SIME 2014 - docvadis

ORMONI, SESSUALITÀ E
TERZA ETÀ
Moderatori:
A. Panico
Medico Chirurgo, Specialista in Endocrinologia, Napoli
Venerdì
23.05.2014
Sala
Igor Danischuk
15:25
F. Primiero
Professore Associato di Ginecologia e Ostetricia, “Sapienza” Università di Roma
F. Romanelli
Dipartimento di Medicina Sperimentale, Sezione di Fisiopatologia
Medica ed Endocrinologia, “Sapienza” Università di Roma
Sommario
L’invecchiamento della popolazione in Italia dal dopo guerra ad
oggi; nuove esigenze, nuove prospettive
R. Cagiano De Azevedo, C. Castagnaro
La visita di Medicina Estetica per la donna in menopausa: come
migliorare lo stato di salute realizzando una prevenzione mirata
R. Magnatta, F. Tomaselli, G. Trocchi, E. Bartoletti
Valutazione della composizione corporea, del metabolismo basale e dello stress ossidativo nelle donne in menopausa
V. Monda, A. Messina, D. Dorato, R. Crescenzo, N. Fraone, G. Messina, N. Napolitano, A. Dato, F. Palmieri, S. De Blasio, E. Bartoletti,
G.F. Nicoletti, F. D’Andrea
Impiego di ormoni bioidentici nella terapia antiaging: efficacia
e biodisponibilità
M. Metalla
Disfunzioni sessuali nell’aging male
F. Lombardo
Embricazione della terapia con nitrati ed inibitori delle fosfodiesterasi: un caso “sul filo del rasoio”
V.M. Magro
Il trattamento dei problemi sessuali in pazienti anziani: una
strategia adottata nello studio di medicina generale
V.M. Magro, G. Bucciardini, C. Curatola, M. Nardelli, G. Merone, A.
Minciotti, M.C. Giuliano
Discussione
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Ormoni, sessualità e terza età
nel mondo occidentale è rappresentato dall’invecchiamento della popolazione. Infatti, a partire dagli
anni ‘70 del secolo scorso, si è verificato un progressivo aumento della popolazione anziana dovuto alla
coincidenza di una ridotta natalità e di una maggiore durata di vita. In Italia l’attesa di vita alla nascita
è passata da 45 anni circa nel 1900, a 82 anni per la
donna e 75 anni per l’uomo oggi. Su cento nati il 90%
donne e l’80% degli uomini sopravvivono oltre i 65
anni rappresentando oggi il 17,8% della popolazione
generale. Secondo lo UN World Population Prospects
(1999 (35) nel 2050 la proporzione di persone di età
superiore ai 60 anni supererà, per la prima volta nella storia, la proporzione di ragazzi con età inferiore
ai 15 anni e 13 Paesi avranno più del 10% di anziani
(> 80 anni) nella loro popolazione. In questo panorama l’Italia avrà la percentuale leader del 14%. L’effetto più vistoso di questa modificazione demografica
è la transizione epidemiologica rappresentata dal
fatto che sono in diminuzione le malattie acute e
sono in netto aumento le malattie croniche. In questo quadro di globale invecchiamento della popolazione dobbiamo la richiesta di una buona sessualità
da parte di una popolazione maschile sempre più
anziana.
La definizione classica identifica la disfunzione
erettile (DE) come l’incapacità a raggiungere e mantenere una erezione sufficiente per avere un rapporto sessuale soddisfacente e si riferisce alla Consensus Conference dei National Institutes of Health
del 1993. Da parte sua il DSM-IV la definisce come:
“la persistente o ricorrente incapacità di ottenere
o mantenere una erezione peniena adeguata per
il completamento della attività sessuale”. In realtà
tali definizioni risultano deficitarie, in quanto non
precisano che il soddisfacimento debba riguardare entrambi i membri della coppia, per tale motivo
una definizione più precisa dal punto di vista sessuologico dovrebbe definire la DE come l’incapacità
dell’uomo di ottenere e/o mantenere una sufficiente
erezione del pene sia per la propria soddisfazione
che per quella del/della partner.
Evidentemente tale patologia può incidere notevolmente sull’autostima, nei rapporti affettivi e sociali e, in ultima analisi, provocare un declino del
senso generale di benessere del paziente.
Per molti anni, la diagnosi di DE è stata gravemente sottostimata a causa della riluttanza dei pazienti
e degli operatori sanitari a discutere della funzione
sessuale del paziente. L’interesse nella DE è aumentato grazie ai progressi ottenuti nella conoscenza
della fisiologia e della fisiopatologia dell’erezione
e allo sviluppo di nuove terapie tanto che oggi gli
uomini, le loro partner e i medici discutono più liberamente della DE e dei suoi trattamenti.
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Embricazione della terapia con nitrati ed inibitori delle fosfodiesterasi: un caso “sul filo del rasoio”
V.M. Magro,
Medico di Medicina Generale, Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG), Roma
Obiettivi. Il deficit erettile (vascolare, neurogeno,
iatrogeno) rientra nelle complicanze diabetiche. Comorbidità (ipertrofia prostatica-IP, angina microvascolare) e polifarmacoterapia condizionano le scelte
terapeutiche, spesso a svantaggio della qualità di
vita. Presentiamo un caso clinico complesso.
Materiali e Metodi. Maschio di 67 anni affetto
da IP, diabete di tipo 2 con arteriopatia periferica
e carotidea, neuropatia sensitivo-motoria ed autonomica, IRC, deficit erettile, cardiopatia ischemica
cronica con 3 episodi anginosi riferiti (ultimo anno)
per sforzi di moderata entità. Terapia: ASA 100 mg,
isosorbide dinitrato 5 mg al bisogno, isosorbide mononitrato 40 mg, carvedilolo 12,5 mg, amlodipina 10
mg, atorvastatina 40 mg, insulinoterapia basal-bolus, terazosina 5 mg. Cardioscintigrafia con deficit
di captazione apicale reversibile con coronarografia
negativa. Il paziente riferiva calo dell’umore, sofferenza, frustrazione dei propri bisogni sentimentali/
sessuali. Rifiutava videat urologico/protesi peniene.
Risultati. Iniziale down-titration del beta-blocco
con FC 105 bpm, quindi lento aumento (carvedilolo
50 mg) (FC 85 bpm), diminuzione di terazosina e
amlodipina. Embricazione nitrati-tadalafil: isosorbide mononitrato in chronic care, a 48 ore dall’ultima
assunzione di tadalafil; tadalafil 10 mg ad almeno
24 ore dall’assunzione di nitrato. Follow-up cardiouro-andrologico (Seattle Angina Questionnaire, IPSS,
EDITS), con score buoni a 6 mesi.
Conclusioni. Nelle scelte terapeutiche si sono seguite le indicazioni della Seconda Consensus di Princeton. Il deficit erettile rimane di difficile approccio
nel paziente complesso. La stabilità emodinamica,
l’assenza di eventi avversi/tolleranza, la soddisfazione del paziente hanno convinto a protrarre questo protocollo, modificandolo al bisogno (ivabradina, ranolazina).
Il trattamento dei problemi sessuali in pazienti
anziani: una strategia adottata nello studio di medicina generale
V.M. Magro
Medico di Medicina Generale, Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG), Roma
G. Bucciardini
Medico di Medicina Generale, Azienda Sanitaria 10, Figline Valdarno, Firenze
Venerdì 23 maggio 2014 - Sala Igor Danischuk
C. Curatola
Medico in Formazione Specifica per la Medicina Generale, Regione Emilia Romagna, Modena
M. Nardelli
Medico in Formazione Specifica per la Medicina Generale, Regione Lazio, Roma
G. Merone
Specialista in Scienze della Nutrizione, Roma
A. Minciotti
Medico di Medicina Generale, Regione Lazio, Montefiascone, Viterbo
M.C. Giuliano
Medico di Medicina Generale, Regione Sicilia, Gravina di
Catania
Obiettivi. I problemi sessuali degli anziani sono
ritenuti di minore importanza rispetto alla prevenzione/cura di patologie note. La vita sessuale stessa non viene indagata all’esame clinico. Gli inibitori
delle fosfodiesterasi, usati efficacemente nella terapia del deficit erettile, sono spesso prescritti e valutati (safety, compliance) al di fuori del setting della
Medicina Generale (MG). Materiali e Metodi. Veniva
indagata la vita sessuale di 15 assistiti (età media
65+5 anni) afferenti allo studio di MG: 12 avevano
una compagna stabile, 1 riferiva frequentazione di
più donne, 2 non riferivano una relazione sentimentale. Coronaropatie assenti. Dopo anamnesi/richiesta dello specifico problem solving, veniva calcolato l’International Index of Erectile Function (IIEF): 5
pazienti avevano uno score >25; 7 pazienti 17-25; 4
11-16. Dopo valutazione cardiologica ad 11 soggetti (score positivo per deficit lieve-moderato) veniva
proposto tadalafil 10 mg pre-rapporto. Un paziente
veniva poi scartato per diabete non controllato. Veniva effettuato ad 1 e 2 mesi un controllo tramite
Erectile Dysfunction Inventory Satisfaction (EDITS).
Risultati. L’EDITS score medio era 74 (range 6378) a 1 mese, 77 (70-82) a 2 mesi. Non vi era segnalazione di eventi avversi.
Conclusioni. La farmacoterapia attentamente monitorata con mezzi idonei può risultare sicura/di beneficio nell’anziano e attuabile nel setting della MG.
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