n. 173 Settembre 2014 IT Euro 4,80* PENSIONI CONVIENE ANCORA RISCATT ARE LA LAUREA ? www.milanofinanza.it CHI VINCE CON L’EURO CHE FINALMENTE VA GIÙ € 4,80* Uk £ 3,40 - Ch fr. 9,50 Francia € 7,60 IL PRIMO MENSILE FONDI SPECIALIZ ZATI VALE LA PENA SUL GAMBEROPUNTARE I CONSIGLI DEI EUROPA? GESTORI AL TOP PER CREARLI, GESTIRLI, ACCRESCERLI MATERIE PRIME DIVERSIFICARE IL GRANTURC CON O, ORA CHE È AI MINIMI STORICI I ALLEGATO IN P PATRIMONI QUALE ENERG IA SHALE OIL E GAS, PERFORAZIONI NUOVE TECNOLOGI E ESTRATTIVE NELLE PROFONDITÀ DEGLI PRODUZIONE : COME CAMBIERÀ OCEANI, E DEI CONSUMI. LO SCENARIO E COME INVESTIRE DELLA NEL LUNGO PERIODO Sabato 27 Settembre 2014 Anno XXVI - Numero 190 Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano * In abbinamento obbligatorio ed esclusivo con Patrimoni a € 4,80 CREDITO Con le T-ltro Draghi ha inondato gli istituti di liquidità. A chi la presteranno? Ecco i soldi che avrà la tua banca per te Chiediglieli ORSI & TORI di Paolo Panerai D omanda a un bravo bancario corporate con buona predisposizione ad aiutare i clienti: «Come spiega che oggi l’euribor a tre mesi, il tasso più usato nei prestiti, sia pari allo 0,086% e in via ordinaria voi chiedete alle aziende il 5, il 6, il 7 e anche l’8%? Non vi pare di esagerare?». Risposta onesta: «Il fatto è che oggi il cavallo non beve, come diceva Guido Carli, ci sono aziende che hanno linee di credito importanti che non usano perché non investono; i miei collaboratori passano buona parte del loro tempo di lavoro a sollecitare il tiraggio del credito...». Per forza, applicate tassi come quelli indicati e non di rado ancora di più, al limite dell’usura.... «I due fatti, non l’usura, sono interdipendenti. Se la banche non riescono a sfruttare il denaro di cui dispongono sono come una fabbrica che fa girare solo la metà dei suoi impianti. O aumenta i prezzi dei suoi prodotti o chiude: la nostra banca ha il 70% dei suoi ricavi dall’intermediazione di denaro...». Vuol dire che i tassi sono alti perché potete applicarli solo su una parte di quanto potreste prestare? «Una delle cause principali è questa, anche se non la sola; un’altra è che a chiedere denaro sono spesso le aziende più a rischio, quindi il loro merito di credito impone l’applicazione di spread molto alti. A maggio-giugno abbiamo avuto l’illusione che la macchina si stesse rimettendo in moto, cioè che le aziende avessero riconquistato fiducia e quindi potessero bere di più. Oggi siamo non a un livello piatto, ma addirittura sotto la linea di galleggiamento, raccogliamo soltanto sentimenti di sfiducia». A maggio c’erano state le elezioni europee e la forte affermazione di Matteo Renzi aveva provocato un recupero di fiducia e di coraggio. È così? «È così. Quel focherello si è spento molto presto e le notizie, inevitabili, sul fatto che il Paese fosse in deflazione hanno fatto il resto». Ma allora dal vostro punto di vista come si esce da questa spirale perversa? Non sarebbe il caso che le banche facessero un atto di coraggio e offrissero il denaro a tassi bassi, visto che la Bce è disposta a inondare le banche di denaro a bassissimo costo? «Per ora l’effetto denaro a basso costo riguarda soltanto i mutui fondiari diretti ai privati. Ci sono offerte pari anche a qualcosa in meno del 2%...». Ah già, vi sbilanciate solo quando vi è una garanzia consistente, visto che a fronte del mutuo segnate ipoteca sull’immobile, per altro stimato ai valori attuali, quindi i più bassi della storia e pertanto destinati solo a potersi rivalutare. Con una garanzia così forte vi sbilanciate. Bravi, bravissimi... Ma di tutti i soldi che Mario Draghi ha messo a disposizione e di quelli che sta per mettere, che ne sarà? «Intanto, come si è visto, in totale con Ltro sono stati tirati da tutte le banche europee solo un’ottantina di miliardi e l’Italia per così dire si è posta in prima posizione con 23. Certamente ne potevano essere tirati anche di più, ma le banche hanno appena subito la asset quality review e sono in attesa degli stress test...». RISPARMIO/1 alle pagine 14, 15, 16 e 17 RISPARMIO/2 a pagina 27 MILANO FINANZA 27 Settembre 2014 I FATTI SEPARATI DALLE OPINIONI Direttore ed editore Paolo Panerai (02-58.219.209) Direttore ed editore associato Gabriele Capolino (02-58.219.227) Direttore Pierluigi Magnaschi (02-58.219.207) Condirettori Andrea Cabrini (coordinamento media digitali), Vicedirettori Filippo Buraschi (02-58.219.205), Antonio Satta (Capo della sede di Roma 06-69.760.847) Caporedattore centrale Francesco Allegra (02-58.219.875), Capiredattore Davide Fumagalli (Internet e Patrimoni 02-58.219.229), Aldo Bolognini Cobianchi (Patrimoni 02-58219233), Alessandro Wagner (MF Fashion 02-58.219.798) Vicecapiredattore Giuliano Castagneto (02-58.219.336), Lucio Sironi (02-58.219.228) Capiservizio Teresa Campo (02-58.219.471), Roberta Castellarin (02-58.219.260), Ester Corvi (ufficio studi, 02-58.219.317), Stefania Peveraro (02-58.219.401), Stefano Roncato (MFF Magazine 02-58.219.225), Angela Zoppo (06-69.760.831, Roma) Vicecaposervizio Marcello Bussi (02-58.219.392) Redazione Chiara Bottoni (MF Fashion 02-58.219.446), Cristina Cimato (MF Personal 02-58.219.566), Andrea Di Biase (02-58.219.314), Manuel Follis (02-58.219.779), Gian Marco Giura (02-58.219.460), Luca Gualtieri (02-58.219.757), Luisa Leone (02-58.219.388), Anna Messia (06-69.760.865), Luciano Mondellini (02-58.219.592), Andrea Montanari (02-58.219.316), Francesco Ninfole (02-58.219.238), Paola Valentini (02-58.219.475) diretto da Giampietro Baudo diretto da Giulia Pessani Redazione di New York Andrea Fiano (corrispondente, 001-212.447.7953) Capo economista Massimo Brambilla (02-58.219.495) Impaginazione Alessandra Superti (responsabile), Marco Delise (viceresponsabile), Daniela Asperges (pubblicità), Filomena Donofrio Illustrazioni e grafici Lucrezia Alfieri, Monica Pegoraro Segreteria Rosalba Pagano e Federica Troìa (Milano). Barbara Alabiso e Tiziana Cioppa (Roma) Milano Finanza Editori Spa INTERNET: www.milanofinanza.it E-MAIL: [email protected] 20122 Milano, via Marco Burigozzo 5, tel. 02- 58.219.1, fax 02-58.317.518 - 58.317.559. 00187 Roma, via Santa Maria in Via 12, tel. 06-6976.081 r.a., fax 06-69.920.373 - 69.920.374 --------------------------------- AI LETTORI ----------------------------------Tutte le informazioni contenute in queste pagine si basano su fonti che MF/Milano Finanza ritiene attendibili. Le asserzioni espresse nei vari articoli dei collaboratori rispecchiano esclusivamente l’opinione degli autori. Nonostante l’estrema cura nel trattare la materia, MF/Milano Finanza non si assume responsabilità per quanto riguarda conseguenze derivanti da eventuali inesattezze o imprecisioni dei dati e delle quotazioni. In particolare, l’investimento in prodotti derivati (opzioni, futures, premi, warrant) offre la possibilità di ottenere elevatissime performance ma anche correndo un rischio molto elevato. Nel caso più negativo, si può verificare anche la perdita totale del capitale investito. In un normale portafoglio, la quota da destinare a prodotti di questo tipo dovrebbe essere limitata. 3 Sommario Anno XXVIII, numero 39, Sabato 27 Settembre 2014 - Nuova serie anno XXVI, numero 190 4 Visto & Previsto 8 News 8 Superdollaro La speranza è verde 9 Europa E se fosse un’autorete 10 Europa Miracolo a Napoli? 11 Piazza Affari I nuovi panieri di borsa 12 Credito Banca, adesso presta 13 Intervento Parola d’ordine: legalità 14 Risparmio Che povere rendite 16 Risparmio La casa finisce in soffitta 19 Voluntary disclosure Fuori tempo massimo 20 Scenari Grande bluff su Telecom 21 Matricole Iol vuole fare shopping 22 Aeroporti Cosa cambia con Etihad 23 Raffinazione Dove si ferma il barile 24 Marketing Ricomincio da cinque 25 Popolari Un duopolio per le pop 26 Risparmio Corsa all’oro dei fondi 27 Parla Lombardo Renzi, ora premiaci 28 Cmc Cooperando sul mercato 29 Auto Fiat, rebus a Wall Street 30 Alberghi Stranieri alla concierge 31 Eataly Questo è glocal business 33 Cinema Saranno famose 34 Welfare/1 Più fondi meno ticket 35 Welfare/2 Nuovi equilibri cercansi Rubriche 20 Il Punto di Mauro Masi 25 Rosso & Nero 33 Lombard Street 36 Mercato Globale 37 MFF F Alla corte futurista di Dior 47 PF F Reti a carte scoperte I Vostri Soldi In Gestione 41 Azionari Autunno in Europa 43 Lontani dal Giappone 44 Etf Sereni con Easytrading 45 L’Asia è più resistente Il Trader 55 Quelle occasioni a Londra 56 Trading Focus Supporto a quota 20.200 57 Nel Portafoglio Realizzi di fine estate 60 Cambi & materie prime La moneta unica tira il fiato 61 Bond Market La Bce non convince Nel Mattone 63 Affitti brevi Tutto in una notte 65 Tra i fasti di Villa Celeste 68 Il business delle favelas piccole e medie, cioè la grande maggioranza dei nostri clienti, sono vicine allo stremo. Non c’è molto tempo da perdere». Il ragionamento semplice ma concreto del bravo bancario corporate di una delle maggiori banche Vuole dire che le banche hanno paura di uscire italiane evidenzia che penalizzate da questi pesanti controlli e che quindi quanto Draghi ha fatto non si vogliono spingere troppo in avanti. La sfidu- finora non ha avuto cia insomma è in primo luogo delle banche...«La minimamente l’efficacia sfiducia è il male da cui siamo tutti colpiti, il vero dell’azione di iniezione cancro del sistema. Basta guardare che pur in pre- di liquidità, una vera inondazione, che ha carattesenza di un numero crescente di rizzato la politica monetaria della disoccupati, di minori introiti da Federal Reserve americana. In FTSE MIB DELLA SETTIMANA parte della stragrande maggiooccasione dell’istituzione della catranza delle famiglie, il risparmio tedra per lo studio degli effetti è tornato a crescere molto. La della politica monetaria alla gente non si fida, ha paura, e FTSE All Share -1,09 FTSE Mid Cap -2,83 Bocconi, finanziata dalla Bce e cerca di accrescere le proprie intitolata al convinto europeista MF ITALY40 Large cap riserve. Tommaso Padoa-Schioppa, il +1,47 presidente Draghi spiegò che fino -1,80 Luxottica Se non si rompe la spirale saremo Atlantia -6,19 Autogrill -0,47 Mediaset del gatto chi sa per quanti anni». Azimut -4,51 a quel momento gli impulsi prove-2,63 Mediobanca -0,61 nienti da Francoforte, cioè dalle -0,76 Mediolanum Appunto, chi sa per quanti anni... A2a -3,78 B Pop Milano +1,10 Moncler -2,46 scelte sue e del consiglio di ammiBasta pensare a quanti anni di Bco Popolare -7,95 Mps -7,00 -1,52 Pirelli e C. deflazione ha subito il Giappone. Bper -5,16 nistrazione della Bce, non avevano Buzzi Unicem -6,64 Prysmian -1,08 avuto i risultati sperati. Draghi -2,84 Saipem Ma lei che è allo stesso tempo in Campari -0,32 Industrial +0,72 Snam prima linea, cioè a contatto con le Cnh -2,68 attribuì questo fallimento al fatto Enel +0,48 Stm aziende, e in contatto con i grandi Enel G. Power -2,23 Telecom Italia +4,08 che mentre la Bce iniettava dena-0,17 -2,37 Tenaris capi, i banchieri, che ricetta sug- Eni +0,66 ro i governi non avevano fatto il Exor -0,39 Terna -5,85 loro dovere, cioè, per usare quello +0,76 Tod’s gerirebbe? «Se non vogliamo pre- Ferragamo -0,38 +3,41 Ubi Banca cipitare sempre più in basso, una Fiat -1,43 che è ormai uno slogan, non aveFinmeccanica -0,46 Unicredit -2,60 vano realizzato tutte le riforme +0,36 UnipolSai volta conclusi gli stress test, che Generali Gtech +0,97 World D. Free -1,50 per le banche italiane saranno IntesaSanpaolo +0,41 Yoox -1,16 strutturali necessarie. positivi, occorrerà che i banchieri Naturalmente Draghi, guardato a tornino a fare i banchieri. Ed è vista dai mastini tedeschi, vati del vero che anche oggi offriamo denaro e che il cavallo rigore assoluto e delle riforme, non disse che la non beve, ma qualcuno deve pur cominciare un quantità di denaro che aveva potuto iniettare era nuovo ciclo. Banche e imprese devono venirsi insufficiente. In altre parole era come se nella cura incontro: le banche offrendo denaro a tassi più di un tumore con farmaci chemioterapici il medico bassi, decisamente più bassi di quelli attuali, e le non avesse potuto usare le dosi piene ma solo una imprese ripartendo per un nuovo ciclo di investi- parte di esse. Il risultato in questi casi (e purtropmenti. Purtroppo non poche aziende, soprattutto po esempi come questi non mancano) è sempre ORSI & TORI 41 Personal 68 Salute A spasso con il dottore 69 My tech iPhone 6, più che grande 70 Arte Antiche silhouette da collezionare 72 Il Laboratorio stato scontato: l’ammalato nel migliore dei casi ha potuto sopravvivere un po’ di tempo in più ma non certo guarire. Ecco, il grave errore che è stato compiuto e che continua a essere perpetrato nell’Unione europea è quello di non voler affrontare con la determinazione e le quantità necessarie una efficace cura chemioterapica. Basti ricordare cosa è accaduto con la Grecia: il Paese patria della civiltà e della democrazia avrebbe potuto essere salvato con il 20% dei fondi che poi sono stati necessari, e con un 20% delle sofferenze che i cittadini hanno subito, se solo la Germania avesse consentito un intervento tempestivo. Invece la dittatrice (in economia) Angela Merkel si mosse solo dopo una telefonata notturna, piena di ultimatum, fattale dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. In altre parole, è il gravissimo ritardo nell’adozione delle cure necessarie e poi l’averle erogate con il contagocce che ha portato l’Europa e in particolare l’Italia alla recessione e alla deflazione, che come ha documentato l’ex governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, fa assai più morti che l’inflazione. In questo contesto occorre davvero che si crei, anche se artificialmente, una nuova fiducia fra imprese e banche. In che modo? Prima di tutto con la decisione delle banche di ritirare dalla Bce tutto quanto la Bce offre, che oggi non è poco nonostante stia arrivando in ritardo. In secondo luogo, occorre che le banche accettino per un certo periodo di pareggiare i conti e non di voler fare utili a tutti i costi, concedendo prestiti con un margine di guadagno fra il loro costo del denaro (praticamente a zero per la parte proveniente dalla Bce) e stimolino le aziende a prenderlo per fare investimenti. In -0,84% (continua a pagina 4) MILANO FINANZA 4 27 Settembre 2014 Visto & L’ULTIMA SETTIMANA C’È L’ACCORDO: LA RUSSIA RIATTIVERÀ LE FORNITURE ALL’UCRAINA ORSI & TORI Mosca, ok per il gas a Kiev segue da pagina 3 terzo luogo, appunto, che le aziende tornino a investire, considerando che se un’azienda non investe, prima o poi muore. Certo, perché la fiducia reciproca torni ci vuole qualche fatto shock. Non ripetendoci sul taglio del debito pubblico, che è fatto ormai condiviso da tutti, il famigerato articolo 18 può essere uno degli shock necessari. Servizio pubblico, il programma de La7, si è divertito nei giorni scorsi a mandare in onda un’intervista di due anni fa a Renzi, nella quale l’allora sindaco di Firenze diceva che non aveva mai visto un imprenditore che non assumesse perché c’era l’articolo 18. È facile fare ironia o critica politica usando dichiarazioni di due anni fa. Quelli di Servizio pubblico si dimenticano che due anni fa le prospettive non erano quelle di una profonda deflazione e non tengono conto che oggi le responsabilità sono ben diverse, sono quelle del capo del governo che deve riuscire a smuovere i macigni esistenti sulla strada della ripresa e non può non tener conto che sono anni che le imprese chiedono di avere una legislazione del lavoro omologa a quella dei Paesi occidentali che vanno meglio, non quella degli Stati Uniti, dove la flessibilità del lavoro è totale, ma almeno quella della Germania, dove un socialista, Gerhard Schröder, ha riformato il diritto del lavoro dando comunque più importanza alla qualità dell’impegno e all’apertura verso i nuovi occupati che non a garantire chi ha già il lavoro. Se almeno questo shock, anche se poi non così forte (visto la crescente garanzia offerta dal progetto Renzi man mano che cresce l’anzianità), forse potrebbe scoccare una scintilla per ritornare a guardare con un po’ di fiducia al futuro. E tutti gli studi dei migliori economisti indicano che il sentimento, l’aspetto psicologico di chi intraprende e chi consuma pesa almeno per il 40% sull’andamento dell’economia. Per capirlo basterebbe osservare con quale determinazione, con quale voglia di crescere, con quale voglia di consumare lavorano i cinesi. Oltre 500 aziende italiane e un foltissimo gruppo di giornalisti se ne sono potuti rendere conto assistendo alla presentazione, mercoledì 24, di CCIG/Mall, la piattaforma di e-commerce BtoB creata da Madam (sì, senza la e) Guo Hong, chairperson di Century International Group. La piattaforma, di cui Class Editori, che edita questo giornale, e la sua controlla CCeC (Class China e-commerce) sono il riferimento in Italia, è stata creata per importare in Cina e offrire a una rete di 3 mila negozi i prodotti del Made in Italy, un marchio che come hanno testimoniato l’ambasciatore cinese a Roma, Li Ruiyu, e il direttore generale nel Belpaese del China Council for promotion international trade, Zhang Gang, è indicazione di creatività, qualità e garanzia assoluta. Per questo la piattaforma, che a regime avrà un giro d’affari di oltre 100 miliardi di dollari di cui circa il 15% di prodotti italiani, sta accogliendo per primi i prodotti di centinaia di aziende italiane del food&beverage, della moda, degli accessori, del design selezionate in Italia da CCeC. «Forse voi non avete l’esatta percezione di che cosa è il valore dei vostri prodotti per noi cinesi», si è sbilanciato il direttore generale del CCPIT. «La ricchezza italiana di piccole e medie aziende è straordinaria e vostri prodotti sono straordinari. Dovete impegnarvi di più in quello che è già il primo mercato del mondo e la piattaforma CCIG/Mall è a vostra disposizione. Chi la dura la vince, non dice così un proverbio italiano?». CCIG/Mall è supportata oltre che da CCPIT da alcuni dei più grandi gruppi cinesi controllati dallo Stato: da China Telecom, a China Union Pay, al più influente istituto di credito cinese, Bank of China. Infatti, oltre che a contenere Alibaba, con un differente business model che rifiuta le copie dei prodotti italiani, abbondantissimi invece e vero successo della piattaforma di Jak Ma, CCIG/Mall è strumentale alla crescita dei consumi in Cina, senza la salita dei quali lo sviluppo del pil al 7-8% all’anno non potrà continuare, e al riequilibrio dell’interscambio con i vari Paesi partner della Cina. L’interscambio con l’Italia è pari oggi a 33 miliardi, di cui ben 23 di export. Ma quando la piattaforma sarà a regime, grazie alla straordinaria rete di 3 milioni di negozi, le esportazioni italiane potranno salire di 10-15 miliardi di dollari, e finalmente con la risalita del dollaro e dello yuan le esportazioni saranno agevolate. Per far sì che lo siano ancora di più ci sarà l’aiuto di Bank of China, che grazie alla visione del presidente, Tian Guoli, copresidente del Business Forum ItaliaCina inaugurato a Pechino l’11 giugno alla presenza dei due primi ministri, Renzi e Li Keqiang, intende in collaborazione anche con Class Editori sostenere le piccole e medie aziende italiane. Vediamo se l’energia della Cina e della principale banca cinese muoveranno anche le banche italiane. (riproduzione riservata) Paolo Panerai Mentre l’Ungheria decideva di chiudere il gas a Kiev a «tempo indeterminato», Russia e Ucraina hanno raggiunto un accordo per la ripresa delle forniture da parte di Mosca. Il piano prevede che Gazprom, il colosso energetico russo, fornisca all’Ucraina almeno 5 miliardi di metri cubi di gas nei prossimi sei mesi a un prezzo di 385 dollari per mille metri cubi. Ma il conto per Kiev sarà salato: l’Ucraina dovrà infatti saldare almeno 2 miliardi di dollari di pagamenti arretrati entro ottobre e altri 1,1 miliardi di dollari entro la fine dell’anno. La decisione è arrivata al termine dell’incontro trilaterale tenutosi a Berlino fra il commissario Ue all’Energia, Guenther Oettinger, il ministro dell’Energia russo, Alexander Novak e l’omologo ucraino, Yuri Prodan. Quest’ultimo ha lasciato aperti ancora alcuni dubbi, affermando che non c’è accordo sul prezzo delle forniture e che permangono alcune divergenze con la Russia sul pagamento degli arretrati. Ma «l’Ucraina è pronta a giungere un compromesso», ha aggiunto Prodan, che spera di stringere il patto entro martedì 30. (riproduzione riservata) Alberto Battaglia Apple. Oltre 10 milioni di iPhone 6 venduti nel weekend di debutto negli Usa e in altri nove Paesi, frantumando il record precedente dell’iPhone 5. Il colosso di Cupertino potrebbe raggiungere gli 80 milioni di pezzi venduti entro dicembre. Germania. L’ind i c e I f o, ch e misura la fiducia degli imprenditori tedeschi, è sceso a settembre a 104,7 punti da 106,3, ai minimi dall’aprile 2013. Giù anche l’euro, sotto quota 1,28 dollari, ai livelli più bassi dal luglio dell’anno scorso. Pioneer. Unicredit ha scelto Banco Santander come socio nell’asset management. Sarà costituita una newco cui ciascuna banca apporterà le attività di risparmio gestito. Nel capitale della società entreranno anche i fondi Warburg Pincus e General Atlantic. Fondi. In Italia gli asset in gestione hanno raggiunto ad agosto quota 1.510 miliardi di euro, grazie a una raccolta netta che nel mese è risultata ancora una volta positiva per 12,6 miliardi (15,2 miliardi a luglio). Da inizio anno il bilancio è quindi positivo per 88,3 miliardi di euro. LUNEDÌ 22 MARTEDÌ 23 MERCOLEDÌ 24 GIOVEDÌ 25 IL RATING SALE DA BB+ A BBB-, LA SOCIETÀ È INVESTMENT GRADE S&P, Gm non è più junk Dopo Moody’s anche Standard & Poor’s ha alzato il rating di General Motors al livello investment grade. Standard & Poor’s ha in particolare alzato il rating della casa automobilistica statunitense da BB+ a BBB- e rivisto l’outlook da positivo a stabile. Con il miglioramento di S&P, General Motors ha ora, per la prima volta negli ultimi nove anni, un rating investment grade da parte delle due maggiori agenzie di rating al mondo. Solo Fitch non ha ancora operato in tal senso. Standard & Poor’s ha motivato la sua decisione con il miglioramento del profilo di rischio operativo sulla base di un miglioramento delle prospettive di diversificazione geografica dei profitti in tutte le regioni presidiate nei prossimi 2/3 anni. MILANO FINANZA 27 Settembre 2014 5 Previsto L’ULTIMA SETTIMANA Ftse Mib +1,9%. A Piazza Affari bancari in recupero dal Banco Popolare +4,2%, Ubi Banca +4,8%, Mps +2,9%, Bper +3,2%, Intesa Sanpaolo +2,7%, Unicredit +2,2% e Mediobanca +1,7%. Telecom Italia su dell’1,9% a 0,93 euro. Class Editori che è salita del 7,4% a 0,37 euro. In Europa Londra ha guadagnato lo 0,1%, Madrid lo 0,6% e Parigi lo 0,9%, Francoforte, invece, ha perso lo 0,2%. Borsa di New York in rialzo grazie ai confortanti dati macro del pomeriggio. L’indice Dow Jones è avanzato dello 0,99%, l’S&P 500 dello 0,82% e il Nasdaq dell’1,02%. Recupero dei titoli Apple del 2,8% oltre quota 100 dollari e di Alibaba dell’1,2% a circa 90 dollari. Il dollaro prosegue la scalata sull’euro a 1,268. VENERDÌ 26 Edison. Standard&Poor’s ha alzato il merito di credito a lungo termine di Edison ad A- da BBB+ con outlook negativo. L’agenzia di rating ha confermato il rating A-2 al credito a breve termine. Generali. Il titolo entra nella lista dei titoli assicurativi maggiormente preferiti da Bank of America Merrill Lynch (BofA). Gli analisti di BofA sottolineano come la «profonda ristrutturazione» della compagnia assicurativa triestina rappresenti un caso «di valutazione attraente». Fastweb. L’operatore estenderà la propria rete Ngn (Next Generation Network) nel 2015 e nel NESSUNA OPPOSIZIONE EMERSA DURANTE L’UDIENZA A TORINO LA PIATTAFORMA E-COMMERCE VERRÀ PRESENTATA NELLA CAPITALE Seat vicina al concordato CCIGMall a Roma il 29 Il Tribunale di Torino si è riservato di decidere in merito all’omologazione del concordato preventivo di Seat Pagine Gialle e Seat Pagine Gialle Italia. Lo ha comunicato la società in una nota, spiegando che nel corso dell’udienza in camera di consiglio non è stata presentata alcuna opposizione al concordato. La strada del concordato preventivo aveva ottenuto quest’estate il via libera dalla quasi totalità dei creditori ammessi al voto. Ad aprile l’assemblea straordinaria di Seat aveva approvato a larga maggioranza i provvedimenti necessari al piano di concordato preventivo della società: un aumento di capitale riservato ai creditori con l’emissione monstre di 6.410 miliardi di nuove azioni (16,1 milioni quelle attuali), il raggruppamento delle azioni (100 a 1) e l’emissione di warrant. Nella nota Seat ha precisato: «Non è stata presentata alcuna opposizione e pertanto l’udienza si è tenuta in assenza di parti opponenti. Al termine dell’udienza il Tribunale si è riservato di emettere la decisione che, non appena pubblicata, sarà comunicata al mercato». (riproduzione riservata) Maria Elena Zanini 2016 ampliando così la disponibilità dei propri servizi a banda ultralarga. La copertura arriverà, entro il 2016, al 27% della popolazione pari a 7,5 milioni di famiglie e imprese in oltre 100 città. IL ROMPISPREAD De Magistris se la prende con «i magistrati collusi e corrotti». Gaber aveva capito tutto: «Non temo Berlusconi in sé, temo Berlusconi in me» Reale Mutua. In progresso del 53% l’utile netto consolidato nel primo semestre per il gruppo di assicurazioni che arriva a 85,1 milioni di euro, con una raccolta premi in crescita dell’8,2% a 1.936,7 milioni. Dopo il grande successo del vernissage milanese di mercoledì 24 settembre, CCIGMall, l’innovativa piattaforma di e-commerce B2B cinese, verrà presentata a Roma, lunedì 29 settembre, presso la Sala Pirelli dell’Ice Italian Trade Agency a partire dalle 9,30. CCIGMall, sostenuta dal governo di Pechino attraverso il Ccpit e con partner del calibro di Bank of China, China Telecom, China Merchants Bank e China Union Pay, vuole essere un punto di incontro fra aziende italiane e distributori e 3 milioni di dettaglianti cinesi, che finalmente potrà dare sbocco anche ai prodotti delle aziende tricolore in un mercato in continua espansione come la Cina, senza richiedere sforzi eccessivi in termini di investimenti e organizzazione. La piattaforma sarà operativa dal 27 ottobre: oltre a mettere in contatto venditori e acquirenti propone un’offerta chiavi in mano per l’accesso a un sistema organizzato che garantisce la raccolta degli ordini, l’organizzazione del trasporto e della logistica, il pagamento finale. C’è poi una caratteristica che differenzia realmente questa piattaforma dal resto delle offerte su internet: qui l’attenzione all’originalità dei prodotti è massima, il made in Italy deve essere tale, pensato e fatto in Italia. Per questo l’Italia è la prima tappa di un progetto complessivo che coinvolgerà altri sette Paesi. «Abbiamo voluto creare una piattaforma regolare, etica, trasparente» per l’e-commerce, ha spiegato durante la Clessidra. Chiupresentazione mide i battenti lanese Guo Hong, Clessidra Capichairperson di tal Partners II, il CenturyInternational secondo fondo geGroup, il colosso delUn momento della presentazione milanese di CCIGMall stito dai manager le telecomunicazioni di Clessidra che cinesi che, attraverha lasciato inutilizzati cirso la Century Fortunet Limited, ha realizzato il progetto con un ca 150 milioni di euro che investimento iniziale di 1 miliardo di dollari. non sono stati «chiamati» Partner di CCIGMall in Italia è il gruppo Class Editori attradai sottoscrittori. verso China Class e-Commerce (www.ccec.eu). Il suo ruolo sarà molteplice: fornitore principale del comparto food&beverage (che Lusso. Una cordata si attende coprirà circa il 60% dei volumi di scambio della piatd’investitori privati guitaforma), main agent per moda, lusso e design, e ancora agente dati dall’imprenditore esclusivo per la produzione dei contenuti con cui far conoscere Andrea Surliuga ha ragmarchi e prodotti e per la raccolta pubblicitaria sulla piattaforma. «Noi siamo provider esclusivi dei contenuti editoriali e della giunto un accordo per comprare pubblicità», ha detto Paolo Panerai, vicepresidente e ad di Class il marchio francese Payot, speEditori, «perché spesso è l’informazione sui prodotti italiani che cializzato nella produzione di manca ai cinesi e questa piattaforma descrive non solo i prodotti cosmetici di alta gamma, dalla ma anche l’habitat delle imprese. Sulla piattaforma abbiamo già spagnola Puig. Secondo il quoinserito molte aziende e sono convinto che se non si descrivono i tidiano francese Le Figaro, i prodotti, difficilmente possono essere capiti». termini dell’intesa valorizzano Payot 30-40 milioni di euro. PRECISAZIONE Con riferimento all’articolo Fortress-Prelios in pole su Uccmb pubblicato su MF del 26 settembre, si precisa che il mandato conferito da Intesa Sanpaolo a Italfondiario per la gestione degli npl è tuttora pienamente in vigore e non è stato «perso nei mesi scorsi», come erroneamente scritto dall’autore dell’articolo. Inoltre Italfondiario gestisce oggi 37 miliardi di sofferenze, e non 26. Italfondiario OGGI SU MILANOFINANZA.IT Focus su sette utility Mini euro, effetto Draghi? I titoli del settore utility hanno realizzato da inizio anno una performance del 15,7%. Ecco, secondo gli analisti di Morgan Stanley, chi può correre ancora e chi no «5 giorni sui mercati» con Mach, Guerrieri, Cecchi dè Rossi e Aloisio. Domenica alle 10.25 e lunedì alle 10 su Class Cnbc e in streaming su milanofinanza.it www.milanofinanza.it Sky 507 Le notizie più lette Mib future: spunti operativi per venerdì 26 settembre 1Ftse Générale, chi può salire fino al 30% 2Société le nove società più colpite dal sequestro di asset in Russia 3Mediobanca,
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