Soci ibondi: mancano 175 mila curo Scambi d'accuse fra vecchi e nuovi dirigenti, consegnati rimborsi del 20 per cento: i carabinieri sequestrano la contabilità di Cristina salvato ALBIGNASEGO Altro che "buoni amici"! A momenti ci è scappato il linciaggio ieri sera ad Albignasego, dove oltre un centinaio di soci inferociti pretendeva, giustamente, di riavere i propri risparmi versati nella cassa peota chiamata, appunto, "Buoni amici". Ma hanno ricevuto soltanto il 20 per cento della somma che avevano accantonato con i risparmi di un intero anno. E purtroppo molti di loro contava su quel denaro per effettuare delle spese importanti. Il vecchio presidente dice che ci sono errori nella compilazione degli assegni da non imputare a lui, ma che i soldi in banca ci sono. Il neo presidente, subentratogli a settembre, ha trovato invece, a suo dire, una situazione contabile disastrosa. Intanto le persone chissà se rivedranno mai tutti i loro soldi. La protesta. Il ritrovo ieri sera per la consegna del denaro era al bar Centrale in via Roma, sede della cassa peota. Si sono presentate un centinaio di persone, che si aspettavano di ricevere i soldi messi da parte durante il 2013, un tanto a settimana. Li avrebbero dovuti ricevere a dicembre, ma i conti non tornavano, per cui si è rinviato di un mese. E ieri hanno scoperto che gli assegni compilati ammontavano soltanto al 20 per cento della cifra che spettava a ciascuno di loro. Gli animi ben presto si sono scaldati, la gente ha cominciato a inveire, chi contro il vecchio presidente Elia Simonato, altri verso Mauro Marotto, subentratogli a fine settembre. Alla fine sono dovuti intervenire i carabinieri in forza per placare un po' gli animi e impedire che si finisse alla mani. Le testimonianze. Mara Fasolato si era messa da parte duemila euro per sostenere alcune spese: ne ha ricevuti soltanto 400. «Hanno detto che hanno fatto dei prestiti che non sono rientrati e per questo mancano i soldi» racconta. Irene Crivellari invece, ha ottenuto come risposta un "eh..." evasivo quando ha chiesto dove fosse finito il suo denaro, che a lei serviva per pagare le tasse del suo negozio di ferramenta. «Non esco nem- meno il sabato sera per risparmiare e su qui soldi ci contavo. Come farò adesso?» dice sconsolata. «Dicono che manchino 300 mila euro» interviene Flaviano Bordin «e siamo in ritardo nei pagamenti di un mese e mezzo. Il nuovo presidente è stato eletto a settembre e diceva che i soldi c'erano: adesso mancano. Dovevano liquidarci il 13 dicembre, ma poi ci hanno comunicato che per alcuni problemi ci avrebbero pagati il 23 gennaio. Stasera arriviamo qui e scopriamo che gli assegni riportano soltanto il 20 per cento di quanto ci dovevano». Giorgia Donà aggiunge: «Non siamo banche, se dovevano fare dei prestiti a qualcuno, che lo facessero coi soldi loro, non coni nostri». In coda in attesa del loro assegno e di quello dei loro familiari non ci sono ricchi imprenditori, ma operai, padri di famiglia, tanti anziani, che nella cassa peota hanno sempre depositato i loro risparmi da cinquant'anni. Michela Fasolato è vedova e dice: «Fortuna che vivo del mio lavoro, perché qui rischio di perdere tremila euro. Vengo alla cassa peota da quando ero bambina e non era mai accaduto nulla di simile». due presidenti. Elia Simonato è dietro al bancone a consegnare assegni. «I soldi ci sono» afferma, mentre la figlia Patrizia dichiara: «I revisori dei conti hanno compilato degli assegni per tutti gli iscritti, anche per chi era già stato saldato. Per questo figurano più soldi in uscita di quelli che ci sonno. In banca comunque il denaro c'è: nei prossimi giorni parlerò coi revisori per capire». A un signore che chiede quando restituiranno il denaro mancante, visto che in banca c'è, lei risponde di non saperlo con certezza. Mauro Marotto l'hanno dovuto scortare dentro al bari carabinieri , visto che la gente gli rivolgeva ogni sorta d'insulto. E andato a prendere i libri contabili e si affida al contabile di fiducia per dare la versione dei fatti. «Danno del ladro a me» sbotta «ma io mi trovo a dover gestire un disordine nei conti precedente al mio ingresso nella cassa peota». Lui dice che ad aprile la guardia di finanza, durante un controllo, aveva notato delle irregolarità contabili. A settembre diventa presidente e come prima cosa fa vedere i conti ai suoi contabili. Ne emergerebbe una situazione deficitaria: per evitare una possibile multa da oltre due milioni di euro, ripiana i conti. C'è da sistemare però il bilancio del 2013 entro aprile. E appunto, a conti fatti, mancherebbero 175 mila euro tra "incagli", ovvero persone che devono restituire i prestiti e lo faranno a breve, e gli "insoluti", che non hanno intenzione di pagare. Uno di questi dovrebbe restituire 30 mila euro, cifra ben oltre i 2.500 euro massimi che una cassa peota può erogare in prestiti per legge. E non sarebbe il solo caso anomalo. I carabinieri hanno sequestrato tutti i documenti contabili per consegnarli alla Finanza: i guai sono appena cominciati. LORIPR06l1ZI0NE RISERV.GT.G Socifl bondì:numc2nol°1 mílacnro Carabinieri e soci affacendati a controllare i conti al bar Centrale di Albignasego . A destra l 'ex presidente della cassa peota Elia Simonato Flaviano Bordin Mara Fasolato L'arrivo al bar Centrale di Mauro Marotto , nuovo presidente della cassa peota , scortato dai carabinieri. Sopra Irene Crivellari e a destra Michela Fasolato
© Copyright 2024 ExpyDoc