volatilità-skew- Usa-5-giu-2014

cosa ci può dire il mercato delle Opzioni (letto su base Quantitativa) sul principale mercato
mondiale, riguardo all’attuale fase rialzista sul mercato Usa.
Ricordo che il mercato delle Opzioni è un mercato di iper specialisti, i quali si posizionano in
funzione di anticipare cosa potranno fare (o non fare) i mercati sottostanti. Inoltre il mercato Usa è
quello dove si concentrano i maggiori Volumi di Opzioni. Chiaramente le conclusioni su questo
mercato possono essere da guida anche per gli altri mercati mondiali, soprattutto Europei (su cui
comunque faccio dei report appositi).
Iniziamo con il vedere l’andamento della Volatilità Implicita sull’S&P500 (dati giornalieri),
conosciuta anche come Vix.
Vi ricordo che il Vix rappresenta un valore medio delle Opzioni quotate sull’Indice S&P500. Una
delle sue caratteristiche è di fare quasi sempre massimi su importanti minimi di mercato e talvolta
minimi su importanti massimi di mercato.
Vedremo anche altri Indicatori importanti da valutare come il Put/Call ratio e lo Skew di volatilità.
Vediamo il grafico aggiornato con i dati del pomeriggio del 5 giugno (dati giornalieri a partire dal
giugno 2011):
2000
80
S&P 500
Vix
%
1800
70
1600
60
1400
50
1200
40
Alta
1000
30
media 4a
Media
800
20
Bassa
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4
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4
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1
600
Come si vede dal grafico il Vix è dal giugno 2013 che resta entro un livello di Volatilità tra Medio e
Basso (vedi ellisse punteggiata in basso a dx)- tutto ciò ha ben accompagnato la decisa fase rialzista
dell’S&P500 che prosegue a tutt’oggi. Si noti anche come gli ultimi 3 picchi di Volatilità siano stati
su valori intorno alla media storica, par al 20,6%.
L’ultimo picco di Volatilità significativo è stato il 3 febbraio (prezzi di S&P500 intorno a 1740), da
dove è partita l’attuale gamba rialzista.
Attualmente il Vix è in diminuzione da metà aprile ed è intorno al 12% ovvero poco sotto la fascia
di volatilità Bassa su base storica. E’ dal febbraio 2013 che siamo mediamente su livelli di bassa
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volatilità e ciò in passato si è verificato tra il dicembre 2004 ed il marzo 2007- anche tra il 1993 ed
il 1995 ci fu una lunga fase di Volatilità implicita mediamente bassa.
Di fatto non si temono inversioni (o correzioni decise) del mercato ed è una situazione favorevole
per la prosecuzione rialzista. Solo con un Vix che salisse verso il 18% e poi verso il 20% avremmo
segnali di timori di correzioni più decise (diciamo di oltre il 5% e sino ad oltre il 10% a partire dai
massimi del momento).
Una ulteriore informazione possiamo averla dal rapporto del Volume di Put e Call, il famoso
Put/Call ratio.
Vediamo il grafico che rappresenta una media mobile esponenziale a 13 gg di questo ratio:
2000
S&P 500
P/C Ratio
1.6
1.5
1800
1.4
1600
1400
1.3
1.2
1.1
1200
1000
1.0
0.9
0.8
800
0.7
0.6
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4
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Come vedete dalla figura, anche questo rapporto fa spesso massimi nei pressi di minimi importanti
del S&P500, mentre minimi di P/C ratio sono, con una buona frequenza, nelle vicinanze di massimi
di mercato (soprattutto se avvengono su livelli storicamente bassi). Questo è da considerarsi un
indicatore Contrarian come il Vix.
Qui ho messo in evidenza come dai massimi di P/C ratio intorno al 24 giugno 2013 (vedi inizio
della retta obliqua tratteggiata), quando l’S&P500 fece un minimo di rilievo, ci sia stato una
tendenza al ribasso di questo indicatore. Solo tra aprile e maggio c’è stata una parziale ripresa di
P/C ratio ma sempre al di sotto livelli medi storici. Attualmente è dal 19 maggio che questo
indicatore scende, cosa che indica scarsi timori di correzioni (perlomeno decise) dell’S&P500.
Pertanto anche questo indicatore indica un clima favorevole al rialzo e solo un P/C ratio che
tornasse verso 0,9 e poi verso 1 indicherebbe che vi sono seri timori di arresto della fase rialzista.
Come ulteriore indicatore vediamo il Volatility Skew. Non entro nei dettagli di questo indicatore
che ha una sua struttura complessa. Mi limito a dire che la sua caratteristica è di crescere durante le
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tendenze rialziste, poiché in queste fasi la Volatilità Implicita delle Put out of the money tende a
crescere. Pertanto risulta efficace là dove il Vix è debole, ovvero soprattutto durante le fasi di Top
dell’S&P500.
Vediamo il grafico:
2000
S&P 500
Volatility Skew
160
155
1800
150
1600
1400
145
140
135
1200
1000
130
125
120
800
115
110
1A
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4
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600
L’andamento dello Skew è piuttosto frastagliato – tuttavia risulta evidente come nei pressi di
massimi dell’S&P500 (o di fasi di particolare spinta) lo Skew tenda a fare dei massimi
particolarmente accentuati.
L’ultimo massimo evidente di Skew è avvenuto il 17 marzo- successivamente l’S&P500 ha fatto
una leggera correzione tra il 3 e l’11 aprile.
Attualmente questo indicatore è intorno alla sua media e considerando che l’S&P500 è intorno ai
suoi massimi storici anche qui abbiamo un segnale di scarsi timori di correzioni e quindi di fiducia
nell’attuale fase rialzista dei prezzi.
Vediamo anche il rapporto tra Volatilità Implicita e Storica per avere ulteriori informazioni:
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3
2100
90
S&P 500
Vix/Volat. St.
%
80
1900
70
1700
60
1500
50
1300
40
1100
30
900
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Questo rapporto di Volatilità (di non facile interpretazione) può fare massimi nelle vicinanze di
massimi o di minimi di mercato - inoltre i minimi del rapporto segnano, o meglio confermano,
quasi sempre l’inizio di un trend.
Nel grafico ho messo in evidenza (retta verticale punteggiata) come dopo i minimi dell’S&P500
dell’11 aprile questo indicatore abbia avuto un buono spunto rialzista che è tutto’ora in atto.
Anche questo è un buon segnale di fiducia nel rialzo dell’S&P500.
Tirando un po’ le somme, gli indicatori Quantitativi legati al mercato delle Opzioni sono piuttosto
concordi nel vedere pochi timori di correzioni dell’S&P500 (perlomeno correzioni superiori a
quella di aprile o quella di febbraio). In pratica c’è una buona fiducia nelle potenzialità di
continuazione del rialzo dei prezzi e quindi che l’S&P500 possa arrivare a nuovi massimi.
A livello di Trading in Opzioni, considerando anche la bassa Volatilità, si potrebbero acquistare
Call Out of the money su scadenza agosto o settembre, puntando ad un S&P500 che arrivi almeno a
1950 (o poco sopra).
Considerando che la Volatilità non può scendere di molto degli strike idonei in termini di
remunerazione/rischio possono collocarsi tra 1980 e 2000. Tendo conto del Theta (decadimento
temporale del prezzo dell’Opzione)- Vega (perdita del prezzo dell’Opzione per la discesa di
Volatilità)- Delta (apprezzamento dell’Opzione in proporzione al rialzo dell’S&P500).
In alternativa, ma con differenti prospettive di utile e di gestione della posizione, potrebbe avere
senso il classico Call debit Vertical Spread su scadenza luglio: acquisto Put 1930 e vendita di Put
1950.
Ritengo idoneo chiudere in utile le posizioni per prezzi oltre 1950- anche se le cose vanno valutate
di volta in volta all’evolvere dei prezzi del Sottostante e delle Opzioni.
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