Scarica l`articolo - Fondazione Nuovo FIore in Africa

Rapporto di un viaggio in Etiopia
Tratto dalle nore di MONS. PIERGIACOMO GRAMPA
Mentre voliamo da nord verso sud per raggiungere Addis Abeba e l’ovest è
ancora avvolto in una caligine oscura, ad est l’orizzonte si infiamma di una
stemperata aurora dai colori caldi quanto delicati: una lama di luce rossa
arancione dà vita alla nuova giornata di una settimana che con tre altri amici
trascorrerò a visitare diverse missioni salesiane ed anche la scuola dei
Cistercensi ad Hosanna. Il loro abate generale, Mauro Giuseppe Lepori, quando
ha saputo della Fondazione Nuovo Fiore in Africa, dovuta all’intraprendenza
di Riccardo Braglia e della sua famiglia, si è affrettato a fare domanda per un
sostegno alla loro scuola superiore. Ero assente da due anni dall’Etiopia e Addis
Abeba si è presentata in un intenso fervore edilizio. Nuove strade, nuovi
palazzi, primo tratto della nuova ferrovia urbana dal centro città all’aeroporto...
In questo contesto assumono grande importanza le scuole cattoliche che offrono
una base di istruzione, educazione e cultura a un popolo rimasto fedele alla sua
storia cristiana più per devozione che con solide motivazioni... Ne abbiamo
visitate una decina dalle più recenti, quelle delle Suore Salesiane alla periferia
di Addis, a Bole, alle prime sorte trent’anni fa e già bisognose di restauro. Per
evitare bibliche trasmigrazioni di popoli bisogna investire nei loro paesi
d’origine ed evitare di portarvi la guerra, favorendo evoluzioni democratiche
lente, ma sicure. Per raggiungere queste finalità un contributo importante vuole
offrire la Nuova Università Cattolica di Etiopia, Ecusta. Anche la
Fondazione promossa da Riccardo Braglia lavora in questa prospettiva e si è
resa presente pure in Sud Sudan e in Congo.
Occorre superare lo slancio particolaristico e le iniziative privatistiche per
appoggiarsi ad istituzioni sicure e stabili, per favorire il futuro di un paese che
ha tante possibilità, ma anche tante piaghe ancora da curare...
A Adamatullo ci attendono per la visita alle aule scientifiche per
l’insegnamento di biologia, chimica e fisica del blocco scolastico sorto a cura
della nostra Fondazione.
L’orgoglio e la gioia di don Tino per la nuova realizzazione è evidente e gli fa
dimenticare ogni suo malanno.
Seconda visita a Zway dove siamo attesi da don Dino e dai suoi allievi per
l’inaugurazione del nuovo complesso di scuola media. L’insegnamento deve
essere offerto in amarico e nella lingua dell’Oromo; così tutti i discorsi, oltre
che in inglese, devono venir tradotti nelle lingue delle due diverse etnie.
Musica, discorsi, taglio del nastro, aperitivo e pranzo alla presenza delle
autorità religiose copte che pure beneficiano di questa struttura. I religiosi copti
disertano il pranzo perché per loro il mercoledì è giorno di astinenza.
L’impegno di accoglienza di realtà diverse è grande, ma serve per conoscersi
complementari e camminare insieme verso un futuro diverso.
Man mano che lasciamo l’Oromia per entrare nel Sidamo il paesaggio cambia,
l’altipiano si fa più mosso e diviene montagnoso, la natura più verde e il clima
più umido, anche le condizioni di prosperità sembrano diminuire, più legate alla
vita agricola...
Dappertutto mandrie di buoi, pecore e capre e tanti asini, che sono il mezzo di
trasporto più comune.
Così arriviamo a Dilla, impiegando oltre due ore per percorrere gli ultimi
impossibili 80 km per la situazione dissestata delle strade in rifacimento.
Dilla è stata la prima missione dei Salesiani in Etiopia, dove sono presenti dal
1982. L’hanno rilevata dai padri comboniani e oltre alle scuole e al dispensario
delle Figlie di Maria Ausiliatrice vi hanno realizzato diciassette cappelle nei
villaggi della montagna, ricchi di coltivazione di caffè, ananas, mango, banane
papaya e chat...
L’accoglienza di don Roberto e delle Suore è grande e la visita alle loro
strutture interessante, mentre le scuole sono chiuse per le vacanze e solo i
piccoli della scuola dell’infanzia ci accolgono gioiosi, ignari delle fatiche che li
attendono per lo sviluppo del loro paese.
La visita alle strutture salesiane presenti a Dilla ci prende tutta una giornata in
un impegnativo giro. La mattina per prendere visione delle scuole delle Suore
Figlie di Maria Ausiliatrice e il pomeriggio le opere dei Padri salesiani. Due le
scuola dell’infanzia per un totale di 482 bambini. Commovente la cerimonia
d’apertura della giornata con il rito dell’alzabandiera, il canto dell’inno
nazionale, la preghiera e poi musica, canti e danze in onore degli ospiti. Le
Suore vengono richieste dai genitori della costruzione di una scuola elementare,
possibile solo se il governo darà loro un nuovo terreno. Impressiona vedere che
già alla scuola materna l’istituto è dotato di computer e dei bambini, che a casa
non hanno acqua, elettricità, servizi igienici, vengono introdotti all’uso di questi
nuovi mezzi di conoscenza.
Salendo poi nei gradi dell’istruzione e della preparazione professionale, l’uso
degli ordinatori è sempre più presente. Ad esempio per i 200 studenti dei corsi
professionali di amministrazione e di moda che concludono sempre con
successo la loro formazione.
In un paese dove si dà da mangiare un pasto gratuito a più di 300 bambini ogni
giorno e a tutti un panino con una bevanda, non mancano le richieste esigenti da
parte del governo, che controlla comunque il livello dell’istruzione. Fiore
all’occhiello è il dispensario medico, dove le suore ogni giorno offrono la
consulenza e i loro servizi a centinaia di persone. Non manca nell’insieme una
panetteria, dove si fa il pane, e un negozio dove non solo si vendono prodotti
della loro scuola, ma pure di taglio e cucito. Ci siamo imbattuti con una bella
comunità gioiosa, composta da 6 suore di cinque nazionalità diverse: coreana,
filippina, indiana, polacca e etiope.
Il pomeriggio, guidati da Abba Roberto e Abba Mario, compiamo lo stesso
giro nelle strutture dei padri e dei fratelli salesiani, che offrono istruzione dal
primo fino al dodicesimo anno di scolarità: 5 elementari, 3 medie e quattro anni
di college in vista dell’università o per la formazione professionale. Sono più di
2200 gli allievi che beneficiano dei corsi nei diversi ordini.
Negli esami di fino ciclo gli allievi di Don Bosco ottengono sempre i migliori
risultati. E questa non è soddisfazione da poco. Le strutture accusano l’usura del
tempo, abbisognano di integrazione, di nuovi spazi, in particolare di una sala
multiuso...
Nel viaggio di ritorno verso Addis sostiamo a Hosanna e visitiamo, richiesti da
padre Mauro Lepori, il convento dei cistercensi per un progetto di scuola
superiore. Manca una costruzione per gli ultimi due anni che concludono il
ciclo di studi obbligatori... E’ bello che una Fondazione ticinese voglia
dimostrarsi sensibile all’azione di un Abate generale ticinese, nell’interesse
dell’Etiopia...
La giornata dedicata al ricordo di Don Bosco inizia ... con la visita al pozzo
voluto da Gabriele Braglia, al quale mancano 300 metri per venire collegato
con l’elettricità, ma si attende da sei mesi l’autorizzazione del governo.
L’abbiamo visitato e con un generatore elettrico ne abbiamo azionato la pompa
che produceva un getto d’acqua limpida e fresca. Un vero tesoro destinato a
restare sottoterra chissà ancora per quanto tempo per le rivalità locali. Ne
abbiamo parlato all’Arcivescovo fiduciosi che possa fare qualcosa.
Proseguiamo con la visita alla nuova scuola tecnica di Mekanissa, al Don
Bosco Children, la casa di recupero dei ragazzi di strada, mentre il college
delle suore di Mekanissa l’abbiamo già visitato, facendo abbondanti compere
nel negozietto di suor Rosaria, che è orgogliosa dei prodotti in cuoio del suo
laboratorio...
Tra gli ultimi incontri della giornata conclusiva ci fu la visita al Centro delle
suore della Carità di Madre Teresa, dove vengono raccolti gli ammalati più
disperati ed abbandonati, curati con un’attenzione che pone molte domande e
non manca di mettere in crisi le nostre mentalità di occidentali benestanti. Una
visita a quei padiglioni, alcuni con centinaia di ospiti, non lascia mai
indifferenti...
Nel pomeriggio ... una corsa dall’altra parte della città ci ha portati al
monastero San Giuseppe dei padri cistercensi per concordare col priore Abba
Bazezew Gizaw l’aiuto da versare per il completamento della scuola di
Hosanna...
L’impegno di continuare ne esce rafforzato da questa visita, dalle situazioni
viste, dalle necessità costatate e non si tratta solo di contabilità finanziaria ed
amministrativa, ma di orizzonte missionario in un paese con una situazione al
momento tranquilla di rispetto ed accettazione reciproca.