LA VITA DOPO L’INCIDENTE. DIECI STORIE Ostia, gli albori dello sport paralimpico O ggi è ancora possibile incontrarli il martedì mattina, specie se il tempo è bello, sotto i porticati che fronteggiano la stazione “Stella polare”, a Ostia, patria dello sport paralimpico italiano e non solo. Le vecchie glorie dei Giochi per disabili si danno appuntamento dinanzi alla sede dell’Ascip, l’Associazione sportiva culturale italiana paraplegici, nata nel 1975 per promuovere il grande valore dello sport come strumento di riabilitazione e reinserimento nella società. Approdati giovanissimi al Centro per paraplegici (Cpo) dell’Inail diretto dal professor Antonio Maglio, pioniere italiano della sport-terapia, tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso si trasferirono a Ostia, alle porte di Roma, per rimettere in moto le proprie vite. Erano operai, agricoltori, pastori provenienti da varie regioni italiane che il neuropsichiatra Maglio riuscì a coinvolgere in un progetto rivoluzionario. Fino a farne campioni nazionali e mondiali nelle diverse discipline: scherma, nuoto, tennis tavolo, tiro con l’arco, per dirne solo alcune. «Dobbiamo tut- to all’Inail – afferma il maestro Vittorio Loi, schermidore d’eccezione, cinque Giochi come atleta e altrettanti come tecnico della Nazionale azzurra –. L’Istituto ci ha permesso di praticare lo sport, tornando a essere persone come le altre. Grazie alla pratica sportiva abbiamo girato l’Italia e il resto del mondo, recuperando tutto quanto pensavamo di aver perso». «Il dottor Maglio è stato un pioniere e forse lo sarebbe ancora oggi: quello dello sportterapia è infatti un concetto estremamente moderno», dichiara David Fletzer direttore dell’Unità operativa complessa (Uoc) Centro spinale del Centro paraplegici di Ostia (Cpo), in capo alla Asl Roma D. Il Cpo è nato nel 1957 come la prima struttura italiana dedicata alla cura delle persone con lesione midollare per iniziativa dell’Inail e dal 1978 è sotto l’egida del Servizio sanitario nazionale e regionale. «Ma noi continuiamo a credere nel valore della pratica sportiva: ancora oggi si esercita la scherma, il tiro con l’arco, il tennis tavolo e il calcio balilla. Inoltre abbiamo un medico e un fisioterapista completamente dedicati alla sport-terapia. È im- SuperAbile INAIL 54 Agosto Settembre 2014 pressionante il valore terapeutico dello sport: a volte l’attività sportiva permette di conservare l’autonomia e, nel tempo, di allungare la vita». Un concetto, quest’ultimo, di cui era profondamente convinto il dottor Maglio, che nel 1960 organizzò a Roma la prima vera Paralimpiade della storia.
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