ELETTROCHIMICA Si studiano i fenomeni connessi alla trasformazione di energia chimica in energia elettrica (o meglio lavoro elettrico) e viceversa. Le reazioni interessate sono quelle in cui c'è SCAMBIO DI ELETTRONI, cioè le reazioni di OSSIDO-RIDUZIONE Bisogna rivedere alcuni concetti di base disponibili in qualunque libro di chimica: - stati di ossidazione - ossido-riduzioni - semireazioni e bilanciamento delle ossido-riduzioni - pile - elettrolisi Sono necessari anche alcuni concetti di fisica: L'unità di carica elettrica (1 C) è quella carica che, posta su due corpi alla distanza di 1 m, causa una forza di 8,99⋅109 N. (La carica di un elettrone è di - 1,60⋅10-19 C) La d.d.p. tra due punti è, la differenza di energia potenziale elettrica relativa ad una carica unitaria (1 Coulumb): 1 Volt = 1 Joule/Coulumb L'intensità di una corrente elettrica è la quantità di carica (in C) che attraversa una sezione di conduttore nell'unità di tempo (secondo): 1 Ampere = 1 C/s La resistenza elettrica è il rapporto tra la differenza di potenziale e la corrente che attraversa un conduttore: 1 Ω = Volt/Ampere Ω=ohm Applicando una certa differenza di potenziale, maggiore è la resistenza del conduttore e minore sarà la corrente che passa. La resistenza attraverso un mezzo dipende dalla geometria del mezzo ed è direttamente proporzionale alla lunghezza (l) e inversamente proporzionale all’area della sezione trasversale (A), ρ=resistività o resistenza specifica (Ωcm). R=ρl/A L‘INVERSO DELLA RESISTENZA (1/R) viene detta 'conducibilità' o 'conduttanza’ (Λ in ohm-1 oppure in Siemens, S) mentre l’INVERSO DELLA RESISTENZA SPECIFICA è chiamata ‘conduttanza specifica’ o ‘conducibilità specifica’ (χ, siemens/cm). Λ=χA/l CONDUTTORI ELETTRONICI (conduttore di prima specie) sono i metalli, la conduzione è svolta dagli elettroni o dalle lacune positive. CONDUTTORE ELETTROLITICO (conduttore di seconda specie) sono le soluzioni di elettroliti. Conduzione ionica con trasporto di materia. La legge di Ohm è sempre valida per i conduttori di prima specie mentre è applicabile a quelli di seconda specie solo in certe condizioni. Un elettrodo (o sistema elettrodico o semicella) è un sistema costituito da un conduttore elettronico (metallo) immerso in una soluzione che contiene una o più specie ioniche. CORRENTE ALTERNATA CORRENTE CONTINUA Polo negativo Polarità Polarità Polo positivo tempo tempo cie Se sp cond ec ie a pe Pr im as Intensità di corrente La conducibilità di una soluzione si può misurare agevolmente inserendo due elettrodi fra i quali si impone una ddp tramite un circuito esterno. Quando si impone una ddp nella soluzione avvengono vari fenomeni e dobbiamo distinguere due casi: passaggio di corrente continua e corrente alternata. Con CORRENTE CONTINUA, un elettrodo avrà sempre un polo positivo e l’altro sarà sempre il polo negativo, si osserva un andamento del tipo riportato in figura. Bisogna superare un potenziale di soglia per avere un significativo passaggio di corrente. Avviene l’elettrolisi cioè la trasformazione di energia elettrica in energia chimica. Differenza di potenziale applicato (ddp) (corrente continua) Se uso CORRENTE ALTERNATA la polarità degli elettrodi cambia repentinamente e i fenomeni di elettrolisi che sono avvenuti in un certo istante si invertono nell’istante successivo. Pertanto è valida la legge di Ohm. Le misure di conducibilità vengono effettuate in corrente alternata perché la composizione della soluzione non viene alterata (si usa un circuito chiamato ponte di Kohlrausch). Cella conduttometrica CONDUTTOMETRIA Si studia la conducibilità degli ioni in soluzione (non reazioni di ossido riduzione). LE MISURE VENGONO EFFETTUATE USANDO SOLO CORRENTE ALTERNATA. La conducibilità della soluzione dipende dagli IONI e dalla loro CONCENTRAZIONE. Partendo da soluzioni molto diluite ed aumentando la concentrazione degli HCl ioni normalmente si osserva un aumento H2SO4 della conducibilità fino ad un certo punto, dopo diminuisce. Bisogna considerare due effetti opposti, l’aumento degli ioni aumenta la conducibilità ma quando le soluzioni NaOH sono molto concentrate si formano le coppie ioniche (l’attività diminuisce). 0 5 10 15 20 Concentrazione Per soluzioni molto diluite di un elettrolita (teoricamente a diluizione infinita) la conducibilità è data dalla somma della conducibilità dei singoli ioni (LEGGE DELLA MIGRAZIONE INDIPENDENTE DEGLI IONI): Λ∞ = λ∞(+) + λ∞(-) CATIONI λ∞(+) ANIONI λ∞(-) + + H3O (H ) 349.85 OH197.6 + K 73.5 CN82.9 + NH4 73.4 Br78.17 61.92 Cl76.35 Ag+ + Na 50.15 NO371.44 + 38.64 ClO364.66 Li 2+ ½Pb 70.0 MnO461.0 2+ ½Ba 63.6 F55.4 Osservando questi valori si nota che gli ioni H3O+ e OH- hanno dei valori insolitamente elevati, mentre tutti gli altri hanno una conducibilità confrontabile. Tutti gli ioni effettivamente si spostano nella soluzione insieme al gruppo di molecole di acqua che lo idratano. Perciò non si sposta solo lo ione ma lo ione con un buon gruppo di molecole. All’incirca l’intera massa che si sposta è simile indipendentemente dallo ione, quindi tutti gli ioni hanna una mobilità confrontabile. Gli ioni H+ non si muovono come gli altri trascinandosi le molecole di idratazione ma lo ione H+ “salta” da una molecola di acqua ad un’altra adiacente (analogamente per OH-). H H H H \ + \ \ \ O ̶ H O ̶ H O ̶ H O ̶ H / H APPLICAZIONI DELLA CONDUTTOMETRIA IN CHIMICA Gli strumenti per effettuare misure di conducibilità sono generalmente poco costosi e semplici da usare; per questo le misure di conducibilità sono largamente impiegate nell’industria sia in laboratorio che sugli impianti per il controllo di processi. Si possono effettuare analisi dirette in cui si determina il valore assoluto della conducibilità specifica. Si ottengono informazioni circa la quantità di ioni presenti in una soluzione. Ad esempio nella maggior parte delle acque naturali la conducibilità specifica è compresa tra un valore di 100 e 1000 mS/cm, ma è possibile trovare anche dei valori più grandi e più piccoli. Nel caso delle piogge ci si aspettano valori tanto più elevati quanto più grande è la concentrazione delle specie presenti nell’aria che vengono portate in soluzione dalle precipitazioni. La variazione della conducibilità di una soluzione in base all’aggiunta di particolari reagenti può essere una buona informazione nel caso di titolazioni conduttometriche per ricavare la concentrazione di una soluzione incognita o addirittura costanti chimico - fisiche proprie di una sostanza. È questo il caso in cui la conduttometria è utilizzata per effettuare misure indirette. Acido forte base forte Acido debole con base forte 1200 1000 Λ ( S) 800 600 400 200 0 0 5 10 15 0 20 5 10 15 mL NaOH Titolazione con formazione di sale insolubile AgNO3+NaCl→AgCl↓+NaNO3 0 5 10 ml NaCl aggiunti 15 20 20 APPLICAZIONI DELLA CONDUTTOMETRIA IN BIOCHIMICA L’urea è idrolizzata dall’enzima urease per formare carbonato d’ammonio NH2-CO-NH2 + 3H2O → 2NH4+ + HCO3- + OHPoichè si passa da una specie neutra a specie ioniche la conducibilità della soluzione aumenta con il tempo. La conducibilità è proporzionale alla concentrazione degli ioni che si formano durante la reazione. La figura mostra i risultati di alcuni esperimenti con soluzioni a concentrazione costante di urea e ureasi variando la temperatura (20, 30, 40, 50, 60 °C). Temperatura 20 30 40 50 60 k [ mS/s ] 0.000793 0.001515 0.002481 0.003865 0.003097 v [ mS/min] 0.04758 0.0909 0.14886 0.2319 0.18582 I grafici mostrano che la velocità della reazione aumenta con la temperatura raggiunge un massimo e dopo si riduce a causa della denaturazione dell’enzima. La temperatura ottimale di lavoro dell’enzima è di 50°C dopo la struttura terziaria comincia a trasformarsi e l’enzima perde la sua attività. PILE POTENZIOMETRIA Quando si immerge nell'acqua una lamina di un qualsiasi metallo, alcuni suoi ioni Zn idratandosi trovano le condizioni energetiche Zn2+ favorevoli e abbandonano la lamina e passano Zn2+ Zn Zn2+ quindi in soluzione. La soluzione si arricchisce Zn2+ Zn Zn2+ di ioni positivi e quindi si carica positivamente, la lamina si caricherà negativamente in quanto Zn2+ Zn Zn2+ sono rimasti su essa degli elettroni in più. Zn2+ Zn Zn2+ Quindi tra lamina e soluzione si stabilisce una differenza di potenziale . Zn2+ Zn2+ Zn2+(aq) Zn +nH2O→Zn2+(H2O)n + 2e- Il numero di ioni che abbandonano la lamina è estremamente piccolo perché il metallo caricandosi negativamente riduce la tendenza a perdere altri ioni Zn2+. Inoltre, quantità di ioni che abbandonano la barretta dipende dal tipo di metallo e dalla temperatura. - Gli ioni tendono a restare in prossimità della barretta di metallo a causa delle interazioni elettrostatiche. - Si instaura un equilibrio dinamico. Se si immerge però la lamina in una soluzione contenente ioni della stessa specie, il numero di ioni che abbandonano la lamina sarà ostacolato e regolato dalla presenza degli ioni metallici già presenti in soluzione. In altre parole, si ha una situazione di equilibrio e la differenza di potenziale tra lamina e soluzione dipende anche dalla concentrazione della soluzione. All’equilibrio i reagenti e i prodotti hanno la stessa energia libera: ∆GZn2+(aq) + 2∆Ge-(Zn) = ∆GZn ∆GZn2+(aq)=energia libera dello Zn2+ in soluzione 2∆Ge-(Zn)=energia libera dei due elettroni nella barra di Zn ∆GZn=energia libera della barra di zinco. Siamo di fronte al solito problema termodinamico! Bisogna valutare l’energia di Gibbs per l’idratazione dello ione (Zn2+(g) + aq→Zn2+(aq)), per la ionizzazione (Zn(g)→Zn2+(g)+2e-), l’energia reticolare (Zn(s)→Zn(g), la tendenza della barretta a caricarsi negativamente, . . . Tralasciamo questi aspetti. Purtroppo NON E’ POSSIBILE MISURARE sperimentalmente il valore assoluto di questo potenziale, in quanto bisognerebbe inserire nella soluzione un altro metallo per chiudere il circuito, quindi l’apparecchio misurerebbe una differenza di potenziale che coinvolge anche l’altro metallo. Si dovrà definire un punto di riferimento arbitrario. POTENZIALE DELL’INTERFACCIA METALLO/SOLUZIONE Si possono effettuare delle semplici prove per avere una descrizione qualitativa dei fenomeni che riguardano l’interfaccia metallo/soluzione. Supponiamo di effettuare una serie di esperimenti in cui una barretta metallica venga immersa in una soluzione contenente altri elementi allo stato ionico. Ad esempio mettendo una lamina di zinco (colore argento) in una soluzione di CuSO4 (azzurra) si osserva che la barra di zinco si ricopre di rame (bruno) e la soluzione diventa limpida. Il rame si è ridotto depositandosi sullo zinco sotto forma di rame metallico, mentre lo zinco si ossida passando in soluzione come Zn2+ (incolore). Spontaneamente avviene la reazione: Cu2+(aq)+Zn(s)→Cu(s)+Zn2+(aq) La reazione inversa non avviene. Ciò è connesso alla tendenza dei due metalli ad ossidarsi o ridursi e quindi possiamo concludere che IL RAME HA UNA MAGGIOR TENDENZA DELLO ZINCO A RIDURSI. Consideriamo un altro esperimento simile in cui lo Zn e la soluzione di Zn2+ sono sostituiti con Ag e Ag+. Questa volta la reazione: Cu2+(aq) + 2Ag(s) → Cu(s) + 2Ag+(aq) non avviene spontaneamente così come è stata scritta, ma avviene in senso inverso cioè il rame ha una maggiore tendenza ad ossidarsi rispetto all’argento. Ovviamente, il tutto è legato alla variazione di energia di Gibbs della reazione! Cambiando la lamina metallica e la soluzione ionica, possiamo costruire una tabella in cui gli elementi sono ordinati secondo la loro tendenza a ridursi. Queste tabelle sono riportate su tutti i testi di chimica, con a fianco della reazione di riduzione un numero, positivo o negativo, detto “POTENZIALE STANDARD DI RIDUZIONE” che analizzeremo più avanti. Una coppia redox si indica generalmente specificando la forma ossidata e quella ridotta (in questo ordine), separate da un segno di frazione. La coppia redox appena vista viene perciò indicata con Cu2+/Cu. La reazione che interconverte i due membri di una coppia redox si chiama generalmente semireazione redox (o reazione elettrodica). Cu2+(aq)+2e-→Cu(s) Altri esempi di coppie redox sono: coppia redox reazione elettrodica Ag+/Ag Ag+ + e- = Ag I2/I− I2 + 2e = 2I− Fe3+/Fe2+ Fe3+ + e- = Fe2+ Fe2+/Fe Fe2+ + 2e- = Fe MnO4-/Mn2+ MnO4- + 8H+ + 5e- = Mn2+ + 4H2O Cr2O72−/Cr3+ Cr2O72− + 14H+ + 6e- = 2Cr3+ + 7H2O Come si vede, una stessa specie può far parte di più di una coppia redox (lo ione Fe2+ è la forma ossidata della coppia Fe2+/Fe e la forma ridotta della coppia Fe3+/Fe2+). Inoltre, ad una semireazione possono partecipare altre specie oltre ai due membri della coppia redox implicata (nella semireazione che interconverte i due membri della coppia redox MnO4−/Mn2+ compaiono anche H2O e H+). Nelle reazioni di ossido-riduzione si ha sempre un passaggio di elettroni da una specie ad un’altra. E' possibile usare un processo redox per produrre corrente elettrica, cioè trasformare energia chimica in energia elettrica? E’ possibile solo se le specie ossidanti e riducenti non si trovano in contatto. Bisogna far in modo che il trasferimento degli elettroni avvenga a distanza attraverso un circuito esterno. Un apparecchio che soddisfa questo requisito è la cella galvanica o pila. Il funzionamento si basa sul fatto che due semireazioni possono avvenire contemporaneamente e separatamente, effettuando il trasferimento di elettroni attraverso un conduttore metallico. Supponiamo di costruire una pila nel seguente modo: immergiamo una lamina di zinco in una soluzione 1M di solfato di zinco e una lamina di rame in una soluzione 1M di solfato di rame. Stabiliamo un contatto tra le due soluzioni tramite un ponte salino, che può essere una soluzione satura (agar) di nitrato di potassio o anche altri sali ma con la caratteristica che i due ioni abbiano analoga mobilità e non reagiscano con le specie coinvolte nella redox. Si potrebbe usare della carta da filtro ripiegata parecchie volte su se stessa a formare un nastro. Poi deve essere bagnata con una soluzione KNO3 e disposta a ponte tra le due soluzioni. Il ponte salino chiude il circuito e rilascia all’occorrenza ioni K+ e NO3-. Questo sistema (noto come pila Daniell) si rappresenta graficamente nel seguente modo: Zn | ZnSO4(1M) || CuSO4(1M) | Cu anodo soluzione ponte soluzione catodo salino Dato che lo zinco ha maggior tendenza ad ossidarsi del rame, la lamina di zinco sarà più ricca di elettroni della lamina di rame, cioè lo zinco avrà un potenziale più basso del rame. Se ora colleghiamo le due lamine (elettrodi) con un conduttore metallico, su cui è inserito un misuratore, noteremo un passaggio di corrente dalla lamina di zinco alla lamina di rame. Le situazioni di equilibrio dell’interfaccia metallo/soluzione risulteranno turbate per cui altri ioni zinco passeranno in soluzione e altri ioni rame si depositeranno sulla lamina di rame come rame metallico. Infatti, con il procedere della trasformazione, si nota che la lamina di zinco si fa sempre più sottile e la lamina di rame va ispessendosi. L'elettrodo di zinco, quello più ricco di elettroni (cioè quello con potenziale più basso), è negativo mentre quello di rame è positivo. Nella pila, l'elettrodo negativo è detto anodo e quello positivo catodo. L'elettrodo negativo è interessato a reazioni di ossidazione, l'elettrodo positivo a reazioni di riduzione. In maniera analoga possono essere costruite moltissime pile cambiando ioni e barrette. A tal proposito bisogna considerare che possono essere costruiti vari tipi di semielementi così il numero di pile che possono essere costruite aumenta. I quattro semielementi più comuni sono descritti nella successiva pagina. Inoltre, una semicella può contenere non una, ma due o piu’ coppie redox. Questa e’ la norma, piuttosto che un’eccezione; basti pensare che in una soluzione acquosa ci sono sempre almeno due coppie redox che coinvolgono l’acqua: H2O/H2 2H2O + 2e− = H2(g) + 2OH− O2/H2O O2 + 4e− + 4H+ = 2H2O VARI TIPI DI SEMICELLE I più comuni sistemi elettrodici possono essere classificati sulla base dello stato di aggregazione della coppia redox che li caratterizza: -Elettrodi costituiti da un metallo in contatto con una soluzione che contiene un suo ione (già visto). - Elettrodi costituiti da un metallo inerte immerso in una soluzione che contiene sia la forma ossidata che quella ridotta di una coppia redox; un esempio potrebbe essere quello di una barretta di Pt o Au immersa in una soluzione che contiene ioni Fe2+ e Fe3+. In questo caso, il metallo funge solo da “carrier” di elettroni, cedendoli alla forma ossidata o acquistandoli dalla forma ridotta della coppia redox. - Elettrodi in cui una o entrambe le forme della coppia redox si trovano sotto forma di un sale insolubile. Un esempio di questo tipo e’ il cosiddetto elettrodo ad AgCl/Ag, in cui la reazione elettrodica e’: AgCl(s) + e- = Ag(s) + Cl− Come si vede, AgCl (la forma ossidata) è un sale insolubile, che si trova depositato su un filo di Ag (la forma ridotta). E’ necessaria la presenza di ioni Cl− in soluzione affinché la semireazione elettrodica possa avvenire. - Elettrodi in cui un membro della coppia redox si trova allo stato gassoso. Un esempio e’ rappresentato da un filo di Pt immerso in una soluzione satura di H2 e contenente una certa concentrazione di ioni H+; la coppia redox e’ H+/H2: 2H+ + 2e- = H2(aq) La concentrazione di H2 in soluzione e’ mantenuta al valore di saturazione mediante una campana di vetro contenente il filo di Pt e all’interno della quale si trova H2(g) ad una pressione parziale definita. La concentrazione di H2(aq) in soluzione e’ direttamente legata alla pressione parziale dell’idrogeno gassoso nella campana. LA LEGGE DI NERNST Dovrebbe a questo punto essere chiaro che gli “ingredienti” dell’equilibrio in un sistema elettrodico sono le concentrazioni dei partecipanti alla semireazione elettrodica e il potenziale elettrodico. Come per le reazioni chimiche in soluzione esiste una relazione che lega le concentrazioni di equilibrio dei partecipanti, così per un sistema elettrodico esiste una relazione che lega fra loro le concentrazioni di equilibrio e il potenziale elettrodico: tale relazione si chiama legge di Nernst. Il lavoro elettrico è espresso dal prodotto di una quantità di elettricità per una differenza di potenziale. In elettrochimica la quantità di elettricità che viene usata è il Faraday (96490 coulomb) cioè la quantità di carica di una mole di elettroni o di un equivalente di ioni o di specie ossidante o riducente. Se n Faraday di corrente passano in un elettrodo sottoposto a una differenza di potenziale E il lavoro sarà: welettrico=-nFE Il lavoro elettrico che un sistema può compiere è legato alla sua variazione di energia libera ∆G=-nFE Per una generica reazione aA + bB = cC + dD a cC a dD ∆G = ∆G ° + RTln a b a Aa B Combinando le due equazioni si ha : ∆G° RT a cC a dD E=− − ln nF nF a aA a bB equazione di Nernst Permette di calcolare la forza elettromotrice del sistema redox per dati valori di concentrazioni delle varie specie e ad una data temperatura. A temperatura costante il primo termine è caratteristico di ogni reazione e normalmente viene indicato con E° forza elettromotrice standard della pila. Si può determinare misurando la ddp della pila ponendo attività unitarie di tutte le specie. RT a cC a dD E = E° − ln nF a aA a bB E° = − ∆G° nF Se la pila opera a temperatura ambiente, il termine RT/nF (2.3 ⋅ 8.31 ⋅ 298/96500) diventa : a cC a dD 0.059 E = E° − log a b n a Aa B (log = logaritmo in base dieci) E è il potenziale elettrodico, cioè, ripetiamolo, la differenza di potenziale elettrico che si è instaurata fra i due semielementi. LA LEGGE DI NERNST La legge di Nernst è l’equivalente della legge dell’azione di massa per le reazioni in soluzione: oltre alle concentrazioni, vi compare anche il potenziale elettrodico, che per i sistemi elettrodici e’ una grandezza fisica addizionale che deve essere considerata come fattore determinante dello stato di equilibrio. Analogamente a quanto avviene per la legge dell’azione di massa, anche nell’equazione di Nernst ciascun termine di attività è in realtà un rapporto adimensionale fra l’attività di una data specie e il suo stato di riferimento: STATO DI AGGREGAZIONE STATO DI RIFERIMENTO soluti in fase liquida soluzione ideale a concentrazione 1 mol/L gas gas ideale alla pressione di 1 atm solidi/liquidi puri solidi/liquidi puri alla pressione di 1 atm Per i soluti e i gas la concentrazione/pressione di riferimento e’ unitaria, il valore del rapporto che compare nella legge di Nernst e’ numericamente uguale alla concentrazione/pressione misurabile per il dato componente. Nel caso di solidi o liquidi puri il rapporto adimensionale e’ rigorosamente unitario se la pressione è di 1 atm ed è vicinissimo all’unita’ in un vasto intervallo di pressioni (dato che le variazioni di pressione non hanno una grande influenza sulle fasi condensate). Il potenziale standard della pila E° non dipende dalla concentrazione, ma solo dalla particolare coppia redox considerata (e dalla temperatura). Ogni reazione redox può essere sempre immaginata come la somma di due semireazioni. Ad esempio per la pila Daniell si ha: (rid1 → ox1 + ne-) Zn → Zn2++2e2+ Cu +2e- →Cu (ox2 + ne- → rid2) Ogni coppia redox ha un valore di E° che la caratterizza: molto spesso, per indicare il potenziale standard di una particolare coppia redox, si usa la forma E°ox/rid. E = E° − a Cu ⋅ a Zn 2+ 0.059 log 2 a Cu 2+ a Zn si può riscrivere nella forma a Cu 2+ 0 a Zn 2+ 0 0.059 0.059 + − + log E = E Cu log E 2 + / Cu Zn 2+ / Zn 2 a Cu 2 a Zn E 0Cu 2+ /Cu potenziale standard del semilemento Cu 2+ + 2e- → Cu. E 0Zn 2+ /Zn potenziale standard del semilemento Zn 2+ + 2e- → Zn. Il potenziale di una qualunque semireazione Ox + ne- → Rid si scrive sempre : 0 E Ox / Rid = E Ox / Rid + 0.059 a log Ox n a Rid MISURA DEI POTENZIALI ELETRODICI ED ELETTRODI DI RIFERIMENTO Come sappiamo non si può misurare il potenziale assoluto di un singolo elettrodo, ma è necessario collegarne due formando così una pila. Potendo misurare solo differenze, bisognerà definire un elettrodo di riferimento. La scelta del riferimento è caduta sull‘ “ELETTRODO STANDARD AD IDROGENO” al quale viene assegnato, per convenzione, E=0.0000V a tutte le temperature. Questo elettrodo è formato da una soluzione acquosa di HCl 1M (pH=0) in cui viene immersa una lamina di platino platinato (nero di platino depositato per via elettrochimica) sulla quale gorgoglia idrogeno gassoso alla pressione di 1atm. Il platino spugnoso garantisce un’elevata superficie influenzando la cinetica dell’equilibrio, cioè la velocità con cui si raggiunge l’equilibrio. La reazione elettrodica può essere scritta 2H3O+(aq)+2e-=H2(aq)+2H2O (a volte si indica con 2H++2e-→H2) Notare che entrambe le specie, ossidata (H3O+) e ridotta (H2), sono in soluzione. Il corrispondente potenziale di equilibrio è dato da : a H 2 ⋅ a 2H 2O 0.059 E = E° − log 2 a 2H O + 3 Ammesso che a p = 1atm l' idrogeno si comporti idealmente pressione e attività (o fugacità) coincidono. Inoltre, l' attività del liquido è unitaria. E = E° + 0.059 log a H O + 3 Avendo definito questo punto di riferimento posso accoppiare questo semielemento standard ad un qualunque altro per misurare la forza elettromotrice della pila che mi coinciderà con il potenziale standard del semielemento Pt(H2) | H3O+ || Cu2+ | Cu (P=1atm) | a=1N || (aCu2+=1 N) | La fem della pila (anche essa standard) misurata con un potenziometro è E=0.337 V, e il rame rappresenta il polo positivo (CATODO). E=E°Cu2+/Cu=0.337 V Pt(H2) | H3O+ || Zn2+ | Zn (P=1atm) | a=1N || (aZn2+=1 N) | La fem della pila misurata con un potenziometro è E=0.763 V, e il polo positivo è l’elettrodo ad idrogeno. Quindi il potenziale del semielemento Zn2+/Zn vale: E=E°Zn2+/Zn=-0.763 V E’ importante ricordare che la legge di Nernst e’ una relazione termodinamica che vale RIGOROSAMENTE IN CONDIZIONI DI EQUILIBRIO e quindi le concentrazioni che in essa compaiono devono essere quelle corrispondenti a una condizione di equilibrio elettrochimico. Le misure di E devono essere effettuate in modo che non la pila EROGA CORRENTE, si usa il metodo di opposizione di Poggendorf (POTENZIOMETRO). E’ un circuito in cui due sorgenti di elettricità con la stessa f.e.m. sono collegate in opposizione in modo da impedire il passaggio di corrente. L’equazione di Nernst rappresenta il fondamento delle applicazioni analitiche della potenziometria: in ultima analisi, essa consente di risalire dal potenziale elettrodico alla concentrazione in soluzione. E' così possibile costruire la tabella con i potenziali “standard”, ricavati cioè con concentrazioni molari unitarie e temperatura di 298K (25°C); tali tabelle riportano i valori delle varie coppie redox avendo come riferimento il valore 0 per la coppia H+/H2. La f.e.m. di una pila si calcola secondo la relazione: E = Ecatodo – Eanodo per cui se l'elettrodo in esame ha minor tendenza ad acquistare elettroni rispetto a quello di riferimento, esso si comporterà da anodo, in quanto soggetto a reazione di ossidazione, ed avrà un segno negativo. In base a questo criterio, il segno negativo ha il significato di una minor tendenza a ridursi degli ioni contenuti nella semicella in esame rispetto agli ioni idrogeno contenuti in quella standard. Avendo seguito questo criterio, le semireazioni elettrodiche vengono sempre scritte nel senso della riduzione: Ox + n e- → Rid I potenziali tabulati vengono quindi chiamati “potenziali di riduzione”: - maggiore è il loro valore, maggiore sarà la tendenza alla riduzione; - minore è il loro valore, minore sarà la tendenza alla riduzione (e quindi ci sarà maggior tendenza alla ossidazione). Ad esempio, nella tabella notiamo che: - il fluoro ha il potenziale di riduzione più positivo (alto, quindi tende a non ossidarsi) - il litio ha il potenziale di riduzione più negativo (basso, tende facilmente ad ossidarsi). POTENZIALI STANDARD DI RIDUZIONE Li+(aq) + e-→Li(s) -3.05 MINIMA TENDENZA A RIDURSI + K (aq) + e-→ K(s) -2.92 MASSIMATENDENZA A OSSIDARSI 2+ Ba (aq) + 2e- → Ba(s) -2.90 2+ Sr (aq) + 2e- → Sr(s) -2.89 2+ Ca (aq) + 2e-→ Ca(s) -2.76 + Na (aq) + e-→ Na(s) -2.71 2+ Mg (aq) + 2e- → Mg(s) -2.37 2+ Be (aq) + 2e- → Be(s) -1.85 3+ Al (aq) + 3e-→ Al(s) -1.66 2+ Mn (aq) + 2e- → Mn(s) -1.18 H2O+ 2e- → H2(g) + 2OH-(aq) -0.83 2+ Zn (aq) + 2e-→ Zn(s) -0.76 3+ Cr (aq) + 3e- → Cr(s) -0.74 2+ Fe (aq) + 2e-→ Fe(s) -0.44 2+ Cd (aq) + 2e- → Cd(s) -0.40 2+ Co (aq) + 2e- → Co(s) -0.28 2+ Ni (aq) + 2e- → Ni(s) -0.25 2+ Sn (aq) + 2e-→ Sn(s) -0.16 2+ Pb (aq) + 2e-→ Pb(s) -0.13 + 2H (aq) + 2e-→ H2(g) 0.00 riferimento (convenzionale) 4+ 2+ Sn (aq) + 2e-→ Sn (aq) +0.15 2+ + Cu (aq) + e-→ Cu (aq) +0.16 AgCl(s) +e-→Ag(s) + Cl-(aq) +0.22 2+ Cu (aq) + 2e-→ Cu(s) +0.34 O2(g)+2 H2O+4e- → 4OH-(aq) +0.40 + Cu (aq) + e-→ Cu(s) +0.52 MnO4-(aq)+2H2O+3e-→MnO2(s)+4OH-(aq) +0.59 + O2(g) +2H (aq) +2e-→H2O2(aq) +0.68 2PtCl4 +2e-→Pt(s) + 4Cl+0.73 3+ 2+ Fe (aq) + e-→ Fe (aq) +0.77 + Ag (aq) + e-→ Ag(s) +0.81 + NO3-(aq)+4H +3e-→NO(g)+2H2O +0.96 Pt2+(aq) + 2e-→ Pt(s) +1.20 2+ 3+ Cr2O7 (aq)+14H +6e-→Cr +7H2O +1.33 Cl2(g)+2e-→ Cl-(aq) +1.36 + 2+ MnO4 (aq)+8H +5e-→Mn +4H2O +1.52 H2O2(aq)+2H+(aq)+2e-→2H2O +1.77 MASSIMA TENDENZA A RIDURSI F2(g) +2e-→ 2F (aq) + 2.85 MINIMATENDENZA A OSSIDARSI USO DEI POTENZIALI STANDARD Accoppiando gli elettrodi standard (attività unitarie) di rame e di zinco si ottiene la pila Daniell. L’elettrodo di rame è il polo positivo e la f.e.m. è data dalla differenza dei due potenziali standard. E=E°Cu2+/Cu-E°Zn2+/Zn=0.337-(-0.763)=1.1 V Se le attività sono diverse da 1 bisogna introdurre il termine logaritmico. Un aspetto importante connesso ai potenziali standard di riduzione riguarda la spontaneità delle reazioni redox. I primi sistemi della scala (potenziali bassi) sono i più forti riducenti mentre gli ultimi sono forti ossidanti. Un sistema in posizione intermedia ossida i sistemi che lo precedono e viene ossidato dai sistemi che lo seguono. Quali sono i possibili prodotti delle seguenti reazioni? Zn + HCl → La coppia Zn2+/Zn ha un potenziale elettrodico più basso di H+/H2 si forma ZnCl2+H2. Cu+ HCl → Il Cu ha un potenziale elettrodico più elevato di H+ quindi la reazione non avviene. Questi risultati possono essere generalizzati. I metalli con potenziale standard di riduzione negativo sono in grado di sviluppare idrogeno da soluzioni acide mentre i metalli con potenziale positivo non sviluppano idrogeno. Consideriamo la seguente reazione Cu+HNO3 → Il Cu ha un potenziale elettrodico più elevato di H+ quindi non dovrebbe avvenire. Tuttavia, lo ione NO3- è un forte ossidante e il potenziale di riduzione del semielemento NO3-+4H++3e-=NO+6H2O è (0.96 V) maggiore di quello del Cu. La reazione avviene con formazione di Cu2+ e NO(gas). Non si forma idrogeno. Pt+HNO3 → Il platino ha un potenziale maggiore della coppia NO3-/NO quindi la reazione non avviene. Per fare avvenire questa reazione posso combinare l’azione ossidante dello ione NO3- e l’azione complessante dello ione Cl- (acqua regia). In questo caso il potenziale da considerare non è quello relativo alla semireazione Pt2++2e-→Pt bensì Pt(Cl4)2-+2e-→Pt che è minore di quello della coppia NO3-/NO. Pt è attaccato da soluzioni di HCl/HNO3 E’ possibile preparare il seguente composto Fe(NO3)2 ? NO! Se metto insieme lo ione Fe2+ e lo ione NO3-, immediatamente si ha l’ossidazione del Fe2+ a Fe3+. Scrivere i prodotti delle seguenti reazioni: Sn + (eccesso)Cl2→ Co + (eccesso)Cl2→ Ag + AlCl3→ Le reazioni di disproporzione sono reazioni di ossido-riduzione dove la stessa specie funge da ossidante e riducente. Lo ione si trova in uno stato di ossidazione intermedia. 3Fe2+→Fe + 2Fe3+ ? Consideriamo i potenziali standard delle semireazioni: Fe2++2e-→Fe -0.41 V 2+ 3+ Fe +1e-→Fe 0.77 V Supponiamo che la reazione avvenga, si formerà una soluzione di Fe e Fe3+ ma quest’ultimo ha un potenziale molto più alto del ferro metallico quindi lo ossiderebbe. La reazione di disproporzione non avviene, anzi avviene la reazione inversa. Cu+→Cu2++Cu ? I potenziali delle semireazioni sono: Cu++e-→Cu 0.52 V + 2+ Cu → Cu +e- 0.15 V Supponiamo anche in questo caso che la reazione avvenga. Poiché il potenziale della coppia Cu+/Cu è maggiore di quello della coppia Cu2+/Cu+, la riduzione di ioni Cu+ a Cu provoca l’ossidazione di altri ioni Cu+ a Cu2+. La reazione procede fino a completa scomparsa di Cu+. E’ opportuno sottolineare che la dispropor-zione avviene in soluzione quando gli ioni sono liberi. Se gli ioni Cu+ sono incapsulati nello stato solido per formare un sale (es. Cu2SO4) la disproporzione non avviene. Generalizzando si può dire che la disproporzione avviene se il prodotto di riduzione ha un potenziale superiore a quello della specie ossidata. Altri esempi di disproporzione sono: 1.36 V (soluzione basica, OH- prende parte alla ½Cl2+e-→Cl½Cl2+2OH-→ClO-+H2O+e- 0.38 V reazione ma non si ossida ne si riduce) 2ClO-+2H2O+4e-→2Cl-+4OH0.88 V ClO +4OH →2ClO3-+2H2O+4e 0.50 V L' analisi precedente fa riferimento ai semielementi in condizioni standard cioè concentrazioni unitarie delle specie in soluzione. Analizziamo ora il caso in cui non siamo in condizioni standard e cerchiamo di capire il ruolo del termine logaritmico dell' equazione di Nernst. Consideriamo la reazione E=E o H + /H 2 −E o Zn 2+ /Zn Zn + 2H + = Zn 2 + + H 2 0.059 [Zn 2 + ] − log + 2 2 [H ] In condizioni standard il termine logaritmico si annulla si ha : E = −E oZn 2+ /Zn = +0.76 V In soluzione neutra pH = 7 si ha : 0.059 [Zn 2+ ] 0.059 [Zn 2 + ] log + 2 = −E oZn 2+ /Zn − log 2 [H ] 2 (10-7 ) 2 0.059 0.059 0.059 E = −(-0.76) − log1014 − log[Zn 2+ ] = 0.76 - 0.413 log[Zn 2 + ] 2 2 2 E = −E oZn 2+ /Zn − E' chiaro che la spinta termodinamica (elettrochimica) per l' ossidazione dello zinco da parte degli ioni H + diminuisce notevolmente. Praticamente se immergiamo una barra di zinco in acqua in una prima fase si ha l' ossidazione con formazione di un sottile strato di ossido di zinco sulla superficie che non viene rimosso dall' acqua pura e la reazione si arresta. Una situazione molto simile la si trova per altri metalli quali stagno, piombo ecc e trovano ampia applicazione per la realizzazione di sistemi tecnologici resistenti all' acqua. Lo strato di ossido che si forma per il ferro non è abbastanza compatto, si sgretola facilmente e bisogna proteggerlo dall' acqua. Lo ione permanganato è un forte ossidante e le semireazioni redox dipendono dal pH della soluzione. In soluzione acida si ha la formazione dello ione Mn 2+ (quasi incolore) E oMnO − / Mn 2+ = 1.52 V MnO 4− + 8H + + 5e− → Mn 2+ + 4H 2 O 4 In soluzione basica si ha la formazione di un precipitato di giallo - marrone : MnO 2 MnO -4 + 2H 2 O + 3e− → MnO 2 + 4OH - E oMnO − / MnO = 0.59 V 4 2 Consideriamo il potenziale elettrodico della prima semireazione : E MnO − / Mn 2+ = E oMnO − / Mn 2+ + 4 4 E MnO − / Mn 2+ = E 4 0.059 [MnO 4− ][ H + ]8 = log 5 [Mn 2+ ][H 2 O]4 0.059 [MnO 4− ] 0.059 + + log log[H + ]8 = 2+ 4 5 [Mn ][H 2 O] 5 o MnO −4 / Mn 2+ Analizziamo l' ultimo termine in due situazioni distinte : A pH = 0 cioè [H + ] = 1M (condizioni standard) il terzo termine si annulla ed il potenziale dipenderà solamente dagli altri due. A pH = 10 [H + ] = 10 −10 M (soluzione basica) l' espressione diventa E MnO − / Mn 2+ = E 4 0.059 [MnO 4− ] 0.059 + log + log(10−10 )8 = 2+ 4 5 [Mn ][H 2 O] 5 o MnO −4 / Mn 2+ E Mn 2+ /MnO − = E oMn 2+ /MnO − + 4 4 0.059 [MnO 4− ] 0.059 ⋅ 80 log − = 5 [Mn 2 + ][H 2 O]4 5 Il terzo termine diventa - 2.36V che sommato a E oMn 2+ /MnO − ( + 1.52V) porta a un valore negativo! 4 4 La riduzione di MnO a Mn 2+ non è spontanea in soluzioni basiche. - Consideriamo la riduzione di MnO 4 a MnO 2 . E MnO /MnO − = E oMnO /MnO − + 2 4 2 4 0.059 [MnO -4 ][H 2 O]2 log 3 [MnO 2 ][OH - ]4 In soluzione acida (condizioni standard) pH = 0 E MnO − / MnO = E oMnO − / MnO + 4 2 4 2 [OH-] = 10-14 M si ha : 0.059 [MnO -4 ][H 2 O]2 0.059 1 log + log -14 4 3 [MnO 2 ] 3 [10 ] 0.059 ⋅ 56 = +1.1 V 3 Sommando questa quantità a E oMnO /MnO − si arriva a 1.70 V abbastanza vicino a quello della coppia Il terzo termine diventa + 2 E o Mn 2+ /MnO −4 4 = +1.52V. Nella primissima fase della reazione si forma MnO 2 (solido), ma l' ossido è sciolto dall' acido e si trasforma rapidamente in Mn 2+ . In soluzioni basiche ad esempio pH = 10 [OH-] = 10-4 M, il terzo termine del potenziale della semireazione 0.059 ⋅16 diventa + = +0.12 V. Sommando questa quantità a E oMnO − / MnO si arriva a + 0.71 V che è molto più 4 2 3 alto rispetto a quello della coppia E MnO − / Mn 2+ a pH = 10 (-0.8 V). 4 POTENZIALI DI RIDUZIONE E COSTANTE TERMODINAMICA Sappiamo che quando una pila funziona per molto tempo si “scarica” cioè E = 0. In queste condizioni il sistema raggiunge Potenziale quasi costante E l’ equilibrio (∆G = 0) quindi è ragionevole pensare di valutare la costante di equilibrio di una reazione di ossido - riduzione dai potenziali standard di riduzione. Consideriamo la solita reazione Pila scarica Zn + Cu 2+ = Zn 2+ + Cu Il potenziale per la pila Daniell è : Tempo a 2+ a 2+ 0.059 0.059 log Zn log Cu − E 0Zn 2+ / Zn + 2 a Zn 2 a Cu All' equilibrio (E = 0) i due potenziali elettrodici saranno uguali : 0 + E = E Cu 2+ / Cu E 0Cu 2+ / Cu + a 2+ a 2+ 0.059 0.059 log Cu = E 0Zn 2+ / Zn + log Zn 2 a Cu 2 a Zn E 0Cu 2+ / Cu − E 0Zn 2+ / Zn = − E 0Cu 2+ / Cu − E 0Zn 2+ / Zn = ( 0 2 E Cu − E 0Zn 2+ / Zn 2+ / Cu 0.059 a 2+ 0.059 a 2+ 0.059 log Cu + log Zn 2 a Cu 2 a Zn a Zn 2+ 0.059 a Cu log + log 2 a Cu 2+ a Zn ) = log a Cu a Zn 2+ a Cu 2+ a Zn n (E 0ossidante − E 0riducente ) log K = 0.059 = log K 2(0.337 − ( −0.763)) = 37.3 0.059 UTILITA’ POTENZIALI STANDARD DI RIDUZIONE PRODOTTO DI SOLUBILITA’ COSTANTI DI DISSOCIAZIONE DI ACIDI E BASI DEBOLI DETERMINAZIONE DI ∆Gf°, ∆Hf° e ∆Sf° DEGLI IONI DETERMINAZIONE DEI COEFFICIENTI DI ATTIVITA’ TITOLAZIONE POTENZIOMETRICHE (individuare il punto di equivalenza) DETERMINAZIONE DELLA CONCENTRAZIONE DI IONI IN SOLUZIONE ELETTRODO A VETRO H3O+ CIOE’ IL pH ELETTRODI IONI SENSIBILI Li+, Na+, K+, NH4+, Ag+, … . . ELETTROGRAVIMETRIA Si basa sul fenomeno dell'elettrolisi: due elettrodi vengono immersi in una soluzione e sottoposti ad una d.d.p.; la specie chimica in analisi reagisce ad un elettrodo creando un deposito del quale si misura la massa. COULOMBOMETRIA Si applica alla soluzione, tramite opportuni elettrodi, una differenza di potenziale e si misura la corrente che circola in funzione del tempo, determinando infine la carica elettrica (in coulomb, per l'appunto) transitata nella cella in seguito ai fenomeni chimici che si verificano agli elettrodi. POLAROGRAFIA E VOLTAMMETRIA Si applica alla soluzione, tramite opportuni elettrodi, una differenza di potenziale e si misura la variazione di corrente che circola variando il potenziale di un elettrodo. PREVISIONI SE UNA DATA REAZIONE REDOX AVVIENE E CALCOLO DELLA RELATIVA COSTANTE DI EQUILIBRIO EQUILIBRIO NON OSMOTICO DI MEMBRANA EQUILIBRIO OSMOTICO DI MEMBRANA (EFFETTO DONNAN) CONDUZIONE NERVOSA TITOLAZIONE POTENZIOMETRICHE Permanganometria, bicromatometria, ceriometria … gli agenti titolanti funzionano da indicatore o si può usare un indicatore esterno. Alternativamente si può costruire una pila e misurare il potenziale dopo l’aggiunta di vari volumi di titolante. MnO4ponte salino misuratore di potenziale H2 gas Pt Fe3+ Fe2+ Pt elettrodo ad idrogeno di riferimento La figura riporta la curva di titolazione di Fe2+ con MnO4- che può essere determinata teoricamente usando l’equazione di Nernst oppure misurando il potenziale del semielemento Fe3+/Fe2+ rispetto all’elettrodo di riferimento. Dopo il punto di equivalenza tutti gli ioni Fe2+ sono stati trasformati in Fe3+, si misurerà il potenziale della coppia Mn2+/MnO4-. LA CURVA E’ MOLTO SIMILE ALLE TITOLAZIONI ACIDO-BASE. Il punto di equivalenza di questa titolazione può essere facilmente individuato senza indicatore perché lo ione Mn2+ è incolore mentre lo ione MnO4- è fortemente colorato. In alcune titolazioni di ossido riduzione bisogna usare un indicatore per individuare il punto di equivalenza. Può essere usato un qualunque indicatore che ha colori diversi nella forma ridotta e in quella ossidata e il cui potenziale di riduzione sia incluso nell’intervallo del “salto di potenziale”. PILE A CONCENTRAZIONE Si supponga di costruire una pila con due semielementi ad idrogeno con la pressione del gas identica ai due elettrodi ma con una concentrazione diversa di ioni H+. Ovviamente c’è una ASIMMETRIA e il sistema produrrà un potenziale. Questo tipo di celle galvaniche vengono dette PILE A CONCENTRAZIONI perché la asimmetria riguarda solo la concentrazione. POTENZIOMETRO ponte salino H2 gas 1 atm Pt [H+]1 Pt H2 gas 1 atm [H+]2 Pt, H2| H+ ([H+]1) || H+ ([H+]2) |H2, Pt In questo caso non avviene una reazione di ossido riduzione ma una variazione di concentrazione e il ∆G coinvolto è quello del processo di mescolamento. Per i due semielementi i potenziali saranno: E1=E°H+/H2+0.059⋅log[H+]1/pH2½ E2=E°H+/H2+0.059⋅log[H+]2/pH2½ Se la pressione dell’idrogeno a due elettrodi è di 1 atm, il potenziale complessivo sarà: E=E1-E2=0.059⋅log[H+]1/[H+]2 L’equilibrio si raggiunge quando la concentrazione delle due soluzioni è uguale. Una importante applicazione delle pile a concentrazione è la misura del pH, non noto, di una soluzione. Se uno dei due elettrodi ha un pH noto (ad esempio pH=0) mentre l’altra a pH incognito la forza elettromotrice della pila misurabile tramite un potenziometro sarà: E=0.059log[H+] -E/0.059=pH In maniera analoga possono essere costruite pile a concentrazione per determinare la concentrazione di vari ioni (Cl-, F-, . . .) in equilibrio con specie gassose come Cl2, F2, . . . . . Tuttavia questo metodo non è tanto pratico perché bisogna maneggiare gas esplosivi quali H2 ed F2 o altamente irritanti come Cl2. Queste misure sono molto precise ma nella pratica si ricorre ad altri metodi. Altro tipo di pile a concentrazione Pb | Pb2+ (0.0001M) || Pb2+ (1 M) | Pb E1=E°Pb2+/Pb+(0.059/2)log[Pb2+]1 E2=E°Pb2+/Pb+(0.059/2)log[Pb2+]2 E=E1-E2=(0.059/2)log[Pb2+]2/[Pb2+]1 Nelle pile in cui gli elettrodi mandano in soluzione ioni positivi, l’elettrodo immerso nella soluzione più concentrata è il polo positivo. Se gli elettrodi mandano in soluzione ioni negativi il polo positivo è quello immerso nella soluzione diluita. ELETTRODO A VETRO Un’applicazione importantissima della potenziometria e’ la misura “diretta” del pH di una soluzione. Tale determinazione potrebbe essere effettuata con l’elettrodo ad idrogeno ma molto più pratico è l’“elettrodo a vetro” cioè una membrana di vetro con particolari proprietà. Inoltre, a secondo il tipo di vetro, e’ possibile trovare in commercio elettrodi sensibili alla concentrazione di ioni diversi dal protone, come ad esempio Li+, Na+, K+, Ag+, NH4+, ecc. Si usa lo stesso strumento e bisogna cambiare solo l’elettrodo. Per misurare il pH si costruisce una pila con l’elettrodo a vetro immerso in una soluzione a pH incognito e un altro elettrodo di riferimento immerso in una soluzione a pH costante. | elettrodo di | soluzione | riferimento | aH+ e aCl| interno | costanti Elettrodo Ag/AgCl || || || soluzione | elettrodo di aH+ | riferimento incognita | esterno soluzione VETRO tampone Elettrodo Ag/AgCl Fra il pH incognito e la f.e.m. della pila esiste una semplice relazione: pH=E/0.059 La misura è immediata e la precisione è di 0.01 unità di pH. Queste misure richiedono l’uso simultaneo dell’elettrodo a vetro e quello di riferimento esterno. I due componenti sono stati opportunamente sistemati in un unico “pezzo” che viene chiamato ELETTRODO COMBINATO. → → → POTENZIALI DI MEMBRANA CELLULARE Tutte le cellule viventi possiedono e mantengono una concentrazione di ioni diversa nell’interno della cellula e nei liquidi extracellulari. - I liquidi extracellulari hanno un’elevata concentrazione di Na+ e di Cl- e basse concentrazioni di K+, Mg2+, Ca2+. -I liquidi intracellulari possiedono invece elevate concentrazioni di K+ e di anioni organici non diffusibili di grandi dimensioni (proteine ed altre sostanze) e, comparativamente, poco Na+ (SPINTA CHIMICA) In una cellula a “riposo” gli ioni positivi sono presenti in lieve “eccesso” nel lato esterno della membrana, mentre gli ioni negativi lo sono all’interno (FORZA ELETTROSTATICA). Questo fatto genera tra i due lati della membrana una differenza di carica elettrica, denominata potenziale di membrana a “riposo”. Valori medi delle concentrazioni dei principali ioni all’esterno e all’interno della cellula: Na+ Esterno 120 Interno = 10 mM K+ Esterno 4-5 Interno = 140 Cl- Esterno 110 Interno = 5-10 RT [K + ]esterno E= ln + nF [K ]interno La temperatura può essere diversa da 25°C NEURONE Soma (corpo cellulare) Assone Dentriti Ovviamente la cellula deve spendere energia per mantenere questa situazione. Cosa succede se le concentrazioni degli ioni all’interno e all’esterno sono uguali? Il sistema raggiunge l’equilibrio e la cellula è morta. POTENZIALI STANDARD DI RIDUZIONE IN BIOCHIMICA Precedentemente, avevamo detto che lo stato standard in biochimica, per comodità, è stato scelto a pH = 7 mentre in chimica si usa pH = 0 (attività unitaria). I potenziali di tutte le reazioni biochimiche che coinvolgono ioni H + sono diversi dei potenziali chimici. Consideriamo, l’ elettrodo ad idrogeno : 2H + + 2e- = H 2 (a + /a stato di riferimento )2 RT = 0.0 + RT 2.3 ⋅ log(a + /1M ) E = E°chimico + 2.3 ⋅ log H H a H /a stato di riferimento 2F F 2 RT RT RT log a H + /10-7 M = E°biochimico + log(a H + ) + 7 F F F confrontando le due espressioni RT 8.31⋅ 298 E°chimico = E°biochimico + 2.3 ⋅ 7 = E°biochimico + 2.3 ⋅ 7 = 0.00V F 96500 Il potenziale standard di riduzione biochimico per la coppia H + /H 2 è - 0.414V. E = E°biochimico + ( ) Tutte le reazioni in cui vi sono H + come reagenti, al potenziale di riferimento standard chimico bisognerà sottrarre 0.414/n (n atomi di ioni H + nella reazione). Invece, se la reazione avviene con formazione di H + al potenziale standard di riduzione chimico bisognerà sommare 0.414/n. Nella tabella vengono riportati i potenziali redox standard di importanti semireazioni in biochimica. Nei sistemi biologici, il limite inferiore del potenziale redox è - 0.42V : agenti riducenti con potenziale inferiore causano infatti la riduzione dei protoni a H 2 . Nella tabella, l’ O 2 è il più forte ossidante mentre l’ H 2O è il più debole riducente. Gli e - fluiscono spontaneamente dai potenziali redox più bassi a quelli più alti. Quindi, in condizioni standard, fluiscono dal composti ridotto di una semi - reazione al composto ossidato di una qualsiasi semireazione con potenziale più positivo, quindi che stia sopra nella tabella rispetto alla coppia H + /H 2 . Ripetiamo che i potenziali standard di riduzione permettono di prevedere il flusso di elettroni, i quali vanno verso i potenziali piu’ elevati (minimo di energia libera). POTENZIALI STANDARD DI RIDUZIONE BIOCHIMICI Si osserva che il potenziale standard di riferimento H+/H2 è -0.42 V. Non sono riportati potenziali di coppie rid-ox più negativi dato che nelle cellule non possono esistere equilibri tipo Zn2+ + 2e- =Zn dato che lo zinco metallico verrebbe ossidato dall’acqua. Si osserva che il potenziale della coppia Fe3+/Fe2+ è fortemente influenzato dai complessi che formano i due ioni. Le cellule possiedono un circuito analogo ai sistemi elettrochimici: i composti a basso stato di ossidazione (agenti riducenti) es. glucosio o acidi grassi sono la fonte di elettroni (bassi potenziali di riduzioni). Durante l’ossidazione gli elettroni vengono rilasciati e attraverso piccole tappe e infine vengono raccolti dall’O2, l’accettore finale (potenziale standard maggiore). Nelle cellule anaerobiche (glicolisi) si formano 2ATP e un NADH che viene usato per ridurre il piruvato a lattato. Le due semireazioni sono: Piruvato + 2e- + 2H+=lattato E°=-0.19V + NAD + 2e- + H =NADH E°=-0.32V NADH è ossidato a NAD quindi la seconda reazione si deve invertire. NADH = NAD + 2e- + H+ E°=0.32V Per la reazione in esame E°=-0.19+0.32=0.13V La corrispondente variazione di energia libera è ∆G°=-(2)(96500)(0.13)=-25100 J/mol Per le cellule aerobiche, nel ciclo dell’acido citrico e nella catena respiratoria avviene l’ossidazione dei derivati del glucosio con formazione di CO2 e H2O. Fosforilazione ossidativa che avviene nel ciclo di Krebs è effettuata dai coenzimi, ed in particolare NAD e in misura minore dal FAD. I coenzimi devono essere riossidati per essere riutilizzati. Le reazioni redox per la conversione di NaDH a NAD+ tramite ossigeno sono: NAD+ + H+ + 2e-=NADH E°=-0.32 V ½O2 +2H+ + 2e-=H2O E°=0.82 V Il potenziale standard per la reazione complessiva E°=0.82-(-0.32)=1.14V l’energia libera sarà: -2*96500*1.14=-219000 J/mol= =-219 kJ/mol L’energia libera dell’ossidazione del NADH dall’O2 sarebbe quindi sufficiente per la sintesi di varie moli di ATP (-30.5 kJ/mol). Nella catena respiratoria questa trasformazione avviene in tre stadi ciascuno dei quali è accoppiato alla sintesi di ATP. L’ossidazione di 1 NADH risulta quindi nella sintesi di 3 ATP. Per il FADH2 il processo biochimico porta a 2 ATP. L’efficienza termodinamica della fosforilazione ossidativa è dunque, in condizioni biochimiche standard: (3 x 30.5)/219 = 0.42 42% Però, in condizioni fisiologiche nei mitocondri attivi (dove le concentrazioni di reagenti e prodotti ed il pH deviano dalle condizioni standard), si pensa che l’efficienza termodinamica possa raggiungere il 70%. CORROSIONE DEI METALLI L’ossigeno ha un elevato potenziale standard di riduzione (E°O2/H2O=1.23 V) quindi reagisce con molti metalli per formare ossidi. Con i metalli alcalino o alcalino terrosi che hanno potenziali standard molto negativi la reazione è molto rapida e nei fatti per essere conservati questi metalli vengono tenuti immersi in petrolio che li protegge dall’ossigeno e dall’acqua presenti nell’aria. Per gli altri metalli la corrosione è lenta, inoltre, molti metalli si ricoprono di uno strato sottile ed aderente di ossido che li protegge ulteriormente (Pb, Sn, Zn, Al..). Per il ferro la situazione è diversa, l’ossido si sfalda e la corrosione avviene in maniera significativa. La velocità di corrosione di un metallo aumenta drasticamente quando esso si trova in contatto elettrico con un metallo più “nobile” cioè con un potenziale standard più alto. In presenza di acqua il metallo più nobile funziona da elettrodo dove avviene la riduzione dell’ossigeno (catodo) e il metallo meno nobile funziona da anodo (si ossida il metallo). L’esempio classico è il sistema ferro/zinco (ferro-zincato), entrambi tendono ad ossidarsi ma essendo in contatto ogni volta che atomi di ferro si ossidano richiamano elettroni dallo zinco e si riducono di nuovo. Questo flusso di elettroni favorisce l’ossidazione dello zinco che si degrada mente il ferro resta inalterato. Questo principio viene usato anche per proteggere grandi strutture in acciaio sulle quali viene messo in contatto elettrico dello zinco o del magnesio che fungono da “anodo sacrificale”. Zn →Zn2+ + 2e- 2e- +1/2O2+H2O→2OH- Questo tipo di protezione è ampiamente diffusa in natura per proteggere le cellule e gli alimenti. I più diffusi sono i flavonoidi, i polifenoli, l’acido ascorbico (vitamina C) e i tocoferoli (vitamina E). GALVANOPLASTICA Ricoprimento di metalli Calcolare il potenziale di un elettrodo costituito da una lamina di rame immersa in una soluzione 0.05M di solfato di rame(II). CuSO4 si scioglie liberando ioni Cu2+, quindi [Cu2+]= 0.05 mol/L Dalla tabella dei potenziali ricavo: E°Cu2+/Cu =+0.34V La semireazione di riduzione è: Cu2+ + 2e- → Cu Posso quindi applicare la legge di Nernst: E(V)=E°Cu2+/Cu +(0.059/2)log [Cu2+]= 0.34+(0.059/2)log0.05 = 0.30 V Calcolare il potenziale di un elettrodo costituito da una lamina inerte di platino immersa in una soluzione contenente MnO4- 0.01M , Mn2+ 0.1M e avente pH=1,5. La semireazione di riduzione è: MnO4- + 8H+ + 5e- → Mn2+ + 4H2O Devo quindi conoscere [H+]=10-1.5 = 0.0316 M Dalla tabella dei potenziali ricavo: E°MnO4-/Mn2+ =+1.52V Posso quindi applicare la legge di Nernst: E(V)=E°MnO4-/Mn2+ +(0.059/5)log([MnO4−]⋅[H+]8)/[Mn2+] = 1.52+(0.059/5)log(0.01⋅0.03168/0.1)=1.37 V Si consideri la pila Al |Al3+ (0.2M)|| Pb2+ (0.04M)| Pb : ricavare la d.d.p., indicare il polo positivo e quello negativo, chi si ossida? chi si riduce? indicare la reazione complessiva E°Pb2+/Pb = - 0.13V E°Al3+/Al = - 1.66V Le due semireazioni di riduzione sono: Pb2+ + 2e- → Pb Al3+ + 3e- → Al Con la legge di Nernst si ricavano i potenziali dei due elettrodi: EPb2+/Pb=E°Pb2+/Pb +0.059/2log [Pb2+]=-0.13+(0.059/2)log0.04=-0.17 V EAl3+/Al=E°Al3+/Al+0.059/3 log [Al3+]= -1.66+(0.059/3)log0.2 = -1.67 V d.d.p.= (-0.17 V) - (-1.67 V) = 1.50 V Per le due semireazioni di riduzione, il potenziale più alto è quello di Pb2+/Pb, quindi: - su Pb c'è il polo POSITIVO e su Al quello NEGATIVO - Pb2+ si riduce, Al si ossida e la reazione complessiva sarà: 3Pb2++2Al→3Pb +2Al3+ Calcolare la costante di equilibrio della reazione Ag+ + Fe2+ → Fe3+ + Ag Ricordiamo che la Keq della reazione è: Keq=[Fe3+]/[Ag ][Fe2+] E°Ag+/Ag=+0.81V E°Fe3+/Fe2+=+0.77V ..... Keq=4.8 ELETTROLISI (CELLE ELETTROLITICHE) Come si è visto, in una pila avviene una ossido-riduzione SPONTANEA che causa una differenza di potenziale, e genera quindi una corrente elettrica. E' possibile far avvenire lo stesso una ossido riduzione NON SPONTANEA? Si! E lo si fa applicando dall'esterno una differenza di potenziale, facendo passare cioè una corrente elettrica: tale processo si chiama elettrolisi. Nell'elettrolisi si causa quindi una ossido-riduzione non spontanea tramite corrente elettrica. Dal punto di vista energetico: - in una pila si trasforma energia potenziale chimica in energia elettrica - nell'elettrolisi si trasforma energia elettrica in energia potenziale chimica. Dal punto di vista pratico: un dispositivo che riesce a compiere la redox spontanea come pila e poi la reazione esattamente inversa come elettrolisi (per diverse volte e senza grosse alterazioni) è quello che chiamiamo 'pila ricaricabile' o 'batteria ricaricabile'. ACCUMULATORE A PIOMBO ELETTROLISI DELL’ACQUA Se in una soluzione acquosa acida (H2SO4), basica (NaOH) o con un sale (K2SO4) inseriamo due elettrodi inerti di platino e imponiamo una ddp di 1.7V si osserva lo sviluppo di bollicine di gas sui due elettrodi. Questi gas sono H2 e O2. L’acqua è stata scissa nei suoi componenti. semireazione di RIDUZIONE semireazione di OSSIDAZIONE + 2 H + 2e- → H2 4 OH- → 2 H2O + O2 + 4eavviene all'elettrodo NEGATIVO elettrodo POSITIVO (bisogna 'fornire' elettroni) (bisogna 'togliere' elettroni) Reazione complessiva: 2 H2O → 2 H2 + O2 ELETTROLISI DI UNA SOLUZIONE DI HCl Se ripetiamo lo stesso esperimento con una soluzione acquosa di HCl si osserva in ogni caso lo sviluppo di bollicine ai due elettrodi a 1.4 V inoltre, i gas che si formano sono H2 e Cl2! Le reazioni che sono avvenute sono: riduzione Catodo (-) 2H3O++2e-→2H2O+H2 Anodo (+) 2Cl-→Cl2 +2eossidazione Per capire questo fenomeno bisogna considerare tutte le specie ioniche presenti in soluzione perché solo alcune di loro prendono parte attiva all’elettrolisi. Nella soluzione di HCl abbiamo tre specie cariche H3O+, OH- e Cl-. L’unica specie che può ridursi al catodo è H3O+ mentre all’anodo possono ossidarsi sia Cl- che OH-. Fra questi anioni si dovrebbe ossidare prima quello che ha una maggiore tendenza ad ossidarsi cioè ha un potenziale di riduzione minore e tra OH-(0.40 V) e Cl-(1.36 V). Ma a causa della notevole SOVRATENSIONE dell’ossigeno sugli elettrodi di grafite produce l’inversione dei potenziali di scarica delle due specie posso più facilmente ossidare Cl-. ELETTROLISI DI UNA SOLUZIONE ACQUOSA DI NaCl Le specie presenti sono: Na+, H3O+, Cl- e OH-. Al catodo si riduce H3O+ (E°H+/H2=0.00V) che è più ossidante dello ione Na+(E°Na+/Na=-2.71 V). All’anodo tra OH- e Cl- come abbiamo già visto si scarica Clriduzione Catodo (-) 2H3O++2e-→2H2O+H2 Anodo (+) 2Cl-→Cl2 +2eossidazione Ovviamente in soluzione resteranno Na+ e OH- cioè una soluzione di NaOH. ELETTROLISI DI NaCl FUSO Il cloruro di sodio solido non conduce corrente elettrica perché gli ioni mantengono posizioni fisse nel cristallo. Il sale fuso invece è un buon conduttore e se immergo due elettrodi di grafite inerte nel sale fuso avviene l’elettrolisi. Gli unici ioni presenti Na+ e Cl- si riducono e si ossidano con formazione di Cl2 (anodo) e di Na fuso che galleggia sopra il NaCl fuso (l’atmosfera sopra deve essere inerte). Con questo metodo si riesce ad ottenere metalli puri alcalini e alcalino terrosi.
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