LA RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE IN DUE TEMPI: UN DECRETO E UN DISEGNO DI LEGGE Forestale e penitenziaria dentro la Polizia di Stato Madiafrenasulla mobilità: non stravolgeremo la vita dei dipendenti ROBERTO GIOVANNINI ROMA Ci sono voluti settantanni per abolire uno dei cascami dell'era fascista. La Milizia Forestale divenne il «Corpo Forestale dello Stato» alle dipendenze del ministero dell'Agricoltura, che fu coinvolto anche in un tentativo di golpe. Se il ddl «Repubblica semplice» voluto dal premier Renzi e dal ministro Madia diventerà legge, la Forestale verrà assorbita «negli altri corpi» (probabilmente nella Polizia di Stato). Stesso destino per la polizia penitenziaria, oggi alle dipendenze del ministero di Giustizia. È solo una delle molte novità contenute nella bozza della riforma della pubblica amministrazione - composta da un decreto legge urgente e da un disegno di legge - che oggi dovrebbe essere varato dal Consiglio dei ministri. Ieri il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia ha incontrato i sindacati di categoria. In realtà il ministro non ha dato alcun testo né indicazioni precise su una riforma che definisce «organica» e «chiara», una «rivoluzione» nella macchina statale e burocratica su cui ai sindacalisti ha chiesto «un impegno attivo, contro le resistenze di cambiamento». Tuttavia ha smentito alcune delle indiscrezioni della vigilia, contenute nelle bozze circolate. Primo, ha escluso che la mobilità obbligatoria per il personale in eccesso, comunque «necessaria per evitare esu- beri e rispettare i lavoratori», possa arrivare fino a 100 chilometri, perché così stravolgerebbe «la vita delle famiglie». Secondo, ha negato che ci saranno prepensionamenti obbligati tra i dipendenti pubblici. Terzo, ha assicurato che non si procederà con esuberi, né con prepensionamenti, ma con una staffetta generazionale e con eccedenze che saranno ricollocate nell'ambito della Pubblica amministrazione. I sindacalisti non sono usciti soddisfatti dall'incontro. Anzi. Al termine delle tre ore d'incontro - in cui in realtà hanno parlato soprattutto loro - sono usciti da palazzo Vidoni con tutti i dubbi che avevano. «Ci aspettavamo qualcosa in più», dicono in Cgil, mentre la Cisl è ancora più esplicita e definisce «deludente» il summit; la Uil taglia corto: «non c'è un'ipotesi di riforma». Sull'atteggiamento di Cgil-Cisl-Uil se ne saprà di più una volta diffusi i testi dei due provvedimenti. Come detto, alcune misure chiave della riforma contenute nelle bozze del decreto legge sono state smentite direttamente dal ministro Madia. Probabilmente anche alcune delle misure contenute nel disegno di legge che rappresenta la seconda gamba della riforma salteranno o verranno modificate. Moltissime, a parte l'assorbimento di Forestale e Penitenziaria, le novità. A cominciare dall'obiettivo (da raggiungere nell'arco di sei mesi) di riorganizzare l'ammi- nistrazione con il riordino di uffici centrali e periferici, di ministeri e di enti pubblici non economici. Ci sono anche una serie di semplificazioni e di novità come il telelavoro e voucher per baby-sitter, badanti e nido, orari più flessibili, per conciliare meglio i tempi di vita e di lavoro delle pubbliche dipendenti. Nella bozza del ddl si indica l'obiettivo di ridurre le spese di ciascuna amministrazione, «per i primi cinque anni» per un importo «non inferiore all'l% della spesa sostenuta nell'anno 2013». E si fissa il tetto per i bonus dei dirigenti pubblici, al 15% dello stipendio, legando la sua erogazione anche all'andamento del Pil. Per l'inquadramento dei dirigenti verrà istituito un ruolo unico interministeriale dei dirigenti presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, eliminando le due fasce attuali. I dirigenti pubblici potranno svolgere i loro incarichi per una durata di tre anni, rinnovabili partecipando a un bando pubblico, ma saranno revocabili in relazione «al mancato raggiungimento degli obiettivi». Nella riorganizzazione anche il telelavoro e voucher per nido badanti e baby sitter Dirigenti revocabili se non centrano gli obiettivi fissati Un tetto ai bonus
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