Alle ciliegie non si resiste Territorio e divertimento Tesori da scoprire: il medioevo abita a Civate Buon cibo Quanta voglia di grigliata! Salute, benessere e famiglia La primavera in un viso splendente Anno 1 - Numero 4 maggio 2014 Costo € 1, una copia omaggio per i possessori di CartAmica Una tira l’altra, è una tentazione più che uno slogan 2 RivistAmica Dolci e succose, ci dicono che l’estate è vicina. Viaggio attraverso i campi sperimentali di Valtellina, le innumerevoli varietà e qualche idea originale per gustarle e conservarle Primo piano Si possono consumare semplicemente, in ogni momento della giornata, una a una, perdendo il conto e inebriandosi di questi frutti gustosissimi, oppure si possono mettere nella macedonia, o anche farne marmellate e conserve. I cuochi più fantasiosi le usano come condimento per alcuni piatti di carne, in particolare la selvaggina. Ci ricordano terre lontane come il Giappone, dove i ciliegi in fiore sono uno spettacolo per gli occhi e regalano dolcissimi doni, simbolo di prosperità, ma i nostri territori non sono certo da meno: in Valtellina la produzione avviene però in quantità molto limitate. Sperimentazione e qualità in Valtellina In particolare, a Sondrio e a Ponte di Valtellina, esistono campi sperimentali con diverse varietà, che vengono studiate ed esaminate dalla Fondazione Fojanini di Studi Superiori di Sondrio, centro didattico sperimentale per le coltivazioni locali e più in generale per l’agricoltura alpina. Regina e Kordia sono le piante di ciliegio coltivate in questi campi valtellinesi e la sperimentazione, che prevede la valutazione della produttività, è realizzata in collaborazione con il gruppo di lavoro internazionale Alpe Adria, rappresentato oltre che dall’Italia anche da Slovenia, Austria, Croazia, Serbia, Bosnia e Ungheria. Valutazioni circa la qualità e la conservabilità dei frutti permettono di poter dare indicazioni agli agricoltori e ai tecnici locali per introdurre nuove varietà nell’ambito frutticolo valtellinese, con l’intento di diffondere in special modo le tecniche di agricoltura biologica e a ridotto impatto ambientale. Una grande famiglia Oltre a quelle già citate, fra le tipologie di ciliegia più diffuse c’è l’Amarena, dal colore rosso intenso e il sapore acidulo: matura a partire da giugno ed è disponibile fino a luglio. La si usa per la produzione di sciroppi, marmellate e liquori; i suoi frutti sono ottimi anche canditi, ideali per decorare i dolci. La varietà Durone di Verona è fra le più presenti nei banchi dei nostri punti vendita, in quanto Iperal ha selezionato una serie di produttori diretti che garantiscono raccolto e consegna nei negozi in una stessa giornata. Riconoscibile per i frutti grossi e carnosi e il colore tendente al nero, si trova a partire dalla seconda metà di giugno. Dalla fine dello stesso mese è presente anche l’Anellone detto altrimenti Durone dell’Anella, molto dolce, dal colore rosso brillante. Già da fine maggio, invece, è possibile acquistare la Bigarreaux, dalla polpa molto tenera e la buccia rosso intenso. Tipica del Trentino Alto Adige, piccola e dolce, è invece la famosa Bell’Italia. Anche questa varietà, particolarmente tenera, è disponibile dalla fine di maggio. Per preparare marmellate o per la conservazione sotto spirito (vedi la ricetta a pagina 4) è consigliato il Durone della Marca: lo riconoscerete dal colore tendente all’arancio. Si chiama Badacsony un tipo di ciliegia di forma allungata: la sua buccia è rosso scura, anche la polpa è di un bel colore rosso, e al palato è consistente e dal sapore deciso. Varietà meridionali sono la pugliese Ferrovia, la campana ciliegia del Monte, e la Malizia, anche quest’ultima campana, che matura a maggio e ha un colore rosso rubino e invitanti frutti piuttosto grandi. La Mora di Cazzano viene dalla provincia di Verona, si presenta rosso brillante, dalla consistenza croccante e con il giusto equilibrio fra dolcezza e acidità: per la raccolta, si farà attendere fino a giugno. Toscana è invece la tipologia Bella di Pistoia: polpa di colore rosa, croccante e saporita, ciliegie di grandi dimensioni. D’Oltralpe, infine, coltivata in Francia, è la varietà Vesseux: si distingue per la buccia rugosa rosso scuro, all’interno invece è rosa e la polpa si stacca facilmente dal nocciolo, la si raccoglie entro la prima settimana di giugno. Tanto gusto e poche calorie Provate questo antipasto davvero originale. Accoppiate le ciliegie snocciolate e ben asciugate con delle mozzarelline, piccole e tonde proprio come questi squisiti frutti. Negli stecchini di legno alternate formaggio e frutta e sentirete che piacevole matrimonio di gusto. Il connubio con alimenti nutrienti come in questo caso è favorito dal fatto che le ciliegie, oltre ad essere una bontà, sono anche amiche della [ segue ] 3 Primo piano linea: apportano soltanto 38 kilocalorie per 100 grammi. Per sceglierle al meglio: preferite quelle sode e dal colore vivace, con i peduncoli verdi e non secchi. Conservatele in frigorifero (temperatura ideale + 2°) anche fino a 4-5 giorni dall’acquisto, ma abbiate cura di avvolgerle in un sacchetto di carta: non usate mai la plastica e tenetele lontane da alimenti molto aromatici, in questo modo preserverete la qualità dei frutti e farete in modo che non assorbano gli odori degli altri cibi. Le ciliegie, ma solo se desiderate utilizzarle in un secondo momento in preparazioni che prevedono la loro cottura, si possono anche congelare, con o senza nocciolo, coperte con un po’ di zucchero semolato. Ciliegie sotto spirito, buone tutto l’anno Raccolte e consegnate lo stesso giorno nei nostri punti vendita A maggio nei nostri negozi Si consumano generalmente fresche, ma anche sotto spirito o candite sono gustose e ideali per impreziosire dolci come torte, gelati e creme al cucchiaio. Le ciliegie sono alla base di squisite confetture da spalmare sul pane a colazione o da usare per condire una fragrante crostata. I dolci a base di questi squisiti frutti si sposano divinamente con i vini rossi aromatici. Durone di Verona Frutti di grosse dimensioni, dalla buccia rosso-nerastra. La polpa è rosso scura e consistente, mediamente succosa e dal buon sapore dolce. Sono ottime consumate da sole ma, per i più golosi, consigliamo di utilizzare queste ciliegie per una tarte tatin o per realizzare un gelato alla frutta. Ferrovia di Vignola Queste ciliegie sono piuttosto grosse e si caratterizzano per il peduncolo lungo, la buccia rosso brillante e la polpa molto consistente, di colore rosa vicino al nocciolo. Abbinatele a una coppa di gelato alla crema oppure servitele in macedonia insieme ad altri tipi frutta. Per concedersi l’assaggio delle ciliegie anche in pieno inverno, un ottimo metodo è quello di conservarle sotto spirito: questo è il periodo più adatto per farlo. Lavate e asciugate un chilo di ciliegie e accorciate il gambo a metà. Inserite i frutti all’interno di vasi ermetici e dentro ognuno mettete una stecca di cannella. Per lo sciroppo versate in un pentolino 350 ml di acqua e 200 g di zucchero, fate bollire per qualche minuto e quando il liquido diventerà limpido lasciatelo raffreddare e poi unite 500 ml di alcol. Versate il tutto sulle ciliegie: i barattoli devono riposare al buio per circa 3 mesi. Le vostre ciliegie avranno un sapore intenso e delicato: potrete servirle anche con un budino al cioccolato, una bavarese o una crema chantilly. 4 RivistAmica Anellone di Vignola Polpa soda, frutti grandi dal colore rosso– amaranto. Questo tipo di ciliegia ha la consistenza croccante e poco succosa, quasi non aderente al nocciolo. È perfetta per la “ciliegiata”, che prevede la cottura dei frutti nel vino e nello zucchero, oppure per realizzare salse per condire la cacciagione. Kordia del Trentino Le troverete nei nostri negozi solo a partire dalla metà di luglio, per la loro caratteristica di essere le ciliegie tardive del Trentino: grosse, di colore quasi nero, molto saporite, hanno un gusto così intenso che ricorda la confettura. Ideali proprio per realizzare queste profumate e gustose conserve. Indice primo piano Una tira l’altra, è una tentazione più che uno slogan 2 TERRITORIO e DIVERTIMENTO Tesori da scoprire: il medioevo abita a Civate 8 14 Castello di Breno, millenni di incredibili storie 16 Intervista ad Arianna Fontana, campionessa di short track 18 A Besana Brianza weekend di festa con il “Maggio Cazzanese” 20 Parigi di maggio, sempre più bella 2 BUON CIBO 22 Quanta voglia di grigliata! 26 Zucchine d’Italia: jolly ai fornelli per vincere in tavola LE BUONE RICETTE DI IPERAL 32 Risotto alle ciliegie 34 Pasta verde primaverile 35 Filetto di pollo “vestito” 36 Tortini di asparagi ai gamberetti 38 Crespelle cioccolato, vaniglia e fragole 39 Risotto asparagi e limone. La ricetta di Luca Manfè 22 IN EVIDENZA 42 È il Taleggio la punta di diamante di casa Gildo Ciresa PRIMIA 44 Tisane Primia, delicato piacere naturale 46 SALUTE, BENESSERE e FAMIGLIA 46 La primavera in un viso splendente 50 Fai da te... il regalo per la Festa della Mamma AMBIENTE E COLLETTIVITÀ 54 Ecco il bricolage di primavera: istruzioni per l’uso IPERAL INFORMA 59 Più bollini oggi, più sconti domani 60 I tesori del forno Iperal 64 I nostri clienti, la più preziosa fonte di informazioni 66 Lo sapevate che... 54 Scarica la versione digitale di RivistAmica per sfogliarla dal tuo smartphone e tablet 5 do ola an av qu lla t da su ati, o ss tare ion ste or ag lo e p st i è re i o tin ur ch ta. La od res ca ia pr i, f tifi igl rno agg cer fam gio rm lità lla ni fo ua de o g o r i a q vo a: at lt tti nd um di a bie zie ns L’o a l’a ei co at d èn Tutto il buono del f resco! Rosina Pina La alla missi gen on pi uin ù b ità uon e qu a p alit unta à Giovanna Margherita Gertrude Carolina PAG. PUBBLICITARIA Tel. +39035830458 [email protected] dal 1923... un dono della natura latiniformaggi.it Foto: © Associazione Amici di San Pietro Tesori da scoprire: il medioevo abita a Civate 8 RivistAmica Un capolavoro dell’arte romanica, nei pressi di Civate: è la Basilica di San Pietro al Monte, che contiene un prezioso ciclo di affreschi risalente all’XI secolo, ricco di riferimenti simbolici e di influenze bizantine Territorio e divertimento Immaginate di percorrere un sentiero tra i boschi silenziosi e poi di trovarvi, all’improvviso, di fronte a una chiesa medievale in stile romanico, semplice, austera. Sotto di voi, il lago di Como, il lago di Annone e le alture dell’Alta Brianza. Provate ad entrare. Vi troverete di fronte a uno dei più preziosi cicli pittorici dell’Alto Medioevo. Siete nella Basilica di San Pietro al Monte, nei pressi di Civate (Lecco), un luogo magico per lo spirito e un vero scrigno di opere d’arte. Storia e leggenda L’origine del monastero è avvolta nella leggenda. Si narra che l’ultimo re longobardo, Desiderio (sovrano tra il 756 e il 774), giunse un giorno a Civate, “luogo molto grazioso, straordinariamente ameno e dal clima molto salubre, ricchissimo di vigneti ed adorno di boschi, bagnato da abbondanti acque che offrono a tutti una gran varietà di pesci” (le parole sono del cronachista milanese Galvano Fiamma). In un’epoca di invasioni e saccheggi, a Civate Desiderio ritrovò la pace. Un giorno il figlio Adalgiso uscì per una battuta di caccia sui mon- Foto: Veduta d’insieme della basilica di San Pietro al Monte © Associazione Amici di San Pietro ti circostanti. Trovò un enorme cinghiale che divorava ghiande e castagne. I cani lo assalirono, ma il cinghiale riuscì a difendersi e fuggì nella boscaglia. Giunse a una radura. Lì viveva un eremita di nome Duro, un sacerdote che aveva costruito lassù una chiesetta dedicata a San Pietro. Il cinghiale si pre- cipitò nella chiesa e, deposto ogni segno di ferocia, si acquattò presso l’altare. Adalgiso entrò nella chiesa intenzionato ad uccidere il cinghiale, ma mentre stava per colpirlo, divenne cieco. Duro, testimone di questo prodigio, pregò il Signore. Il ragazzo, disperato, promise di erigere, in quel luogo, una grande chiesa, se Dio gli avesse restituito la vista. Dopo quella solenne promessa, gli occhi, miracolosamente, tornarono a vedere. E su quel luogo venne eretta la Basilica di San Pietro al Monte, poi ampliata e affrescata nell’XI secolo. L’Oratorio di San Benedetto Entrati nella radura e superato l’arco di ingresso, la prima costruzione che incontriamo è l’Oratorio di San Benedetto. All’interno c’è un pregevole altarino decorato con pitture in stile bizantino, dove compare un Cristo risorto con la Madonna e San Giovanni, San Benedetto e Sant’Andrea. Quest’ultimo, associato alle litanie per i defunti, suggerisce una destinazione dell’oratorio a cappella funebre. Dietro l’altare sono visibili i resti di una crocifissione del ‘500. Foto: Panorama sul paese di Civate © Associazione Amici di San Pietro La Basilica Superato l’oratorio, una maestosa scala conduce all’ingresso della Basilica. Le mura che circondano la scalinata ricordano quasi una fortezza, e tale dovette essere il complesso poco dopo l’anno mille, sotto la guida di un abate bene[ segue ] 9 Territorio e divertimento dettino fedele all’Imperatore. La scala conduce a un ampio atrio. Le mura esterne, un tempo, erano ricoperte da intonaco bianco, che oggi rimane solamente in corrispondenza dell’abside d’ingresso, attorno al dipinto dei Santi Pietro e Paolo: portando sulle mani due drappi, ricevono da Cristo le chiavi, simbolo del potere della Chiesa, e il Vangelo. La struttura dell’edificio è quanto mai originale, con una navata unica e due absidi laterali, una più stretta e l’altra più ampia, sulla quale si aprono delle finestre, bifore. La Gerusalemme Celeste A sbalordire, però, è il ciclo pittorico. Siamo nell’XI secolo, non è ancora arrivato né Giotto, né il Rinascimento: ogni figura, più che rappresentare personaggi vivi nella loro umanità, è carica di significati simbolici e teologici, con uno stile fortemente influenzato dalla pittura bizantina. Oltre la porta ci sono gli affreschi del nartece, una sorta di ingresso interno alla chiesa. Vi sono raffigurati i papi San Marcello e San Gregorio, continuatori dell’opera di Pietro e Paolo, che accolgono i peccatori. Su entrambe le pareti compare il simbolo del pesce, usato dai primi cristiani per identificare il Cristo, mentre Abramo è raffigurato nell’atto di sorreggere il popolo dei fedeli. In alto, sulla prima volta, Cristo è seduto al centro della Gerusalemme Celeste: una città quadrata, fortificata agli angoli dalle quattro virtù cardinali (prudenza, giustizia, fortezza e temperanza) e nelle cui mura si aprono dodici porte. Il Cristo è raffigurato tra i due alberi della vita, mentre ai suoi piedi compare l’agnello sacrificale. Sotto l’agnello sgorga l’acqua che si divide in quattro ruscelli, diretti verso l’interno della chiesa. Nella volta successiva, da quattro otri sgorga l’acqua dei fiumi del Paradiso terrestre: Tigri, Eufrate, Nilo e Gange. L’Apocalisse Il vero capolavoro compare però nella parete esterna del nartece. È il capitolo 12 dell’Apocalisse. Una donna partoriente viene minacciata da un terribile dragone dalle sette teste e dalle dodici corna, simbolo del male, trafitto dall’arcangelo Michele e dalle sue legioni angeliche. Il figlio della donna partoriente è Cristo, che domina la schiera degli angeli. Degli affreschi sulle pareti rimangono pochi frammenti. L’altare è invece sormontato da un ciborio, con dipinti e altorilievi che rappresentano alcune scene della vita di Gesù. Le cappelle A destra si trova la Cappella dei Santi con il martirio di San Giacomo, gli Evangelisti e i santi, divisi in patriarchi, profeti, apostoli ed evangelisti, martiri, pontefici e anacoreti. In alto, su tutti, domina il Cristo. A sinistra c’è la Cappella degli Angeli: i sette angeli dell’Apocalisse con le trombe del Giudizio Universale e poi, sotto di loro, le schiere celesti suddivise in angeli, arcangeli, principati, potestà, virtù, dominazioni e troni. I cherubini e i serafini sorreggono il Cristo. [ segue ] 10 RivistAmica Foto: Interno della chiesa di san Pietro al monte © Associazione Amici di San Pietro Territorio e divertimento La cripta Da una scala si accede alla cripta, la parte più antica della chiesa. Sorretta da colonne, presenta pochi affreschi sopravvissuti al trascorrere dei secoli. Dell’antico monastero, infine, rimangono solo poche tracce. La chiesa è raggiungibile parcheggiando l’auto in via del Pozzo, via Cerscera o via Polvara. È aperta tutti i sabati, da marzo a ottobre, dalle 10.00 alle 12 .00 e dalle 13.00 alle 15.00; altrimenti, tutte le domeniche e i giorni festivi. Per gli altri giorni, su prenotazione (anche con guida) telefonando al 346-3066590 (www.amicidisanpietro.it). Sali al Cornizzolo e scendi in caverna Laciada, deliziosa frittella del lecchese Semplicità, bontà e tradizione: a tavola tutto questo si traduce nella Laciada, sorta di frittella dolce tipica della zona di Civate. Per prepararla, mescolate 200 g di farina bianca con mezzo litro di latte e un pizzico di sale. Lasciate riposare per circa un’ora. Riempite una padella per friggere di olio di semi. Prima di accendere il fornello, versate nella padella una parte dell’impasto, quanto basta per coprire il fondo della padella. Accendete la fiamma e cuocete l’impasto come se fosse una frittata, prima da un lato e poi dall’altro. Tirate fuori la Laciada, e poi continuate con il resto dell’impasto. Cospargete le frittelle con zucchero a piacere e servitele calde. Buon appetito! O GL *V OC O N SI IN Moscato d’Asti DOCG Fontanafredda 75 cl Foto: Panorama dalla cima del Monte Cornizzolo in direzione est La Basilica di San Pietro al Monte sorge su un monte, il Cornizzolo (1241 m), considerato sacro già prima dell’avvento del Cristianesimo: a testimoniarlo è il Buco della Sabbia, raggiungibile sempre a piedi partendo da via del Pozzo, a Civate. Si tratta di una caverna funeraria preistorica dove sono state ritrovate ossa, utensili e graffiti. Partendo dalla Basilica, un sentiero conduce invece alla cima del Monte Cornizzolo, dove si trovano una chiesetta, una croce opera dei fabbri di Canzo e il Rifugio Marisa Consigliere (con bar, ristorante e albergo), raggiungibile anche in auto da una strada che parte da Eupilio. Paradiso dei deltaplanisti, il Cornizzolo è ricco di bellezze naturali di numerose specie di fauna e di flora. Interessante, in questo senso, anche una visita alla vicina Riserva Naturale del Sasso Malascarpa, raggiungibile anche in auto dalla cima del Cornizzolo. Tra i pascoli, i boschi di conifere e i faggeti si possno avvistare il falco pellegrino, il nibbio bruno, la lepre, il cinghiale e il muflone. Interessanti anche le spettacolari conformazioni geologiche come i campi solcati e le lame di roccia, oltre alle numerose testimonianze della presenza dell’uomo come la chiesa di San Miro al Monte e le “casote”, rifugi tipici della zona utilizzati durante il pascolo. 11 I AT . . .e innovazione. Castello di Breno, millenni di incredibili storie Su uno spuntone di roccia a strapiombo sul fiume Oglio, dove lo sguardo volge alle cime delle montagne che circondano la valle, sorge il castello di Breno. Il suggestivo scenario è quello della Valcamonica, la più vasta delle valli bresciane. Profondamente legata alle proprie antichissime radici, deve al periodo medievale un’eredità monumentale e urbanistica di eccezionale rilievo che le dona un fascino singolare. Tra incisioni rupestri, parchi naturali, pievi, santuari e castelli, la Valcamonica è ricca di angoli tutti da scoprire. Il castello di Breno, in questo contesto, rappresenta l’emblema di una storia variegata e millenaria. Il complesso architettonico La costruzione si fa risalire presumibilmente prima dell’anno 1000; posto al centro di un imbuto naturale a dominio dell’in- 14 RivistAmica Un gioiello che domina la Valcamonica. Con il suo equilibrio fra cultura e divertimento è l’ideale meta da riscoprire per le gite domenicali nella bella stagione tera vallata, le sue sorti sono state sempre legate alla città di Breno. Questa cittadina di origine romana, nel cuore della Valcamonica, acquistò grande importanza nel XIV secolo quando i Visconti di Milano scelsero Brescia come potenza dominante in questa parte della valle e il castello passò sotto il loro controllo. Particolarmente strategico, quest’ultimo fu poi conquistato dalla Repubblica di Venezia che lo usò come roccaforte chiave per il controllo militare del territorio, fino ad abbandonarlo con il progressivo sviluppo delle armi da fuoco. Gli elementi più antichi sono le due torri maggiori, entrambe visitabili. Ben conservata la vasta cinta muraria, insieme alla torre-porta che anticamente vigilava sull’ingresso principale. Di fatto, parlare di questo complesso semplicemente come di castello non gli rende giustizia Territorio e divertimento perché ciò che appare è il risultato architettonico di un insieme di costruzioni edificate nei secoli per scopi diversi. Basti pensare, infatti, che sulla cima e sul fianco più ripido della collina dove sorge, scavi archeologici hanno portato alla luce una serie di abitati preistorici sovrapposti, risalenti al periodo del Neolitico. La visita, tra manifestazioni ed eventi Visitare il maniero brenese è l’occasione ideale per apprezzare la proverbiale accoglienza della comunità camuna. Da aprile a maggio il castello è aperto (l’ingresso è gratuito) il sabato e la Foto: Cortile interno e Torre Maggiore © Luca Giarelli domenica dalle 9.30 fino a sera, con la possibilità di usufruire del bar e del ristorante. Durante la settimana, invece, le visite sono possibili solo su prenotazione, sempre con ingresso libero. Con soli 2 euro si può usare un’audioguida senza auricolari, utilizzabile da più persone. Da giugno fino a metà settembre, quando ha inizio la stagione estiva di Breno, il castello è aperto tutti i giorni dalle 9.30 fino a tarda sera. Anche in questo periodo l’ingresso è libero. Nei mesi più caldi, ad animare il castello c’è poi una corposa programmazione di eventi e iniziative che va dalle cene camune a quelle a tema, dall’aperitivo panoramico ai dj set, fino agli spettacoli musicali e teatrali e alle domeniche dedicate ai più piccoli con giochi e laboratori didattici. Posto su una collina a 300 metri sopra Breno, il castello si raggiunge esclusivamente a piedi (la strada è in ottime condizioni) e se avete cani al seguito, potete portarli con voi al guinzaglio e con museruola. Appuntamenti da non perdere, ormai diventati una tradizione, sono il Castel Show nel mese di luglio – che vede il raduno di Vespe e Lambrette d’epoca e durante il quale è possibile anche fare campeggio all’interno del castello – e le Camunerie di agosto, rievocazione storica medioevale degli abitanti della Valcamonica. Per informazioni: www.castellodibrenohappening.it. Un giorno da arciere nel campo di Darfo Se volete far divertire i più piccoli e mettere alla prova le vostre abilità sportive, iscrivetevi ad un corso di tiro con l’arco diretto dalla A.S.D Compagnia Arcieri del Castello di Breno, immancabili protagonisti delle Camunerie agostane. Rivolto a tutti (i bambini sono accettati dai 9 anni in su), il corso base dura 8 lezioni. Ma se siete visitatori di passaggio e non volete rinunciare a cimentarvi con arco e frecce, il campo estivo allestito vicino Darfo vi accoglierà insegnandovi ad essere, almeno per un giorno, dei guerrieri medioevali (Per informazioni: 338-2217200). Pà e strinù, la vera merenda camuna Per la merenda camuna tradizionale, non c’è niente di meglio che pà e strinù: il pane con la salamella tipica della Valcamonica. Il nome deriva dal dialetto “strinàt” ovvero “bruciato” e indica il modo in cui lo strinù viene servito. Tagliato nel senso della lunghezza, viene cotto sulla piastra o sulla brace fino a far bruciacchiare la pelle. L’impasto è composto da carne mista suina e bovina con l’aggiunta di pepe, cannella, noce moscata, chiodi di garofano e vino. Una curiosità: in antichi manoscritti si narrano le proprietà afrodisiache dello strinù. 15 Territorio e divertimento Intervista Arianna Fontana Umiltà e lavoro, i valori della mia terra anche nello sport Con un argento e due bronzi conquistati agli ultimi Giochi invernali di Sochi, l’ultima a dare lustro alla Valtellina, terra di sportivi e di campioni, è Arianna Fontana, “leonessa” dello Short Track e regina del ghiaccio azzurro. Nata e cresciuta sportivamente in Valtellina, che rapporto hai con la tua terra e quali sono le carte vincenti tue e dei tuoi colleghi conterranei? Sono molto legata alla mia terra, alle tradizioni, al dialetto: è la mia casa, la mia famiglia. Qui ho iniziato ad amare questo sport ed ho imparato a dare il 110% in tutto quello che faccio. Provenendo dalla stessa terra, poi, io e le mie compagne (con le quali ha vinto il bronzo in staffetta, ndr) possiamo contare su un livello di affiatamento che solo poche altre squadre possono vantare. Quali valori ti ha trasmesso la tua terra, che ti hanno aiutato nello sport? Mi ha insegnato il valore dell’umiltà e del lavoro. Mi ha insegnato che i rapporti personali sono molto importanti, e quando le cose non vanno bene è sempre bello poter contare su tante persone. Con le mie compagne di squadra ci capiamo subito, parliamo lo stesso linguaggio non solo a parole ma anche nei comportamenti. Per seguire la tua passione hai viaggiato moltissimo. C’è qualcosa secondo te che rende la Valtellina un posto diverso e unico al mondo? Credo che viaggiare sia molto bello, ma tornare a casa dopo essere stata tanto tempo fuori, lo è ancora di più. Credo che la cosa che rende la Valtellina unica al mondo siano i suoi abitanti che sono persone straordinarie, di un calore unico. Il 31 maggio sposerai Anthony Lobello, anche lui campione di Short Track e atleta della nazionale italiana... Per noi ragazze è bello sognare un po’ in questi momenti e mi immagino una giornata perfetta. Abbiamo scelto il lago di Como come romantica location e la meta del viaggio di nozze sarà Bora Bora. 16 RivistAmica Arianna Fontana Nata a Sondrio il 14 aprile 1990, Arianna Fontana, pattinatrice di Short Track con le Fiamme Gialle, ha vinto un argento nei 500 metri e due bronzi nei 1500 e nella staffetta ai Giochi invernali di Sochi 2014. Luogo preferito Case Nuove di Chiareggio, a Chiesa Valmalenco. Ho passato molte estati lì con la mia famiglia e ho tanti ricordi di passeggiate, grigliate, scampagnate nei boschi alla ricerca di funghi. Mi piace ancora tornarci e arrampicarmi sull’albero dove c’è la casetta che io, mio fratello Alessandro e i nostri cugini Eric e Paolo, avevamo costruito una di quelle estati. Piatto “scelto” Direi proprio i pizzoccheri! Ricordo ancora un progetto portato avanti alle scuole medie: con i miei compagni abbiamo coltivato e raccolto il grano saraceno e poi abbiamo preparato dei buonissimi pizzoccheri per noi e le nostre famiglie. Gli eventi più belli A Besana Brianza weekend di festa con il “Maggio Cazzanese” Besana Brianza è pronta per il “Maggio Cazzanese”, la carrellata di eventi e serate gastronomiche organizzate dal Centro Culturale San Clemente, in collaborazione con l’Aido (Associazione italiana donatori di organi) e l’associazione Jahkarlo. Le serate si svolgeranno in via San Clemente, nella zona besanese di Cazzano. Si comincerà venerdì 16 maggio, con la serata “Burraco al chiar di luna”. Sabato 17, invece, serata musicale con i Night of the Guitars. Domeni- 18 RivistAmica Divertimento per tutti con gli appuntamenti organizzati dal Centro Culturale San Clemente nel quartiere di Cazzano: cene, gara di torte artistiche e serate musicali ca 18 si aprirà, alle 9.00, con un mercatino di dischi usati; seguirà un concorso di disegni sponsorizzato dall’AIDO al quale prenderanno parte gli alunni di seconda media delle scuole di Besana Brianza, Renate, Veduggio e Briosco. Alle 21.00, presso la bella Chiesa di San Clemente, risalente agli inizi del ‘900 e costruita in un originale stile neo-medievale, la giornata si concluderà con un concerto gospel con il gruppo dei Jubilant Singer. Territorio e divertimento Sabato 24 maggio, spazio alla gastronomia nel segno della tradizione, a base di puntine e salamelle: cuochi e cuoche del gruppo San Clemente si daranno da fare per una serata in allegria. Mentre domenica si terranno delle lezioni e un concorso per sfidarsi nella decorazione di torte, al quale è possibile iscriversi al momento: i concorrenti si sfideranno a colpi di torte, più belle o più buone decidetelo voi! Seguirà, alle 18, una sfilata di moda, con vestiti, acconciature e gioielli messi a disposizione da negozi e parrucchieri locali. Sabato 31 maggio, cena vegana rigorosamente vegetale. La kermesse si concluderà “sconfinando” nel mese di giugno, sabato 7 per la precisione, con una grande Tombolata sotto le stelle organizzata dall’Aido. Tutti gli eventi, a parte la gara di torte artistiche e il concorso di disegno, si svolgeranno all’aperto. Per maggiori informazioni: www.comune.besanainbrianza.mb.it. Dove, come, quando La festa si svolgerà, agli orari e nelle date prima indicate, presso gli spazi del Centro Culturale San Clemente, in via San Clemente 2, nella zona besanese di Cazzano. La zona, separata dal resto del centro abitato di Besana Brianza dalla ferrovia, fino al 1869 era un comune autonomo. Dopo l’annessione al comune di Besana Brianza, lo stesso abitato di Cazzano è stato man mano inglobato dall’espansione del capoluogo. Il concerto gospel avverrà nella vicina Chiesa di San Clemente. L’agenda degli eventi da non dimenticare Da giovedì 1 a sabato 31 maggio 2014, Maggio dello Sport – Calolziocorte (LC) Per tutto il mese, la Pro Loco e il Comune organizzeranno il “Maggio dello Sport”, una serie di tornei a cui parteciperanno le associazioni sportive del territorio. Si terranno presso i cinque oratori, il palazzetto dello sport e Piazza Vittorio Veneto: ci saranno calcio, danza, pallavolo, basket, boxe, kick-boxing, spinning, judo e anche giochi popolari tradizionali. Domenica 9 maggio, dalle 8.00 alle 18.00, si svolgerà il Mercatino dell’Antiquariato nel Parco Martiri delle Foibe. Qui, domenica 16 maggio, toccherà poi a Crea ed Esponi (artigianato) e Commerciante per un Giorno (oggetti usati). Informazioni su: www.prolococalolziocorte.info. Sabato 24 maggio, Chiavenna in Fiore – Chiavenna (SO) Fiori ai balconi, teatro e stand gastronomici: tutto questo è Chiavenna in Fiore, il tradizionale appuntamento di primavera nella cittadina dei crotti. Dalle 10.00 alle 18.00, le case che si affacciano sulle piazze San Pietro, Bertacchi e Pestalozzi verranno addobbate con i fiori donati dal Comune. Mentre, in strada, i ragazzi dell’Istituto alberghiero Crotto Caurga offriranno a tutti le pietanze della cucina tipica valtellinese e chiavennasca, oltre a piatti ispirati alla grande cucina regionale italiana. I ragazzi organizzeranno anche spettacoli teatrali (www.prochiavenna.it). Domenica 25 maggio, Cantine Aperte Chiuro, Tirano, Brianzone, Berbenno (SO) Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con Cantine Aperte, irrinunciabile per gli amanti del vino: degustazioni, visite guidate, tradizioni locali. Ad essere coinvolte, in Valtellina, saranno l’azienda agricola Sesterzio a Berbenno di Valtellina, la case vinicole Piero Nera e Nino Negri a Chiuro, Triacca a Bianzone e Conti Sertoli Salis a Tirano. La manifestazione si svolgerà dalle 10.00 alle 17.00: acquistando un solo bicchiere dal costo di 10 euro, si potranno effettuare varie degustazioni in tutte le strutture che aderiscono all’iniziativa. (www.movimentoturismovino.it). Domenica 25 maggio, Festa del Bastardino – Erba (CO) Una festa per i nostri amici a quattro zampe, ex ospiti del canile di Erba e da qualche tempo adottati da nuovi padroni: è la Festa del Bastardino, organizzata dai gestori e dall’associazione Gli Amici del Randagio. I cani sfileranno affrontando un piccolo percorso di agilità, per poi essere premiati. Le iscrizioni sono aperte dalle 11 alle 13, e la gara si svolgerà dalle 14.00 alle 19.00, in via Manara. Sarà anche l’occasione per una visita ai cani ospitati nella struttura per una nuova adozione. Ci saranno anche i rappresentanti dei gattili del territorio (www.gliamicidelrandagio.it). 19 Parigi di maggio, sempre più bella Non c’è bisogno di scuse per visitare la Ville Lumière, affascinante in ogni periodo dell’anno. Ma proprio a maggio Parigi fiorisce di un entusiasmo avvolgente che pervade chi visita la città. La tarda primavera si esibisce in un coinvolgente risveglio: questo è il periodo più consigliato per scoprire la capitale francese. Tanto che un senso di appartenenza pervade la Ville e il turista non potrà che trovarsi d’accordo con la frase di Ernest Hemingway: “Ci sono solo due posti al mondo dove possiamo vivere felicemente: a casa e a Parigi”. Arte, musei e sport: un fiorire di eventi Tanti stimoli in un’atmosfera ideale. A maggio Parigi, dal clima continentale, ha una temperatura media di circa 20 RivistAmica In questo periodo la capitale francese ospita tante iniziative culturali in un clima ideale per scoprire la sua bellezza 16 gradi, perfetta per ogni escursione. La città si colora di turisti e di nuove iniziative: tra quelle in programma per maggio 2014, una delle più interessanti è la “Grand Marché d’Art Contemporain”. A Piazza della Bastiglia, tra l’1 e il 5 maggio, troverete oltre 500 artisti con dipinti, sculture e ceramiche che celebrano l’arte contemporanea. Una meravigliosa disarmonia di linee e colori che si può tradurre musicalmente nelle jam-session del Jazz Festival di Saint Germain, in programma per tutto il mese di maggio sull’affascinante Rive Gauche parigina. Dal 30 aprile all’11 maggio, i fortunati visitatori della Ville potranno anche perdersi nel “Foire de Paris”, la fiera più grande della città dove si vendono prodotti per la casa, Territorio e divertimento per il tempo libero ed etnici. Nella settimana successiva, e solo il 17 maggio, è prevista un’iniziativa che riscuote successo fin dalla sua istituzione nel 2005: “La Nuit des Musées”. Oltre mille musei, tra cui il Louvre, saranno aperti al pubblico – e gratuiti – per tutta la notte. Tra le tante iniziative di maggio, spiccano ancora due eventi: l’“Art St-Germain-des-Prés”, che tra Rue de Seine e Rue Mazarine ospita oltre 50 gallerie aperte agli appassionati, e ancora il French Open, uno dei quattro tornei del Grande Slam di tennis in programma dal 25 maggio all’8 giugno. Naturalmente, allo stadio del Roland Garros. Un’opera d’arte a cielo aperto Oltre alle iniziative specifiche di maggio, la capitale francese è la culla di innumerevoli meraviglie. E visto che, come scriveva Jean Cocteau, “Tutti a Parigi vorrebbero essere attori e nessuno spettatore”, resta a voi cosa scegliere: ecco qualche spunto su come potreste iniziare a scoprire la città. Il primo appuntamento è all’Arc de Triomphe, dopo una breve visita prendete il bateau e at- Fantasia e gioco a Disneyland Paris A Marne-la-Vallée, vicino Parigi, troverete il sogno di ogni bambino che saprà affascinare gli adulti: Disneyland Paris. Non solo giostre, ma show, hotel tematici, ristoranti, negozi: è il parco divertimenti più visitato d’Europa. Visto dall’alto, il complesso riprende nella sua forma il viso di Topolino e comprende due parchi a tema: Parco Disneyland (l’ex EuroDisney), dedicato agli eroi e alle storie del mondo Disney, e il più recente Parco Walt Disney Studios, ispirato al mondo del cinema. I prezzi non sono economici, ma prenotando in anticipo avrete ottimi sconti e bonus. Come arrivare con un comodo volo traversate la Senna per arrivare alla Torre Eiffel: l’arcinota struttura più alta di Parigi, che punta alle 150 candeline, vi aspetta in cima per mostrarvi la città. Oppure dedicatevi ai musei: il Rodin e l’Orsay. Tra questi, troverete l’Hotel des Invalides, il magnifico complesso di strutture parigino. Un altro itinerario per scoprire Parigi parte dal Pantheon e passa dall’imponente Notre-Dame: la vista della Cattedrale sarà una fotografia che vi rimarrà impressa nei ricordi per sempre. Ristoratevi con un pastis sugli Champs-Élysées prima di affrontare il Louvre. E quindi chiudete con un giro nella basilica del balletto, l’Opéra national de Paris. La sera vi meritate le luci di Parigi: una cena a Montmartre e poi non perdetevi una notte effervescente al Marais. Così il mattino seguente avrete un’ottima scusa per un’abbondante colazione a Place des Vosges. Bon voyage! Raggiungere Parigi in aereo è il modo più facile e veloce, specie se si parte dalle nostre zone: Alitalia e Air France, così come compagnie low-cost come Easyjet e Ryanair, hanno numerosissimi voli che partono dagli scali lombardi verso i due aeroporti parigini, Paris Roissy Charles De Gaulle e Paris Orly. Le tariffe aeree variano con la stagionalità e la richiesta: il consiglio è sempre quello di prenotare in anticipo: potreste riuscire a trovare voli a partire da 90 euro a persona andata e ritorno (tasse e bagaglio inclusi). 21 Carni perfette alla griglia Quanta voglia di grigliata! 22 RivistAmica Inquadra con il tuo smartphone il QR qui a lato e scopri come ottenere una cottura perfetta Non solo Fiorentina, esiste anche la Scottona: tutti i consigli per preparare una perfetta bistecca alla griglia. Con la cottura giusta e ottimo olio extravergine d’oliva Buon cibo Scottona: tenera e dal gusto inconfondibile In tutti i punti vendita Iperal, la linea di carne principale, fra le rosse bovine, è rappresentata dalla Scottona. Si tratta di esemplari femmine di bovino adulto, generalmente di età fra i 16 e i 18 mesi, che non hanno mai partorito. Rispetto al vitellone, la Scottona ha caratteristicamente una giusta infiltrazione di grasso nel tessuto muscolare, che conferisce alla carne particolare tenerezza e gusto. Di questo tipo di carne, spiccatamente saporito rispetto agli altri, esistono diversi tagli. Perfetta per una grigliata è ovviamente la Fiorentina, la tipica bistecca con l’osso detta “T-bone” steak. Ottimi da grigliare sono anche lo scamone, il roastbeef e il filetto. C’è poi la polpa, ideale per la preparazione delle fettine da cuocere in padella semplicemente o con della panatura. La polpa è adatta anche per gli stracotti e per gli spezzatini. Della Scottona esistono inoltre tagli indicati per realizzare pietanze crude come carpacci e tartare: il magatello, ad esempio, oppure la sottofesa, perfetta da macinare sminuzzandola con il coltello. Dalla pancia, ma anche da alcune parti di altri muscoli, si ricavano i tagli per bolliti, lessi e brasati. O *V OC Barolo DOCG Versi Divini 75 cl GL IN O N SI I AT Con le belle giornate, cresce la voglia di barbecue o di camino all’aperto: quale occasione migliore per preparare una bella bistecca, meglio ancora se alla Fiorentina? Una tradizione toscana ma non solo, visto che oltre all’inimitabile vitellone di razza Chianina, possiamo utilizzare anche altri tipi di carne, e inventarci una bella “Lombarda”. Le origini Non è del tutto chiaro quando e come i toscani iniziarono a cucinare questa specialità: la versione più accreditata tra gli storici della cucina fa risalire la sua comparsa alla festa di San Lorenzo, il 10 agosto. In quell’occasione i Medici, la famiglia dei signori di Firenze, molto devota al santo, organizzavano una grande festa che coinvolgeva tutta la popolazione, durante la quale grandi fuochi venivano accesi lungo l’Arno. I falò non solo illuminavano la città, ma venivano utilizzati per arrostire enormi quantità di carne, che poi venivano donate alla popolazione: un lusso che quasi nessuno poteva permettersi. La razza La carne, dunque: la Fiorentina vera e propria si ottiene dalla lombata di bovino adulto di razza Chianina, bovino di grossa taglia allevato in Toscana e in Umbria. L’osso, in corrispondenza del taglio, deve presentare la tipica forma a “T”: T-bone steak, non a caso, la chiamano gli inglesi. L’osso separa il filetto dal controfiletto, ed è una delle caratteristiche che distingue la Fiorentina da una semplice bistecca. Anche il taglio e le sue caratteristiche sono importanti. Lo spessore, in particolare, deve arrivare a 5-6 cm, e in corrispondenza dell’osso deve essere tale da far stare in piedi l’intera bistecca. Per ottenere un taglio morbido, la frollatura (vale a dire la permanenza della carne in cella frigorifera) deve essere di circa 15 giorni. Sulle tavole del Nord Italia, assai più frequente della Chianina è la Scottona. Entrambe sono carni molto magre, ma con le giuste infiltrazioni di grasso tra le masse muscolari, che donano un sapore inconfondibile. Anche la Scottona può essere utilizzata per una signora bistecca: leggermente più magra della Chianina, si può trovare in commercio sia con il taglio a “T” che di solo controfiletto, ma con uno spessore inferiore, 2-3 cm al massimo; il tempo di frollatura è di 8 giorni. La cottura Oltre alla razza, il vero segreto di una buona bistecca è la cottura. Va ricordato che, una volta acquistata la carne, avete al massimo un paio di giorni per mangiarla: prima di cucinarla, inoltre, bisogna tirarla fuori dal frigorifero almeno un paio d’ore, in modo da farle prendere la temperatura ambiente. Una vera Fiorentina va fatta cuocere su una griglia, con brace abbondante e molto vicina alla carne. In questo modo, si crea sui lati una sottile crosticina capace di trattenere il succo all’interno. Tempo di cottura, 3-5 minuti per lato. Va girata una volta sola e molto delicatamente, bucandola il meno possibile. Niente forchettoni, quindi. Se le dimensioni lo permettono, va cotta anche “in piedi”, dalla parte dell’osso, fino a far scomparire da quest’ultimo ogni traccia di sangue. Gli stessi principi posso[ segue ] 23 Buon cibo no essere seguiti anche per le normali bistecche: la prescrizione dei 3-5 minuti per lato va mantenuta anche se lo spessore è inferiore. Si ottiene così una bistecca media o ben cotta, ma non secca. Attenzione: la carne va sempre cotta senza nessun tipo di condimento, né sale, né olio. Se non disponete di camino o barbecue, provate a cuocerla su una griglia elettrica, che però deve essere molto potente. Il rischio, infatti, è che una cottura troppo progressiva faccia rinsecchire la nostra preziosa carne vaccina. Altra soluzione, la piastra, anche se il risultato, inutile nasconderlo, è assai inferiore a livello qualitativo. Per quanto riguarda i tagli della Scottona adatti alla cottura sulla griglia, il metodo di cottura è il medesimo: ciò che cambia è invece il tempo, in base allo spessore del taglio scelto. Lo scamone, per esempio, deve essere tagliato dai 3 ai 5 cm per essere fatto alla griglia (se si sceglie di tagliarlo più sottile, allora sarà ottimo cotto alla piastra o in padella), deve cuocere al massimo 3 minuti per lato. Le stesse indicazioni valgono per il roastbeef. Il filetto invece ha uno spessore di 2-3 cm e di conseguenza il tempo di cottura diminuisce: bastano un paio di minuti per lato, al massimo. Il condimento Sarebbe meglio aggiungere il condimento soltanto dopo la cottura: è sufficiente un pizzico di sale e soprattutto del buon olio extravergine d’oliva. Potete anche aggiungere un po’ di pepe e un ramoscello di rosmarino. Bandita ogni salsina. Se invece siete amanti della marinatura, fate uno strappo alla regola e condite la carne prima (ad eccezione del sale, che va messo sempre dopo, altrimenti la bistecca rischia di indurirsi): insieme all’olio, scegliete pepe, rosmarino e salvia. Il contorno ideale: patate al cartoccio Lavate bene le patate, senza sbucciarle (la buccia, infatti, contiene oltre la metà delle fibre del tubero), incidetele con un coltello e avvolgetele nella carta d’alluminio. Mettetele sotto la brace del camino o del barbecue. Lasciatele lì per almeno un’ora: dopodiché, tagliate in due la patate e procedete con il condimento. Potete utilizzare semplicemente sale e olio d’oliva, oppure aggiungere prezzemolo tritato o panna acida. È possibile prepararle anche al forno. Oppure, per abbreviare i tempi, provate a tagliarle a fette, condirle con un filo d’olio d’oliva e a cuocerle sulla griglia fino a farle arrostire: risultato garantito! Wurstel di salmone, “sano come un pesce” Una novità stuzzicante made in Italy da cuocere sulla griglia e accompagnare con una freschissima insalata? Il “wurstel di salmone”, creato da Fjord, azienda della provincia di Varese nata negli anni Sessanta, leader nel settore del salmone affumicato. Con il suo gusto delicato e gradevole, è la soluzione ideale per far mangiare il pesce ai più piccoli, presentandolo in una maniera invitante e originale. È preparato solo con filetto di salmone allevato in Norvegia (81% degli ingredienti, il resto è fatto di acqua e fibre naturali di agrumi che servono come addensanti): privo di pelle, si cuoce in soli 3 minuti. Tagliato a rondelle, potrete usarlo anche come condimento di fantasiosi primi piatti, pizze o torte salate. 24 RivistAmica Buone, tutto l’anno Zucchine d’Italia: jolly ai fornelli per vincere in tavola 26 RivistAmica Tante specie, tutte originarie del nostro Paese, per un gusto delicato da esaltare in mille modi: grigliate, ripiene, come condimento per pasta, risotti e minestroni. Ecco come sceglierle e come cucinarle Buon cibo Maggio, tempo di zucchine. Non che l’ortaggio, anche nei mesi autunnali o invernali, manchi dalle tavole degli italiani: ma è da ora a settembre che lo possiamo gustare al massimo del suo sapore e della sua genuinità. Povera di calorie e ricca di sostanze benefiche per il nostro organismo, la zucchina è, forse, in assoluto la verdura più versatile della nostra gastronomia. Grigliata o ripiena, fritta o al tegame, la possiamo utilizzare anche come condimento per la pasta o per un buon risotto. Per non parlare del suo utilizzo come base per peperonate o caponate. Eppure, c’è ancora tanto da scoprire sul mondo delle zucchine. Quanti tipi! A cominciare dalle sue origini, ancora avvolte nel mistero. Con la scoperta dell’America arrivò infatti nel nostro Paese la zucca, coltivata dagli Indios per consumarne i semi. Ma fu probabilmente in Italia che, a partire dal XVI secolo, le varie specie di zucca vennero selezionate fino a ottenere la zucchina che oggi conosciamo. Che altro non è che il frutto immaturo di alcune specie di zucca: lo Zucchino Nero di Milano, dalla buccia verde intenso, diffuso soprattutto nell’Italia Settentrionale; al Centro, più frequente è lo Zucchino Fiorentino dalla buccia striata di color verde chiaro e dalla sezione zigrinata. Stesse caratteristiche per le zucchine dalla forma sferica, la verdissima Tonda di Piacenza e la più chiara Tonda di Firenze, a cui si aggiunge la Tonda di Nizza, appiattita ai poli. Al Sud troverete facilmente la Romanesca, simile alla Fiorentina ma ancora più sottile e zigrinata, e la Cocuzzella di Napoli o Striata d’Italia, di color verde scuro e con striature chiare. In tutta Italia è possibile trovare la Bianca di Trieste, di color verde pallido; mentre hanno diffusione regionale lo Zucchino Siciliano e la Zucca Ligure, che rispetto alle altre zucchine sono più strette, lunghe e dalla forma arcuata. Insomma, la zucchina è un ortaggio talmente italiano che viene chiamato anche “Zucca d’Italia” e perfino gli anglosassoni, per identificarla, usano la parola italiana “zucchini”. Dal supermercato alla cucina Tutte le specie di zucchina presentano un sapore delicato, neutro. Come contorno si adattano a qualsiasi tipo di pietanza, dalla carne al pesce. Le specie tonde sono perfette per la riempitura o per essere tagliate a cubetti, mentre quelle lunghe sono buone a fette. Attenzione, però. Le zucchine deperiscono facilmente, e quindi necessitano di particolare attenzione al momento della scelta. La zucchina ideale deve essere soda, con la buccia lucida e ben tesa, senza ammaccature. Occhio al picciolo, che deve essere molto piccolo. L’ortaggio va conservato al fresco e consumato entro tre o quattro giorni. Se non cenate a casa tanto spesso, potete trovarle anche in barattolo (al naturale o sott’olio) e surgelate. Sbizzarritevi nel mixarle nei sughi per un buon piatto di pasta: deliziose sono le tagliatelle alle zucchine e gamberi, oppure Non dimentichiamoci dei fiori di zucca Non solo i frutti, anche i fiori. Dalla pianta di zucchina nascono infatti i deliziosi fiori di zucca (o fiorilli): si riconoscono per il loro colore giallo intenso, tendente all’arancione. Sono estremamente delicati, ancor più del loro frutto, e si conservano al massimo per due giorni dopo l’acquisto. Vengono solitamente fritti in pastella: c’è la variante più tradizionale che li vede riempiti con un condimento di mozzarella e acciughe, e poi fritti in olio bollente, ma potete provare anche a imbottirli con ricotta, prosciutto cotto e basilico, per un sapore meno deciso. Farfalle alle zucchine, zafferano e speck Una ricetta di semplice preparazione ma dal gusto raffinato. Lavate le zucchine, tagliatele a dadini e cuocetele per una ventina di minuti in padella assieme a zafferano (fatto sciogliere in una tazzina di brodo), speck a cubetti e prezzemolo, dopo aver fatto dorare la cipolla nell’olio. Il condimento può essere preparato aggiungendo la panna da cucina, diventando così più cremoso. La pasta (farfalle, ma anche fusilli o mezze maniche) va scolata al dente, quindi fatta saltare in padella con le zucchine e il resto del condimento preparato per poi servirla calda, con una spolverata finale di Parmigiano grattugiato. [ segue ] 27 Buon cibo con zucchine, pancetta e zafferano. Per quanto riguarda i contorni, sono famosissime le zucchine alla scapece, tipiche della cucina partenopea, fritte e condite con aceto e menta. Per i più golosi, sono irrinunciabili anche in un buon piatto di peperonata, che a dispetto del nome è basata su un mix di zucchine, peperoni, melanzane, pomodori e cipolle. In Lombardia, invece, le troviamo più spesso come ingredienti di risotti e minestroni: basta pensare al minestrone alla milanese, a base di riso Arborio e verdure miste; oppure il risotto alle zucchine, quello con speck e zucchine, con pesto di zucchine e caprino, e così via. Per chi vuole tenersi leggero, poi, c’è sempre la possibilità di gustarle crude, tagliate alla julienne in una buona insalata, oppure grigliate, condite a fine cottura con un filo di buon olio extravergine d’oliva. Fanno bene A livello nutrizionale si caratterizzano per l’altissimo contenuto (il 95% circa) di acqua, il basso apporto calorico e la presenza di potassio, vitamine C ed E e acido folico. Questa sostanza è particolarmente utile per le donne in gravidanza, poiché riduce il rischio di malformazioni al sistema nervoso del bambino. Occorre solo stare attenti al tipo di cottura e ai suoi tempi, dato che si tratta di una sostanza molto sensibile al calore. La zucchina, inoltre, è un aiuto per chi ha problemi di digestione o di stitichezza, è un buon antinfiammatorio e ha numerose capacità disintossicanti per la sua purezza. 28 RivistAmica Sfiziose da gustare nell’insalata Con l’estate, cresce la voglia di piatti freschi e leggeri: perché, allora, non mettere le zucchine in una buona insalata? Abbiamo due possibilità: utilizzarle crude o grigliate. Nel primo caso, è consigliabile tagliare le zucchine alla julienne o “a fiammifero”, vale a dire a striscioline molto sottili, magari aiutandosi con la grattugia. Possiamo mescolarle a una normale insalata verde, oppure condirle con grana a scaglie, pomodorini, olive taggiasche, pinoli, sale e olio extravergine d’oliva. Ottime anche le zucchine tagliate a rondelle, condite semplicemente con grana, aceto balsamico e menta, oltre all’immancabile olio extravergine d’oliva. Se invece avete optato per un’insalata di zucchine grigliate, allora, dopo averle cotte sulla piastra o alla brace, conditele con aglio, olio, sale, pepe e prezzemolo tritato e poi tenetele in frigo per un’ora. Servitele semplicemente così oppure aggiungendo pezzetti di grana e qualche foglia di menta: in ogni caso, l’abbinamento fra zucchine e menta è una garanzia. Buon appetito! Le buone ricette di Iperal Le buone Ricette di Iperal da staccare e conservare Anno 1 - Numero 4 maggio 2014 Scopri su www.iperal.it tutte le ricette che i clienti come te hanno realizzato per noi, oppure accedi direttamente alla pagina inquadrando con il tuo smartphone il QR qui a lato 31 In tavola originale e prelibato 32 RivistAmica Le buone ricette di Iperal Risotto alle ciliegie Ingredienti 4 persone Tempo di preparazione: 40 min Grado di difficoltà: facile OC O *V IN O N SI Lavare, snocciolare e tritare le ciliegie. Far sciogliere in una padella, a fuoco lento, 4 cucchiai di burro; aggiungere la cipolla e farla imbiondire. Unire il riso facendogli assorbire il burro e mescolando continuamente. Quindi alzare la fiamma e bagnare il riso prima con il vino, che lascerete evaporare, e poi con 2 mestoli di brodo bollente, sempre mescolando. Appena tutto il liquido è stato quasi assorbito, aggiungere le ciliegie insieme ad altri 2 mestoli di brodo. Ripetere questa operazione ancora per 4-5 volte, mescolando spesso. Appena il riso è al dente, toglierlo dal fuoco e condirlo con un cucchiaio di burro e un po’ di sale. Lasciarlo riposare per 5 minuti per la mantecatura e poi servirlo dopo avere spolverato con un po’ di pepe. I AT Procedimento GL 400 g di ciliegie mezza cipolla tritata finemente 500 g di riso Carnaroli 100 g di burro mezzo bicchiere di vino bianco secco 1 l di brodo vegetale sale, pepe ERBALUCE DI CALUSO DOC Scheda vino a pagina 38 33 Con verdure di stagione Pasta verde primaverile Ingredienti Tempo di preparazione: 50 min Grado di difficoltà: facile OC O *V IN O N SI Procedimento Sgusciare le fave. Lavare e mondare i fagiolini verdi. Lavare le taccole e sgusciare i piselli. Portare all’ebollizione 1,5 litri d’acqua e sale e lessarvi prima le fave per circa 5 minuti, poi le taccole per circa 3-4 minuti, quindi i piselli per circa 2-3 minuti ed infine i fagiolini per circa 8 minuti. Tirare fuori tutte le verdure con una schiumarola e sistemarle in una scodella capiente facendole intiepidire. Aggiungere ancora un po’ d’acqua a quella di cottura delle verdure, salare e portare nuovamente all’ebollizione. Quindi versarvi la pasta, cuocerla al dente (piuttosto dura), scolarla tenendo da parte un po’ di acqua di cottura e aggiungerla subito nella scodella con le verdure. Insaporire il tutto con 4-5 cucchiai d’olio, pepe e succo di limone. Dare una bella mescolata e aggiustare di sale e succo di limone. Far intiepidire. Prima di servire unire 1-2 cucchiai di acqua di cottura ed il prezzemolo. 4 persone I AT il succo di 1-2 limoni 400 g di fusilli 4 cucchiai di prezzemolo tritato finemente sale, pepe GL 300 g di fave fresche 300 g di fagiolini verdi 200 g di taccole 200 g di piselli freschi olio extra vergine d’oliva DOLCETTO D’ALBA DOC MARCHESI FIORAVANTI Scheda vino a pagina 38 34 RivistAmica Le buone ricette di Iperal Con la ricotta e il prosciutto di Parma Filetto di pollo “vestito” Ingredienti 2 petti di pollo interi senza osso 5 cucchiai di ricotta 2-3 cucchiaini di timo essiccato foglie di salvia 16 fette di prosciutto di Parma olio extra vergine d’oliva 100 ml di brodo di pollo 200 ml di vino bianco semisecco sale, pepe 4 persone Tempo di preparazione: 45 min Tempo di cottura in forno: 15 min Grado di difficoltà: facile O *V OC GL IN O N SI I AT Procedimento Riscaldare il forno a 150°C. Mescolare la ricotta con il timo, sale e pepe, amalgamando bene. Tagliare i petti di pollo longitudinalmente dividendoli in due filetti. Con un coltello affilato fare un lungo e profondo taglio verticale, in modo da poter aprire ed allargare ogni filetto di pollo. Stenderli quindi sul piano da lavoro, salare e pepare e farcirli con la crema di ricotta. Insaporire ogni filetto con 2-3 foglie di salvia, poi chiuderli ripiegandoli. Arrotolare ogni filetto con 4 fette di prosciutto crudo, formando un involucro ben chiuso (a questo scopo utilizzare eventualmente degli stuzzicadenti). Riscaldare 4 cucchiai d’olio in una padella capiente e antiaderente, aggiungere circa 10 foglie di salvia e mettervi a friggere i filetti di pollo a fiamma moderata. Far cuocere per circa 10 minuti rigirandoli di tanto in tanto. Avvolgere ogni filetto in foglio d’alluminio e terminare la cottura nel forno caldo per circa 15 minuti. Nel frattempo versare il brodo nel fondo di cottura della padella, dare una mescolata e unire il vino, poi portare all’ebollizione. Far addensare a fiamma moderata per circa 5 minuti; insaporire con sale e pepe. Tirare fuori dal forno i filetti di pollo, eliminare la carta d’alluminio e sistemarli nella salsetta di vino coprendoli per circa 2-3 minuti. Servire subito. PINOT GRIGIO DELLE VENEZIE ALLEGRINI Scheda vino a pagina 38 35 Un delizioso antipasto Tortini di asparagi ai gamberetti 6 tortini Tempo di preparazione: 50 min Grado di difficoltà: media Ingredienti 36 RivistAmica OC O *V IN O N SI Procedimento Sbucciare gli asparagi, metterne da parte le bucce e farli cuocere in acqua e sale con zucchero e limone. Quindi estrarli con una schiumarola, sciacquarli sotto l’acqua corrente fredda e tamponarli con carta da cucina. Versare le bucce degli asparagi nell’acqua di cottura degli stessi e continuare a cuocere a fiamma bassa per 20 minuti. Dopodiché filtrare il brodo di asparagi ottenuto eliminando tutte le bucce. Mescolare 600 ml di brodo di asparagi con la gelatina precedentemente ammollata in acqua fredda. Salare se necessario, insaporire con il pepe e aggiungere il prezzemolo tritato. 1 Foderare una teglia con un bordo di 1-2 cm di altezza con pellicola trasparente e versarvi la gelatina ancora liquida (fino a raggiungere un’altezza circa 0,5 cm). Sistemare la teglia nel frigorifero e far rassodare. Mettere da parte il resto della gelatina ancora liquida e porre gli anelli di metallo nel congelatore. 2 Tirare fuori la teglia dal frigorifero e, utilizzando un righello, tagliare la gelatina di asparagi in strisce di 3 cm di larghezza e 23 cm di lunghezza. 3 Foderare gli anelli di metallo con le strisce di gelatina (la pellicola trasparente dev’essere rivolta verso l’esterno) e poi riporre il tutto in frigorifero. 4 Tagliare gli asparagi, includendo anche le punte, in 60 pezzi di circa 4 cm di lunghezza. 5 Ridurre le parti restanti degli asparagi in fettine di 1 cm di spessore da mescolare poi con i gamberetti. 6 Disporre i pezzi di asparagi verticalmente tutt’attorno ai bordi degli anelli. 7 Sistemare invece nella parte centrale la miscela di asparagi e gamberetti. Riempire con il resto della gelatina ancora liquida messa da parte e mettere in frigorifero. 8 Tirare via l’anello, eliminare la pellicola trasparente e servire i tortini con un’insalata e una salsa all’uovo. Inoltre: 6 anelli di metallo di 8 cm di diametro e 3 cm di altezza pellicola trasparente di circa 16 x 23 cm teglia o stampo per sformati di circa 16 x 23 cm I AT Per la gelatina: 600 ml di brodo di asparagi 10 fogli di gelatina 2 cucchiai di prezzemolo tritato sale, pepe GL 600 g di asparagi bianchi 100 g di gamberetti cotti e sbucciati sale zucchero mezzo limone SOAVE DOC ALMORANO Scheda vino a pagina 38 Ricetta passo-passo Le buone ricette di Iperal 1 Versare la gelatina ancora liquida in una teglia foderata di pellicola trasparente. Sistemare la teglia nel frigorifero e far rassodare. 2 Tagliare la gelatina di asparagi in strisce di 3 cm di larghezza e 23 cm di lunghezza 4 Tagliare gli asparagi, includendo anche le punte, in 60 pezzi di circa 4 cm di lunghezza 3 Foderare gli anelli di metallo con le strisce di gelatina 5 Mescolare con i gamberetti le parti restanti degli asparagi ridotte in fettine da 1 cm di spessore 7 Sistemare nella parte centrale la miscela di asparagi e gamberetti e riempire con il resto della gelatina 6 Disporre i pezzi di asparagi verticalmente tutt’attorno ai bordi degli anelli 8 Una volta rassodati in frigorifero tirare via l’anello, eliminare la pellicola trasparente e servire 37 Le buone ricette di Iperal Crespelle cioccolato, vaniglia e fragole Ingredienti Per la pastella: 2 uova 300 ml di latte 150 g di farina 2 cucchiai di cacao 1 cucchiaio di zucchero burro per friggere Per farcire: 400 g di fragole 200 g di quark 3-4 cucchiai di panna da cucina 4 cucchiai di zucchero vanigliato zucchero per cospargere Procedimento Fare una pastella mescolando le uova con il latte, la farina, il cacao e lo zucchero. Far riposare il composto per 20 minuti. Nel frattempo lavare le fragole, pulirle e tagliarle a fettine sottili. Mescolare il quark con la panna e lo zucchero vanigliato. Far sciogliere poco burro in una padella per ogni crespella da cuocere. Versare ogni volta un mestolo piccolo di pastella nella padella, farla “allargare” muovendo la padella in modo da coprirne tutto il fondo e far cuocere per 1-2 minuti. Poi voltare la crespella e finire di cuocerla per 1-2 minuti dall’altro lato. Prima di servire le crespelle farcirle con il quark e le fragole e ripiegarle fino a creare un involucro a forma di salvietta. Metterne due su ogni piatto, aggiungere una spolverata di zucchero in polvere e servire subito. 4 persone Tempo di preparazione: 15 min Tempo di riposo: 20 min Tempo di frittura: 20 min Grado di difficoltà: facile I vini che vi abbiamo consigliato ERBALUCE DI CALUSO DOC cl75 Regione: Piemonte Vitigno: Erbaluce Colore: giallo paglierino con riflessi verdolini Profumo: delicato, fesco, erbaceo, con intensi sentori di fiori di campo Gusto: armonico con note agrumate e minerali Gradi alcolici: 12,5% vol Temperatura di servizio: 6°-8°C DOLCETTO D’ALBA DOC MARCHESI FIORAVANTI cl75 Regione: Piemonte Vitigno: Dolcetto 100% Colore: rosso rubino intenso con riflessi violacei Profumo: Vinoso, gradevole, intensamente fruttato Gusto: asciutto, di moderata acidità, di buon corpo, armonico, gradevolmente amarognolo Gradi alcolici: 12,5% vol Temperatura di servizio: 16°-18°C PINOT GRIGIO DELLE VENEZIE ALLEGRINI cl75 Nazione: Veneto Vitigno: Pinot Grigio 100% Colore: giallo paglierino brillante Profumo: tenue e delicato nell’esprimere i suoi profumi. Si caratterizza per una sottile ed elegante nota floreale cui segue la mela golden ed una nitida nota vegetale Gusto: al palato è asciutto e di medio corpo; ottima corrispondenza gusto olfattiva ed una sapida ed appagante beva, semplice e di grande piacevolezza Gradi alcolici: 12,68% vol Temperatura di servizio: 10°C SOAVE DOC ALMORANO cl75 Regione: Veneto Vitigno: “90% Garganega, 10% Trebbiano di Soave“ Colore: paglierino tenue Profumo: delicatamente fruttato Gusto: fresco e gentile Gradi alcolici: 12% vol Temperatura di servizio: 10°C 38 RivistAmica Le buone ricette di Iperal Da preparare con prodotti Risotto asparagi e limone La ricetta di Luca Manfè Il vincitore di MasterChef America regala ai lettori di RivistAmica un primo piatto tratto dal suo nuovo libro di cucina “My Italian Kitchen” “Vuoi che muoro?”, “mappazzone”. Queste parole vi dicono qualcosa? Gli appassionati dei programmi di cucina hanno sicuramente capito di cosa stiamo parlando. Ovvero di MasterChef, lo show televisivo dedicato ai cuochi dilettanti, condotto in Italia dai temibili giudici Joe Bastianich (è sua l’espressione italo-americana “vuoi che muoro?”), Bruno Barbieri (che firma il tormentone bolognese “mappazzone” che significa più o meno “miscuglio pesante”) e Carlo Cracco. Ebbene, la versione americana del programma è stata vinta nell’ultima stagione (la quarta) da un italiano. Si chiama Luca Manfè, ha 32 anni ed è originario di Aviano, in provincia di Pordenone. Luca si è fatto strada nella Mecca delle trasmissioni di cucina Usa, sbaragliando i concorrenti con le ricette della mamma e della nonna (a portarlo in finale proprio un frico rivisitato, piatto povero tipico friulano), carisma e lealtà nel gioco. «È la prova che i bravi ragazzi non finiscono sempre ultimi» ha detto di lui Bastianich. Luca, che potete seguire su lucamanfe.com, ha regalato ai lettori di RivistAmica la ricetta del risotto asparagi e limone, contenuta nel suo primo libro “My Italian Kitchen”, in uscita il 14 maggio negli Stati Uniti. Cimentatevi anche voi in una preparazione da chef con i prodotti Primia. La ricetta – Risotto con asparagi e limone Riempite una ciotola grande con acqua e ghiaccio. Portate una pentola di acqua a ebollizione, aggiungete gli asparagi e cuocete per circa 3 minuti. Utilizzando un mestolo forato, trasferite gli asparagi nel bagno di ghiaccio preparato. Lasciate raffreddare per un minuto, poi, togliete gli asparagi e asciugateli con un tovagliolo di carta. Quindi tagliateli a pezzi di circa 1 centimetro. In una casseruola, portate a ebollizione il brodo. Sciogliete 2 cucchiai di burro con l’olio d’oliva, scalogno, quindi fate tostare il riso, mescolando, per circa 3 minuti. Aggiungete il vino e fate cuocere finché si sia assorbito, per circa 5 minuti. Da qui in poi, continuate a mescolare aggiungendo il brodo caldo. Dopo circa 5 minuti, aggiungete la scorza di limone, poi gli asparagi e 1 cucchiaio del burro rimanente. Continuate a mescolare per ottenere un risotto molto cremoso. Dopo circa 20 minuti di cottura togliete dal fuoco e aggiungete i restanti 50 grammi di burro (precedentemente tagliato a dadini), il formaggio grana, il prezzemolo e il succo di limone. Mescolate energicamente e quando il burro è completamente sciolto, il risotto è pronto. Condite con sale e pepe e servite subito. Buon appetito, con il vostro piatto da MasterChef! Il carrello Primia Procuratevi 1 mazzetto di asparagi (circa 400 g); 1 litro di brodo vegetale fatto in casa o di buona qualità comprato al supermercato; 100 g di burro non salato; 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva; 1 scalogno grande tritato finemente; 200 g di riso Arborio; 250 ml di vino bianco; 2 cucchiai di scorza di limone finemente grattugiata; 100 g di Grana Padano DOP grattugiato fresco; 10 g di prezzemolo fresco tritato; 1 cucchiaio di succo di limone fresco; sale e pepe nero macinato. 39 In evidenza È il Taleggio la punta di diamante di casa Gildo Ciresa Da quando Gildo Ciresa realizzò il primo caseificio di Bindo, in Valsassina, è passato oltre mezzo secolo. Nei nostri supermercati l’eccellenza dell’azienda è presente da più di dieci anni «Lavoro e casa sono sempre stati una cosa sola. L’attività dell’azienda fa parte della vita di tutti i giorni». A parlare è Walter Ciresa, della Gildo Ciresa, che prosegue il mestiere iniziato dal nonno Giovanni nei primi anni del Novecento e trasmesso dal papà Gildo, continuando a produrre formaggi che rapprensentano alcune fra le eccellenze della Valsassina, nota come “polmone verde” dei milanesi ma soprattutto per le condizioni climatiche che storicamente favoriscono la stagionatura dei formaggi. «Avevo soltanto 13 anni quando è scomparso il nonno, ma del papà sono stato il primo collaboratore», continua Walter Ciresa, responsabile commerciale dell’azienda, dove lavora con i fratelli Ettore, Michele e Rita; oggi la produzione avviene anche nell’insediamento di Introbio. Accanto alla linea dei formaggi classici stagionati c’è la gamma dei prodotti freschi: «L’azienda per tradizione è legata a Taleggio e Gorgonzola, formaggi nostrani d’alpeggio, ma da circa 15 anni ci dedichiamo anche ad un settore nuovo e riscoperto, quello dei formaggi di capra». La tradizione in tavola Fiore all’occhiello di casa Gildo Ciresa è il Taleggio, che beneficia della stagionatura all’interno delle storiche grotte naturali dell’800, dove l’aria fresca degli anfratti dà origine al fenomeno dei “soffioni”, che creano il microclima ideale in grado di donare al prodotto il suo inconfondibile sapore. «Confezioniamo forme da circa 2 Kg (con il marchio Consorzio Tutela Taleggio impresso sulla crosta, il prodotto ha anche il riconoscimento D.O.P. a livello Europeo) che vendiamo intere avvolte in un incarto in pergamena», aggiunge Walter Ciresa. Nei supermercati 42 RivistAmica Iperal viene venduto da più di dieci anni: si può richiedere la quantità desiderata direttamente al banco di salumi e formaggi, ma è anche possibile servirsi di comode porzioni take away, confezionate giornalmente nei nostri punti vendita. Qualche consiglio per usare in cucina il formaggio principe della Valsassina? «Buonissimo a inizio pasto oppure come secondo piatto – conclude Ciresa – si può unire a quasi tutti i primi, dal risotto alla pasta, perfetta nella classica versione ai quattro formaggi, anche se io suggerisco di provare a condirla con una crema a base di solo Taleggio, per sentirne tutto il gusto». Uno chef in famiglia «Sul sito www.gildociresa.net prossimamente sarà integrata un’area con ricette specifiche per ogni prodotto», spiega Walter Ciresa. Ad occuparsene sarà Giovanni (un altro dei nove fratelli), che non lavora nell’azienda ma è un noto chef. Fra i suoi piatti forti, proprio i ravioli con ripieno al Taleggio. «A Giovanni va il merito di aver portato i nostri formaggi in Paesi dove non erano conosciuti, per esempio Giappone o Singapore, grazie al suo lavoro in giro per il mondo», dice Walter. Del resto, nonostante il mercato principale di Ciresa sia quello italiano, il 15% del fatturato proviene dalle esportazioni che toccano Europa, Asia, Stati Uniti, Australia e Madagascar. PURO NETTARE DI FRUTTA IN PURA ACQUA SANT’ANNA. Fonti di Vinadio, leader nazionale del settore acqua minerale con il marchio Sant’Anna, prosegue sulla strada dell’innovazione. Dopo Bio Bottle e SanThè, la prima bottiglia biodegradabile al mondo nel formato da 1,5 l e l’infuso di tè che dopo poco tempo dal lancio è già diventato il terzo brand del mercato, strappando quote ad attori storici del settore, arriva SanFruit Sant’Anna, puro nettare di frutta nei gusti pera, pesca e albicocca. La qualità come sempre per Fonti di Vinadio è la base per partire alla conquista dei gusti e delle scelte delle persone: in questo caso si tratta infatti dei primi e unici nettari di frutta contenuti all’interno di un bicchierino da 200 ml con l’apposita cannuccia, così pratico da portare con sé e da consumare in ogni momento della giornata. Senza glutine e con un contenuto minimo garantito di frutta del 50% per la pera e la pesca e del 40% per l’albicocca, i nettari SanFruit sono preparati con pura acqua Sant’Anna dalla sorgente Rebruant, posta a 1.950 metri nel cuore delle Alpi piemontesi, conosciuta per le sue straordinarie caratteristiche di leggerezza e purezza, oltre a essere indicata, tra le poche in Italia, per la preparazione degli alimenti dei neonati. Quasi come addentare un frutto dall’albero, i nettari di frutta SanFruit Sant’Anna offrono un’esperienza straordinaria di bontà, in particolare per mamme e bambini, più sensibili di tutti al gusto della qualità. Come sostiene Alberto Bertone, presidente e a.d. di Fonti di Vinadio, “per sviluppare questo nuovo prodotto siamo partiti come sempre dalla massima attenzione e garanzia di qualità, valore che premia sempre. Negli anni abbiamo saputo conquistare la preferenza dei consumatori grazie a trasparenza e qualità; siamo convinti che questa sia la strada vincente anche per SanFruit, che si rivolge in particolare ad un target a noi molto caro, quello di mamme e bambini.” Primia Tisane Primia, delicato piacere naturale Tre diversi prodotti dal sapore amabile che sfruttano le qualità di erbe e fiori per aiutare l’organismo a depurarsi, digerire e rilassarsi Un concentrato di gusto delicato e benessere per concedervi rilassanti momenti di pausa che facciano bene anche al vostro organismo. Sono queste le qualità delle tre tisane che vanno ad arricchire la gamma dei prodotti Primia, che potete trovare nei punti vendita Iperal, ognuna con una funzione specifica indicata già dai nomi: la tisana “Benessere”, la “Dopo pasto” e quella “Relax”. Elisir di benessere Ad accomunare queste tre tisane è la composizione 100% naturale, il limpido colore giallo dorato, il sapore amabile e il profumo intenso. La composizione di ognuna è attentamente studiata, sia per quanto riguarda gli ingredienti, sia per la loro proporzione nella ricetta, affinché ciascuna possa, non solo soddisfare il palato, ma svolgere anche una precisa funzione amica dell’organismo. Così la Tisana Benessere favorisce un’azione depurativa e drenante sfruttando le qualità di melissa, ortica e sambuco, la freschezza della menta e l’effetto diuretico dell’equiseto. Finocchio, liquirizia e melissa conferiscono invece un sapore particolarmente aromatico alla Tisana Dopo Pasto, efficace nel facilitare una corretta digestione e un riequilibrio della flora intestinale. La Tisana Relax, con la sua ricetta a base di tiglio, melissa e camomilla, è infine utile per aiutarvi a combattere lo stress e infondervi una sensazione distensiva e rilassante. Salute per tutta la giornata Le nuove tisane Primia sono un aiuto per l’equilibrio psico-fisico, facilissime da preparare. Ogni confezione contiene 20 filtri, ognuno sufficiente per una tazza: basterà lasciarlo in infusione in acqua bollente per 5 minuti, per poi consumare la bevanda 44 RivistAmica calda o a temperatura ambiente. Al palato risultano amabili, ma se preferite dolcificarle potete arricchirle con un cucchiaino di zucchero o di miele. Per godervi il piacere delle tisane Primia in ogni momento della giornata, il consiglio è di provare tutte e tre le tipologie: la Dopo Pasto è infatti perfetta per essere consumata in prossimità di pranzo o cena, la Benessere per iniziare nel migliore dei modi la mattina a colazione e la Relax per una pausa pomeridiana o per concludere in maniera distensiva la giornata sorseggiandola prima di andare a dormire. Fonte: Agorà Network Partner Ufficiale Della Nazionale LO SHAMPOO DELLA NAZIONALE Più Forza all’Italia, Più Forza ai tuoi Capelli! PROMOZIONE N.33 DEL 2014 DALL’8 AL 28 MAGGIO 2014 SAL O NE bellezza CORPO E INTIMO ~ MANI E PIEDI ~ VISO E DENTI ~ CAPELLI ~ SPECIALE UOMO ~ UNDERWEAR Nei nostri Punti Vendita dall’8 al 28 maggio catalogo Salone Bellezza BIO-OIL ml 60 ,90 e 10 SCONTO 27% e 7,90 OFFERTA VALIDA PRESSO I PUNTI VENDITA DI: CASTIONE | FUENTES | CIVATE | ROGOLO | VALCHIAVENNA | SONDALO La primavera in un viso splendente 46 RivistAmica Inquadra con il tuo smartphone il QR qui a lato Molta crema, poco sole e un bicchiere di acqua calda al mattino: i consigli dell’esperta di estetica del volto per avere una pelle uniforme e luminosa, pronta per affrontare l’estate Salute, benessere e famiglia Quando è liscia, pulita e senza imperfezioni, basta anche solo un filo di eyeliner o di mascara e il risultato è splendido: uno dei segreti della vera bellezza è avere una pelle del viso perfetta. Lo sanno bene le modelle e le dive di Hollywood, che girano sempre con occhiali da sole e cappelli a larghe falde per proteggere la cute dal sole, dallo smog e dagli agenti atmosferici che potrebbero aggredirla. Per avere una pelle da star basta prestare attenzione a come la si cura: in questo periodo dell’anno in cui ci lasciamo alle spalle l’inverno, attraversiamo la primavera e guardiamo all’estate, ci sono degli accorgimenti da seguire per proteggerla al meglio. Una corretta “routine estetica” Prima regola: togliere il grigiore dei mesi freddi e pulire alla perfezione la pelle mattina e sera con prodotti specifici. Per quest’operazione, preferite sempre l’applicazione con batuffoli di cotone e limitate invece l’uso delle salviette, che non vanno a fondo nella pulizia. «Se si deterge correttamente la pelle, la si può mantenere pulita e sana più a lungo – spiega Eugenia Petriccione, consulente di cura del viso presso Recupero look, a Milano – Chi ha la cute secca, per struccarsi dovrebbe utilizzare un latte, che è corposo e nutre mentre deterge. Per chi ha un tipo di pelle mista, la scelta del detergente dovrà cadere su uno che elimina il trucco e normalizza il pH. Per chi invece ha una pelle più grassa, è bene che si orienti su una lozione micellare che in maniera meccanica toglie l’impurità già da sola». Dopo essersi struccate, non bisogna dimenticare di picchiettare sulla pelle un tonico che chiude i pori. Un consiglio per donne mature con acne tardiva? «Provate ad utilizzare l’acqua in bottiglia, meno calcarea di quella del rubinetto», suggerisce l’esperta. Prima di mettersi a letto, dopo la detersione è importante spalmare una crema, che anche in questo caso va scelta a seconda del tipo di pelle: «Se si ha la cute secca, bisogna orientarsi verso una crema da notte nutriente. Se la pelle è grassa si deve scegliere una crema normalizzante, fluida e leggera e non aggressiva». La mattina appena sveglie basterà applicare la stessa “routine estetica” per la detersione. E il gioco è fatto. Mai senza crema Seconda regola: spalmarsi bene la crema. «In inverno solitamente usiamo creme corpose che riparano dal freddo e dagli sbalzi termici. Col sopraggiungere della bella stagione arrivano i primi raggi di sole e subito cerchiamo di abbronzarci, sottovalutando il fatto che la pelle non è più abituata – aggiunge Eugenia Petriccione – Quando si esce la mattina, mai scordarsi la crema sul viso. La cosa migliore è applicarne una specifica per il giorno con protezione solare per limitare l’insorgere di macchie e rughe ed evitare il peggioramento della couperose». Per chi è solita applicare un trucco mattutino, i più indicati per proteggere la pelle sono quei fondotinta, sia fluidi che compatti, che hanno all’interno un fattore di protezione (il minimo consigliato è 15). Quando si programma un weekend al mare o fuori porta però è d’obbligo mettere in borsa una crema protettiva per il viso. Alimentazione, segreto di bellezza La pelle è resa luminosa anche da quello che mangiamo. «Per avere un viso perfetto, l’alimentazione deve essere varia – suggerisce Eugenia Petriccione – quindi bisogna mangiare di tutto in piccole quantità: la pelle è nutrita da tutti gli alimenti pertanto è bene evitare di eliminare i carboidrati o altri alimenti». Ulteriori alleati di bellezza sono i centrifugati con la frutta di stagione e alcuni rimedi che si trovano in erboristeria, come l’olio di borragine, ricco di vitamina E. In caso di imperfezioni della pelle, è questo il momento per depurare il fegato: sì a tisane e decotti di tarassaco, ortica e cicoria». Acqua e limone, elisir di lucentezza «Un ottimo rimedio naturale che consiglio sempre a tutte le donne è bere la mattina un bicchiere di acqua tiepida con il succo mezzo limone spremuto – consiglia l’esperta – È perfetto per la linea e per la pelle. L’acqua deve essere meno calda di quella che si usa per il tè, si deve sorseggiare con calma e, prima di fare colazione, è bene aspettare almeno 15 minuti: quella che avete preparato è una spremuta di vitamina C pura, antiossidante e depurativa, l’ideale per risvegliare il corpo in bellezza». [ segue ] 47 Salute, benessere e famiglia Sì alle maschere nutrienti Attenzione a non intervenire in maniera troppo decisa sull’epidermide: «Tutti in questo periodo consigliano uno scrub, ma io sono cauta – avvisa la consulente di bellezza – perché al giorno d’oggi le pelli sono molto sensibili e fragili e uno scrub, se non usato in maniera corretta, potrebbe addirittura risultare dannoso, aggredire la pelle causando microlesioni oppure, in caso di pelle grassa, stimolare una maggior produzione di sebo». Se si sentisse comunque l’esigenza di fare un procedimento esfoliante, l’importante è non farlo vicino agli occhi dove la pelle è più sottile. «Personalmente – continua l’esperta – consiglio di applicare una maschera di bellezza idratante. Se si vuol fare in casa con prodotti naturali, vi suggerisco questa ricetta: mescolate in una terrina un vasetto di yogurt bianco, un cucchiaino di miele e il succo di mezzo limone. Tenetela in posa 15 minuti, poi rimuovetela con l’acqua tiepida. Fate tutto al momento, non conservate la crema in frigo per successivi utilizzi». Fondamentale quando si applica sia la crema sia la maschera è il modo in cui la si spalma: «Non limitatevi a passarla sul viso ma stendetela anche su collo e décolleté, per avere un risultato uniforme». “Guida alla bellezza”: utile, ma con ironia! Titolo semplice e diretto per questo manuale che vuole insegnare a essere belle senza impazzire dietro a una distesa di trousse piene di cosmetici, creme e profumi. Scritto da Anita Naik (per Morellini Editore, pubblicato nel 2006 nella collana Pink Generation), il libro affronta uno dei temi più cari alle donne con sorriso e leggerezza. Si tratta di una guida completa e divertente alle piccole emergenze di ogni giorno, dal classico “brufolo della festa” alla noiosissima (ma indispensabile) operazione della depilazione. Capitoletti dedicati a mani, piedi, viso, zone critiche e corpo. In coda, come in ogni vademecum degno di questo nome, c’è un utilissimo glossario da consultare nei momenti in cui si viene assalite dal dubbio su quale tonico usare o su quale crema esfoliante applicare prima di andare a letto. Ogni paragrafo si conclude con qualche riga sui “miti da sfatare”, particolarmente utili per chi non si considera un’esperta della materia ma ha deciso di smettere di credere alle leggende metropolitane e di cominciare a darsi da fare con creme e affini. Compratelo attraverso LibrOnline su www.iperal.it: con il 15% di sconto sul prezzo di copertina lo pagherete soltanto 6,72 euro. Libr Online 48 RivistAmica Fai da te... il regalo per la Festa della Mamma 50 RivistAmica 11 MAGGIO Tante idee divertenti e originali per realizzare pensieri fatti a mano, usando materiali da riciclo o pasticciando ai fornelli, insieme all’aiuto di un adulto Salute, benessere e famiglia Al mese di maggio, dedicato alla Madonna, è legata una delle più belle ricorrenze dell’anno: la Festa della Mamma che, come da tradizione, cade nella seconda domenica del mese. Non si può dimenticare, quindi, di preparare qualcosa di originale, tenero, spiritoso e rigorosamente fai da te, da donare alla mamma in questo giorno speciale. Ecco allora qualche simpatica idea per far divertire i bambini e stimolare il loro lato più creativo, con l’aiuto di papà, fratelli maggiori, nonni e zii. Parola d’ordine: fantasia Le idee più originali spesso nascono dall’arte del riciclo e utilizzando materiali già a disposizione in casa. Bastano quindi un paio di forbici (a punta tonda per i più piccoli), colla stick o liquida, cartoncini colorati, spaghi, mollette, bottoni, tessuti, scatole a cui dare nuova vita e tutto quello che si può facilmente riconvertire per creare piccoli oggetti fatti a mano. Un’idea davvero facile da realizzare, anche per i bimbi che non hanno molta manualità e che sarà sicuramente apprezzata dalle mamme, è un portagioie. Per realizzarlo, procuratevi una confezione di cotton fioc, colla vinilica, nastri colorati a volontà e pezzi di tessuto. Ricoprite l’esterno della scatola e del coperchio con i ritagli di tessuto e incollate il nastro sui bordi. Per dare un tocco di originalità, si possono aggiungere sul coperchio piccoli e grandi fiocchetti realizzati con nastri di altri colori o delle piccole rose di stoffa. Un regalo che sicuramente farà contente le mamme più alla moda è la borsa di cartone, un lavoretto semplice da realizzare con materiale da riciclo come carta regalo, cartone, perline e paillettes insieme con corda, colla, forbici e nastro adesivo trasparente. Per creare la struttura della borsa, ritagliate dal cartone una striscia orizzontale e due stampi uguali tra loro e della forma che volete, incollateli con il nastro adesivo e con lo stesso nastro rinforzate i lati della borsa al suo interno. Per il manico, divertitevi ad infilare le perline colorate e le paillettes nella corda e dopo aver praticato due piccoli fori sui lati della borsa, fatela passare nelle fessure e fate dei piccoli nodi su entrambi i lati. A questo punto non vi resta che rivestire tutto con la carta da regalo colorata (la colla liquida è la più adatta) e applicare qualche decorazione una volta terminata l’opera. Auguri Mamma! Bigliettini artistici Non meno importanti dei regali, i biglietti di auguri possono essere essi stessi un pensiero originale e prezioso per la Festa della mamma. Oltre a disegni e cartoncini con le impronte delle manine, si può realizzare velocemente qualcosa di più elaborato ma facile anche per i più piccoli: il biglietto con un morbido cuore al centro. Procuratevi un cartoncino bianco e uno rosso, della carta crespa o della carta velina bianca, un pennarello color oro, colla e forbici. A seconda dell’età del bambino, aiutatelo a ritagliare un rettangolo dal cartoncino bianco (sarà la base del bigliet- Fiori speciali di carta ritagliati con amore Tante manine di carta colorata saranno i fiori più belli da donare alla mamma. Si tratta di un pensiero facilissimo da realizzare anche per i più piccoli, con l’aiuto di un adulto. Tracciate il contorno delle vostre mani e di quelle del bimbo su cartoncini colorati e poi ritagliatele. Per ottenere i petali, arricciate le dita arrotolandole su una matita o su una penna. Per fare il gambo dei fiori usate i bastoncini di ciniglia per pulire le pipe o del filo di rame. Chiudete le basi delle manine intorno allo stelo (usate colla o nastro adesivo) e scegliete piccoli bottoni colorati per i pistilli. Con un nastrino legate gli steli tra loro e il vostro mazzo di fiori sarà pronto. La presina da cucina “scioglicuore” Gli oggetti d’uso quotidiano che possiamo trovare in casa senza grosse difficoltà, sono spesso lo strumento più divertente per mettere alla prova la fantasia dei più piccoli. Ad esempio, una semplice presina che può diventare un originale dono per la mamma che della cucina, si sa, è la regina. Prendete una presina bianca o colorata che non abbia scritte o figure, procuratevi dei pennarelli adatti a scrivere su stoffa e poi lasciate che i bimbi la colorino e ci disegnino sopra. Per un maggiore effetto sorpresa, una volta conclusa la piccola opera d’arte, lasciatela appesa sopra i fornelli. [ segue ] 51 Salute, benessere e famiglia to) e poi a ritagliare una forma geometrica un po’ squadrata da quello rosso. Disegnate un bel cuore grande sul cartoncino bianco e dopo aver strappato piccoli pezzi di carta velina, arrotolateli fino a formare tante piccole palline. Incollatele sul cuore, fino a ricoprirlo completamente; attaccate il cuore sulla sagoma rossa e, a sua volta, sulla base bianca rettangolare. Infine, scegliete un bel messaggio d’amore per la mamma e con il pennarello decorate il bigliettino. Dolcetti e gioielli di pasta, tante idee in cucina Pasticciare in cucina è una delle attività più amate dai bambini e la Festa della Mamma è una buona occasione per farli divertire tra farina e stampini. Per fare una bella sorpresa alla mamma, con l’aiuto di un adulto, si possono preparare dei biscotti personalizzati a forma di cuore o di letterine che formino il suo nome o un pensiero affettuoso. Per rendere tutto ancora più speciale, una volta cotti, tingete i biscottini con i colori alimentari: farete un figurone! Altra idea semplice, adatta per stimolare la fantasia dei bimbi, è realizzare gioielli con la pasta cruda. Procuratevi della pasta che si possa infilare (penne, maccheroni, conchiglie, ruote), delle ciotole con dentro vari colori a tempera e dei fili elastici. Colorate qualche pezzo di pasta immergendolo nella tempera colorata e lasciatelo asciugare per bene. A questo punto divertitevi a infilare la pasta nel filo elastico creando l’alternanza di colori e la fantasia che più vi piace e poi chiudete con un nodino. La mamma sarà contenta di poter sfoggiare bracciali, collane o orecchini dalle forme originali e dai colori sgargianti fatti solo per lei! 52 RivistAmica Carta, polistirolo e spilli: e voilà, un quadretto per l’ufficio Tra le tante originali idee che si trovano sul blog Mamma Felice (www.mammafelice.it), una in particolare si addice ai bambini dai 6 anni in su a cui piace divertirsi con carta e colori e che hanno una buona manualità. Si tratta di un quadretto realizzato su una base di polistirolo, ideale per dare un tocco di colore alle pareti dell’ufficio della mamma o alla sua scrivania. Per iniziare, procuratevi un quadrato di polistirolo di uno spessore di almeno 2 cm – potete riciclarlo anche da confezioni o pacchi – ritagliate un foglio di carta double face o di cartoncino e preparate una serie di spilli con la capocchia colorata. Fissate la carta al polistirolo sui quattro angoli (basterà un po’ di colla e 4 spilli colorati) e aiutate il piccolo artista a ritagliare da giornali e vecchie riviste, le illustrazioni e le figure con cui realizzare il quadretto. Fiori, animali, farfalle, oggetti: la scelta delle immagini sarà la parte più divertente. A questo punto, per dare forma all’opera d’arte, basterà fissare la carta al polistirolo con l’aiuto di altri spilli colorati. Nei nostri Punti Vendita dal 19 maggio all’11 giugno catalogo Bricolage e Fai da te Ecco il bricolage di primavera: istruzioni per l’uso 54 RivistAmica È il momento giusto per imbiancare la casa, verniciare le nostre ringhiere oppure piantare una staccionata in giardino: ecco qualche consiglio utile. Con i prodotti adatti, risparmio e lavoro ben fatto sono garantiti Ambiente e collettività Con la primavera, arriva il momento di rimboccarsi le maniche: è il momento giusto per effettuare quei piccoli lavori che possono rendere la nostra casa più bella e più accogliente. A cominciare dai muri. Una bella imbiancatura è quello che ci vuole per rimettere a nuovo qualche nostra stanza, se non l’intera abitazione, magari giocando con i colori. Ad ogni muro la sua vernice Il primo passo è la scelta dei prodotti giusti, a cominciare proprio dal colore. Con il bianco, il panna e l’avorio non si sbaglia mai, per ogni ambiente e stile di mobili. Il rosa e giallo chiari possono aggiungere un pizzico di calore in più, soprattutto in sala e nel soggiorno. In camera si può osare con i colori pastello, ma attenzione a non usare tinte troppo forti: l’ambiente deve rimanere rilassante. Il grigio conferisce eleganza, mentre l’arancione è perfetto con i mobili wengé. I colori accesi, dal rosso pompeiano al blu elettrico, riservateli a singoli elementi, ad esempio una sola parete. Scelto il colore, concentriamoci sulla giusta tipologia di vernice. Generalmente è consigliato l’utilizzo di un’idropittura lavabile, non tossica, già pronta oppure da diluire con acqua. Di solito è disponibile una base bianca, mentre i colori si ottengono applicando fiale di prodotto concentrato. Per il bagno e la cucina, dove maggiore è il tasso di umidità, meglio scegliere le idropitture traspiranti o, meglio ancora, igienizzanti (per prevenire le muffe) o termoisolanti (contro la condensa). La classica tempera, non lavabile e poco resistente all’umidità, destinatela solo a garage e ripostigli. Occhio alle quantità: un litro di idropittura copre, di solito, 11-15 m2 di parete. Al lavoro Spostate o coprite i mobili con gli appositi teli di nylon. Poi coprite il pavimento, le prese elettriche, gli interruttori e i battiscopa con carta di giornale e nastro adesivo da carrozzieri. Valutate se sono necessarie alcune operazioni preliminari: stuccate eventuali buchi o crepe (lisciando poi l’intervento con carta vetrata), eliminate le muffe con gli appositi prodotti antimuffa e togliete, se possibile, l’eventuale strato di pittura a tempera, bagnando i muri con acqua calda e agendo con una spazzola a setole dure. Prima della vernice, può essere utile una mano di fissativo o primer, ma solo in determinati casi: se il muro è nuovo, su grosse stuccature recenti, oppure dopo aver tolto lo strato di tempera. Lasciate asciugare i prodotti utilizzati, poi procedete con l’imbiancatura vera e propria, utilizzando rulli o pennelli. Verniciate cominciando dal soffitto, poi passate alle pareti, sempre dall’alto verso il basso, sovrapponendo leggermente le pennellate per ottenere un effetto uniforme. Per i punti più difficili utilizzate pennelli tondi, più piccoli. Dopo 4-5 ore passate una seconda mano, prestando particolare attenzione nei punti dove la prima mano non appare uniforme. E ora tocca alle persiane Se alle finestre avete delle persiane, e se queste sono particolarmente esposte ai raggi del sole, ogni 5-6 anni è necessario riverniciarle. Smontatele, disponetele su due cavalletti (o due appoggi adatti) e poi carteggiatele ben bene per togliere la vecchia vernice. Passate una mano di vernice per legno: normalmente si utilizza una vernice impregnante, ad alto potere protettivo e impermeabile, meglio se in due mani. Altrimenti, per le finestre più esposte al sole, potete optare per una mano supplementare di flatting, vernice trasparente che crea un’efficace patina protettiva. Cornici d’autore con il decoupage Una decorazione fatta in casa per le nostre foto? Detto, fatto. Comperate una cornice in legno grezzo. Diluite una parte d’acqua con quattro parti di colla vinilica. Ritagliate della carta di vostro gusto: fogli colorati, giornali, carta regalo. Passate la colla sul retro dei ritagli con un pennellino. Incollateli sulla cornice e poi passate la colla su tutta la sua superficie. Dopo 3-4 ore si asciugherà. Poi passate una mano di flatting lucido trasparente, che si asciugherà in 5-6 ore. Posizionate l’immagine, un cartoncino posteriore e un gancetto. La cornice è pronta da appendere. [ segue ] 55 Ambiente e collettività Ringhiere, ruggini e vernici La tarda primavera è il periodo ideale anche per verniciare le ringhiere in ferro del balcone o delle scale. Il nemico numero uno, in questo caso, è la ruggine: toglietela utilizzando carta vetrata o spazzole con setole d’acciaio, a mano o con strumenti elettrici. Dove la ruggine resiste, applicate con un pennello un apposito liquido, il convertitore di ruggine: non passatelo nelle zone non danneggiate. Lasciate asciugare per 24 ore. Dopodiché, togliete con una spatola gli strati penzolanti della vecchia vernice. Gli strati scoperti, passateli con del liquido antiruggine (è un prodotto diverso dal precedente). Lasciatelo essiccare e passate uno strato di smalto sintetico o all’acqua. Per un risultato migliore, passate anche una seconda mano dopo 24 ore se avete usato smalto sintetico o dopo 6 per quello all’acqua. Una staccionata in giardino Abbiamo fatto un passo fuori dalla casa. Ora, se vogliamo organizzare un po’ meglio il nostro giardino, perché non applicare un reticolo di piccole recinzioni mobili? In questo modo possiamo creare aiuole e piccoli viali con graziose staccionate, oppure separare, solo visivamente, l’orto dai fiori, le zone seminate da quelle calpestabili. In commercio si trovano file di staccionate, di varia lunghezza e altezza, facilmente piantabili nel terreno. Se invece volete creare una recinzione più robusta, acquistate dei pali portanti dotati di lunghe punte, conficcateli nel terreno e poi procedete con il resto della staccionata. L’enciclopedia del fai da te Per abbracciare un argomento come il faida-te, non basta certo un articolo, e nemmeno un’intera rivista: servono i libri! “Manuale Completo del Fai Da Te” (Giunti Demetra, 2012, 640 pagine, prezzo di copertina 14,90 euro) vi spiega tutto quello che c’è da sapere per lavori di idraulica, muratura, elettricità, falegnameria, bricolage in giardino e manutenzione dell’automobile. Non solo consigli utili e descrizione dei materiali per le piccole riparazioni, ma anche progetti ambiziosi. Se poi, oltre al creare, avete bisogno anche di organizzare, “Tutto Casa. 1000 Consigli per la Sopravvivenza” (Giunti Demetra, 2011, 512 pagine, 8,99 euro) è il libro che fa per voi. E se, infine, anche i vostri figli voglio darsi al bricolage, ecco allora “Bricolage per Ragazzi” (Grillo Parlante, 2011, 344 pagine, 14,90 euro), con tante idee per cominciare a sviluppare la loro creatività nel fai da te. Ricordate che potete acquistare questi e altri libri attraverso il sito www.iperal.it nella sezione LibrOnline: basta registrarsi per ottenere il 15% di sconto sui prezzi di copertina sopra indicati. Libr Online 56 RivistAmica PAG. PUBBLICITARIA Iperal informa 4 BOLLINI di sconto sulla spesa Più bollini oggi, più sconti domani Dall’8 al 28 maggio 2014 in tutti i punti vendita, ricevi 1 bollino adesivo ogni 30€ di spesa effettuata calcolata su un unico scontrino. Completa con 4 bollini la cartolina che ti verrà consegnata nel punto vendita e fino al 25 giugno 2014, ogni cartolina completata ti darà diritto ad uno sconto del valore di 10€, utilizzabile ogni 40€ di spesa effettuata (scontrino unico). Ricorda di mettere almeno un prodotto nel carrello = L’iniziativa è riservata ai titolari di CartAmica. Libera a tutti i clienti nel nuovo punto vendita di Carate Brianza. Regolamento completo disponibile presso i punti vendita. di sconto sulla spesa 59 I tesori del forno Iperal Prodotti selezionati, massima trasparenza nei confronti dei nostri clienti e attenzione costante alla qualità. Iperal si dà, da sempre, poche ma chiare regole e lo facciamo per ogni prodotto che vendiamo, con particolare attenzione alle produzioni che siete abituati a conoscere grazie all’etichetta “Fatto da noi”. Un’eccellenza rappresentata dai nostri prodotti da forno, grazie ai quali ogni giorno, con un prodotto sempre fresco e di qualità, serviamo le vostre tavole. 60 RivistAmica Pane e prodotti dolciari sono un vero fiore all’occhiello delle nostre preparazioni. Cura delle materie prime e personale qualificato garantiscono ogni giorno la freschezza sulle tavole dei nostri clienti Dall’impasto alla vendita Per tutti i negozi il punto di riferimento è il nostro forno centralizzato di Andalo Valtellino, dove giornalmente 16 panettieri e 5 pasticceri sono impegnati nella produzione del pane e dei prodotti di pasticceria. Qui si svolgono tutte le operazioni necessarie alla preparazione dei diversi tipi di pane: dall’impasto alla lievitazione, fino alla spezzatura e alla precottura. Questi prodotti costituiscono la categoria del “semilavorato fresco”, ovvero ogni giorno vengono lievitati e precotti e poi inviati nei vari punti vendita, dove la cottura viene completata in più momenti della giornata, a garanzia di una freschezza sempre costante. Inoltre, nei punti vendita di Castione e Piantedo sono presenti due forni completamente attrezzati: Iperal Informa qui avvengono la produzione degli impasti, la lievitazione e la cottura della gran parte del pane venduto nel negozio. L’uso di una selezione di farine di vari grani e semole è sinonimo di garanzia nella scelta delle materie prime. Le farine provengono soltanto da fornitori certificati e storici, come il Molino Anselmo Colombo di Paderno d’Adda, con il quale lavoriamo da più di vent’anni. Pane per tutti i gusti Produciamo oltre trenta referenze di pane: i volumi giornalieri si aggirano intorno ai 50 quintali, cifra che negli ultimi cinque anni ha visto un aumento costante. Fra le tipologie vendute si trovano, accanto a quelle più classiche, quelle che rispondono alle diverse esigenze dei clienti: dalla ciabatta al pane stirato, dal pane arabo a quello all’olio, fino agli sfiziosi bocconcini multicereali, per citarne alcune. Un esempio di qualità, fra i tanti, è il pane di semola fatto soltanto con semola italiana pugliese, mentre il pane di segale, con i suoi numeri di vendita, fa onore alla tradizione valtellinese: ne vengono prodotti mediamente 190 chili al giorno, equamente distribuiti nei formati ciambella e bocconcini. Pasticceria “personalizzata” Nel forno di Andalo vengono preparate anche altre referenze da forno di tipo dolciario: crostate, torte, biscotteria confezionata in porzioni per quattro persone. Se non lo avete ancora fatto, assaggiate la “schiacciata valtellinese”, una nostra produzione del tutto Il nostro personale qualificato Due responsabili di produzione, da15 anni all’interno di Iperal, si occupano costantemente di garantire la qualità e la freschezza dei prodotti da forno con l’etichetta “Fatto da noi”. Ogni giorno decidono le materie prime da usare e stabiliscono i prodotti da inserire nell’assortimento. Sono inoltre responsabili della formazione del personale neoassunto. Fra i panettieri di Iperal, diversi sono stati scelti sulla base delle precedenti esperienze in panetterie locali del territorio. Dai cassettoni al take away originale, realizzata solo con prodotti tipici della zona: si tratta di un dolce fatto con farina, zucchero, burro e frutta secca, richiesto in ogni stagione dell’anno e distribuito in tutti nostri punti vendita. È possibile, inoltre, ordinare dei prodotti personalizzati per le ricorrenze come compleanni, anniversari, battesimi, cresime. I punti vendita di Castione, Piantedo, Adamello, Civate e Lecco hanno al loro interno laboratori che producono pasticceria fresca, venduta poi nel negozio stesso e negli iperstore vicini. In tutti questi punti vendita, oltre alle referenze acquistabili ogni giorno, si possono richiedere prodotti personalizzati per festeggiare occasioni importanti in famiglia o con gli amici: anche una torta per cento persone “a misura di festeggiato”, basta farne richiesta! Le referenze di panetteria sono vendute nella modalità a “cassettoni” (con il vantaggio per il consumatore di scegliere personalmente e pesare il pane che porterà in tavola) oppure confezionate: di norma il contenuto è sufficiente per un minimo di 2-3 persone. Per la pasticceria, invece, c’è la possibilità di servirsi tradizionalmente al banco, nei punti vendita che dispongono del laboratorio interno. In alternativa, si può acquistare in modalità take away: vassoi di biscotti o altri dolci pensati per 3-4 persone oppure crostate e torte a partire da un peso di 400 g. 61 ® ® I nostri clienti, la più preziosa fonte di informazioni Entrare in contatto con i nostri clienti è un’attività a cui noi di Iperal dedichiamo molta attenzione e dedizione. Lo facciamo attraverso tanti strumenti ai quali lavoriamo quotidianamente: il Servizio Clienti, i nostri volantini promozionali, la newsletter Iperalmagazine, il sito www.iperal.it, il volantino digitale e la RivistAmica. Ma entrare in contatto, oltre a pubblicare contenuti, significa anche ascoltare le segnalazioni e i suggerimenti che tutti i giorni ci arrivano e ci aiutano a risolvere piccoli problemi, stimolandoci a trovare nuove soluzioni e punti di vista. Ci contattate telefonicamente chiamando il numero verde, ci inviate mail scrivendo al servizio clienti, parlate con noi attraverso Facebook, oppure vi rivolgete direttamente al personale dei 64 RivistAmica È grazie ai propri clienti che Iperal continua a migliorare. Per questo è importante coinvolgervi ogni giorno: così i vostri suggerimenti diventano parte delle nostre scelte nostri negozi: informazioni che ci consentono di migliorare e di intervenire influendo positivamente sulla qualità del nostro lavoro. Progetto “inascolto” Per rispondere alle crescenti aspettative di clienti sempre più consapevoli delle proprie esigenze, esposti a condizioni mutevoli del mercato, avevamo bisogno di qualcosa in più: conoscere ed interpretare in anticipo i vostri pareri e le vostre aspettative. È con questa finalità che nel 2013 abbiamo avviato il progetto “inascolto”. Si tratta di un’iniziativa che coinvolge tutte le funzioni di Iperal in contatto con i clienti: un grande aiuto è arrivato dal per- Iperal Informa sonale di tutti i nostri negozi, che ha provveduto a trovare i clienti necessari per realizzare il panel. Abbiamo contattato innumerevoli clienti per arrivare a selezionarne 1200 che hanno accettato di fornirci il loro prezioso aiuto, coinvolti in una serie di sondaggi realizzati tramite la compilazione di questionari telefonici e on line. Per tutta la parte che riguarda i questionari online e per l’elaborazione delle informazioni raccolte, ci avvaliamo della collaborazione di uno dei maggiori istituti di ricerca italiani, AstraRicerche di Milano. «Il panel dei consumatori Iperal è suddiviso in due gruppi da 600 persone – spiega Cosimo Finzi, amministratore delegato di AstraRicerche – coinvolte alternativamente, in modo che per ciascun cliente, fra un’intervista e l’altra, passi un ragionevole lasso di tempo. Sia il gruppo A che il gruppo B sono strutturati per età, sesso e area di provenienza (Brianza, Lecco, Valcamonica, Valtellina, etc.) e costituiscono un campione rappresentativo estremamente puntuale e scientifico». I risultati dei sondaggi Questi sondaggi sono strumenti i cui risultati si traducono in suggerimenti e indicazioni di grande utilità nel prendere importanti decisioni operative future. Il primo, su “La qualità delle nostre iniziative promozionali”, è stato effettuato lo scorso settembre: i risultati hanno confermato l’importanza dei volantini e delle nostre iniziative promozionali, come offerte e sconti sul prezzo, per la gran parte della clientela, ormai abituata a pianificare i propri acquisti attraverso la lista della spesa. Il secondo sondaggio, eseguito a gennaio di quest’anno, ha avuto l’obiettivo di cercare un riscontro sulle iniziative di fidelizzazione realizzate nel corso del 2013 (la raccolta punti del Catalogo Amica, le raccolte bollini, etc.) e fornirci suggerimenti su come orientarci per la campagna di fidelizzazione 2014: per i classici premi o servizi, come quelli proposti nella passata edizione del Catalogo Amica 2013, sembra essere arrivato un periodo di arresto, mentre è emersa in modo evidente la preferenza per la possibilità di convertire i punti della raccolta annuale in sconti sulla spesa e iniziative volte alla convenienza. Volete partecipare ai prossimi sondaggi? Stiamo realizzando il terzo sondaggio, con lo scopo di raccogliere dei giudizi sulla qualità e sugli assortimenti dei nostri reparti freschi: i salumi e formaggi, la panetteria, le nostre carni, la frutta e verdura. Ne seguiranno altri nei prossimi mesi: se anche voi volete periodicamente partecipare ai nostri questionari per collaborare con noi in questo nostro percorso di continua evoluzione e miglioramento, contattateci chiamando il numero verde 800-232730 oppure scrivendo a [email protected]. Se le vostre caratteristiche risponderanno alle esigenze del panel, sarete inseriti e contattati per le successive edizioni. AstraRicerche e Iperal «Alcune decisioni vanno prese dopo aver sentito la viva voce dei clienti», spiega l’ad di AstraRicerche Cosimo Finzi. L’istituto di ricerca, che collabora con Iperal dal 2013, ha un’esperienza trentennale (è nato nel 1983) e mira a una “analisi intelligente” dei risultati. «La nostra è un’attività che si pone a metà fra la ricerca di mercato e la consulenza nel campo del marketing e della comunicazione – conclude Finzi – lavoriamo prevalentemente per il settore privato e nel mercato italiano (85% contro il 15% di quello estero)». 65 Lo sapevate che… curiosità, storie e leggende dal territorio Editore e proprietario IPERAL S.P.A. Sede legale: Via Manzoni,41 20121 Milano Direttore responsabile Giorgio Gaspari Marketing e coordinamento: Alessandro Pizzen Testi, grafica e impaginazione a cura di Imaginor s.r.l. Fotografie Iperal, Giuseppe Godi, Olycom/ Stockfood, Fotolia, Wikipedia, Marco Bucci, Valentina Locorotondo, Associazione Amici di San Pietro, Luca Giarelli I proverbi del mese Matrimoni di una volta L’8 maggio è San Vittore, patrono di Caiolo, paese di appena mille abitanti nel cuore del Parco delle Orobie Valtellinesi. Qui, la prima domenica dopo l’8 maggio, si festeggia il Santo martire. E ad Albosaggia, al confine con Caiolo, si dice “S’el piöv per San Vitùr ne fa mal la vaka e él pastùr” (se piove il giorno di San Vittore fa male alla mucca ed al pastore). Si celebra il bel tempo anche a Ponte in Valtellina: “Del bèl témp e dèla bóna gént se stüfa mai”: del bel tempo e della buona gente non ci si stanca mai! Dopo il sacramento, in Valtellina la novella sposa tornava nella casa dei genitori e si nascondeva all’interno. Fuori dalla porta, i suoi parenti aspettavano lo sposo. Arrivato con amici e familiari, dopo aver bussato più volte alla porta, gli venivano presentate una a una le donne più vecchie e goffe del paese! Naturalmente le rifiutava tutte, finché uno dei suoi accompagnatori non gli portava la moglie, scovata nel suo nascondiglio: applausi della folla e confetti per tutti. Per tradizione la sposina donava a ogni uomo invitato un garofano e un fazzoletto. I “fantasmi” di Fiumelatte La piccola Atlantide del Lario Il brevissimo corso d’acqua chiamato Fiumelatte (appena 250 metri), nel territorio di Varenna (LC), da fine marzo a inizio ottobre è caratterizzato da una particolarità: l’acqua si getta nel lago spumeggiando fragorosamente. Un “mistero” che ha alimentato alcune credenze popolari, come quella secondo la quale il torrente sarebbe controllato dai fantasmi delle donne morte di parto. Il fenomeno ha invece una spiegazione scientifica: il Fiumelatte rappresenta il troppopieno di un sistema carsico (il carsismo è l’attività chimica esercitata dall’acqua su rocce calcaree). Lenno, piccolo comune della provincia di Como, che dal 21 gennaio 2014 è compreso in quello di Tremezzina, secondo la leggenda ha una sua piccola Atlantide, che si troverebbe sotto le acque del Lario. L’isola sotterranea comunicherebbe con gli abitanti del paese attraverso il suono delle campane, udibile nelle giornate di forte vento, in un punto vicino alla riva del lago. Lenno prende il nome dall’isola greca di Lemnos: nel 59 a.C. Giulio Cesare vi sbarcò con 500 greci che rimasero affascinati dalla bellezza del luogo. Stampa RDS Web Printing s.r.l. via Belvedere, 42 20862 Arcore (MB) Reg. Trib. Sondrio N. 404/2013 del 18/10/2013 Una copia omaggio per i possessori di CartAmica. Distribuito presso i punti vendita del gruppo Iperal. Anno 1 - numero 4 Chiuso in redazione il 16/04/14. © IPERAL S.P.A. - Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale di testi e foto. Tutte le informazioni contenute nel presente numero sono aggiornate alla data di chiusura e potrebbero subire variazioni per cause non dipendenti dalla volontà della redazione. Le immagini riportate sono a scopo illustrativo. Le ricette sono proposte e redatte secondo scienza e coscienza. Non possiamo assumere responsabilità per la riuscita dei piatti. Errata Corrige La fotografia pubblicata sul numero 2 a pag. 12, non è ricondcibile al comune di Bormio, bensì alla chiesa di S. Bernardo, in valle di Rezzalo, e ricade quindi sul territorio di Sondalo. Ci scusiamo con i lettori. www.iperal.it 66 Per le vostre segnalazioni, curiosità e suggerimenti contattateci a: [email protected] RivistAmica C/O Gruppo Iperal Via La Rosa, 354 Piantedo (SO)
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