PAM Barometer - Ottobre 2014

SOTTOPESO
–
NEUTRALE
SOVRAPPESO
+
VARIAZIONE
MENSILE
Variazione massima




Azioni
ASSET CLASS GLOBALI
Confermiamo il
posizionamento neutrale
sull’azionario a fronte di
una crescita ancora debole
al di fuori degli USA.
Obbligazioni
Liquidità
Oro
Petrolio
USD
AZIONARIO: REGIONI E STILI
DI INVESTIMENTO
Sovrappesiamo i titoli
europei poiché la debolezza
dell’euro dovrebbe favorire
le esportazioni e far
crescere gli utili aziendali.
Giappone
USA
Paesi Europa
Paesi Pacifico
Paesi emergenti

Mid & Small Cap
Value
Energia
AZIONARIO: SETTORI
Manteniamo l’orientamento
ciclico e il sovrappeso di
energia, materiali e
industria.
Materiali
Industria
Beni voluttuari
Beni di prima
necessità
Sanità
Finanza
Informatica
Telecomunicazioni
Utilities
REDDITO FISSO
Ampliamo a neutrale
l’esposizione al debito
emergente in valuta locale,
essenzialmente in
previsione di un rimbalzo di
diverse divise dei Paesi in
via di sviluppo.
Obbligazioni
governative EUR
Obbligazioni Corp.
Invest. Grade EUR
Obbligazioni Corp.
High Yield EUR
Debito Emerg.
Hard Curr. (USD)
Debito Emerg.
Local Currency
EM Corporate

Maggiore esposizione
alle azioni europee
Pictet Asset Management Strategy Unit
Aggiornamento mensile per gli investitori in euro: prospettive a tre mesi
Ottobre 2014
Aggiornamento mensile
Pictet Asset Management
Strategy Unit
Pubblicato il 29 settembre 2014
Il mercato globale
Asset allocation
Le azioni battono le obbligazioni; il dollaro vola
Restiamo neutrali sulle azioni;
il rally dell’USD evidenzia
la divergenza fra le politiche
monetarie
In settembre i mercati azionari mondiali hanno
superato quelli obbligazionari, ma i guadagni sono
stati modesti, in quanto i dati deludenti su Europa
e Giappone hanno offuscato lo slancio dell’economia
statunitense. Per un breve periodo, l’S&P 500 ha
toccato un nuovo massimo storico per poi perdere
terreno prima della fine del mese.
La Banca Centrale Europea ha accelerato il ritmo
dell’allentamento monetario tagliando i tassi di
riferimento per impieghi e raccolta ed ipotizzando
l’acquisto di ABS e covered bonds. Lo scarso
successo ottenuto dai nuovi prestiti a tassi
ultravantaggiosi offerti dalla BCE (sono stati
richiesti appena 82,6 miliardi di euro) ha alimentato
le speculazioni su un imminente acquisto di titoli
sovrani da parte dell’autorità monetaria. Le
indicazioni della Federal Reserve appaiono invece
meno chiare: mentre le previsioni ufficiali della Fed
sui tassi di interesse indicano un inasprimento, le
dichiarazioni dei suoi membri restano concilianti.
Sui mercati valutari, l’USD ha raggiunto i
massimi degli ultimi quattro anni rispetto ad un
paniere delle principali valute. Il dollaro gode delle
attese di un aumento dei tassi nella prima metà del
2015 reso possibile da una solida crescita
economica, aumento che decreterebbe la separazione
fra la politica monetaria statunitense e quelle di
Area Euro e Giappone.
Il dollaro ponderato per l’interscambio è in rialzo
dal secondo semestre 2011 parallelamente alla
ripresa dell’economia statunitense (si veda grafico).
L’EUR, per contro, è sceso sotto quota 1,27 USD
per la prima volta in quasi due anni a causa della
debolezza dell’attività economica che ha alimentato
l’ipotesi di un ulteriore allentamento monetario da
parte della BCE. Ha perso terreno anche lo yen, che
ha toccato i minimi degli ultimi sei anni contro il
dollaro (attorno a 110 JPY) per poi registrare un
lieve recupero dopo che il Premier Shinzo Abe ha
espresso preoccupazione per l’impatto economico di
un forte ribasso della divisa. La recente flessione
dello yen ha favorito l’azionario nipponico, che ha
segnato un massimo settennale in valuta locale.
La robustezza dell’USD ha tuttavia penalizzato
azioni, obbligazioni e valute dei mercati emergenti.
I Paesi fortemente dipendenti dai finanziamenti
esteri, come Sudafrica, Turchia e Brasile, hanno
subito le perdite più marcate sul fronte valutario ed
azionario. La borsa cinese ha ceduto oltre il 4%
sulla scia dei crescenti timori per la debolezza del
settore residenziale e dell’attività industriale.
Nell’ambito del reddito fisso, lo scarto fra
rendimenti dei titoli USA e tedeschi a 2 anni si è
ampliato a 63 punti base, il livello più alto da inizio
2007, alla luce delle aspettative di un maggior
divario fra le politiche monetarie di Stati Uniti ed
Europa. Nel complesso, i mercati obbligazionari
hanno chiuso il mese al ribasso per effetto delle
attese di un primo rialzo dei tassi di interesse da
parte della Fed all’inizio del prossimo anno. I titoli
denominati in USD hanno battuto i bond emergenti
in valuta locale, fanalini di coda del mese, che
hanno riportato una perdita di oltre il 3%.
Le commodity sono state penalizzate sia dal vigore
del dollaro americano, sia dai timori di un eccesso
di offerta. Il prezzo del Brent è sceso ai minimi
degli ultimi due anni in quanto aumento
dell’offerta e debolezza dell’economia europea
hanno prevalso sulle crescenti tensioni politiche in
Medio Oriente. In ribasso anche l’oro, che perde
quasi il 6% mensile toccando il livello più basso
degli ultimi otto mesi.
LA RIPRESA DEGLI USA LANCIA IL DOLLARO
2000 —
— 100
USD ponderato per l’interscambio (dx)
Sorprese economiche USA vs G10*
0—
— 95
-2000 —
-4000 —
— 90
-6000 —
— 85
-8000 —
— 80
-10000 —
. 20
14
09
. 20
13
09
. 20
12
09
. 20
11
09
. 20
10
09
09
. 20
09
08
. 20
09
07
. 20
09
06
. 20
09
. 20
05
— 75
09
09
. 20
04
-12000 —
* In che misura i dati economici pubblicati superano le stime di consensus
Fonte: Thomson Reuters Datastream, Citigroup
2 | BAROMETER | OTTOBRE 2014
Confermiamo il posizionamento neutrale
sulle azioni: le prospettive più rosee per
l’economia USA ed i continui stimoli
monetari sono infatti compensati dalla
lentezza della ripresa in Europa, in
Giappone e nei Paesi emergenti.
Pur ritenendo più probabile un rialzo
dei mercati azionari – anche perché il
recente calo dell’inflazione statunitense
potrebbe ritardare il rialzo dei tassi di
riferimento – non possiamo ignorare la
flessione evidenziata dai nostri indicatori
di tendenza.
La traiettoria futura di obbligazioni
e dollaro americano appare invece
più chiara. Il recupero dell’economia
statunitense dovrebbe infatti innescare
un rialzo dei rendimenti obbligazionari
ed un ulteriore apprezzamento dell’USD.
Il vigore del dollaro sottolinea una
volta di più la divergenza fra la politica
monetaria degli USA e quella degli altri
Paesi. Confermiamo quindi il sottopeso
del reddito fisso ed il sovrappeso
dell’USD.
I nostri indicatori del ciclo economico
segnalano un divario sempre più ampio
fra Stati Uniti e resto del mondo. Negli
USA, la fiducia dei consumatori e l’attività
economica sono in aumento, tanto
che alcuni indici regionali dell’attività
manifatturiera, come il New York Fed
e il Philadelphia Fed, hanno toccato i
massimi da luglio 2004. Anche il mercato
residenziale sembra ritrovare slancio,
mentre la recente flessione dell’inflazione
core è a nostro avviso solo temporanea e
non preclude il raggiungimento del target
della Fed (2%) nel primo trimestre del 2015.
Per contro, nell’Area Euro l’attività
economica evidenzia una decelerazione,
soprattutto in Germania, Francia ed Italia.
I nuovi piani di finanziamento della BCE a
tassi agevolati destinati al settore bancario
hanno avuto scarso successo, mentre
permangono pressioni deflazionistiche.
Fonte: Pictet Asset Management, Thomson Reuters Datastream / JPM and BoA Merrill Lynch
PRINCIPALI ASSET CLASS
OBBLIGAZIONI: SPREAD ASSET CLASS
—0
09
06
03
. 20
14
0—
.20
14
—2
. 20
14
2—
01
3
—4
12
.2
09
. 20
14
06
03
01
3
12
.2
06
03
12
.2
.20
14
— 80
. 20
14
80 —
09
. 20
13
— 90
.20
13
90 —
. 20
13
— 100
01
2
100 —
4—
. 20
13
— 110
—6
09
110 —
6—
.20
13
— 120
—8
06
120 —
— 10
8—
01
2
— 130
12
.2
130 —
09
. 20
12
EM Hardemergenti
Currencyinvsvaluta
US Treasuries
Mercati
forte vs Treasury USA
Euro Investment
Grade vs
Bunds
Obbligazioni
investment
grade
in euro vs. Bund
Euro High Yield
Bunds
Obbligazioni
highvsyield
in euro vs. Bund
10 —
— 140
. 20
12
140 —
In punti
percentuali
percentage
points
. 20
13
— 150
MSCIGlobal
GlobalEquities
equities
MSCI
JPMGlobal
GlobalBonds
bonds
JPM
GSCI Index
Indice
GSCI
USD
USD
09
150 —
03
PERFORMANCE: ASSET CLASS
ROTAZIONE DEI SETTORI AZIONARI E PERFORMANCE VALUTARIA
PERFORMANCE: VALUTE VS USD
ROTAZIONE DEI SETTORI AZIONARI GLOBALI:
PERFORMANCE TITOLI CICLICI E DIFENSIVI
120 —
— 120
USA
US
UEM
EMU
MERCATI
EMERGENTI
EM
GIAPPONE
JP
115 —
— 115
110 —
— 110
105 —
— 105
100 —
— 100
110 —
— 110
EUR
GBP
CHF
JPY
105 —
— 105
100 —
— 100
95 —
— 95
90 —
— 90
85 —
— 85
80 —
— 80
. 20
14
09
.20
14
06
. 20
14
03
01
3
12
.2
09
. 20
13
.20
13
06
. 20
13
03
01
2
12
.2
09
09
06
03
12
.2
09
06
03
12
.2
. 20
12
— 70
. 20
14
70 —
.20
14
— 85
. 20
14
85 —
01
3
— 75
. 20
13
75 —
.20
13
— 90
. 20
13
90 —
01
2
— 95
09
. 20
12
95 —
BAROMETER | OTTOBRE 2014 | 3
Fonte: Pictet Asset Management, Thomson Reuters Datastream
INDICATORI PROPENSIONE AL RISCHIO
VARIAZIONE MENSILE
Variazione massima
AVVERSIONE AL RISCHIO
–
ASSETTO NEUTRALE
PROPENSIONE AL RISCHIO
+

Ciclo economico

Liquidità
Valutazione
Sentiment
Strategia PAM
CICLO ECONOMICO: CRESCITA DELL’ECONOMIA MONDIALE ANCORA MODESTA
INDICE DELL’ATTIVITÀ MONDIALE E CRESCITA DEL PIL REALE
%
20 —
15 —
10 —
CRESCITA SEQUENZIALE DELL’ATTIVITÀ MONDIALE (M/M)
%m/m
%m/m
0.7 —
0.7 —
0.6 —
0.6 —
0.5 —
0.5 —
0.4 —
0.4 —
0.3 —
0.3 —
0.2 —
0.2 —
0.1 —
0.1 —
0.0 —
0.0 —
-0.1 -0.1
— —
-0.2 -0.2
— —
-0.3 -0.3
— —
Indice
di tendenza
Leading
index (Q/Q(Q/Q
an.)an.)
Indice
di tendenza
(Y/Y)
Leading
index (Y/Y)
Crescita
PILgrowth
mondiale
(Y/Y)
World GDP
(Y/Y)
5—
0—
-5 —
-10 —
-15 —
-20 —
99 00 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10
11
12 13
14
Indicatore
di
tendenza
mondiale
World
leading
indicator
World
leading
indicator
MediaAverage
(dal
1999)
(since
Average
(since
99) 99)
08.201212.2012
12.201204.2013
04.201308.2013
08.201312.2013
12.201304.2014
04.201408.2014
08.2014
08.2012
SLANCIO ECONOMICO MODESTO NEI G10; LIEVE PEGGIORAMENTO NELLE AREE EMERGENTI
INDICATORE DI TENDENZA G10: CRESCITA M/M
08.2012
08.2012
INDICATORE DI TENDENZA MERCATI EMERGENTI: CRESCITA M/M
%m/m
%m/m
0.7 —
0.6
0.6 —
—
0.5 —
0.5 —
0.4 —
0.4 —
—
0.3
0.3 —
—
0.2
0.2 —
0.1
0.0
0.1 —
-0.1
0.0 —
—
-0.2 —
-0.1 —
-0.3 —
-0.2 —
—
-0.4
-0.3 —
-0.5
G10 leading
leading
indicatorG10
Indicatore
di tendenza
World
indicator
Average
(since
Media
(dal
1999)
Average
(since
99)99)
1.0 —
0.8 —
EM
leadingdiindicator
Indicatore
tendenza mercati emergenti
Average
(since
99)
Media (dal
1999)
0.6 —
0.4 —
0.2 —
0.0 —
-0.2 —
12.2012
12.2012
04.2013
04.2013
4 | BAROMETER | OTTOBRE 2014
08.2013
08.2013
12.2013
12.2013
04.2014
04.2014
08.2014
08.2014
08.2012
12.2012
04.2013
08.2013
12.2013
04.2014
08.2014
Fonte: Pictet Asset Management, Thomson Reuters Datastream
VALUTAZIONE: MERCATI E SETTORI AZIONARI
PAESI E SETTORI
REGIONI
MSCI
CRESCITA EPS
2014
2015
USA
Europa
UEM
Svizzera
Regno Unito
Giappone
Mercati emergenti
Asia escluso Giappone
Globale
9%
6%
9%
1%
3%
6%
7%
13%
7%
SETTORI MSCI
GLOBAL
CRESCITA EPS
2014
2015
Energia
Materiali
Industria
Beni voluttuari
Beni di prima necessità
Sanità
Finanza
Informatica
Telecom
Utility
9%
7%
11%
1%
4%
11%
7%
13%
-4%
5%
CRESCITA FATTURATO
2014
2015
12%
13%
17%
12%
8%
11%
11%
9%
11%
4%
0%
0%
2%
1%
2%
7%
6%
4%
4%
3%
3%
4%
2%
3%
7%
7%
4%
CRESCITA FATTURATO
2014
2015
7%
16%
13%
16%
10%
11%
13%
11%
9%
2%
1%
1%
4%
4%
3%
8%
5%
4%
2%
1%
2%
5%
5%
6%
5%
5%
5%
7%
3%
2%
P/E
2014
12M
P/BV
2014E
P/FATTURATO
2014E
DY
2014E
16,8
15,0
14,8
17,2
14,3
14,4
12,1
12,6
15,6
15,5
13,8
13,3
15,9
13,6
13,7
11,2
11,9
14,5
2,4
1,7
1,4
2,4
1,8
1,1
1,4
1,4
1,9
1,6
1,1
0,9
2,1
1,1
0,6
0,7
0,7
1,2
2,1%
3,5%
3,4%
3,1%
3,7%
2,0%
2,7%
2,6%
2,5%
P/E
2014
12M
P/BV P/FATTURATO
2014E
2014E
DY
2014E
13,0
16,1
16,6
17,0
19,2
18,4
13,3
16,8
15,9
14,9
12,4
14,5
15,3
15,4
18,0
17,2
12,2
15,6
15,1
14,8
1,4
1,7
2,1
2,4
3,3
3,4
1,2
2,9
2,0
1,4
0,7
1,0
0,8
1,0
1,1
1,9
1,6
2,0
1,3
0,9
LIQUIDITÀ: LA FED PROCEDE COL TAPERING MA GLI
STIMOLI MONETARI CONTINUANO NEL RESTO DEL MONDO
INDICATORE DEL SENTIMENT ORA NEUTRALE
SIZE OF CENTRAL BANKS’ BALANCE SHEETS
INDICE DEL CICLO DEL SENTIMENT PICTET
10 —
Indicizzato
Indexed
Fed
Fed
BCE
ECB
BOE
BOE
BOJ
BOJ
SNB
BNS
600 —
500 —
400 —
— 600
8—
— 2200
Pictetdel
Sentiment
Index
(LHS)
Indice
sentiment
Pictet
(sx.)
S&P500
500COMPOSITE
COMPOSITE- –PRICE
PRICE
INDEX
(RHS)
S&P
INDEX
(RHS)
+/-11STD
STD
+/-
— 2000
6—
— 500
— 400
4—
2—
SEGNALE
BUY DI
ACQUISTO
SIGNAL
200 —
— 200
100 —
— 100
-2 —
-4 —
-6 —
3
01
01
4
.2
.2
08
01
4
3
01
08
.2
.2
02
02
01
2
.2
01
2
.2
0
01
08
.2
02
01
0
.2
02
9
00
00
9
.2
08
00
8
.2
02
.2
08
08
-8 —
-10 —
— 1400
SELL
SEGNALE
SIGNAL
DI
VENDITA
— 1200
— 1000
09
. 20
1
11 2
. 20
1
01 2
. 20
1
03 3
. 20
1
05 3
. 20
1
07 3
. 20
1
09 3
. 20
1
11 3
. 20
13
01
. 20
1
03 4
. 20
1
05 4
. 20
14
07
. 20
14
09
. 20
14
—0
0—
— 1800
— 1600
0—
— 300
300 —
3,2%
2,7%
2,4%
2,0%
2,9%
2,0%
3,4%
1,6%
4,3%
4,0%
BAROMETER | OTTOBRE 2014 | 5
6 | BAROMETER | OTTOBRE 2014
LA FLESSIONE DELL’ATTIVITÀ ECONOMICA GLOBALE RELEGA LE AZIONI
IN UNA RISTRETTA FASCIA DI OSCILLAZIONE
20 —
Performance % dell’MSCI ACWI su 3 mesi mobili in USD (dx)
Indicatore di tendenza mondiale di Pictet,
tasso annuale destagionalizzato a 3 mesi
15 —
—8
—6
10 —
—4
5—
0—
—2
-5 —
—0
-10 —
— -2
-15 —
— -4
-20 —
. 20
14
09
. 20
14
03
09
. 20
13
. 20
13
03
09
. 20
12
. 20
12
03
03
09
. 20
11
— -6
. 20
11
-25 —
09
. 20
10
Tuttavia le condizioni di credito e la
domanda di prestiti da parte delle
imprese continuano a migliorare. Le
nubi che incombono sul settore bancario
della regione potrebbero dissiparsi dopo
il completamento della revisione della
qualità degli asset (AQR) che la BCE
condurrà in ottobre per verificare la salute
degli istituti di credito. Un altro segnale
positivo è rappresentato dal recente
calo dell’euro, che dovrebbe favorire le
esportazioni nei prossimi mesi.
In Giappone l’economia resta fiacca,
come evidenziato dalla flessione della
spesa delle famiglie e dell’attività
industriale – dati che hanno spinto il
governo a rivedere al ribasso le previsioni
di crescita per la prima volta in cinque
mesi. I costanti progressi del mercato del
lavoro e l’aumento dei salari sono forse
gli unici elementi positivi in un Paese che
subisce ancora gli effetti dell’incremento
dell’imposta sui consumi entrato in vigore
lo scorso aprile.
Data la situazione, non sarà facile
raggiungere l’obiettivo di inflazione
sottostante del 2% e nei prossimi mesi
la Banca del Giappone (BoJ) potrebbe
essere costretta ad ampliare il raggio del
quantitative easing sino ad includere un
aumento del target monetario.
In Cina, la produzione industriale ha
toccato il livello più basso dal 2008 nel
quadro di un generale rallentamento
del l’at t iv it à e conom ica. I l s et tore
residenziale, che rappresenta oltre il 15%
della produzione annua cinese, continua
a perdere terreno, ma si attende una
stabilizzazione nei prossimi mesi per
effetto della ripresa delle costruzioni. La
Banca Popolare Cinese, che ha già riversato
500 miliardi di yuan nelle principali
banche per favorire un assestamento
dell’economia, potrebbe varare a breve
nuove misure.
Nelle aree in via di sviluppo la crescita
resta debole, e sinora il deprezzamento
delle valute emergenti non è riuscito ad
Fonte: Thomson Reuters Datastream, Pictet Asset Management
invertire la tendenza ribassista dei nostri
indicatori. Tuttavia, in base ai nostri calcoli,
le divise di queste aree sono sottovalutate
del 13,5% rispetto ai livelli di equilibrio
di lungo termine, a tutto vantaggio delle
esportazioni.
Le condizioni di liquidità restano
favorevoli a livello globale. Negli Stati
Uniti, dove mancano poche settimane alla
conclusione del quantitative easing, un
eventuale inasprimento delle condizioni
di liquidità potrebbe essere compensato
da una robusta crescita dei prestiti bancari
(attualmente pari a circa l’8% annuo).
Nell’Area Euro, il quadro dovrebbe invece
migliorare grazie alla disponibilità della
BCE a concedere ulteriori prestiti di
emergenza in dicembre e nel 2015 sino ad
un ampliamento del bilancio dagli attuali
2.000 miliardi a 3.000 miliardi di euro
(picco raggiunto nel 2012). È interessante
notare che, per quanto la BCE appaia oggi
più determinata, l’offerta di liquidità netta
al sistema bancario si è dimezzata rispetto
al 2012.
Anche per il Giappone e la Cina
prevediamo un miglioramento delle
condizioni di liquidità grazie al varo di
nuove misure di allentamento.
Gl i i nd icator i del sent i ment
globale sono discordanti. I sondaggi
fra gli investitori hanno rivelato un
posizionamento molto meno ottimista
rispetto all’inizio dell’estate ed una
riduzione delle posizioni lunghe degli
hedge f u nd che preludono ad u n
possibile nuovo rialzo delle azioni. Tali
sviluppi sono però controbilanciati dai
fattori tecnici che suggeriscono una lieve
correzione a breve.
Le valutazioni azionarie si confermano
leggermente negative, il che è in linea
con il progredire della fase rialzista.
Il mercato statunitense, protagonista
del rally globale, resta il più oneroso in
base al P/E relativo, mentre le piazze
emergenti asiatiche, reduci da una netta
flessione, sono le più convenienti. Se da
un lato siamo preoccupati per le costanti
revisioni al ribasso delle stime di utili
che interessano quasi la totalità dei
mercati, dall’altro i titoli obbligazionari
restano a nostro avviso più cari di quelli
azionari.
Allocazione azionaria regionale e settoriale
Sovrappeso dell’Europa, ponderazione neutrale dei mercati emergenti
Tuttavia, questi elementi positivi sono
attenuati dalla debolezza dell’attività
economica e dai disinvestimenti dal
mercato azionario.
Il nostro posizionamento prudente
sugli Stati Uniti è dettato dai timori per
le condizioni non ottimali della liquidità
e le valutazioni elevate. Mentre i nostri
indicatori del ciclo economico continuano
a puntare verso un forte slancio, gli
indici dell’azionario statunitense hanno
già registrato record storici; inoltre,
valutazioni pari a 15,8 volte gli utili
prospettici a 1 anno sono onerose in
base ai nostri calcoli. Crediamo che la
situazione presenti dei rischi, soprattutto
in un momento in cui la Fed sta riducendo
gli stimoli monetari.
Sul Giappone confermiamo un assetto
neutrale. Le azioni nipponiche sono
scambiate più o meno in linea con il resto
del mercato. Anche se la banca centrale
continuerà probabilmente a sostenere
l’economia con misure accomodanti,
pre o cc upa u n event ua le s e condo
incremento dell’imposta sui consumi,
soprattutto alla luce delle ripercussioni
della prima maggiorazione, rivelatesi più
gravi del previsto. Inoltre, gli investitori
sembrano eccessivamente ottimisti sulla
borsa giapponese dopo il rialzo che ha
portato il Nikkei ai massimi dal 2007.
In termini di allocazione settoriale
confermiamo la preferenza per le aree
cicliche a buon mercato, sovrappesando
energia, materiali e industria. Il comparto
energetico ha registrato una correzione
su l la scia del for te calo men si le
del petrolio ed è attualmente il più
conveniente in base ai nostri punteggi.
Ravvisiamo un potenziale di rialzo in
quest’area, soprattutto perché il prezzo
del greggio è vicino al limite inferiore
del range e l’intensificarsi delle tensioni
geopolitiche aumenta le possibilità di
un’interruzione della produzione. I titoli
finanziari dovrebbero beneficiare del
rialzo dei tassi negli Stati Uniti e delle
migliori prospettive per il mercato del
credito. Il settore meno allettante resta
quello della sanità, caratterizzato da
valutazioni elevate e ingenti posizioni.
VALUTAZIONI AZIONARIE EUROPEE NON PIÙ ELEVATE RISPETTO AI PEER GLOBALI
Premio di rischio dell’area euro rispetto alle borse mondiali*
— -1.0
-1.5 —
— -1.5
09
09
09
09
09
. 20
09
. 20
09
. 20
09
. 20
09
. 20
09
. 20
09
. 20
09
. 20
. 20
14
-1.0 —
. 20
13
— -0.5
. 20
12
-0.5 —
. 20
11
— 0.0
. 20
10
0.0 —
09
— 0.5
08
0.5 —
07
— 1.0
06
1.0 —
05
— 1.5
04
1.5 —
03
— 2.0
02
2.0 —
09
A livello di allocazione regionale,
aumentiamo la ponderazione dell’Europa
si no a l s ov rapp e s o e r iduc i a mo
l’investimento nei mercati emergenti a
livello neutrale. Confermiamo inoltre
l a s ot t o e s p o si z io ne a l l’a z io n a r io
st at u n it e n s e, e s s e n z i a l me nte p er
motivi di valutazione. La decisione di
sovrappesare il mercato europeo è dettata
dalle condizioni favorevoli della liquidità
e dal potenziale di crescita offerto dalla
debolezza dell’euro. Il recente progresso
degli aggregati monetari della regione e la
flessione della moneta unica suggeriscono
infatti che il rischio di deflazione (ora
nelle stime di consensus) possa essere
sopravvalutato.
Inoltre, il programma della BCE
per l’acquisto di ABS e covered bonds,
studiato per ridare vita al settore dei
prestiti e scongiurare la minaccia
deflazionistica, è l’ultima tappa prima
di un vero e proprio QE. Se questi
interventi mirati non sortiranno l’effetto
desiderato, la banca centrale potrebbe
prendere in considerazione l’acquisto
di titoli di Stato su larga scala (ma
anche la mancata attuazione del QE
non sarebbe necessariamente negativa
per il mercato azionario, in quanto
implicherebbe un miglioramento della
situazione economica). Le valutazioni
de l l e a z io n i e u r o p e e n o n s o n o
particolarmente convenienti, ma ciò si
deve prevalentemente al fatto che gli utili
aziendali restano insolitamente bassi per
questa fase del ciclo economico.
Nelle ultime settimane anche le valute
emergenti si sono svalutate rispetto
al dollaro americano. Tale flessione
aumenta la competitività dei Paesi in via
di sviluppo sul fronte delle esportazioni
proprio mentre la domanda estera tende
a salire. Le valutazioni dell’azionario
emergente si confermano favorevoli,
anche se lo sconto offerto dall’asset class
rispetto ai mercati avanzati si è ridotto
dal 30% dello scorso marzo al 20% attuale.
* misurato sulla differenza fra i rendimenti azionari e i rendimenti obbligazionari a 10 anni; dati MSCI Euro zone, MSCI World e Citigroup Government Bond.
Fonte: Thomson Reuters Datastream
BAROMETER | OTTOBRE 2014 | 7
Pictet Asset Management
Via Fratelli Gabba, 1/A
20121 Milano
www.pictetfunds.it
Reddito fisso
Cresce l’attrattiva del debito emergente in valuta locale
1
(che tendono invece a diminuire). La
liquidità giornaliera fornita da diversi
ETF high yield statunitensi potrebbe
inoltre ampliare le oscillazioni dei
prezzi, specialmente se più investitori
intendono vendere contemporaneamente.
Pe r q u e s t o m o t i vo m a n t e n i a m o
un’esposizione neutrale alle emissioni
non investment grade. Attualmente il
nostro posizionamento è neutrale su tutti
i segmenti corporate, nel quadro di una
maggiore cautela nei confronti del rischio
di credito globale.
Su altri mercati abbiamo incamerato
dei profitti su posizioni valutarie di lunga
data. Ad esempio, nelle ultime settimane
abbiamo considerevolmente ridotto il
sottopeso dello yen rispetto al dollaro, alla
luce della recente flessione della valuta
nipponica. Lo stesso è accaduto per la
posizione corta sull’euro, leggermente
ridimensionata dopo il deprezzamento
della moneta unica nei confronti dell’USD.
Siamo tuttavia consapevoli che l’euro
potrebbe scende ancora, a causa di un
possibile ulteriore allentamento da parte
della BCE e della progressiva riduzione
degli stimoli monetari negli USA.
Una politica più accomodante dovrebbe
comunque avere un effetto meno marcato
sui titoli di Stato europei, in particolare su
quelli italiani e francesi, già scambiati a
livelli elevati.
Olivier Ginguené, Chairman
Pictet Asset Management Strategy Unit
Luca Paolini, Chief strategist
Pictet Asset Management
VALUTE EMERGENTI DECISAMENTE
SOTTO AL FAIR VALUE
%
25 —
20 —
Deviazione dall’equilibrio
+/–1 deviazione standard
--2 deviazioni standard
— 25
— 20
Valute
emergenti — 15
sopravvalutate
— 10
15 —
10 —
5—
—5
0—
—0
-5 —
— -5
-10 —
— -10
-15 —
-20 —
— -15
Valute emergenti sottovalutate
— -20
19
94
19
96
19
98
20
00
20
02
20
04
20
06
20
08
20
10
20
12
20
14
Il debito emergente in valuta locale
appare sempre più interessante, poiché le
valutazioni di bond e divise non riflettono
le prospettive a lungo termine delle
economie in via di sviluppo. Ciò vale
soprattutto per le valute emergenti, che
in base ai nostri modelli sono scambiate
nell’insieme a circa due deviazioni
standard sotto al fair value. Siamo quindi
passati da una posizione di sottopeso ad
una neutrale sull’asset class, mantenendo
comunque un approccio selettivo. Real
brasiliano e lira turca sono fra le divise
con il maggior potenziale di rialzo a breve
termine, mentre altre, come il rublo russo,
sono ancora penalizzate dalle vicende
geopolitiche.
Anche alcuni mercati obbligazionari
presentano valutazioni estremamente
allettanti. I titoli di stato messicani
denom i nat i i n peso appaiono
particolarmente interessanti grazie al forte
aumento dell’extra rendimento offerto
rispetto ai Treasury americani (lo spread
fra i tassi messicani e statunitensi a 5 anni
fra 5 anni si attesta a 400 punti base, un
livello ingiustificabile).1 Per finanziare
questo investimento abbiamo ridotto la
posizione sul debito corporate emergente
da lunga a neutrale, una decisione in parte
dettata dai timori per le condizioni del
mercato, non più liquido come un tempo.
Il contesto d i l iqu id ità sembra
peggiorare anche in altri segmenti del
mercato dei corporate bonds, soprattutto
nel l’h ig h y ield, dove au ment a lo
squilibrio fra il volume di titoli nei fondi
di investimento (in costante crescita) e le
scorte dei market maker dell’asset class
Fonte: Pictet Asset Management
PICTET STRATEGY UNIT
Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU) è il
gruppo di investimento responsabile delle linee guida di
asset allocation in ambito azionario e obbligazionario,
nonché in materia di valute e commodity.
Ogni mese, la PSU definisce una politica generale in
base all’analisi dei seguenti fattori:
•ciclo economico: indicatori di tendenza proprietari,
inflazione
•liquidità: politica monetaria, variabili creditizie/
monetarie
•valutazioni: premio di rischio azionario, divario di
rendimento, multipli e dati storici
•aspettative: indice del sentiment Pictet (indagini
fra gli investitori, indicatori tattici)
I tassi 5y5y si riferiscono alle attese degli investitori circa il livello dei tassi a 5 anni fra 5 anni.
Il presente materiale è destinato esclusivamente agli investitori professionali. Esso non è comunque concepito per la distribuzione a persone o entità aventi cittadinanza o residenza in una località, Stato, paese o altra
giurisdizione in cui tale distribuzione, pubblicazione o utilizzo sono in contrasto con norme di legge o regolamentari.
Le informazioni utilizzate per la preparazione del presente documento sono basate su fonti ritenute attendibili, ma non si rilascia alcuna dichiarazione o garanzia in merito alla loro accuratezza o completezza. Tutte le opinioni,
stime e previsioni sono suscettibili di modifica in qualsiasi momento senza preavviso. Si invitano gli investitori a leggere il prospetto informativo o il memorandum d’offerta prima di effettuare sottoscrizioni nei fondi gestiti
da Pictet. Il trattamento fiscale dipende dalla situazione individuale di ciascun investitore e può essere soggetto a cambiamenti in futuro. Le performance del passato non sono indicative dei rendimenti futuri. Il valore degli
investimenti e il reddito che ne deriva possono tanto aumentare quanto diminuire, e non sono garantiti. Potete non ottenere in restituzione l’importo originariamente investito.
Il presente documento è stato emesso in Svizzera da Pictet Asset Management SA, e nel resto del mondo da Pictet Asset Management Limited, società autorizzata e soggetta alla regolamentazione della Financial Conduct
Authority, e non può essere riprodotto o distribuito, in tutto o in parte, senza la loro preventiva autorizzazione.
Per gli investitori britannici, le SICAV multicomparto Pictet e Pictet Total Return domiciliate in Lussemburgo sono considerate «recognized collective investment schemes» ai sensi della section 264 del Financial Services and
Markets Act 2000.
I fondi svizzeri di Pictet, autorizzati per la distribuzione unicamente in Svizzera ai sensi della Legge federale sugli investimenti collettivi di capitale, sono considerati «unregulated collective investment schemes» nel Regno
Unito. Il Gruppo Pictet gestisce hedge funds, fondi di hedge funds e fondi di fondi di private equity non autorizzati per la distribuzione al pubblico nell’ambito dell’Unione Europea e considerati «unregulated collective investment
schemes» nel Regno Unito.
Per gli investitori australiani, Pictet Asset Management Limited (ARBN 121228 957) è esonerata dall’obbligo di possedere una licenza per i servizi finanziari australiani ai sensi del Corporate Act 2001.
Per gli investitori statunitensi, la vendita di azioni negli Stati Uniti o a “US Persons” avverrà unicamente tramite collocamento privato ad «accredited investors» in base all’esenzione dalla registrazione presso la SEC ai sensi
della section 4(2) e della Regulation D Private placement exemptions della legge del 1933 nonché ai clienti qualificati secondo la definizione della legge del 1940. Le azioni dei fondi Pictet non sono state registrate ai sensi della
legge del 1933 e pertanto, ad eccezione delle transazioni non in contrasto con la legislazione statunitense in materia di titoli, esse non possono essere offerte o vendute direttamente o indirettamente negli Stati Uniti o a “US
Persons”. Le società di gestione di fondi d’investimento del Gruppo Pictet non saranno registrate ai sensi della legge del 1940.
© Copyright 2014 Pictet - Emesso a Ottobre 2014.
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