Un Banco a due facce sfiora il miracolo

SASSARESI FUORI DALLA COPPA
La Dinamo dice addio all'Eurolega
Biancoblù ko con il Kazan (68-72). Inutile il recupero finale
La Dinamo Banco di Sardegna è fuori dall'Eurolega.
La squadra di Meo Sacchetti è stata sconfitta (68-72)
dai russi dell'Unics Kazan
ed è matematicamente
esclusa dalle top 16. Ai
biancoblù non è bastato
un ottimo quarto finale
quando la Dinamo, trascinata da Devecchi e Logan
harecuperato 19 punti.
Logan a fine gara
BASKET » EUROLEGA ADDIO
Un Banco a due facce sfiora il miracolo
Biancoblù inguardabili per 27', recuperano 19 punti di svantaggio e si arrendono all'Unics Kazan solo all'ultimo tiro
di Roberto Sanna
» SASSARI
Un "quasi miracolo", una
squadra che riUova la luce dopo 27' ttascorsi a vagare in una
palude nebbiosa, riapre una
partita che in realtà non c'era
mai stata, se la gioca all'ultimo
tiro. La perde, e non si può certo dire che Kazan abbia rubato
qualcosa, però il Banco se vuole evitare di ritrovarsi in quella
palude anche domenica sera
contro l'Armani Milano deve
ripartire dai 17' finali di ieri.
Dal -19 (37-56) al pareggio
(60-60) in 8', alla tripla del sorpasso sbagliata da Logan sul
63-65 a un minuto e 17" secondi dalla sirena. Alla fine l'Unics
Kazan il match lo porta a casa
per una questione di dettagli
ed episodi (una tripla, un rimbalzo offensivo, due tiri liberi),
dopo aver rischiato un clamoroso autogol per troppa sufficienza.
Scelte drastiche. Il Banco
per 27' è stato assolutamente
inguardabile, in certi momenti anche indisponente. Troppi
uno contro cinque in attacco,
poco cuore, poca difesa. E infatti è risalito cogliendo di sorpresa gli avversari (e un po' anche il pubblico) con un accesso improvviso di furore, acce-
so dalle scelte drastiche di
Meo Sacchetti. In panchina
Sanders, Lawal e Dyson (schierato in campo meno di un
quarto d'ora), dento) Uè piccoli (Logan, Sosa e l'immenso
Devecchi) più Brooks e Todic.
Il basket è fatto anche di queste cose, la partita è girata
all'improvviso, il coach avversario ha fiutato l'aria e ha speso immediatamente due time-out uno dopo l'altro, ma il
ritmo era quello del Banco.
Sacchetti, per vincere, ha anche azzardato un quintetto
"nano" rimettendo Sanders
per Todic con Brooks unico
lungo e cinque sul perimetro,
ma stavolta gli è uscito il numero sbagliato e sul 68-70, dopo che Logan aveva forzato la
tripla del sorpasso sul 63-65, a
10" dalla fine Antipov ha recuperato il rimbalzo sull'errore
di lerrels e ha messo denteo i
due liberi. Gli episodi sono
questi, il problema è capire cosa sia successo e perché nei 27'
trascorsi in mezzo alla palude.
Obiettivi diversi. Kazan giocava per le Top 16, il Banco per
l'onore. Motivazioni differenti
e si è visto subito, in un clima
che non era nemmeno quello
della festa anche sugli spalti.
Più posti vuoti del solito, ambiente molto da teatro. Una di
quelle giornate, insomma, dove è la squadra che deve trascinare gli spettatori. Invece la Dinamo ha cominciato male e si
è ttascinata i problemi delle ultime settimane. L'Unics invece è andato avanti come un
carro armato, con Fischer (23
punti e 15 rimbalzi) che ha fatto il vuoto e gli altri che a turno
hanno affettato la difesa biancoblù.
A senso unico. Sacchetti ha
cominciato con Devecchi in
quintetto e Logan in panchina, ma non è cambiato un
granché. Kazan subito avanti
con 8 punti di fila White (4-12)
e Dinamo imbarazzante in attacco per mezzora (alla terza
sirena4/21 darre, 9 assist, 40%
da due punti). Il rischio era
quello di sbracare e uscire dal
campo sotto i fischi, poi improvvisamente si è accesa la luce.
Il flash. Il Banco se non col
bel gioco, ha ribaltato la partita con l'emotività e ha colto di
sorpresa gli avversari, vittime
di un black-out totale. Devecchi ha dato la scossa, Logan
(11 punti nell'ultimo quarto)
ha messo i canestri. Il 60-60 è
arrivato a -5' dalla fine, Antipov ha rianimato Kazan con
una tripla, due però le ha messe Devecchi (8 punti, tutti
nell'ultimo periodo). Sul 68-70
la difesa ha funzionato alla
grande, ma sul tiro sbagliato di
Jerrels è arrivato prima Anti-
Edgar Sosa a canestro sotto lo sguardo di James White (foto di Mauro Chessa)
pov.
David Logan