il meraviglioso mago di oz (Adattamento di Gloria Maurizi da L. Frank Baum) IL CICLONE Dorothy viveva in mezzo alla prateria del Kansas con lo zio Enrico, che faceva il contadino, e la zia Emma. La loro casa era formata da un’unica stanza che conteneva un vecchio fornello arrugginito, una credenza per i piatti, una tavola, tre o quattro sedie e due letti. C’era poi una piccola cantina scavata nella terra, dove la famiglia poteva rifugiarsi nel caso fosse scoppiato un terribile uragano. Quando Dorothy si metteva sulla soglia della porta e si guardava intorno, non vedeva altro che l’immensa prateria grigia. Tutto intorno a lei era grigio e triste, persino la zia Emma e lo zio Enrico erano grigi e non ridevano mai. Solo Toto riusciva a far ridere Dorothy. Toto era un cagnolino nero, dal lungo pelo lucido e dagli occhietti scuri che scintillavano allegramente ai due lati di un buffo nasetto. Toto giocava tutto il giorno, e Dorothy giocava con lui, e gli voleva molto bene. 1 Quel giorno, però, non giocavano. Lo zio Enrico fissava preoccupato il cielo che era più grigio del solito. Dal nord giunse il cupo ululato del vento che annunciava l’arrivo dell’uragano. La zia Emma si rese conto che il pericolo era vicino e scese per la scaletta nel piccolo rifugio. «Presto, Dorothy! - gridò - corri in cantina!» Intanto Toto, spaventato, era andato a nascondersi sotto il letto. Dorothy lo rincorse, ed era appena riuscita ad afferrarlo, quando una raffica di vento scosse violentemente la casa, e la bambina si trovò seduta per terra. In quel momento accadde una cosa straordinaria: la casa girò su se stessa due o tre volte, poi iniziò a sollevarsi sempre più in alto. Il vento la trasportò lontana per miglia e miglia. Intorno a Dorothy faceva un gran buio e il vento ululava forte, ma alla bambina sembrava di fare un viaggio divertentissimo. A Toto, invece, la cosa non piaceva: correva su e giù per la stanza, abbaiando disperatamente. Le ore passavano, così Dorothy raggiunse il suo lettino e vi si coricò con Toto, che le si accucciò vicino. L’INCONTRO CON I MUNCHKIN 2 Dorothy si svegliò per un urto violento e improvviso. La casa non si muoveva più e fuori splendeva il sole: l’uragano aveva depositato delicatamente la casa in mezzo a una campagna meravigliosa. La bambina corse ad aprire la porta e scoprì che tutt’intorno c’erano bellissimi prati verdi con alberi carichi di frutti profumati, aiuole di fiori rigogliosi, e uccelli dalle penne variopinte. Mentre guardava ammirata, Dorothy vide venirle incontro un gruppo di persone davvero strambe: erano alte più o meno come lei, ma dimostravano molti più anni. Erano tre uomini e una donna, tutti vestiti in modo piuttosto bizzarro. Portavano cappelli a cono, con appesi tanti campanellini: i cappelli degli uomini erano blu; quello della donnina era bianco, come bianca era la veste, tutta cosparsa di stelline luccicanti. La donnina era certamente molto vecchia perché aveva il viso ricoperto di rughe e i capelli bianchi come l’argento. Si avvicinò a Dorothy e, inchinandosi, le disse: «Sii benvenuta nel Paese dei Munchkin. Noi ti siamo infinitamente grati per aver ucciso la Perfida Strega dell’Est.» «Dev’esserci un errore - disse Dorothy stupita - io non ho ucciso nessuno.» «Ma la tua casa sì. Guarda!» ribatté la donnina ridendo e indicando l’angolo della casa. La bambina guardò e vide allora spuntare due piedi calzati di Scarpette d’Argento con la punta all’insù. «Oh, santo cielo! - esclamò Dorothy, preoccupata - ma chi era?» 3 «Te l’ho già detto: era la Perfida Strega dell’Est, - rispose la donnina - ha tenuto i Munchkin in schiavitù per molti anni, obbligandoli a lavorare per lei. Ora sono liberi e ti sono grati.» «Ma chi sono i Munchkin?» domandò Dorothy. «Sono il popolo che vive in questo Paese dell’Est. Io sono la Strega del Nord, e sono loro amica: sono una strega buona e tutti mi vogliono bene.» «Ma io credevo che tutte le streghe fossero cattive» disse Dorothy un po’ impaurita. «No, no! Questo è un grande errore. C’erano soltanto quattro streghe in tutto il Paese di Oz e due di loro, quelle che vivono nel Nord e nel Sud, sono streghe buone. Invece quelle che abitano nell’Est e nell’Ovest sono streghe cattive. Ma adesso che tu ne hai uccisa una, in tutto il Paese di Oz non resta più che un’unica Strega Malvagia: quella dell’Ovest. Qui vive anche il Grande Mago di Oz in persona. è più potente di tutte quante noi streghe messe insieme, e abita nella Città di Smeraldo.» Nel frattempo i piedi della Perfida Strega morta erano scomparsi e non erano rimaste che le Scarpette d’Argento. La Strega del Nord si chinò, raccolse le scarpe e le porse a Dorothy, spiegandole che erano incantate. 4 Poi Dorothy disse: «Vorrei proprio tornare dai miei zii nel Kansas, perché sono sicura che stanno in pensiero. Potete indicarmi la strada?» Purtroppo i Munchkin non sapevano dove si trovasse il Kansas. «Devi andare nella Città di Smeraldo. Forse Oz, il Grande Mago, ti aiuterà - le suggerì la Strega - per arrivare fin là devi seguire la strada lastricata di mattoni gialli: non puoi sbagliare. è un viaggio molto lungo, attraverso un Paese a volte bellissimo, a volte cupo e terribile. Io non posso venire con te, ma ti darò il mio bacio, e nessuno oserà farti del male. Arrivederci, cara.» Pronunciate queste parole, la strega si avvicinò a Dorothy e la baciò sulla fronte, dove comparve subito un’impronta splendente; dopodiché fece tre piroette sul tallone sinistro e sparì. Dorothy tornò in casa, mangiò pane e burro, e cominciò i preparativi per il suo viaggio. TRE NUOVI AMICI Poi, visto che le sue scarpe di cuoio erano logore, indossò le Scarpette d’Argento che le andavano a meraviglia. A questo punto disse al suo cane: «Vieni Toto. Andiamo nella Città di Smeraldo a chiedere al Grande Mago di Oz come fare per tornare nel Kansas.» Individuò la strada lastricata di mattoni gialli e iniziò il suo cammino, mentre il sole splendeva e gli uccellini cantavano dolcemente. Dorothy si stupiva della bellezza del paesaggio che la circondava: c’erano allegri steccati dipinti di un bel colore blu, oltre i quali si scorgevano vasti campi di grano dorato. Quando ebbe percorso parecchie miglia, si fermò a riposare. In mezzo a un campo di grano vide uno Spaventapasseri: questo fantoccio aveva la testa fatta con un sacchetto di tela pieno di paglia, sul quale erano stati dipinti gli occhi, il naso e la bocca. Mentre guardava incuriosita quella buffa faccia dipinta, lo Spaventapasseri le fece l’occhiolino e le disse: «Buongiorno! Come stai?» «Non c’è male, grazie - rispose educatamente Dorothy, sbalordita. «E tu, come stai?» 5 «Non mi sento troppo bene - rispose lo Spaventapasseri - perché è molto noioso starsene appollaiati qui sopra giorno e notte a spaventare i corvi. Sai, non posso scendere perché ho questo palo infilato nella schiena. Se me lo togliessi, te ne sarei veramente grato.» Dorothy allungò le mani e staccò il fantoccio dal palo. «Grazie infinite - disse lo Spaventapasseri - chi sei e dove vai?» «Mi chiamo Dorothy - rispose lei - e sono diretta alla Città di Smeraldo, per chiedere al Grande Oz di farmi tornare nel Kansas.» «Senti - continuò lui - credi che se venissi con te alla Città di Smeraldo, il Grande Oz mi darebbe un po’ di cervello?» «Non saprei proprio - rispose la bambina - ma se lo desideri vieni pure con me.» «Vedi, - disse lo Spaventapasseri, incamminandosi con Dorothy sulla strada lastricata di mattoni gialli - non m’importa di avere il corpo di paglia perché così non c’è pericolo che mi faccia male. Ma non voglio che la gente mi dia del cretino solo perché la mia testa è piena di paglia.» Qualche ora dopo, la strada cominciò a farsi sconnessa, mentre il paesaggio diventava sempre più desolato e deserto. Verso sera raggiunsero una grande foresta dagli alberi così folti che la luce non riu6 sciva a penetrarvi. Nel buio fitto lo Spaventapasseri scorse una capanna dove poterono trascorrere la notte. Quando Dorothy si svegliò, il sole splendeva fra i rami degli alberi. Stavano per rimettersi in cammino quando, poco lontano, si udì un cupo gemito. Dorothy si voltò e vide un uomo fatto interamente di latta, con una scure levata in mano, che stava immobile. Dorothy e lo Spaventapasseri lo guardarono meravigliati, poi la bambina domandò: «Eri tu che ti lamentavi?» «Sì - rispose l’Uomo di Latta - ero io. è più di un anno che chiamo aiuto invano.» «Che cosa posso fare per te?» domandò la bambina. «Prendi un barattolo d’olio nella mia capanna e ungi le mie giunture - rispose lui - sono così arrugginite che non posso più muoverle, ma se tu mi lubrifichi tornerò a stare benissimo.» Quando Dorothy ebbe oliato ben bene le giunture del collo, delle braccia e delle gambe, l’Uomo di Latta disse: «Che sollievo! Mi avete salvato la vita. Ma come mai vi trovate da queste parti?» «Siamo in cammino per la Città di Smeraldo, andiamo a trovare il Mago di Oz» rispose Dorothy. «Per quale motivo volete vedere Oz?» domandò il Boscaiolo di Latta. «Io voglio che mi faccia tornare nel Kansas, e lo Spaventapasseri desidera che gli metta un po’ di cervello nella testa.» Il Boscaiolo di Latta pensò per un momento, poi domandò: «Credete che Oz potrebbe darmi un cuore?» «Mah! Direi di sì - rispose Dorothy - non sarebbe più difficile che dare un cervello allo Spaventapasseri.» «Allora se mi permettete di unirmi a voi, vengo anch’io nella Città di Smeraldo a chiedere l’aiuto di Oz.» «Vieni pure!» risposero cordialmente lo Spaventapasseri e Dorothy. Il Boscaiolo di Latta si mise la scure in spalla e si unì ai due nuovi amici, dicendo: «Io chiederò il cuore perché il cer7 vello non basta a rendere felice una persona e la felicità è quello che conta di più al mondo.» Dorothy e i suoi compagni stavano camminando nella fitta boscaglia, quando all’improvviso sentirono un tremendo ruggito e un attimo dopo un grande Leone piombò con un balzo sul sentiero. Il Leone colpì con una zampata prima lo Spaventapasseri e poi il Boscaiolo di Latta. Stava per azzannare Toto, quando Dorothy si precipitò sul Leone e lo colpì con uno schiaffo sul naso. «Provavi a mordere Toto! Dovresti vergognarti, grande e grosso come sei, di mordere un cagnolino! Sei solo un vigliacco.» «Lo so - rispose il Leone chinando vergognoso il capo - ma che ci posso fare? Credo di essere nato così. Questo è il mio più grande dolore che mi rende la vita infelice.» Quando i viandanti spiegarono che stavano andando dal Mago di Oz, il Leone Vigliacco chiese loro: «Credete che Oz mi darebbe un po’ di coraggio?» «Con la stessa facilità con cui potrebbe esaudire i nostri desideri» disse Dorothy. «Allora, se non vi dispiace, vengo con voi - dichiarò il Leone - perché senza un po’ di coraggio la vita mi è semplicemente insopportabile.» «Sarai il benvenuto - gli rispose la bambina - ci aiuterai a tenere a distanza le altre bestie feroci.» Così, ancora una volta, la piccola comitiva si rimise in viaggio. 8 VERSO LA CITTÀ DI SMERALDO Trascorsero la notte al riparo di un grande albero nella foresta. Dorothy accese un fuoco con la legna tagliata dal Boscaiolo e divise l’ultimo pezzo di pane con Toto. Allo spuntar del sole il quartetto si incamminò verso la Città di Smeraldo. Superarono insieme numerose difficoltà lungo il cammino: il Leone trasportò uno alla volta i suoi compagni di viaggio dall’altra parte di un burrone molto profondo e cosparso di rocce aguzze; poi il Boscaiolo di Latta costruì una zattera con dei tronchi per traghettare i suoi amici al di là di un fiume. Seguirono la strada di mattoni gialli attraverso una campagna bellissima: c’erano steccati dipinti di verde, casette colorate di verde e gli abitanti con vestiti di un bel colore verde smeraldo e cappelli a punta. Giunsero ad una fattoria dove un contadino e sua moglie li ospitarono per la notte. Quando il contadino seppe che stavano andando alla Città di Smeraldo, esclamò: «Ma siete sicuri che Oz vi riceverà? Si dice che non permetta mai a nessuno di comparire alla sua presenza. Non esce mai. Sta eternamente seduto nella grande Sala del Trono della sua reggia.» 9 «Che aspetto ha?» domandò la bambina. «è difficile dirlo - rispose il contadino pensieroso - vedi, Oz è un grande Mago, e può assumere tutti gli aspetti che vuole. Così, c’è chi dice che sembra un uccello, e chi afferma che assomiglia a un elefante, e c’è anche chi assicura che è simile a un gatto. Ad altri appare sotto l’aspetto di una fata gentile, o di un folletto, o di qualsiasi altra forma egli desideri. Ma non c’è nessuno al mondo che possa dire quale sia il vero aspetto di Oz.» La mattina dopo si rimisero in cammino e ben presto videro risplendere nel cielo una stupenda luce verde: «Dev’essere la Città di Smeraldo» osservò Dorothy. Nel pomeriggio giunsero al grande muro verde che circondava la città. Davanti a loro, proprio dove terminava la strada di mattoni gialli, c’era una grande porta, tutta tempestata di smeraldi che brillavano. Dorothy suonò il campanello, la porta si aprì e comparve il Guardiano della Porta, un ometto tutto vestito di verde, che li condusse nelle vie della Città di Smeraldo. 10 LA CITTÀ DI SMERALDO Nella Città di Smeraldo, le case erano di marmo verde tempestato di smeraldi scintillanti, i vetri delle finestre erano verdi e perfino i raggi del sole erano verdi. Per le vie si vedeva molta gente: tutti erano vestiti di verde, e tutti avevano la carnagione verdognola. Non appena giunsero alla Reggia di Oz, i nostri amici furono accolti da una sentinella in uniforme verde, con una lunga barba dello stesso colore. Oz si disse disponibile a ricevere i viandanti; così, l’indomani mattina, Dorothy fu condotta nella Sala del Trono: una meravigliosa sala circolare con un alto soffitto risplendente di grossi smeraldi che rilucevano sulla parete e sul pavimento. La bambina notò subito il grande trono di marmo verde, su cui poggiava un’enorme Testa. Mentre, sbalordita e spaventata, Dorothy la guardava, la bocca si aprì e pronunciò queste parole: «Io sono Oz, il Grande e Terribile. Chi sei tu, e perché mi cerchi?» «Io sono Dorothy. E sono venuta a chiederti aiuto» rispose la bambina. Poi Oz domandò: «Che cosa vuoi da me?» «Vorrei che tu mi rimandassi nel Kansas, dove abitano mia zia Emma e mio zio Enrico» rispose la bambina tutta seria. 11 «Beh! - disse la Testa - tu non puoi aspettarti che io ti rimandi nel Kansas se non fai, in cambio, qualcosa per me. Aiutami e io ti aiuterò.» «Che cosa devo fare?» domandò Dorothy. «Uccidi la Perfida Strega dell’Ovest - le rispose Oz - hai ucciso la Perfida Strega dell’Est e porti le sue Scarpe d’Argento che hanno un potente incantesimo. Ora in questo Paese non rimane che una sola Strega Malvagia. Quando verrai ad annunciarmi la sua morte ti rimanderò nel Kansas... ma non prima.» Dalla delusione, la bambina cominciò a piangere, uscì dalla Sala del Trono e raccontò tutto ai suoi amici. La mattina dopo fu il turno dello Spaventapasseri. Sul trono di smeraldi, stavolta, sedeva una bellissima Dama, vestita di veli di seta verde, e dotata di due grandissime ali variopinte sulle spalle. La bella creatura lo guardò dolcemente e gli disse: «Io sono Oz, il Grande e Terribile. Chi sei tu, e perché mi cerchi?» «Io sono solo uno Spaventapasseri, pieno di paglia. Sono venuto da te per supplicarti di mettermi nella testa un cervello.» «Io non faccio mai un favore senza chiederne un altro in cambio - dichiarò Oz - ma ti prometto che se ucciderai la Strega dell’Ovest, ti darò un cervello straordinario.» L’indomani mattina toccò al Boscaiolo di Latta. Entrato nella Sala del Trono, vide una terribile Belva: era un animale mostruoso, grosso quasi come 12 un elefante, dotato di cinque lunghe braccia e cinque gambe lunghe e sottili. «Io sono Oz, il Grande e Terribile - disse la Belva con una voce simile a un tremendo ruggito - chi sei tu, e perché mi cerchi?» «Io sono un Boscaiolo, e sono fatto di latta. Ti prego di darmi un cuore, perché io possa essere simile agli altri uomini.» «Se desideri davvero un cuore, devi guadagnartelo. Aiuta Dorothy a uccidere la Malvagia Strega dell’Ovest» rispose la Belva. La mattina dopo il Leone fu ammesso al cospetto di Oz. Il Leone vide, con grande sorpresa, che davanti al Trono c’era una Palla di Fuoco fiammeggiante e lucente. Poi dalla Palla di Fuoco uscì una voce bassa e tranquilla che disse: «Io sono Oz, il Grande e Terribile. Chi sei tu, e perché mi cerchi?» «Io sono un Leone Vigliacco, che ha paura di tutto. Vengo da te a supplicarti di darmi il coraggio in modo che io possa diventare davvero il Re degli Animali.» «Portami la prova che la Malvagia Strega dell’Ovest è morta e in quel momento ti darò il coraggio» disse la voce. LA STREGA MALVAGIA Gli amici decisero quindi di incamminarsi verso Ovest per cercare la Strega Malvagia nel Paese dei Winkie. La Malvagia Strega dell’Ovest aveva un occhio solo, ma potente come un telescopio, e riusciva a vedere dappertutto. Vide Dorothy e i suoi amici a una distanza di parecchie miglia, e montò su tutte le furie. Dapprima li fece aggredire da un branco di grossi lupi feroci, poi da uno stormo di corvi selvatici, e infine da uno sciame di api nere. Ma fu tutto inutile, perché i suoi piani per annientare quegli stranieri fallirono. Chiamò allora le Scimmie Alate. «Andate dagli stranieri - ordinò la Strega - e distruggeteli tutti tranne il Leone, che lavorerà per me.» 13 Alcune scimmie afferrarono il Boscaiolo di Latta e lo lasciarono precipitare in una valle coperta di rocce appuntite. Il povero Boscaiolo era così ammaccato e contorto, da non riuscire più ad alzarsi. Altre scimmie afferrarono lo Spaventapasseri, lo svuotarono dalla paglia e buttarono i suoi vestiti sulla cima di un albero altissimo. Il Leone fu invece intrappolato e portato al castello. A Dorothy non fecero alcun male perché videro sulla sua fronte il segno del bacio della Strega Buona, ma la consegnarono alla Strega Malvagia. La Strega la condusse in cucina e le ordinò di pulire le pentole e le padelle, e di spazzare il pavimento. Dorothy non sapeva come poter uscire dal castello, visto che era costantemente vigilato dai Winkie gialli. La Strega aveva una gran voglia di avere per sé le magiche Scarpe d’Argento di Dorothy. Ma la bambina non se le toglieva mai, tranne la sera per andare a dormire e quando faceva il bagno. La vecchia Strega aveva troppa paura del buio per entrare nella stanza di Dorothy durante la notte a prendere le scarpe; e aveva un grande orrore per l’acqua, infatti non lasciava neppure che una goccia la sfiorasse. 14 Un giorno la Strega riuscì ad impadronirsi di una Scarpa d’Argento. «Sei proprio una vecchia malvagia! - gridò Dorothy - non hai il diritto di rubarmi la mia scarpa!» «Però me la tengo lo stesso! - sghignazzò la Strega - e un giorno o l’altro ti porterò via anche l’altra.» A queste parole, Dorothy perdette la pazienza: afferrò il secchio d’acqua che aveva vicino e lo tirò addosso alla Strega, inzuppandola da capo a piedi. Di colpo, quella donna lanciò un urlo di spavento e poi cominciò a sciogliersi fino a scomparire. Dorothy raccolse allora la Scarpa d’Argento e se la rimise al piede per correre a liberare il Leone. I Winkie gialli, ora che la loro schiavitù era finita, furono lietissimi di aiutare Dorothy e il Leone a ritrovare i loro amici. Così recuperarono il Boscaiolo e lo consegnarono ai fabbri affinché lo aggiustassero; ritrovarono gli abiti dello Spaventapasseri e li riempirono di paglia fresca e pulita. Ora erano di nuovo riuniti e pronti per tornare da Oz e chiedergli di mantenere le sue promesse. OZ SMASCHERATO Quando i quattro viaggiatori arrivarono alla Città di Smeraldo, si era già diffusa la notizia che Dorothy aveva liquefatto la Perfida Strega dell’Ovest. I nostri amici entrarono nella Sala del Trono: dapprima non videro nessuno; poi però scoprirono, nascosto dietro un paravento, un vecchietto piccolo, col cranio calvo e il viso rugoso, dall’espressione spaventata. Il Boscaiolo di Latta si scagliò contro quell’omettino, gridando: «E tu, chi sei?» «Io sono Oz, il grande e Terribile - rispose l’ometto con voce tremante - ma non uccidermi... ti prego!» I nostri amici lo guardarono sbalorditi. «Sei un imbroglione!» disse lo Spaventapasseri. «Non sei un grande mago?» esclamò Dorothy. «Ssst, mia cara! - disse lui - non parlare così forte, o la gente ti sentirà e io sarò rovinato... Tutti credono che io sia un grande 15 mago, in realtà sono un tipo qualsiasi. Sono sempre riuscito a ingannare tutti così bene che speravo di non essere mai scoperto.» Poi l’omino svelò i trucchi che gli avevano permesso di apparire come un’enorme Testa, una bella Dama, una Palla di Fuoco e raccontò la sua storia: «Anni fa arrivai in questo Paese a bordo di un pallone aerostatico e, quando mi videro scendere dalle nubi, gli abitanti credettero che fossi un grande mago. Ho vissuto dentro a questa reggia per paura delle Streghe, in attesa che qualcuno uccidesse quelle malvage. Ora, però, che Dorothy ha liquefatto la Perfida Strega dell’Ovest, mi vergogno di dover ammettere che non sono in grado di mantenere nessuna delle mie promesse. Comunque presentatevi nella Sala del Trono domani mattina e proverò ad esaudire i vostri desideri. Vi chiedo soltanto di mantenere il mio segreto e non dire a nessuno che sono un imbroglione.» La mattina seguente lo Spaventapasseri salutò allegramente i suoi amici e andò nella Sala del Trono. Allora il Mago gli staccò la testa e la vuotò della paglia. Poi prese una buona quantità di crusca alla quale mescolò moltissimi spilli e chiodi. Agitò ben bene il tutto e con quella miscela riempì la testa dello Spaventapasseri. Toccò poi al Boscaiolo di Latta: Oz prese un paio di grosse forbici e gli 16 fece un piccolo tassello rettangolare nella parte sinistra del torace. Gli infilò nel petto un bel cuoricino fatto tutto di seta e pieno di segatura, quindi rimise a posto il tassello saldandolo con cura tutt’intorno agli orli. Infine fu il turno del Leone. L’omino prese da uno scaffale del suo armadio una bottiglia quadrata di vetro verde, ne vuotò il contenuto in un piatto, dicendogli che se lo avesse bevuto avrebbe ottenuto il coraggio. Oz era felice di aver esaudito facilmente i desideri dello Spaventapasseri, del Boscaiolo e del Leone, dando loro quello di cui credevano di aver bisogno. Ma non sapeva proprio come riuscire a far tornare Dorothy nel Kansas. Dopo qualche giorno, il mago mandò a chiamare la bambina e le disse gentilmente: «Credo di aver trovato il modo di farti uscire da questo Paese: ti costruirò un pallone per volare sopra il deserto. E verrò anch’io con te perché sono stanco di vivere recluso in questa reggia.» Così, con delle striscioline di seta di tutte le tonalità del verde, Dorothy e Oz realizzarono il pallone. Quando fu tutto pronto, Oz salì a bordo della navicella. «Vieni, Dorothy! - gridò il Mago - fa’ presto o il pallone volerà via!» 17 «Non riesco a trovare Toto!» rispose Dorothy, che non voleva partire senza il suo cagnolino. Ma d’improvviso le funi fecero “crac!”, si spezzarono e il pallone si alzò in aria senza di lei. «Torna indietro! - gridò la bambina - voglio venire anch’io!» «Non posso tornare indietro, mia cara! - gridò Oz dalla navicella - arrivederci!» E per tutti quella fu l’ultima volta che videro Oz, il Mago Meraviglioso. Dorothy pianse amaramente quando vide che la speranza di far ritorno alla sua casa nel Kansas era svanita. Allora la sentinella dalla barba verde suggerì loro: «Forse Glinda può aiutarvi. è la Strega del Sud, la più potente di tutte, e governa i Quadling. Potete recarvi al suo castello, però fate attenzione perché la strada è piena di pericoli.» I quattro amici seguirono il suo consiglio e si diressero verso Sud. LA STREGA BUONA Dopo aver attraversato terre fantastiche, i nostri amici arrivarono infine al Paese dei Quadling. Sembrava una terra prospera e felice: c’erano immense distese di campi di grano maturo; gli steccati, le case, i ponti e persino i Quadling stessi erano tutti dipinti di rosso. Dorothy e i suoi compagni furono accolti da Glinda, la Strega Buona, nel Castello del Paese del Sud. La Strega sedeva su un trono di rubini. Com’era giovane e bella! Aveva i capelli di un magnifico colore rosso, mentre il suo vestito era di un bianco immacolato. «Che cosa posso fare per te, bambina mia?» - domandò la Strega. Dorothy le raccontò la storia e le manifestò il suo più grande desiderio: ritornare nel Kansas, dalla zia Emma. «Le tue Scarpe d’Argento sono magiche e ti faranno attraversare il deserto - disse dolcemente Glinda - se tu avessi conosciuto il loro potere, saresti potuta tornare da tua zia Emma fin dal primo giorno in cui sei arrivata in questo Paese.» «Ma allora io non avrei avuto il mio portentoso cervello!» escla18 mò lo Spaventapasseri. «E io non avrei avuto il mio prezioso cuore» disse il Boscaiolo di Latta. «E io avrei fatto per sempre la vita del vigliacco» dichiarò il Leone. «Tutto questo è vero - disse Dorothy - e io sono felice di essere stata utile a questi buoni amici. Ma ora, vorrei proprio tornare nel Kansas!» «Tutto quello che devi fare - disse la Strega Buona - è battere i tacchi tre volte e comandare alle scarpe dove vuoi andare.» Dopo aver salutato ed abbracciato i suoi amati compagni e Glinda, Dorothy prese in braccio Toto e batté tre volte i tacchi delle scarpe dicendo: «Portatemi a casa, dalla zia Emma!» Di colpo si trovò a roteare per aria a una velocità incredibile. Poco dopo la bambina atterrò e rotolò sull’erba diverse volte prima di fermarsi. Quando si guardò intorno, vide che era seduta sulla prateria del Kansas, e proprio davanti a lei c’era la nuova casa costruita dallo zio Enrico. La zia Emma vide Dorothy che le correva incontro. «Bambina mia! - esclamò la zia stringendola fra le braccia e coprendole il viso di baci - ma da dove sbuchi, si può sapere?» «Dal Paese di Oz - rispose Dorothy tutta seria - oh, zia Emma! Se sapessi come sono felice di essere di nuovo a casa.» 19 ATTIVITÀ - ATTIVITÀ - ATTIVITÀ - ATTIVITÀ - ATTIVITÀ ComPreNsioNe del TesTo Descrivi i protagonisti di questa storia e i loro desideri. 20 Rispondi alle seguenti domande. • Com’è la prateria del Kansas in cui vive Dorothy? • Quali sembianze assume il Mago di Oz di fronte ai quattro amici? • Chi è in realtà Oz? • Come riesce Dorothy a tornare nel Kansas? i sUoNi simili Completa la parole scegliendo il suono corretto tra quelli indicati. ca ena elfino avolo ente por a onno me allo me usa co a P B ento uoco ar alla erità ca allo iolino attoria S Z T D esca usta F acio tom ola arco trom a cam ana inguino ilen io for a ben ina bor etta ucca veleno o V sta ione can one i ola 21 PreseNTe, PassaTo, FUTUro Completa le frasi con il tempo presente. La domenica Davide e Luca Tutti i giorni sempre a pranzo dai nonni. a tennis. il mio cane al parco. Completa le frasi con il tempo passato. Ieri Lo scorso anno La talpa al cinema con Marinella. a mia sorella ad andare in bicicletta. una buca nel giardino. Completa le frasi con il tempo futuro. L’anno prossimo Sabato da te domani pomeriggio. un corso di canto. per le vacanze con i miei genitori. soggeTTo e PrediCaTo Nelle seguenti frasi sottolinea il soggetto di rosso e il predicato di blu, poi riscrivi sui puntini la frase minima. Laura indossa un bel cappello blu. Laura La squadra di Matteo ha vinto la gara di beach volley. Stanotte Lucia ha sognato il suo criceto Pippy. Finalmente è arrivata l’estate! 22 IndIce pag. 24 g n ti e e m r e Summ pag. 26 ? e m a n r u o y What’s pag. 28 e Lunch tim pag. 30 ? o d I What can ag. 32 p y At the part g. 34 a p e s u o The magic h pag. 36 e m ti Story pag. 38 e c ra e d la rb A rolle pag. 39 e c ra e ik rb A moto pag. 40 ... ’s It ? e lik r e th a e w e What’s th pag. 42 r? u What colo g. 43 a p e m ti Crosswords g. 44 a p Mathpyramid 23 sUmmer meeTiNg Associa ogni personaggio alla sua ombra. Poi completa le presentazioni con i rispettivi nomi. Hello, I’m Hello! My name’s CINDY 24 Hello! My name’s Hello! My name’s MOXY SAM PIT 25 WhaT’s yoUr Name? Unisci i puntini da 1 a 25 e scopri il personaggio. Poi completa le parole nei fumetti. . ? 26 Completa la tua presentazione. Colora. ? Attacca qui la tua foto 27 lUNCh Time Guarda il menù e completa le parole. Pizza Hamburger Bananas Apples Sausages Sandwiches Water Orange Ju ice 28 Quale sarà la merenda di Sam? Scrivi all’interno dei cerchietti il nome degli alimenti illustrati in basso. 2 1 3 1 2 4 3 4 5 5 Riporta le lettere delle caselle colorate e scoprirai qual è stata la merenda di Sam. Disegnala. 29 WhaT CaN i do? Osserva e ripassa le parole. Osserva il disegno, leggi e metti una x su vero (True) o falso (False). 30 Pit can jump True False Moxy can swim True False Sam can fly True False Cindy can jump True False Completa le parole con i gruppi di lettere contenuti nei palloncini. Osserva l’immagine e completa con il verbo adatto. 31 aT The ParTy Osserva l’immagine e abbina gli abiti alle parole. Riordina le lettere e scrivi le parole nello spazio sottostante. R E R S O T S U 32 T H I T R S AH T K J E C A T Il serpente ha mangiato alcuni indumenti, scopri quali cerchiando le parole. O R H I J T R I S H T A E T R T S O U S E R S Y E I L C B K S S E H O Fai una x sugli indumenti trovati e colora i rimanenti. 33 The magiC hoUse Osserva e ripassa le scritte. 34 Ritaglia gli elementi a pag. 44 e completa le stanze incollandoli negli spazi corrispondenti. mirror Bed Table armchair 35 sTory Time Leggi e ripassa le parole scritte in grigio. Pit, where are you? Pit, where are you? I’m on the TV. Under the table. I’m in front of you! Where are you, Pit? I’m behind the chair. Here you are! 36 Riordina la sequenza numerando le scenette da 1 a 4 e completa i fumetti con: on, under, behind, in front of. Colora. Pit, where are you? Where are you, Pit? I’m the TV. I’m the chair. I’m Here you are! you! Pit, where are you? the table. 37 a rollerBlade raCe Gara di roller: riusciranno i topolini a raggiungere la tana? Collega correttamente poi colora. Th irT ee N veN ele eN FoUrTe TW el v FiFTeeN 38 e a moTorBike raCe Unisci il numero di ciascun concorrente alla sua postazione di partenza, poi colora quest’ultima come la moto abbinata. sixTeeN seveNTeeN eighTeeN NiNeTeeN TWeNTy Completa e inserisci il risultato in inglese nel cruciverba. Nella colonna evidenziata scoprirai il vincitore di questa gara. A. eight and two (8 + 2) = (10) B. five and seven (5 + …) = (12) C. ten and (10 + 1) = ( ) D. and four (15 + 4) = ( E. twelve and three (12 + 3) = ( ) F. eighteen and two ( + 2) = ( ) A B C D ) The winner is number _! E F 39 WhaT’s The WeaTher like? iT’s… Cindy ha ricevuto le cartoline dai suoi amici in vacanza: com’è il tempo? Osserva e completa. W R 40 C S sunny rainy Cloudy Windy 41 WhaT ColoUr? Leggi e colora. RED gREEn pURpLE wHITE gREY BLUE YELLOw gRE ORAngE En AnD YELLOw pInK BLACK BROwn BRO wn AnD wHITE ORAn gE AnD RED 42 pUR pLE AnD YELLOw gREY AnD BLACK CrossWords Time Inserisci le parole nel cruciverba. 1 across (orizzontali): 1. 2 =b down (verticali): 3 1 1. =k 2. = 3. = Completa il cruciverba con i nomi degli indumenti raffigurati. Nelle caselle colorate comparirà il nome di un accessorio. 43 maThPyramid Somma i numeri adiacenti e scrivi il risultato nella casella superiore. Completa tutta la piramide. 22 5 3 1 2 4 0 How old are you? Trova l’età di Rudy nella casella colorata della piramide. Completa il fumetto e disegna le candeline sulla torta. Colora. Trova le seguenti parole nello schema. house - jump - swim - bedroom - mirror - fly bathroom - walk - armchair - roof - table 44 J J U M P S T F L Y E H R O O F W A L K Z Y O N P T M I R R O R L U W S A R M C H A I R S Y G B A T H R O O M E R L L A V O T C C A M M B E D R O O M F L Bed mirror armchair Table 45 46 47 48 49 50 51 52 53 56 56 57 57 58 58 59 60 REGOLE - REGOLE - REGOLE - REGOLE - REGOLE - REGOLE Il gruppo GN Gna, gne, gno, gnu non vogliono la i. segnale - spugne - gnomo - ognuno Non vogliono GN: niente, Daniele, giardiniere, carabiniere Il gruppo GLI bottiglia - bavaglino - bersaglio Non vogliono GLI: olio, oliera, Virgilio, Italia, ciliegie, candeliere Il gruppo SCE/SCI discesa - moscerino - ascia Generalmente nel gruppo SCE non ci va la I. Alcune parole, però, fanno eccezione e si scrivono con SCIE come scienza e coscienza e le parole da esse derivate: scienziato, scientifico, coscienza, coscienzioso, incosciente, scie, usciere. Il gruppo CU La lettera C è seguita dalla U e da una consonante: CU + consonante cuffia - cuscino Il gruppo QU La lettera Q è sempre seguita dalla U e da un’altra vocale: QU + vocale aquila - liquore Soqquadro è l’unica parola che si scrive con due Q. Le PAROLE CAPRICCIOSE Alcune parole capricciose non rispettano la regola: hanno la U seguita da una vocale ma non vogliono la Q bensì la C. CU + vocale cuoco - cuocere - cuore - scuola - taccuino cuoio - circuito - scuotere - percuotere - riscuotere - evacuare evacuazione 61 Il gruppo CQU Vogliono CQU tutte le parole della famiglia dell’acqua e tutte quelle in cui senti l’esigenza di mettere la doppia: acqua - subacqueo - acquario - acquerelli - acquista - acquisire La DIVISIONE in SILLABE Quando devi andare “a capo” ricorda: car/ro stel/le - le lettere doppie si spezzano bam/bi/na pom/pie/re - i gruppi MP e MB si separano ac/qua ac/que/dot/to - il gruppo CQU si separa così ci/gno sve/glia pe/sce - non si separano GN, GLI, SC La PUNtEGGIAtURA . Il punto fermo si mette alla fine di una frase e indica una pausa lunga. Es.: Oggi andrò a scuola. , La virgola è una pausa breve, separa le parole di un elenco. Es.: Ho comprato il pane, la marmellata e i biscotti. ; Il punto e virgola indica una pausa più lunga della virgola, ma più breve del punto. Es.: Carlo beveva una bibita; Giorgio mangiava la pizza. ? Il punto interrogativo si usa per esprimere una domanda. Es.: Sei andato a sciare lo scorso inverno? ! Il punto esclamativo si usa per esprimere un’esclamazione. Es.: Sei bellissima! L’ACCENtO è quel segno che si mette sull’ultima lettera di alcune parole: città, serenità, scimpanzé L’accento cambia il significato di alcune parole: papa papà meta metà 62 L’APOStROFO è quel segno che indica che è stata tolta la vocale agli articoli LO e LA e ad altre parole come SULLA, NELLA, DALLA ecc. l’ulivo. Lo ulivo l’uva. La uva sull’altalena. Sulla altalena nell’acqua. Nella acqua dall’Africa. Dalla Africa Gli AGGEttIVI QUALIFICAtIVI Gli aggettivi qualificativi sono delle parole che esprimono qualità, ci fanno capire com’è una persona, un animale o una cosa. Es.: La mamma è affettuosa - La volpe è furba - Il libro è pesante I VERBI I verbi sono quelle parole che indicano le azioni compiute da una persona, da un animale o da una cosa. Es.: La cuoca cucina - Il gatto miagola - Il vento soffia Le azioni possono avvenire: - nel passato (studiavo) - nel presente (studio) - nel futuro (studierò) La FRASE La frase è un insieme di parole ordinate che ha un senso logico. La frase minima è la frase più breve che si possa comporre. Es.: Teresa gioca. è formata solo dal soggetto (colui di cui si parla) e dal predicato (dice cos’è, com’è o cosa fa il soggetto). La frase ricca si ottiene aggiungendo dei particolari alla frase minima. Es.: Teresa gioca con le bambole nella sua camera. 63 UNItÀ, DECINE, CENtINAIA Con l’ABACO u da 1u u 1 da 0 u da 2 da 0 u L’ADDIZIONE in COLONNA da 1 1 2 u 2 + 3 = 5 1° addendo 2° addendo somma o totale La SOttRAZIONE in COLONNA da 5 1 4 u 6 2 = 4 minuendo sottraendo resto o differenza 64 h da u 1 h 2 da 0 u • Scrivi le unità sotto le unità e le decine sotto le decine. • Registra prima il risultato nella colonna delle unità: 2+3=5 • Registra poi il risultato nella colonna delle decine: 1+1=2 • Scrivi le unità sotto le unità e le decine sotto le decine. • Sottrai le unità dalle unità e registra il risultato: 6-2=4 • Sottrai le decine dalle decine e registra il risultato: 5-1=4 La MOLtIPLICAZIONE in COLONNA da u 1 2 x 3 = 3 6 u 1° fattore o moltiplicando 2° fattore o moltiplicatore prodotto • Moltiplica le unità per le decine: 3 x 1 = 3 e registra il risultato nella colonna delle decine. • Scrivi le unità sotto le unità e le decine sotto le decine. • Moltiplica prima le unità per le unità: 3 x 2 = 6 e registra il risultato nella colonna delle unità. La DIVISIONE La divisione è l’operazione che permette di distribuire una quantità in parti uguali. 6:2=3 La divisione permette di raggruppare una quantità in parti uguali. Es.: 12 bicchieri da sistemare sui vassoi.Su ciascun vassoio ci devono essere 6 bicchieri. Quanti vassoi servono? 12 : 6 = 2 dividendo divisore quoziente CILINDRO Le FIGURE SOLIDE CUBO PIRAMIDE PARALLELEPIPEDO VERTICE FACCIA SPIGOLO L’ORA Lancetta corta: segna le ore. In un’ora si sposta da un numero a quello successivo. Compie un giro completo in 12 ore e due giri completi in un giorno. Lancetta lunga: segna i minuti. Compie un giro completo in 60 minuti. In un giorno ci sono 24 ore, ma l’orologio ha 12 numeri quindi la lancetta corta compie due giri, segnando per due volte la stessa ora. Perciò le ore dopo mezzogiorno si leggono: 13, 14, 15... fino alla mezzanotte, cioè alle 24.
© Copyright 2024 ExpyDoc