cosa ci può dire il mercato delle Opzioni (letto su base Quantitativa) sul principale mercato mondiale, riguardo all’attuale fase rialzista sul mercato Usa. Ricordo che il mercato delle Opzioni è un mercato di iper specialisti, i quali si posizionano in funzione di anticipare cosa potranno fare (o non fare) i mercati sottostanti. Inoltre il mercato Usa è quello dove si concentrano i maggiori Volumi di Opzioni. Chiaramente le conclusioni su questo mercato possono essere da guida anche per gli altri mercati mondiali, soprattutto Europei (su cui comunque faccio dei report appositi). Iniziamo con il vedere l’andamento della Volatilità Implicita sull’S&P500 (dati giornalieri), conosciuta anche come Vix. Vi ricordo che il Vix rappresenta un valore medio delle Opzioni quotate sull’Indice S&P500. Una delle sue caratteristiche è di fare quasi sempre massimi su importanti minimi di mercato e talvolta minimi su importanti massimi di mercato. Vedremo anche altri Indicatori importanti da valutare come il Put/Call ratio e lo Skew di volatilità. Vediamo il grafico aggiornato con i dati del pomeriggio del 5 giugno (dati giornalieri a partire dal giugno 2011): 2000 80 S&P 500 Vix % 1800 70 1600 60 1400 50 1200 40 Alta 1000 30 media 4a Media 800 20 Bassa 10 4 n1 1Ju 4 pr -1 4 b1 1A 13 1Fe ec - ct -1 3 1D 1O 3 ug -1 3 n1 1A 1Ju 3 pr -1 3 b1 1A 12 1Fe ec - ct -1 2 1D 1O 2 ug -1 2 n1 1A 1Ju 2 pr -1 2 b1 1A 11 1Fe ec - -1 1 1D ct 1O 1A 1Ju n1 1 ug -1 1 600 Come si vede dal grafico il Vix è dal giugno 2013 che resta entro un livello di Volatilità tra Medio e Basso (vedi ellisse punteggiata in basso a dx)- tutto ciò ha ben accompagnato la decisa fase rialzista dell’S&P500 che prosegue a tutt’oggi. Si noti anche come gli ultimi 3 picchi di Volatilità siano stati su valori intorno alla media storica, par al 20,6%. L’ultimo picco di Volatilità significativo è stato il 3 febbraio (prezzi di S&P500 intorno a 1740), da dove è partita l’attuale gamba rialzista. Attualmente il Vix è in diminuzione da metà aprile ed è intorno al 12% ovvero poco sotto la fascia di volatilità Bassa su base storica. E’ dal febbraio 2013 che siamo mediamente su livelli di bassa eugenio sartorelli - www.investimentivincenti.it 1 volatilità e ciò in passato si è verificato tra il dicembre 2004 ed il marzo 2007- anche tra il 1993 ed il 1995 ci fu una lunga fase di Volatilità implicita mediamente bassa. Di fatto non si temono inversioni (o correzioni decise) del mercato ed è una situazione favorevole per la prosecuzione rialzista. Solo con un Vix che salisse verso il 18% e poi verso il 20% avremmo segnali di timori di correzioni più decise (diciamo di oltre il 5% e sino ad oltre il 10% a partire dai massimi del momento). Una ulteriore informazione possiamo averla dal rapporto del Volume di Put e Call, il famoso Put/Call ratio. Vediamo il grafico che rappresenta una media mobile esponenziale a 13 gg di questo ratio: 2000 S&P 500 P/C Ratio 1.6 1.5 1800 1.4 1600 1400 1.3 1.2 1.1 1200 1000 1.0 0.9 0.8 800 0.7 0.6 1A 1Ju n1 1 ug -1 1 1O ct -1 1 1D ec -1 1 1Fe b12 1A pr -1 2 1Ju n12 1A ug -1 2 1O ct -1 2 1D ec -1 2 1Fe b13 1A pr -1 3 1Ju n13 1A ug -1 3 1O ct -1 3 1D ec -1 3 1Fe b14 1A pr -1 4 1Ju n14 600 Come vedete dalla figura, anche questo rapporto fa spesso massimi nei pressi di minimi importanti del S&P500, mentre minimi di P/C ratio sono, con una buona frequenza, nelle vicinanze di massimi di mercato (soprattutto se avvengono su livelli storicamente bassi). Questo è da considerarsi un indicatore Contrarian come il Vix. Qui ho messo in evidenza come dai massimi di P/C ratio intorno al 24 giugno 2013 (vedi inizio della retta obliqua tratteggiata), quando l’S&P500 fece un minimo di rilievo, ci sia stato una tendenza al ribasso di questo indicatore. Solo tra aprile e maggio c’è stata una parziale ripresa di P/C ratio ma sempre al di sotto livelli medi storici. Attualmente è dal 19 maggio che questo indicatore scende, cosa che indica scarsi timori di correzioni (perlomeno decise) dell’S&P500. Pertanto anche questo indicatore indica un clima favorevole al rialzo e solo un P/C ratio che tornasse verso 0,9 e poi verso 1 indicherebbe che vi sono seri timori di arresto della fase rialzista. Come ulteriore indicatore vediamo il Volatility Skew. Non entro nei dettagli di questo indicatore che ha una sua struttura complessa. Mi limito a dire che la sua caratteristica è di crescere durante le eugenio sartorelli - www.investimentivincenti.it 2 tendenze rialziste, poiché in queste fasi la Volatilità Implicita delle Put out of the money tende a crescere. Pertanto risulta efficace là dove il Vix è debole, ovvero soprattutto durante le fasi di Top dell’S&P500. Vediamo il grafico: 2000 S&P 500 Volatility Skew 160 155 1800 150 1600 1400 145 140 135 1200 1000 130 125 120 800 115 110 1A 1Ju n1 1 ug -1 1 1O ct -1 1 1D ec -1 1 1Fe b12 1A pr -1 2 1Ju n12 1A ug -1 2 1O ct -1 2 1D ec -1 2 1Fe b13 1A pr -1 3 1Ju n13 1A ug -1 3 1O ct -1 3 1D ec -1 3 1Fe b14 1A pr -1 4 1Ju n14 600 L’andamento dello Skew è piuttosto frastagliato – tuttavia risulta evidente come nei pressi di massimi dell’S&P500 (o di fasi di particolare spinta) lo Skew tenda a fare dei massimi particolarmente accentuati. L’ultimo massimo evidente di Skew è avvenuto il 17 marzo- successivamente l’S&P500 ha fatto una leggera correzione tra il 3 e l’11 aprile. Attualmente questo indicatore è intorno alla sua media e considerando che l’S&P500 è intorno ai suoi massimi storici anche qui abbiamo un segnale di scarsi timori di correzioni e quindi di fiducia nell’attuale fase rialzista dei prezzi. Vediamo anche il rapporto tra Volatilità Implicita e Storica per avere ulteriori informazioni: eugenio sartorelli - www.investimentivincenti.it 3 2100 90 S&P 500 Vix/Volat. St. % 80 1900 70 1700 60 1500 50 1300 40 1100 30 900 20 2 ug -1 2 1O ct -1 2 1D ec -1 2 1Fe b13 1A pr -1 3 1Ju n13 1A ug -1 3 1O ct -1 3 1D ec -1 3 1Fe b14 1A pr -1 4 1Ju n14 n1 1A 1Ju 2 b1 1A 1Fe ec - 1D ct 1O n1 1A 1Ju pr -1 2 0 11 500 -1 1 10 1 ug -1 1 700 Questo rapporto di Volatilità (di non facile interpretazione) può fare massimi nelle vicinanze di massimi o di minimi di mercato - inoltre i minimi del rapporto segnano, o meglio confermano, quasi sempre l’inizio di un trend. Nel grafico ho messo in evidenza (retta verticale punteggiata) come dopo i minimi dell’S&P500 dell’11 aprile questo indicatore abbia avuto un buono spunto rialzista che è tutto’ora in atto. Anche questo è un buon segnale di fiducia nel rialzo dell’S&P500. Tirando un po’ le somme, gli indicatori Quantitativi legati al mercato delle Opzioni sono piuttosto concordi nel vedere pochi timori di correzioni dell’S&P500 (perlomeno correzioni superiori a quella di aprile o quella di febbraio). In pratica c’è una buona fiducia nelle potenzialità di continuazione del rialzo dei prezzi e quindi che l’S&P500 possa arrivare a nuovi massimi. A livello di Trading in Opzioni, considerando anche la bassa Volatilità, si potrebbero acquistare Call Out of the money su scadenza agosto o settembre, puntando ad un S&P500 che arrivi almeno a 1950 (o poco sopra). Considerando che la Volatilità non può scendere di molto degli strike idonei in termini di remunerazione/rischio possono collocarsi tra 1980 e 2000. Tendo conto del Theta (decadimento temporale del prezzo dell’Opzione)- Vega (perdita del prezzo dell’Opzione per la discesa di Volatilità)- Delta (apprezzamento dell’Opzione in proporzione al rialzo dell’S&P500). In alternativa, ma con differenti prospettive di utile e di gestione della posizione, potrebbe avere senso il classico Call debit Vertical Spread su scadenza luglio: acquisto Put 1930 e vendita di Put 1950. Ritengo idoneo chiudere in utile le posizioni per prezzi oltre 1950- anche se le cose vanno valutate di volta in volta all’evolvere dei prezzi del Sottostante e delle Opzioni. eugenio sartorelli - www.investimentivincenti.it 4
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