Memorie Scientifiche di Giovanni Crupi ` SUL TEOREMA DELL’ENERGIA NELLA MAGNETO–ELASTICITA G IOVANNI C RUPI R IASSUNTO . Si ricava il bilancio energetico per le equazioni della magneto–elasticit`a: all’uopo si introduce un vettore denominato “densit`a di corrente elasto–elettromagnetica”; si estende poi ai fenomeni magneto–elastici il concetto di velocit`a di propagazione dell’energia associata a un’onda e si studia al riguardo un caso particolare. Accanto alla ricca letteratura riguardante lo studio dei fenomeni magneto–idrodinamici sono stati pubblicati in questi ultimi tempi lavori in cui si considerano i fenomeni che nascono dall’accoppiamento delle piccole vibrazioni dei mezzi solidi, elettricamente conduttori, con campi elettromagnetici. Citiamo i lavori di Robey [1], Alpher e Rubin [2], Ba˜nos [3], Nardini [4]. Com’`e noto, nei fenomeni magneto–idrodinamici, che nascono dall’accoppiamento del moto dei fluidi conduttori con i campi elettromagnetici, l’aspetto energetico e` stato considerato da pi`u Autori, e tanto per richiamare alcuni possiamo citare Wal´en [5], Nardini [6], Carini [7, 8]. Si pu`o facilmente riscontrare che la trattazione di Nardini, relativa ai fluidi, e` senz’altro valida per qualunque mezzo deformabile; e` quindi atta a descrivere anche l’andamento energetico dei fenomeni magneto–elastici, in base alla constatazione che il bilancio energetico nella magnetodinamica dei mezzi deformabili si pu`o scrivere sommando le relazioni ottenibili, separatamente, per i soli fenomeni elettromagnetici e per i soli fenomeni di deformazione, come se tali fenomeni fossero fra loro indipendenti. Nel presente lavoro, per`o, preferisco ricavare il bilancio energetico dei fenomeni magneto–elastici direttamente dalle equazioni che reggono i fenomeni stessi: avr`o cos`ı, in primo luogo, l’occasione di introdurre un vettore G che chiamer`o “densit`a di corrente elasto–elettromagnetica”, perch´e e` atto a caratterizzare nel generico punto P la direzione, il verso e l’intensit`a della corrente di energia totale (meccanica ed elettromagnetica); in secondo luogo, basandomi sui risultati ottenuti, estendo ai fenomeni magneto–elastici la definizione di velocit`a di propagazione dell’energia associata ad un’onda, giungendo all’effettiva determinazione di tale velocit`a in un caso concreto. 1. – Il sistema differenziale che si pone a fondamento dei fenomeni magneto–elastici si ottiene associando le equazioni di Maxwell della elettrodinamica con l’equazione indefinita dei mezzi continui, opportunamente particolarizzata. Il quadro completo delle equazioni e` dato da: ∂ ˙ , B = − rot E ˙ ≡ ∂t ˙ + I = rot H, (1) D ∂Φ1 ∂Φ2 ∂Φ3 %¨s = %F − + I ∧ B, + + ∂x1 ∂x2 ∂x3 55 56 G. C RUPI div B = 0, (2) div D = %1 , I = γ(E + v ∧ B), B = µH, D = εE, (3) dove E indica l’intensit`a del campo elettrico, D lo spostamento elettrico, I la densit`a di corrente di conduzione, H l’intensit`a magnetica, B l’induzione magnetica, v la velocit`a della generica particella, s(P, t) lo spostamento all’istante t generico della particella che nello stato indeformato occupa la posizione P (x1 , x2 , x3 ), Φ1 , Φ2 , Φ3 gli sforzi specifici relativi al punto P ed alle direzioni degli assi del sistema cartesiano ortogonale di riferimento, ε la costante dielettrica, µ la permeabilit`a magnetica, γ la conducibilit`a elettrica, % la densit`a di massa del mezzo e %1 la densit`a spaziale di carica elettrica. Osserviamo che nei buoni conduttori la densit`a di carica spaziale %1 pu`o senz’altro essere posta eguale a zero. Infatti, anche se inizialmente non fosse nulla, essa tenderebbe a zero in un intervallo di tempo cos`ı breve che l’uso del metodo fenomenologico nella fase transitoria risulterebbe privo di senso [9, vol. I, p. 128]. Se limitiamo le nostre considerazioni ai fenomeni adiabatici1, per un noto teorema di Green (1839), le componenti del tensore degli sforzi Φik (Φik = Φki ), sono esprimibili in termini delle componenti del tensore di deformazione ∂sk 1 ∂si γik = + . (4) 2 ∂xk ∂xi Precisamente, se poniamo e11 = γ11 , e22 = γ22 , e33 = γ33 , e23 = 2γ23 , e31 = 2γ31 , e12 = 2γ12 si dimostra che [10] ∂f Φik = − (5) ∂eik dove f e` l’energia elastica per unit`a di volume. Proiettando la (1)3 sugli assi cartesiani ortogonali del sistema di riferimento Ox1 x2 x3 e tenendo conto delle (5), si ottengono le tre equazioni ∂ ∂f ∂ ∂f ∂ ∂f + + − %X1 − I ∧ B · u1 = 0, %¨ s1 − ∂x1 ∂e11 ∂x2 ∂e21 ∂x3 ∂e31 ∂ ∂f ∂ ∂f ∂ ∂f %¨ s2 − + + − %X2 − I ∧ B · u2 = 0, (6) ∂x ∂e ∂x ∂e ∂x 1 12 2 22 3 ∂e32 ∂ ∂f ∂ ∂f ∂ ∂f %¨ s3 − + + − %X3 − I ∧ B · u3 = 0, ∂x1 ∂e13 ∂x2 ∂e23 ∂x3 ∂e33 dove X1 , X2 , X3 sono le componenti cartesiane di F ed u1 , u2 , u3 sono rispettivamente i versori degli assi. Consideriamo una porzione S del mezzo elastico che nello stato di equilibrio naturale ha il volume τ ed e` delimitata dalla superficie σ. 1Le seguenti considerazioni valgono anche per fenomeni isotermici, a condizione di sostituire al potenziale elastico adiabatico quello isotermico. Memorie Scientifiche di Giovanni Crupi S UL TEOREMA DELL’ ENERGIA NELLA MAGNETO – ELASTICIT A` 57 Come e` noto, nel caso di piccole vibrazioni, cui noi vogliamo restringere la discussione, l’energia cinetica e l’energia elastica, al generico istante t, della porzione considerata sono espresse [11], con sufficiente approssimazione, dalle formule Z Z 1 %v 2 dτ, W = f dτ, T = 2 τ τ in cui % indica la densit`a di massa nello stato di equilibrio naturale. Segue che la variazione per unit`a di tempo dell’energia T + W nella porzione S in esame e` data da Z ∂f ∂f ∂f e˙ 11 + e˙ 22 + e˙ 33 (T + W )˙ = %˙s · ¨s + ∂e ∂e ∂e 11 22 33 τ ∂f ∂f ∂f + e˙ 23 + e˙ 31 + e˙ 12 dτ, ∂e23 ∂e31 ∂e12 e questa, dopo le (4), pu`o essere scritta nel modo seguente Z X ∂f ∂ s˙ i dτ, (T + W )˙ = %˙s · ¨s + ∂eik ∂xk τ (7) i,k con i, k = 1, 2, 3. Tenendo conto della identit`a ∂f ∂ s˙ i ∂ ∂f ∂ ∂f = s˙ i − s˙ i , ∂eik ∂xk ∂xk ∂eik ∂xk ∂eik ed indicando con X X ∂f Ak = s˙ i Φik = − s˙ i ∂eik i i (8) la k–esima componente cartesiana del vettore che si ottiene componendo il vettore velocit`a s˙ con il tensore degli sforzi Φik , la (7) e` suscettibile di assumere la forma Z Z X ∂ ∂f dτ, (9) (T + W )˙+ div A dτ = %˙s · ¨s − s˙ i ∂x k ∂eik τ τ i,k dove con A abbiamo indicato il vettore di componenti cartesiane Ak (k = 1, 2, 3). Questo vettore con la sua direzione, col suo verso e col suo modulo caratterizza nel generico punto P la direzione, il verso e l’intensit`a dell’energia meccanica che si propaga nello spazio occupato dal mezzo elastico. D’altra parte, moltiplicando le (6) rispettivamente per s˙ 1 , s˙ 2 , s˙ 3 e sommando membro a membro, si ricava l’equazione X ∂ ∂f %˙s · ¨s − s˙ i · = %F · s˙ + I ∧ B · s˙ , ∂xk ∂eik i,k che ci permette di mutare la (9) nella Z Z Z (T + W )˙+ div A dτ = %F · s˙ dτ + I ∧ B · s˙ dτ. τ τ (10) τ Allo scopo di poter esaminare il contributo del secondo integrale a secondo membro della (10), torniamo al sistema di Maxwell. Memorie Scientifiche di Giovanni Crupi 58 G. C RUPI Moltiplicando scalarmente la (1)1 per H, la (1)2 per E e sommando membro a membro le equazioni ottenute, si ricava la nota equazione ∂W 1 + div S + E · I = 0, (11) ∂t dove 1 W 1 = (H · B + E · D) ed S = E ∧ H 2 indicano rispettivamente la densit`a di energia elettromagnetica e la densit`a di corrente di energia (vettore di Poynting). Tenendo conto della (3)1 ed integrando la (11), si deduce Z Z ˙ 1 − div Sdτ − Q, (I ∧ B)˙sdτ = −W (12) τ τ dove Z Z W 1 dτ, W1 = e Q= τ τ I2 dτ γ indicano rispettivamente l’energia elettromagnetica contenuta nel volume τ e l’energia elettrica che in τ si trasforma in calore Joule nell’unit`a di tempo. Infine, ponendo G = A + S, (13) Z ed eliminando I ∧ B · s˙ dτ dalle (10) e (12), si ottiene, dopo facili operazioni, la cercata τ equazione del bilancio energetico relativo ai fenomeni magnetoelastici Z (T + W + W1 )˙ = Gni dσ + π − Q, (14) σ dove ni indica la normale interna a τ nel generico punto del contorno σ, Z Z π = %F · s˙ dτ e Gni dσ τ σ indicano rispettivamente il lavoro per unit`a di tempo (potenza) delle forze di massa ed il flusso entrante attraverso σ dell’energia elastico–elettromagnetica. Il vettore G, definito dalla (13), pu`o essere chiamato “densit`a di corrente elasto-elettromagnetica”, perch´e, come risulta dalle precedenti considerazioni, esso e` atto a caratterizzare nel generico punto P la direzione, il verso e l’intensit`a della corrente di energia totale (meccanica ed elettromagnetica). La (14) ci permette di enunciare il seguente teorema. Teorema 1. La variazione per unit`a di tempo dell’energia totale (energia cinetica + energia elastica + energia elettromagnetica), in una regione di volume τ di uno spazio che e` sede di fenomeni magneto–elastici, e` uguale al flusso interno del vettore G attraverso il contorno σ di τ aumentato della potenza delle forze di massa e diminuito della energia elettrica dissipata per effetto Joule. Memorie Scientifiche di Giovanni Crupi S UL TEOREMA DELL’ ENERGIA NELLA MAGNETO – ELASTICIT A` 59 2. — Sulla velocit`a di propagazione dell’energia nei fenomeni magneto-elastici – Se trascuriamo il contributo delle forze di massa e scriviamo la (14) sotto forma differenziale, si ottiene l’equazione 2 ˙ ? + div G = − I , W (15) γ avendo indicato con W ? la densit`a di energia complessiva, cio`e 1 1 (16) W ? = %v 2 + f + (E · D + H · B). 2 2 La (15) dal punto di vista formale e` analoga all’equazione dell’energia dell’Elettrodinamica. In questa analogia le grandezze magneto–elastiche W ? e G corrispondono rispettivamente alla densit`a di energia elettromagnetica ed al vettore di Poynting. A questo punto mi pare che, nel caso di grandezze sinusoidali, sia plausibile — per analogia alla definizione di velocit`a di propagazione dell’energia di un campo elettromagnetico sinusoidale — chiamare velocit`a di propagazione dell’energia magneto–elastica il rapporto tra il valore medio in un periodo del flusso del vettore G attraverso una superficie unitaria ad esso ortogonale ed il valore medio in un periodo dell’energia W ? . Applicando questa definizione mi propongo di eseguire i calcoli per caratterizzare, in un caso particolare, la formula che esprime, in termini delle costanti conosciute, la velocit`a di propagazione dell’energia magneto–elastica. 3. — Una soluzione particolare delle equazioni della magneto–elasticit`a – Consideriamo un solido elastico illimitato, omogeneo ed isotropo, e siano λ e ν le costanti di Lam´e. In tal caso, come e` noto, la energia elastica per unit`a di volume e` data dalla formula [10] 1 1 1 1 f = λΓ2 + ν e211 + e222 + e233 + e223 + e231 + e212 , (17) 2 2 2 2 dove Γ = e11 + e22 + e33 e` la dilatazione cubica. Tenendo conto della (17) e delle (4), le (6) possono riassumersi nell’unica equazione vettoriale %¨s − (λ + ν) grad div s − ν ∆ s = %F + I ∧ B, (18) ∂ dalla quale, facendo agire su ambo i membri l’operatore ed introducendo i parametri ∂t s r λ + 2ν ν Vc = , Vd = , (19) % % che — nei fenomeni elastici puri — rappresentano rispettivamente la velocit`a di propagazione delle onde di condensazione e delle onde di distorsione, si deduce l’equazione posta a fondamento nel citato lavoro di Nardini [4] ∂2v ∂K % 2 − %(Vc2 − Vd2 ) grad div v − %Vd2 ∆v = , (20) ∂t ∂t dove K = %F + I ∧ B. Restringiamo le nostre considerazioni al caso che il mezzo sia perfettamente conduttore e consideriamo un onda piana magneto–elastica che si propaga nella direzione del campo impresso H0 che supponiamo coincidente in direzione e verso con l’asse Ox3 del sistema inerziale di riferimento. Memorie Scientifiche di Giovanni Crupi 60 G. C RUPI In questo caso, come e` stato dimostrato da Nardini [4], le componenti della velocit`a della generica particella del solido elastico soddisfano alle equazioni 2 2 ∂ vi 2 ∂ vi (i = 1, 2), ∂t2 = a ∂x2 3 (21) 2 2 ∂ v3 = Vc2 ∂ v3 , ∂t2 ∂x23 con V 2 + Vd2 H02 2 a2 = a , V = µ . (22) a 1 + εµVa2 % Se ci limitiamo al caso particolare di onde a divergenza nulla, cio`e se consideriamo un solido elastico incomprimibile, alle (21) bisogna unire la seguente equazione div v = 0, (23) la quale — nel caso in esame di onde piane che si propagano nella direzione dell’asse Ox3 — assume la forma ∂v3 = 0, ∂x3 da cui, trattandosi di fenomeni ondosi, si deduce facilmente che v3 = 0, (24) e questa esprime che il vettore v vibra ortogonalmente alla direzione di propagazione dell’onda. Poich´e, dopo la (24), le sole componenti significative di v sono v1 e v2 , e` lecito affermare, dopo le (21), che nel caso in discussione la velocit`a della generica particella soddisfa all’equazione ∂2v ∂2v = a2 2 . (25) 2 ∂t ∂x3 Una semplice soluzione della (25), suscettibile di essere interpretata come onda piana, propagantesi nella direzione e nel verso di H0 , e` rappresentata da x 3 v = v0 cos ω −t , (26) a dove v0 e` un vettore costante ed ortogonale ad H0 , a e` la velocit`a di fase ed ω e` una costante assegnata. Passiamo adesso al calcolo delle grandezze E ed H. Essendo infinita la conducibilit`a, dalla (3)1 si ottiene che E = −µv ∧ H, (27) e quindi la (1)1 assume la forma ˙ = rot(v ∧ H). H (28) Per una nota formula di calcolo vettoriale, rot(v ∧ H) = (H grad)v − H div v + v div H − (v grad)H, e quindi, tenendo conto della (23), della (2)1 , della (24) e del fatto che le grandezze dipendono dalla sola coordinata spaziale x3 , si ha ∂v rot(v ∧ H) = H3 . (29) ∂x3 Memorie Scientifiche di Giovanni Crupi S UL TEOREMA DELL’ ENERGIA NELLA MAGNETO – ELASTICIT A` 61 Poich´e H = H0 + h, (30) essendo h il contributo del campo indotto, la (2)1 si specializza nella div h = 0, da cui ∂h3 = 0, ∂x3 quindi, trattandosi di fenomeno ondoso, h3 = 0. (31) Segue che la (28), dopo le (29), (30) e (31), assume la forma ∂v , (32) h˙ = H0 ∂x3 da cui, tenendo presente la (26), si ha H0 v. (33) h=− a La (33) esprime che nell’onda magneto–elastica che si propaga nella direzione e nel verso del campo impresso H0 le grandezze h e v sono antiparallele. Il campo elettrico e` dato dalla formula E = µH0 ∧ v, (34) che si deduce dalla (27), dopo aver tenuto conto delle (26), (30) e (33). Infine, ricordando che nella teoria delle vibrazioni elastiche v = s˙ (P, t), si ha x v0 3 s = − sin ω − t + s0 . (35) ω a 4. Calcolo della velocit`a di propagazione dell’energia associata all’onda magneto– elastica. – Non computando il campo magnetico omogeneo impresso al mezzo, si ottiene per la densit`a di corrente di energia elettromagnetica associata all’onda l’espressione x µH02 2 3 v0 cos2 ω − t i3 , (36) S=E∧h= a a dove i3 indica il versore di Ox3 . Prima di passare al calcolo delle componenti del vettore A, definite dalle (8), osserviamo che nel caso dell’onda considerata ∂s2 ∂s1 e11 = 0, e22 = 0, e33 = 0, e23 = , e31 = , e12 = 0, (37) ∂x3 ∂x3 e quindi l’energia elastica per unit`a di volume e` data dalla formula 1 f = ν(e223 + e231 ), (38) 2 che si ottiene dalla (17), tenendo presenti le (37). Quindi, dalla formula (8), tenendo conto delle (24), (26) e (38), si ricavano le x v2 3 A1 = 0, A2 = 0, A3 = ν 0 cos2 ω −t . (39) a a Infine, dopo le (36) e (39), la densit`a di corrente magneto–elastica, definita dalla (13), e` data da x v2 3 G = (µH02 + ν) 0 cos2 ω − t i3 . (40) a a Memorie Scientifiche di Giovanni Crupi 62 G. C RUPI D’altra parte, tenendo conto delle (26), (38), (37), (35), (33) e (34), si deduce per l’energia totale per unit`a di volume, definita dalla (16), la formula x 1 v2 3 W ? = (%a2 + ν + µH02 + εµ2 H02 a2 ) 02 cos2 ω −t , (41) 2 a a non avendo computato nel calcolo dell’energia magnetica il contributo (costante) del campo impresso H0 . E se osserviamo che, in virt`u delle (22) e della (19)1 , (% + εµ2 H02 )a2 = ν + µH02 , la (41) pu`o essere scritta nella forma pi`u semplice x v2 3 −t . (42) W ? = (ν + µH02 ) 02 cos2 ω a a La (40) esprime che la corrente di energia associata ad un’onda magneto–elastica, propagantesi nella direzione e nel verso di H0 , si propaga nella stessa direzione e nello stesso verso dell’onda. Infine, applicando la definizione posta al n. 2 e tenendo conto che, nel caso in esame, G e W ? contengono lo stesso fattore temporale, la velocit`a di propagazione dell’energia si ottiene facendo semplicemente il rapporto dei coefficienti che compaiono nei secondi membri delle (40) e (42). Si ha cos`ı la seguente formula s ν + µH02 W =a= , % + εµ2 H02 la quale esprime che, nel caso particolare considerato, la velocit`a di propagazione dell’energia coincide con la velocit`a del fronte d’onda e della fase. Riferimenti bibliografici [1] D. H. Robey. Magnetic dispersion of sound in electrically conducting plates. J. Acoust. Soc. Am., 25, 603–609, 1953. [2] R. A. Alpher, R. J. Rubin. Magnetic dispersion and attenuation of sound in conducting fluids and solids. J. Acoust. Soc. Am., 26, 452–453, 1954. [3] A. Ba˜nos Jr. Normal modes characterizing magneto–elastic plane waves. Phys. Rev., 104, 300–305, 1956. [4] R. Nardini. Sui fronti d’onda nella magneto–elasticit`a. Rend. Sem. Mat. 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