Intervento alla prostata: ora il rischio è minore

Intervento alla prostata: ora il rischio è
minore
Una nuova tecnica di intervento di prostatectomia rappresenta
una valida alternativa all'approccio tradizionale: sono minori
i rischi di incontinenza e di disfunzione erettile. Lo spiega
Aldo Massimo Bocciardi, il medico che l'ha ideata
all'Ospedale Niguarda di Milano.
14 marzo 2013
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L’Italia è all’avanguardia per una nuova tecnica di prostatectomia ormai conosciuta dagli specialisti del settore ma
ancora non molto diffusa. A qualche anno dalla sua introduzione pubblicata su European Urology i risultati non
deludono le aspettative: la tecnica tradizionale non regge il confronto riguardo ai rischi e ai disagi dei pazienti con
tumore alla prostata. Aldo Massimo Bocciardi, ideatore della tecnica e chirurgo all’ospedale Niguarda di Milano fa il
punto a Panorama spiegando perché i pazienti trarrebbero vantaggio da questo tipo di intervento.
Dottor Bocciardi, in cosa differisce la sua tecnica dall’approccio tradizionale?
La novità è che il rischio di disfunzione erettile e quello di incontinenza urinaria in seguito all’intervento sono ridotti al
minimo. Il motivo è che con questa tecnica si riesce a salvaguardare maggiormente i fasci vascolo-nervosi e rispettare le
strutture sfinteriali a parità di radicalità oncologica.
Come?
Il mio approccio consiste nel seguire una via anatomica di accesso alla prostata diversa da quella tradizionale. Con
quest’ultima il chirurgo cerca di risparmiare i nervi cavernosi puntando sulle potenzialità di ingrandimento ottico della
tecnica laparoscopica e sull’ampiezza di movimento e di rotazione del braccio robotico. Ma il passaggio degli strumenti
avviene proprio attraverso la zona più a rischio. Con la mia tecnica invece si entra dalla parte opposta incidendo lo
spazio tra la vescica e il retto. In questo modo raggiungiamo l’apice della prostata senza incontrare le strutture
anatomiche più importanti.
Quanti interventi avete fatto?
Allo stato attuale sono circa 400.
Con quali risultati?
Prima di tutto la degenza dura due o tre giorni contro i circa otto giorni e mezzo della media lombarda. Se uno
considera che la spesa per un ricovero è di almeno 500 euro al giorno allora ci rende conto del notevole risparmio.
E per il paziente quali vantaggi?
Sono importanti. Abbiamo i risultati che riguardano i primi duecento pazienti: il 95 per cento di loro ha continenza
immediata. Con la tecnica tradizionale invece i pazienti sono spesso incontinenti per un lunghissimo periodo, con gravi
disagi, anche psicologici, e un aggravio di spesa. Poi, altro risultato importante, circa il 40 per cento dei pazienti ha
un’attività sessuale normale entro un mese dall’intervento.
Lei effettua il suo intervento all’Ospedale Niguarda di Milano. Ci sono altri centri che effettuano questo
intervento?
Un altro chirurgo, Richard Gaston, effettua questo intervento in Francia dopo avere appreso da me la tecnica. In Italia si
applica anche a Roma, Grosseto e a Bassano del Grappa.
Che controlli dovrebbero fare gli uomini?
Direi il PSA dopo i 45 anni. Questo è l’esame che occorrerebbe fare una volta l’anno.