamo che non sarebbe passato molto
tempo fino alla prossima crisi.
Anni dopo, una cara amica e compagna di
preghiera venne a casa dopo una delle crisi
di mia madre. Era una donna benedetta che
aveva un tipo di fede irremovibile. “Ascoltate,
ragazzi”, ci disse, “vostra madre ed io andremo al piano di sopra, chiuderemo la porta e
pregheremo. Non preoccupatevi se per un
po’ di tempo non scenderemo, perché non
torneremo finché lei non sarà guarita”.
Quindi, la mamma e la sua amica rimasero in quella stanza tutto il giorno e tutta la
notte. Poi, un altro giorno e un’altra notte, e
poi ancora un altro giorno. Per tre giorni non
mangiarono alcuna cosa mentre facevano
salire al cielo alte grida e petizioni. Alla fine, la
mamma aprì la porta e venne fuori. Non soffrì
mai più di un’altra crisi nel corso della sua vita.
Vedendo un tale drammatico cambiamento
in qualcuno che ami, non puoi fare a meno di
affinare la tua comprensione della potenza di
Dio e il senso che Egli è capace di fare qualsiasi
cosa. È stata una buona cosa, perché quando
frequentavo la terza classe, ero quella che
aveva bisogno di un miracolo. A quel tempo
mi fu diagnosticata una febbre reumatica e il
medico, in maniera piuttosto non professiona-
giamento gioioso e cantare ‘col cuore’, ma
soprattutto con unzione, affinché la chiesa
sia trasportata nell’adorazione, si manifesti
forte e tangibile la presenza di Dio e i cuori
vengano toccati. Sostiene che il canto unto
prepara all’ascolto della Parola e contribuisce
a portare le persone alla salvezza.
Si sofferma in modo particolare sulle dure
prove e sui violenti attacchi che lei e suo marito
Jim hanno dovuto affrontare durante tutto il
ministero, ma dichiara che la protezione divina
e la Sua grazia non sono mai venute meno e
che alla fine Dio ha sempre dato loro la vittoria. Si dice convinta che “quando facciamo ciò
che Dio vuole che facciamo e andiamo dove
Egli vuole che andiamo, sulla nostra testa c’e
un ombrello spirituale di protezione”.
Da tutto il libro si trae una forte esortazione
a confidare pienamente nel nostro Signore,
perché il Suo orecchio è attento al grido di
aiuto e nel momento del bisogno ci darà
sempre sostegno, soccorso e vittoria, e non
mancherà di mostrarci la Sua grazia e la Sua
eterna fedeltà.
Santina Noto Porrello
Co-pastore della Chiesa
“La Parola della Grazia” di Palermo
le, disse ai miei genitori che il mio cuore era
diventato come una pappetta. Disse che era
stato danneggiato così malamente che avrei
avuto bisogno di rimanere a letto per il successivo anno e mezzo. Non mi era permesso
nemmeno di andare al bagno. Le infermiere
sfrecciavano dentro e fuori della stanza giorno
dopo giorno prelevando il sangue, mentre
il medico faceva una visita domiciliare una
volta alla settimana per vedere se il mio cuore
stesse ancora battendo. Non si aspettavano
che continuassi a vivere.
Ma la chiesa pregava per me e continuò a
farlo. Dopo alcuni mesi a letto, il mio corpo
iniziò a guarire. Alla fine fui forte abbastanza
da tornare a scuola e andare avanti con la
mia vita. Dio mi aveva guarita in soli pochi
mesi. Tuttavia, la febbre reumatica ebbe effetti
prolungati. Non giocai mai nella maniera in
cui giocavano gli altri bambini. Né ho mai
partecipato a molte attività fisiche. Gran parte
del mio tempo lo trascorrevo all’interno seduta
su uno sgabello e suonando il pianoforte.
Ero attratta dalla musica, specialmente dalle
splendide progressioni degli accordi e dalle
insolite armonie delle canzoni che ascoltavo.
Il mio senso della potenza di Dio non si
limitò alle guarigioni che io e mia madre
sperimentammo. Il mio fratello più giovane,
Perry, nacque con la meningite cerebrospinale.
I medici non pensavano nemmeno che sarebbe sopravvissuto. Nel caso in cui se la fosse
cavata, dissero, non avrebbe mai superato uno
stato vegetativo. Naturalmente, ai medici mancava una parte di informazioni vitali quando
emisero le loro diagnosi. Essi non capivano
che avevano a che fare con una famiglia che
credeva nella potenza di Dio.
Nonostante la situazione, un giorno mio
padre si recò all’ospedale seguito da una
(Continua a pag. 9)
Carol Cymbala
8
(Segue da pag. 8)
sfilata di anziani della chiesa. Gli uomini si
strinsero attorno alla culla di mio fratello, lo
unsero con olio e pregarono con tutto il loro
cuore. E Dio fu misericordioso. Mio fratello fu
completamente guarito.
Dopo ciò, nessuno poteva dirmi che Dio
era una specie di essere distante, raramente
coinvolto nella nostra vita. Sapevo che non
si limitava a rimanere indietro, guardandoci
come un osservatore distaccato. Invece, Egli
era potentemente coinvolto nella mia vita e
nella vita di quelli che mi stavano attorno.
Dio sta ancora operando
E Dio non ha smesso di operare nella nostra
vita. Mia madre ha ottantadue anni. L’anno
scorso le venne diagnosticato un cancro allo
stomaco. Quando mi recai in Florida per visitarla, rimasi scioccata nel vedere come era
pallida. La mia mamma, una volta vigorosa,
sembrava spegnersi dinanzi ai miei occhi. Alla
fine, mia sorella ed io chiamammo un’ambulanza, temendo il peggio.
Scoprimmo presto che la mamma stava
avendo un’emorragia interna. Dopo che
riacquistò un po’ delle sue forze, ritornai a
New York. La mamma fu messa in lista per
avere un intervento chirurgico il venerdì. E
non dimenticherò mai la telefonata che quella
sera ricevetti da mio cognato poco prima che
andassi alle prove del coro. “Carol, sembra
davvero grave”. Dovevano asportarle circa
due terzi dello stomaco e il medico mi prese
in disparte dopo l’intervento e mi disse di
chiamare la casa di cura per malati terminali.
Mi disse che avrebbe avuto solo altri tre mesi
di vita e che dovevamo accertarci di farle fare
un testamento biologico.
Volevo piangere, crollare singhiozzando.
Ma non potevo. Era quasi l’ora di insegnare
al coro un nuovo canto che avevo scritto,
“Nulla è impossibile”. Avevo scritto quelle
parole pochi mesi prima non pensando mai
che le avrei tenute nel mio cuore in favore di
mia madre:
Nulla, assolutamente nulla, nulla, assolu-
tamente nulla
È impossibile, impossibile con Dio.
Non c’è segreto di cosa Dio possa fare.
Quel che ha fatto per altri, Egli può ancora farlo per te.
Non c’è nulla di impossibile, di impossibi-
le con Dio.
Non c’è dubbio, non c’è timore.
Metti la tua fiducia in Gesù e la risposta sarà vicina.
Non c’è nulla di impossibile, di impossibi-
le con Dio.
Quando Egli parla tu sai che è già com-
piuto.
Mediante Suo figlio Gesù Cristo
Non c’è nulla di impossibile, di impossibi-
le con Dio.
Noi camminiamo per fede, mai per visio-
ne.
La nostra fede è in Cristo Gesù, mediante
la potenza della Sua forza.
Non c’è nulla di impossibile, di impossibi-
le con Dio.
Gesù sta ascoltando,
Egli ascolta la tua preghiera.
Liberati dello scoraggiamento e dài a Lui le tue preoccupazioni.
Non c’è nulla di impossibile, di impossibi-
le con Dio.
La copertina del libro di Carol Cymbala
Mentre il coro ripeteva il canto più volte, imparandolo a memoria, le parole penetravano
nel mio cuore, accrescendo la mia fede circa
la situazione di mia madre.
Quando il papà morì alcuni anni fa, sapevo
che era il suo momento. Era un soldato stanco
che voleva andare a casa. Ma davvero non
pensavo che questa fosse l’ora in cui la mamma dovesse andarsene. Ero piena di fede che
Dio avesse ancora un’opera da voler fare in
lei e per mezzo di lei.
Volai di nuovo in Florida per vedere come
stava dopo l’intervento chirurgico. Quando
entrai nella stanza dell’ospedale notai un
bellissimo bouquet di rose sul davanzale.
Non avevo mai visto rose come quelle in vita
mia. Erano così grosse e spesse, così piene di
vita. “Mamma”, le dissi. “Guarda quelle rose,
rappresentano la vita. Tu non morirai. Non
importa quello che dicono i medici. Proprio
qui c’è un’altra conferma che il Signore vuole
che tu viva”. Non era solo un pio desiderio da
parte mia. Potevo sentire la fede salire dentro
di me. Ero assolutamente fiduciosa che Dio
stava operando per guarire mia madre.
Subito dopo l’operazione, lei uscì e iniziò
a mangiare taco e pizza. La mamma si sentì
benissimo. Apparentemente nessuno le aveva
detto che le era stato rimosso gran parte dello
stomaco.
Oggi, diciotto mesi dopo, mia madre è di
nuovo nella sua casa a cucinare per i suoi
nipoti e a guidare la macchina.
È straordinario il fatto che i suoi medici
le abbiano rilasciato un certificato di buona
salute. E credo che Dio le abbia aggiunto
degli anni per continuare il suo ministero di
intercessione nella preghiera.
Ricordare come Dio ha operato nella mia
vita, mi aiuta a rinforzare la mia fede per il
presente e mi dà una speranza più grande
per il futuro. Quando guardo indietro inizio
a capire che prima che io nascessi Dio era
all’opera nella vita dei miei genitori e dei
miei nonni, per formare l’opera che oggi sta
compiendo. Molti di noi l’hanno sentito per
così a lungo che sembra banale dire che Dio
ha un piano per la nostra vita. Ma Lui ce l’ha.
E le circostanze difficili della nostra vita non
ostacoleranno il Suo piano.
Mio padre era un pastore. Il padre di mio
marito era un alcolizzato. Forse tuo padre
era un milionario o un tossicodipendente.
Qualsiasi sia la tua storia, che la tua vita sia
stata facile o difficile, Dio ha un piano per
essa e continuerà a operare appena aprirai il
tuo cuore a Lui.
Se il Brooklyn Tabernacle lascerà un retaggio di qualsiasi tipo, credo che sarà la storia
di come Dio ha operato nel cambiare la vita
di così tante persone spezzate. Quando vedi
come Dio opera giorno dopo giorno, è impossibile essere cinici o mettere limiti alla Sua
potenza. Abbiamo persone in chiesa che sono
ex spacciatori, prostitute, alcolizzati e ladri.
Abbiamo persone “stimate” che stavano quasi
distruggendosi nella loro ricerca del piacere.
Altri vivevano vite vuote anche se i loro conti
correnti erano considerevoli. Abbiamo neri
che odiavano i bianchi e bianchi che odiavano
i neri. Abbiamo entrambi, vittime e violentatori. Anche se non sono più scioccata dalle storie
che sento, rimango ancora in atteggiamento
di riverenza quando penso ai modi potenti
coi quali Dio opera per portare a Lui tutti i
tipi di persone.
Carol Cymbala
Traduzione di Umberto De Luca
(Dal cap. 3 del libro “EGLI E STATO
FEDELE”, pag. 160, Euro 13,00, Publielim,
Milano, 2014. Per gentile concessione).
***
LIBRI RICEVUTI
• Dal successo nel mondo al
successo con Dio, Giuseppe Raschellà, Publielim, Milano, pagg.88, Euro 8,00.
• Perché sono qui sulla terra,
Rick Warren, Publielim, Milano, Euro
3,00.
• Un amico divino sulla terra - La
potenza dello Spirito Santo all’opera nella
tua vita, Dr. Rajan Thiagarajah, Publielim,
Milano, pagg. 48, Euro 5,00.
• La Redenzione è reale, Dr. Rajan
Thiagarajah, Publielim, Milano, pagg. 64,
Euro 5,00.
• Sulla guarigione, Smith Wigglesworth, Verso la Meta, Catania, pagg. 160,
Euro 13,00.
• Sui doni spirituali, Smith Wiggles-worth, Verso la Meta, Catania, pagg.
160, Euro 13,00.
***
NASCITE A MILANO
Le nostre felicitazioni a 2 coppie
della Chiesa Bethel per la nascita di:
• Victoria Aiwuyo, figlia di
Brenda Godwin e Osas Aiwuyo, avvenuta l’8 febbraio 2014;
• Marta Oldani, figlia di Miriam
Morello e Luca Oldani, avvenuta il 3
marzo 2014.
La nostra preghiera è che Dio benedica queste bimbe e aiuti i genitori
ad allevarle nelle Sue vie.
99
CONFERENZA PEF AD HANNOVER
Ad Hannover (Germania) dal 5 al 7
marzo 2014 presso l’Hotel Leonardo
Airport ha avuto luogo la Conferenza
annuale del Comitato PEF. Erano presenti
oltre 80 delegati provenienti da 26 Paesi,
in rappresentanza dei movimenti nazionali della PEF. L’incontro è stato ospitato
dalla BFP (la Federazione pentecostale
tedesca), il cui presidente, Johannes
Justus, ha rivolto ai presenti un caloroso
saluto con l’invito a rimanere legati alle
promesse di Dio per l’Europa.
Il Dott. Arto Hämäläinen, presidente
della PEF e relatore principale, ha tenuto
un intervento sulla metodologia usata da
Paolo apostolo nella fondazione delle
chiese in Europa. Il direttore esecutivo
della PEF, Daniel Costanza, ha illustrato i
bisogni spirituali dell’Europa e ha lanciato
un invito ad attivare un’azione concertata
di evangelizzazione del nostro continente.
La signora Perrine Dufoix (un’attivista
politica cristiana in Francia) ha tenuto
un discorso su temi di attualità legati al
dibattito sui valori morali in Europa.
Il team PEM (Federazione Missionaria
Europea) ha guidato dei momenti d’intercessione specifici per l’Europa, con
riferimento anche alla situazione in Ucraina. Ai leader pentecostali di quel paese
e al governo ucraino è stato inviato un
messaggio ufficiale di solidarietà, a nome
della commissione PEF.
Sono state condivise, dai rispettivi leader dei movimenti-membro della PEF
di Spagna, Russia, Romania e Ungheria,
notizie particolarmente emozionanti circa
la crescita delle chiese e di altre varie
iniziative. Inoltre, molto tempo è stato
dedicato, nei gruppi di lavoro, alla discussione sulla PEF STRATEGY 2014+, che
è stata ufficialmente adottata dalla PEF
come un documento che fornisce le linee
guida per il futuro. Il Comitato, nella sua
programmazione annuale, infine, ha approvato alcune decisioni importanti, tra
cui l’accettazione di un nuovo membro,
le Assemblee di Dio del Portogallo, ed
il lancio ufficiale del PEF-MEDIA come
ministero di sostegno alla PEF.
La sessione di chiusura ha incluso un
messaggio del pastore Luis Reis (Portogallo), seguito dalla celebrazione della
Santa Cena, da momenti di preghiera
collettiva per le diverse esigenze e per
un movimento dello Spirito Santo sulla
Chiesa di oggi, in Europa e nel mondo.
In un clima di gioiosa festa, molti partecipanti a questa conferenza strategica
hanno detto che si sono sentiti ispirati a
“GO FORWARD, UNITED AND EMPOWERED” (andare avanti, uniti e fortifi10
Una delle riunioni PEF tenutesi presso l’Hotel Leonardo Airport di Hannover dal 5 al 7 marzo 2014.
Foto di gruppo dei partecipanti alla Conferenza PEF tenutasi ad Hannover (Germania) dal
5 al 7 marzo 2014).
cati), che è stato il motto della conferenza
stessa.
La Conferenza PEF del prossimo anno
si terrà ad Amsterdam (NL), il 4-6 marzo,
nel quadro di una Leadership Summit
chiamata “i15”. Sarà la prima conferenza
aperta ai pastori e ai leader di tutta Europa, relatori di fama ed esperti ministeriali.
Info: www.i15leadershipsummit.eu
Fonte: Ufficio centrale PEF,
Brussels, Belgio
SIMPOSIO SULLA FAMIGLIA
In occasione del 20° Anniversario
dell’Anno Internazionale della Famiglia
proclamato dall’ONU, la PEF (Pentecostal
European Fellowship) ha tenuto per la
prima volta un simposio sulla Famiglia e
sul Matrimonio ad Hannover (Germania)
il 7 marzo 2014.
Questo storico evento ha avuto luogo in
concomitanza con la Conferenza annuale
del Comitato PEF, che ha visto partecipare
oltre 80 leader pentecostali provenienti da
25 nazioni europee.
I partecipanti hanno espresso il loro apprezzamento per la qualità delle relazioni
presentate dai seguenti oratori:
• La Signora Tove Videbaek, un’attivista politica cristiana della Danimarca, che
ha parlato sulla famiglia da una prospettiva della Comunità Europea;
• Il Dr. Joseph Dimitrov, Presidente
del Continental Theological Seminary
(Belgio), il quale ha presentato lo stesso
argomento da un punto di vista teologico;
• Jeff Fountain, direttore della tavola
rotonda “Speranza per l’Europa”, che
ha trattato il ruolo della famiglia cristiana
in Europa;
• Il pastore Thierry LeGall, direttore
delle Comunicazioni per il Consiglio
Nazionale degli Evangelici in Francia,
che ha illustrato l’argomento con recenti
testimonianze sul dibattito sulla moralità
nella sua nazione.
Il simposio ha anche messo in evidenza
una speciale rappresentazione video col
Sig. Tapani e la Signora Marja-Liisa Sopanem, che dirigono un ministero sulla
famiglia in Finlandia.
È seguito un tempo dedicato alle domande, risposte e commenti, come pure
un momento di preghiera.
Fonte: Ufficio centrale PEF,
Brussels, Belgio
10
IMPARIAMO A CONOSCERE LE “CHIESE ELIM”
Chiesa Elim
“Camminiamo con Gesù”
Carissimi fratelli, sono il pastore
Francesco Crimaudo. Nel 1987, al
ritorno dal viaggio di nozze, il Signore mandò me e mia moglie Giulia a
servire il Suo nome in un quartiere di
Palermo, considerato ad alto rischio
criminalità, dove non esisteva nessuna testimonianza evangelica. Il quartiere si chiama Sperone Romagnolo.
Incominciammo visitando una famiglia di nostra conoscenza che non
sapeva nulla della fede evangelica.
Dopo qualche mese, si aggregarono
altre famiglie, ed eravamo diventati
circa 30 persone. Così, per volontà
di Dio, che ci chiamò profeticamente,
e per volontà dell’allora nostro sovrintendente, iniziammo il ministero
pastorale aprendo un piccolo locale
di culto. La Chiesa continuava a
crescere e nel 1996 aprimmo una
comunità più grande che per volontà
di Dio, chiamammo “Camminiamo
con Gesù”. Il nome è stato scelto
dall’estrazione di tre nomi che tirammo a sorte dopo aver pregato.
La nostra Chiesa si è associata alle
“Chiese Elim in Italia” il 10 marzo
1997, la prima delle cinque chiese
Elim presenti nella città di Palermo,
ed il 7 aprile 1997 mi è stata concessa
la nomina a ministro di culto da parte
del Ministero dell’Interno.
Mediante il ministero della nostra
Chiesa centinaia di anime si sono
convertite e sono state battezzate e
sono stati chiamati al ministero anche
due fratelli che oggi si prendono cura
di due comunità nella città di Palermo, anche esse facenti parte delle
“Chiese Elim in Italia”.
Oggi la comunità “Camminiamo
con Gesù” conta circa 160 anime,
che con zelo evangelizzano, visitano
i carcerati, distribuiscono derrate
alimentari e vestiario ai bisognosi,
realizzano attività ludiche, partite di
calcetto, scenette, organizzano agapi
e campeggi estivi nel Centro cristiano di nostra proprietà che si trova a
Bolognetta, vicino a Palermo.
Un caro saluto a tutta la fratellanza!
Past. Francesco Crimaudo
L’ingresso della Chiesa “Camminiamo con Gesù” col pastore Francesco Crimaudo.
Visione parziale della Chiesa “Camminiamo con Gesù” durante un culto domenicale.
Evangelizzazione all’aperto al Foro Italico.
Giulia e Francesco Crimaudo.
Chiesa Elim
“Camminiamo con Gesù”
Via Giacomo Alagna, 15
Traversa Viale Messina Marine
90123 Palermo
Tel. 320 0689010
Email: [email protected]
Il pastore Crimaudo mentre prega per le
persone che hanno risposto all’appello.
CULTI:
Domenica: ore 10.30
Mercoledì - Venerdì: ore 18.30
Sabato: ore 17 (Riunione Giovanile).
11
11
CONFERENZA CHIESE ELIM
Anche quest’anno la 24a Conferenza
Nazionale delle “Chiese Elim in Italia”
avrà luogo a Isola delle Femmine (PA) dal
30 aprile al 3 maggio 2014. Il tema sarà
“Ministero fruttifero nel 21° secolo”.
L’oratore sarà Jim Cymbala, pastore
della ben nota chiesa newyorkese “The
Brooklyn Tabernacle”, che cura sin dai
primi anni ’70.
L’avvincente storia di come Jim, sua moglie Carol e i loro pochi iniziali collaboratori
hanno imparato a vincere le numerose difficoltà che si sono presentate ad una chiesa
operante nel degradato ambiente del centro
di New York attraverso la preghiera, viene
raccontata nel suo libro “Vento nuovo,
Fuoco nuovo”, edito da Publielim.
Oggi il pastore Cymbala sovrintende una
congregazione di migliaia di persone e ne
attribuisce il merito al fatto di aver imparato a dipendere dalla grazia di Dio che ha
suscitato ed equipaggiato collaboratori per
condurre missioni dedicate a raggiungere
Il pastore Jim Cymbala sarà il predicatore
ufficiale della Conferenza Elim.
Sin dal 2012 il pastore Cymbala ha sentito
da parte di Dio il desiderio di visitare l’Italia
per incoraggiare la Chiesa italiana e i suoi
ministri. È per noi un grande privilegio averlo quest’anno tra noi come oratore ufficiale
del Convegno annuale delle “Chiese Elim
in Italia”.
La moglie del pastore Cymbala, Carol,
guida il Brooklyn Tabernacle Choir, composto da circa 300 elementi, i cui video
possono essere visti su YouTube. La sorella
Cymbala ha anche scritto il libro “Egli è
stato fedele”, una testimonianza avvincente
e commovente, che sarà pubblicato in occasione della Conferenza.
Altri libri del pastore Cymbala pubblicati
da Publielim sono: “La riscoperta dello
Spirito”, “Fede Nuova”, “Potenza Nuova”
e “La preghiera vittoriosa”.
bambini, donne, uomini, giovani, anziani
e senzatetto nella città di New York e in
altre nazioni.
G. P.
DEDICAZIONE CHIESE ELIM
Ringrazio il Signore di aver avuto la gioia di
partecipare alla dedicazione di tre nuovi locali
di culto, uno in Sicilia e due in Lombardia.
Il 16 febbraio 2014 è stata dedicata al Signore l’accogliente sala di culto della Chiesa
“Dio con noi” di Palermo, sita in Via Fichidindia, 45/A, e curata dal pastore Giovanni
Orlando. È stato bello notare la presenza di
11 pastori di diverse denominazioni della città
di Palermo che hanno partecipato al servizio
di dedicazione.
Domenica 2 marzo 2014 mi sono rallegrato
coi fratelli della Chiesa Elim di Magnago (MI)
e col loro pastore, Roberto Popescu, per la
dedicazione dei nuovi e spaziosi locali di Via
Indipendenza n. 6. Dio è stato buono con loro
e li sta benedicendo grandemente.
La bella struttura della Chiesa “Cristo la
Soluzione” di Cassano d’Adda (MI) è stata
dedicata al Signore sabato 8 marzo. Vi hanno
partecipato una ventina di pastori. Oltre che
per i culti, il pastore Salvatore Delle Donne
intende utilizzare i 700 mq. del locale anche
per gestire una mensa sociale.
Preghiamo perché Dio continui a benedire
le attività di queste nostre chiese!
Giuseppe Piccolo
Parziale visione della sala di culto di Palermo, dedicata al Signore il 16 febbraio 2014, e della
quale è pastore Giovanni Orlando.
Il pastore Roberto Popescu davanti al nuovo
locale di culto di Via Indipendenza, 6.
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Direttore responsabile: Dr. Giuseppe Piccolo
Ecco come si presenta la Chiesa “Cristo la Soluzione” di Cassano d’Adda.
Stampa: INGRAF-Industria Grafica S.r.l.- Milano
Aut. Trib. di Milano n. 136 del 4/4/1981