Il Sole 24 Ore Domenica 23 Novembre 2014 - N. 322 6 La lunga crisi In Europa A settembre la domanda era stata di 86,2 miliardi, a dicembre se ne prevedono 145 LA LEVA DEL CREDITO I fondi Ltro Ultimi tre mesi per restituire i prestiti Bce di fine 2011: ne mancano ancora 270 miliardi Tltro, le banche chiedono 25 miliardi Pronte le richieste degli istituti italiani alla seconda asta Bce di metà dicembre Marco Ferrando Per la ripresa, vera, degli impieghi ci sarà da attendere il primotrimestre del2015, stando alle stime Abi diffuse in settimana. Tuttavia, nel frattempo le bancheitaliane si preparanoa mettere altro fieno in cascina con la secondaastaT-LtrodellaBce, fissataperl’11 dicembre:secondo lecifreraccoltedaIl Sole24Ore,complessivamente – tra importi già dichiarati e stime preliminari – le principali banche italiane (più il sistema delle Bcc, coordinato da Iccrea) si preparano a chiedere a Francoforte oltre 25 miliardi. Giovedì si è aperta la finestra utile per comunicare alla Banca d’Italia le richieste, mentre quest’ultimail 4 dicembrecomunicherài limitimassimiaggiornati allo stock dei crediti in essere al 31 ottobre scorso. Lasecondaasta,quindi,potrebbeportareinItaliaqualcosainpiù della prima, che si era chiusa con un bilancio di 23 miliardi "tirati". Sì,perchéseèverochecomplessivamente l’esito dell’operazione targata Bce è stato giudicato "deludente" da buona parte degli osservatori, l’Italia si è mostrata comunque più reattiva della media: a settembre ha catalizzato più di un quarto degli 82,6 miliardi richiesti in Europa, per dicembre potrebbe ipotecare una quota superiore al 15%, se saranno effettivamenterichiestii145miliardistimati da Reuters. Neldettaglio,chisipreparaafare la parte del leone è Intesa Sanpaolo. Cauto alla prima asta, quando ha chiesto "appena" 4 miliardi, l’istituto guidato da Carlo Messina punta a tirare tutti gli 8,5 miliardicuihaancoradiritto,cioè il7%dellostockdiimpieghi(trannei mutuiimmobiliari). «Fraerogato e manifestazioni di interesse sono stati richiesti fra 8,5 e 9 miliardi», aveva sottolineato Messina a fine ottobre. «Abbiamo rice- vuto 2,5 miliardi di richieste nella fase di prevendita, a cui si aggiunge un miliardo, per un totale di 3,5 miliardi.Inoltreabbiamogiàaltre domande per 5,5 miliardi, che sono quelli che ci consentiranno a dicembre, quando prenderemo l'altra tranche, di completare l'erogazione di tutto l'ammontarecheavremoadisposizione».DiversalalineaadottatadaUniCredit,cheasettembrehachiestotuttalaquotadisponibileperleattivitàitaliane(7,75miliardi)enelfrattempo ha lanciato il piano straordinariodiimpieghi"ValoreEuropa";adicembre,secondoleprime stime,ilgruppodovrebbedomandare 2 miliardi, essenzialmente per le attività austriache. Al contrario, alcune popolari – come Ubi, Bpm, Popolare di Vicenza e Veneto Banca – dopo aver disertato la prima asta concentreranno le loro richieste, probabilmente per l’intero ammontare loro concesso, a dicembre. Un dato è certo: chiunque richieda nuovo denaro – a prezzi convenienticome due mesi fa, visto che il tasso (fisso) delle linee è dello0,15%–dovràimpiegarlo,pena la restituzione, a partire da dicembre 2016. Merito di quella «T»chelaBcehainseritodavanti al già noto acronimo «Ltro», e chestaper«targeted».Èunalettera che dà il senso dell’operazione, perché questa volta le banche non potranno usare i soldi presi a tassoagevolatopercompraretitoli di Stato ma dovranno farli convergere su un bersaglio preciso, che è l’economia reale. A proposito di Ltro, i vecchi fondi erogati tre anni, per le banche (non solo italiane) siamo agli sgoccioli: dell’Ltro di dicembre 2011–inscadenzaadicembre–sono ancora da rimborsare 80 miliardi(su489),piùaltri190diquella di febbraio (su 529). Le principali banche italiane (e il sistema delle Bcc) alle Tltro. Aste di settembre e di dicembre e totale 2014. Dati in miliardi Bpm Banca TOTALE 231,20 TOTALE 48,86 SETTEMBRE Intesa Sanpaolo 8,5 UniCredit*** 7,75 2,0 Mps 145,00 3,0 3,0 Iccrea banca 2,2 1,7 Banco Popolare 1,0 2,7 Ubi ASTA DI SETTEMBRE 86,20 1,6 DICEMBRE 4,0 ASTA DI DICEMBRE 1,60 TOTALE Italia** ASTA DI DICEMBRE 3,0 12,50 9,75 6,00 3,90 3,70 3,00 0,4 Popolare di Sondrio 0,35 0,75 CreVal 1,10 1,00 1,0 Popolare di Vicenza 1,0 Veneto Banca 0,95 Mediobanca 0,58 1,10 1,00 0,95 0,58 25,55 ASTA DI SETTEMBRE 23,31 Bper 2,00 2,0 Credem 0,73 0,73 @marcoferrando77 © RIPRODUZIONE RISERVATA (*)stime Reuters; (**)Riferito alle banche italiane più grandi e al sistema Bcc; (***)la disponibilità per l'Italia esaurita con la prima asta Fonte: elaborazione del Sole 24 Ore Il documento. Nei giorni scorsi l’authority ha messo in consultazione un nuovo regolamento che rischia di provocare un giro di vite sui crediti Nuovofaro dell’Ebasui creditia rischio, i banchieri italiani si appellano al Governo Luca Davi Mentre da una parte le banchericevonodenarofrescodagirare all’economia tramite le Tltro (vediarticolosopra),dall’altrairegulatorimpongonoregole sempre più stringenti sui prestiti, così che il rischio - paradossalmente - sia quello di annullare i benefici delle manovreespansive. L’ultimanovità (negativa) è targata Eba, l’Authority bancarie europeaconsedeaLondra.L’enteguidato dall’italiano Andrea Enria da qualchesettimanahamessoinconsultazione un documento con cui punta ad abbassare le soglie oltre lequali i crediti entranonellacategoria dei non performing. Il paper ha provocato un’autentica levata discudidapartedeiverticibancari italianiinoccasionedell’ultimoComitatoesecutivodell’Abi,tenutosi mercoledì scorso a Roma. Tanto che i top manager hanno chiesto a LA MODIFICA La proposta punta ad abbassare dal 5 al 2% la soglia di sconfinamento oltre la quale un fido in bonis diventa «credito scaduto» Bankitalia, Mef e Governo di farsi portavoce del problema presso le istituzionieuropee. Neldettaglio,l’oggettodellaproposta dell’Authority è la revisione delle regole di classificazione dei cosiddetti prestiti past due, categoria con cui si classificano i prestiti scaduti o sconfinati da oltre 90 giorni. In pratica l’Eba propone due cose. La prima è la riduzione dall’attuale 5% al 2% della soglia relativadi sconfinamento dei fidi: in pratica, se un cliente sconfina di oltre il 2% (anzichè l’attuale 5%) rispetto alla sua linea difido per oltre tre mesi, il suo prestito scivola dai crediti in bonis a past due. La seconda novità riguarda anche la soglia "assoluta": per l’Eba basta infatti uno sconfinamento di 200 euro, per i clienti retail, e di500euro,periclienticorporate,e quelleposizioni devono essere considerate scadute. Le novità rischiano di avere un impatto micidiale sul già fragile rapporto tra banche e imprese. L’abbassamentodellesogliefarebbe allargare a dismisura il bacino di crediti non performing su cui le banche dovrebbero fare maggiori accantonamenti. L’impatto sareb- LE MISURE 2% La soglia degli sconfinamenti Lapropostadell’Ebaprevedela riduzionedall’attuale5%al2% dellasogliadi sconfinamento deifidi: inpratica,seuncliente sconfinadioltreil2%(anzichè l’attuale5%)rispettoallasua lineadifidoperoltre tremesi,il suoprestitoscivoladaicrediti inbonisaquellipastdue. 200-500 Euro L’altranovitàèrappresentata dallasoglia"assoluta".Comenel primocaso,bastauno sconfinamentodi200euro perilretail edi500europerilcorporate perentrareneipastdue u Continua da pagina 1 E Carige 0,7 Alessandro Graziani IGoverni Ue inerti sulle regole contro il credito di Eba eFsb Le richieste delle italiane Ue* L’ANALISI becosìinevitabilesiasulcontoeconomico che su quello patrimoniale. Ma manco a dirlo tutto ciò provocherebbe un’ulteriore stretta all’erogazionedelcreditoversofamiglieeimprese. Il problema è ovviamente comune a tutta Europa, visto che le soglie assolute oscillano fortemente nel Vecchio Continente, con picchi che sfiorano i 50mila euro. Le novità toccano tuttavia in particolare «l’Italia - spiega l’ad di una primaria banca italiana che chiede l’anonimato - perchè nel nostro paese c’è un ritardocronicosuipagamenti.Peranni lo Stato è stato il primo a pagare in ritardo». Ora la palla passa a Banca d’Italia e alle stesse banche italiane, che avranno tempo fino a metà gennaio 2015 per porrelelorocontrodeduzioniechiedere modifiche. @lucaaldodavi © RIPRODUZIONE RISERVATA ancora: il proposito della Bcediarrivare rapidamenteaunlevel playngfieldtraidiversisistemi bancaricomporteràuna revisionedellecosiddette «nationaldiscretionsand options»inmodoequilibratoosi creerannodisparitàtràivari Paesieuropei?Ibanchierisonoin allarmemailtemachepiùrileva dalpuntodivistaeconomico,e chedunquedovrebbe coinvolgereiGoverni,èseledue Authorityinternazionali(Ebae Fsb)dovesserodavvero aarrivarefinoinfondoconle nuoveregoleche,aprescindere dallavolontà,avrannol’effettodi penalizzareperaltrianniancora l’erogazionedelcreditoalle impreseeuropee.Vanificando, paradossalmente,itentatividella Bcedimigliorarelatrasmissione ilcreditoall’economiaattraverso lemisurediTltro(siveda l’articoloafianco)edell’acquisto diassetbacksecurities.Ma vediamocomeeperchèidue nuoviprovvedimentiin gestazionedalleAutorità sovranazionalirischianodi frenareilcredito. LaEuropeanbanking associationpresieduta dall’italianoAndreaEnriaha inviatoainizionovembre (dunquepochigiornidopol’esito deglistresstestcondotticonla Bce)allebancheeuropeeuna propostadirevisionedella classificazionedeicosiddetti crediti"pastdue".Lanovità tecnica,stonataneitempivisto chearrivapochigiornidopo l’esitodeglistresstestche avrebberodovutodarecertezze estabilitàalsistemabancario europeo,introduceuna limitazionedal5al2%dellasoglia disconfinamentooltreilqualeun creditopassaaincaglionei bilancibancari.Inpratica,seuna piccolaaziendadovesse «sconfinare»oltreil2%del credito,labancadovrebbe passarelapraticaaincaglio.Con ilnecessarioavviodirettifichea accantonamenti.Stantel’attuale contestoeconomico,un provvedimentodelgenereavrà ununicoeffettoimmediatoda partedellebanche:maggiore «attenzione»nellaconcessione delcreditoperevitarerischi immediatisulcontoeconomico. E,alivellodisistema,unafrenata allaripresadell’economiache contrastaconlepolitichedella Bceimpeganataaevitarela cosiddetta«trappoladella liquidità»dikeynesiana memoria. Benpiùpericolosoperil creditoinEuropaèquantosta preparandoilFinancialStability Board,presiedutodal governatoredellaBankof EnglandMarkCarney,riguardo alcapitaleperle30banchedi interessesistemico(lecosiddette Sifi,tracuifiguraUniCredit comeunicaitaliana).Laproposta presentataalG-20inAustralia dellascorsasettimanaprevede uninnalzamentodeiratios patrimonialial16-20% (dall’attuale10%)tracapitalee formeibride.Lamotivazione, lodevole,èdievitareche–dopo lacrisisuccedutaalcasoLehman –lebanchedebbanoessere salvatedaicontribuenti.Peccato chelanormativaipotizzata considerinellostessomodole grandibancheanglosassoni,che operanoinglobandotuttiirischi dellafinanza(compresolo shadowbanking),conlegrandi USA CONTRO UE Alzare l’asticella del Cet1 al 16-20% per tutte le «Sifi» creerà una distorsione tra le banche americane e gli istituti europei banchecommercialieuropee. Cosìcomeèunpeccatochele soluzioniproposte(tracui l’emissionediprestitiibridi subordinati),avvantaggichi– comelebancheamericaneallaJP Morgan–hannounastruttura organizzataconunaholding companychepuòfinanziarsi emettendobondconrating migliori.Piùdelletecnicalità, quellochecontaèche–tra disciplinaEbaenormativeFsb– lebanchecheinEuropasono orientatealcreditoalleimpresee allefamiglierischianodiessere ancorapenalizzatedallenuove regole.IGovernidell’eurozona,a partiredaquelloitaliano,hanno ancoraipoteri(insedediG20)e lapossibilitàtemporale(tremesi perl’Eba,unannoperl’Fsb)di intervenireperimpedirenuove regolepenalizzantiperl’Europa bancocentrica.Nonperfareun piacereallebanche,maper evitarecheilrazionamentodel creditopenalizziperaltrianni l’economiaeuropea. © RIPRODUZIONE RISERVATA c LAPAROLA CHIAVE Past due 7 L’esposizione scaduta e sconfinata da più di 90 giorni (per lungo tempo la scadenza era fissata prima a 270 poi a 180 giorni) è definita "Past Due" e viene segnalata alla Centrale dei Rischi. Si tratta di una segnalazione grave che può aprire le porte alla posizione di incaglio. È la prima classificazione dei crediti non performing. Ad essa, in ordine di gravità crescente, seguono gli incagli (perdurante situazione di difficoltà) e le sofferenze. Creditideteriorati. Dal test Bce emersa la necessità di 11,8 miliardi di accantonamentiin più per le italiane L’esame sulle banche Ue. Un mese dopo i risultati investitori e analisti scettici sui criteri utilizzati La«mina»dellerettifichepost-Aqr Il caso Rbs getta ombre sugli stress-test Luca Davi Vito Lops Una mina da 11,8 miliardi di euro. A tanto ammonta il totale delle rettifiche extra su crediti che, secondo l’Asset quality review della Bce, "mancano" al sistema bancario italiano per essere in regola con le richieste dell’Eurotower. Il dato complessivo va in realtà analizzato nel dettaglio. Spacchettando l’analisi della qualità degli attivi (Aqr) - e la richiesta di maggiori accantonamenti nelle sue tre componenti, ovvero la Credit file review, le Previsioni statistiche e la Revisione collettiva, ognuna delle quali caratterizzata da un diverso livello di urgenza. Dei 12 miliardi circa, più di un terzo (4,4 miliardi) sono gli accantonamenti da fare "senza indugio", perché emersi nel corso della Credit file review, ovvero l’analisi dettagliata di un campionedicreditirealmenteinportafoglio. In questo caso le banche devonoobbligatoriamenteaccantonare entro quest’anno le extrarettifiche richieste. Molte banche italiane, tra cui le più grosse, si sono già adeguate allerichieste dell’Eurotowerneimesiscorsi,altre lo hanno fatto in occasione dei conti del terzo trimestre, altre ancora chiuderanno definitivamente il capitolo entro dicembre. Diversi istituti stanno infatti ricevendo solo inquesti giorni da Bce il file contenente le posizioni LE CONSEGUENZE Oltre 4 miliardi contabilizzati nei primi tre trimestri 2014, gli istituti attendono istruzioni sugli altri 7,3 miliardi emersi dal comprehensive assessment deteriorate da correggere. E va detto che, comunque, tra gli addetti ai lavori ancora serpeggia una pesante incertezza su come trattare posizioni che magari, nel frattempo, sono state corrette o sono tornate in bonis, visto che l’analisi degli ispettori Bce è ferma alla situazione di fine 2013. Tutt’altra partita, e sui cui però gravano ancora parecchie incognite, è quella che riguarda gli altri due esercizi dell’Aqr, finora rimasti sotto traccia. Uno di essi è rappresentato dalle Previsioni statistiche (o Projections), che da sole valgono circa 3,8 miliardi di rettifiche mancanti. Si tratta di correttivi che nascono dalla proiezionestatisticadeideficitemersi nel corso della Credit file reviewsull’interoportafogliocrediti delle banche. In questo caso le richieste non si dovrebbero tradurre in un maggiore accantona- mentomainunamaggiorerichiesta dicapitale calcolatosecondo i criteri di Pillar 2. Il terzo ed ultimo esercizio è rappresentato dalla Revisione collettiva (Collective review, che prevedel’analisiel’armonizzazionedeimodelli di calcolodelle rettifiche collettive adottate dalle banche), che si traduce in un deficit teorico per altri 3,5 miliardi. In questo caso, c’è ancora molta incertezza interpretativa rispetto agli input di Francoforte: anche se l’esame non riguarda "partite" specifiche, secondo alcune letture la banca potrebbe valutare di compensare il deficit con eventuali "eccessi" di capitale emersi sualtrepartidiportafoglioanalizzate. Un bel grattacapo, a cui gli ispettori della Bce dovranno dare quanto prima una risposta alle banche interessate. © RIPRODUZIONE RISERVATA A distanza di un mese, gli stress test condotti sulle 123 banche europee da parte della Bce e dell’Eba (European banking authority) si tingono di giallo. Sono ormaipiùdiunogliindizichegettano un’ombra sulla percezione delmondofinanziariosullacredibilità dei calcoli effettuati per superare questi esami, il cui scopo finale era proprio quello di migliorare il clima di fiducia degli investitori sul settore bancario spingendo gli istituti a rafforzare il patrimonio qualora non in grado di sopportare eventuali situazioni di stress, simulate nei test dell’Eba.L’ultimo indizioin ordine cronologico è arrivato venerdì scorso da Rbs. L’istituto - per l’80% del capitale in mano al governo britannico - ha ammesso a mercati aperti di aver commesso un errore nel calcolare la propria patrimonializzazioneinoccasionedegli stress testdel mesescorso (i risultati sono stati resi noti il 26 ottobre). In base allo "scenario avverso" Rbs aveva passato il test con una percentuale di capital ratio del 6,7%, percentuale cheinvecescendepost-correzione al 5,7%, vale a dire appena al di sopra del minimo necessario del 5,5%.Rbs ha spiegatodi aver consideratoerroneamentealcunimiliardidi sterlinedi tassecomecapitale "top quality". Dopo aver comparato i propri bilanci con quelli di altre banche britanni- IL PRIMO PASSO FALSO L’istituto britannico ha ammesso errori nel calcolo adottato per la valutazione degli indici patrimoniali che,Rbshacapitoilproprioerrore e ha rifatto i calcoli. La reazione dei mercati a quest’ammissione di "discrezionalità"c’èstata:subitodopolanotizia il titolo è scivolato a -2,9%, anche se in chiusura il passivo è statodello0,7%.Resta ilfatto che adesso c’è un’ombra in più sulla credibilità delle valutazioni dei bilanci delle banche europee disegnate dagli stress test. La scorsa settimana Bloomberg ha pubblicato un sondaggio condotto su un panel di investitori, trader eanalisti.Il51%nonritienechesiano uno strumento accurato per dimostrare lo stato di salute del settore finanziario del continente. Inoltre, il 56% non crede poi che i regolatori abbiano fatto a sufficienza per impedire un’altra crisi in Europa. E poi, se due indizi non bastano, ce n’è un terzo. Dalla pubblicazione degli stress testl’andamentopeggioreinBorsa spetta agli istituti spagnoli (in media -5,15% contro il -4% delle italianeeil-2%dellefrancesi)nonostante la Spagna abbia passato indenne gli esami. A questo quadro si aggiungonolepolemichesuimetodi dicalcolo: gli attivi delle banche (prestiti, titoli, ecc.) sono ponderati in modo diverso nel calcolo dei cosiddetti Rwa (Risk weighted asset), ovvero gli attivi rischiosi. Nella composizione degli Rwa il credito pesa per l’80%, mentre i rischi di mercato sono al 6% e quelli operativi all’11%. Di conseguenzalebancheconpiùtitoliderivati in pancia che prestiti (le tedesche)sonorisultatenettamente più affidabili di quelle con più prestitiall’economiarealechederivati (le italiane). @vitolops © RIPRODUZIONE RISERVATA
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