IMPERDIBILE ASTA AL MUSEO DI ROMA (PALAZZO BRASCHI

IMPERDIBILE ASTA AL MUSEO DI ROMA (PALAZZO BRASCHI):
LA COLLEZIONE DI “PERRONE DI SAN MARTIN0”
Una collezione inedita ed eterogenea che spazia tra arte orientale e
occidentale messa insieme da Giuseppe Perrone di San Martino, un
collezionista di classe amante del bello e dell’originale che ha girato
il mondo scegliendo, con passione e competenza, porcellane,
sculture, dipinti, argenti, bronzi, arredi…
E’ stato il press agent di Alida Valli, Lina Sastri, Franco Zeffirelli, Woody
Allen, Montgomery Clift., Alberto Lupo, Anthony Queen, Charlie Chaplin,
Enrico Maria Salerno, Joan Collins, Ira Furstenberg, Jean Cocteau, Giorgio
Albertazzi… e a volerli menzionare tutti, la lista sarebbe lunghissima.
Ed anche uno tra i maggiori protagonisti del giornalismo cinematografico
italiano ed internazionale.
Stiamo parlando di Giuseppe Maria Perrone di San Martino, star tra le
star dal dopoguerra sino ai giorni nostri sempre al centro di eventi
mondani.
Spentosi quattro anni fa all’età di ottanta anni, il conte era di un’eleganza
d’altri tempi, di modi fascinosissimi, di conversazione brillante ed arguta.
Dai suoi amici veniva chiamato l’ ‘Apostolo del Bello’, per quella sua
passione per l’arte che l’ha portato per tutta la vita a collezionare opere
importanti e oggettistica raffinata ed originale, di cui voleva conoscere
ogni trascorso, e che sceglieva con gusto esperto nelle gallerie
d’antiquariato, nei mercati ‘deballage’ e presso le principali case d’aste
in Italia e all’estero.
Una raccolta conservata gelosamente presso la sua abitazione romana,
tanto che solo coloro che frequentavano il suo ‘salotto’ hanno avuto il
piacere di ammirare, e che ora gli eredi familiari – non aveva figli - hanno
deciso, dopo lunghe riflessioni, di alienare presso la Casa d’aste
‘Antonina dal 1890’.
Una collezione importante che rivela il grande senso estetico di Giuseppe
Maria Perrone di San Martino, un vero e proprio dandy, forse, come
recita il titolo di una recente biografia a lui dedicata, ‘l’ultimo dandy’…
Centinaia e centinaia di opere d’arte e manufatti che andranno
all’incanto ad ottobre a Roma a Palazzo Braschi (Piazza Navona), il
celebre edificio neoclassico firmato da Cosimo Morelli e Giuseppe
Valadier dal 1952 sede del Museo di Roma, che per la prima volta apre
le sue porte ad un’iniziativa di questo genere.
Curata dalla Casa d’aste Antonina dal 1890 e attesa da antiquari e
collezionisti italiani e internazionali, l’asta propone quasi settecento lotti.
Oggetti diversissimi tra loro che sono stati ordinati in due diverse
sezioni: Arte Orientale e Arte Occidentale.
Di altissimo livello le proposte orientali: più di duecento oggetti risalenti
alla Dinastia Yuan (1279-1368), a quella Ming (1368-1644) e Qing
(1644-1911), al Periodo Edo (1603-1868) e a quello Meiji (1868-1912).
Molti i piatti, le potiche, le giare e le statuette sia in ceramica con
invetriatura Céladon di Longquan che nella finissima e famosissima
porcellana Blanc de Chine e Bleu de Chine.
Diversi i dipinti su vetro del XIX secolo; i vasi in bronzo; gli arredi e le
sculture in legno laccato.
Tra le particolarità di questa sezione, una coppia di cavalli sellati in
avorio; una raffinatissima coppa in giada e un Buddha in bronzo
‘cloisonné’ di provenienza giapponese.
Ancora più ricca, quasi cinquecento lotti, la raccolta d’arte occidentale
che comprende mobili, manufatti in avorio e in bronzo, argenti, gioielli,
icone, libri, incisioni, dipinti, tappeti, porcellane e maioliche.
Diverse le rarità tra i dipinti come il ‘Sottoportico di palazzo Ducale’ di
Francesco Guardi; una ‘Veduta del foro romano’ di Jacopo Fabris; il
‘Ritratto di Enrico Nencioni’ di Giovanni Boldini e il ‘Ritratto di signora
in abito rosso’ attribuito a John S. Sargent.
Non meno importante la parte degli arredi che annovera pezzi unici
come due particolarissime panche del XVIII secolo e uno stipo in legno
ebanizzato ed intarsiato con marmi e pietre dure policrome.
Altrettanto rilevante la raccolta di icone e la collezione di argenti tra cui
spiccano numerose navicelle dei secoli XVII-XVIII. E dulcis in fundo,
alcune deliziose tabacchiere e scatoline portapillole.