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Del 08 Aprile 2015
Estratto da pag. 2
Del 08 Aprile 2015
Estratto da pag. 2
Ignazi: “La questione è solo etica”
L’INTERVISTA ELEONORA CAPELLI «IL PROBLEMA non è nelle norme ma nell’etica pubblica, un
problema non strettamente locale. Non esiste in questo Paese un riferimento etico condiviso, si punta a
massimizzare il beneficio personale per sé e per i propri “famigli”. Per questo la situazione generale non è
nuova ma è preoccupante comunque ».
L’amara riflessione del politologo Piero Ignazi proietta le discussioni a livello locale sui finanziamenti privati
alle campagne elettorale in un ambito più generale, con cui tutte le forze politiche dovranno fare i conti, ora che
le norme per i finanziamenti dei partiti sono cambiate.
Professor Ignazi, servirebbero norme più severe per regolare i rapporti tra politici e
imprenditori?
«Le leggi non cambiano la natura umana, gli atteggiamenti e i modi di fare sono consolidati nel tempo. Lo
scambio, il favore, il rapporto personale più che istituzionale sono nella nostra cultura. Dove prevale una
modalità di relazione che è più personale che istituzionale, a causa della nostra scarsa idenfitificazione con le
istituzioni. Ogni tanto emergono questi comportamenti e viene da dire che questa è l’Italia ed è difficile
raddrizzarla».
In questo periodo però, a più riprese e in diverse inchieste, vengono messi sotto i riflettori i rapporti delle coop
con la politica...
«I legami storici tra sinistra e cooperative sono come quelli tra industriali e destra. Oggi tocca alla sinistra».
Non esiste una “medicina” efficace contro degenerazioni come quelle che sembrano emergere dalle cronache
nazionali?
«L’unico baluardo è nella moralità dell’amministratore. Nel fatto che quando un finanziatore “bussa alla porta”,
dopo aver fatto la donazione, non si dà corso alla sua richiesta di favori. Tutti hanno ricevuto soldi, lo stesso
Matteo Renzi ne ha ricevuti tantissimi per le sue primarie. Diventa un problema solo se si dimostra che ha fatto
dei favori a qualcuno».
Però viene da pensare che spesso un finanziatore privato può avere interessi legati
alla politica, l’esempio degli appalti è solo il più lampante.
«Certo, i soldi privati hanno una potenzialità di condizionamento. Per questo in Paesi dove il sistema di
finanziamento della politica è completamente legato ai privati, ci sono norme severe. Pensiamo alla Gran
Bretagna e a tutte le norme previste per i cosiddetti “donors”, cioè i finanziatori. Tutto è monitorato, anche il
rapporto con i lavori pubblici. Ma quello è un sistema molto “maturo” da quel punto di vista».
«Proprio quello che emerge dall’inchiesta dimostra che i paletti possono essere facilmente sradicati o aggirati.
Ormai si tratta di forme molto evolute e “tutelate” di finanziamenti, sul filo della legge e delle sue
intepretazioni, e sarà anche complicato dimostrare il reato. Le intercettazioni in questo caso saranno
fondamentali
La politica non può proprio fare a meno di tutti questi soldi?
«Che la politica abbia bisogno di soldi è normale, e del resto non sono lo sterco del diavolo. Hanno possibilità
di influenzare molto forti, ma del resto chi decideva di comprare pubblicità sulle reti gestite da Berlusconi cosa
stava facendo? Andando a grattare ne vedremmo delle belle».
“Certo,i finanziamenti dei privati hanno una potenzialità di condizionamento.
Vanno monitorati”