LA NASCITA DELLA SIP

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Quando nel 1964 – in seguito alla nazionalizzazione della produzione e della distribuzione
dell’energia elettrica- la SIP ( Società Idroelettrica Piemontese ) decise di investire nella telefonia
italiana le enormi risorse finanziarie provenienti dall’esproprio della precedente attività, per il
Servizio telefonico si aprì una nuova era : i programmi di ammodernamento della rete e di
acquisizione di nuovi abbonati consentivano finalmente di essere all’altezza delle richieste del
mercato. Le cinque società concessionarie ( Stipel, Telve, Timo, Teti e Set ) si fusero in una nuova
Società( SIP – Società per l’esercizio telefonico ) e si realizzò una nuova struttura organizzativa.
La celebrazione del 50° anniversario di quell’importante evento, mi ha riportato alla memoria uno
dei più impegnativi, faticosi e difficili compiti assegnatimi durante la mia vita lavorativa.
In quella occasione, infatti, fui incaricato dal nuovo Amministratore Delegato - l’ing. Carlo Perrone
- di unificare, nelle cinque ex società telefoniche, le procedure che interfacciavano la nostra
clientela : l’ “0rdinativo “ (acquisizione dei nuovi abbonati, modifiche della consistenza dei loro
impianti, traslochi, subentri ), la “Fatturazione” (dei canoni, del traffico manuale , del traffico
teleselettivo) , il controllo dei pagamenti delle bollette telefoniche e gli addebiti delle indennità di
ritardato pagamento.
Questo delicato incarico mi fu assegnato in quanto la Direzione Centrale Organizzazione e Metodi
della nuova Società aveva valutato le procedure della 3^ Zona ( ex TIMO ) come le più avanzate,
razionali , sicure ed economiche .
Avevo avuto l’occasione di conoscere l’ing. Perrone ( e ammirane l’eccezionale intelligenza e la
immensa cultura) nei giorni immediatamente precedenti la sua nomina ad Amministratore Delegato
SIP, durante un Convegno IRI presso l’Alitalia dove, fra i responsabili dei CED delle diverse
Società dell’IRI, ci si scambiavano le rispettive esperienze sull’uso e sui pèroblemi dei primi
Calcolatori elettronici introdotti nelle rispettive Aziende.
L’ing. Perrrone, presente come semplice uditore - dichiaratamente digiuno della materia trattata ascoltò per due giorni le nostre discussioni, senza avanzare alcuna domanda e senza prendere un
solo appunto.
Al termine del Convegno il dott. Corti, Direttore Centrale IRI, che presiedeva il Convegno chiese
all’ing.Perrone di esprimere le sue impressioni sui lavori svolti e Lui, in un discorso di meno di
un’ora – davanti ad un uditorio sbigottito ed ammirato – sintetizzò i risultati delle discussioni
ascoltate nei due giorni ricordando i nomi degli intervenuti, le tesi sostenute, i loro legami e le loro
contraddizioni dimostrando non solo la straordinaria lucidità della sua memoria ma ,soprattutto ,
l’eccezionale capacità di entrare anche nei dettagli degli argomenti con i quali non aveva confidenza
Ma,tornando all’incarico affidatomi vorrei ricordare le resistenze, umanamente comprensibili, dei
vertici delle altre Zone ( specialmente di quelle maggiori ) ad accettare le procedure che proponevo
ed illustravo loro e che avrebbero richiesto lo stravolgimento del modo di operare di migliaia di
impiegati per i quali sarebbe stato necessario organizzare impegnativi programmi di addestramento
In tale lavoro non mi mancò mai l’appoggio dell’ing. Perrone che nei momenti di maggior difficoltà
volle partecipare agli incontri e far cessare – con la sua presenza e la sua evidente manifestazione di
volontà- ogni ingiustificata opposizione
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