Calcolo delle Probabilità 2014/15 – Foglio di esercizi 1† Spazi di probabilità. Si consiglia di svolgere in particolare gli esercizi numero 1, 2, 3 e 4. Esercizio 1. Per ciascuno dei seguenti esperimenti aleatori, si determini uno spazio campionario Ω adeguato. (a) Lancio n volte una moneta. (b) Lancio n monete. (c) Lancio una moneta ogni secondo, senza mai fermarmi. (d) Lancio un dado a sei facce e una moneta. (e) Osservo i 5 numeri estratti sulla ruota di Venezia del Lotto. (f) Mescolo un mazzo da 40 carte e poi giro, una dopo l’altra, le prime 20 carte. Esercizio 2. Siano A, (Ak )k∈N sottoinsiemi di un’insieme fissato Ω. (a) Si mostri che Ak ↑ A se e solo se Ack ↓ Ac . (b) Supponiamo che Ak ↑ A e poniamo Bk := Ak ∪ Ac per k ∈ N. Si mostri che Bk ↑ Ω. Sk (c) Siano (Ci )i∈N S insiemi arbitrari e poniamo Ak := i=1 Ci per k ∈ N. Si mostri che Ak ↑ A := i∈N Ci . (d) Supponiamo che Ak ↑ A e poniamo Ck := Ak \ Ak−1 per k ∈ N (con A0 := ∅). Si mostri che: • gli insiemi (Ck )k∈N sono a due a due disgiunti: Ck ∩ Cl = ∅ per ogni k 6= l; S • nk=1 Ck = An per ogni n ∈ N; S • k∈N Ck = A. Esercizio 3. Sia (Ω, A, P) uno spazio di probabilità e sia (An )n∈N una successione di eventi. S (a) Si mostri che se P(An ) = 0 per ogni n ∈ N allora P( n∈N An ) = 0. T (b) Si mostri che se P(An ) = 1 per ogni n ∈ N allora P( n∈N An ) = 1. [Sugg.: Ricordarsi della subadditività della probabilità.] Esercizio 4. Sia (Ω, A, P) uno spazio di probabilità. Si mostri che la famiglia di insiemi F := (A ∈ A : P(A) ∈ {0, 1}) è una σ-algebra. Esercizio 5 (Formula di inclusione-esclusione). Dato uno spazio di probabilità (Ω, A, P), siano A1 , A2 , . . . , An ∈ A eventi. Si dimostri per induzione che ! n X X \ P(A1 ∪ A2 ∪ · · · ∪ An ) = (−1)k+1 P Ai . k=1 † Ultima modifica: 1 ottobre 2014. J⊆{1,2,...,n} tali che |J|=k i∈J 2 Esercizi di ripasso su σ-algebre e funzioni Esercizio 6. Sia data un’arbitraria famiglia (Ai )i∈I di σ-algebre sullo stesso insieme Ω. T (a) Si mostri che l’intersezione A = i∈I Ai := {A ⊆ Ω : A ∈ Ai ∀i ∈ I} è sempre una σ-algebra su Ω. S (b) Si mostri che l’unione B = i∈I Ai := {A ⊆ Ω : ∃i ∈ I tale che A ∈ Ai } non è necessariamente una σ-algebra su Ω. Esercizio 7. Siano Ω, E due insiemi non vuoti e sia f : Ω → E un’applicazione qualunque. Per ogni B ⊆ E, definiamone la controimmagine f −1 (B) come f −1 (B) := ω ∈ Ω : f (ω) ∈ B ⊆ Ω (con f −1 (∅) := ∅) , mentre per ogni A ⊆ Ω definiamone l’immagine f (A) come f (A) := f (ω) : ω ∈ A} = x ∈ E : ∃ω ∈ A tale che f (ω) = x (con f (∅) := ∅) . (a) Si mostri che per ogni scelta di B, (Bi )i∈I sottoinsiemi di E si ha ! ! [ [ \ \ c −1 −1 c −1 −1 −1 f (B) = f (B ) , f Bi = f (Bi ) , f Bi = f −1 (Bi ) , i∈I i∈I i∈I i∈I ossia la controimmagine rispetta le operazioni insiemistiche. (b) Si mostri che per ogni scelta di (Ai )i∈I sottoinsiemi di Ω si ha ! [ [ f Ai = f (Ai ) , i∈I i∈I ma che in generale ! f (A) c 6= f (Ac ) , f \ i∈I Ai & \ f (Ai ) . i∈I Esercizio 8. Siano Ω, E due insiemi arbitrari e f : Ω → E un’applicazione qualunque. (a) Sia E ⊆ P(E) una σ-algebra su E. Si mostri che la famiglia di sottoinsiemi f −1 (E) := {f −1 (B) : B ∈ E} = {A ⊆ Ω : ∃B ∈ E tale che A = f −1 (B)} è una σ-algebra su Ω. (b) Sia A ⊆ P(Ω) una σ-algebra su Ω. Si mostri che in generale la famiglia di sottoinsiemi f (A) := {f (A) : A ∈ A} = {B ⊆ E : ∃A ∈ A tale che B = f (A)} non è una σ-algebra su E. (c) Sia A ⊆ P(Ω) una σ-algebra su Ω. Si mostri la famiglia di sottoinsiemi G := {B ⊆ E : f −1 (B) ∈ A} = {B ⊆ E : ∃A ∈ A tale che A = f −1 (B)} . è una σ-algebra su E. 3 Soluzione 1. La scelta di Ω non è univoca: riportiamo possibili soluzioni. (a) Ω = {0, 1}n = {(x1 , . . . , xn ) : xi ∈ {0, 1} per ogni i}. (b) Ω = {0, 1}n . (c) Ω = {0, 1}N = {(xi )i∈N : xi ∈ {0, 1} per ogni i}. (d) Ω = {1, 2, 3, 4, 5, 6} × {T, C}. (e) Ω = {(x1 , x2 , x3 , x4 , x5 ) : xi ∈ {1, . . . , 90} per ogni i, xi 6= xj per ogni i 6= j} ⊆ {1, . . . , 90}5 . Oppure, se non interessa l’ordine in cui i numeri sono stati estratti, si può scegliere Ω0 = {A ⊆ {1, . . . , 90} : |A| = 5} ⊆ P({1, . . . , 90}). (f) Ω = {funzioni σ : {1, . . . , 20} → {1, . . . , 40} iniettive}. Equivalentemente, si può scegliere Ω0 = {(x1 , . . . , x20 ) : xi ∈ {1, . . . , 40} per ogni i, xi 6= xj per ogni i 6= j}. Soluzione 2. che A⊆B (a) Ak ↑ A significa che Ak ⊆ Ak+1 per ogni k ∈ N e ⇐⇒ (x ∈ A ⇒ x ∈ B) ⇐⇒ S (x 6∈ B ⇒ x 6∈ A) k∈N Ak ⇐⇒ = A. Si noti B c ⊆ Ac , quindi Ack+1 ⊇ Ack , ossia (Ack )k∈N è una successione decrescente di insiemi. Per De Morgan [ c [ \ c A= Ak =⇒ A = Ak = Ack , k∈N k∈N k∈N e dunque Ack ↓ Ac . (b) Dal fatto che Ak ⊆ Ak+1 segue immediatamente che Ak ∪ C ⊆ Ak+1 ∪ C per ogni C, in particolare per C = Ac . Quindi (Bk )k∈N è una successione crescente di insiemi. Per la proprietà associativa dell’unione [ [ [ c Bk = Ak ∪ A = Ak ∪ Ac = A ∪ Ac = Ω , k∈N k∈N k∈N il che mostra che Bk ↑ Ω. (c) Chiaramente Ak+1 = Ak ∪ Ck+1 ⊇ Ak , dunque (Ak )k∈N è una successione crescente. Resta solo da verificare l’uguaglianza [ k [ [ Ci = Ci . (0.1) k∈N i=1 i∈N Se ω appartiene al membro sinistro, per definizione esiste k ∈ N ed esiste i ∈ {1, . . . , k} tale che ω ∈ Ci , in particolare esiste i ∈ N tale che ω ∈ Ci , dunque ω appartiene al membro destro; viceversa, se esiste i ∈ N tale che ω ∈ Ci , scegliendo k := i si ha che S ω ∈ ki=1 Ci e dunque ω appartiene al membro destro. (d) Senza perdita di generalità, supponiamo che k < l. Allora k ≤ l−1 e dunque Ak ⊆ Al−1 (ricordiamo che (An )n∈N è una successione crescente di insiemi), quindi Ak ∩ Acl−1 = ∅. Di conseguenza Ck ∩ Cl = (Ak \ Ak−1 ) ∩ (Al \ Al−1 ) = (Ak ∩ Ack−1 ) ∩ (Al ∩ Acl−1 ) = Ack−1 ∩ Al ∩ (Ak ∩ Acl−1 ) = Ack−1 ∩ Al ∩ ∅ = ∅ , dunque gli insiemi (Cn )n∈N sono a due a due disgiunti. 4 S Verifichiamo l’uguaglianza nk=1 Ck = An per induzione. Per n = 1 si ha C1 = A1 , che è vera per definizione di C1 . Procedendo per induzione, supponiamo la relazione vera al passo n: per il passo n + 1 si ha allora n+1 [ k=1 Ck = [ n Ck ∪ Cn+1 = An ∪ Cn+1 = An ∪ (An+1 \ An ) = An ∪ (An+1 ∩ Acn ) k=1 = An ∪ An+1 ∪ An ∩ Acn ) = An+1 ∪ ∅ = An+1 . S S S S Infine, per l’uguaglianza k∈N Ck = A, notiamo che A = n∈N An = n∈N nk=1 Ck , quindi ritroviamo la relazione (0.1) già dimostrata. S P P Soluzione 3. (a) Per la subadditività P( A ) ≤ P(A ) ≤ n n n∈N n∈N n∈N 0 = 0, quindi S P( n∈N An ) = 0. T S (b) Per le leggi di de Morgan P(( n∈N An )c ) = P( n∈N Acn ) = 0 grazie al punto precedente, perché P(Acn ) = 1 − P(An ) = 0 per ogni n ∈ N. Soluzione 4. È chiaro che Ω ∈ F e ∅ ∈ F. Inoltre A ∈ F, cioè P(A) ∈ {0, 1}, se e solo se Ac ∈ F, poiché P(Ac ) = 1 − P(A). Infine, siano (An )n∈N eventi con An ∈ F, cioè P(An ) ∈ {0, 1}, per ogni n S ∈ N. Distinguiamo due casi. ogni n ∈ N, allora per subaddititività P( n∈N An ) ≤ P PSe P(An ) = 0 per S S P(A ) = 0 = 0 ossia P( A ) = 0, dunque A ∈ F. Se invece esiste n n n n∈N n∈N n∈N Sn∈N n ∈SN tale che P(An ) = 1, dato cheS n∈N An ⊇ An , per monotonia della probabilità si ha S P( n∈N An ) ≥ P(An ) = 1, ossia P( n∈N An ) = 1, dunque n∈N An ∈ F. Soluzione 5. Procediamo per induzione su n. Per n = 1 la formula si riduce a P(A1 ) = P(A1 ), e dunque non c’è nulla da dimostrare. Supponiamo allora che l’asserto sia vero per ogni k ≤ n, e mostriamo che è vero per n + 1. Siano A1 , A2 , . . . , An , An+1 eventi. Usando il fatto che, per ipotesi induttiva, la formula vale per n = 2 otteniamo P(A1 ∪ A2 ∪ · · · ∪ An ∪ An+1 ) = P(A1 ∪ A2 ∪ · · · ∪ An ) + P(An+1 ) − P((A1 ∪ A2 ∪ · · · ∪ An ) ∩ An+1 ) (0.2) = P(A1 ∪ A2 ∪ · · · ∪ An ) + P(An+1 ) − P(B1 ∪ B2 ∪ · · · ∪ Bn ) , dove abbiamo posto per comodità Bi = Ai ∩ An+1 , per i = 1, 2, . . . , n. Usando nuovamente l’ipotesi induttiva, questa volta per n eventi, otteniamo P(A1 ∪ A2 ∪ · · · ∪ An ) = n X ! (−1)k+1 k=1 = n X k=1 X P J⊆{1,2,...,n} tale che |J|=k \ Ai i∈J (0.3) ! k+1 (−1) X J⊆{1,2,...,n+1} tale che |J| = k e n + 1 6∈ J P \ i∈J Ai , 5 e analogamente P(B1 ∪ B2 ∪ · · · ∪ Bn ) = n X ! (−1)k+1 k=1 = n X P \ Bi i∈J J⊆{1,2,...,n} tale che |J| = k !! X k+1 (−1) k=1 = − X n+1 X \ P An+1 ∩ Ai (0.4) i∈J J⊆{1,2,...,n} tale che |J| = k ! X (−1)k+1 k=2 P \ . Ai i∈J J⊆{1,2,...,n+1} tale che |J| = k e n + 1 ∈ J Sostituendo (0.3) e (0.4) nell’ultimo membro di (0.2), si ottiene P(A1 ∪ A2 ∪ · · · ∪ An ∪ An+1 ) = n+1 X k=1 ! (−1)k+1 X J⊆{1,2,...,n+1} tale che |J| = k P \ Ai , i∈J che è quanto si voleva dimostrare. Soluzione 6. (a) (b) Si noti che {∅, A, Ac , Ω} è una σ-algebra, per ogni A ∈ P(Ω). Sia Ω = {1, 2, 3, 4}, A1 := {∅, {1}, {2, 3, 4}, Ω}, A2 := {∅, {1, 2}, {3, 4}, Ω}. Allora B := A1 ∪ A2 = {∅, {1}, {1, 2}, {3, 4}, {2, 3, 4}, Ω} non è una σ-algebra, perché {1} ∈ B, {3, 4} ∈ B ma {1, 3, 4} = {1} ∪ {3, 4} 6∈ B. Soluzione 7. (a) (b) Sia Ω = {0, 1, 2}, E = {a, b, c} e sia f (0) := a e f (1) = f (2) := b. Scegliendo A := {1} si ha che f (A) = {b} e f (Ac ) = f ({0, 2}) = {a, b}, pertanto f (A)c = {a, c} 6= {a, b} = f (Ac ) . Scegliendo A := {0, 1} e B := {0, 2} si ha A ∩ B = {0}, pertanto f (A ∩ B) = {a}; dato che f (A) = f (B) = {a, b}, si vede che f (A ∩ B) = {a} & {a, b} = f (A) ∩ f (B) . Soluzione 8. (a) (b) Se |E| ≥ 2 e la funzione f è costante, ossia esiste c ∈ E tale che f (ω) = c per ogni ω ∈ Ω, allora per ogni σ-algebra A su Ω si ha f (A) = {∅, {c}} che non è una σ-algebra su E, dal momento che E 6∈ f (A). (c)
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