CORSO DI CUCINA 18 Aprile 2015

Serbatoi in CA
esistenti
1
Tipologie di serbatoi pensili
Sommario
1. Problematica serbatoi esistenti
2.
Presentazione casi studio
3.
Input sismico
4
4.
Analisi lineari (equivalenti)
5.
Analisi non lineari
6 Proposte
6.
P
t di intervento
di i t
t tradizionali
t di i
li
3
Problematica serbatoi esistenti
g anni ’60 – ’70
• Strutture edificate p
per lo p
più negli
senza criteri antisismici specifici
• Spesso fuori esercizio, presentano un forte
stato di degrado a causa della prolungata
esposizione agli agenti atmosferici e alla scarsa
manutenzione
• Frequentemente si trovano oggi in aree
densamente urbanizzate: elevati costi di
demolizione
• Assenza di riferimenti normativi specifici a
livello nazionale
• Singolarità nella risposta: 1. Geometria strutture di supporto
2. Irregolarità in altezza
3 Interazione
3.
Intera ione dinamica flfluido-struttura
ido str tt ra
4
Tipologie di serbatoi pensili
Serbatoi pensili sorretti da setti in CA
Serbatoi pensili a camino in CA
Serbatoi pensili a traliccio
5
Tipologie di serbatoi pensili
Configurazioni strutture a traliccio
Le strutture a traliccio hanno di solito pianta poligonale in cui varia la disposizione
dei traversi di collegamento che possono essere:
Traversi disposti lungo le
facce perimetrali del traliccio
Disposizione contemporanea di
entrambi i due ordini di traversi
Traversi ad andamento diametrale
convergenti al centro su una trave
ad anello
6
Verifica di serbatoi sospesi esistenti in CA
FD < Rd
Fd >
Rd
Fd
<
Rd
Fd
>
Rd
7
Esempio 1
Serbatoio di San Cipriano Po (PV)
• Anno
A
di costruzione:
t i
1970
• Altezza complessiva: 32 m
• Struttura
St tt
di supporto:
t torre
t
a traliccio
t li i iin
cemento armato con sezione triangolare; 3
pilastri inclinati di altezza circa 26 m,
connessi mediante solette e travi a sei
quote lungo l’altezza e da un anello di
irrigidimento in sommità
• Volume serbatoio: ≈ 30 m3
8
Esempio 1 - danneggiamento
Stato di danneggiamento
• Significativo degrado del materiale: assenza di copriferro, ossidazione armature
pilastri inadeguata
g
secondo le attuali p
prescrizioni normative
• Staffatura dei p
9
Esempio 2
Serbatoio di Parona (PV)
• Anno
di costruzione:
1968
A
t i
• Altezza complessiva: 32 m
• Struttura di supporto: torre a traliccio
in cemento armato con sezione
esagonale; 6 pilastri inclinati di altezza
circa 29 m
m, connessi mediante travi a
quattro quote lungo l’altezza e da un
anello di irrigidimento in sommità.
• Volume serbatoio: ≈ 130 m3
10
Esempio 2 - danneggiamento
Stato di danneggiamento
• Significativo degrado del materiale:
assenza di copriferro, parziale ossidazione
delle armature.
• Staffatura dei pilastri inadeguata secondo
le attuali prescrizioni normative.
11
Esempio 2 - geometria
Geometria - Disegni
12
Verifica di serbatoi sospesi esistenti in CA
PA: controllo visivo dello stato di degrado
13
Verifica di serbatoi sospesi esistenti in CA
PB: indagini per la caratterizzazione dei materiali e del sottosuolo
Caratterizzazione materiali:
• Prove ad onde ultrasoniche
• Prove
P
sclerometriche
l
i h
• Prove di schiacciamento su micro-carote di cls
• Prove di trazione su pprelievi di armature
Caratterizzazione terreno:
• Prove penetrometriche (CPT/SPT)
• Sismiche
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I livelli di conoscenza
All’interno del DM2008 si identificano tre livelli di conoscenza a cui sono associati i
tipi di analisi utilizzabili per la verifica e i fattori di confidenza da utilizzare per
valutare le resistenze dei materiali:
• LC1: Conoscenza Limitata
• LC2: Conoscenza Adeguata
• LC3: Conoscenza Accurata
Gli aspetti che definiscono i diversi livelli di conoscenza sono:
• Geometria degli elementi strutturali
• Dettagli strutturali (disposizione armature longitudinali e trasversali)
• Proprietà meccaniche dei materiali
15
I livelli di conoscenza
Livelli di conoscenza in funzione dell’informazione disponibile e conseguenti metodi
di analisi ammessi e valori dei fattori di confidenza per edifici in calcestruzzo
armato o in acciaio
16
Disegni di carpenteria e materiali
• Materiali: valori usuali della p
pratica costruttiva
dell’epoca convalidati da delle prove sperimentali
• Calcestruzzo, fcm = 19 MPa
LC2
• Acciaio, FeB32k barre lisce
17
Stati limite
All’interno del DM2008 si identificano tre stati limite rispetto ai quali verificare i
requisiti di sicurezza per azioni sismiche:
• Stato Limite di Collasso (SLC)
• Stato Limite di salvaguardia della Vita (SLV)
• Stato Limite di Esercizio (SLE)
18
Stati limite
Stato limite di Collasso (SLC)
• Nel caso di elementi/meccanismi duttili gli effetti da considerare sono quelli
derivanti dall’analisi strutturale, mentre nel caso di elementi/meccanismi fragili gli
effetti derivanti dall’analisi strutturale possono venire modificati secondo principi di
gerarchia delle resistenze.
• Le capacità sono definite in termini di deformazioni ultime per gli
elementi/meccanismi duttili e di resistenze ultime per gli elementi/meccanismi
fragili.
• Lo stato limite di collasso non è verificabile se nelle analisi viene considerato il
f tt
fattore
di struttura
t tt
q
19
Stati limite
Stato limite di salvaguardia della Vita (SLV)
• Nel caso di elementi/meccanismi duttili gli effetti da considerare sono quelli
derivanti dall’analisi strutturale, mentre nel caso di elementi/meccanismi fragili gli
effetti derivanti dall’analisi strutturale possono venire modificati secondo principi di
gerarchia delle resistenze.
• Le capacità sono definite in termini di “deformazioni di danno” per gli
elementi/meccanismi duttili
duttili, di “deformazioni
deformazioni ultime”
ultime e di resistenze
prudenzialmente ridotte per gli elementi/meccanismi fragili.
• Nel caso di verifica con l’impiego del fattore q, la resistenza degli elementi si
calcola
l l come per lle situazioni
it
i i non sismiche.
i i h
20
Stati limite
Stato limite di Esercizio (SLE)
Si consiglia di rispettare i valori limite di spostamenti di interpiano previsti all’interno
del DM2008 per gli edifici di nuova costruzione.
21
Verifica di serbatoi sospesi esistenti in CA
PC: analisi e verifica della struttura
Analisi lineari:
• Statiche con spettro di risposta elastico/di progetto
• Dinamiche modali con spettro di risposta elastico/di progetto
Analisi non lineari:
• Statiche
St ti h (pushover)
(
h
)
• Dinamiche
Condizioni:
• Serbatoio vuoto
• Serbatoio pieno (se in funzione)
22
I metodi di analisi strutturale
Analisi statica lineare con spettro elastico
Applicabile secondo quanto previsto nel DM2008 per gli edifici di nuova costruzione
con le seguenti indicazioni aggiuntive:
23
I metodi di analisi strutturale
Analisi statica lineare con spettro elastico
• La verifica degli elementi “duttili” viene eseguita confrontando gli effetti indotti
dalle azioni sismiche in termini di deformazioni con i rispettivi limiti di deformazione.
• La verifica degli elementi “fragili”
fragili viene eseguita confrontando gli effetti indotti
dalle azioni sismiche in termini di forze con le rispettive resistenze. Le sollecitazioni
di verifica sono ottenute da condizioni di equilibrio, in base alle sollecitazioni
trasmesse dagli elementi/meccanismi duttili
duttili.
• Per il calcolo della capacità di elementi/meccanismi duttili o fragili si impiegano le
proprietà dei materiali esistenti direttamente ottenute da prove in sito e da eventuali
i f
informazioni
i i aggiuntive,
i ti
di
divise
i per i ffattori
tt i di confidenza.
fid
• Per il calcolo della capacità di resistenza degli elementi fragili primari, le
per i corrispondenti
p
coefficienti p
parziali e p
per i
resistenze dei materiali si dividono p
fattori di confidenza.
24
I metodi di analisi strutturale
Analisi statica lineare con fattore di struttura q
• Fattore di struttura q variabile fra 1,5 e 3,0 in funzione della regolarità nonché dei
tassi di lavoro dei materiali sotto le azioni statiche.
• Per tutti gli elementi strutturali “duttili”
duttili la sollecitazione indotta dall’azione
dall azione sismica
ridotta deve risultare inferiore o uguale alla corrispondente resistenza.
• Per tutti gli elementi strutturali “fragili” la sollecitazione indotta dall'azione sismica
ridotta per q = 1,5 deve risultare inferiore o uguale alla corrispondente resistenza.
• Per il calcolo della resistenza di elementi/meccanismi duttili o fragili, si impiegano
le proprietà dei materiali esistenti direttamente ottenute da prove in sito e da
eventuali informazioni aggiuntive, divise per i fattori di confidenza.
25
I metodi di analisi strutturale
Analisi dinamica modale con spettro di risposta elastico o con fattore di
struttura q
• Applicabile secondo quanto previsto nel DM2008 per gli edifici di nuova
costruzione.
• Nel primo caso l’azione sismica è rappresentata dallo spettro di risposta elastico,
nel secondo da quello ridotto del fattore di struttura q
• Le indicazioni specifiche per i due casi sono le stesse considerate per le analisi
statiche lineari.
26
Input sismico
Input sismico per i casi studio
Zona 1: Norcia (PG)
Zona 3: Bergamo (BG)
Zona 2: Macerata (MC)
Zona 4: Pavia (PV)
27
Analisi lineari
Analisi dinamiche modali con fattore di struttura q
• Fattore di struttura minimo, q = 1.5
• Due condizioni di carico del serbatoio: pieno e vuoto
• Le verifiche sono state condotte per tutte le 4 zone
considerate al variare delle tipologie di terreno previste dal
DM2008.
• Rappresentazione dell’interazione fluidodinamica
28
Analisi lineari
Interazione fluido - struttura
• Il comportamento dinamico del liquido all’interno del serbatoio è stato
modellato mediante due masse: impulsiva e convettiva

m0 tanh 3 R H

m
3R H
T1 

2 R g
1 tanh 1 H R 
 27 R 
m1 1 27 R


tanh 

m 4 8 H
 8 H
k c1  4 2
m1
T12
29
Analisi lineari
Modello numerico
• Le travi ed i pilastri modellati mediante
elementi monidimensionali di tipo “beam”,
mentre le pareti del serbatoio mediante
elementi di tipo “shell”
shell
LINK ELASTICI
• Il comportamento dinamico del liquido
all’interno del serbatoio è stato modellato
mediante due masse: impulsiva e
convettiva. La prima la quale si deve
muovere solidalmente alla struttura, mentre
la seconda collegata
g
alle p
pareti mediante
“link” elastici. Le masse e le rigidezze dei
link sono definiti mediante modelli
semplificati.
30
Analisi lineari
Modello numerico
• Sezioni travi di irrigidimento
Piano 1
65 x 30 cm
Piano 2
Piano 2
50 30 cm
50 x 30 cm
Piano 3
50 x 30 cm
Piano 4
50 x 30 cm
TRAVI ANELLO ESTERNO
TRAVI ANELLO INTERNO
• Sezioni pilastri
Piano 1
55 x 50 cm
Piano 2
55 x 45 cm
Piano 3
50 x 45 cm
Piano 4
Piano 4
45 x 45 cm
45 x 45 cm
Piano 5
45 x 45 cm
TRAVI DI IRRIGIDIMENTO
31
Analisi lineari
Analisi Modale – Serb. 30 mc
Serbatoio Pieno
Serbatoio Vuoto
Modo
Perido
[s]
M%X
M%Y
M%X
M%Y
Modo
Perido
[s]
M%X
M%Y
M%X
M%Y
1
1.99
0.05
0.12
0.05
0.12
1
1.14
0.21
0.54
0.21
0.54
2
1.99
0.12
0.05
0.17
0.17
2
1.14
0.54
0.21
0.75
0.75
3
1.37
0.17
0.45
0.34
0.62
3
0.99
0.00
0.00
0.75
0.75
4
1.37
0.45
0.17
0.79
0.79
4
0.43
0.05
0.07
0.79
0.82
5
0.99
0.00
0.00
0.79
0.79
5
0.43
0.07
0.05
0.87
0.87
6
0.45
0.04
0.06
0.84
0.86
6
0.34
0.00
0.00
0.87
0.87
7
0.45
0.06
0.04
0.90
0.90
7
0.21
0.02
0.03
0.89
0.90
8
0 34
0.34
0 00
0.00
0 00
0.00
0 90
0.90
0 90
0.90
8
0 21
0.21
0 03
0.03
0 02
0.02
0 92
0.92
0 92
0.92
9
0.22
0.02
0.03
0.92
0.93
9
0.18
0.00
0.00
0.92
0.92
10
0.22
0.03
0.02
0.94
0.94
10
0.14
0.01
0.01
0.93
0.94
11
0.18
0.00
0.00
0.94
0.94
11
0.14
0.01
0.01
0.95
0.95
12
0.14
0.01
0.01
0.95
0.95
12
0.12
0.00
0.01
0.95
0.96
• La massa partecipante è sempre significativa in entrambe le direzioni x ed y per via della
forma della struttura di supporto
32
Analisi lineari
Analisi Modale – Serb. 130 mc
Serbatoio Pieno
Serbatoio Vuoto
Modo
Perido
[s]
M%X
M%Y
M%X
M%Y
Modo
Perido
[s]
M%X
M%Y
M%X
M%Y
1
2.97
0.00
0.26
0.00
0.26
1
1.23
0.00
0.77
0.00
0.77
2
2.97
0.26
0.00
0.26
0.26
2
1.23
0.77
0.00
0.77
0.77
3
1.48
0.00
0.58
0.26
0.84
3
1.06
0.00
0.00
0.77
0.77
4
1.48
0.58
0.00
0.84
0.84
4
0.41
0.16
0.00
0.93
0.77
5
1.06
0.00
0.00
0.84
0.84
5
0.41
0.00
0.16
0.93
0.93
6
0.42
0.11
0.00
0.95
0.84
6
0.28
0.00
0.00
0.93
0.93
7
0.42
0.00
0.11
0.95
0.95
7
0.23
0.05
0.00
0.98
0.93
8
0 28
0.28
0 00
0.00
0 00
0.00
0 95
0.95
0 95
0.95
8
0 23
0.23
0 00
0.00
0 05
0.05
0 98
0.98
0 98
0.98
9
0.23
0.03
0.00
0.98
0.95
9
0.16
0.00
0.00
0.98
0.98
10
0.23
0.00
0.03
0.98
0.98
10
0.16
0.02
0.00
0.99
0.98
11
0.16
0.00
0.00
0.98
0.98
11
0.16
0.00
0.02
0.99
0.99
12
0.16
0.01
0.00
1.00
0.98
12
0.13
0.01
0.00
1.00
0.99
• Il periodo di vibrazione fondamentale risulta maggiore nel caso di analisi a serbatoio pieno
per via della maggiore massa della struttura, in particolare quella associata alla componente di
massa liquida impulsiva.
33
Analisi lineari
Analisi dinamiche modali con spettro di risposta – Risultati
• Verifiche più gravose: travi – pieno carico, colonne – vuoto
• Maggiori differenze per il serbatoio da 30 mc
34
Analisi lineari
Analisi dinamiche modali con spettro di risposta – Risultati
• Le verifiche a flessione
risultano più critiche
rispetto a quelle a taglio.
Essendo debolmente
armate a flessione, le
travi di irrigidimento
soddisfano
ddi f
i criteri
it i di
gerarchia delle
resistenze.
• Verifiche meno
gravose per il serbatoio
da 130 mc.
35
I metodi di analisi strutturale
Analisi statica non lineare
• Applicabile secondo quanto previsto nel DM2008 per gli edifici di nuova costruzione per
livelli di conoscenza superiori a LC1 (conoscenza limitata).
g elementi/meccanismi sia duttili che fragili,
g ,
• Le sollecitazioni indotte dall’azione sismica sugli
da utilizzare ai fini delle verifiche, sono quelle derivanti dall’analisi strutturale in cui si sono
usati i valori medi delle proprietà dei materiali.
duttili viene eseguita confrontando gli effetti indotti dalle azioni
• La verifica degli elementi “duttili”
sismiche in termini di deformazioni con i rispettivi limiti di deformazione.
• La verifica degli elementi “fragili” viene eseguita confrontando gli effetti indotti dalle azioni
sismiche in termini di forze con le rispettive resistenze.
resistenze
• Per il calcolo della capacità di elementi/meccanismi duttili o fragili si impiegano le proprietà
dei materiali esistenti direttamente ottenute da prove in sito e da eventuali informazioni
aggiuntive divise per i fattori di confidenza
aggiuntive,
confidenza.
• Per il calcolo della capacità di resistenza degli elementi fragili primari, le resistenze dei
materiali si dividono per i corrispondenti coefficienti parziali e per i fattori di confidenza.
36
I metodi di analisi strutturale
Analisi dinamica non lineare
• Applicabile secondo quanto previsto nel DM2008 per gli edifici di nuova costruzione per
livelli di conoscenza superiori a LC1 (conoscenza limitata).
g elementi/meccanismi sia duttili che fragili,
g ,
• Le sollecitazioni indotte dall’azione sismica sugli
da utilizzare ai fini delle verifiche, sono quelle derivanti dall’analisi strutturale in cui si sono
usati i valori medi delle proprietà dei materiali.
duttili viene eseguita confrontando gli effetti indotti dalle azioni
• La verifica degli elementi “duttili”
sismiche in termini di deformazioni con i rispettivi limiti di deformazione.
• La verifica degli elementi “fragili” viene eseguita confrontando gli effetti indotti dalle azioni
sismiche in termini di forze con le rispettive resistenze.
resistenze
• Per il calcolo della capacità di elementi/meccanismi duttili o fragili si impiegano le proprietà
dei materiali esistenti direttamente ottenute da prove in sito e da eventuali informazioni
aggiuntive divise per i fattori di confidenza
aggiuntive,
confidenza.
• Per il calcolo della capacità di resistenza degli elementi fragili primari, le resistenze dei
materiali si dividono per i corrispondenti coefficienti parziali e per i fattori di confidenza.
37
Analisi non lineari
Analisi statiche non lineari (pushover)
• Elementi
El
ti a plasticità
l ti ità diff
diffusa
• Legame di Mander per il comportamento non lineare del
calcestruzzo
• Legame bilineare per il comportamento non lineare
dell’acciaio
• Comportamento in grandi spostamenti,
spostamenti struttura soggetta a
fenomeni P-
38
Analisi non lineari
Analisi statiche non lineari (pushover)
Sono state considerate possibili 2 distribuzioni di forze per entrambe le condizioni di serbatoio
a pieno carico e serbatoio vuoto.
p
al p
primo modo di vibrare
• Proporzionale
• Proporzionale alle masse
39
I criteri di verifica degli elementi strutturali
Elementi/meccanismi duttili – travi/pilastri
La capacità è definita in termini di deformazione con riferimento alla rotazione della
sezione di estremità dell’elemento valutata rispetto alla congiungente di tale
sezione con la sezione di momento nullo a distanza pari alla luce di taglio.
(ROTAZIONE DI CORDA)
luce di taglio:
Lv 
M
V
Lv
40
I criteri di verifica degli elementi strutturali
Elementi/meccanismi duttili – travi/pilastri
• Stato Limite di Collasso:
Oppure:
• Stato Limite di salvaguardia della Vita:
3
θ SD  θ u
4
41
I criteri di verifica degli elementi strutturali
Elementi/meccanismi duttili – travi/pilastri
• Stato Limite di Esercizio:
42
I criteri di verifica degli elementi strutturali
Elementi/meccanismi fragili – travi/pilastri
La capacità è definita in termini di forze ed è definita come la resistenza a taglio
dell’elemento, valutata come per il caso di nuove costruzioni per situazioni non
sismiche.
Elementi senza armature trasversali a taglio:
43
I criteri di verifica degli elementi strutturali
Elementi/meccanismi fragili – travi/pilastri
Elementi con armatura specifica a taglio:
44
I criteri di verifica degli elementi strutturali
Elementi/meccanismi fragili – nodi travi/pilastri
La verifica deve essere eseguita solo per i nodi non interamente confinati. Deve
essere verificata sia la resistenza a trazione che quella a compressione, entrambe
diagonali.
45
I criteri di verifica degli elementi strutturali
Elementi/meccanismi fragili – nodi travi/pilastri
dove N indica l’azione assiale presente nel pilastro superiore, Vn indica il taglio
totale agente sul nodo,
nodo considerando sia il taglio derivante dall’azione
dall azione presente nel
pilastro superiore, sia quello dovuto alla sollecitazione di trazione presente
nell’armatura longitudinale superiore della trave, Ag indica la sezione orizzontale del
nodo
nodo.
46
Analisi non lineari
Identificazione delle capacità
Sulle singole curve di pushover ottenute dalle analisi statiche non lineari, si
identificano i punti relativi al raggiungimento:
• SLE: del drift limite di interpiano pari a 0
0.5%.
5%
• SLV: della capacità di rotazione rispetto alla corda per lo stato limite di salvaguardia della
vita della prima trave/colonna.
• SLC: della capacità di rotazione rispetto alla corda in condizioni di collasso della prima
trave/colonna.
47
Analisi non lineari
Identificazione delle capacità
Sulle singole curve di pushover ottenute dalle analisi statiche non lineari, si
identificano i punti relativi al raggiungimento:
• Taglio: del collasso a taglio della prima trave/colonna
• Nodi: del collasso del primo nodo non confinato
48
Analisi non lineari
Sistema ad 1gdl equivalente
Per confrontare le capacità osservata nelle analisi non lineari con i diversi livelli di domanda
considerati occorre valutare le curve relative al sistema ad 1gdl equivalente.
• Tramite l’approssimazione bilineare della curva di capacità è possibile definire il livello di
duttilità associata ad ogni stato limite.
49
Analisi non lineari
Analisi statiche non lineari – Risultati
• Come osservato nelle analisi lineari il collasso flessionale precede le rotture per
taglio, gerarchia delle resistenze
• Maggiore degrado delle curve relative alla condizione di pieno carico
carico, fenomeni
del secondo ordine
• Potenziale risposta duttile limitata dal comportamento dei nodi non confinati
• Fattore di riduzione delle forze:
Rot. SLV, R = 4
50
Analisi non lineari
Analisi statiche non lineari – Risultati
• Come osservato nelle analisi lineari il collasso flessionale precede le rotture per
taglio, gerarchia delle resistenze
carico,
• Significativo degrado delle curve relative alla condizione di pieno carico
fenomeni del secondo ordine
• Potenziale risposta duttile limitata dal comportamento dei nodi non confinati
• Fattore di riduzione delle forze:
Rot. SLV, R = 2 - 2.5
Nodi, R = 1.25
51
Interventi di rinforzo
PD: progettazione dell’intervento di rinforzo
Ripristino danneggiamento:
• Ripristino del copriferro
• Ripristino delle armature soggette a corrosione
Adeguamento:
• Inserimento
I
i
t di elementi
l
ti strutturali
t tt li ((controventi,
t
ti solette)
l tt )
• Confinamento dei nodi (fibre di carbonio/vetro)
• Incremento della capacità degli elementi (fibre di
carbonio/vetro)
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Interventi di rinforzo
Ripristino copriferro e rinforzo nodi
• Ricostruzione dello strato di copriferro (malte a base
di cemento modificate con resine acriliche in
emulsione)
• Confinamento dei nodi con fibre di carbonio/vetro
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Interventi di rinforzo
Ripristino copriferro e rinforzo nodi
1) Sottofondo in calcestruzzo
2) Primo strato di malta cementizia
3)) Tessuto di rinforzo in fibra
4) Secondo strato di malta cementizia
5) Tessuto di rinforzo in fibra (eventuale)
6) Terzo strato di malta cementizia
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Interventi di rinforzo
Ripristino copriferro e rinforzo nodi
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Interventi di rinforzo
Ripristino copriferro e rinforzo nodi
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Interventi di rinforzo
Ripristino copriferro e rinforzo nodi
Preparazione del supporto ed
applicazione del primer epossidico
Particolare del rinforzo di un nodo
Posizionamento delle fibre di
carbonio al nodo
Rasatura delle superfici
Posizionamento delle fibre di
carbonio al pilastro
Finitura colorata e protettiva come
da richiesta del committente
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Interventi di rinforzo
Inserimento solette
• Ricostruzione dello strato di copriferro (malte a
base di cemento modificate con resine acriliche
in emulsione)
• I traversi di collegamento vengono resi solidali
rendendoli una soletta in CA
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Interventi di rinforzo
Inserimento solette
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Interventi di rinforzo
Inserimento elementi di controvento
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