www.liberoreporter.it Settimanale d’informazione socio-sanitaria dell’A.N.I.O. anno 10 - n. 13 del 07 Aprile 2015 Sanità Staminali della placenta per curare l’infarto pag.3 Sanità Sprechi in sanità, una voragine da miliardi di euro pag.4 Sanità Risolti i problemi cardiaci nei feti pag.5 Sanità Cuore, trapianti anche da persona morta pag.5 Sociale “Sindrome del letargo”, ecco come combattere il mal di primavera pag.6 Pillola dell’Anio Stop agli oli raffinati pag.7 www.nellattesa.it L a carie dentaria è una malattia degenerativa dei tessuti duri del dente (smalto, dentina) su base infettiva, che si origina dalla superficie e procede in profondità, fino alla polpa dentale. A causarla sono i comuni microrganismi operanti nel cavo orale, principalmente quelli presenti nel dente nella forma di placca batterica. Se non si svolgono le comuni pratiche di igiene orale, i batteri riescono a dissolvere la matrice minerale e organica che costituisce il dente, creando lesioni. La carie, quando è limitata allo smalto e agli strati superficiali della dentina, si presenta asintomatica. È diagnosticabile solo dal medico con ispezione diretta o tramite esame radiografico. Il sintomo principale è il dolore, che compare, però, quando il processo è molto profondo, interessando la polpa del dente stesso. pag. 2 SANITA’ www.nellattesa.it 2 La carie, come si sviluppa e agisce L a carie rimane una delle patologie croniche più diffuse a livello mondiale. In Italia, a livello giovanile, nel 2006 i dati indicano una prevalenza di circa il 30% a 4 anni e circa il 50% a 12 anni. Peraltro, i dati sottostimano la presenza della patologia, poiché le rilevazioni sono normalmente eseguite attraverso esame visivo, mentre per una diagnosi precisa, sarebbe indicato associare l’esame radiografico. Si tratta di una malattia causata da molteplici fattori che sono essenzialmente quattro, batteri, zuccheri, fattori predisponenti, tempo. Il trattamento prevede l’asportazione del tessuto infetto e la sua sostituzione con materiale adatto al restauro, nel caso di coinvolgimento pulpare avanzato, l’asportazione del tessuto pulpare e la sua sostituzione. Nel caso dei fattori predisponenti, sono interessate soprattutto le caratteristiche strutturali dei denti. La presenza di denti con solchi molto accentuati o di affollamento dentario causa il ristagno di residui alimentari e della placca batterica, che sono i fattori scatenanti della carie. Alcune condizioni fisiologiche come la gravidanza e l’allattamento predispongono alla carie a causa di modificazioni ormonali che alterano la qualità della saliva. Quest’ultima è resa più viscosa, aumentando così l’adesività dei batteri al dente. In un dente nelle condizioni di salute normale, i batteri presenti nel cavo orale devono prima penetrare attraverso lo smalto, barriera naturale a matrice cristallina altamente mineralizzata, che in presenza di acidità può, però, rendersi più debole. I batteri, nutrendosi dei residui alimentari (principalmente zuccheri) producono metaboliti a pH acido che determinano dei varchi nello smalto. In questo modo, lo smalto as- sume un aspetto poroso (white spots) e si parla, in questi casi, di carie superficiale, sempre asintomatica. Quando lo smalto è totalmente oltrepassato, i batteri trovano la dentina, che è un tessuto con maggiore contenuto organico, attraversato da canali microscopici detti tubuli. In questa fase il processo carioso può procedere più speditamente e il dente diviene cavo, se la matrice dentinale è completamente distrutta. Questo spiega perché si ritrovano tipicamente cavità ampie in dentina con accessi coronali smaltei molto limitati. Nel momento in cui il processo carioso si avvicina alla polpa, i batteri e i prodotti tossici del processo di degradazione attraverso i tubuli dentinali possono attivare processi infiammatori, e compare la sintomatologia dolorosa vera e propria (pulpite). Esistono difetti dello smalto dovuti a deficit nel processo di formazione del dente (odontogenesi) o, più frequentemente, quando in seguito all’abbassamento della gengiva per cause naturali (età) o patologiche (parodontopatia) si viene ad esporre la dentina radicolare. I batteri, così, possono attaccare subito lo strato più debole del dente, portando a processi cariosi più rapidi e più difficili da curare, con frequente recidiva. I batteri che vivono nella bocca, devono prima aderire alle superfici orali (mucose o dentarie). Il Lactobacillo acidofilus possiede tale caratteristica, producendo una matrice di mucopolisaccaridi su cui inizia a proliferare indisturbato lo Streptococco mutans responsabile della produzione degli acidi e dell’erosione dello smalto. Quindi spazzolare i denti dopo i pasti, impedisce alla placca di organizzarsi e di aderire ai denti. Infatti, quando la lesione giunge in prossimità della polpa, compaio- FARMACIA FATTA DOTT.SSA CLEMENTINA APERTA ANCHE IL SABATO AFFILIATO SANIT CARD Autoanalisi - Fitoterapia - Omeopatia - Veterinaria Ossigeno - Dermocosmesi - Preparazioni Magistrali Integratori sportivi - Puericultura SERVIZIO NOTTURNO CONTINUATO Via dell’Orsa Minore 102, Palermo tel. 091447268 - [email protected] no i sintomi della malattia. I batteri producono enzimi e sostanze tossiche che diffondono attraverso i tubuli dentinali, direttamente collegati alle strutture vascolo-nervose presenti nella polpa. Se non si cura la lesione cariosa, tali sostanze tossiche diffondono fino all’organo dentino-pulpare. A questo punto la sintomatologia diventa viva e assume le caratteristiche tipiche dell’odontalgia. I sintomi specifici sono il dolore diffuso a tutta l’emiarcata dentaria senza possibilità di distinzione del dente dolente, e il dolore esacerbato dagli stimoli chimici e fisici. In questo stadio la polpa è infiammata ed è aumentato il suo volume per dilatazione delle arterie per iperemia (aumento del sangue) per facilitare l’arrivo delle cellule immunitarie. Dopo questa fase che può durare da poche ore a parecchi giorni, si ha spesso la scomparsa dei sintomi dolorosi, in quanto, la polpa essendo contenuta in un contenitore rigido, va incontro a ischemia e necrosi pulpare. Il processo infettivo a questo punto tenderà a spostarsi oltre il dente, provocando infiammazioni periapicali croniche (granuloma) o acute (parodontite apicale acuta). Importantissimo è evidenziare, che a questo stadio, i batteri diffondono in circolo creando delle condizioni molto rischiose, sia per l’apparato cardiocircolatorio, sia per altri organi, come cervello, reni, polmoni, articolazioni, ecc. Inoltre soggetti defedati, se non opportunamente trattati rischiano il decesso. Dott. Andrea Mortillaro Medico odontoiatra Dona il tuo 5 per mille ad ANIO Onlus C.F. 97165330826 SANITA’ 3 Staminali della placenta per curare l’infarto I Ansa l team diretto dal cardiologo Massimiliano Gnecchi, docente dell’Università di Pavia, ha dimostrato che è possibile derivare dalla placenta umana cellule staminali di origine fetale che sono in grado di curare il danno da infarto miocardico. Si tratta di una scoperta nell’ambito della “medicina rigenerativa traslazionale” che permette cioè di essere trasferita in modo rapido nell’ambito clinico creando nuove tecniche diagnostiche e terapeutiche avanzate. Nello specifico le scoperte del team guidato da Massimiliano Gnecchi sono due. Il primo studio, accettato dalla rivi- sta “Stem Cells Translational Medicine”, descrive appunto come si possa derivare dalla membrana amniotica della placenta cellule staminali che hanno una carta d’identità identica a quella delle più studiate staminali derivate dal midollo osseo d’individui adulti. Tuttavia queste cellule fetali hanno importanti vantaggi: essendo più giovani si moltiplicano velocemente e riescono a produrre più molecole che proteggono il cuore e molecole che favoriscono la formazione di vasi sanguigni indispensabili a nutrire il tessuto. Il gruppo pavese è riuscito a dimostrare che la sola somministrazione delle molecole prodotte da queste cellule riduce il danno da infarto e migliora la funzione del cuore in modello animale. I risultati di questo studio pongono quindi le basi per innovative terapie per la cura dell’infarto miocardico mediante utilizzo dei fattori prodotti dalle cellule staminali. Inoltre, i ricercatori pavesi hanno dimostrato che modificando le cellule staminali con piccole molecole chiamate “microRNA” è possibile migliorarne la loro capacità di differenziare in cardiomiociti, i mattoni che costituiscono il cuore. È l’essenza della medicina rigenerativa: la possibilità di sostituire la parte di cuo- re morta in seguito ad infarto con nuovo tessuto cardiaco generato dalle staminali. La possibilità di poterlo fare con cellule fetali che non suscitano problemi etici rende la scoperta ancora più interessante. La speranza di Massimiliano Gnecchi e della sua équipe è che questi risultati, riportati sulla rivista “Stem Cells”, possano aprire la strada verso processi rigenerativi del cuore più efficaci che in passato e curare non solo l’infarto ma anche lo scompenso cardiaco, altra malattia cardiaca molto diffusa, invalidante e gravata da altissima mortalità. Redazione SANITA’ www.nellattesa.it 4 Sprechi in sanità, una voragine da miliardi di euro L a sanità, negli ultimi decenni è diventata un immenso mercato, dove ruotano ricerche, interessi economici e politici, dove non sempre la salute dei cittadini è al primo posto. Oggi, vi fanno parte professionisti sanitari e parasanitari, associazioni di pazienti e di categoria, sindacati, industria, società scientifiche e la politica. Chiaramente, tutti questi portatori d’interesse non lavorano sempre in armonia e collaborazione, ma spesso vanno in conflitto, con grave danno del paziente. Chi amministra le istituzioni sanitarie ha un impatto diretto sulle difficoltà che gli operatori e i pazienti vivono, ma sono indifferenti alle conseguenze che la loro amministrazione può portare. Questo comportamento gli si può ritorcere contro, ma la mancanza di responsabilizzazione li rende spesso miopi. Per anni, la Sicilia è stata sottoposta a severi controlli nella sua sanità da parte dello Stato centrale ed è stata considerata come la peggiore regione, seppur già dal 2014 la sua sanità fosse divenuta una delle più virtuose, quando altre regioni, come il Piemonte, riportavano risultati pessimi. Nonostante gli sforzi fatti, i pregiudizi sono duri a morire e i nostri esami non sono ancora finiti. Tuttavia, il deficit provocato dalla sanità a livello nazionale è ancora molto forte, cosa che pone più di un dubbio sulla validità delle misure adottate dal Governo centrale negli ultimi anni per abbassare non di poco le stesse spese sanitarie. Secondo la fondazione Gimbe, sono stati sprecati in sanità nel 2014 ben 25 miliardi di euro, equivalente ad un quarto di manovra finanziaria, pari al 23% del totale gode di buona salute. Dei 25 miliardi di sprechi, circa 7,69 mld sono assorbiti dall’eccessivo ricorso a interventi sanitari inefficaci, inappropriati o dai costi elevati rispetto ai benefici reali che potrebbero della spesa sanitaria di 111,4 mld. Le voci più onerose sono l’eccessivo numero di prestazioni inefficaci, inappropriate o troppo costose rispetto ai benefici reali (7,6 mld) e la corruzione, che nel Ssn vale 5-6 mld. Queste le cifre sono state presentate durane la 10° conferenza nazionale della Gimbe, che riunisce a Bologna circa 500 partecipanti da tutt’Italia, in rappresentanza di tutte le professioni sanitarie. Questi sprechi rappresentano una voragine che sottrae risorse a servizi essenziali e all’innovazione che già non dare. In pratica, troppo denaro se ne va in prestazioni che non servono, a causa della medicina difensiva ma anche della medicalizzazione della società e delle aspettative dei pazienti, del turn over delle tecnologie, dei conflitti di interesse. Secondo il presidente della Fondazione, Antonio Cartabellotta “a questi miliardi si aggiungono 5-6 miliardi di euro (20%) erosi da frodi e abusi, comportamenti che minano la credibilità del Ssn e contro cui servono azioni concrete. Poco più di 4 mld vengono sprecati nell’acquisto di tecnologie sanitarie, farmaci e strumenti medici e di beni e servizi non sanitarie, come mense e lavanderie, a costi eccessivi, non standardizzati da un capo all’altro della Penisola. Ma c’è anche un sottoutilizzo delle prestazioni che brucia 3,08 miliardi (12%) per l’aggravamento delle condizioni dei pazienti, ricoveri e altri interventi evitabili, se si fosse agito meglio prima”. Inoltre, non sono sufficienti le diagnosi non necessarie, ci troviamo anche un’eccessiva burocratizzazione delle funzioni amministrative e lo scarso aggiornamento tecnologico che incidono per circa 3 mld. Non può mancare l’inadeguato coordinamento dell’assistenza, fra ospedale e territorio, ma anche all’interno di uno stesso ospedale, per cui vanno in fumo altri 2,56 miliardi di euro. Negli ultimi anni la tendenza sottrarre risorse finanziarie al Ssn è stata costante ed è destinata a durare. Si prevede che in futuro non ci saranno risorse aggiuntive e non si potranno finanziare servizi essenziali e o introdurre innovazioni se le Regioni non combatteranno gli sprechi e le inefficiente per reinvestire in ciò che serve davvero, sulla base delle necessità e delle evidenze scientifiche. Questo processo può avvenire solo se le aziende sanitarie si responsabilizzeranno, coinvolgendo tutti i professionisti sanitari e i cittadini. Francesco Sanfilippo Dona il tuo 5 per mille ad ANIO Onlus C.F. 97165330826 SANITA’ 5 Risolti i problemi cardiaci nei feti U n’altra notizia proviene dagli Usa e riguarda l’introduzione di un peacemaker nel feto nelle donne in gravidanza. Infatti, un team di ricercatori del Children Hospital di Los Angeles e dell’University of Southern California (Usa) ha sviluppato il primo micropacemaker impiantabile abbastanza piccolo da risiedere interamente all’interno del feto. Questo dispositivo è stato progettato per essere utilizzato sui feti, nel caso di blocco cardiaco completo. Secondo la rivista ‘Heart Rhythm’, gli scienziati americani hanno già eseguito test preclinici e di ottimizzazione, per cui lo strumento è già stato proposto quale dispositivo da usare sugli esseri umani dalla Food and Drug Administration (Fda). Non è escluso che la sperimentazione sul feto sia già molto vicina, il cui successo aprirebbe lo scenario ad una diminuzione notevole dei pericoli per i nascituri affetti da queste problematiche. Questo blocco cardiaco con- genito è un difetto del sistema elettrico del cuore che ha origine nel feto e che rallenta notevolmente lo sviluppo dell’organo, causando notevoli problemi sulla sua capacità di pompare il sangue. Anche se questa problematica può essere diagnosticata in utero, finora tutti i tentativi per trattarla con un pacemaker standard hanno fallito. La dimensione degli strumenti impiegati sinora esigeva che una piccola parte fosse impiantata nel feto, mentre il resto rimanesse all’esterno del corpo della madre. Tuttavia, il movimento fetale può portare gli elettrodi a slegarsi dal cuore, causando il fallimento con i peacemaker standard. Con questo strumento, il feto potrà muoversi liberamente senza il rischio di far sganciare gli elettrodi. Si calcola, che, ogni anno, circa 500 gravidanze negli Stati Uniti siano interessate dal problema, divenendo così candidate a quest’operazione. Il cardiologo pediatrico e principale au- tore principale del progetto, Yaniv Bar-Cohen, ha spiegato: “Fino ad ora, i pacemaker che sono stati utilizzati nel tentativo di trattare questa condizione in un feto erano quelli progettati per gli adulti. Mancava un’opzione specifica per i feti”. Ramen Chmait, dell’Istituto Chla-Usc for Maternal-Fetal Health ha assicurato: “Ora abbiamo un pacemaker che può essere impiantato in utero, potenzialmente senza danni per il feto o la madre. Questo nuovo dispositivo offre una reale opportunità di prevenire l’aborto spontaneo e il parto prematuro in bambini affetti da queste anomalie”. Francesco Sanfilippo Cuore, trapianti anche da persona morta I l cuore umano è il nostro motore, ma non è esente da problemi e danni, per risolvere i quali si ricorre a varie tecnologie o tecniche (peace-maker o bypass) per dare modo a chi si ammala di poter prolungare la sua vita. I trapianti hanno segnato una novità notevole per la sopravvivenza del paziente, ma tale azione è avvenuta con il cuore del paziente che è morto a li- vello celebrale ma il cui muscolo cardiaco batte ancora. Di recente, secondo la Bbc, in Gran Bretagna dopo l’Australia, è avvenuto il primo trapianto di cuore ‘morto’ in Europa. Nel Cambridgeshire i chirurghi hanno realizzato con successo questo intervento da primato, con un cuore ‘non battente’, su un uomo di 60 anni. In questo caso, infatti, l’organo proveniva da un dona- tore con cuore e polmoni che avevano smesso di funzionare, dunque in morte circolatoria. Secondo gli esperti dell’Ospedale di Papworth, questa tecnica potrebbe aumentare il numero dei cuori disponibili almeno del 25%. In tutto il mondo, la domanda di organi per il trapianto supera l’offerta e la lista d’attesa è lunga, a tal punto che non sempre chi attende l’organo sopravvive fino all’operazione. Sinora, nel caso di un decesso e di un cuore non battente, si potevano donare reni, fegato e altri organi, ma la nuova procedura utilizza una macchina, definita ‘heart in a box’ (cuore in una scatola), che permette di riavviare il cuore cinque minuti dopo la morte. Questo cuore, poi, è alimentato con sangue e sostanze nutritive ad hoc, conservandolo a temperatura corporea. Tuttavia, come funziona esattamente questa tecnica? Come si è sicuri che dopo che il cuore abbia smesso di battere, l’organo non abbia subito danni? Secondo Stephen Grande Large, esecutore dell’intervento, il cuore pulsante è stato mo- nitorato per circa 50 minuti, controllandolo nei particolari. Dopo aver accertato che era in ottime condizioni, si è dato il via libera al trapianto. L’organo è stato quindi rimosso e trasferito nella macchina, dove è stato alimentato e ha pulsato per altre tre ore prima del trapianto. Questo sistema, d’altronde, è già utilizzato per consentire la sopravvivenza di polmoni, fegato e reni fuori del corpo. Il metodo standard per il trasporto degli organi è di imballarli sotto ghiaccio, ma alcuni possono già aver riportato danni, per questo occorre monitorare l’organo durante il trasporto o all’arrivo, altrimenti il trapianto è destinato al fallimento. Del resto, ogni macchina ha un costo considerevole e ogni unità per il ‘cuore nella scatola’ costa 150.000 sterline più altre 25.000 sterline per ogni paziente trapiantato. Finora, gli unici ospedali inglesi che usano questo dispositivo sono due ma le sperimentazioni della tecnica sono in corso in vari Paesi. Francesco Sanfilippo Salute e Benessere www.nellattesa.it 6 “Sindrome del letargo”, ecco come combattere il mal di primavera S AdnKronos possatezza, affaticmento, nervosismo, giramenti di testa e difficoltà di concentrazione. Sono i sintomi principali del mal di primavera che secondo gli esperti colpisce circa 2 milioni di italiani ed è 6 volte più diffusa fra le donne. Una ‘sindrome del letargo’ legata al rialzo delle temperature, ai disturbi allergici che colpiscono sempre più persone e all’ora legale che tornerà proprio questa notte. Un mix che si cura con una vita sana e regolare anche a tavola. Tra i rimedi consigliati bere tanta acqua e scegliere alimenti ricchi di ferro, potassio e vitamina B. L’ingrediente ideale è la carne di pollo: “E’ l’alimento giusto - assicura il nutrizionista Pietro Migliaccio, presidente della Società italiana di scienza dell’alimentazione (Sisa) - Contiene tutti quei nutrienti ad alto valore biologico fondamentali per combattere la stanchezza primaverile”. Via libera anche a frutta e verdura, e promosso il ‘riposino’ pomeridiano. Dietro lo stress da primavera c’è “la variazione del ritmo circadiano che si compie all’incirca ogni 24 ore - ricorda l’esperto - e nel quale si ripetono regolarmente certi processi fisiologici che possono influire sulla sindrome di adattamento dell’organismo”. La regola numero uno è seguire una corretta distribuzione dei pasti nella giornata, secondo lo schema prima colazione, pranzo, cena ed eventualmente due spuntini, uno a metà mattina e l’altro a metà pomeriggio. “Ciò permette non solo di fornire calorie per dare forza ed energia all’organismo - sottolinea Migliaccio - ma anche di mantenere costanti i livelli di glicemia ed evitare l’abbassamento degli zuccheri che si manifesta proprio con stanchezza, irritabilità, affaticamento e difficoltà di concentrazione”. Zoomando sul piatto, “è fondamentale che a tavola ci siano sempre alimenti come la carne bianca, in particolare il pollo, alternati ad altri cibi durante la settimana. Il pollo dice il nutrizionista - fornisce proteine di alto valore biologico (19 grammi per 100 g di pollo intero, e 23 g per 100 g di petto), elementi chiave per la sintesi dei neurotrasmettitori che partecipano alle reazioni di adattamento allo stress stagionale. Il pollo, poi, apporta ferro per la sintesi dell’emoglobina, la molecola che trasporta ossigeno a tutti i tessuti. La carenza di ferro provoca anemia il cui sintomo più evidente è proprio la spossatezza”. Il pollo è inoltre fonte di micronutrienti come potassio e calcio, nonché di vitamine del gruppo B, tutti necessari per mantenere in equilibrio le attività del sistema nervoso e prevenire ogni stato di stanchezza dovuto all’affaticamento psicofisico. “Questi nutrienti sono coinvolti in numerosi processi biochimici - precisa Migliaccio - quali la contrazione dei muscoli e del cuore e la conduzione degli impulsi nervosi. Pertanto consentono un buon stato di sa- lute psichica e fisica, quindi vigore ed energia”. Non è tutto. Il pollo rappresenta anche un’arma efficace contro i sintomi allergici come riniti, asma ed eritemi, che in molti casi aggravano la stanchezza stagionale. “E’ un alimento che non contiene né istamina né sostanze allergizzanti, elementi coinvolti in questo tipo di reazioni. Pertanto può essere consigliato nella dieta degli allergici per combattere la stanchezza stagionale aggravata dalla spossatezza di terapie con farmaci antistaminici”, dice il nutrizionista. Non solo pollo, però: “In caso di stanchezza occorre idratare l’organismo in modo adeguato bevendo almeno un litro e mezzo di acqua al giorno. E, nei mesi più caldi, è bene aumentarne l’apporto”, raccomanda ancora l’esperto. Il modo migliore per cominciare la giornata, prosegue, è una prima colazione a base di latte o yogurt, pane o biscotti o fette biscottate o cereali, miele o marmellata. “Lo zucchero contenuto nel latte, nella marmellata o nel miele analizza il nutrizionista - ci offre un’immediata sferzata di energia, mentre l’amido apportato dal pane o dalle fette biscottate consente di fornire gradualmente la ‘benzina’ necessaria per svolgere le attività a cui ci si dedica durante la mattinata”. Frutta o spremute di frutta fresca, o una piccola barretta di cioccolata, sono invece tra i migliori spuntini per ricaricarsi tra i pasti, mentre “polline e pappa reale, spesso utilizzati contro la stanchezza, sono purtroppo solo dei palliativi anche se non si deve trascurare il loro possibile effetto placebo”. Sulla tavola, continua Migliaccio, “non devono mancare la frutta e la verdura per completare l’apporto di vitamine, sali minerali e acqua. E’ bene inoltre consumare tè o caffè, per l’azione stimolante sul sistema nervoso dovuta alla presenza della teina e della caffeina che riducono la sensazione di stanchezza. Tuttavia è importante non eccedere nelle quantità”. E per far pace con la sensazione di stanchezza l’esperto dice sì al pisolino nelle prime ore pomeridiane, le più calde, possibilmente in un ambiente fresco e ventilato. Quanto agli integratori multivitaminici assunti per combattere la stanchezza stagionale, “debbono essere sempre consigliati e prescritti dal proprio medico di fiducia e in tutti i casi acquistati in farmacia - avverte il nutrizionista - Per l’assunzione di sostanze particolari quali il ginseng e il guaranà è sempre opportuno chiedere il parere del proprio medico”. “Inutile infine abbuffarsi con alimenti iperenergetici - conclude Migliaccio - sia perché rallentano i processi digestivi e quindi producono sonnolenza, sia perché a lungo andare possono incidere sul peso corporeo determinando un aumento ponderale non sempre gradito. Redazione Dona il tuo 5 per mille ad ANIO Onlus C.F. 97165330826 SALUTE E BENESSERE 7 Stop agli oli raffinati O ramai, da circa un anno, abbiamo iniziato una campagna di informazione al cittadino sull’uso diffuso di olio raffinati, di grassi idrogenati e al comunemente usato olio di palma, che sotto gli occhi di tutti viene adoperato perché economico. A farne maggiore uso, sono soprattutto le aziende di prodotti alimentari attive nella ristorazione, perché la ritengono una soluzione economica da sposare imprescindibilmente. Tuttavia, parliamo di prevenzione, di stili di vita e alimentari corretti, di prodotti sani a Km 0, donne che tengono alla linea per la ormai prossima prova costume, mamme che stressano i figli nel mangiare sedano e carote a merenda, per poi permettersi in libertà la buona frittura di patatine o di verdure in un olio che di salutare non ha nulla. Faccio mio un detto latino, dove mi riconosco molto, “Gutta cavant lapideuom” (la goccia continua fa il solco) e in merito a questo argomento vi riporto un’ennesima evidenza. I biscotti di una nota azienda riempiono le dispense delle nostre case da generazioni. Bambine e bambini sono cresciuti mangiandoli felici fin dal sesto mese di vita. Così i loro genitori hanno comprato questo prodotto per anni, sempre convinti che fosse la scelta migliore, la più sana e la più salutare. Ignoravano però, la presenza di un ingrediente dannoso, l’olio di palma, un pericolo per l’alta concentrazione di grassi che inserisce nel sangue. Oggi, circolano molte più informazioni che in passato e non possiamo più permettere che quest’olio pericoloso sia ignorato. Una mamma indignata, che vorrebbe che i suoi figli crescessero mangiando alimenti sani e controllati, ha fatto partire una petizione per chiedere ad una azienda italiana di fare un passo in dietro nell’utilizzo dell’olio di palma nei biscotti più noti per lo svezzamento del bambini. Questi biscotti hanno una lunghissima tradizione e tuttora, nelle dispense dei supermercati, trovo con difficoltà altre opzioni. Infatti, non solo non esistono molti altri biscotti specifici per la prima infanzia, ma nessuna delle alternative sul mercato è priva di olio di palma. Perché non realizzare almeno un prodotto che ne faccia a meno? Perché non usare solo l’olio d’oliva, l’ingrediente base della dieta mediterranea, che tutto il mondo ci invidia? La petizione lanciata in rete sta avendo ottimi successi, e noi la sosteniamo pienamente, essendo stati tra le poche testate giornalistiche di informazione socio sanitarie a denunciare l’abuso dell’utilizzo di questo olio. Le aziende interessate prenderanno atto di quest’accorata richiesta? Tuttavia, gli si chiede di produrre almeno una linea di biscotti che non contengano olio di palma, un ingrediente dannoso, facilmente sostituibile con l’olio d’oliva. I nostri bambini hanno diritto a un’alternativa, e soprattutto di poterli alimentare con prodotti sani e salutari e non con prodotti che per restare sul mercato sempre più competitivo preferiscono inficiare la loro qualità per avere un prezzo abbordabile. ALLERGOLOGIA DOTT. CLAUDIO RAGNO Specialista in Allergologia e immunologia clinica. diagnosi delle malattie respiratorie, delle allergie alimentari, per allergie a farmaci. Ticket visita Euro 34,50. Riceve a Palermo in via XII Gennaio 16 091.584114 cell. 337 895499 ANDROLOGIA - UROLOGIA DOTT. EMILIO ITALIANO Specialista in Urologia e Andrologia. Consulente Sessuologo. Riceve a Palermo in via F.Paolo di Blasi 35. Sito Web: www.emilioitaliano.it [email protected]. Per prenotazioni, telefonare ai numeri 091 346563 cell. 338 8546604 FISIATRIA DOTT.SSA BARBARA SCHEMBRI Medico Fisiatra, Osteopata, Omeotossicologia. Riceve per appuntamento Cell. 3405269019 Email: [email protected] Studio medico zona Via Libertà GASTROENTEROLOGIA DOTT. SERGIO PERALTA Dirigente Medico U.O. di Gastro-enterologia ed Epatologia. Responsabile U.O.S. di Endoscopia Digestiva Policlinico, Piazza delle Cliniche, 2 Palermo. Mob. 338 6963040 e-mail: [email protected] www.gastroenterologiaperalta.it MEDICINA INTERNA DOTT. MARIO MITRA Dirigente Medico Medicina 1 Ospedale Civico Palermo. Specialista in Medicina Interna. Consulenze internistiche, esami ecografici (addome, apparato urinario, tiroide), ecodoppler vascolare. Riceve per appuntamento in attività intramuraria presso Ospedale Civico Palermo Tel. 3292422562 Email:[email protected] NEUROLOGIA DOTT. MARCELLO ROMANO Neurofisiopatologo. Az. Osp.Riuniti Villa Sofia Cervello, Studio di neurologia ed elettromiografico. Riceve per appuntamento in via E. Notarbartolo, 38 Palermo Tel. 0916259811 - Cell. 3491467337 Email: [email protected] PSICOLOGIA DOTT.SSA CATERINA D’ANNA Psicologa - Psicoterapeuta. Psicologia Psicoterapia del bambino, dell’adolescente e della famiglia. Via Tripoli 18 Palermo. Recapiti telefonici: 329 4321204 DOTT.SSA VIVIANA CUTAIA Psicologa e Psicoterapeuta, Musicoterapeuta, consulenze psicologiche: individuali, di coppia, familiari, di gruppo. Via Belgio n.33, Palermo. Promozione: il I colloquio è gratuito per tutti i lettori del settimanale Nell’Attesa Riceve per appuntamento: 340.0552032 Mail: [email protected] settimanale d’informazione socio-sanitaria dell’A.N.I.O. Reg. al Tribunale di Palermo n° 11 del 29/05/2006 Comitato Scientifico: Dir. Scientifico: Girolamo Calsabianca Segretario Nazionale ANIO Onlus - [email protected] Dr. Dario Bellomo Medico Specialista ASP di Asti Prof. Giorgio Maria Calori Prof. Univ. Milano Dir. COR Gaetano Pini (Mi) Prof.ssa Carla Giordano Resp. UOC di Endocrinologia Policlinico (Pa) Dr. Emilio Italiano Andrologo Osp. riuniti Villa Sofia Cervello Dr. Tommaso Mannone Risk Manager A. O. Villa Sofia-Cervello (Pa) Dr. Sergio Salomone Pres. Associazione A.S.S.O. Dr. Angelica Provenzano Resp. Centro Officine di Ippocrate A. O. Villa Sofia-Cervello (Pa) Dr. Alessandro Scorsone, Diabetologo, Asp 6 Ospedale Civico di Partinico Dr. Gabriele Viani, Medico Specialista in Radiologia Dr. Benedetto Alabastro, Consulente ANIO per il diabete A.N.I.O. Numero Verde: 800 688 400 (chiamata gratuita) Siti web: www.anio.it Pagina Ufficiale ANIO Facebook: www.facebook.com/anioinforma nell’attesa... Edito da: Phoenix di Simona Lo Biondo Direttore Responsabile: Francesco Sanfilippo - [email protected] Divisione Commerciale: Vincenzo Alaimo - [email protected] Impaginazione Grafica: Andrea Ganci - [email protected] Stampa: Pitti Grafica via Pelligra, 6 (Pa) Redazione: Andrea Ganci - e-mail: [email protected] Sito web: www.nellattesa.it Pagina Ufficiale Nell’attesa...: https://www.facebook.com/nellattesa Per abbonarsi al giornale: Inviare una email a: [email protected] Per la vostra pubblicità: Cell. 3389432410 | [email protected] Le informazioni pubblicate da “nell’Attesa…” non sostituiscono in alcun modo i consigli, il parere, la visita, la prescrizione del medico. A.N.I.O. Onlus, Associazione Nazionale per le Infezioni Osteo-Articolari L’ ANIO (Associazione Nazionale per le Infezioni Osteo-articolari) volge tutto il suo impegno al fine di dare una spalla forte e consapevole a quella fascia di cittadini disagiati da una complicanza ortopedica garantendo la presa in carico globale del pazientee della sua famiglia, fortificando lo spazio di ascolto, la promozione di un servizio d’informazione, supporto e orientamento ai servizi, assistenza socio-sanitaria (invalidità, legge 104, ricorsi e aggravamenti, contrassegni di circolazione auto ecc...). E’ possibile sostenere le attività di ANIO versando il proprio contributo su c/c 21641931 o iban sul c/c IT57F0760104600000021641931. Oppure destinando il proprio 5 per mille nella dichiarazione SEDE NAZIONALE: Via Altofonte Malpasso, 453/R 90126 Palermo SEDE OPERATIVA: Via Ninni Cassarà, 2 90146 Palermo presso: Cto Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello - Piano Terra Numero Verde: 800.688.400 Sito web: www.anio.it email: [email protected] Codice Fiscale: 97165330826 dei redditi (730, Unico, Cud) inserendo il codice fiscale 97165330826 nel riquadro “Sostegno del volontariato” e organizzazioni non lucrative di utilità sociale”. Servizio Ambulanza diurno Dimissioni Ospedaliere - Spostamenti in città o fuori comune, Visite Mediche, Esami Per info chiamare: Numero verde gratuito: 800.688.400 Emergenze: 3289485124 e-mail: [email protected] PRESIDIO OSPEDALIERO: Cto Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello A.N.I.O. – O.N.L.U.S. Tel. 091.7804219 email: [email protected] Diabetici cronici; Donne over 50; Soggetti Disabili e da tutti coloro che hanno un’indicazione prescrittiva di uno specialista. PREMESSA. Il Centro Pilota Plurispecialistico Sperimentale per la Prevenzione delle Disabilità e delle Alterazioni Posturali è una tessera del grande mosaico che compone il progetto core di ANIO per l’anno 2013/2015 denominato OFFICINE D’IPPOCRATE. Il progetto mira a garantire percorsi di prevenzione, diagnosi e cura, al fine di ridurre e/o limitare l’insorgere di complicanze, ortopediche e posturali, mettendo in campo tutte quelle azioni di prevenzione concreta delle patologie dell’apparato muscolo-scheletrico. ESAMI STRUMENTALI Gli esami strumentali sono effettuati presso l’ambulatorio “Officine d’Ippocrate” sito al 2° piano dell’Azienda Ospedaliere Villa Sofia Cervello Presidio Ospedaliero C.T.O. di Palermo. L’attività degli esami strumentali comprende: DA CHI E A CHI E’ EROGATO IL SERVIZIO Il servizio è erogato dalla Azienda ospedaliera Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello con medici e tecnici strutturati in cooperazione con un Team di medici e specialisti messi a disposizione dall’associazione A.N.I.O. Soggetti in Età Evolutiva (soggetti con patologie degenerative dell’apparato muscolo scheletrico – osteoporosi – malati cronici); Podoscanner (Podoscopia digitale) Permette di rilevare le informazioni del piede sotto carico, analizzare la lunghezza dei due piedi e rilevare le eventuali asimmetrie podaliche. Baropodometro Elettronico Piattaforma di rilevazione per lo studio delle pressioni plantari da fermo (esame statico), l’analisi del gesto motorio durante la deambulazione (esame dinamico) e la valutazione delle oscillazioni del corpo (esame stabilometrico), con e senza svincolo. Di seguito le indicazioni ministeriali per prenotare: PRESTAZIONE: Test Posturografico CODICE MINISTERIALE: 93054 QUANTITA’: 2 PRESTAZIONE: Test Stabilometrico Statico e Dinamico CODICE MINISTERIALE: 93055 Quantità: 2 Formetric Consente di effettuare una rapida ed estesa scansione ottica non invasiva del rachide, con possibilità di rappresentare graficamente numerose problematiche di natura clinica inerenti l’analisi obiettiva e quantitativa della statica corporea e della postura. Di seguito le indicazioni ministeriali per prenotare: PRESTAZIONE: Test Posturografico CODICE MINISTERIALE: 93054 QUANTITA’: 4 Densitometria DEXA Il sistema consente di calcolare la densità ossea mediante i seguenti esami: • Lombare • Femorale • Protesica • Dual protesica • Avambraccio • Morfometria • Total body Di seguito le indicazioni ministeriali per prenotare: PRESTAZIONE: Densitometria Ossea con Tecnica di assorbimento a raggi X CODICE MINISTERIALE: 88992 QUANTITA’: 2 Si ringrazia la PRESTAZIONE: Densitometria Ossea con Tecnica di assorbimento a raggi X TotalBody CODICE MINISTERIALE: 88993 QUANTITA’: 1 VISITE Odontoiatrica - Gnatologica Fisiologia, patologia e disfunzioni dell’articolazione temporomandibolare-ATM. (Dott.ssa A. Provenzano) Fisiatrica Posturale Diagnosi e cura dei paramorfismi e dismorfismi del piede, arti inferiori, colonna vertebrale, patologie congenite neonatali. (Dott.ssa B. Schembri) Ortopedica Diagnosi e cura dell’osteoporosi. (Dott. V. Badagliacca) Diabetologia Prevenzione diagnosi e cura del diabete. (Dott. V. Schirò) PRENOTAZIONI VISITE Gli utenti potranno accedere al servizio, muniti di richiesta del medico curante, chiamando il CUP Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello al numero: 800.178.060 o AL numero diretto dell’ANIO: 091 7804219, o tramite mail inviandoci la richiesta al seguente indirizzo: [email protected];
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