IL CAFFÈ 8 giugno 2014 21 tra parentesi Gli apripista USA È consuetudine che, al termine del pranzo, il cameriere confezioni ciò che non si è consumato. La tendenza ITALIA Il bon ton di antica memoria lo proibirebbe, oggi lo si fa senza problemi, come fece nel 2009 Michelle Obama. Da sapere Anche la doggy bag 1 combatte lo spreco, e Fido se la sorride Chiedere i resti al ristorante è trendy PATRIZIA GUENZI I n una società in cui tutto si spreca e si sciala, la doggy bag è un altro ottimo sistema per evitare di riempire di cibo ancora commestibile il sacco dei rifiuti. In fondo, anche quella scatoletta in cui riporre gli avanzi del pranzo al ristorante, per portarli al quattrozampe di famiglia, può nel suo piccolo combattere la brutta abitudine di gettare via gli alimenti. Proposta da decenni negli Stati Uniti, in tutti i tipi di ristoranti, lentamente la doggy bag è una realtà pure in Europa. Anche in Svizzera, da Ginevra a Berna sino al Ticino, nessuno più si stupisce della richiesta. Superata la vergogna da parte del cliente di voler fare economia pure con gli avanzi, quasi ovunque è ormai un’ovvietà chiedere al cameriere di impacchettare quel che è restato nel piatto. Anche perché a Fido ci pensiamo costantemente, sopratutto quando siamo lontani, magari ricoverati in un ospedale. E, al proposito, è più che apprezzabile la decisione del San Giovanni di Bellinzona che consente ai malati terminali di condividere la giornata con il proprio quattrozampe (vedi articolo a lato). Alcuni ristoratori, stanchi di gettare via il cibo, si sono spinti più in là: chi lascia qualcosa nel piatto paga una multa. Apripista in Ticino, il Patrizietta di Losone. Meglio quindi chiedere la doggy bag. In Italia ancora oggi tutti ricordano Michelle Obama che a Roma, in occasione del G8 2009, con disinvol- INGHILTERRA La regina Elisabetta sollecitò gli invitati a portarsi via gli avanzi della torta di nozze del nipote William. tura portò via la carbonara avanzata al ristorante. In Cina è normalissimo dire “dabao” a fine pasto, che più o meno significa “mi faccia un pacchetto”. Anche in Francia si esce dai ristoranti stellati con la borsettina. Le iniziative antispreco trovano un convinto alleato in GastroTicino, federazione che raggruppa esercenti e albergatori. Una scelta che ha contagiato anche gli chef stellati. “In realtà i nostri piatti vengono ripuliti per bene – osserva soddisfatto José De La Iglesia, chef della Fattoria Moncucchetto di Lugano -. Ma non avremmo niente in contrario”. A volte capita di lasciare qualcosa non tanto perché il cibo non è gra- dito, quanto perché l’appetito è scarso. “Alcune persone, soprattutto anziane, non abituate a mangiare molto mi chiedono gli avanzi per poterli consumare il giorno dopo”, dice Trevor Appignani, chef Alla Cantina di Tegna. Qualche anno fa è partita in Italia la prima rete di ristoranti anti spreco, oggi presente in tutto il Paese, “Il buono che avanza”. Tra i primi promotori anche lo chef Pietro Leeman, del Joia, locarnese trapiantato a Milano. Mentre per Expo 2015, il consorzio Comieco ha promosso un concorso riservato a studenti universitari, architetti e designer per la miglior doggy Bag da offrire in occasione dell’evento. Un premio in denaro andrà alle tre idee migliori a condizione che rispettino le caratteristiche di facile riciclabilità, funzionalità e soprattutto ecosostenibilità. Intanto, non si placa la polemica sollevata dal ristorante più costoso al mondo, Sublimotion, da poco aperto a Ibiza, nell’hard Rock Hotel: 1600 euro a testa per una cena. Lo chef Pablo Roncero ha lavorato con Ferran Adrià e ci sa tanto che nessuno oserà mai chiedergli una doggy bag. Un’esperienza unica e irripetibile (visto il costo!): ambiente personalizzabile, tecnologie da realtà virtuale, proiezioni di immagini, musica, giochi di luce e diffusione di profumi. La sala si trasforma in una foresta incantata o in un luogo hightech. Bè, anche a costo di fare la scarpetta neanche una briciola resterà nel piatto. [email protected] Q@PatriziaGuenzi NEL SECCHIO In Svizzera si gettano via 289 kg di cibo a testa l'anno lungo la filiera alimentare, un terzo dei quali direttamente dai consumatori. In una famiglia di 4 persone, si buttano 2mila franchi l'anno di cibo 2 NEL FRULLATORE Ogni volta che prepariamo un centrifugato con frutta e verdura, gli scarti si depositano nel cestello. Ricette gustose trasformano questo scarto in una risorsa da riutilizzare in cucina. 3 LE BUCCE E LO SCRUB Le bucce di frutta e verdura, soprattutto se biologiche, sono un ottimo scrub del viso efficace, al 100% naturale. Prendete dei pezzetti di bucce d’arancia o melograno; bucce di banana come esfoliante. 4 LE PULIZIE DI CASA Ottime le bucce dei limoni per eliminare il calcare dal bollitore, dai tappi dei lavandini e dagli erogatori della doccia. Immergerli per un’ora in un contenitore con acqua bollente e scorze di limone. 5 IN CUCINA Le foglie di ravanello sono perfette per un pesto alternativo. Coi ciuffi delle carote si prepara un ottimo patè da spalmare sui crostini e con le bucce delle mele una salsa per verdure grigliate. 6 PROFUMI LOW COST Le bucce di mandarini e limoni unite a fiori come la lavanda o a spezie come la cannella o i chiodi di garofano, possono essere riutilizzate per la preparazione di colorati pout-pourri profumati. CINA Dire “dabao” al cameriere a fine pasto è normale. Più o meno significa “mi faccia un pacchetto”. L’iniziativa Quattrozampe in camera e la degenza va meglio A vere un animale domestico e non poterlo vedere è doloroso. Soprattutto se si è ricoverati all’ospedale, lontani da casa e dal proprio amico a quattrozampe. Se negli anni case per anziani e istituti di cura a poco a poco sono diventati più elastici, permettendo di tanto in tanto una capatina di Fido o, a volte, anche una presenza quotidiana, in un ospedale tutto ciò, a giusta ragione, è molto più complicato. Eppure, con un po’ di impegno si può ovviare alle difficoltà. Ci ha provato l’ospedale di Bellinzona che da qualche tempo permette ai pazienti soli, che non hanno nessuno, la vicinanza del proprio animale domestico negli ultimi giorni di vita. Per questo il nosocomio della capitale è stato insignito dalla Protezione animali di Bellinzona come “Istituto amico degli animali”. Gli effetti benefici della presenza di un cane o di un altro animale al letto del malato sono oggi scientificamente dimostrati, il loro contributo è prezioso nella cura di molte patologie. Coccole e carezze possono rendere più sostenibile il periodo più difficile, quello della malattia. Ma anche nella vecchiaia, mantenere i contatti con un animale è un’ottima terapia. Ecco perché, all’interno di alcune case per anziani del cantone, è ormai consuetudine ospitare almeno un gatto che si aggira tra le camere e fa compagnia agli ospiti. Così come, una volta la settimana, un animatore entra nell'istituto con il proprio cane per praticare la pet therapy. Si sa, soprattutto con pazienti che hanno patologie neurologiche, come chi ha subito un ictus, la presenza di Fido può far molto. Non solo cure mediche e pasticche dunque, ma anche attività complementari, che fanno leva sulla sfera emotiva e psico-relazionale, possono contribuire in maniera sostanziale a migliorare la qualità di vita di una persona.
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